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Autore: Lifia    16/03/2024    1 recensioni
Sequel de "A Legendary Story of Dragons"
Consiglio di leggere la prima parte della storia (benchè sia vecchia e da sistemare in molte parti) per avere un idea chiara del continuo del racconto.
Lyanna è viva.
Riuscita grazie alla sua vera natura a sopravvivere a quanto accaduto a un anno e mezzo prima, tenta da tempo di lasciare l'isola dalla quale non riesce a fuggire.
Sarà il destino a darle una possibilità per riuscire finalmente a intraprendere il suo viaggio per ritrovare Law, che la crede ancora morta.
Ma il destino spesso è infame e ritrovare il capitano perso non sarà poi così facile.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Eustass Kidd, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella risata mi aveva del tutto raggelata, prendendomi si sorpresa, senza darmi il tempo di reagire e cercare di sottrarmi alla sua presa.
Fu il dolore che mi fece riprendere lucidità, e con un gemito tentai invano di liberarmi.
<< Kidd! >> chiamai a voce alta, mentre percepivo la stretta dell’uomo ferito farsi ancora più ferrea.
Mi spezzerà il polso pensai, mentre digrignavo i denti e tentavo di liberarmi, senza successo, e lui continuava con quella risata folle che mi metteva i brividi.
<< Lasciala, Killer >> sentii alle mie spalle la voce autoritaria del capitano, serissimo, e l’uomo mi lasciò subito, riabbassando il braccio e prendendo a respirare con difficoltà.
Feci due passi indietro, tenendomi il polso che faceva un male del diavolo, sciorinando parole poco gentili a bassa voce.
<< Chi è questa donna? >> domandò Killer con una voce seria che non aveva nulla a che fare con quella risata strana, completamente in contrasto con le sue risa.
<< Quella che ti deve curare… >>
<< Sì… se me lo lascia fare. Col cazzo che mi ci avvicino ancora! >> sbottai senza trattenermi e lanciando un’occhiata al rosso accanto a me, osservandolo con un’espressione truce.
Lui ricambiò senza scomporsi, serio e irritato.
<< Tu lo curi, o sei morta tu e tutto il tuo inutile villaggio >> ordinò minaccioso, assottigliando lo sguardo e digrignando i denti.
<< Mi ha quasi spaccato il polso! Se mi afferra per il collo mi uccide!>>
<< Anche io ti uccido, mocciosa! Adesso smettila di lamentarti e fai quello che dei fare! >> replicò irritato, alzando appena la sua mano stringendola a pugno a mo’ di monito.
La sua espressione lasciava intendere che le minacce non fossero per niente a vuoto, e io mi morsi il labbro per non rispondere a tono, guardandolo ugualmente male.
Borbottai irritata, per poi avvicinarmi di nuovo a Killer. << Devo strapparti parte della maglietta per darti una sistemata alle ferite. Lasciami fare… per favore >> lo avvisai, sperando che davvero non mi mettesse di nuovo le mani addosso tentando di uccidermi.
In risposta rise di nuovo in quella maniera del tutto incomprensibile.

Afferrai i lembi strappati dell’indumento allargandoli, così da avere la libertà di guardare le ferite e valutare con maggiore attenzione, vendendo il suo respiro farsi più irregolare.
Uno degli uomini di Kidd mi passò qualche garza e medicina generica. << Non avete un medico sulla vostra nave? >>
<< No! >>
<< Ottimo… capisco molte cose… >> replicai scontrosa.
<< Ragazzina… >>
<< Lasciala fare, Kidd >> sentii dire dal biondo, con un tono di voce più calmo e riflessivo, e sempre terribilmente differente da quella risata. Sembrava quasi che non la controllasse.
Iniziai a fare i primi medicamenti, ripulendogli quanto potevo le ferite. << Ho dato una sistemata, ma ho bisogno di prendere delle erbe dall’isola prima che il veleno si espanda >> spiegai senza guardare il capitano, ma alzando lo sguardo verso l’uomo ferito. << Ho bisogno che ti levi la maschera. >>
<< Perché? >>
<< Perché devo capire quanto il veleno si sia esteso. Lo so che non vuoi farti vedere, ma sarebbe un tantinello importante. >>
Lo sentii sospirare irritato, prima di vedere alzare le mani per sfilarsi il casco e ciò che vidi mi mise a disagio ancora di più.
Il suo sorriso era inquietante e irreale allo stesso tempo, teso e tirato e completamente in contrasto con lo sguardo assottigliato e minaccioso con il quale mi fissava. Due iridi di un azzurro intenso mi stavano fissando con astio e disappunto, palesemente contrariato di essersi tolto di dosso il proprio copricapo.
Non potei fare a meno di guardarlo con un’espressione sgomenta che parve irritarlo ancora di più.

Mi sentii arrivare una manata decisa sulla nuca, come uno schiaffo, spostandomi di un passo in avanti e facendomi quasi perdere l’equilibrio. Mi voltai verso Kidd, palesemente irritata dal suo gesto, massaggiandomi dietro la testa.
<< Muoviti, mocciosa >>
<< Non sono una mocciosa! >> sibilai tra i denti e in risposta lo vidi assottigliare lo sguardo.
Tornai su Killer, guardandogli nuovamente gli occhi.
<< Posso toccarti in faccia o mi stacchi le dita a morsi? >> domandai seria e la sua espressione cambiò, sembrando quasi divertita, benché alle mie spalle Kidd sospirò profondamente di frustrazione.
Se non mi avesse buttato giù dalla nave appena usciti sarebbe stato un miracolo.
<< Fai pure >> rispose il biondo, sempre con un tono che alle mie orecchie strideva del tutto.
Controllai gli occhi, notando piccoli puntini violacei che stavano iniziando a espandersi e dando credito ai miei dubbi. << Il veleno sta agendo velocemente, devo tornare di fretta sull’isola >> dissi, tornando a guardare Kidd.
<< Va bene >> acconsentì, anche fin troppo facilmente. Killer intanto si rimise rapidamente la maschera.

Tornammo a riva che era ormai notte fonda, dove potei constatare che gli uomini del villaggio stavano rapidamente rimettendo a posto quello che potevano e che fosse rimasto, per passare la notte all’addiaccio. Avrebbero potuto andare alla vecchia città, ma sarebbe stato invitare i pirati ad andarci anche loro e ovviamente era fuori discussione.
Kidd mi seguii di persona mentre entravamo nel bosco, senza perdermi d’occhio neppure un secondo e intimandomi di darmi una mossa.
A trovare quello che cercavo ci misi poco meno di mezz’ora, considerata anche la scarsa visibilità della notte.
Quando tornammo sulla nave era ormai tardissimo e iniziavo a sentire la stanchezza.
Usai le erbe che mi aveva mostrato Cassian in passato, conoscendo il loro effetto che avrebbe fermato il veleno e lentamente debellato, benché ci sarebbero voluti giorni prima che andasse via del tutto, ma almeno il secondo dei pirati di Kidd non sarebbe schiattato dopo atroci sofferenze.
Lavorai diverse ore, sistemando gli impacchi medici e bendando infine il ragazzo che aveva il torace di un toro, con Kidd sempre presente che mi teneva sotto osservazione.
Mi sedetti a terra appena finii, stanchissima ma soddisfatta di vedere il respiro di Killer farsi più regolare, mentre dormiva.

<< Ora posso tornare al villaggio? >> domandai, stanchissima, mentre il rosso mi fissava.
<< Starai qui, per la notte >> mi avvisò, afferrandomi di nuovo per un braccio.
<< Dea… guarda che non serve che mi trascini in giro, posso venire di mia spontanea volontà >> replicai mentre mi trascinava fuori dalla stanza per riportarmi verso la stiva dove mi avevano messo in precedenza.
Lui non replicò, irritato, lasciandomi solo una volta arrivati di sotto.
<< Una coperta almeno? Posso averla? >> domandai alzando le mani. << Ho fatto quello che volevi, no? >>
<< Portale una coperta >> sbuffò seccato a uno dei suoi uomini, prima di voltarsi e allontanarsi.
Dormii male quella notte, un po' per il rollio della nave a cui non ero più abituata e per la stanchezza.
Mi fece venire in mente i primi giorni nella Polar Tang, quando faticavo a dormire o a muovermi tra i corridoi del sottomarino, tra le battute goliardiche di scherno dei ragazzi della ciurma, e non potei sentire di nuovo la nostalgia afferrarmi.
I rumori tipici del mare mi fecero tornare tutto a galla, ripensando a lui, a dove fosse e se stesse bene, desiderando solo di poterlo rivedere.
Le ferite di Killer dovevano essere curate per giorni interi e poteva essere un’idea domandare a Kidd un passaggio in cambio di cure.
Se solo quella specie di gorilla sai capelli rossi fosse lontanamente capace di instaurare un dialogo senza cercare di ucciderti con lo sguardo! Tuttavia Killer sembrava, tutto sommato, più razionale del suo capitano.
Dovevo andarmene da quell’isola, e benché il gorilla rosso non mi piacesse affatto era l’unica carta da giocare che avessi.
Chiusi gli occhi e dopo essermi avvoltolata tra le coperte gentilmente offerte riuscì ad addormentarmi.

Una doccia gelida mi risvegliò di soprassalto, assieme a risate divertite che accompagnarono quel risveglio poco allegro.
Fradicia, per fortuna di acqua pulita, benché di mare, guardai le due ragazze che mi avevano gentilmente svegliato. Erano le stesse che avevo visto il giorno prima, al villaggio.
<< Mi ci voleva proprio un bagno… >> replicai, strizzandomi i capelli e guardandole male.
<< Era un modo come un altro per svegliarti >> osservò quella più piccola con un sorrisetto strafottente, di bassa statura, truccata in stile punk e con due grosse trecce verdi legate da degli elastici viola.
L’altra, alta e dalla fisionomia longilinea, carnagione abbronzata e capelli biondo platino, con abiti più normali, mi osservava con diffidenza.
<< Kidd dice che devi occuparti di Killer >> mi ordinò lei.
Rivoglio i pirati Heart. Questi sono dei pazzi quanto il loro capitano! Pensai tra me e me, prima di sospirare dandomi una sistemata benché fossi ancora fradicia.
In silenzio seguii, mentre passavo tra alcuni uomini e donne della ciurma intenti a mangiare e fare colazione. Il rosso lo trovai nella stanza di Killer che sembrava stare già molto meglio, tanto da trovarlo seduto a discutere con il capitano.
<< Dovresti startene sdraiato… >> dissi, continuando a strizzarmi i capelli fradici e lanciando un’occhiata a Kidd che mi guardava perplesso, prima di vederlo voltarsi in direzione della ragazzina che mi aveva accompagnata, la quale rivolse un sorriso a 32 denti in risposta.

Sistemai di nuovo le fasciature e controllai le ferite e per mia sfortuna notai una guarigione già in stato avanzato. Strinsi le labbra, nervosamente finendo poi di risistemare la bendatura, sotto la supervisione dei due. << Hai una straordinaria capacità di ripresa >> valutai, finendo il lavoro << ma devi riposare ancora un po', prima di alzarti. >>
Vista la rapidità in pochi giorni sarebbe stato già in piedi ed ora che ci pensavo non era poi tanto strano. Quella gente non era del tutto normale, dopotutto, ma per me era decisamente un problema.
<< Due giorni, e con questo ritmo sarai già completamente a posto >> valutai, con una certa frustrazione, rialzandomi e guardando Kidd. Come diavolo potevo chiedergli di portarmi via da là?
<< Puoi tornare sull’isola… >> replicò lui, osservando il suo secondo. << Qui non servi più. >>
Sospirai, mentre lui faceva un cenno a Heat, per poi ordinare di portarmi sulla terraferma e io non aggiunsi altro. Il mio biglietto per tornare a cercare Law era sfumato, ma appena mi voltai mi bloccai, riflettendo, per poi tornare a guardare Kidd.
<< Capitano, posso chiederti se avete dei giornali? Anche vecchi. È un anno che non so che cosa succede fuori dall’isola >> domandai, sentendomi improvvisamente su di giri. Se li avesse avuti avrei potuto avere qualche informazione su Law, potevo scoprire se stava bene e non fosse in qualche prigione della marina.
<< Ci sono i miei >> rispose in tono basso Killer, indicandomi un piccolo baule per poi iniziare a ridere come al solito in quella maniera strana. << Puoi prenderli, ti devo un favore, dopotutto. >>
<< Ti ho solo salvato la vita >> replicai, riflettendo e aprendo il baule, trovandomi davanti una pila di quotidiani, accennando un sorriso nel prenderli e tenerli poi stretti al petto, tornando a guardare i due pirati, senza riuscire a trattenere un sorriso grato verso l’uomo ferito. << Grazie. >>
<< Mh… di nulla >> borbottò lui voltando il capo.
<< Vattene… >> mi intimò invece Kidd. Capivo perché Law lo denigrasse tanto. Era davvero scorbutico.

Ripresi la barca con Heat per tornare a riva, senza mollare la pila di giornali e non stando più nella pelle per leggerli. << Perché qui non arriva nulla? >> domandò il pirata, attirando la mia attenzione.
<< L’isola ha un magnetismo tutto suo, diverso dalle altre. Nessun Log Pose arriva fino a qui, voi immagino siate qui per puro caso. >>
Lui annuì, guardando avanti a sé. << Siamo diretti verso un'altra isola, pensavamo fosse questa, ma il Log Pose del capitano continua nella sua direzione. Tuttavia è una fortuna che ti abbiamo trovata. Killer non era messo molto bene. >>
<< E quella risata? Quel… sorriso... è sempre opera del mostro che lo ha attaccato? >> domandai. Non mi sembrava per nulla normale e d’istinto chiesi.
Lo sguardo che mi rivolse mi fece pentire di averlo fatto. << Killer ha mangiato uno smile, o meglio, è stato obbligato. >>
<< Smile? Che cosa è uno smile? >>
Lui sospirò << Giusto, come puoi saperlo. Si tratta di un frutto del diavolo artificiale >> spiegò, mentre io lo guardavo confusa. Heat continuò << Sono frutti creati in laboratorio, ma sono difettosi. Ti danno un potere di uno zoan, sebbene non al pari di uno vero, ma possono avere anche effetti indesiderati. Non si chiamano Smile per caso. >>
<< Mi stai dicendo che Killer mangiando uno di quei cosi ha avuto come effetto indesiderato quella risata terribile? >> domandai sgranando gli occhi dall’orrore.
<< Se dovessi incontrarlo di nuovo non dirgli nulla se ci tieni alla testa. Non gli piace se si parli della sua risata, anche se fatichiamo anche noi. >>
<< Perché l’ha mangiato se sapeva i rischi? >>
Lui mi guardò, cambiando in un’espressione comprensiva. << Per salvare Kidd. >>
Non aggiunsi altro per tutto il resto del tragitto, fino ad arrivare alla spiaggia. Scesi dalla nave, ma appena misi piede a terra tornai a guardare Heat. << Puoi dire al capitano che ho una richiesta per lui? >> domandai seria, riflettendo, mentre lui mi guardava accigliato.
<< Una richiesta? >> domandò perplesso.
<< Sì… forse... beh… posso fare qualcosa anche con quel sorriso inquietante. In cambio chiedo solo un passaggio per andare via da quest’isola. >>
Heat mi guardò stralunato. << Tu puoi cosa? >>
Affilai un sorrisetto sarcastico. << Posso molte cose. Avvisa Kidd e digli che lo aspetto al villaggio. >>
   
 
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