Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Chillram9    14/04/2024    1 recensioni
Elizabeth Belvoir ha un sogno: incontrare il suo idolo Aldric, il mago più potente del regno.
L'occasione per riuscirci si presenta quando riceva una lettera d'ammissione dalla misteriosa Accademia di Magia Reale Duelcrest.
Di questa scuola si sa poco e nulla, se non che Aldric è l'unico ad averne mai ottenuto il diploma.
Elizabeth è determinata a fare lo stesso. Non sa però che il terribile segreto che si cela dietro l'Accademia e l'incontro con una strana ragazza cambieranno per sempre la sua vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

27. Momenti di pace

 

Il mio soggiorno nell’infermeria durò per altri due giorni. Nonostante fossi uscita tutto sommato indenne dal mio incontro con Chloe, ero comunque totalmente esausta.
Per questo decisi di rimanere un po’ a riposo, così da essere dimessa insieme ad Amy, che finalmente aveva riacquistato il pieno delle sue forze. Mi ero aspettata che i guaritori facessero di tutto per ributtarmi nella mischia il prima possibile, ma in questo caso si mostrarono stranamente comprensivi.
Sul motivo, beh avevo un’idea.
Il giorno dopo il mio ricovero, Sophia era passata nuovamente a trovarci. Ci aveva raccontato di essere stata convocata da Skylark, il quale si era fatto spiegare le circostanze della morte di Chloe.
Ma, secondo Sophia, si trattava solo di una facciata: il preside sapeva benissimo cos’era successo.
In ogni caso, la violenza tra studenti era, almeno sulla carta, proibita al di fuori dei duelli.
Nonostante ciò, non sarei stata punita per aver ucciso Chloe, anzi, Sophia mi aveva sarcasticamente ringraziato per conto del preside.
Grazie a quel bigliettino, sapevamo benissimo che, dietro la scia di morte lasciata da quella ragazza, non c’erano altro che l’Accademia e Skylark stesso. L’avevano usata, per scopi che ancora non mi erano chiari.
Ma di una cosa ero quasi sicura, il preside era al corrente del fatto che avessimo trovato quel messaggio incriminante.
Prove? Nessuna, solo la mia intuizione.
Forse era proprio per questo che i guaritori erano stati così indulgenti: Skylark voleva tenermi buona.
Malgrado il totale controllo che il vecchio mago sembrava esercitare sull’Accademia, era improbabile che desiderasse che la sua complicità nei recenti omicidi divenisse nota.
Nonostante fossimo intrappolati in questo gioco perverso, l’Accademia si atteggiava comunque a paladina delle regole e dell’imparzialità.
Il fatto che uno studente fosse stato aiutato ad uccidere, andava nella direzione opposta. Sarebbe stata la miccia perfetta per alimentare una rivolta degli studenti.
Ma non ora ovviamente. Sarebbe stato un suicidio.
No, avremmo dovuto lavorare molto, prima di tentare qualcosa del genere.
Per il momento me ne sarei stata buona, proprio come voleva Skylark. Ma la mia vendetta, presto o tardi, sarebbe arrivata.


***

Mentre io ed Amy camminavamo per i corridoi della scuola, dirette a lezione, non potei ignorare le occhiate che molti dei miei compagni di classe lanciarono nella mia direzione. Non solo, ne vidi alcuni sussurrare tra loro al mio passaggio.
Me l’aspettavo. A quanto pare, da ciò che mi aveva detto Sophia, i professori avevano deciso di comunicare alla classe le circostanze della morte di Chloe.
Per non andare nel panico e concentrarci sui duelli” era stata la loro motivazione.
In ogni caso ora tutti sapevano che ero stata io ad ucciderla.
Ma c’era qualcosa che non andava.
Ero certa che sarei stata trattata da paria proprio come Sophia. Dopotutto anch’io ora era un’assassina come lei.
Ma al momento l’atmosfera che avvertivo intorno a me non era di paura ma… ammirazione?
La mia impressione si rivelò corretta.
Fui presto fermata da una ragazza con cui non avevo mai parlato, la quale mi chiese come stavo e mi ringraziò profondamente per aver sconfitto il killer che aveva ucciso Mary Stillwater.
E non fu la sola, prima di arrivare in aula fui fermata diverse volte da compagni di classe che volevano congratularsi con me.
“Ipocriti.”
Perché mi stavano trattando in quel modo quando avevano reso la vita di Sophia un inferno?
Avevamo fatto la stessa identica cosa. Entrambe avevamo rubato una vita umana per proteggere l’intera classe. Anzi lei forse aveva fatto di più per noi. Valentine, a differenza di Chloe che agiva nell’ombra, aveva creato un vero e proprio regno del terrore. Io lo sapevo bene.
Era ingiusto. Tutto questo perché lei era stata costretta a finire Valentine davanti a tutta la classe in quella maniera violenta.
Come si dice “Occhio non vede…”
C’era anche da dire che probabilmente gli altri compagni si sentivano più a loro agio a considerarmi un’eroina piuttosto che un’assassina. Il fatto che fossi una maga come loro e non avessi mostrato uno strano potere come Sophia, era più rassicurante.
Beh se volevano entrare nei miei favori, gli avrei reso la vita difficile.
Appena entrata in classe mi diressi dritta per l’ultima fila prima che qualcun altro potesse fermarmi.
Sophia se ne stava seduta lì, completamente isolata da tutti all’estremo della panca.
Solitamente, ora che c’erano posti liberi in abbondanza, un piccolo deserto di posti vuoti si formava intorno a lei.
Ma non sarebbe più stato così.
Immersa in un libro, Sophia non si era accorta della mia presenza. Le toccai una spalla facendola sobbalzare:
«Eh!?»
«Buongiorno anche a te. Facci spazio, per favore.»
«Di che diavolo stai parlando?»
«Secondo te? Voglio sedermi a fianco a te.»
Sophia sembrò sorpresa inizialmente, ma si riprese subito.
Abbassando la voce in un sussurro:
«Vai via! È meglio se teniamo la nostra collaborazione un seg-»
«Non ci penso neanche, ora muoviti, non ho intenzione di passare l’intera lezione in piedi.»
Non l’avrei lasciata svicolare per l’ennesima volta.
Ormai sapevo chi si celava dietro la sua maschera.
Ero determinata a non lasciarla più da sola.
«Beh, buona fortuna allora, io da qua non mi sposto.»
“Cocciuta che non è altra.”
Avrei semplicemente potuto fare il giro e sedermi comunque vicino a lei, ma non volevo dargliela vinta.
«Se non mi fai spazio subito…»
«Cosa fai mi costringi?» rispose Sophia, lanciandomi una divertita occhiata di sfida.
“Mi mancava un po’ litigare così…”
Ma questa volta l’avrei sconfitta.
Alzai un po’ la voce:
«Oh, Sophia! Devo ancora ringraziarti per le cose che mi hai detto l’altro giorno. Mmh com’era? Ah sì: “Elizabeth sei la ragazza più bella, coraggiosa e intelligente che io ab-»
Arrossendo furiosamente, Sophia mi tirò per la manica della camicia con tanta forza da arrivare quasi a strapparla e per poco non mi mandò a sbattere contro la panca.
In fretta e furia scalò a destra, permettendo a me ed Amy di sederci.
«Sei una bastarda… e comunque “bella” te lo sei inventato.»
«Oh? Sei sicura? Sono certa di avertelo sentito dire. Giusto Amy?»
Amy ridacchio in risposta.
«Ti prego non ti ci mettere pure tu…» si inserì Sophia esasperata. Ma ero certa di aver visto gli angoli della sua bocca incresparsi in un sorriso.
“D’ora in poi spero che passeremo tanti momenti così…”
Il nostro acceso scambio non era passato inosservato al resto della classe, ma nessuno sembrava più incline ad avvicinarsi a me.
Come immaginavo, la presenza di Sophia era un ottimo deterrente. Ma non avevo intenzione di usarla come scudo dalle attenzioni indesiderate, anzi, avrei voluto fare l’opposto. Magari interagendo con lei avrei fatto capire a tutti che sotto sotto era una normalissima ragazza di cui non aveva senso aver paura.
Ma con mia sorpresa, qualche minuto prima dell'inizio delle lezioni, una ragazza si staccò da un gruppetto per venire nella nostra direzione.
Riconobbi immediatamente i boccoli biondi di Celeste Fitzroy.
«Elizabeth è un piacere vederti di nuovo tra noi! Quando non ti ho vista a lezione due giorni fa ho temuto il peggio!»
Se era effettivamente preoccupata non lo dava a vedere, il suo volto era come al solito illuminato da un sorriso sgargiante.
«Oh ehm… Grazie Celeste. Stavo bene, dovevo giusto riposare un po’.»
«Eh eh, come mi aspettavo, eliminare il killer è stato un gioco da ragazzi per te, uh? Ma dove sono finite le mie maniere!»
Tese una mano ad Amy.
«Piacere, Celeste!»
«Ehm, piacere Amy!»
Amy ricambiò la stretta con entusiasmo.
Ora che ci penso non avevo mai avuto occasione di parlarle del mio incontro con quella nobile stravagante.
Incredibilmente, Celeste tese la mano anche a Sophia.
Sentii un brusio spargersi per l’aula.
Il fatto che qualcuno di influente come Celeste avesse approcciato il nemico pubblico numero uno, con tanta nonchalance, mi confermò ancora una volta quanto fosse atipica quella ragazza.
“Ora ti prego, non fare cazzate!”
Era un’ottima occasione per rimettere le cose a posto.
Sophia guardò la mano che le era stata offerta con un’espressione dubbiosa e dopo un attimo mi lanciò un’occhiata di sbieco.
Annuii.
“Prendila!”
«Piacere.»
“Normalmente dovresti anche dire il tuo nome.”
Ma perlomeno non le aveva schiaffeggiato via la mano.
«Fantastico!» esclamò Celeste, per nulla smossa dalla tiepida reazione di Sophia. Dopodiché si appoggiò al banco, abbassando appena la voce.
«Che ne dici di quel tè stasera, Elizabeth? Nella mia stanza, dopo le lezioni,» mi chiese.
«Ehm, ok…»
Quella richiesta era stata così improvvisa che accettai senza pensarci.
«Perfetto! A dopo!»
Celeste tornò dalle sue amiche non prima di avermi lanciato un occhiolino.
«È strana. Che vuole da te?» mi chiese Sophia con un’espressione sospettosa.
«Non ne ho idea. È verò che è un po’ strana ma… mi sembra una tipa a posto. Hai visto come ti ha stretto la mano senza batter ciglio?»
«Già,» commentò Sophia senza cambiare espressione.
Per qualche ragione mi tenne il muso per tutto il resto della mattinata.


 

***


Qualche ora più tardi mi trovavo di fronte alla porta della stanza di Celeste. Ancora non avevo idea di cosa volesse da me.
“Beh, c’è solo un modo per scoprirlo.”
Bussai.
«Entra pure, la porta è aperta!», la voce squillante di Celeste rispose immediatamente.
Certo che tenere la porta aperta dopo gli ultimi avvenimenti…
Accettai comunque il suo invito, ma quando feci il mio ingresso nella sua stanza rimasi subito stordita.
Per un attimo pensai di aver attraversato un portale magico che mi aveva trasportato indietro nel tempo fino alla mia vecchia cameretta.
L’attraente volto di Aldric mi fissava dai numerosi ritratti con cui Celeste aveva addobbato le pareti della sua stanza. Ne riconobbi diversi che io stessa possedevo.
E… quella sul suo comodino era la foto che avevo fatto così tanti sacrifici per ottenere!
Celeste, che mi aspettava seduta ad un tavolino, ridacchiò.
«Non sei la prima a rimanere paralizzata nell’entrare qui. Lo so è un po’ eccessivo… le mie amiche dicono che sono ossessionata…»
Ero certamente stupita, ma non per le ragioni che pensava.
Dopotutto forse la mia vecchia stanza era ancora peggio. Mancava solo che avessi eretto un santuario ad Aldric.
No, quello che mi aveva sorpreso era il fatto che Celeste fosse una sua ammiratrice.
Da quel che sapevo Aldric non era ben visto tra la classe nobiliare. Il fatto che il mago più potente del regno fosse un cittadino comune, senza una goccia di sangue nobile, aveva fatto storcere il naso a molti aristocratici.
Che la figlia del Duca Fitzroy fosse una sua fan dimostrava per l’ennesima volta quanto strana quella ragazza. Forse oggi avrei potuto capire il perché.
«Non è per niente eccessivo! Ero solo stupita perché hai qualche ritratto che non ho mai visto! Anch’io li colleziono.»
Gli occhi di Celeste si illuminarono.
«Oh ragazza mia, siediti siediti. Abbiamo già trovato qualcosa su cui possiamo chiacchierare per ore! A nessuno che conosco qui piace Aldric…»
Ecco questo era ciò che mi aspettavo. Dopotutto le ragazze che le gravitavano attorno erano tutte di famiglie nobili da quel che sapevo.
Mi avvicinai al tavolino e presi posto di fronte a Celeste. Quest’ultima mi mise davanti una tazza di tè fumante.
«Mmmh come mai hai queste cose in camera? Intendo il tavolino e il tè?»
Le nostre stanze erano tutte identiche dopotutto. E cibo e bevande, al di fuori dell’acqua, ci venivano forniti dal tavolo magico nella sala da pranzo.
«Oh questo? Magia! Ho duplicato la scrivania e le ho cambiato un po’ la forma,» rispose Celeste con nonchalance, «quanto alle tazze e alle foglie, quelle vengono dalla mia collezione che mi sono portata dietro. Non dormo la notte al pensiero che prima o poi le finirò se rimarremo qui dentro per molto tempo. Duplicandole perdono il sapore, come ben sai.»
Onestamente non avrei mai messo il rimanere senza tè tra le mie principali preoccupazioni.
Nondimeno, lo sorseggiai con piacere. Era ottimo.
«Allora…» iniziò Celeste.
Ecco, era arrivato il momento in cui mi avrebbe rivelato per quale motivo mi aveva invitato qui.
«Aldric!»
Celeste iniziò a tessere le sue lodi. Dopo un attimo di sorpresa non potei, da fan sfegatata, che unirmi a lei.
Finimmo così per chiacchierare per diversi minuti.
«…e non sai che pianto mi sono fatta quando mio padre mi ha detto che non lo potevo sposare!»
“Oh quindi è una di quelle, uh…”
Celeste sembrò intuire cosa mi stesse passando per la testa.
«Ehi, non è come pensi! Non prendermi per un’oca. Certo è affascinante, alto, muscoloso… Però a me interessa quel che ha dentro la testa! Pensa quanti incantesimi potrebbe insegnarmi.»
«Mmmh...»
Non aveva tutti i torti. Ma comunque non sapevo se, nonostante l’ammirazione nei suoi confronti, avrei voluto sposare Sir Aldric. Forse ero un po’ idealista, ma pensavo che il matrimonio fosse un passo da fare solo con chi si amava.
E a proposito…
«Tu sei fidanzata, giusto?»
«Oh sì, con Phil,» annuì Celeste, «avrei dovuto sposarmi fra un anno, ma beh ora non so se succederà.»
Sapevo che con “Phil” si riferiva a Philemon Hargrave, figlio di un potente marchese delle regioni settentrionali.
«Beh, non gli dispiacerebbe sentire che vorresti sposare qualcun’altro?»
«Nah, non penso gliene importerebbe più di tanto, dopotutto si tratta di un matrimonio combinato,» Celeste allontanò il pensiero con un gesto.
«Oh… mi dispiace.»
«Non ti preoccupare. Tra nobili si fa così. E, onestamente, a me non dispiace troppo. Philemon è un bravo ragazzo e siamo amici. Pensa se mi avessero appioppato un vecchio come a mia cugina!» sorrise Celeste, « tu invece? Sei così carina che avrai di sicuro un ragazzo!»
«Eh io!? No… mai avuto.»
“Non che non abbia ricevuto proposte.”
Dopotutto ero stata sfidata per quel motivo il primo giorno che ero arrivata qua. Anche nella mia vecchia cittadina non erano mancati i pretendenti, ma li avevo rifiutati tutti.
Non ero chiusa all’idea di frequentare qualcuno ma, finora, nessun ragazzo aveva mai attirato la mia attenzione.
«Beh, hai tutto il tempo del mondo. E con il tuo bel faccino avrai tanta scelta,» Celeste mi fece un occhiolino, «ma vedi di stare alla larga da Aldric. Se non lo posso avere io, allora non l’avrà nessuno!»
Scoppiammo a ridere entrambe.
Dopo un attimo però tornai seria. Mi era venuta in mente una cosa. Celeste era la persona perfetta con cui parlarne.
«Celeste, pensi che Aldric, quando era all’Accademia, abbia dovuto lottare come stiamo facendo noi?»
Per una volta l’espressione della ragazza si fece seria.
Senza il suo perenne sorriso sembrava quasi un’altra persona.
«Ci hai pensato anche tu, eh? Non vedo altre alternative. La situazione in cui ci troviamo spiega perfettamente perché non si conosca nessuno che abbia studiato con lui. Sono tutti svaniti nel nulla.»
«Ma allora perché Aldric non ha detto nulla?»
«Già quello è il problema, la spiegazione più ovvia è che voglia insabbiare tutto. Non vuole far sapere di aver ucciso i suoi compagni di classe per diventare quello che è.»
Il sorriso tornò ad increspare le labbra di Celeste.
«Ma io mi rifiuto di pensarlo! Per questo ho altre due ipotesi.»
«Dimmi, dimmi.»
Non volevo altro che mi desse una ragione per credere che il mio idolo non fosse un codardo o peggio, un assassino senza scrupoli.
«Numero uno! Purtroppo potrebbe non ricordarsi nulla. Nessuno ha memoria dei suoi compagni di classe. È ovvio che dietro ci sia lo zampino di un incantesimo. La scuola potrebbe semplicemente aver cancellato i suoi ricordi. Certo, fare una cosa del genere a qualcuno così forte come Aldric non deve essere stato facile, ma potrebbero averlo ingannato.»
«Numero due! E la mia preferita,» continuò Celeste energicamente, «Aldric sta aspettando l’occasione giusta per rivelare tutto. Dietro questa scuola c’è il Re, no? Anche qualcuno come Aldric non può andar contro al Sovrano come se niente fosse. Ma un giorno, al momento giusto, colpirà. Svelerà i crimini della corona, innescando una rivoluzione senza precedenti!»
Celeste scattò in piedi indicando in avanti.
Certo, la figlia di un duca era l’ultima persona che mi sarei aspettata inneggiare alla rivoluzione.
«Senza precedenti!»
Contagiata dal suo entusiasmo saltai su dalla sedia e mimai il suo gesto.
Scoppiammo entrambe a ridere.
Quando ci fummo sedute nuovamente, decisi di chiederle:
«Celeste… posso farti una domanda personale?»
«Spara!»
«Come fai ad essere sempre così… felice? Sai nella situazione in cui ci troviamo.»
I dolci occhi castani di Celeste si accesero di stupore.
«Sono certa che non sei la prima a domandarselo… ma nessuno me l’aveva mai chiesto direttamente.»
Fece una pausa.
«Mmh… vedi, probabilmente mi prenderai per matta, ma sono contenta di essere qui.»
“Uh?”
«Prima di arrivare all’Accademia la mia vita era così noiosa. Lezioni e lezioni di galateo, ricevimenti su ricevimenti. Per non parlare di tutte le visite di altri nobili in cui dovevo stare in un angolo a fare la bella statuina,» mi raccontò Celeste sospirando.
«Qui, invece, finalmente posso dedicarmi alla mia più grande passione: la magia. Certo tutta la parte del “uccidersi a vicenda” non è il massimo ma, onestamente, non mi sono mai sentita così viva…»
Forse era un po’ matta. Ma un minimo la capivo.
Se non fosse stato per la competizione mortale in cui eravamo intrappolate, questi giorni sarebbero stati probabilmente i più felici della mia vita.
Anche per questo ero decisa a farla pagare all’Accademia.
Io e Celeste continuammo a parlare del più e del meno per un’altra ora. Ormai avevo capito che non c’erano secondi fini dietro il suo invito, voleva solo passare del tempo con me.
A parte Amy, non mi ero mai sentita così a mio agio con una ragazza della mia età. Con Sophia dopotutto le mie conversazioni erano tutto meno che tranquille.
Decisi quindi di approfittare di questa nuova amicizia che avevo trovato. Celeste era proprio la persona perfetta.
«Senti Celeste… Ti andrebbe di fare qualche duello di allenamento con me ogni tanto?»
«Oh?» la ragazza sembrò subito eccitata all’idea.
«Vedi, lo scontro con Chloe mi ha fatto capire che non posso sempre affidarmi alla forza bruta. Ho bisogno di imparare nuovi incantesimi e modi per usarli in battaglia. E tu…»
«Oh, amica mia, ci divertiremo un mondo assieme!» disse Celeste poggiando una mano sulla mia spalla, gli occhi che brillavano, «ma non ti aspettare che ci vada piano solo perché è un allenamento.»
Dopo qualche minuto infine ci salutammo, con la promessa di incontrarci nel fine settimana.
Attraversai i corridoi della scuola diretta alla mia stanza.
Stavo pensando ancora a Celeste e per questo non mi accorsi che dietro un angolo qualcuno mi aspettava, appostato.
«Certo che sei stata ore lì dentro…»
«EH?!» sobbalzai dallo spavento.
«La vuoi smettere di tendermi agguati! È la seconda volta che mi fai venire un infarto! » sgridai Sophia, «e che diavolo ci fai qui? Mi stai pedinando?!»
«No… ero solo un po’ preoccupata. Che cosa voleva?»
Mi rilassai. Certo mi aveva fatto prendere uno spavento, ma sembrava che avesse buone intenzioni.
«Niente di che, abbiamo solo chiacchierato…»
«Solo chiacchierato…» Sophia mi lanciò un’occhiata sospettosa, «dovresti stare attenta a darle confidenza.»
“Uh?”
«Perché questo astio verso Celeste? So che è una nobile super importante, ma sembra veramente una brava ragazza.»
«Hai detto bene… Che ci fa qualcuno di così influente qui dentro? Pensi che il Re possa veramente aver mandato la figlia del suo braccio destro qua a morire?»
Avevo già pensato a qualcosa del genere, ma che altre alternative c’erano?
«Cosa intendi?»
«Non hai pensato che l’Accademia potrebbe avere una talpa tra gli studenti? Per sedare eventuali tentativi di ribellione sul nascere… Celeste sembra la persona perfetta per una cosa del genere.»
«Mmmh…»
Potrebbe aver ragione. Non era impossibile che tra gli studenti ci fosse nascosto qualcuno dalla parte dell’Accademia. In questo modo Skylark avrebbe potuto avere una spia tra di noi.
E di sicuro qualcuno particolarmente vicino al Sovrano sarebbe stato l’infiltrato ideale. Ma…
«Se anche fosse vero, sono certa che non sia Celeste. Non la conosci, è diversa da tutti gli altri nobili. E comunque non abbiamo parlato di nulla di importante…»
Ovviamente c’era la possibilità che fosse un’ottima attrice e mi avesse ingannato, ma non riuscivo ad immaginare che vi fosse traccia di malizia dietro quel volto perennemente raggiante.
«Se lo dici tu… Io ti avvisato, poi… fai quello che ti pare,» sbuffò Sophia.
«…»
Un pensiero mi balenò nella mente. Possibile che…
«Non è che sei gelosa?» le chiesi divertita, tirandole una gomitata giocosa.
«Gelosa?! E di che?» sbottò Sophia, sconvolta dalla mia accusa.
Le misi un braccio sulle spalle:
«Non ti preoccupare, passeremo insieme tutto il tempo che vuoi! Ora che ho finito con Celeste, puoi avermi tutta per te!»
«Idiota! Mollami!»
Battibeccando come al nostro solito ci dirigemmo insieme verso la sala comune.
Nei recessi della mia mente però, il monito di Sophia continuava a risuonare forte e chiaro.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Chillram9