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Autore: GeorgianaDenisa    28/04/2024    1 recensioni
Una relazione arrivata al limite.
Un amore che ormai si sta spegnendo a causa di un comportamento abusivo.
***
Cole la sta distruggendo, spingendola verso l'oscurità.
Drew l'aiuta ad uscire.
Una semplice coincidenza dà il via ad un gioco passionale che all'inizio ha un po' troppe pedine sulla scacchiera.
***
Un triangolo amoroso.
Una relazione tossica.
"L'amante migliore" è la storia di Kaylie Miller, Cole Cook e Drew Blain.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Kaylie Miller

Guardo fuori dal parabrezza e stringo con forza il volante tra le dita, ho come la sensazione che se avessi forza a sufficienza lo strapperei dal suo posto e lo sbatterei in testa a Cole. Il castano che sta sul sedile del passeggero mi analizza scrupolosamente, pronto a lamentarsi al mio primo, minuscolo, errore. In fin dei conti questo è quello che li viene meglio fare nell’ultimo periodo.
Preparo da mangiare, non ho cucinato bene.
Mi veste come sempre, non mi vesto abbastanza bene per sodisfare le sue aspettative.
Studio per superare gli esami, non lo faccio più bene come una volta.
Oh, la lista potrebbe continuare, ma se ci continuo a pensare, questo volante di pelle potrebbe diventare una collana attorno al suo collo.
‹‹Te l'ho detto che non sei capace.›› mi rimprovera ‹‹Proprio non capisco perché continui ad insistere.››
Sospiro, premendo la schiena contro lo schienale del sedile del guidatore. Mi passo le dita tra i capelli sciolti e lo sento il loro tremolio, segno che i miei nervi stanno iniziando a cedere. Sono così vicina al limite. Mi inumidisco le labbra, ho la gola secca e il mio corpo comincia a vibrare da tutte le giunture.
Crollerò, ne sono sicura, ma non vorrei che fosse questo il momento, perché non è uno dei più opportuni.
Fai un respiro profondo e chiudi gli occhi, Kaylie. So che puoi farcela, c’è la fai ogni volta.
‹‹Ammettilo che non sei brava in tutto.›› afferma beffardo, riuscendo nuovamente a ferire i miei sentimenti.
È la decima volta negli ultimi... ehm... trenta minuti, credo.
Estraggo le chiavi dall'accensione e gliele lancio in grembo, irritata da tutte le sue battute sul mio modo di guidare. Non sono il miglior pilota, lo so questo.
Ma in mia difesa, non ho preso la patente molto tempo fa, e lui non mi è di grande aiuto stressandomi le poche volte che mi presta l'auto. Non è già abbastanza umiliante il fatto che per farmi guidare una volta ogni tanto devo pregarlo come prega il Papa per la pace nel mondo. Ovviamente no, mi devo sopportare anche le sue battutine. Sono troppo emotiva e lo so molto bene, ma il modo in cui lui mi parla mette fuori combattimento ogni grammo di controllo che ho.
Se sai che ho appena preso la patente e che non sono proprio un asso nella guida, perché continui a fare critiche che non hanno nulla di costruttivo? Perché devi stressarmi, se sai che c’è la metto tutta?
Perché diavolo devi essere così idiota?
Dio, voglio strangolarlo, perché lui, il saccente, è esattamente la stessa persona che è entrata con la macchina nella cassetta postale dei suoi genitori qualche anno fa dopo aver preso la patente.
‹‹Prendi la tua auto e lasciami in santa pace›› ringhio esasperata, stufa di quello che è diventato il mio ragazzo, un idiota. Prendo la borsa dai sedili posteriori e lo guardo per qualche secondo prima di aggiungere. ‹‹Va' al diavolo, Cole.›› lo maledico, scendendo dall'auto, attenta a sbattermi la portiera con forza alle mie spalle.
Se avessi abbastanza forza, la strapperei dai cardini e la userei per colpirlo in testa, e tutto a causa dei nervi che mi provoca. Non capisco perché fa tanto l’idiota con me.
Mi metto la borsa in spalla e giro la testa da una parte all'altra per vedere in che direzione devo andare per raggiungere il dormitorio. Che si fotta.
La stazione di servizio dove ci siamo fermati non dovrebbe essere poi così lontana dalla nostra destinazione finale. In fin dei conti ci stavamo dirigendo proprio verso il campus.
‹‹Smettila di fare l’immatura, Kaylie!›› La sua voce mi penetra fino alle ossa mentre echeggia nel parcheggio della stazione di servizio mentre scende a sua volta dall'auto, girandole intorno per raggiungere il lato del conducente, a pochi passi da me.
Mi stringo di più nella giacca invernale a causa del freddo e mi faccio strada tra la neve rimasta sull'asfalto all'inizio di febbraio. Mi chiama, lasciandosi scapare anche qualche parolaccia mentre mi allontano da lui. Sono troppo nervosa per ascoltarlo ancora. Sono mentalmente stanca. Stanca di sentire quelle battute di merda. Stanca di lui.
‹‹Tornerai comunque da me.›› mi urla dietro, prima di salire in macchina. ‹‹Lo fai sempre.›› aggiunge sbattendo a sua volta lo sportello.
Stringo i denti e raddrizzo la schiena mentre permetto che le lacrime mi righino il viso. Lo sento mentre avvia il motore della macchina e sono sicura al 100% che nemmeno guarda più nella mia direzione. Lo vedo svoltare qualche minuto dopo e mi supera, allontanandosi, premendo sull’acceleratore fin in fondo.
Un gemito pieno di frustrazione mi scapa tra le labbra socchiuse.
Cosa faccio ora?
Come diavolo siamo finiti in questa situazione?
Dio, sono così stufa!
Non voglio disturbare Cecily dalla sua cena con Drake, e molto probabilmente anche Belle deve essere con Ethan. Colpisco un sasso con la punta della scarpa, mandandomi al diavolo da sola. Potevo semplicemente tacere e lasciar perdere, proprio come faccio sempre. Avrei potuto tentare un approccio diverso per la situazione, ma no, io ovviamente ho voluto fare la tipa tosta a mezzanotte mentre ero nella stazione all’uscita della città. Mettersi a discutere in questo genere di momenti e sottolineare quanto sono stanca di tutto ciò è proprio un’idea da vero genio. Ben fatto, Kaylie! Sei il più grande genio che la terra possa ospitare.
Infilo le mani nelle tasche del giubbotto e continuo a camminare nell’area gelata, avvicinandomi lentamente al campus. Visto quanto veloce cammino dovrei arrivare in camera per le due.
Ricordati di portare con te i soldi la prossima volta, mi rimprovero, sapendo che non chiamerò mai un Uber a quest’ora, vista la mancanza di soldi che ho in questo momento. Se avessi saputo che la serata sarebbe finita così, avrei portato con me il portafoglio. A volte mi chiedo quanto posso essere stupida. Oakley aveva ragione, avrei dovuto lasciarlo, ma c'è qualcosa dentro di me che mi impedisce di farlo. Qualcosa che mi fa andare avanti. Ricordi. I sentimenti che mi cullano il cuore in certe sere.
‹‹Maledizione.›› bofonchio sapendo che la discussione che abbiamo avuto stasera non servirà a migliorare il rapporto già teso tra me e Cole.
Quando arrivo al dormitorio sono distrutta. Le mie gambe sono stanche, così come i miei occhi e il mio cuore. Le ragazze non sono nella stanza, e da un lato questo mi rassicura, perché non sono al meglio e non vorrei dare spiegazioni a nessuno. Sono stanca di spiegare continuamente le cose perché ho già due agenti dell'FBI a casa travestite da sorelle.
Oakley vuole sapere quando lascerò Cole quasi ogni giorno, potrebbe chiedermelo anche ogni cinque minuti senza stancarsi. Mia mamma vuole sapere quando tornerò a casa con qualcuno che mi renderà veramente felice, una speranza che a volte penso stia iniziando ad appassire. Crystal è una delle poche dalla mia parte, anche se a volte è proprio lei quella che vorrebbe sbattermi con la testa contro il muro. Anche papà ha smesso di apprezzare Cole, facendomi impazzire quando sono a casa per le vacanze e voglio incontrarlo perché mi trova sempre qualcosa da fare.
Mi spoglio, indosso una vestaglia, pronta per farmi una doccia calda. Il freddo di fuori mi è penetrato nelle ossa, facendomi rabbrividire anche adesso mentre sono dentro dove fa un caldo tremendo.
Lascio che l'acqua scorra lungo il mio corpo, calmando la mia pelle mentre chiudo gli occhi e la mia mente torna al passato.
Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui io e Cole abbiamo iniziato a parlare, essendo più che amici. Era primavera, il fine di aprile quando il castano decise di fare il primo passo e dirmi che gli piaccio. Mi invitò al cinema e al parco, e anche se il genere del film scelto da lui non era esattamente di mio gradimento, il semplice fatto che fossi con lui mi faceva stare bene.
In passato era dolce, affettuoso e mi teneva tra le sue braccia ogni volta che qualcosa mi causava dolore.

Drew Blain

Mi infilo sul sedile posteriore dell'auto di Ian e consegno a Lottie la bottiglia d'acqua che mi ha mandato a prenderle quando il rosso ha fermato l'auto alla stazione di servizio per fare il pieno. La bionda, nonché mia migliore amica, mi strappa letteralmente l'oggetto dalle dita e beve metà del contenuto della bottiglia in un solo sorso.
La guardo con aria interrogativa, mordendomi la lingua per non dirle niente riguardante l’eccessivo consumo di erba che ha fatto stasera. È meglio che io mi morda la lingua, infatti sposto lo sguardo verso l’esterno dell’auto.
Questo non è né il momento né il luogo per confrontarmi sulle sue scelte. Lo farò domani mattina, quando a colazione le prenderò del caffè amaro e delle ciambelle sepolte nella glassa al cioccolato bianco. Forse dovrei comprarle anche dello sciroppo d'acero, perché dopo oggi mi deve dei pancake.
Mi raddrizzo e alzo un sopracciglio quando noto una figura familiare che fa rifornimento alla pompa accanto alla nostra. No, non mi sorprende che il ragazzo di Kaylie faccia il pieno, quello che mi fa accigliare è la smorfia sul suo viso e il pacchetto di sigarette che tira fuori dalla tasca posteriore una volta che ha finito e mette apposto la pompa. Paga con la sua carta e i numeri sul monitor si azzerano. Lo noto mentre tira un primo fumo, cominciando a rilassarsi, poi tira fuori dal bagagliaio una bottiglia di birra. Si mette al posto di guida in meno di pochi minuti, i fari del veicolo illuminano l'asfalto davanti a se prima che parta.
Aggrotto la fronte, arricciando il naso come per dire qualcosa di poco ortodosso riguardo alla sua scelta, ma lascio perdere quando la portiera di Ian si chiude una volta che il rosso entra in auto e il motore di quest’ultima ricomincia a ruggire.
‹‹Allora andiamo a casa mia, vero?›› chiese il rosso lanciando una breve occhiata a Zack seduto al posto del passeggero.
Alzo le spalle con noncuranza quando i loro occhi si possano su di me, Lottie ed Emily mi imitano.
‹‹I miei genitori sono in Texas questo fine settimana da mia sorella, quindi la casa è tutta nostra.››
Sorrido, lasciando ricadere la testa all'indietro e chiudendo gli occhi per qualche secondo mentre l'auto comincia a muoversi.
‹‹Propongo qualche videogioco.›› la voce di Zack si sente rauca a causa delle parole pronunciate dal cantante alla radio. ‹‹Potremmo fermarci da Deliciosa per due grandi pizze e magari qualche birra.›› aggiunge poi.
‹‹Lasciami a casa se avete l’intenzione di fare cose noiose per tutta la notte.›› sento Emily sospirare dal lato di Lottie.
Anche se non riesco a vederla, sono sicuro che si è tirata in avanti in modo che potesse mettere la testa tra i due sedili, rimproverando i due soltanto con lo sguardo.
‹‹Voglio le ciambelle.›› sussurra la bionda alla mia destra, e con la coda dell'occhio noto che sta imbronciata.
Lei, a sua volta, avanza tra i sedili, prendendo il posto della bruna, e guarda i due con occhi da cerbiatta.
Nascondo il sorriso girando la testa verso il finestrino, chiedendomi se non sarebbe stato meglio se avessi bevuto anch’io qualcosa stasera.
La mia macchina è rimasta da Ian, e ho promesso alla bionda che l'avrei portata a casa, ma se avessi bevuto almeno una birra qualche ora fa non credo che sarebbe stato un così grosso problema.
Preferisco però essere cauto e non bere quando sono io a dover guidare, e stasera non mi sono potuto sottrare del tutto a tale dovere.
‹‹Sei con noi, Drew, vero?›› Li sento chiedere dopo aver trascorso alcuni minuti senza fare altro che discutere su quale cibo prendere dal primo fast food che incontriamo.
Mi appoggio allo schienale, gli occhi ancora fissi sullo scenario fuori dall'auto, e annuisco, sperando che questa risposta silenziosa sia sufficiente per loro.
Inarco un sopracciglio quando passiamo accanto a un volto familiare e arriccio il naso quando vedo l'ora tarda dopo aver guardato l'orologio al polso.
‹‹Drew?›› Lottie mi dà una pacca sulla nuca, reclamando tutta la mia attenzione, ma la mia mente piena di domande rimane sull'altra bionda che abbiamo oltrepassato prima con l’auto.
‹‹Si. Si.›› rispondo secato, lanciandole una rapida occhiata oltre la spalla.
Quando abbiamo lasciato la stazione di servizio Cole era lì, e da quello che ho visto era anche da solo. Allora perché Kaylie cammina per strada da sola quando già è passata mezzanotte e siamo a metà febbraio?
Vorrei poter trovare una risposta a questa domanda, ma smetto di guardare quando Lottie mi dà di nuovo una gomitata nelle costole per attirare la mia attenzione.
Dopotutto, ha davvero qualcosa a che fare con me per interessarmici così tanto?

Kaylie Miller

È un bussare alla porta che mi sveglia, facendomi stringere la coperta sopra la testa, perché il letto è così caldo che non vorrei lasciarlo per nulla al mondo. Non ho molta voglia di alzarmi, voglio continuare a oziare per un'altra ora o due.
‹‹Kaylie!›› Quella voce. La conosco così bene.
La riconoscerei tra la folla al culmine di un concerto rock.
Sussulto, aprendo automaticamente gli occhi, come se qualcuno fosse entrato e mi avesse colpito per svegliarmi alla realtà mentre ero ancora in tempo. Mi siedo e mi passo le dita sul viso insensibile a causa della posizione in cui ho dormito, deglutendo a fatica, cercando di inumidirmi la gola, ma senza riuscirci a causa della mancanza di saliva.
‹‹Kaylie!›› Grida di nuovo, facendomi alzare gli occhi al cielo. ‹‹So che sei qui.›› aggiunge con un tono di voce più basso.
Mi alzo dal letto e indosso la vestaglia di seta, i miei movimenti sono così lenti che mi sorprendo. I passi che faccio verso la porta sono pesanti, come se fossi ferma invece di andare avanti, anche se non ho un motivo particolare per farlo, o forse sì. I letti delle ragazze sono vuoti, e questo mi fa fare un sospiro di sollievo, perché non vorrei assistessero ad un altro litigio con Cole a quest'ora del mattino. Sono addirittura le dieci o forse è più tardi, semplicemente non lo so?
All'inizio non pensavo che sarebbe venuto qui, non è mai stato una persona mattiniera. E a dire il vero non avevo nemmeno la speranza che fosse lui a fare il primo passo verso la riconciliazione... o verso un nuovo litigio?
Appoggio un palmo al muro e con l'altro apro la porta, lasciando che la sua figura appaia davanti ai miei occhi. Indossa un paio di jeans e una spessa felpa con cappuccio, i suoi capelli castani sono coperti da un cappellino nero. Un fiore gli pende tra le dita e il mio cuore si ferma, proprio come uno stupido.
‹‹Mi dispiace per ieri sera.›› sussurra, facendomi spalancare la porta, facendolo entrare nella stanza.
So che questo non sarà il nostro ultimo litigio, ma non voglio nemmeno che sia la fine della nostra relazione. Non posso rinunciare a una relazione che dura da così tanti anni. Lo conosco, lui conosce me. Non credo che potrei dire basta a questo tira e molla che a volte mi sfinisce. O forse sono i momenti passati da tempo, l'immagine del ragazzo che mi ha invitato al parco che non mi permette adesso di bandirlo dalla mia vita. È sbagliato, lo so. Il ragazzo di allora non esiste più, ma cerco ancora nel suo sguardo la dolcezza di colui che ho conosciuto e che ho cominciato ad amare.
‹‹Va tutto bene.›› dico mentre porto al naso per annusare la rosa che mi offre in segno di pace, ‹‹forse hai ragione.›› aggiungo successivamente, e sul suo volto appare un sorriso di superiorità, facendo sì che mi venga voglia di schiaffeggiarmi da sola.
Meglio se mi mordevo la lingua e lasciavo un semplicemente "va tutto bene" come risposta.
Le sue labbra si posano sulle mie e la mia mente si spegne, lasciando che sia solo il battito del cuore a dettare i miei movimenti in questo gioco. Sono tutte le giornate estive trascorse fuori e le serate di cinema nel mio loft che mi attraversano la mente mentre le sue labbra incontrano le mie, facendomi fare qualche passo indietro per chiudere la porta dietro di se. Le sue mani si insinuano sotto i miei vestiti, stringendo la carne tra le dita, desideroso di avvicinarsi al mio corpo il più velocemente possibile. Bacia la pelle del mio collo, mordendo e leccando quella parte del mio corpo. Mi ama, proprio come all'inizio. Mi tiene tra le sue braccia, possedendomi, facendomi gemere mentre le sue labbra lasciano baci sulla mia pelle, riportandomi indietro nel tempo. Facendomi pulire tutte le divergenze, i litigi, con una spugna come se niente fosse successo ieri e nei altri giorni passati.

Ma non bisogna mai dimenticarsi che il passato non è il presente.

 
   
 
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