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Autore: GRIM_REAPER    14/03/2024    0 recensioni
Erwin Eda, figlio del celeberrimo mago Artemisius Zygmunt, sogna fin da piccolo di seguire le orme del padre e diventare il mago più forte di tutti. Ma solo una cosa lo separa dal suo sogno: non possiede alcun potere, ma questo non lo fermerà da seguire il suo sogno; riusicrà a realizzare il suo sogno?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLA NOTA! CAPITOLO DI TRANSIZIONE, UN PO' NOIOSO A DIRE IL VERO E DI DIFFICILE SCRITTURA. FINALMENTE SCOPRIRETE COS'E' UN GIFTER, ED ALLA FINE DEL CAPITOLO, CI SARA' UN PICCOLO COLPO DI SCENA, CHE SANCIRA' L'INIZIO DELL'ARCO NARRATIVO. BUONA LETTURA!





 

P.O.V di Elaine

 

Improvvisamente, il mio corpo fu avvolto da una strana energia dalla sinistra colorazione; non saprei se definirla oscura o no, ma se da un lato provavo un certo timore reverenziale nei confronti della tecnica del professore, dall’altra non avvertivo alcun pericolo proveniente da quest’ultima.

Istintivamente, poco prima di finire inghiottita da quella energia violacea, chiusi gli occhi per alcuni secondi: non avvertendo nulla, gli riaprii lentamente, e rimasi scioccata nello scoprire che, in quel momento, mi ritrovavo al di fuori della palestra, trovandomi dinanzi invece ad un altro edificio; quest’ultimo era un grande palazzo alto 10 piani, dalla colorazione di color rosa e dalle infrastruttura completamente nuove; tale edificio poi, si trovava in un bellissimo contesto, ovvero un giardino dal prato curato nel più minimo dei dettagli e da una fontana dall’aspetto costoso.

Certo, non era minimamente paragonabile al castello dove vivevo, ma in quel momento non potei non fare a meno di ammirare quel bellissimo edificio.

Mi guardai intorno, ed intorno a me c’erano molte ragazze che indossavano la divisa dell’accademia, in un mix di colori rosso porpora e bianco; tali ragazze, nel momento in cui mi videro apparire davanti a loro all’improvviso, mi guardarono con occhi sorpresi.

Questo è…”

Esatto, questa è il dormitorio femminile. Da qui ai prossimi 5 anni, vivrai qui.” disse Durmus, che senza perdere ulteriore tempo, camminò verso l’ingresso di quel bellissimo palazzo. “Forza, seguimi.”

Mentre camminavamo verso il palazzo, continua ad osservare quelle ragazze; all’inizio, credevo che i loro sguardi erano rivolti verso di me, ma poi, guardando con più attenzione, mi resi conto che i loro sguardi erano rivolti verso il professore; i loro sguardi erano un mix tra incredulità, sorpresa e confusione.

Avrei voluto chiedergli il motivo di quegli sguardi così intensi rivolti verso di lui, ma allo stesso tempo, non erano miei affari in quel momento, e dovevo solamente concentrarmi su una cosa sola.

Entrati nel palazzo, ci ritrovammo dinanzi ad una signora seduta davanti ad una tavola, che non appena sentì la porta aprirsi, alzò subito il suo sguardo attento verso di noi, per capire chi fossimo.

La signora in questione era una donna anziana, dai capelli grigi e lunghi, tenuti con un elastico. Nonostante ormai la pelle raggrinzita, aveva comunque il suo fascino, e portava degli occhiali di color rosso che le stavano proprio bene. Indossava una lunga gonna di color bordeaux, accompagnato da una camicia leggera bianca ed un maglione a bottone di color giallo senape;

Salve, Signora Agatha.” disse Durmus, facendo un leggero inchino in segno di rispetto.

La anziana signora strabuzzò leggermente gli occhi, e dopo aver riconosciuto il professor Durmus, un sorriso apparse sulle sue labbra.

Oh, professor Durmus! Che bello vederla!” disse la signora, che con energia, si alzò dalla sua tavola, dirigendosi verso di noi – “E’ da tanto che non ti vedo da queste parti!”

Hai ragione, Signora Agatha. Ultimamente, sono impegnato, per questo non posso venire qui a gustare le sue torte alle fragole!” rispose Durmus, con un leggero sorriso sulle labbra.

Rimasi un po’ spiazzata nel vedere quel sorriso su quel volto; in una prima impressione, sembrava un uomo molto severo e freddo, ma in realtà, vedendo come si stava comportando ora, non era nulla di tutto ciò, vedendolo sotto una nuova luce.

L’anziana signora, rivolse il suo sguardo verso di me, e dopo avermi osservata per alcuni secondi, fece un piccolo sorriso. - “Sicuro di poter parlare dei tuoi vizi davanti a questa ragazza?” disse la donna con tono sarcastico.

L’uomo si ricompose immediatamente, ritornando ad un’espressione più seria, nonostante però le sue guancia furono leggermente arrossite per l’imbarazzo.

E-Ehm-Ehm!… Comunque, questa ragazza si chiama Lucy Blazestorm, e da oggi farà parte della nostra accademia.”

“Oh…” - La donna mi squadrò nuovamente, questa volta con più attenzione – “Se l’hai portata tu qui personalmente, vuol dire che ha un ottimo talento, non è vero?”

“…”

Prenderò il tuo silenzio come un si!” - rispose la signora che, avvicinandosi a me e cogliendomi un po’ di sorpresa, mi prese per la mano tirandomi – “Forza, signorina! Le mostro la sua stanza!”

“A-Aspetta! Le mie valigie-!”

“Su su, non preoccuparti per le tue valigie! Te le porteranno dopo nella tua stanza! Forza!”

 

*****
 

La signora Agatha, piena di energie, mi mostro ogni angolo del dormitorio nel minimo dettaglio: all’interno del dormitorio c’era una piccola mensa, con la possibilità di recarsi anche la notte per mangiare; una sala studio con una piccola biblioteca all’interno, bagni in comune ed una piccola piscina;

Fatto ciò, mi portò finalmente all’ottavo piano, dove si trovava la mia stanza; la signora Agatha mi portò verso l’ultima stanza in fondo al corridoio di sinistra, aprendo così la stanza libera che sarebbe diventata la mia casa per i prossimi 5 anni;

La stanza era graziosa e minimal, con le pareti colorate di rosa, il pavimento fatto con legno pregiato ed una vista che dava verso il bellissimo giardino del dormitorio;

“Spero che la stanza sia di tuo gradimento!” disse la signora che, nell’istante successivo, uscì dalla stanza per recarsi verso il piano terra.

“Aspetti!” - Esclamai, volendo porgli alcune domande; - “C’è qualche regola del dormitorio di cui dovrei stare attenta?”

...No, non ci sono delle regole particolari… L’importante, è rispettare l’ambiente circostante e le tue vicine, e soprattutto, non utilizzare la magia al di fuori delle zone di allenamento!”

Rimasi un po’ sorpresa da tale risposta; credevo che, un’accademia con un tale prestigio, avesse qualche regola ferrea come il coprifuoco o qualcosa di simile, eppure non c’era nulla di tutto ciò.

Sembri sorpresa dalla mia risposta…” - disse la donna, che si accorse della mia perplessità. - “Beh, non sei la prima ad avermi posto questa domanda; molti credono che in questa accademia ci siano professori estremamente severi, o che ci siano regole molto dure. In verità, non esiste nulla di tutto ciò, dato che secondo il Preside, la magia è sinonimo di libertà e di creatività. Limitare gli studenti, in questo caso, equivarrebbe a limitare la loro creatività, e di conseguenza, anche la loro evoluzione in dei veri e propri maghi.”

Guardai la donna con un po’ di scetticismo, non trovandomi propriamente d’accordo con questa linea di pensiero.

Ma non temete che alcuni studenti possano abusare di questa libertà? Non credete che, facendo così, possano starsene sugli allori?”

La donna abbozzò un sorriso, scrollando leggermente la testa – “Crediamo che i veri maghi, siano quelli che imparano dagli errori, Signorina Lucy. Invece di imporre regole severe, cerchiamo di coltivare la responsabilità personale. Gli studenti che sono qui sono i migliori, e confidiamo che sapranno onorare la fiducia che riponiamo in loro…”

Quello che sentivo era un modo totalmente nuovo di insegnare; benché ero un po’ diffidavo da questo metodo, pensai al fatto che questa era l’accademia migliore al mondo, e che forse era proprio questo il segreto della loro fama.

E’ davvero...Un modo unico di pensare. Grazie per il suo tempo, signorina.”

Si figuri! Se ha bisogno di me, mi trova nella reception! Buon riposo!” disse la donna, dirigendosi allegramente verso la sua postazione di lavoro.

Io chiusi la porta, e dopo aver osservato per bene la stanza, mi buttai sul mio letto, che trovai piacevolmente comodo. Pensai a tutto quello che era accaduto ultimamente, e nonostante i momenti duri, anzi, terribili, finalmente vedevo la luce in fondo al tunnel…

[Mamma… Papà… Presto vi vendicherò, così che possiate riposare in pace. Aspettate un po’...Aspettate...]

Lentamente, le mie palpebre si fecero pesanti, ed alcuni istanti dopo, mi addormentai, per la prima volta, senza pensare ad alcun pericolo.

*Fine P.O.V di Elaine*

 

*****
 

Nel mentre, nella palestra...


 

Dopo l’iniziale stato di euforia, Erwin avvertì un dolore lancinante al centro del suo petto, tanto da costringerlo a cadere su un ginocchio.

Dopo che lentamente tutta l’adrenalina all’interno del suo corpo si dissolse, i due colpi allo sterno ricevuti da Arnold si fecero sentire pesantemente, al punto che il ragazzo ebbe alcune difficoltà nel respirare; fu quasi un miracolo il fatto che non fosse finito k.o, ed in quel momento si ritenne molto fortunato ad essere riuscito a battere il suo avversario, in qualche modo.

Mentre era atterra dolorante, ripensò a quella tecnica che uso all’ultimo momento; non uso l’istinto, come aveva fatto contro Rudolf o contro Elaine, ma usò l’esperienza passata con Ron, riproducendo la stessa tecnica. Non aveva la certezza assoluta di poter replicare la tecnica perfettamente, e non era certo della sua riuscita, però nel momento in cui analizzò l’attacco di Arnold, vide un’opportunità più unica che rara.

[...E’ questo che intendeva quando diceva che ero solamente un uccellino?] pensò Erwin facendo un piccolo sorriso, cominciando finalmente a comprendere le parole del suo maestro.

Leonard, che vide il ragazzo in difficoltà, si alzò di sua spontanea volontà, avvicinandosi poi ad Erwin.

Lascia che ti aiuti!”

Il professore allungò la sua mano verso Erwin, ed improvvisamente, dal palmo di Leonard, fuoriuscì una strana nebbiolina dorata, che andò a coprire tutto il corpo di Erwin;

Il ragazzo non capì immediatamente cosa stava facendo l’anziano uomo davanti a lui, ma improvvisamente, notò che l’immenso dolore che aveva pervaso il suo corpo, cominciò a mitigarsi, lasciando spazio ad una strana sensazione di calore.

Per le ossa rotte, non posso farci nulla perché qui non ho gli strumenti adatti, però posso alleviare il dolore che provi…” - disse il professore, guardando il ragazzo con soddisfazione, dopo la sua incredibile prova. - “Riesci ad alzarti?”

Erwin provò ad alzarsi, e benché sentiva ancora male per le ossa incrinate, in quel momento stava decisamente meglio rispetto a prima.

Che cos’era quella cosa?” domandò incuriosito Erwin, che incredulo nello scoprire che esistesse una magia del genere.

Oh! Io, oltre ad essere un professore di questa accademia, sono anche un curatore ed il direttore dell’ospedale di questa accademia.” - rispose con fierezza Leonard, gonfiando leggermente il petto – “Quello che ho usato con te è un’abilità chiamata “Mana Sync”, e mi permette di usare il mio mana per curare le altre persone!”

Oooh…”

Erwin ad ogni minuto che passava qui dentro, scopriva cose che lo rendevano felice; era consapevole del fatto che c’erano molte cose da scoprire, ma di certo, non si aspettava di vedere così tante cose interessanti in un solo giorno, e questo non era niente rispetto a quello che avrebbe scoperto da qui in avanti.

Leonard, assicuratosi che Erwin stette bene, andò a curare Arnold, che era messo peggio dell’allievo di Ron; Arnold era ancora disteso per terra privo di sensi, e Leonard notò, dall’espressione di Arnold, che benché quest’ultimo fosse svenuto, doveva provare una grande dolore, a giudicare dalla espressione agonizzante del ragazzo e dalla quantità di sudore che il ragazzo rilasciava in quel momento.

Leonard quindi iniziò subito a controllare il fianco sinistro del ragazzo, fianco che subì il violento colpo di Erwin.

Il medico della scuola, scoprì con stupore che 6 delle 12 costole che si trovavano nel fianco colpito, avevano subito una frattura totale, e nel momento in cui alzò la maglietta di Arnold, vide una grande zona tumefatta, dall’intenso colore viola scuro.

[...Che razza di forza ha Erwin?] pensò il professore perplesso, incredulo del fatto che Erwin, con un singolo pugno, era riuscito a creare questo tipo di danni.

Senza perdere ulteriore tempo, Arnold passò il suo mana al ragazzo, così come fece con Erwin, e dopo solo alcuni istanti, Arnold riprese i sensi.

M-Ma cosa…ARGH!”

Arnold aveva tentato di alzarsi, ancora confuso da quanto stava succedendo, ma nel momento in cui cerco di muoversi, una terribile fitta pervase ogni angolo del suo corpo, rischiando così di metterlo nuovamente fuorigioco.

Non fare movimenti bruschi, Arnold. Ho alleviato il tuo dolore, ma alcune delle tue costole hanno subito una brutta frattura, quindi cerca di non muoverti troppo bruscamente…”

Dopodiché, Leonard aiutò il ragazzo ad alzarsi, dirigendosi poi lentamente verso la giuria dei professori.

Io porto il ragazzo in infermeria, ha bisogno di cure immediate.”

Ok, la sua salute è più importante…” disse il preside, guardando il suo alunno quasi con sguardo dispiaciuto.

I due quindi si diressero verso l’uscita, con Arnold che, prima di uscire dalla palestra, fissò per alcuni secondi Erwin; i due si guardarono, con Erwin che volle dire qualcosa per consolare il suo “nemico”, ma allo stesso tempo, pensò che ogni cosa che avrebbe detto in quel momento, sarebbe stata quasi una presa in giro nei confronti del suo avversario.

Arnold, dal canto suo, era visibilmente frustrato dalla sconfitta subita, dato che, oltre ad aver perso contro una mera matricola, aveva perso contro un avversario che a stento riusciva a muoversi; questo però non cambiava il fatto che, a differenza di Erwin, era davvero inferiore per quanto riguarda l’utilizzo delle arti marziali, e questo rendeva la sua sconfitta meno dolorosa, sebbene la rabbia ed i rimpianti erano ancora presenti, dato che sapeva che questa sconfitta avrebbe avuto delle gravi ripercussione per lui.

...Sai, riguardo a quello che hai detto prima… Hai ragione, le tua abilità combattive sono formidabili.”

Arnold quindi si voltò, uscendo dalla palestra aiutato da Leonard, senza più voltarsi indietro.

Erwin guardò il suo avversario andarsene via; nei suoi occhi, poteva vedere la tristezza nei suoi occhi, ma allo stesso tempo, vide nella sua espressione una strana nota di sollievo. Fu strano ciò che vide, ma non ci fece molto caso, dato che in quel momento, era più preoccupato del fatto che, con ogni probabilità, non l’avrebbe mai più rivisto.

[Mi dispiace…]

Erwin, potresti avvicinarti a noi?” chiese improvvisamente la professoressa Martha ad un distratto Erwin, il quale rispose con alcuni secondi di ritardo.

Oh...Subito” – disse Erwin, il quale, senza troppe pretese, si avvicinò alla giuria dei professori con passi decisi.

Ascolta, signor Eda.” - esordì il preside con voce pacata, guardando Erwin dritto negli occhi – “In questo momento, mancano sia il professor Leonard, che il professore Durmus. Quindi, se non ti dispiace, va bene sapere l’esito del tuo esame in un secondo momento?”

Erwin fu spiazzato da tale richiesta, ma allo stesso tempo comprese il motivo di tale scelta, dato che di fatto, erano rimasti solamente tre professori.

Persino Brenin, che era rimasto impassibile fino ad allora, rimase colpito da quella scelta, dato che per lui, era scontata l’ammissione di Erwin nell’accademia.

Oh, Ok. Non ho nessun problema…”

Bene allora!” - rispose il preside, che rivolse poi lo sguardo verso Martha – “Professoressa Martha, perché non accompagna il signor Zephyrius* in una stanza libera, così che il Signor Eda possa riposarsi, in attesa dell’esito?”
 

*Zephyrius è il cognome di Brenin*


Martha guardò in modo strano il preside per via di quella strana proposta, e per alcuni secondi non rispose.

Martha?” disse perplesso il preside, che si accorse dello spaesamento della donna;

Oh...Oh! C-Certo, gli accompagnerò personalmente in una stanza vuota!”

Leggermente imbarazzata, la donna si alzò rapidamente dalla sedia, dirigendosi poi verso i ragazzi; “Avanti, seguitemi!”

I due ragazzi annuirono, e seguirono la donna verso il dormitorio maschile; mentre uscivano dalla palestra però, Erwin, con la coda dell’occhio, vide una strana espressione sul viso del preside, con gli occhi rivolti proprio verso Erwin; era come se in quel momento, il preside dell’accademia fosse dispiaciuto.

Il preside si accorse quasi immediatamente del fatto che Erwin colse il suo sguardo, cambiando subito espressione, abbozzando un sorriso forzato. Erwin ebbe una strana sensazione a riguardo, ma non ci fece molto caso, distogliendo così lo sguardo dall’anziano signore.

Yilenia, dal canto suo, aspettò che Martha ed i due ragazzi uscissero dalla stanza, prima di pronunciare parola;

Signor preside, andrò dritto al punto: credo che quel ragazzo ci stia nascondendo qualcosa… Perché non ci ha mostrato il suo elemento?disse in modo secco Yilenia, con uno sguardo molto serio.

Il preside si toccò nuovamente la barba, questa volta assumendo un’espressione un po’ seria e pensierosa, che fece leggermente preoccupare Yilenia.

E’ la stessa domanda che mi sono posto anch’io…” - disse finalmente il preside che, alzandosi dalla sedia, cominciò a stiracchiarsi lentamente. - “E sono arrivato alla conclusione che in verità, non è che non ha voluto mostrarci il suo elemento, semplicemente non ha potuto.”

Non ha potuto?…. Ma aspetta, allora…!!”

Esatto, il ragazzo non è in grado di evocare alcun elemento.” disse il preside, toccandosi nuovamente la barba;

Yilenia rimase scioccata dinanzi a tale risposta; durante tutto lo scontro, nonostante Erwin dimostrò un’abilità fuori dal normale, continuò a domandarsi il motivo per cui quest’ultimo non utilizzò il suo elemento, anche nel momento più critico per lui. Credeva che forse, quello era il suo modo per elevarsi davanti ai professori. Ma mai si sarebbe aspettato questo.

Preside, non crede di sbagliarsi? Il ragazzo, oltre ad essere talentuoso nelle arti marziali, ha un mana notevole per la sua età….E’ impossibile che non possieda alcun elemento affine.”

Il preside fece un piccolo sospiro, aspettandosi tale reazione dalla professoressa; “Vedi, con gli anni, sono riuscito ad affinare il mio mana fino a livelli che per me, fino a 30 anni fa, era impensabile raggiungere; quando raggiungi questo livello, tutto diventa più chiaro intorno a te, e vedi tutto sotto una luce diversa… E’ come raggiungere un secondo risveglio…”

...Cosa c’entra questo con Erwin?” chiese Yilenia, che non vedeva alcun nesso logico tra le due cose.

Ohohoh! Lasciami finire!” scoppiò in una piccola risata il preside – “Vedi, da quando ho subito questa sorta di “secondo risveglio”, riesco a percepire il mana intorno a me in modo differente: ad esempio, nel mana di Brenin è possibile avvertire una brezza e una calma apparente, che è caratteristica di chi controlla l’elemento del vento; al contrario, in Lucy invece avverto invece l’elemento la freddezza e la limpidità del suo mana, caratteristico dell’elemento dell’acqua…”

Può capire tutto questo… semplicemente leggendo il mana altrui?” domando scettica la donna, che però, in quel momento, cominciò ad autoconvincersi.

Esatto… è come quando, tramite il mana, riusciamo a capire l’intenzione di una persona davanti a noi. Solo che questo, è un livello più alto” – rispose Il preside, cercando di fare un paragone quanto più simile – “Comunque, per quanto riguarda Erwin… In lui, tutto quello che avverto è una strana neutralità, una neutralità che è avvertibile solamente in determinati tipi di maghi…”

Quelli senza elemento, dico bene? Allora la decisione dovrebbe essere facile, non crede?” - disse in modo improvvisamente freddo Yilenia, che in quel momento, oltre a farsi convincere dalle parole del preside, aveva perso tutto l’interesse che provava per quel ragazzo, nonostante il suo talento per la lotta fosse notevole. – “Non possiamo accettare un senza elemento. Non nella nostra accademia. Non ha senso sprecare tempo e denaro per allevare un prodotto difettoso.”

Non pensi di essere eccessivamente dura?” rispose sorpreso il preside, che di certo non si aspettava questo repentino cambio d’atteggiamento;

No, sono realista, signor preside. Anche se non c’è una regola contro la loro immatricolazione, è ormai risaputo che i senza elementi non hanno futuro.”

Il preside guardò la donna con un’espressione indecifrabile; espressione che mise a disagio la donna, che divenne un po’ irrequieta. Poi però, il preside fece un sospiro, dirigendosi poi verso l’uscita della palestra.

Sarà davvero così?” bisbigliò il preside, che nonostante i dubbi che provava, sembrava divertito – “Signorina Yilenia, deciderò io stesso del futuro del ragazzo. Comunicherò la mia decisione nel tardo pomeriggio.”

Yilenia non amò particolarmente questa scelta, dato che in questo caso, nessuno dei professori aveva voce in capitolo; ma lei si fidava del preside, e quindi sperava che, dopo un’attenta riflessione, avrebbe fatto la scelta più idonea.

Ok, Signor Preside. Spero che i suoi dubbi vengano dissolti.”

 

*****


Nel mentre…
 

Martha, seguito da Erwin e Brenin, si dirigeva verso il dormitorio maschile, che sarebbe diventata la casa di Brenin e forse anche di Erwin; Mentre l’aspirante cavaliere magico era molto tranquillo e si gustava il meraviglioso paesaggio che l’accademia offriva, Erwin invece era teso, man mano che il tempo passava; credeva di essere andato bene, credeva che sarebbe stato ammesso senza ombra di dubbio, dato che i professori sembravano soddisfatti con la sua prova.

Ma allo stesso tempo, lo sguardo del preside creò dentro di lui una strana sensazione, sensazione che aumentò sempre di più, fino a diventare quasi paranoia. Era stato lui in primis a dire che non gli costava nulla aspettare un po’ di più per il suo esito, ma si era già pentito, dal momento che ora la voglia di sapere il suo futuro lo stava uccidendo.

Brenin si accorse dello stato emotivo del coetaneo, ma decise di non dire nulla, dato che, secondo lui stesso, non era molto bravo con le parole e nel confortare gli studenti.

Lo stesso però non fece Martha, che, oltre al fatto che anche lei odiava il fatto di dover aspettare per sapere il futuro di Erwin, in quel momento le dava più fastidio il fatto di dover fare da “Babysitter” ai due ragazzi, ed il che teneva il ragazzo.

Hey! Puoi smetterla di essere triste?! Il tuo futuro non è ancora stato deciso!” Esclamò la donna, facendo venire quasi un colpo ad Erwin, che indietreggiò di alcuni passi.

N-Non sono triste! Sono solo… preoccupato, ecco!”

La donna aggrottò le sopracciglia, non capendo il motivo della preoccupazione di Erwin;

Di cosa dovresti essere preoccupato?”

Del mio esito, no?! Non so ancora se sono ammesso o no, e l’attesa mi sta facendo impazzire!” rispose Erwin, che in quel momento sembrava una pentola a pressione pronta ad esplodere.

Martha squadrò per alcuni secondi Erwin, fino a rilasciare una sonora risata, che riecheggiò nell’aria per alcuni secondi.

EH! Sei proprio uguale a me, lo sai!? Anch’io non ho pazienza, proprio come te!” disse Martha, per poi mettere il suo braccio attorno al collo di Erwin, come se fossero amici di lunga data;

Non preoccuparti, hai abbastanza talento per essere ammesso nella nostra accademia! Sono sicuro che presto riceverai notizie confortanti!”

...Non ne sono totalmente convinto.”

Improvvisamente, si intromise Brenin che, con quella frase, diede fastidio a Martha, che lo guardò in malo modo.

Hey, tu sei solo uno studente! Cosa ne vuoi sapere di come funzionano gli esami?”

Poco, in verità” – rispose in modo calmo Brenin, mentre continuavano a camminare – “Ma basta ripensare alla sua lotta per capire il motivo per cui il preside ha posticipato il suo esito.”

C-Che intendi dire?” disse incuriosito Erwin, mentre si tolse di dosso il braccio possente di Martha, anche lei incuriosita dalle parole del ragazzo.

“…Sarò franco con te, perché mi piaci come persona.” - esordì Brenin, guardando in modo serio Erwin – “Perché non hai usato il tuo elemento durante il combattimento?”

Erwin venne colto di sorpresa dalla domanda, ammutolendosi di colpo. Martha, al contrario, si rese conto solo in quel momento di quanto successo durante lo scontro, iniziando finalmente a capire il motivo della proposta del preside.

All’inizio ho pensato che non hai usato il tuo elemento perché sicuro di poter vincere senza, ma ripensando allo scontro, e pensando a che tipo di persona sei, non credo che tu sia il genere di persona che si risparmi, soprattutto in questo contesto. Quindi sono arrivato alla conclusione che tu...Non possiedi alcun elemento. Ho forse ragione?”

Erwin volle negare, ma ormai sarebbe servito poco a nulla: se un ragazzino come Brenin si era accorto di questo, allora voleva dire che pure il preside si era accorto di questa sua carenza;

Si...Sono un senza elemento…” rispose Erwin. Sebbene in quel momento fosse triste, allo stesso tempo era come se si fosse tolto un peso nell’anima, sentendosi quindi allo stesso tempo quasi felice.

[Maledizione… speravo negasse…] pensò con sguardo leggermente triste Brenin, che cominciò a prendere in simpatia Erwin; rimase triste nello scoprire questo suo deficit, dato che con ogni probabilità, Erwin non sarebbe stato ammesso nell’accademia, anche per via del fatto che i senza elementi non erano visti di buon occhio.

“Quindi… tu sei un senza elemento?” chiese improvvisamente Martha, guardando con sguardo serio Erwin, che, leggermente spaventato da quello sguardo di fuoco, annuì senza dire una parola, aspettandosi il peggio.

Eh...EHEHEH!” La donna scoppiò in una grassa risata, cogliendo di sorpresa Brenin e soprattutto Erwin, il quale si aspettava che la donna desse d’incandescenza.

Incredibile! Davvero Incredibile! Non posso credere che un ragazzino come te sia riuscito a battere uno del secondo anno senza alcun elemento! Sei incredibile!”

O..Oh, grazie…” - disse piacevolmente colpito Erwin, che si aspettava di tutto tranne dei complimenti in quel momento; - “Però, anche se tu mi credi incredibile, non credo che gli altri la pensano come lei, professoressa Martha…”

La professoressa Martha rimase un’attimo in silenzio, cominciando a pensare alle reazioni dei presenti;

In effetti, non hai tutti i torti: in molte accademie, appena scoprono che sei un senza elemento, fallisci automaticamente il test, e questo avviene pure qui… però, se il preside ha preso tempo, probabilmente c’è qualche chance, non credi? Forse, il fatto che tu abbia mostrato quel tuo incredibile talento, ha fatto che il preside stesso sia stato folgorato da ciò!”

Beh… ha senso quello che dici?” - annuì con la testa Brenin – “Questo vuol dire che c’è ancora speranza, no?”

Erwin, grazie alle parole di Brenin e di Martha, si sentì leggermente sollevato, ed in quel momento, ricordo le parole di Ron, ovvero, quelle di dare il massimo;

Allo stesso tempo però, si sentì uno sciocco per il comportamento che aveva tenuto fino ad ora: stava affrontando il tutto con paura e con esitazione, un comportamento a lui nuovo ed estraneo; una reazione ad un nuovo posto che, in quel momento detestava più di ogni altra cosa. Una reazione che, in modo incredibile, stava per costargli l’ammissione all’accademia contro un nemico che, se avesse affrontato con la giusta mentalità, sarebbe riuscito a sconfiggerlo senza troppi problemi.

Per la rabbia, si colpì con forza entrambe le guance, lasciando perplessi Brenin e Martha.

[Non è con questa mentalità da inetto che riuscirò a seguire i miei sogni! Sapevo cosa mi aspettava venendo qui, non è il momento di fare il piagnucolone!] pensò rabbiosamente Erwin che, nel momento in cui si colpì, nei suoi occhi ci fu una nuova luce nei suoi occhi; nuova luce che la professoressa Martha vide, rimanendone piacevolmente colpita; [La sua espressione… Ora mi piace!]

Ok, ora sto meglio!” disse con un sorriso Erwin, il quale era pronto ad affrontare ogni sfida con decisione.

...Si vede dai tuoi occhi che stai bene!” – esclamò la donna con un sorriso stampato sul volto, felice del fatto che il ragazzo le assomigliasse più di quanto lei potesse immaginare.

Brenin trovò quel cambio di comportamento strano, a tratti pure forzato, ma era un po’ felice del fatto che ora Erwin non tenesse più quel muso lungo che aveva dal momento in cui uscirono dalla palestra.

Risolto questo punto… Vorrei sapere una cosa da voi, ragazzi: qual’è il vostro sogno?”

Brenin si accorse del fatto che la domanda postagli ora, fu la stessa che il Preside fece ad Elaine nel momento in cui venne ammessa all’accademia;

Ho notato che il preside l’ha chiesto prima a Lucy: è così importante?” domandò Brenin con sguardo attento, anticipando così Erwin che, dal canto suo, era già pronto a rispondere.

La donna rimase leggermente perplessa dalla domanda di Brenin, che sembrava quasi andare sulla difensiva;

Beh, è una domanda semplice, che ci aiuta a capire chi abbiamo davanti: ad esempio, avrete notato che il preside ha posto la stessa domanda a Lucy, dico bene? Ecco, probabilmente l’ha fatto perché non è riuscita ad inquadrare bene la ragazza.”

Non ha senso…” controbatté Brenin, il quale inspiegabilmente sembrava essere ancora sulla difensiva.

Erwin notò questo strano atteggiamento da parte del ragazzo, ma non ci fece molto caso, dato che comunque non sembrava “agitato” o “nervoso”, in quel preciso momento.

Ha senso invece. Il sogno di una persona racconta molto di più di un semplice desiderio, ma anche chi siamo realmente. Quando riusciamo a capire i sogni degli altri, riusciamo a comprendere anche l’essenza di una persona ed il suo io più profondo.”

Quindi… stai dicendo che conoscere il sogno degli altri, è come leggere fra le righe della loro vita?” chiese con un tono di voce scettico Brenin, il quale però sembrava un poco interessato sulle parole della donna;

Esatto! O meglio, questo è ciò che crede il Preside! Ovviamente non dico che ciò che dice è sbagliato, ma credo che esiste un modo per capire meglio una persona!” - La professoressa allungò rapidamente il suo pugno verso il viso di Brenin, il quale, a causa dell’estrema velocità del movimento, si rese solamente conto quanto successo quando, in una battito di ciglia, si ritrovò il pugno duro e calloso della donna a pochi centimetri dal suo volto, facendolo sussultare un poco. - I pugni sono lo strumento migliore per capire una persona. Non ho forse ragione, Erwin?”

Erwin, pensando alle parole di Martha, si rese conto che in effetti, combattendo corpo a corpo con una persona, è molto più facile capire i suoi sentimenti in quel momento e cosa pensa nell’esatto istante; non gli era accaduto molte volte, dato che in tutta la sua vita, aveva affrontato semplicemente 4 persone, ma a parte Ron, che era come un libro bianco che non rivelava mai nulla, ripensando agli scontri avuti con Rudolf, Elaine e Arnold, si rese conto che in certi momenti, riusciva a capire cosa pensassero e le loro intenzioni.

Probabilmente, è così…” disse pensieroso Erwin, che comunque non era convinto di quello che disse.

Visto che ho ragione?” disse con tono di voce allegro la donna, che ritirò indietro il pugno lentamente - “Quindi, qual’è il tuo sogno, signor Brenin?”

Brenin non credette ad una sola parola che uscì dalla bocca di quella professoressa; eppure, nel cuore del ragazzo, si instaurò un piccolo, minuscolo dubbio, che però fece vacillare lo spirito di Brenin, che fino a quel momento era calmo.

[Non credo ad una sola parola che dice quella donna, non è possibile scoprire così tanto con così poche informazioni….Però, se dovesse essere vero.. allora scoprirebbe qualcosa su di me? No… impossibile] Pensò Brenin che, nonostante quella fastidiosa voce nella sua testa, decise di rispondere.

Il mio obiettivo è diventare il cavaliere magico più forte del mondo…” disse Brenin, guardando con occhi decisi la donna.

[mmh… obiettivo…. Non sogno…] pensò la donna, che trovò interessante le parole usate da Brenin. - “E’ un obiettivo ostico il tuo… spero che tu ci riesca!” disse la donna, che decise di non entrare affondo della questione, dato che ebbe la sensazione che, facendo ciò, il ragazzo si sarebbe chiuso su se stesso.

E tu invece, qual’è il tuo sogno?” disse la donna, rivolgendo lo sguardo verso Erwin, che non esitò un solo secondo nel rispondere.

Beh, in verità ho molti sogni… il primo, è quello di entrare all'accademia; poi, diventare il numero uno di questa accademiae di diventare un mago ufficiale; infine, entrerò in una Gilda, e seguirò il mio vero sogno, ovvero diventare il più grande tra i Gifter e girare il mondo!”

Un Gifter? E’ un sogno interessante!” - continuò la donna, vedendo negli occhi del ragazzo una determinazione nel raggiungere questo suo sogno – “E dimmi, che tipo di Gifter vuoi diventare?”

Erwin, entusiasmato nel condividere per la prima volta il suo vero sogno con qualcuno, volle rispondere, quando però si ricordò di un dettaglio non da poco;

Ecco… in verità… io non so cosa sia esattamente un Gifter o cosa facciano… so solo che viaggiano…” rispose imbarazzato Erwin, che nel mentre, malediceva Ron per non avergli spiegato chi o cosa fosse un Gifter.

S-Stai scherzando spero?” controbatté incredula la professoressa; infatti, per lei era impossibile il fatto che una persona potesse seguire un sogno, senza però effettivamente sapere cosa si stia inseguendo esattamente.

Brenin dal canto suo trovò estremamente stupido quanto detto da Erwin tanto da volerlo colpire su quella zucca che lui considerava vuota, ma allo stesso tempo, era curioso di sapere cosa lo spingesse a diventare Gifter, guardando quel ragazzo, così diverso da lui, con ancora più interesse.

Beh, ecco… in verità, so solamente che i Gifter viaggiano molto in giro per il mondo! Quindi voglio anch’io girare per il mondo e diventare famoso!”

...Non sembra proprio che tu stia scherzando…” rispose Martha, la quale basto guardare l’espressione piena di eccitazione di Erwin per capire quanto fosse serio riguardo al suo sogno.

...Lascia almeno che ti spieghi cos’è un Gifter, non trovi? Un Gifter è essenzialmente un “titolo” che viene dato ai maghi ufficiali che riescono ad entrare in una Gilda; per essere chiari, le gilde sono delle associazioni che si occupano di varie missioni sparse per il mondo tramite delle richieste ufficiali. Tutto chiaro fin qui?”

Erwin annui, dando così il via libera alla professoressa Martha di continuare la sua spiegazione.

“Allora proseguo. Le missioni vengono divisi in diverse categorie in base al compito richiesto. A loro volta, per queste missioni vengono incaricati diversi tipi di Gifter in base alle esigenze: i tipi di Gifter in questione sono il Gifter Guardian, ovvero guardiani che vengono scelti per proteggere della merce dall’inestimabile valore; Gifter Inquisitor, ovvero Gifter che indagano su attività criminali o minacce alla sicurezza; Gifter Archivist, coloro responsabili della conservazione e della protezione di antichi manoscritti; Gifter Slayer, una tipologia di Gifter specializzata nel cacciare una vasta gamma di creature; Gifter Buonty, dei Gifter che vanno alla caccia ed alla cattura di criminali; infine, il Gifter Explorer, ovvero, coloro specializzati nell’esplorazione di Dungeon, territori sconosciuti e nel recupero di antichi manufatti o conoscenze perdute.. da quello che mi hai detto, immagino che tu—”

Un Gifter Explorer… Sì, voglio diventare un Gifter Explorer!” esclamò Erwin, non dando la possibilità alla donna di poter terminare la sua frase. Si, quella era la strada che voleva seguire, così da diventare come suo padre.

...Posso chiederti una cosa?” disse improvvisamente Brenin, catturando l’attenzione del suo coetaneo.

“Si, certo…”

Perché vuoi diventare un Gifter Explorer? Perché non un Gifter Slayer, o un Gifter Bounty? Si addice meglio ad un invasato della lotta come te...”

In effetti… non hai tutti i torti, ragazzo…” seguì a ruota Martha, incuriosito sulle sue motivazioni.

Erwin ovviamente non poteva dire che faceva tutto questo per suo padre, dato che, oltre a rivelare la sua vera identità, non sapeva quale sarebbe stata la reazione altrui. Per un’attimo, rischiò addirittura di spifferare tutto, salvo mordersi la lingua in extremis. A lui non piaceva mentire e non sapeva farlo, per questo, disse una mezza verità;

Beh… Quando ero piccolo, ho conosciuto una persona; non so il suo nome… però so che era un Gifter, ed era una persona incredibile… la persona più incredibile che conosca; io, voglio diventare come lui.”

[Capisco… lui non vuole diventare un Gifter per realizzare un suo sogno, ma vuole diventare un Gifter per assomigliare a questo suo idolo.] pensò la donna, che finalmente capì il motivo per cui Erwin non sapeva nulla riguardante i Gifter. Però, non sembrava del tutto felice di quanto appreso.

Non è molto figo inseguire l’ombra di qualcun’altro, non trovi?” disse la professoressa, facendo una smorfia di disappunto.

La domanda era tagliente e precisa; una domanda che aveva l’intenzione di colpire un nervo scoperto di Erwin; “Uh? Che vuoi dire?” rispose Erwin con voce calma, ma con il sorriso che, lentamente, sparì dal suo volto, lasciando spazio ad un improvvisa espressione leggermente stizzita.

Prima che Erwin potesse ricevere una risposta però, i tre, senza accorgersene, arrivarono finalmente dinanzi al dormitorio maschile, simile a quello femminile, ma molto più grande per via del maggior numero di studenti maschili.

Beh, siamo arrivati.” disse Martha che non fece caso al cambio d’umore del ragazzo – “Mi piacerebbe continuare a parlare con voi, però ho le mie cose da fare. Se entrate dentro, ci sarà il custode del dormitorio che vi affiderà una stanza… Ecco, tieni Brenin” concluse la professoressa, che diede una strana spilla al ragazzo, che non sapeva che farci.

Dallo al custode, lui capirà” continuò la donna – “Bene, ora posso andare. Tenete a mente quello che vi ho detto… spero di rivedervi presto.”

La donna si allontanò, lasciando così i due ragazzi soli davanti a quel cancello; Erwin, la cui espressione sembrava normale, si sentì inspiegabilmente ferito da quelle parole; per lui era tutto diventare come suo padre, cosa c’era di male, pensò.

Quella donna… non ha peli sulla lingua.” - disse Brenin, che si accorse di un piccolo cambiamento nell’umore del coetaneo. - “Fregatene di ciò che dice, fai ciò che vuoi…Meglio inseguire qualcosa, piuttosto che non avere alcun sogno, o sbaglio?” disse Brenin, cercando di dare un po’ di sostegno al ragazzo, che ormai aveva preso in totale simpatia, rendendo felice Erwin, che in quel momento, non si aspettava quelle parole.

Forza, non startene lì impalato, entriamo?”

 

******
 

*P.O.V di Erwin*.
 

Dopo che Brenin diede la spilla al custode del dormitorio, ci portò a fare una visita di quell’immenso posto; la visita durò alcuni minuti, dove ci mostro i vari luoghi importanti del dormitorio, e dove incontrammo alcuni ragazzi che, non avendoci mai visti, ci squadrarono dalla testa ai piedi; quando entrammo qui, i ragazzi non ci guardarono minimamente, ma da quando ci videro camminare con la professoressa Martha, iniziavano a scrutarci…

Il custode ci portò nella stanza di Brenin, che oltre ad essere 1000 volte più bella della mia stanza a Hakvill, era munita di 2 letti, dandomi la possibilità quindi di potermi sdraiare sul letto, dato che, nonostante il dolore che provai non era più così intenso, necessitavo comunque di riposo.

Brenin non ci pensò su due volte, e una volta visto il letto, senza nemmeno parlarmi, si catapultò nel letto, dormendo nell’istante successivo: quel ragazzo era davvero strano! Com’era possibile addormentarsi con tale velocità?

Rimasi così solo, ad osservare il soffitto, e rimuginai su quanto accaduto in questi ultimi giorni; fu tutto così pazzesco, con alcune situazione divertenti, come quando affrontai Arnold, ed alcune situazioni snervanti, come quando quelle stupide guardie vollero arrestarci, se non ucciderci.

In quel momento, ripensando a tutto, non mi pentivo di aver lasciato Hakvill per venire qui all’accademia e tentare la mia sorte; certo, avevo praticamente un piede fuori dalla scuola, però mi ero messo in gioco nonostante tutto, e di questo potevo andarne fiero: se fossi stato respinto, allora avrei seguito il mio sogno usando altre strade!

Mentre pensavo a tutto ciò però, nella mia mente vennero a galla le parole di Martha: erano passati ormai diversi minuti, ma ancora non capivo il motivo per cui disse quella frase; cosa c’era di male nell’inseguire mio padre? Volevo diventare come lui, cosa c’era di male?! Mio padre era un eroe, e per me, non c’è niente di più figo che di diventare come lui. L’argomento cominciò a darmi sui nervi, e decisi semplicemente di non pensarci.

Mi alzai dal letto e cominciai a fare qualche esercizio per ammazzare il tempo, in attesa che il preside desse il suo verdetto;

Dopo alcuni minuti però, sentii bussare alla porta; credendo che fosse il custode con le nostre borse, mi diressi in uno stato poco presentabile verso la porta, e solo quando la aprii, che mi ritrovai dinanzi al preside, il quale mi scrutò dall’alto verso il basso.

S-Signor preside…” dissi sorpreso, non aspettandomi che fosse già qui dopo così poco tempo;

Vedo che vi siete installati…” disse con aria rilassata il preside, che senza troppe pretese, entrò dentro la stanza, sedendosi su una sedia vuota.

Che fai lì impalato, non vieni a sederti?” disse il preside, che si comporto come se fosse casa sua, lasciandomi un po’ di stucco.

A-Arrivo.”

Mi sedetti di fronte a lui, e per alcuni secondi, ci guardammo negli occhi; quei secondi sembravano interminabili, dove il suo sguardo così profondo e deciso, mi mise un po’ in agitazione, aumentando la tensione nella stanza.

Dopodiché, finalmente iniziò a parlare, rompendo così il ghiaccio;

Come ti senti? Ti fanno ancora male le costole?”

Rimasi un po’ spiazzato dalla domanda, aspettandomi che mi dicesse altro; dopo un piccolo periodo di spaesamento, dondolai un po’ a destra ed un po’ a sinistra, per capire se provavo ancora dolore.

Mhh..sento un po’ di dolore, ma è sopportabile.”

Oh, mi fa piacere…” disse il preside, abbozzando un leggero sorriso. - “Cosa ne pensi del tuo avversario, Arnold?”

Pensai un po’ al nostro scontro, cercando di analizzare calmamente ad ogni caratteristica del mio avversario;

Beh… Arnold possiede una notevole potenza, e la sua “armatura”di roccia, rendeva ferirlo più difficile…”

Tutto qui?”

...No. Ecco..Lui aveva molta potenza, ma non sapeva gestirla e non c’era nessuna tecnica dietro. Per questo è stato facile per me schivare la maggior parte dei suoi colpi senza problemi…” Aggiunsi, constatando come, per gran parte del combattimento, avevo un bel vantaggio su di lui.

Vero, a parte quei due/tre colpi, dico bene?” disse il professore con tono di voce sarcastico, indicando per l’appunto il centro del petto.

“M-Mi sono distratto…” dissi imbarazzato, cominciando a grattarmi la testa e distogliendo lo sguardo dal preside, che fece una piccola smorfia divertita.

Pensando allo scontro però, mi venne in mente Arnold, domandandomi se fosse stato effettivamente espulso, come Brenin aveva precedentemente detto.

Signor preside, signore… Che fine ha fatto Arnold? Sta bene?”

Il preside mi guardò con aria leggermente stupita, e solo dopo alcuni istanti, mi rispose; “Il signor Arnold sta bene. Purtroppo, a seguito della tua vittoria, è stato espulso, ed ha già lasciato il dormitorio. E’ la politica della nostra accademia...”

Ah…” sapevo la risposta, ma comunque, dentro di me, speravo di sbagliarmi;

Sei triste?” mi domandò il preside.

Un po’… ma se non avessi vinto, ora non avrei la possibilità di sperare in una mia ammissione, dico bene?”

...Sei un ragazzo molto sincero, Erwin” disse il preside, toccandosi lentamente la barba, facendomi leggermente imbarazzare.

Per un paio di secondi, calò nuovamente il silenzio; i secondi sembravano diventare minuti, e man mano che il preside mi osservava, sentivo la pressione salire alle stelle; continuavo a pensare a quando mi avrebbe dato i risultati;

Il preside, fece un piccolo sospiro, rompendo finalmente il silenzio che si era creato.

Andrò dritto al punto: Tu sei un senza elemento, dico bene?”

Il preside mi guardo con uno sguardo attento e tagliente, pronto a scovare qualsiasi menzogna avrei detto in quel momento; quello sguardo mi mise un po’ in agitazione, però avevo deciso di non farmi più condizionare da questo mio problema.

Esatto professore… sono un senza elemento.”

Stupito, il preside si ammutolì per alcuni secondi, guardandomi con sguardo perplesso; poi fece un sorriso, come la mia risposta lo divertisse…

Non mi aspettavo che lo ammettessi così facilmente.” disse il preside, toccandosi la barba.

Beh… Non ha senso nasconderlo, mi mette solo più pressione e non mi fa pensare in modo lucido”

Mh… sembri leggermente diverso...”

Rimanemmo in silenzio ad osservarci per alcuni secondi; non capii cosa intendesse dire con quella frase, ma dal modo in cui lo disse e dal suo tono di voce, sembrava quasi contento di questo mio “cambiamento”;

Ammetto che sei in gamba ragazzo.” - esordì nuovamente il preside – “Hai un grande talento per le arti marziali, ed il tuo istinto per la lotta è formidabile.”

Il preside fece una pausa, cominciando a rimuginare su qualcosa;

Il problema, è che sei un senza-elemento, e come ben saprai, noi non prendiamo dei senza elemento. Sono molto indeciso sul da farsi, poiché prenderti, metterebbe in difficoltà sia me, che te.”

Sia te...che me?”

Esatto.” rispose il preside, con uno strano sorriso che apparve sul suo volto – “Ovviamente, alcuni professori non saranno contenti della mia scelta, e verranno personalmente da me per discuterne; Quanto a te invece… A causa di come sono visti i senza-elementi, non escludo che più di una persona possa crearti dei problemi. Per di più, provieni da un distretto povero, quindi credo che sarà dura per te, molto dura. Inoltre—!”

Lo so già di mio che sarà dura.” - risposi in modo deciso, non lasciando finire la frase al preside, che mi guardò con occhi stupiti. - “Di certo, non sono venuto qui pensando che sarebbe stata una passeggiata. Sono pronto a tutto pur di raggiungere i miei sogni.”

Il preside mi guardò con occhi attenti per alcuni secondi; poi scoppiò in una grassa risata, lasciandomi spiazzato e perplesso allo stesso tempo, domandandomi cosa avessi detto di cosi tanto divertente da farlo ridere in quel modo.

Oh oh oh… Sei davvero irrispettoso, sai?” disse con tono sarcastico il preside, riferendosi al fatto che non gli lasciai terminare quanto voleva dire.

Mortificato, mi inchinai leggermente - “M-Mi scusi…”;

Oh, non fa niente…La professoressa Martha ha il tuo stesso carattere, sono abituato ormai” rispose il preside che, con sguardo sereno e tranquillo, si alzò dalla sedia, dirigendosi poi verso la porta d’ingresso.

Benvenuto nell’accademia delle mille arti magiche, Erwin. La sera, oltre aportare le vostre cose, vi verrà assegnata la vostra sezione...Beh, spero che tu possa a realizzare i tuoi sogni,ragazzo.”

Il preside, annunciate quelle parole che tanto aspettavo di sentire con trepidazione, uscì dalla porta senza aggiungere altro;

Rimasi così imbambolato, seduto su quella sedia ad osservare il vuoto, senza aprire bocca; per come le cose si erano messe, dentro di me credevo di essere ormai spacciato, che non c’era più nulla che potessi fare per migliorare la mia situazione. Invece, ero riuscito ad entrare nell’accademia delle mille Arti, proprio come aveva fatto papà una volta.

Cos’è quell’espressione da pesce lesso?” chiese sbadigliando Brenin, appena svegliatosi.

Eh...eheh… Sono stato ammesso l’accademia” risposi, ancora incredulo; in quel momento, non sapevo che tipo d’espressione avevo sullo sguardo, ma dall’espressione quasi infastidita di Brenin, doveva essere proprio goffa.

Beh, te l’avevo detto no? Congratulazioni.” disse Brenin che, facendo un altro sbadiglio, si girò dall’altro lato del letto, riaddormentandosi nell’istante successivo;

Solo in quel momento, realizzai finalmente quanto fatto: ero riuscito a entrare nell’accademia, dannazione!

 

*Fine P.O.V di Erwin*

 

*****
 

Anf!Anf!Anf!”

Correvo per i vicoli di Veras, scappando per salvare la mia vita; credevo che dopo essere stato espulso, non avrei più avuto nulla a che fare con loro; invece, ora mi stavano inseguendo, pronti a strapparmi la vita senza esitazioni.

In qualche modo, ero riuscito a seminarli tra gli stretti e bagnati vicoli di Veras; normalmente, nessuno farebbe una cosa tanto stupida quanto pericolosa proprio nella capitale, eppure in quel maledetto luogo in cui correvo senza sosta, non erano presenti telecamere magiche o pattuglie; sapevo che ogni secondo che passava sarebbe stato essenziale, e che quindi, se non volevo morire, dovevo uscire immediatamente da quei vicoli ed allertare la gente del pericolo.

Per un paio di secondi, credetti che, in qualche modo, ero riuscito a scampare il pericolo, dato che non avvertii più nessuna presenza davanti a me; ma poi, quando svoltai per l’ennesima volta l’angolo, mi fermai bruscamente, con un brivido che scese lungo tutta la schiena.

Davanti a me, immerso tra la nebbia di quegli oscuri vicoli ed illuminato leggermente dalla luce dei lampioni, apparve una sinistra figura, coperta da una lunga tunica di color nero e dal viso coperto da una maschera bianca.

N...No...”

L’uomo davanti a me si avvicinò a passi lenti ed io, per istinto, cominciai ad indietreggiare lentamente. Mentre usciva da quella nebbia, notai nelle sue mani, due piccole falci, che cominciò a ruotare lentamente, aumentando man mano la velocità.

A quel punto il panico prese il sopravvento, voltandomi di scatto e cercando di fuggire. Stranamente, l’uomo alle mie spalle non mi segui, e dopo alcuni metri, mi resi conto del perché; ad attendermi, alle mie spalle ci fu un altro uomo, dagli indumenti simili a quelli dalla sinistra figura armata di falci, ma dal fisico dannatamente più possente; con lui, portava un’enorme mazza, dalle dimensioni simili alle mie, e dalla testa di metallo che presentava numerosi incudini.

Mi fermai di colpo, scivolando per terra sul pavimento bagnato di quel vicolo. Mi guardai rapidamente intorno, in cerca di una qualunque via d’uscita da quel posto, ma con orrore mi resi conto del fatto che, nel punto in cui ero, non c’erano scappatoie.

Dannazione, c’è ne hai messo di tempo!” disse l’uomo armato di falci, dal tono di voce infastidito.

Uff..Uff… scusami, X. Lo sai che la resistenza non è mai stato il mio forte.” rispose a fatica l’uomo dal fisico possente, cercando di riprendersi da quella frenetica corsa.

“Tsk!”

L’uomo armato di falci, come il più terribile Dio della morte, si avvicinò a me, pronto ad ammazzarmi.

Perché...perché?! Ho fatto tutto quello che mi avete chiesto!”

L’uomo, pronunciate quelle frasi, si fermò per alcuni secondi; poi, come il più sadico dei criminali, cominciò a ridere a crepapelle; le sue risate riecheggiarono per il vicolo; unito con il buio della notte, la nebbia e quell’inquietante veste, rendeva la sua figura ancora più sinistra, paralizzandomi dalla paura da cima a fondo.

Ti stai davvero chiedendo il motivo? Eppure, dovresti saperlo! Per noi è un rischio lasciarti libero. Hai spacciato per noi, e beh, sai troppe cose, e quindi dobbiamo ammazzarti. E per la cronaca, se vuoi incolpare qualcuno, incolpa te stesso per esserti fatto eliminare da un’idiota più piccolo di te. Eppure, hai preso la droga per potenziarti, no? Tsk, sei proprio un inetto!”

Bastava guardare il linguaggio del suo corpo per capire che era davvero intenzionato ad uccidermi. Dovevo assolutamente cercare un modo per uscire da quella situazione.

A-Aspetta! Non dirò nulla! Lavorerò ancora per voi! E poi, se mi uccidete, i miei genitori non se ne staranno in silenzio...allora? Che ne dite?”

Tramite i due fori sulla sua maschera, potevo vedere gli occhi di quel bastardo, che mi guardava come se fossi merda; odiavo quello sguardo, ma se per poter sopravvivere dovevo passare per feccia, allora l’avrei fatto.

Beh… non è una cattiva idea.” - disse l’uomo, che si fermò di colpo, facendomi credere che per me il peggio fosse passato. - “Ma vedi, purtroppo per te… Ahhh… Non so come dirtelo, forse è più facile se te lo mostro.”

L’uomo alzò la sua tenebrosa e pesante tunica; attaccato a se, c’erano tre sacchi pieni, che emanavano un odore nauseante. Non sapevo cosa ci fosse dentro, fino a quando, da uno dei sacchi, intravidi qualcosa sgocciolare; osservai bene quel sacco, e con orrore mi resi conto che quello che sgocciolava da quel sacco, non era altro che sangue.

H-Hey… che cosa c’è lì dentro?”

L’uomo non rispose, lanciandomi invece quel sacco, che toccando per terra, fece uno strano rumore; il sacco, che era aperto, fece uscire il contenuto all’interno, e non appena i miei occhi spaventati videro quelli che uscì, entrai in uno stato di disperazione e di terrore.

Q-Q-Q-Quel-ll-a…. No!”

ehehehe… che c’è, non riconosci la testa di tuo padre? Qui ho anche il tuo piccolo fratellino e la tua cara mammina...” disse con tono sarcastico il bastardo con la falce indicando i sacchi che portava, divertito da quella macabra situazione.

In quel momento, tutte le mie certezze erano definitivamente crollate; allo stesso tempo, in quel momento capii che quei bastardi non mi avrebbero mai lasciato vivo, non importava cosa dicessi, ero spacciato.

Tsk! Non fai nemmeno un po’ di resistenza? Non sei incavolato con me per aver tagliato male i “capelli” dei tuoi genitori?” disse con fare provocatorio il bastardo davanti a me, che cercava in tutti i modi di farmi innervosire.

Non ricevendo risposta, l’uomo si infuriò, e con mia sorpresa, mise via le falci.

B, pensaci tu. Il bastardo mi ha fatto passare la voglia.”

In quel momento, in mezzo a tutta quella disperazione, vidi un barlume di speranza; il fatto di aver messo via le falci, mi dava una chanche in più di sfondare in qualche modo la sua “linea”, e di poter scappare da quel maledetto vicolo. Non sapevo se potevo riuscirci, ma sapevo che sarei morto comunque, se avessi fallito.

Mi alzai di scatto, e coprendo il mio corpo con una sottile ma resistente strato di roccia, caricai con tutte le mie forze il bastardo di nome X.

Inaspettatamente però, si spostò dalla mia traiettoria, lasciandomi praticamente la strada sbarrata.

H-Hey X! Cosa stai…”

Hey, te l’ho detto, ho perso l’interesse per sto idiota…Pensaci tu.”

In quel momento, mi ricordai del fatto che B ci mise molto più tempo di noi a raggiungerci, credendo che fosse lento. Sul mio viso trasparì un piccolo sorriso, dato che ormai, vedevo la luce in fondo al tunnel quanto più vicina a me.

Ma improvvisamente, vidi un’enorme ombra oscurarmi; alzai gli occhi, e con sorpresa, vidi quell’energumeno, che portava con se quell’enorme mazza come se fosse fatto di carta.

Prima ancora che potessi dire o fare qualcosa, quell’enorme mazza mi colpì violentemente il cranio, facendomi sbattere violentemente la testa contro il terreno duro ed asfaltato.

Incredibilmente, oltre a non aver perso i sensi, in quel momento non sentii alcun dolore; stranito, provai a toccarmi la testa, rendendomi però conto di non riuscire a muovere il braccio; anzi, in quel momento, mi resi conto di non riuscire a muovere nessun arto del mio corpo, lasciandomi completamente spaventato.

Solo dopo alcuni secondi, mi resi conto di aver perso una quantità enorme di sangue, al punto da ritrovarmi all’interno di una pozzanghera di sangue appiccicosa.

Wow! Gli si vede il cervello” esclamò B, contento di quanto fatto. Dannazione, se era come diceva lui, allora ero davvero spacciato. Cominciai a piangere, maledendo me stesso per aver portato sventure e rovina alla mia famiglia, scegliendo, per colpa di un po’ di soldi, di spacciare la loro merdosa droga.

“B, fai in fretta, non c’è tempo da perdere….”

“Si,si…”

B cominciò a volteggiare quell’incredibile martello ad una velocità assurda, mostrandomi così tutte le sue capacità fisiche ed atletiche. Poi, con una mano, fermò il martello; alzò il braccio, e come il più crudele dei sicari, fece scendere la sua mortale arma verso la mia testa. In quel momento, vidi la mia vita scorrere davanti ai miei occhi come un film, rendendomi conto che non avevo fatto nulla di speciale. Poi, il mio unico ricordo fu di quel ragazzino...Erwin… Il modo in cui combatteva era davvero figo, e nei suoi occhi, nel momento in cui mi sconfisse, intravidi la determinazione di affrontare ogni cosa; non lo conoscevo, ma mi sarebbe piaciuto essere suo amico.

“Forse, se non avessi preso questa brutta strada…”

Il martello, freddo, terminò la sua rapida, inarrestabile e brutale corsa contro il mio cranio, mettendo così fine alla mia giovane vita...

 

FINE CAPITOLO 13 – Sogni


ELECO NUOVI PERSONAGGI. 

1. Professoressa Martha Smith - Insegnate dell'accademia delle mille arti magiche, si occupa del corso per Combattenti magici delle sezioni A, ovvero la sezione con i migliori talenti dell'accademia. Ha 37 anni ed è una maga di classe III, tra le più forti di quella categoria di maghi.  Manipola la magia di tipo fuoco. 

2. Yilenia Draconia. - Insegnate dell'accademia delle mille arti magiche, si occupa del corso dei cavalieri magici delle sezioni A. Ha la stessa età di Martha, ed è una maga di classe III, proprio come la collega. 

3. Durmus Dorchadas- Insegnate dell'accademia delle mille arti magiche, si occupa del corso di divinazione e di evocazione delle Sezioni A. Ha 35 anni, la sua classe è sconosciuta ai più, ed inoltre e uno dei maghi più forti e temibili del regno di Mykotos. Al contrario della maggior parte dei professori, lui possiede una magia arcana che gli consente di controllare le ombre. 


4. Leonard Benevolus - Oltre ad essere il medico e direttore dell'ospedale privato dell'accademia, e l'insegnante del corso di  divinazione delle sezioni B, si occupa del corso di guaritori delle sezioni A ed alcune delle sezioni B. - Ha 60 anni, ed è un Guaritore di classe II. (I guaritori sono considerati maghi arcani)

5. Preside Laurien - Preside e co-fondatore dell'accademia delle mille arti, in piedi da più di 80 anni. La sua età è sconosciuta, così come la sua classe d'appartenenza o il tipo di magia che utilizza. 

6. Erwin Zephyrius - ragazzo di 15 anni, matricola dell'accademia delle mille arti; controlla la magia del vento, ed è un'ottimo spadaccino, inserito nella sezione B (Piccolo spoiler non rilevante). 

CI VEDIAMO FRA 2 SETTIMANE (PAUSA), sperando che qualcuno caghi il mio racconto... sigh!   

 

   
 
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