“Bisogna invitare anche Nev. Non possiamo chiamarlo solo quando c’è bisogno di farci aggiustare” disse, qualche giorno dopo, Montague, a Michael Corner, Roger Davies e Zacharias Smith, stravaccati sul divano della casa che divideva con Warrington e Corner (e Ginny Weasley, che stava più tempo da loro che a casa sua).
Smith sogghignò, malizioso, studiando la sagoma muscolosa di Kain Montague, belloccio dei Puddlemere e consapevole di esserlo
“C’è dell’interesse, Monty? Ora che Goyle è fuori gioco, ti metti a sedurre il medimago di squadra?” lo prese in giro Smith.
“Ma piantala. È in gamba, è simpatico, è utile, e ha un culo mica male, se cerchi di indovinarlo sotto ai pantaloni. E comunque non sono cazzi tuoi” rispose Montague, divertito.
“Da quello che mi sembra di capire, potrebbero diventare cazzi suoi, piuttosto” rise Zach, malizioso.
Warrington li studiò, torvo, seduto a cavalcioni della sedia, gli occhi cupi sotto i ricci scuri che cadevano ribelli sulla fronte, le braccia che tendevano le maniche della maglietta.
Non gli piaceva che parlassero così di Neville.
Gli dava, anzi, terribilmente fastidio.
“Per come la vedo io, Neville è una persona gentile, quindi dovreste parlarne in modo gentile” esordì dal nulla.
I presenti si girarono a guardarlo, perplessi.
War che interveniva per obiettare o, anzi, anche peggio, per sgridarli?
“Ehi, War, mi diventi paladino del guaritore? Mi ti sei innamorato?” domandò divertito Zach,
alzandosi per prendere altra birra in ghiacciaia e arruffandogli i ricci neri con una mano mentre passava alle sue spalle.
Cormoran non rise, e restò accigliato.
“Non mi piace che ne parliate così. E non piacerebbe nemmeno a lui. Quindi, non vedo perché dovete farlo” insistette.
Montague lo studiò, un sorriso impercettibile e sospettoso nei begli occhi a mandorla.
“Ehi, zuccone, ti sei mica innamorato? Ti ha curato così bene, il nostro medimago?” domandò sottovoce,
per non essere sentito dagli altri, sedendosi di fianco a Warrignton e osservandolo.
Cormoran si strinse nelle spalle.
“Ma piantala. Dico solo che è gentile. E che non mi va che ne parlate così” terminò, afferrando la birra e osservandone truce l’etichetta.
Smith sogghignò, malizioso, studiando la sagoma muscolosa di Kain Montague, belloccio dei Puddlemere e consapevole di esserlo
“C’è dell’interesse, Monty? Ora che Goyle è fuori gioco, ti metti a sedurre il medimago di squadra?” lo prese in giro Smith.
“Ma piantala. È in gamba, è simpatico, è utile, e ha un culo mica male, se cerchi di indovinarlo sotto ai pantaloni. E comunque non sono cazzi tuoi” rispose Montague, divertito.
“Da quello che mi sembra di capire, potrebbero diventare cazzi suoi, piuttosto” rise Zach, malizioso.
Warrington li studiò, torvo, seduto a cavalcioni della sedia, gli occhi cupi sotto i ricci scuri che cadevano ribelli sulla fronte, le braccia che tendevano le maniche della maglietta.
Non gli piaceva che parlassero così di Neville.
Gli dava, anzi, terribilmente fastidio.
“Per come la vedo io, Neville è una persona gentile, quindi dovreste parlarne in modo gentile” esordì dal nulla.
I presenti si girarono a guardarlo, perplessi.
War che interveniva per obiettare o, anzi, anche peggio, per sgridarli?
“Ehi, War, mi diventi paladino del guaritore? Mi ti sei innamorato?” domandò divertito Zach,
alzandosi per prendere altra birra in ghiacciaia e arruffandogli i ricci neri con una mano mentre passava alle sue spalle.
Cormoran non rise, e restò accigliato.
“Non mi piace che ne parliate così. E non piacerebbe nemmeno a lui. Quindi, non vedo perché dovete farlo” insistette.
Montague lo studiò, un sorriso impercettibile e sospettoso nei begli occhi a mandorla.
“Ehi, zuccone, ti sei mica innamorato? Ti ha curato così bene, il nostro medimago?” domandò sottovoce,
per non essere sentito dagli altri, sedendosi di fianco a Warrignton e osservandolo.
Cormoran si strinse nelle spalle.
“Ma piantala. Dico solo che è gentile. E che non mi va che ne parlate così” terminò, afferrando la birra e osservandone truce l’etichetta.