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Autore: AskMeToStay22    27/04/2024    0 recensioni
"Quando crederai di non avere più alcuna via di uscita, e penserai di essere giunta alla fine del percorso...
Quando ti sentirai esclusa da tutto, e vorrai scappare lontano...
Quando tutto sembrerà andare a fondo e non risalire più... ricomincia.
Abbi il coraggio di ricominciare. Da te stessa, da chiunque altro... dall'amore. Ricomincia dall'amore che ti porti dentro, e non reprimerlo più. La vita è troppo breve per non lasciarsi andare. Ricorda che l'amore è astratto, non puoi toccarlo, o disegnarlo. Puoi solo viverlo.
Vivilo Margot... vivilo."
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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5.

Vivo in questo appartamento da soli due giorni ed è già un casino. Ho impiegato qualche minuto abbondante per cercare le chiavi di casa che erano sepolte da una pila di libri che non ho avuto il tempo di sistemare, sfornando ripetutamente parolacce. Alle 18.30 dovrò stare al ristorante e solo ora mi sono resa conto di non possedere una camicia bianca.
Sono sempre la solita stralunata!
Indosso in fretta i miei pantaloni neri, sicuramente non avrò tempo per ritornare a casa dopo aver acquistato la camicia. Lego i capelli in una coda alta e dopo aver preso la borsa scappo letteralmente fuori casa. Mi faccio largo tra i passanti mentre cerco sul cellulare il negozio di abbigliamento più vicino, fortunatamente non dista molto dal ristorante. Cammino a testa bassa cercando di incrociare meno sguardi possibili, la mia psiche è così suggestionata al punto tale da essere quasi spaventata perfino ad uscire di casa. So che dovrei stare tranquilla, Lui mi ha garantito che è quasi impossibile che mi trovino ora che della mia vita precedente non è rimasto nulla, ma chi glielo spiega al mio cervello?
Ora che sono completamente sola devo ricominciare tutto da capo, instaurare rapporti, conoscere persone. Eppure da bambini non sembrava essere così difficile.
Ho l'affanno quando finalmente raggiungo il negozio di abbigliamento, non vedo l'ora di potermi permettere una nuova auto e limitare così le mie corse spastiche. Evito acidamente ogni commessa che cerca di avvicinarsi, non posso perdere tempo. Scorgo rapidamente il reparto dei capi basic dal quale prelevo la prima camicia bianca che mi capita davanti, senza fare troppa attenzione alla taglia e al modello. Mi dirigo nei camerini per indossarla, calza un po' larga ma non mi importa. Impreco mentre mi accorgo di aver sbagliato a coordinare i bottoni, costringendomi a ripartire da capo. Nascondo nella mia borsa la maglia che indossavo fino a poco fa e corro verso le casse che fortunatamente sono libere. Sorrido alla ragazza che aspetta che gli porga il mio acquisto, per poi indicarle il cartellino della camicia che non ho staccato appositamente per pagare e non rischiare di passare per una ladra. Mi becco un'occhiata torva mentre si protrae verso di me per scannerizzare il prezzo, ma d'altronde non c'è scritto da nessuna parte che non si possa lasciare il negozio indossando la merce appena acquistata. Esco nella stessa maniera in cui sono entrata, ossia correndo. Controllo maniacalmente l'orologio, mi verrà un infarto se non comincerò a organizzarmi per bene. Piombo nel ristorante col mio fare goffo e circense, attirando più attenzioni del dovuto.

<< Buonasera a tutti >>, esordisco col fiato corto, provocando le risate di qualche cretino che non riesco a distinguere. Sono già tutti in postazione, ordinatamente vestiti e pronti per cominciare il servizio. Sistemo la camicia stirandola con le mani, non mi abituerò mai a questo vestiario da pinguino. Scorgo Kim e Julian uno di fianco all'altro sussurrarsi qualcosa, per poi rivolgermi un occhiolino fugace.

<< Dritta con queste spalle >>, sbuca improvvisamente Hayden, raddrizzandomi la postura con le sue mani.
Cominciamo bene!
Gli rivolgo uno sguardo di scuse, dovrò lavorare sul mio portamento per essere all'altezza di questo locale. La cucina comincia già a diventare un via vai continuo nonostante le porte del ristorante non siano state ancora aperte. Posso solo lontanamente immaginare quanto si guadagni in una sola sera.
Mi do subito da fare imitando alcune mosse dei miei colleghi, seppure questa cucina sembri essere immacolata c'è ancora qualcosa da sistemare. Do una passata di spugna alla penisola sulla quale sono poggiate alcune vaschette di verdure in olio, presumo che siano quelle preparate stamattina da Hayden. Il profumino è davvero invitante, spero di poter assaggiare qualcosa prima o poi.

<< Se non ti senti ancora sicura puoi limitarti a prendere le comande stasera >>, sussurra ancora alle mie spalle, facendomi nuovamente sobbalzare. Spero che io non sembri ansiosa ai suoi occhi.

<< No, posso farcela >>, replico convinta, facendolo sorridere. Distolgo lo sguardo mentre si arrotola la bandana sulla fronte, pronto per mettersi ai fornelli.

<< Ragazzi, si apre >>, grida entusiasta per poi accendere vari macchinari di cui ignoro la funzione. Torno in sala per assicurarmi che sia tutto in ordine, seguita da Kim e Julian che sembrano voler fare lo stesso.

<< Capelli riccissimi, lunghi e biondi, è lei Rosie >>, sussurra il mio collega sgattaiolando alle mie spalle, ricordandomi di aver lasciato il discorso "Rosie" in sospeso. Mi guardo attorno alla ricerca della pecora nera del ristorante, trovandola dietro il carrello dei dolci. Dalle storie di Kim e Julian potrei presumere che abbia appena avvelenato il tiramisù. Fortunatamente i primi clienti cominciano ad arrivare prima che la mia mente elabori altre ipotesi di sabotaggio. Questa volta afferro una penna e un taccuino per non rischiare di dover nuovamente scrivere tutto sul cellulare e dopo aver preso un respiro profondo mi avvicino a uno dei tavoli occupati per prendere le ordinazioni. Cerco di seguire i consigli di Kim riguardo la manipolazione del cliente, ossia corromperli affinchè ordinino quasi tutti le stesse pietanze, puntando sempre sul piatto del giorno.

<< Lo chef questa sera propone un buonissimo risotto agli scampi profumato al limone >>, pronuncio trattenendo il disgusto al solo pensiero di dover servire quegli abitanti marini tutte le sere. Dovrò parlare con Hayden per convicerlo a proporre un menù innovativo privo di pesci e crostacei.

<< Non amo il limone >>, replica acidamente una signora, risultando più aspra del limone stesso. Mi sforzo di sorriderle, non posso alzarle il dito medio così presto.

<< Bene, allora lo chef vi propone un risotto agli scampi senza limone >>, continuo, provocando l'ilarità dell'intero tavolo.
Sfortunatamente fallisco miseramente, nessuna delle sei persone ordina il piatto del giorno, scegliendo pietanze complicate e tutte diverse tra loro. Torno in cucina borbottando, spero che Hayden non abbia niente da ridire.

<< Chef, tavolo 34, hanno ordinato sei primi piatti differenti, lascio correre o devo portare come assaggio un risotto agli scampi non profumato al limone, perchè alla signora acida non piace, per cercare di far cambiare idea a qualcuno? >>, domando tutto d'un fiato, esternando la mia evidente irritazione.
Hayden scoppia a ridere, ma in fondo so che si sta chiedendo cosa abbia fatto di male per avermi nel suo ristorante. Appendo la comanda insieme alle altre memorizzandola mentalmente nel caso a Rosie venisse la brillante idea di farla sparire.
Il gentile signore che ieri ho scambiato per il titolare mi porge due antipasti da portare al tavolo 21, è incredibile come in pochi minuti la cucina sia diventata già un inferno. Spero almeno di servire quanti più tavoli possibili per poter ricevere abbastanza mance da potermi permettere un'altra spesa.
Sorrido debolmente a Kim incrociandola per la sala, quasi invidio la disinvoltura con la quale sorregge le portate mentre vola da una parte all'altra. In confronto io sono un canguro spastico. Come previsto da Hayden il locale si riempie in poco tempo, a occhio e croce credo che ci sia il tutto esaurito. Mi stupisco della velocità con la quale riesco a servire le portate e prendere le comande, anche se per il momento mi accontento di portare solo due piatti per volta per evitare di fare disastri. Le mance viaggiano alla grande, potrei comprare una camicia bianca ogni giorno se continuano così. Non riesco a credere di aver avuto la fortuna di trovare questo posto senza nemmeno fare chissà quanta fatica, ogni tanto la sorte si ricorda di me.
Rubo una patatina fritta da un piatto lasciato a metà, facendo attenzione a non farmi vedere mentre lo riporto in cucina. Anche oggi ho mangiato troppo poco e se non mi organizzerò in fretta rischierò di dover rifare anche il guardaroba. Spero che a servizio finito ci sarà ancora qualcosa da sgranocchiare.
Mi sorprendo nel non trovare Hayden ai fornelli quando rientro in cucina, infatti noto l'aiuto cuoco in estrema difficoltà mentre si divide tra un'infinità di padelle. Spero che non gli sia successo nulla.

<< Posso aiutarla? >>, gli chiedo cordialmente nonostante sia consapevole di essere una pessima cuoca. L'anziano mi rivolge una rapida occhiata, continuando a spadellare a quattro mani.

<< Puoi chiamare Hayden? È fuori la porta d'emergenza, digli che è urgente! >>, replica con voce affaticata. Il suo viso è rosso come un peperone, eppure credo che abbia un'età pensionabile. Chissà perché si trovi ancora qui. Annuisco, prima di dirigermi velocemente fuori. La strada in cui sbuco è stretta e buia, piena di sacchi della spazzatura di vari colori. Mi guardo attorno attentamente, ma qui Hayden non c'è. Continuo a camminare fin quando non sento delle voci bisbigliare poco lontano, ho quasi il timore di interrompere qualcosa di importante. Mi fermo prima di svoltare l'angolo, riconosco la sua voce interloquire con quella di una donna. Non sarà corretto origliare, ma non ho intenzione di rischiare di trovarmi in una situazione imbarazzante.

"Possiamo parlarne a casa? Ho la sala piena". Lo sento dire piano, il tono della sua voce è calmo e supplichevole.

"Parlarne a casa? E quando, se non ci sei mai?". Replica la donna che al contrario di Hayden sembra essere irritata ed esasperata. Come diavolo me ne esco da questa situazione ora?

"Sophie, è lavoro, è il mio sogno, la mia vita! Tu sai quanti sacrifici ho fatto per arrivare fin qui, non puoi rinfacciarmi tutto!". Anche senza guardarli percepisco l'intensità dello sguardo di Hayden nel pronunciare queste parole. Intuisco dal nome pronunciato che stia discutendo con la sua fidanzata, colei che devo ringraziare per essere qui. Qualcosa mi dice che non debba essere semplice essere la ragazza di qualcuno che lavora tutto il giorno.

<< Sono giorni che non fanno altro che discutere >>, una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. D'istinto mi porto una mano alla bocca per contenere lo spavento, ma mi spavento ancora di più quando noto una folta chioma bionda.
Rosie.
Ridacchia silenziosamente vedendo la mia reazione, lei non sa che la conosco già.

<< E tu che ne sai? >>, domando curiosa. A causa sua sto perdendo il resto della discussione tra i due fidanzati.

<< Li spio, così come stai facendo tu >>, replica divertita, e devo solo sperare che non vada a riferire tutto a Hayden. So già che alla prima occasione mi ricatterà.

<< È da mesi che aspetto che si lascino, eppure tornano sempre insieme >>, confessa amaramente, lasciandomi a bocca aperta.

<< Ti piace Hayden? >>, continuo, sentendomi una quindicenne.

<< Se mi piace? Mi fa impazzire! Trovamene una in questa cucina a cui non piaccia! >>, ammette, ed è assurdo che stiamo conversando di questo a due passi da lui.

<< Beh, me >>, rispondo senza pensare. Chissà quanto mi costerà questa risposta.

<< Solo perchè sei nuova, tra due settimane sarai già cotta a puntino! Sempre se sei single, chiaramente >>, si lascia scappare una risatina, mentre a me sprofonda lo stomaco. Se solo sapesse cosa nascondo.

<< Ad ogni modo non è molto carino origliare i loro discorsi in questa maniera >>, cambio volutamente discorso, cercando di sfuggire a questa situazione molto scomoda.

<< Hai ragione >>, concorda, sorprendendomi. << Forse sarà meglio origliare così >>, si nasconde dietro una colonna poco distante, attaccando l'orecchio alla parete per sentire meglio.
Non voglio crederci!
Trattengo una risata, per poi decidere di darmi una mossa e richiamare Hayden prima che la cucina bruci in sua assenza. Avanzo verso i due che continuano a discutere animatamente, per poi placarsi non appena mi vedono.

<< Scusatemi, non vorrei intromettermi, ma in cucina mi hanno chiesto di dirti di rientrare, è urgente >> mi rivolgo a Hayden, salutando con la mano la sua ragazza, nonchè mia parrucchiera.

<< Sì, arrivo >>, replica prima di sussurrare qualcosa alla fidanzata. Mi raggiunge stizzito e devo impegnarmi per non fissare Rosie e il suo nascondiglio segreto. Rischierei di farla scoprire. Rientriamo in cucina in un silenzio imbarazzante, scorgo sul suo volto un'espressione che non avevo ancora visto. Sembra turbato.

<< Porcatroia! >>, esclama quando torna ai fornelli. Le padelle sembrano esplodere e l'odore che emanano non promette niente di buono. Le scaraventa rumorosamente nei cestelli di lavaggio, aprendo poi il rubinetto per poter disincrostarle subito.

<< Scusami Hayden, non sono riuscito a gestire tutto >>, pronuncia l'uomo anziano al suo fianco, il suo viso è ancora più rosso di poco fa. Quasi mi piange il cuore vederlo così.

<< Non preoccuparti nonno, è colpa mia. Ora rifacciamo tutto >>, replica comprensivo, dandogli una pacca sulla spalla.
Nonno? Quest'uomo è il dipendente di suo nipote? Assurdo!
Con un'estrema velocità getta nella pattumiera tutto ciò che è sui fornelli, per poi rimpiazzarli nuovamente con le stesse pietanze. Mi rendo conto di essere rimasta come una pera cotta al centro della cucina, in dieci minuti sono successe troppe cose e ora ho perso il ritmo.

<< Posso aiutarvi? >>, domando ancora una volta, ricordandomi troppo tardi di non saperci fare in cucina. Hayden annuisce, facendomi pentire di averlo chiesto.

<< De Martino, per favore, prendi tutti i camerieri che ci sono qui dentro e toglietevi tutti dal cazzo! >>, urla improvvisamente, spaventandomi. Mi aspetto che scoppi a ridere da un momento all'altro e invece non lo fa, anzi. Intuisco che fa sul serio quando noto i miei colleghi uscire dalla cucina borbottando, loro lo conoscono sicuramente più di me. Decido di fare lo stesso seguendoli in sala, e comincio già a dubitare delle belle parole spese da Kim e Julian nei suoi riguardi. Forse questo ambiente non fa per me.

 

   
 
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