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Autore: Altair13Sirio    20/04/2024    0 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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L'incidente avvenuto con Iustitia e Xenomorphus aveva lasciato tanti interrogativi anche dopo che le acque si furono calmate e i ragazzi cominciarono a lasciarselo alle spalle; essendo stati colpiti direttamente dall'evento, era nel loro interesse scoprire cosa stesse succedendo e tutti quanti iniziarono a prestare maggiore attenzione ai piccoli segnali che avrebbero potuto rivelare qualcosa di nuovo; o almeno pensarono di starlo facendo. La verità era che da quel momento in poi ai ragazzi sembrò di essere diventati delle cavie, non più in controllo della propria vita; era come se qualcuno si fosse inserito nella loro vita di tutti i giorni e avesse iniziato a spiarli costantemente. Come potevano davvero notare dei cambiamenti se la loro stessa percezione non era affidabile? Kya iniziò ad approfondire i suoi studi sugli Stridiosauri e sui FranXX, iniziati già da tempo ma quasi interrotti dopo lo shuffle per poca motivazione; la ragazza avrebbe voluto capire perché le succedessero quelle cose quando si connetteva con Ryo, ma purtroppo le informazioni riguardo alla connessione scarseggiavano.
Se non ci fosse stato quell'episodio che aveva coinvolto sia loro che la coppia di Xenomorphus, Kya avrebbe pensato che si fosse trattato di una eccezione, di qualcosa che riguardava il loro speciale legame. Ma se quel problema includeva anche gli altri, in quanto caposquadra doveva cercare una soluzione; non riusciva a fare a meno di pensare che le stesse sfuggendo qualcosa, ma la verità era un'altra.
La ragazza aveva un presentimento avvinghiato in profondità nel suo animo, una sensazione sgradevole che non capiva appieno: sentiva che ci fosse qualcosa fuori posto e non sapeva cosa, per questo aveva iniziato a studiare il passato degli Stridiosauri nella speranza di trovare qualche indizio che la mettesse sulla strada giusta. Ma tutto quello che leggeva sembrava un mucchio di informazioni generiche, abbozzate e a tratti incorrette; perdeva interesse rapidamente e per qualche motivo nella sua mente si formava la convinzione che ciò non le servisse a nulla.
E' tutto sbagliato. Pensava; non del proprio metodo ma di ciò che stava leggendo. La sua mente correggeva automaticamente le nozioni riportate nei libri e le ampliava, completando una storia raccontata solo in parte… Ma qual era la parte che conosceva lei? Come faceva a conoscerla?
Per paura che la risposta non le piacesse, Kya quel giorno lasciò perdere i libri e uscì a prendere un po' d'aria. Era ormai giugno, faceva caldo, i suoi amici passavano tanto tempo all'aperto e anche le loro uniformi erano cambiate, diventando più leggere e corte, con scarpe più fresche ma non più adatte a ogni tipo di terreno. Gli allenamenti con gli Stridiosauri erano ripresi come da programma e non si erano più verificati incidenti dopo la prima volta, ma quella sensazione che stesse succedendo qualcosa di strano non voleva andarsene; e adesso sembrava che il problema che aveva coinvolto lei, Ryo, Kaoru e Aiko fosse esteso all’intera squadra. Non era ancora chiaro perché riuscissero a leggere la lingua degli Stridiosauri, ma i Parasite sembravano averla imparata dal giorno alla notte, come se l’avessero sempre conosciuta: leggevano perfettamente i caratteri dell’Homo Klazōsàuros concordando tutti sul significato e la pronuncia di ogni parola e sapevano tradurre nella loro lingua qualunque frase postagli davanti con scioltezza. Erano diventati effettivamente bilingui, nonostante non sembrassero riuscire a parlare loro stessi quella lingua morta. I ricercatori erano anche riusciti a creare un piccolo breviario sui termini tecnici utilizzati dall'Homo Klazōsàuros, e più parole traducevano, più gli studiosi dell'I.P.U. si entusiasmavano.
Gli amici di Kya stavano tutti alla grande, almeno per quanto poteva saperne lei. Kaoru continuava a lamentarsi di fare sogni che non riusciva a ricordare, Tetsuya continuava a sparire di tanto in tanto nel fine settimana e Suzuko teneva il broncio come sempre; onestamente, la caposquadra non era un'ottima osservatrice. Ma anche se lo fosse stata, tanti dei suoi compagni non si sarebbero aperti facilmente e anche con le sue doti da investigatrice sarebbe stato difficile saperne qualcosa…
I ragazzi non erano gli unici ad avere segreti. Anche dopo il loro patto di trasparenza, gli adulti avevano deciso di tenerli all'oscuro dell'incidente che aveva coinvolto Hachi a Mistilteinn; principalmente era stata Nana a deciderlo per potersi concentrare sull'aiutare il marito a superare quel momento. Il contatto con i VIRM lo aveva destabilizzato, offuscato il suo giudizio: era come se dopo un po', quegli incontri segreti con il Padre fossero diventati qualcosa di essenziale per lui e ne fosse ormai assuefatto. Vederlo in quello stato era già abbastanza per Nana, voleva risparmiarlo ai ragazzi; se avessero saputo che l’uomo fiero e sicuro di sé che avevano conosciuto si era ridotto a uno straccio pur di sentire le parole contorte del nemico, ne sarebbero stati gravemente demoralizzati. Nana si assicurò che Hachi stesse lontano da qualsiasi tipo di comunicatore e iniziò a passare molto più tempo in sua compagnia. Si erano allontanati nell'ultimo periodo, troppo concentrati sul proprio lavoro, perdendo di vista il loro legame; così la coppia di immortali iniziò a farsi vedere molto più spesso in giro per il parco di Mistilteinn, a passeggio lungo il sentiero nella foresta o sulle rive del lago, e nel frattempo Nana fu al fianco di Hachi per tutto il tempo durante la sua "riabilitazione." Era importante capire se i VIRM avessero impiantato qualche sorta di innesto nel suo subconscio, se lo avessero convinto di qualcosa o anche solo se, nelle loro chiamate, stessero cercando di distrarlo da qualcos'altro. Furono talmente indaffarati in questo periodo che si dimenticarono per un po' dei misteri che avvolgevano i ragazzi della loro squadra, ma anche se passati in secondo piano i lavori iniziati continuarono senza che loro ne sapessero niente e un giorno di metà giugno, pochi giorni dopo una nuova battaglia superata brillantemente, un rapporto corposo fu posato sulla scrivania di Hachi e lui quasi neanche se ne accorse in un primo momento.
Fu solo in serata che l'uomo, riordinando la propria stanza, riconobbe i documenti che lui stesso aveva richiesto in gran segreto diversi mesi addietro, e all'improvviso il suo volto si illuminò di una curiosità che pensava fosse andata via a quel punto. Anche se avrebbe dovuto restare un segreto, non riuscì a tenere Nana all'oscuro di ciò e per questo la chiamò dicendole di avere qualcosa tra le mani.
Sapeva che avevano deciso di lasciar perdere quella storia e concentrarsi sul presente, ma la curiosità era stata troppo forte. E ora forse era arrivato il momento di scoprire la verità.
In un primo momento, la donna non sembrò capire il significato di quelle parole; semplicemente si rifiutò di connettere i punti. Poi finalmente la sua mente riuscì a dare un senso al messaggio di Hachi e le prime parole che vennero fuori dalla sua bocca furono un misto di stupore e rabbia.
«Hai fatto recuperare l'intero albero genealogico di quei ragazzi?» Hachi non solo aveva chiesto di trovare informazioni sulle famiglie dei loro protetti, ma aveva fatto scavare in profondità nelle loro famiglie di centinaia di anni, il tutto motivato dalla strana somiglianza di Kya e Ryo con Zero Two e Hiro. Era un ragionamento folle, ma la curiosità di Hachi era stata tale da spingerlo a dargli una possibilità; il tempo non lo preoccupava e sapeva di avere i mezzi per un intervento del genere, così aveva incaricato alcune persone di fare delle ricerche sulle famiglie di Kya e Ryo, andare a ritroso negli anni e nei secoli, generazione dopo generazione, per poter tracciare una linea che arrivasse a spiegare anche solo in parte perché avessero quell'aspetto e perché ogni cosa che facessero sembrasse rimandare sempre ai loro vecchi protetti.
«Lo so che è una cosa che ci eravamo ripromessi di non fare. E' una grossa violazione di privacy, ma ti prometto che qualunque cosa scopriremmo non intaccherà il mio giudizio su di loro.» Iniziò subito a giustificarsi Hachi, sapendo di essere poco convincente. Nana non gli diede il tempo di aggiungere altro.
«E' immorale!» Sbottò continuando a guardarlo allibita, lo sguardo tornava sempre ai fascicoli che nascondevano la verità. Quegli occhi bramosi non passarono inosservati ad Hachi, che sapeva bene quanto anche lei fosse ansiosa di conoscere il loro contenuto.
«Abbiamo visto chiaramente come quei due siano persone a sé stanti, non credo che rischiamo di farci influenzare più da questi fogli.» Continuò lui. Erano state innumerevoli le volte che i due ragazzini gli avevano ricordato di Hiro e Zero Two, ma ce n'erano state tante altre che avevano dimostrato quanto fossero diversi. Se anche quella ricerca avesse dovuto confermare che Kya e Ryo discendessero in qualche modo da loro, che differenza avrebbe fatto a questo punto?
«L'unica cosa che ne otterremmo, sarebbe sapere che i nostri amici alla fine sono riusciti a tornare, in qualche modo…» Quelle parole sembrarono far scattare una scintilla negli occhi di Nana, che nonostante l'aria di protesta era sempre stata divorata da quelle domande, come tutti loro; i Parasite della Squadra 13 erano morti senza mai ricevere una risposta, ma sperando fino all'ultimo di avere notizie dei loro vecchi amici. Quella ricerca sarebbe stata un testamento alla loro pazienza, avrebbero potuto finalmente – forse – porre fine a quella antica attesa.
In un primo momento Nana sembrò sprezzante all'idea, non ne voleva sapere. Poi scosse la testa e inspirò a fondo, e quando espulse tutta l'aria in un colpo solo i suoi occhi cambiarono visibilmente.
«Dai qua!» Borbottò sapendo di star facendo qualcosa di cui si sarebbe pentita. «Io controllo Kya, così faremo prima.»
Hachi le passo uno dei due grossi fascicoli e sorrise sotto i baffi. L'aveva presa in giro una volta per quella sua curiosità difficile da tenere a bada, avrebbe avuto tutti i motivi per farlo anche stavolta, ma preferì tacere; in fondo lui era stato il primo a cedere a quella stessa curiosità.
Gli studi continuarono per ore fino a notte fonda. Anche dividendosi il lavoro Hachi e Nana ebbero bisogno di tempo per confrontare i nomi degli alberi genealogici – che andavano a complicarsi sempre di più una generazione dopo l'altra – con i documenti recuperati dai collaboratori di Hachi per far combaciare tutto; inizialmente Nana aveva pensato che tutti quei mesi non fossero giustificati per un lavoro così, ma fu proprio la mole del lavoro portato che le fece capire presto quanto rapidi fossero stati i ricercatori di Hachi.
Era incredibile, anche solo passando rapidamente da un nome all'altro, restavano ancora migliaia di nomi da controllare, verificare, far combaciare… Ma in un primo momento, quando si resero conto che non sarebbero riusciti a finire tutto quanto quella notte, decisero di saltare direttamente alle radici più profonde, i nomi in fondo alla lista da cui era partito tutto per vedere se ci fosse veramente qualcosa di vero in quelle domande che li avevano assillati per tutti quei mesi.
Ovviamente non si aspettavano di vedere scritto qualche nome che gli sarebbe risultato familiare, anche se Hiro e Zero Two si fossero nascosti tra quei rami non avrebbero sicuramente avuto i loro veri nomi: questo perché – se anche fosse vero che erano riusciti a tornare a casa – se per qualche motivo non si erano fatti rintracciare in tutto quel tempo, avrebbero usato dei falsi nomi, e Hiro era un maestro nel crearne. Ma anche se a fatica, ogni personalità per quanto antica nell'albero genealogico era stata documentata e riportata in quei fogli; come c'era da aspettarsi, molti degli antenati di Kya e Ryo erano stati Parasite, ma quasi tutti erano stati liberati dalle cellule criogeniche dove venivano riposti i "soggetti difettosi" alla fine della guerra, quindi solo una parte di loro aveva realmente lottato a bordo dei FranXX. Dopo la fondazione di Anemone, entrambe le famiglie rimasero a viverci per generazioni e nulla di radicale cambiò.
Dopo una attenta lettura, l'orologio nell'ufficio di Hachi segnava l'una e quattordici. Si era fatta notte e non se n'erano accorti minimamente.
Hachi e Nana si guardarono instupiditi, consci di aver forse sprecato tutte quelle energie, risorse e le loro attenzioni per pura curiosità. Forse c'era davvero qualcosa di strano nell'aspetto dei ragazzi, o forse era vero che pur non somigliando completamente ai genitori, un caso su un milione avesse permesso che i geni rimasti sopiti per generazioni li avessero fatti somigliare tanto a quei due ragazzi persi tra le stelle mille anni prima… Ma per qualche motivo i due immortali si sentirono tremendamente stupidi ad aver pensato tutte quelle cose e non riuscirono a fare a meno di ridere sguaiatamente della propria ingenuità.
Mentre decidevano di lasciare quel lavoro lì come era, Nana e Hachi sorridevano. Lei era contenta che fosse finita così, anche se inizialmente era stata delusa dal comportamento del marito; così facendo avrebbero potuto distrarsi un po' assieme e Hachi soprattutto avrebbe avuto altro per la testa in modo da dimenticare il Padre e i suoi messaggi velenosi. Tuttavia adesso era lei quella che si era messa un tarlo nella testa e l'idea di lasciar perdere tutto così non la soddisfaceva, così mentre si cambiavano per la notte e continuavano a commentare la giornata appena trascorsa, ricordandosi a vicenda le attività da svolgere con i ragazzi, la donna si fece un appunto nella mente e si promise di occuparsene il prima possibile.
   
 
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