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Autore: _neikos_    28/03/2024    0 recensioni
Un amore non corrisposto o forse solo un amore temuto da troppi.Un destino già scritto che non dà pace e non dà speranze. Una partenza sofferta e odiata, basteranno ad arrendersi?
Una nuova avventura ha inizio e stavolta Bunny prenderà da sola le sue decisioni.
In questa storia fonderò aspetti sia dell'anime che del manga.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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L’alba irrompeva prepotente nella stanza, la luce non era abbastanza per svegliare Bunny, ma sufficiente per riscuotere Seiya dal suo sonno tranquillo.

Aveva stropicciato gli occhi e sentito il calore che aveva avvolto tra le braccia. Era Bunny... Non l’aveva lasciata un attimo, e lei non si era allontanata di un soffio. Dormiva ancora appoggiata al suo torace, cullata ancora dai battiti di Seiya, con una mano sotto la guancia e l’altra sul viso di lui. Per accarezzarlo e per tenerlo vicino a sé. Lui aveva aperto i suo magnifici occhi blu e aveva visto ciò che non credeva gli sarebbe mai stato concesso. Lei era sua. Lei lo amava quanto lui l’amava a sua volta. La osservava rapito, perso completamente a contemplare i suoi lineamenti, accarezzando dolcemente l’oro dei suoi capelli che risplendeva grazie ai raggi solari. Non riusciva neanche a crederci, ma seppe in quel momento cosa volesse dire essere felici. Era felice, almeno per quel momento non voleva pensare a nulla. Voleva solo stringerla ancora, sentire il suo profumo, accarezzarle la schiena che morbida cominciava a sussultare per qualche brivido dovuto ai suoi tocchi. Si piegò, stringendosi ancora più a lei, qualsiasi minima distanza era troppa.

Il pensiero era forte, tanto da uscire involontariamente dalle labbra, che pacate sussurravano piano: «Se potessi scegliere un momento della mia vita da rivivere per sempre, sceglierei questo.» E lo pensava davvero. Mai avrebbe trovato il coraggio di lasciarla.

 Ma quel pensiero non trovava spazio nello stralcio di tempo che avevano ritagliato solo per loro, lasciando fuori tutto e tutti. Doveva dirle la verità, doveva spiegarle che andare via non era una scelta voluta. Doveva ammettere i suoi errori. Tutti i suoi errori. La debolezza che aveva portato al suo allontanamento, quelle scoperte che lo avevano portato a concedere una promessa che ora lo soffocava e affondava gli artigli nella sua gola. Eppure doveva trovare il modo di non rivelare troppo del suo segreto, ingenuamente era ancora convinto di poter essere davvero in grado di nascondere qualcosa agli dei… Convinto che avrebbe potuto salvare la sua amica e con lei l'intero pianeta. Si illudeva che il suo sacrificio sarebbe stato sufficiente. Non aveva considerato che per quanto la sua volontà potesse essere forte, rimaneva pur sempre la volontà di una Stella, nulla avrebbe potuto contro il potere e la furia degli dei. Quegli stessi dei che avevano deciso di donargli la vita, in qualsiasi momento avrebbero potuto riprendersela.
Seiya stava cercando le parole. L'aveva stretta ancora un po' sfruttando ogni secondo rimasto. Aveva appoggiato la fronte alla sua per poi sfiorarle il naso con il suo, in uno dei pochi gesti di dolcezza che gli sarebbero stati concessi, e quando finalmente aveva racimulato quel po' di coraggio rimasto per raccontarle una parte di quel segreto, fu troppo tardi. Lei aprì gli occhi e lui si perse di nuovo.

Era così bella! Tanto bella da fare male. Lo sentiva nella pelle che bruciava, nello stomaco che si contorceva, nelle mani che formicolavano, che non riuscivano a stare ferme. Tutto in lui desiderava Bunny, la sua mente, il suo cuore, ogni parte del suo corpo la reclamava. Se la strinse al petto mentre lei gli portava la mano tra i capelli sciolti.

Lo sentiva, si era accorta dell'inquietudine di Seiya, la sua voglia di stringerla che combatteva contro l'ansia del risveglio, del dover tornare alla realtà. Ma tutto in lei era solo pace, si sentiva tranquilla anche se non avrebbe dovuto, come quella strana mattina al parco giochi, con qualcuno pronto a fare del male a entrambi eppure lei rimaneva così a suo agio e sicura tra le braccia della persona sbagliata. 
«Buongiorno» sospirò lei sulle sue labbra.
«Buongiorno amore» E bastò quello, si sciolse completamente. Era sicura di aver abbandonato la forma solida per quella liquida, sicurissima! E sorrise. Un sorriso sincero, luminoso, di quelli che riscaldano il cuore e fanno luccicare gli occhi. Rimasero così, occhi negli occhi a godersi quel momento perfetto, finché non arrivarono delle voci da dietro la porta…
Qualcuno aveva bussato delicatamente senza voler fare troppo rumore, Bunny si alzò di scatto cercando la sua vestaglia ai piedi del letto, dove la lasciava di solito, la trovò e la indossò di fretta, girandosi verso Seiya e nascondendolo sotto il lenzuolo ridendo, il ragazzo aveva borbottato qualcosa contrariato mai lei lo aveva zittito ed era scappata alla porta, aprendone giusto uno spiraglio e affacciandosi per vedere chi la stesse cercando.

Dall’altra parte Sidya era mortificata per averla svegliata così presto, ma arrivavano messaggi da diverse Sailor di galassie più lontane, una di loro era arrivata poco prima ad avvisare che le sue compagne non sarebbero arrivate in tempo, preoccupata che Sailor Cosmos potesse considerarle nemiche, aveva pregato Pluto di poterle parlare per un momento. Serenity la raggiunse subito, la vedeva inginocchiata a terra, spaurita, era pià minuta di loro, sicuramente una ragazza più giovane. Le ricordò subito com’erano loro agli inizi di tutta quella storia, e le si rivolse gentile: «ciao, io sono Serenity» si piegò prendendole le mani tra le sue. «Vieni tranquilla, non ci sono problemi, cosa succede?» La ragazzina la guardò sgranando gli occhi, aveva avuto paura per tutto il viaggio di incontrare la custode del Cosmo, si aspettava un’entità astratta, irraggiungibile, impietosa. Mai avrebbe creduto che fosse invece una giovane donna e che l’avrebbe rassicurata tenendole strette le mani. Monia si chiamava quella ragazzina, le spiegò che le Sailor radunate sul suo pianeta non erano abbastanza potenti per intraprendere tutte quel viaggio, a malapena erano riuscite unendosi e sprigionando il potere planetario a inviare lei come messaggera. Ma che ci tenevano moltissimo a far parte dell’alleanza. Serenity si voltò subito verso Pluto «Non possiamo aiutarle? Tu e Galaxia potreste andare a prenderle, Galaxia sicuramente ha abbastanza potere per portarle qui, magari qualcuna delle altre Sailor potrebbe aiutarci, siamo qui apposta per sostenerci.» Monia la guardava rapita, le sue gote stavano già arrossendo per la dolcezza con cui parlava e con cui la consolava «Certo principessa, vado subito a organizzare il viaggio.» «Aspetta per favore, questa ragazza sarà esausta, diamole qualcosa da mangiare e facciamola riposare un pò intanto. Aspetteremo di esserci tutte prima della cerimonia, la rinvieremo  spiegando la situazione a tutte, ci penserò io mentre sarete in viaggio.» Pluto aveva fatto solo un cenno di assenso portando con sè la giovane Sailor.
Serenity, le guardava allontanarsi per poi sparire dietro l’angolo e non riuscì a trattenere un piccolo urlo di gioia, portandosi le mani sulla bocca, aveva almeno un’altra giornata intera di spensieratezza con Seiya, perdipiù senza lo sguardo ammonitorio di Pluto che la seguiva ovunque, non riusciva nemmeno a credere di aver avuto quel colpo di fortuna.

Tornò di corsa in camera, entrò e richiuse subito la porta senza far rumore. Si girò e vide Seiya addormentato, appoggiato alla testiera del letto, per un attimo rimase senza fiato e dovette appoggiarsi alla porta, lo guardava lì tranquillo, il lenzuolo che lo copriva fino ai fianchi, le testa piegata di lato, i capelli lunghi che gli ricadevano sul petto. Stava impazzendo dinuovo. Le guance bruciavano di rossore, non avrebbe voluto smettere di guardarlo, ma si defilò in bagno senza svegliarlo ancora.

Era davanti allo specchio e guardava il suo rossore, ripensando alla notte appena trascorsa, alla furia, alla tristazza... Dov’erano finite? Sparite. Cancellate dalla passione quasi violenta, dai loro gesti arroganti, possessivi come non li avrebbe mai immaginati. Mai. Quella era una nuova parte di sè che aveva conosciuto quella notte.
Si guardava il corpo cercando quei segni che avrebbe voluto conservare. Aveva sentito la stretta prepotente sui fianchi, aveva goduto di quel dolore, ma la pelle di solito delicatissima, non ne portava segno. Aveva sentito quei morsi disperati sul seno, dietro al collo  e sulla spalla, che l’avevano fatta impazzire e gemere forte nella bocca di Seiya. Ma nessuna traccia nemmeno di quelli, dannato cristallo, li avrebbe voluti ancora su di lei. Si spogliò infilandosi distratta sotto il getto dell’acqua, facendosi coccolare dalla schiuma profumata, ma insieme al calore dell’acqua ora, sulla schiena sentiva anche quello di Seiya.

Seiya si era svegliato con il rumore dell’acqua che arrivava dal bagno, per un attimo si era sentito a disagio per il vuoto che le aveva lasciato tra le braccia e nel petto, ma poi si era ricordato dell’alba nei suoi occhi, di qualcuno che aveva bussato alla porta e ora lei era tornata. Così l’aveva raggiunta e avvolta ancora tra le braccia, non avrebbe lasciato distanza tra loro, avrebbe sfruttato tutto il tempo che aveva per sentirla vicino. L’aveva stretta e le aveva poggiato la testa sulla spalla che poi aveva baciato dolcemente. Bunny aveva riso, non resisteva a tutta quella felicità, non riusciva a trattenersi, non voleva neanche farlo a dirla tutta. Si era girata per guardarlo in quegli occhi che già le mancavano, lo aveva riempito di schiuma e poi finalmente aveva sentito ridere anche lui. Da quanto tempo non lo sentiva ridere? Era la cosa che amava di più, la cosa che le era mancata più di tutte, ridere insieme a lui. E senza pensare più a niente lo aveva baciato ancora.

Il sole fuori era alto ormai, erano a letto ancora con i capelli bagnati ma non potevano più scappare da tutte le cose che c’erano da dirsi. Bunny l’aveva guardato seria, ora voleva la verità, tutta la verità. Si erano rivestiti giocando, rubandosi i vestiti dalle mani, ma il tempo dei giochi era scaduto, e prima di rincontrarsi con le guerriere voleva avere idea di cosa stesse succedendo davvero.

Seiya le aveva raccontato la storia dall’inizio. Senza nascondere più niente. Mentre lei gli asciugava i capelli lo ascoltava in silenzio. Aveva cominciato dalla missione, con amarezza poi aveva spiegato cos’era successo davvero con Saphira e dell’amicizia sincera che li legava, del fidanzamento di Taiki annunciato la stessa sera del rientro, e di quello che aveva sconvolto Kakyu, fino all’arrivo di Pluto e Galaxia su Kinmoku. «Bunny...sono stato impulsivo come al solito, ma davvero non riuscivo a vedere un’altra via d’uscita, e in quel momento neanche mi serviva... ormai mi ero rassegnato...» Lo aveva detto con il sorriso più triste del mondo ed era stata una pugnalata nello stomaco. Poi lei cercò di capire meglio, senza però averlo ancora guardato.
 «Ma quindi fammi capire.. il tuo piano sarebbe quello di sposare Kakyu e??»
 «E basta... ho pensato che se tutti avessero creduto che il bambino era mio potevamo tenerlo al sicuro»
Di colpo aveva alzato la testa spazientita e cercato il suo sguardo nello specchio
«Seiya stai scherzando? È la cosa più stupida che io abbia mai sentito. Il punto non è che tutti lo credano, il pericolo non è la gente»
La stava guardando nel riflesso, con le spalle incurvate su se stesso, non si era mai fermato un momento a rifletterci, lo aveva buttato là quasi per dispetto e ora se ne rendeva conto. Di colpo si era girato quando lei si era interrotta bruscamente, le ragazze li cercavano.

Marta era entrata a cercarla visto che non le ripondeva, e ora si sentiva un pò a disagio trovandoli in un’intimità che Bunny aveva avuto sempre e solo con loro, le sue guardiane, le sue compagne di vita. Ma finalmente la vedeva a suo agio, era sempre lei, non aveva cambiato atteggiamento come faceva invece di solito con Marzio, stando sempre attenta a camminare sulle uova, a non mostrarsi completamente. Era rimasta per un attimo a guardarli felice di averli aiutati a ritrovarsi, poi li aveva interrotti e li aveva convinti a scendere nella saletta dove il gruppo li stava aspettando.

Marta aveva aperto la porta e dietro di lei Seiya e Bunny entravano con le mani intrecciate, era la prima volta che non si nascondevano e sapevano senza doverselo dire che non lo avrebbero più fatto.

Si erano ritrovati tutti insieme molto più sereni della sera prima, ma tutti pronti ad ascoltare i discorsi seri che avevano scansato fin’ora. E senza molta voglia di farlo, Seiya aveva ricominciato a raccontare, stavolta solo del problema di Kakyu, perchè solo per quello avevano disperatamente bisogno di aiuto. Ma la scena gli era sembrata fastidiosamente simile a quella di poco prima solo che era stata Heles a porgergli la stessa domanda che aveva già sentito. La ragazza era appoggiata comodamente al divano affianco a Milena, ma verso la fine del discorso, cominciando a provare un pò di nervosismo si era seduta sul bordo, piegando il busto in avanti, scaricava il peso sulle braccia poggiate sulle ginocchia. «Quindi fammi capire... tu dici che il bambino è tuo e??» «E basta.» aveva risposto Bunny nascondendo il viso tra le mani, vergognandosi per l’ingenuità di quel piano davanti a lei, per la prima volta le pesava il suo giudizio, sapeva già quale sarebbe stata la sua reazione, purtroppo non avrebbe potuto dire niente in suo favore... Heles aveva sgranato gli occhi incredula «E basta??» poi girandosi verso Milena  «E tu davvero hai il coraggio di dirmi che non è un idiota?» Seiya aveva sbuffato rumorosamente chiedendo a chiunque avesse avuto un’idea migliore di esporla a tutti, ma Heles non vedeva l’ora di insultarlo e si era alzata in piedi proprio come lui, che la guardava in cagnesco con le mani in tasca. Bunny si era messa in mezzo bloccandoli subito, prima ancora che iniziassero a ringhiarsi contro, si era avvicinata a Seiya cercando di continuare a spiegargli quello che avrebbe voluto dirgli prima. «Seiya se questo bambino davvero potrebbe essere potente come dici, non ha senso raccontare storie, ognuno di noi ha un’energia specifica e anche noi Sailor, chi più chi meno, sentiamo le scie di energia. É come se ognuna di noi emettesse una melodia diversa, è così che ci sentiamo anche a distanza, è così che capiamo quando siamo vicine. Anche adesso, io so che Pluto e Galaxia non sono sulla Luna, perchè la loro energia è così lontana da essere quasi un sussurro. Dobbiamo trovare una soluzione ma tu da solo non puoi fare nulla, e quest’idea non servirà a niente, mi dispiace non vorrei ferirti, cerca di capire...» Si era avvicinata a lui stringendogli una mano, sentendolo distante «Ho capito, ma allora cosa possiamo fare?» Era infastidito, sapeva che avevano ragione ma  avrebbe voluto sentirla comunque vicino a lui e non a lei...
Amy si era fatta avanti «Prima di tutto domani firmerete il trattato» «Esatto!» aveva continuato Bunny «Siamo qui per firmare un trattato di alleanza e sostegno reciproco, se chiederete aiuto formalmente dopo la firma, nessuno potrà rifiutarsi o impedirci di venire su Kinmoku, neanche Pluto potrà tirarsi indietro, neanche se lo ordinasse Chronos.» «Bunny!» l’aveva richiamata gelida Morea. La situazione stava degenerando, il timore di qualcosa più grande di loro si stava insinuando in tutte le guerriere che ormai erano rigide e fatte solo di fasci di nervi. «Stai dichiarando guerra agli dei.» «No, sto solo cercando di salvare un bambino innocente, e poi sto solo cercando una soluzione per ora, nessuno dichiara niente a nessuno.» «Sono divinità, non sappiamo praticamente niente di loro nè chi siano, nè quanti siano» «Allora scopriamolo. Dopo la firma domani Pluto dovrà stare per forza dalla nostra parte, sono sicura che sa molto più di noi.»
Seiya era appoggiato alla finestra con le braccia incrociate, la guardava impassibile ma dentro stava bruciando, non era la ragazza che aveva lasciato su quel tetto, era fiera e senza ombra di paura. Poco prima quando aveva sentito Heles parlare come lei e guardarla con tanta complicità aveva dovuto ingoiare altra gelosia, vederla così decisa lo faceva sentire sostenuto, non era più solo, convincendolo che fin da subito Kakyu avrebbe dovuto chiedere il suo aiuto. Ma questa sua spavalderia lo spaventava, la vedeva sicura, troppo sicura «Bunny...» aveva sussurrato «fino a dove vuoi spingerti?» «Fino a dove sarà necessario. Non ti perderò dinuovo» rispose gelida. Chiuse gli occhi e la tirò a sè «Ti amo»

Rea era rimasta in silenzio, serebbe stata dalla loro parte come sempre, ma sentiva un brivido dietro al collo, era come un déjà vu, lei innamorata alla follia capace di distruggere un regno per l’uomo che amava, ma stavolta per Seiya cosa avrebbe fatto? Davvero era pronta a far bruciare il Cosmo intero?

Bunny si era girata verso il gruppo «Ragazze ovviamente nessuna di voi è costretta ad essere coinvolta, è una vostra libera scelta» «Non dire sciocchezze» l’aveva sorpresa Milena «Siamo tutte con te, come sempre.» «Per quello che ho in mente ci servirà Ottavia, ma gliene parlerò domani, penso che potrebbe servirci il suo scudo.» Milena ed Heles avevano annuito, forse già avevano intuito cosa volesse fare la principessa, erano stete proprio loro a spiegare a Bunny come poteva essere utilizzato lo scudo di Sailor Saturn, effettivamente poteva anche funzionare, almeno per un pò... avrebbero aspettato domani per definire qualche piano, senza Pluto e le sue informazioni erano tutte parole al vento.
Per poco regnò il silenzio e il gelo, nessuno aveva idea di come poter risolvere quel problema ma la prospettiva di Bunny non smuoveva la fiducia del gruppo...aspettare la firma sembrava quasi una vigliaccata, come se volessero incastrare il resto delle compagne ancora all’oscuro di tutto, ma una reale alternativa non c’era. Lasciarono il discorso in sospeso.

«Ragazze dobbiamo andare ad avvisare tutte che dovremo aspettare le ultime arrivate per un altro giorno e cominciare a preparare qualcosa per il buffet del pranzo» Fortunatamente Morea si preoccupava delle questioni pratiche perchè le altre erano completamente disinteressate «E voglio essere pagata da qualcuno per tutto questo lavoro, mi servirà un mese di riposo al nostro rientro» si lamentava andando verso il salone, tutto il gruppo la seguiva, la tensione si stava sciogliendo, e infondo erano loro le “padrone di casa” non avrebbero potuto fare altrimenti.

Seiya però non si era mosso e aveva tirato Bunny ancora più vicino a sè, l’aveva abbracciata e ora che erano soli si era lasciato andare sospirando, appoggiando la fronte al suo petto nascondendosi dentro di lei, Bunny lo abbracciava stretto con un mano sulla spalla e l’altra dietro la nuca, avrebbe voluto proteggerlo da tutto e tutti «Ne usciremo vedrai» «Ora che sei con me ne sono sicuro» aveva sospirato ancora.  «Cosa ti preoccupa?» «Tutto. Ti ho appena ritrovata e già rischio di perderti, ho paura.» «Non permetterò che accada!» «Ti credo, per questo ho paura, Bunny... sono dei» Lo costrine a guardarla negli occhi «Ma io ho tutto il cosmo dentro di me! Seiya senti, so cosa faccio, non lo faccio solo per te, è un intero pianeta a rischiare di essere distrutto e senza di voi, senza Kakyu... Senza di te, non so se sarei riuscita a sconfiggere Chaos. Quanti semi di stella abbiamo recuperato? Ce lo devono.» «Bunny non ci devono niente, nessuno ci aveva chiesto aiuto, lo abbiamo fatto e basta» «E io non ho chiesto di essere  Sailor Cosmos, eppure eccomi qua. Sto solo pretendendo qualche informazione. Nient’altro. Verrò da sola piuttosto. Ma non vi lascerò. Ti prego, fidati di me.» «Heles ti lascerà partire?» Non ce l’aveva fatta, aveva dovuto sputarlo fuori a tutti i costi, voleva sentire la sua risposta, la sua rassicurazione... «Heles si fida di me. Più di chiunque altro» «Non è quello che ti ho chiesto» «Heles fa un sacco di parole, ma non mi ha mai impedito di fare le mie scelte.» «Non è quello che ricordo io...» Le ricordava bene le Outers che a tutti i costi la tenevano lontana da lui, le ricordava ancora troppo bene per potersi fidare, lui non aveva avuto modo in tutto quel tempo di ricredersi, perchè nessuno gli aveva mai concesso di starle accanto come voleva, come ora.   «Seiya è passato tanto tempo, dalle fiducia » Si era staccato da lei e si era seduto sul davanzale con le gambe stese una sull’altra, aveva icrociato il braccio sinistro sostenendo il destro, bloccandosi la mandibola per non far digrignare i denti, passando nervosamente l’idice destro steso sul labbro inferiore «Fiducia dici...» Lei le aveva perdonate, le adorava, erano parte di lei... Ma lui? lui come avrebbe mai potuto perdonarle? Ma avrebbe dovuto fare anche questo per lei «...va bene...proviamoci...» Bunny gli si era avvicinata ancora, appoggiando la fronte sulla sua «Ok... ora cerchiamo di goderci quello che resta di questa giornata va bene? Facciamo finta di niente, solo fino a domani, ti prego, facciamo finta che vada tutto bene, che per una volta possiamo stare insieme come se niente fosse... Ti ho aspettato troppo Seiya. Ti prego ragalami solo questo, solo un giorno...» Si ritrovò a finire la frase con le lacrime che le segnavano il viso, lui glielo aveva preso tra le mani asciugando le gocce con i pollici. Le aveva rubato le labbra cercando di rubarle anche un dolore che mai avrebbe voluto buttarle addosso. Ma erano insieme, stavolta era vero, avevano già affrontato quella che sembrava essere la fine e avevano vinto, insieme. Potevano farlo ancora. Con lei avrebbe potuto fare qualunque cosa. «Va bene Odango, non piangere, domani... ci penseremo domani, e  per oggi domani non esiste.»    
   
 
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