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Autore: Ale Villain    30/03/2024    0 recensioni
AGGIORNATA CON IL CAPITOLO 26 - MARZO 2024
Era così lei: niente di più che una studentessa dalla vita semplice, circondata da pochi affetti e con un passato misterioso, ma che ormai per lei non rappresentava che un mero ricordo. Era così lei, da quando era in quel mondo: ma per quanto ancora le sarebbe andato bene?
---
I.V era stranamente agitato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva nemmeno come approcciarsi e che motivazione dare a questa sua “visita” inaspettata.
[...]
Stava per muovere un altro passo quando sentì un rumore veloce, alla sua sinistra, proprio dove si trovava il soggiorno.
Si bloccò e si girò piano.
Finalmente la vide.
Era a pochi passi da lui.
E gli stava puntando contro una pistola.

---
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo XXIV: A vicenda









Ambra sentì bussare nuovamente alla porta.
Sbuffò sonoramente e, ancora con il coltello in mano che aveva ripreso per metterlo a posto, si avvicinò alla porta.
"Richard, per cortesia, ti ho appena detto che non ti vogl-"
La rossa ammutolì all’istante appena vide chi aveva bussato alla porta.
I.V era davanti a lei, le mani nelle tasche dei pantaloni, il solito sguardo serio, quella volta meno cupo del solito.
La camicia scollata, il giubbotto di pelle, alcuni ciuffi di capelli che gli ricadevano sul viso.
Era bello. Estremamente bello. Così bello da farle quasi male.
I.V aprì le labbra per dire qualcosa. Le richiuse subito dopo.
"Lo so" disse infine.
Ambra rimase ad osservarlo ancora qualche secondo. Non sapeva cosa dire o cosa fare, non se l’aspettava proprio una sua visita, visto e considerato cos’era successo l’ultima volta che si erano visti.
Ambra assunse, anch’essa, un’espressione seria, al ripensare a quella scena.
E come non aveva voglia di vedere Richard, così non aveva voglia di vedere I.V.
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Però I.V non l’aveva mai neanche minimamente minacciata, nemmeno in quel modo. Avrebbe potuto anche farle del male, a quel punto? Davvero non aveva più niente da perdere?
Ambra indietreggiò piano, ancora senza proferire una parola.
I.V la squadrò qualche istante cercando di decifrare il suo comportamento; così facendo, si accorse del coltello che la ragazza stava stringendo nella mano destra.
"Perché hai un coltello in mano?" domandò, corrugando le sopracciglia, ma non sperando davvero di ottenere una risposta.
Ambra guardò il coltello.
Giusto. Se n’era quasi dimenticata.
Rialzò lo sguardo su I.V e si morse il labbro.
La stava mandando tremendamente in confusione.
"Non... Non credo di volerne parlare con te" dichiarò infine, parlando con un filo di voce.
I.V strinse le labbra, espirando dalle narici come a sopprimere un sospiro spazientito. Spinse maggiormente la porta di casa. La aprì del tutto, costringendo Ambra a spostarsi, e se la richiuse alle spalle.
"Giovanni non c'è, giusto?" chiese, guardandosi attorno velocemente.
Altrimenti sarebbe già saltato fuori.
Ambra si allontanò maggiormente da lui.
"Puoi uscire da casa mia?" domandò, cercando di mantenere il tono di voce fermo.
I.V cominciò a girare per il soggiorno, con fare annoiato. Si rese conto che erano sparite dalle mensole le foto di Giovanni e di Ambra, oltre che alcuni soprammobili che ricordava alla perfezione di aver visto le ultime volte che era stato da lei.
Ambra, intanto, lo stava seguendo sia con lo sguardo che con il corpo, cercando di non dargli mai le spalle.
Se davvero per tutto quel tempo aveva recitato, allora era più che legittimata ad avere paura.
I.V ignorò la sua domanda e si bloccò davanti all'ingresso del corridoio che portava alle camere da letto.
"Sono stata da tua sorella" fece poi, senza troppi giri di parole.
Ambra strabuzzò gli occhi.
"Come... Come fai..."
I.V abbassò la testa ghignando leggermente.
"Selene T. Due sul telefono... Piacere Kor, io mi chiamo Selene... Selene, Selene, Selene..." cominciò ad elencare I.V "Praticamente me lo hai detto tu"
Ambra sospirò profondamente, cercando di calmarsi.
I.V si appoggiò con una spalla allo stipite.
"Dunque Fabian è... mh, vediamo... tuo cognato. E' così che si dice in italiano, giusto?"
Ambra deglutì. Aveva già capito dove voleva andare a parare.
"Per fortuna non succederà mai, Fabian non vuole sposarsi" gli scappò comunque da dire, senza sapere bene dove e cosa guardare.
I.V incrociò le braccia al petto. Sospirò profondamente.
"Tu Fabian lo conosci bene. Da anni" fece I.V in tono più serio "E hai mentito quando Yunho ti ha chiesto se conoscessi dei cacciatori neri. Magari potenzialmente pericolosi"
Ambra rimase immobile.
"Mi hai mentito"
La rossa strinse il coltello al petto. I.V stava continuando a tenere d’occhio la mano che lo stava stringendo; continuava a non capire perché Ambra dovesse girare per casa con un coltello in mano e la cosa, per qualche motivo, lo stava facendo insospettire.
"Cambia qualcosa? Tanto lo avete scoperto lo stesso" rispose lei infine.
"Pensi davvero che non sarebbe cambiato niente?" le domandò I.V.
"Perché avrebbe dovuto? Tanto ancora non sapete chi ha scritto quella lettera e io non so chi sia S.D.T.S. E non mi risulta ci sia qualche iniziale riconducibile a Fabian"
I.V si staccò dal muro e si avvicinò a lei.
"Ma magari saremmo arrivati a lui molto prima. Magari non ci sarebbe stato bisogno di andare a trovare tua sorella. Magari non ci sarebbe stato bisogno di farti confessare il tutto minacciandoti con un coltello e una pistola"
I.V si fermò a un passo da lei.
"Magari ti avrei potuto proteggere da quello stronzo" concluse, in tono più basso e roco.

Sì è innamorato di te...
Aveva un piercing.... al sopracciglio....


Ambra si ricordò improvvisamente, quasi con violenza, di quello che gli era stato detto da Joseph.
Trattenne il respiro, sperando con tutta sé stessa di non essere arrossita.
Cercò di calmare il battito incredibilmente accelerato del cuore, concentrandosi sull'ultima volta che lei ed I.V si erano visti.
Quando Yunho aveva confessato il suo piano, ovvero il momento in cui le parole di Joseph si erano rivelate solo una messa in scena colossale.
"Come faccio a crederti?" domandò lei, evitando il suo sguardo.
I.V corrugò le sopracciglia.
"Non mi sembra che non-"
"Che non ti abbia mai protetta, sì, lo so già" disse lei, in tono un po' più tagliente "Ma da quello che ho capito non è stato un qualcosa di... voluto"
I.V alzò la testa verso il soffitto. Chiuse gli occhi ed inspirò piano.
Espirò profondamente e ritornò con lo sguardo su di lei.
"Quindi tu credi a quello che ha detto Yunho"
Ambra alzò le spalle, abbassando finalmente il coltello.
"Non mi sembra tu abbia replicato in qualche modo" ribatté lei, distogliendo lo sguardo non riuscendo a sostenere il suo "Anzi… Non mi stavi neanche degnando di uno sguardo”
I.V continuò ad osservarla. Fece per aprire bocca, ma una folata di vento improvvisa mosse il palo dell’ombrellone di casa Doria situato sul balcone. Sbatté di colpo contro il muro, appena di fianco alla porta finestra.
Il rumore fece sobbalzare vistosamente Ambra, che d’istinto strinse a sé il coltello, di nuovo.
I.V roteò gli occhi al cielo.
“Ma mi spieghi perché cazzo giri per casa con un coltello in mano?”
Ambra ritornò con lo sguardo su di lui, con aria preoccupata.
“Non siete voi, quindi?” domandò.
I.V corrugò le sopracciglia senza capire: “A fare che?”
Ambra strinse le labbra.
“Okay” decretò poi, lanciando il coltello sul divano, esattamente come aveva fatto prima quando c’era Richard “Fuori da casa mia”
I.V la guardò di sbieco.
“Ambr-“
Ambra si allontanò da lui, dirigendosi in camera. Prese al volo una delle sue borse e ci mise dentro il portafoglio e un altro paio di accessori che potevano tornarle utili.
I.V la seguì, cercando di capire cosa diavolo le fosse preso. Quando entrò nella camera della ragazza, si accorse che c’era effettivamente qualcosa che non tornava: le ante degli armadi erano spalancate e dentro quasi completamente vuoti. La scrivania di Ambra, che da che aveva memoria aveva sempre ospitato un cumulo di roba, era completamente spoglia. Le mensole anche.
“Ambra… Perché state svuotando casa?” domandò infine, soffermandosi su di lei, ancora intenta a sistemare le cose nella borsa.
Ambra si girò verso di lui.
“Qualcuno è entrato in casa nostra” spiegò infine “E pensavo fosse stato uno di voi”
I.V assunse un’espressione preoccupata.
“Sono entrati in casa?”
Ambra annuì, chiudendo la borsa.
“Sono tornata a casa qualche giorno fa e ho trovato la porta aperta. Pensavo ci fosse Giovanni in casa, ma no, non c’era”
“Non puoi esserti dimenticata di aver chiuso?”
“Non ho più le chiavi di casa. Le ha usate Hoseok come arma” disse, mimando delle virgolette con le dita a quella parola “Quando mi avete salvato da Fabian sotto casa. Ma tu forse non eri ancora arrivato…”
I.V la ascoltò in silenzio.
“Beh, sta di fatto che Hoseok non mi ha più ridato le chiavi. E siccome l’ultima volta che le ho viste le aveva in mano lui, ho dato per scontato foste stati voi”
Detto ciò, superò I.V e si diresse verso la porta.
“Da’ un ultimo saluto al tuo amato balcone e poi, per l’ennesima volta, esci da questa casa”
I.V cominciava ad essere sempre più confuso. Ciononostante, si voltò verso la direzione in cui si era diretta la rossa.
“Cosa vuol dire un ultimo saluto?”
Ambra incrociò le braccia al petto.
“Giovanni ha deciso di trasferirsi”
I.V spalancò appena le palpebre. Con velocità estrema, si avvicinò a lei, facendola sussultare.
“Dove?” le domandò.
“Non lo so” rispose.
“Vedi di finirla” la minacciò lui, tra i denti “E dimmi la verità”
Ambra deglutì non appena vide che le iridi di I.V stavano già cominciando a tingersi di rosso.
Perché si stava arrabbiando così tanto, tutt’a un tratto?
“Non lo so, I.V. Ed è la verità”
I.V cominciò ad inspirare ed espirare più velocemente.
“Ho capito che sei incazzata con me” cominciò a dire lui, sempre con tono nervoso “Ma Yunho ha inventato di sana pianta tutto quello che ha detto su di me e sul mio comportamento nei tuoi confronti”
Ambra strinse le labbra, osservandolo attentamente negli occhi. Il rosso delle iridi non accennava a diminuire, ma neanche ad aumentare.
“Bene, io sono stato sincero. Ora voglio che lo sia anche tu”
Ambra sciolse la presa delle braccia. Quelle parole l’avevano, stranamente, rassicurata. Per qualche motivo non era più nervosa, arrabbiata, triste.
Forse aveva solo bisogno di sentirselo dire.
Allora, forse, anche Joseph non aveva mentito.
Ambra allungò piano una mano verso il viso del ragazzo. Sfiorò con le punta delle dita i capelli che gli ricadevano sulla fronte, scoprendo il sopracciglio con il piercing, ormai completamente guarito.
Era partito tutto da quel sopracciglio malandato.
I.V le afferrò saldamente la mano. Sempre guardandola dritta negli occhi, le spostò la mano dietro il proprio collo, posizionandogliela all’altezza della nuca.
Ambra rimase immobile, mentre entrambe le mani di I.V andavano a posizionarsi sui suoi fianchi.
La tirò verso di sé.
“Ambra…?” le domandò roco.
Ambra abbassò lo sguardo, in completo imbarazzo.
“I.V, io non lo so… Giovanni non vuole dirmelo. Così che io non possa spifferarlo ad eventuali cacciatori” ammise infine.
I.V le credette. Poteva essere tranquillamente un comportamento tipico da Giovanni.
Ciononostante, scosse piano la testa.
Ambra alzò lo sguardo, con fare interrogativo. La verità era quella, che gli piacesse o no.
“Che c’è ancora?” domandò lei, con tono leggermente scocciato, mentre faceva scivolare la mano da dietro il collo di I.V sulla spalla sinistra di lui.
I.V alzò il sopracciglio.
A quel gesto, Ambra trattenne visibilmente il respiro.
“Smettila di farlo, ti prego” ammise poi a voce bassa, mordendosi appena il labbro e spostando lo sguardo da un lato.
“Cosa?” ghignò divertito I.V “Alzare il sopracciglio?”
Voleva che fosse sincera? E allora, quella volta, lo sarebbe stata.
“Sì” rispose seccamente, continuando a non guardarlo “Mi fa un effetto strano”
I.V sospirò piano.
“Ambra”
La ragazza si girò lentamente.
“Guardami”
Lei obbedì.
“Quando hai intenzione di mollare Richard?”
Ambra rimase spiazzata da quella domanda.
“Cosa…?”
I.V la osservò con sguardo intenso, scuro… desideroso. E Ambra, ancora attaccata a lui, cominciò a sentire uno strano rigonfiamento nei pantaloni del ragazzo.
“Perché so che finché resti con lui, non mi permetteresti di dimostrarti quanto cazzo siano false le parole di Yunho”
Quelle parole, assieme al tono di voce roco che aveva usato, fecero percepire un inaspettato calore all’altezza del basso ventre di Ambra.
Ambra poggiò quasi senza pensarci l’altra mano sul petto di I.V. Quest’ultimo la spinse contro la porta.
“Una persona può fingere quanto gli pare” sussurrò di nuovo “Ma certe parti del corpo non funzionano a comando” disse, spingendosi ancora di più contro di lei.
Ambra sospirò sonoramente.
“Dio, I.V, quanto detesto il tuo timbro di voce…” disse poi, scuotendo appena la testa e accennando un sorriso nervoso.
Quella situazione la stava mandando in subbuglio eppure, per qualche motivo, il suo corpo sentiva di voler rispondere a quegli impulsi che stava sentendo. Era solo la mente che, come al solito, continuava a ricordarle che lei era fidanzata, e che non andava assolutamente bene quello che stava succedendo.
Per niente bene. Eppure era una sensazione tremendamente piacevole.
“Lo odi?” domandò I.V, in tono retorico “Oppure ti fa impazzire anche questo?”
Ambra deglutì. Abbassò lo sguardo ed espirò tra le labbra.
I.V rimase in silenzio, seriamente curioso di una sua risposta.
"Mh?" fece ancora, vedendo che non le stava rispondendo.
Ambra si passò imbarazza, e con fatica visto che era schiacciata tra la porta ed il corpo del ragazzo, una mano tra i capelli.
"Credo... Credo sia la cosa che mi manda più su di giri..." confessò alla fine, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
I.V ghignò.
"Guardami" le ordinò di nuovo.
Ambra ci mise qualche secondo di troppo.
"Ambra, guardami" fece ancora lui.
Lei obbedì, alzando lo sguardo molto lentamente.
I.V vide che gli occhi erano più lucidi rispetto a prima.
Ottimo segno.
"Non sto facendo ancora nulla..." mormorò lui, sempre mantenendo un tono di voce basso e roco, avvicinandosi piano con il viso al suo.
La mano destra di I.V si spostò dal fianco, andando ad accarezzare la parte bassa della schiena, stringendola a sé ancora di più; l'altra mano, la sinistra, si spostò sulla porta dietro di lei, aprendo il palmo e usandolo per attaccarsi al suo corpo sempre di più.
Erano letteralmente attaccati, ma ad I.V sembrava non essere ancora sufficiente.
Ambra strinse in automatico la sua camicia tra le dita.
I.V si abbassò ulteriormente con il viso, spostandosi verso una guancia e avvicinandosi al suo orecchio.
"I.V..." sospirò Ambra, sempre più su di giri e non sapendo bene neanche perché lo aveva nominato.
"Mh-hm" annuì piano lui, solleticandole il viso con i capelli "Spero di sentirti dire spesso il mio nome con questo tono di voce..." le sussurrò all'orecchio.
Ambra sentì improvvisamente caldo, soprattutto al basso ventre. La sua voce la stava letteralmente distruggendo.
Deglutì a vuoto per l'ennesima volta, sentendo I.V scendere piano con il viso e avvicinarsi al collo.
Le labbra di I.V passarono quasi impercettibilmente lungo tutta la lunghezza del collo, provocandole continui brividi.
Fu quando poi le sue labbra si fermarono su un punto preciso che la ragazza chiuse gli occhi e poggiò in automatico la nuca contro la porta, come favorendogli la cosa.
I.V non se lo fece ripetere due volte e prese a baciare e leccare un punto specifico sotto la mandibola, succhiando la pelle.
Ambra si lasciò andare ad un flebile gemito, che però non sfuggì affatto al cacciatore.
Fu quando sentì i denti di I.V morderle la pelle, che Ambra all'improvviso rinsavì.
In quel momento, quasi violentemente, l’immagine di Richard che veniva a scusarsi le si materializzò davanti agli occhi.
Alzò aprì gli occhi di scatto e socchiuse le labbra, come realizzando solo in quel momento costa stesse succedendo.
Spinse I.V via e si divincolò velocemente dalla sua presa, allontanandosi.
“Scusami, I.V… Scusami, ma…”
In realtà non sapeva neanche per cosa si stesse scusando, ma era la prima cosa che le era venuta da dire alla vista dell’espressione stranita di I.V.
Si portò il palmo della mano sul collo, dove fino a poco prima c'erano state le labbra e la lingua di I.V.
Ecco, forse era meglio non pensarci.
I.V rimase a guardarla con espressione perplessa ancora per qualche istante, poi sospirò profondamente.
"M-Mi spiace..." borbottò Ambra di nuovo, massaggiandosi vagamente il collo. I.V aveva morso appena la pelle, ma i suoi canini da cacciatore li aveva sentiti lo stesso.
“Dovevo aspettarmelo che sarebbe finita così” rispose lui, poggiandosi con la schiena alla porta e posizionando le mani in tasca. Chiuse gli occhi, cercando di controllare il respiro e rilassarsi il più possibile.
Ed era vero, era già preparato ad una reazione del genere. Quella era la riprova che Ambra lo desiderava, ma era ancora a tutti gli effetti fidanzata; e sapeva che lei era troppo buona e corretta per comportarsi in quel modo alle spalle del fidanzato.
Quello che non si aspettava era che si sarebbe riuscito a spingere così tanto; era riuscito a stringerla, a sentire il sapore e l'odore della sua pelle, a sentirle confessare che lui la mandava su di giri. E quindi per forza di cose l’istinto aveva preso il sopravvento: e poi, quale metodo migliore per dimostrarle la verità e non le balle raccontate da Yunho?
Il fatto poi che fossero in casa completamente da soli non aveva aiutato I.V a rimanere tranquillo.
Riaprì gli occhi e trovò Ambra ad osservarlo, con ancora la mano sul collo. Quella volta anche il suo sguardo era diverso: anche se era stata lei a staccarsi, lo poteva chiaramente intuire che non avrebbe voluto.
“Sei sicura che tu e Richard abbiate una buona intimità di coppia?” domandò poi, girando il viso verso di lei.
La domanda la prese alla sprovvista. Ripensò in automatico all’ultima volta che erano stati da soli in quel senso.
“Si parla di almeno un mese fa” rispose poi, togliendo la mano dal collo “E comunque non ho mai detto che abbiamo una buona intimità di coppia”
I.V ghignò soddisfatto alle sue parole.
“Perché lo so che non è così” rispose “Ma volevo sentirtelo dire”
Si staccò dalla porta.
Sospirò sonoramente, cercando di darsi una calmata definitiva.
“Mi farò dire da Hoseok se ha per caso combinato qualcosa con le tue chiavi” disse poi, facendo un passo verso di lei con ancora le mani in tasca, avvicinandosi sempre di più e fermandosi ad un passo da lei.
Le spostò delicatamente i capelli dal collo, osservando il suo "lavoro": c'era una bella macchia rossa sotto la mandibola. Ci passò delicatamente l'indice della mancina, ghignando malizioso e soddifatto.
“Sempre se tu voglia avere ancora a che fare con me” continuò a dire poi.
Ambra deglutì.
“Perché non dovrei?” rispose con un filo di voce.
Lui ghignò nuovamente.
“Sono stato così convincente, prima?” le domandò, per punzecchiarla.
“I.V, per favore…”
I.V, al sentirle pronunciare quelle due parole con un sospiro, ritornò per qualche istante alla stessa espressione languida di prima.
"Tutto quello che vuoi, Ambra"
Ambra deglutì, sentendo il viso andare a fuoco.
Lui di tutta risposta ridacchiò.
"S-Si vede tanto...?" gli domandò poi, riferendosi al collo.
I.V alzò le spalle.
"Sì, un pochino" rispose sincero "Mostralo in giro, mi raccomando"
“I.V smettila, per cortesia, Richard non l’ho ancora mollato” farfugliò, muovendosi sul posto senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
Il ragazzo ghignò divertito allontanandosi definitivamente da lei.
Esatto"
rispose, in coreano "Non ancora














Angolo Autrice
Dopo tantissimo che non aggiorno, e in un momento un po' di sconforto della mia vita, sono finalmente tornata su questa storia che adoro, con un capitolo anche un po' spicy.
Spero di portare presto aggiornamenti, anche perché la storia è ormai quasi al completo e non vedo l'ora di completarla!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la storia fino ad ora e che, spero, si possano godere anche questo breve aggiornamento.
A presto (spero)!
  
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