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Autore: Scribbling_aloud    15/03/2024    0 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 28 – Adesso ci sei dentro anche te
 
Harry e Albus erano seduti su due massi nascosti dalle fronde vicino al cancello. Il mantello dell’invisibilità era piegato di fianco ad Albus.
‘Avresti dovuto permettermi di fermarlo’ Albus stava dicendo lo sguardo a terra.
‘Non importa’ Harry rispose ‘Ne sarebbe solo stato innervosito. Non voglio obbligarlo a salutarmi se non se la sente’
Aveva fallito su tutta la linea. James lo odiava ancora e lui non aveva trovato il modo di rimediare. Era già irreparabile; gli occhi di suo figlio gli avevano rivelato di più di quanto le parole taglienti potessero fare.
Come poteva anche solo tentarci se in fondo era convinto che James avesse ragione a odiarlo, quando condivideva appieno le ragioni delle sue accuse? Se non riusciva a perdonare se stesso prima, come poteva aspettarsi che lo facesse suo figlio?
Non aveva trovato le parole per parlargli, sotto il suo sguardo virulento aveva esitato. Non aveva trovato la forza di difendersi.
James era perso per sempre.
‘E’ uno stronzo’ Albus borbottò cupo.
Harry sogghignò ‘Non è vero’
Il silenzio calò su di loro. Faceva ancora freddo ma di tanto in tanto, il sole spuntava tra le nuvole annunciando l’arrivo della primavera.
Quasi tutti i preparativi per il viaggio di Harry erano completati e in un paio di giorni sarebbe partito.
Nonostante avrebbe visto i ragazzi in estate e forse anche a Natale, arrivando al punto si sentiva reticente ad andarsene.
Era ancora dubbioso se la scelta presa fosse quella giusta. Ne vedeva la necessità, ma voleva anche dire essere lontano da tutte quelle persone che significavano qualcosa per lui. Si stava condannando alla solitudine, lontano dai figli, per conquistare la libertà.
Li stava anche obbligando a scegliere tra l’Inghilterra e un paese estero e remoto. Lontano dalla Tana e dagli amici. Era consapevole della difficile decisione che gli stava imponendo. Era la scelta tra una vita normale lontano da tutti o una piena di difficoltà e possibili pericoli ma vicino a loro.
La vita per loro sarebbe stata una successione di scelte difficili come lo era stato per lui.
‘Dovrei probabilmente cominciare ad avviarmi’ Harry disse facendo per alzarsi.
‘No papà, aspetta!’ Albus lo fermò con impeto.
‘Cosa c’è?’ Harry chiese sorpreso risiedendosi.
‘Ti devo parlare di una cosa’
‘C’è qualcosa che non va?’
Albus pareva agitato e non osava alzare lo sguardo e Harry esitante, presumendo il possibile problema e facendosi forza per poterne parlare compostamente, chiese ‘È per via della mamma?’
Albus sussultò alzando finalmente gli occhi sgranati su di lui ‘Beh… No, in realtà no’
Harry lo fissò di rimando probabilmente con la stessa espressione basita perché Albus, mal interpretandolo, cominciò a scusarsi prima che Harry potesse dire nulla ‘Cioè, lo so che dovrebbe essere il mio solo problema. Ed è un problema, te lo giuro, ma c’è un altro problema. Uno grosso! Non è che però la mamma non sia grosso…’
Tutto questo detto con così tanta veemenza e in un modo così confuso con una generosa dose di imbarazzo e balbettamenti che Harry non riuscì a impedirsi di scoppiare in una risata al quale Albus immediatamente arrossì.
Harry gli diede una vigorosa pacca sulla spalla ‘È ok, Albus! Non dovrebbe essere il tuo solo problema e sono contento che hai un altro grosso problema’ disse scherzando ‘Spara. Cosa succede?’ chiese sentendosi improvvisamente più leggero dopo questo scoppio di allegria. Era giorni, forse settimane, che non aveva avuto ragioni di ridere, ed era stato piacevole poterlo fare ora e con suo figlio.
‘Riguarda Rose’ Albus mormorò intimidito, arrossendo ancora di più e, come Harry si ricordò in un lampo tutte le sue supposizioni su di loro, continuò ‘Le voglio bene’
Harry annuì ‘Lo so’
‘No papà, non lo sai veramente’ Albus riprese ansioso ‘Io, tipo… E’ più che bene… Ne sono innamorato’
‘Lo so, Albus’
Albus lo guardò stupito ‘Come lo sai?’
Harry ridacchiò ‘Ho colto i segni qui e là… Porte chiuse, musica a tutto volume. Rossori tutte le volte che il suo nome veniva pronunciato… Cioè, la mamma non se n’è accorta ma probabilmente solo perché Rose era al di sopra di ogni sospetto essendo… Beh…’ Harry esitò e Albus concluse la frase per lui ‘Mia cugina’
‘Giusto. Ma… Beh… È cambiata molto nell’ultimo anno ed ero abbastanza certo che non ti fosse sfuggito.’ Harry sorrise lanciandogli uno sguardo di intesa.
Questa volta fu il turno di Albus di ridacchiare imbarazzato.
‘Quindi, tipo… Non è un problema per te?’
Harry prese un profondo respiro, il suo sguardo sugli alberi spogli che li circondavano. Soppesò le parole cautamente ‘Sta a te decidere. Immagino che sarebbe stato meglio se non ti fossi fatto prendere da qualcuno imparentato con noi ma non è una cosa che si può controllare. E non è neanche che non si sia mai sentito. Succede alle volte’ si fermò ma poi aggiunse con onestà ‘Ma potrai dover affrontare delle difficoltà in futuro se le cose si sviluppano’ si fermò di nuovo riportando alla memoria le parole di Ron quando erano all’ospedale ‘Magari le stai già affrontando’ concluse incupendosi.
Albus annuì insicuro.
‘Lo zio Ron?’ Harry chiese.
‘Non vuole che ci incontriamo a meno che… Sai…’
‘Lo so. Albus, dipende da te. Capirò se vorrai andare in Romania quest’estate. Capirò se ti vorrai far cambiare il cognome. Non mi opporrò. Ho cambiato il mio, non mi posso aspettare…’
Albus lo interruppe ‘No papà! Non hai capito! Non voglio! Sono tuo figlio e lo voglio rimanere. Non mi importa cosa’ affermò con irruenza.
Harry sentì un senso di calore espandersi nel petto ampiamente benvenuto dopo il fallimento con James. Era convinto di aver già perso un figlio ed era con un peso al cuore che il suo discorso era stato pronunciato. Non voleva perdere anche Albus.
‘Voglio venire da te quest’estate e voglio far venire anche Rose, vorrei stare lì e non tornare indietro e tenere anche Rose con noi’
Harry ne fu preso alla sprovvista ‘Pensi che lei vorrebbe?’ chiese perplesso.
‘Non lo so… Ma volevo proporglielo se sei d’accordo’
‘Albus, non è il fatto che io sia d’accordo o meno. Non è maggiorenne. Non possiamo rapirla. Ha dei genitori e nonostante quello che Ron sta facendo, le vuole molto bene, lo stesso per la zia Hermione, ha anche un fratellino. Non possiamo dividere una famiglia’
Albus ascoltava abbattuto mentre lui continuava ‘Mi fa piacere se vuole venire per l’estate, ma ho forti dubbi che Ron sarà d’accordo’
‘La zia Hermione sicuro sì però’ lui disse illuminandosi.
‘Potrebbe ma ha comunque due genitori’
Albus si rabbuiò.
Harry gli mise un braccio intorno alle spalle ‘So che sembra difficile e quest’estate ti sembrerà lunga ma quando tornerete a Hogwarts nessuno starà lì a controllarvi. Potete fare quello che volete e quando entrambi sarete maggiorenni, se ancora lo vorrete, potete raggiungermi, e sarò solo che felice di avervi entrambi’
Harry era stato onesto affermando ciò; sarebbe stato contento se questo piano si fosse avverato, ma non poteva non rendersi conto con sconforto dell’effetto che una comunicazione del genere avrebbe avuto su Ron.
Rose era senza dubbio la sua preferita e il fatto che, non solo la sua unica figlia avesse scelto suo figlio come compagno, ma che potesse lasciarlo per andare così lontano dove Harry risiedeva avrebbe potuto rivelarsi il colpo fatale al loro rapporto.
Gli dispiacque per lui, senza volerlo lo avevo privato e continuava a privarlo, di tutto quello a cui teneva nella vita.
Ron era passato ad essere il suo migliore amico al suo peggior nemico e nulla poteva più cambiarlo.
Albus annuì ‘Ne sta soffrendo molto. Lo zio le sta rendendo le cose difficili’
‘Quella ragazza è fin troppo onesta. Dovrebbe cominciare a mentire. Ha quattordici anni, dovrebbe venirle facile come bere un bicchier d’acqua’ Harry commentò con un sorrisetto ‘Comunque, stai sicuro che la zia Hermione interverrà presto. Dille di scrivere alla madre. Lo farà smettere’ concluse alzandosi ‘Nel frattempo, goditi la sua compagnia il più possibile ora. Hai il mio permesso di mentire al mondo in generale, allo zio Ron in particolare, stai molto attento alla contraccezione…’
Albus si imporporò in un lampo ‘Papà! Non abbiamo ancora…!!’
‘Ah no?!’ Harry esclamò sorpreso ‘Vabbè, per quando succederà allora’
E arrossendo ogni secondo di più, Albus borbottò ‘A quel riguardo, vorrei chiederti una cosa… Cioè… Avrei chiesto a James ma sono sicuro che lo stronzo mi prenderebbe in giro’
‘Chiedi pure’ Harry lo incoraggiò sedendosi nuovamente.
E Albus, raccogliendo tutta la forza e coraggio di cui era capace, accostò la bocca all’orecchio di Harry e pieno di imbarazzo sussurrò la sua preoccupazione.
Harry scoppiò in un getto di ilarità così intenso che gli portò le lacrime agli occhi provocando uno sbotto da parte di Albus ‘Non ridere! È una cosa seria!’
‘Scusami, scusami!’ Harry balbettò cercando di controllare l’ilarità ‘Era solo inaspettato, ecco tutto. È normale, non preoccupartene troppo. Lo considererei quasi un buon segno’ continuò ancora ridacchiando, scompigliando i capelli ad Albus che riteneva ancora un po’ di broncio e ancora altrettanto rosso dei suoi capelli fiammeggianti.
‘Devo andare ora’ disse, una volta che ebbe calmato il riso, alzandosi.
La chiacchierata, nonostante avesse toccato degli argomenti delicati, era stata rinfrescante per Harry. Parlare con Albus aveva sempre il potere di fargli tornare il buon umore. Ma c’era un ultimo argomento difficile da affrontare che smorzò velocemente l’allegria appena sperimentata.
‘Albus, vorrei che mi facessi un favore’
‘Certo, papà’ Albus rispose volenteroso, alzandosi anche lui.
Harry pescò dalla tasca una piccola scatoletta di legno ‘Volevo dare questo a James al momento dei saluti ma beh… visto che lui non è qui, lo puoi fare tu da parte mia. È per il suo compleanno’
Albus ricevette il pacchetto da Harry con una smorfia.
‘Io e la mamma l’abbiamo scelto. Voleva venire qui per darglielo personalmente… E so che non è la stessa cosa riceverlo da me, specialmente ora…’
‘Pa’, è un cretino. Non dovresti ascoltarlo’ Albus lo interruppe.
‘No, Albus. Non lo è. Ha ragione. Ho fallito voi e la mamma.’
‘Non è vero!’
Harry non ribatté nulla e attirò suo figlio in un abbraccio ‘Ciao, Albus. Prenditi cura di te e anche di James. So che sei il più giovane, ma sei comunque il più maturo ed equilibrato tra i due’
‘Pa’, è solo scombussolato. Non intende veramente quello che dice…’
Harry scrollò le spalle tristemente ‘Non lo so. Non ha mai capito quanto…’ Le parole gli morirono in gola e un acuto dolore lo sopraffece. Chiuse un momento gli occhi per tenerlo sotto controllo.
Albus osservandolo, con ancora il pacchetto tra le mani, ribattè desolato ‘Lo so. È lo stesso per me con Rose’
Harry annuì e sospirò abbattuto ‘Allora, adesso ci sei dentro anche te’
   
 
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