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Autore: SOI_7    04/04/2024    0 recensioni
[Contiene spoiler dell'Archon Quest di Fontaine]
Nahida spedisce il suo braccio destro a Fontaine per una missione segreta. Qui, lo svogliato Vagabondo dovrà confrontarsi con nuovi costumi, nuove conoscenze e una certa dea considerata da tutti come una celebrità. Inutile dire che non sarà un incontro... placido!
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Furina/Focalors, Scaramouche
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Sapientia Oromasdis

 
Stava calando il sole, mentre la gente di Sumeru concludeva le ultime commissioni prima di tornare alle proprie dimore e chiudere la giornata. Congedato l’ultimo scolaro, dopo che le aveva chiesto una revisione per la stesura di un nuovo libro di testo per la scuola di Kshahrewar, Nahida tornò al Santuario di Surasthana, che in quel momento era incustodito. Il suo braccio destro non aveva ancora fatto ritorno, dopo averle annunciato che si sarebbe assentato per qualche ora, ma la cosa non la turbava. La Dea della Saggezza sapeva perfettamente intuire le strade che la gente avrebbe percorso.

Allestì dei piatti con delle noci candite di Ajilenakh, quando udì dei passi in avvicinamento. Voltandosi, vide Hat Guy, assieme ad un’inaspettata ospite.

“Oh, finalmente sei tornato” disse l’Archon, raggiante. “E vedo che hai portato un’ospite!”

“Ci ho messo più del dovuto, ma anche in volo il viaggio da Sumeru a Fontaine richiede più di mezza giornata” replicò la marionetta, seccato. “Immagino di non doverti dire chi è Furina, no?” aggiunse, indicando la persona di fianco a lui, la quale era rimasta rigida come un palo a strofinarsi le mani con nervosismo.

“Sono onorata di poter finalmente fare la sua conoscenza, Sua Eccellenza Minore Kusanali” disse Furina con voce leggermente tremante, portandosi una mano al petto.

“Il piacere è tutto mio, Furina… e non c’è bisogno di essere così formali, puoi chiamarmi Nahida” rispose l’Archon di Dendro, sorridente.

“Oh… certo, perdona la mia sbadataggine”

“Non c’è motivo di chiedere scusa. Errare è umano”

Quella frase, apparentemente innocente, fece calare un silenzio gelido, mentre sia Hat Guy che Furina spalancarono gli occhi. D’un tratto, la mente della marionetta fu colta da un sospetto.

“…tu sapevi già tutto?”

“Hehe, ma naturalmente! Il Viaggiatore mi ha raccontato ogni dettaglio nella sua lettera, compreso il terribile passato che Furina ha dovuto sopportare. Altrimenti, perché credi che avrei scomodato proprio te per recuperare quel libro?” rispose Nahida, con semplicità.

“Tch… tu…” ringhiò Hat Guy, mentre Furina stava lentamente sprofondando nel pavimento.

“Andiamo, non fare così! Questo viaggio è servito anche per estendere i tuoi orizzonti, ora hai una visione più ampia del mondo, come un’aquila che è in grado di vedere un campo visivo maggiore di quello umano. E poi, dopo aver saputo cosa era successo a Furina, ho pensato che ti avrebbe fatto solo del bene se ti fossi confrontato con qualcuno con un passato così simile al tuo”

Hat Guy dovette mordersi la lingua per non risponderle con la prima cosa che gli era venuta in mente. Emise una smorfia di stizza, dopodiché nascose il suo volto sotto il cappello.

“Non c’era bisogno di premurarti così tanto, non sei mia madre”

“Lo so… e so anche che, per quanto io possa aiutarti, non sarò mai in grado di restituirti qualcosa di simile. Ma è anche per questo che dovevate incontrarvi: fare affidamento su una sola persona può metterti in pericolo, perché non ci sarà sempre per te. Trovare più persone affini può alleviare quel senso di solitudine che ti porti dentro” rispose Nahida, seria.

“Come se non fossi già tu abbastanza affine… anche tu hai trascorso secoli di prigionia, o sbaglio?”

“Ehm… non credo che Nahida volesse iniziare una competizione su chi tra noi ha sofferto di più” intervenne Furina, impacciata.

Nahida ridacchiò. “Tranquilla, Furina, Hat Guy lo sa bene. Ma ciò che dice è vero, anche io ho ritrovato la libertà da poco, dopo essere stata prigioniera per cinquecento anni”

“Beh… in tal caso, possiamo gioire assieme della nostra nuova libertà!” esclamò Furina, incoraggiante.

“Concordo pienamente” rispose Nahida, sorridente, dopodiché li accolse al tavolo, affinché potessero godersi le cibarie che aveva appena allestito.

Ovviamente, fu un pasto che si godettero in due, in quanto Hat Guy avrebbe preferito il digiuno piuttosto che addentare altri dolciumi appiccicosi dopo la sua permanenza a Fontaine, ma Nahida ebbe comunque la premura di preparagli degli snack salati. Mentre la giornata trascorreva, tra racconti e cibarie, Hat Guy provava una strana sensazione. Era come se si trovasse in compagnia di qualcuno che conosceva da anni, nonostante sia Furina che Nahida avessero incrociato il suo cammino da relativamente poco. Con loro non sentiva di doversi nascondere o di allontanarle, era tutto perfettamente naturale e spontaneo, anche se il suo modo di manifestarlo era particolarmente contorto e fraintendibile per qualcuno che non lo conoscesse bene quanto loro.

Quando calò la sera e le stelle apparvero nel cielo, Nahida insistette affinché si recassero tra le praterie ai piedi del Sacro Albero, così da contemplare gli astri lontano dalla gente. Hat Guy e Furina la accontentarono, rimanendo assieme a lei in silenzio, mentre guardavano il cielo.

“È meraviglioso…” disse Furina, a bocca aperta. “Da noi, a Fontaine, il cielo non si vede in maniera così limpida, la nostra città è troppo industrializzata per godersi una vista del genere senza inquinamento luminoso”

“Hai pienamente ragione, è una vista incredibile” concordò Nahida. “Quando lo vidi la prima volta con i miei occhi, un anno fa, rimasi stupefatta. Ero già in grado di vedere il mondo attraverso gli occhi della mia gente, ma osservarlo in prima persona è completamente diverso…”

“Oh… dev’essere stato terribile non poter vedere il mondo per davvero, in tutti quegli anni…” rispose l’altra, dispiaciuta.

Hat Guy rimase in silenzio ad ascoltarle, mentre il rivangare il passato di Nahida non lo faceva sentire a suo agio. Anche se si era trattato di un piano del Dottore, aveva comunque avuto una parte nel contribuire a quei secoli di prigionia, visto che lo scopo principale era usarla come fonte energetica per tramutarlo in Shouki No Kami. Questo pensiero, anche a distanza di un anno, continuava a tormentarlo.

“È successo a causa mia” disse, improvvisamente. Sia Furina che Nahida si voltarono verso di lui, incredule.

“Fui creato come rimpiazzo dell’Archon di Electro, ma mi ripudiò a causa della mia capacità di provare emozioni. Vagai per Inazuma per anni, cercando di formare legami con gli umani, ma la vita aveva altri piani per me, facendomi finire nel mirino di un Messaggero dei Fatui. Mi manipolò, facendomi credere che tutti mi avessero tradito, e mi convinse a unirmi a lui, sotto il nome di Scaramouche, affinché potesse usare l’energia di Kusanali per farmi diventare una divinità. Ho capito solo troppo tardi l’errore che avevo commesso…”

Quelle parole erano quasi uscite dalla sua bocca da sole, nemmeno lui sapeva perché stava raccontando tutto questo. Furina e Nahida, d’altro canto, erano a bocca aperta, non tanto per il racconto in sé, quanto per il fatto che lui aveva deciso di aprirsi con loro.

“Quindi… quando mi hai detto di avere delle ferite nascoste… ti riferivi a questo?” gli chiese Furina, con dolcezza.

Hat Guy annuì lentamente, senza trovare il coraggio di guardarla. Confidarsi in quel modo lo faceva sentire vulnerabile, eppure lo aveva fatto di sua spontanea volontà. Perché?

“Sei riuscito ad accettare che aprirsi agli altri non è un sintomo di debolezza” gli disse Nahida, con approvazione. “Non immagini come sia felice di vedere quanto tu stia crescendo come persona”

“Non mi andava che Furina pensasse di me come una specie di santo” borbottò Hat Guy.

“Monsieur… sei troppo scorbutico per sembrare un santo” disse Furina, con un leggero sorriso.

“Pffff…”

Furina lo osservò in silenzio, dopodiché gli tese un pugno, in segno di complicità. Hat Guy la fissò, esitando per qualche secondo, ma alla fine appoggiò a sua volta il proprio pugno contro quello della ragazza, senza però guardarla in faccia. Nahida si limitò ad osservarli in silenzio, con orgoglio.

In fondo, pensò Hat Guy, non era poi così male avere delle persone che potessero capirlo e con cui non doveva vergognarsi di provare emozioni, dopo secoli in cui aveva pensato che degli umani e degli dèi non ci si potesse fidare... ma non lo avrebbe ammesso mai, altrimenti avrebbe minato la sua immagine di prigioniero di Nahida.

“Oh, quante volte ti ho detto che non sei davvero mio prigioniero?” disse Nahida, all’improvviso.

“Che… Kusanali! Non devi leggermi nella mente!” protestò Hat Guy, furioso.

“Preferivi far continuare questo silenzio imbarazzante? Abbiamo un’ospite, ti ricordo”

Furina scoppiò a ridere per i loro battibecchi. Anche Nahida sorrise a sua volta, mentre Hat Guy si limitò a rivolgere lo sguardo al cielo.

Le tenebre stavano diventando sempre più fitte, ma non gli importava.

Per una volta, quello che normalmente sarebbe stato un noioso giorno di cui avrebbe celebrato la conclusione, si era tramutato in un momento che avrebbe voluto trascorrere il più a lungo possibile.

   
 
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