N. A.
Buongiorno a tutti!!
Sono davvero contento che
abbiate gradito il primo capitolo.
Ringrazio di cuore coloro
che hanno semplicemente letto, messo la storia tra i preferiti o tra le
seguite, ma soprattutto chi ha lasciato una recensione :) – Tassadarh, Crit92,
Matt_Plant, Kikisummer, Leonard91, BeautifulKirja, Rosa
Princess, EllyChan91, Polz90, Akashi.
Il prossimo sarà il primo
di una lunga serie di capitoli tutti precedenti al banchetto dello scorso
capitolo, in cui narro come i due protagonisti originari – la principessa
Hellen e il cugino Xander – sono venuti a conoscere tutti i loro amici.
Ditemi pure cosa ne pensate
:). La storia di Leonard, il Cavaliere dei Draghi, purtroppo ricorda in alcuni
punti la trama di Eragon. Mi dispiace tantissimo ma a qualcosa mi dovevo pur
ispirare xD.
P. S. vi ho lasciato una
mega sorpresa al termine del capitolo!!
Chapter Two
The Dragon Chevalier
Due anni prima…
Palazzo Regale di Eufrasia, ore 22.00.
Migliaia di splendide dame
e pomposi cavalieri invadono l’enorme sala da ballo.
“Mia cara Hellen, mi
concede l’onore di questo ballo?” Xander prova un inchino.
“Oui, mon cher” è la
risposta della principessa, con un enorme vestito azzurro.
“Eh? Si mangia?” chiede il
cugino, in un fin troppo serioso smoking, che non lascia trapelare la sua
personalità.
Hellen ride.
“Ma no! È mio caro
in francese!”
La canzone precedente è
finita. Alcune coppie si tolgono dalla dancefloor regale, altre entrano
in pista pronte a ballare.
Ecco che riparte la musica.
“Cugino, non ti fai mai
vedere da queste parti”
“Cara, pullulo di roba da
studiare, poi palestra, a pranzo un panino e adesso… non ci vedo più dalla
fame!”
Take my hand…
“Xander, è la nostra
canzone!”
“Oui, mon cher!”
commenta Xander con un sorriso.
Sono i più graziosi della
pista. Tutti si girano ad ammirare con un sorriso la bellissima principessa.
“Tutti ci guardano!”
commenta Hellen arrossendo.
“Ah, ci saranno gocce di
gel tra i miei capelli!” sminuisce Xander.
Can I have this dance…
“Dove hai imparato a
ballare così?”
“Hellen, lo so che faccio
schifo, non sottolinearlo anche tu!”
“Macché? Sei bravissimo”
“Davvero?” Xander finge
modestia. “Bè, forse ho seguito due o tre lezioncine”
La canzone finisce. Tutti
si fermano un attimo ad applaudire. La maggior parte degli applausi sono rivolti
ad Hellen.
“Scommetto che se ballassi
con la colf non mi degnerebbero neanche di uno sguardo” sospira Xander.
Hellen ride.
Ma l’atmosfera cambia
all’istante. La ragazza si guarda attorno e trascina il compagno fuori dalla
pista da ballo.
“Cugina dove mi porti?”
“Lontano da qui”
Impossibile ignorare quel
tono di voce.
“Hellen, tutto bene?”
Procedono spediti ed
immersi nel silenzio sino all’atrio principale. Non c’è anima viva. Sono tutti
rinchiusi nella sala da ballo. Superano il portone principale, salutano con un
cenno le guardie e si allontanano nella notte.
“Hai capito la principessa”
fa una guardia all’altra con sorriso ebete. “Ha solo quindici anni e già corre
la cavallina”
“Oh, scemo, quello è suo
cugino!” gli risponde l’altra.
La prima sembra pensarci un
po’ quindi esclama: “Incesto!”
“Ma vai un po’… in pace,
vai, vai!”
Qualche metro più in là…
“Hellen, sul serio, mi vuoi
dire che ti prende?”
La principessa si ferma, si
guarda attorno accertandosi che nessun altro possa sentirla, e comincia a piangere.
“Mi prende che non ce la
faccio più, Xander! Ho troppe pressioni, sono sempre sotto gli occhi di tutti.
Tutti hanno grandi aspettative su di me, non posso deludere nessuno!”
Xander l’abbraccia.
“Hellen, avrei giurato che
questa vita ti stesse bene addosso. Non avrei mai potuto immaginare. Scommetto
che se non fossi una principessa ti chiameresti Elisa Ellena, ameresti la
raccolta differenziata e vorresti essere una principessa!”
Ce l’ha fatta: Hellen ha
sorriso. Anzi, all’immagine di lei con un elegante vestito fatto di materiali
riciclabili scoppia a ridere.
“E adesso che ti ridi?”
chiede Xander imitandola senza capire.
“Grazie Xander. La mia è
una vita piena di pressioni. Non posso non andare bene a scuola. Una
principessa ignorante non si è mai vista. E poi devo essere sempre composta,
signorile. Non posso neanche essere me stessa, ruttare! Anzi…”
Hellen si discosta un po’ e
tira un rutto secco e prolungato. Xander si tappa le orecchie.
“Oh mio Dio, cugina!”
Hellen ride di nuovo. Si
sente libera. Si sente felice. Il malumore è passato.
“Dai, rientriamo a palazzo.
Ritorniamo a fingere di essere un’altra persona”
Un rumore sordo alla loro
destra.
“Cos’è stato?” nella voce
della principessa è facilmente riconoscibile una nota di panico.
Il rumore, proveniente dal
vicino bosco delle Eufrasie, che si apre fino a diventare un’enorme foresta, si
avvicina sempre di più. La foresta nasconde molte insidie. Animali feroci,
esseri soprannaturali.
“Chi va là?” chiede Xander,
con voce più acuta del solito.
Sentono un improvviso
raspare ed ansimare. Un qualche animale imprigionato?
E poi eccolo uscire
dall’ombra: un umano. Tutto coperto di chiazze scure e un’armatura ammaccata.
“Aiuto!” sussurra con
flebile voce. Cade a terra e sviene.
“Xander, cosa sarà?”
“Andiamo a controllare!”
I due cugini si avvicinano
alla figura stesa per terra.
“Non è un eufrasiano, non
ci sono molti ragazzi biondi con gli occhi verdi quaggiù”
“No, della Valle non è
senz’altro. Guarda lo stemma su questo scudo malandato”
Era la sagoma del viso di
un drago che sputa fuoco.
Lo stemma è ricorrente, si
trova anche sull’armatura dello straniero, sull’elsa della sua spada e sul
collo dello stesso.
“Un guerriero di chissà
quale popolo di chissà quale terra?” suggerisce Hellen.
“Non lo sapremo mai se non
lo facciamo curare. Vieni, aiutami a portarlo a castello”
“Mi ricordi perché non
abbiamo chiesto aiuto a tuo padre?”
Xander poggia il corpo
esanime dello straniero sul letto rosa della principessa e sbuffa per lo
sforzo.
“Macché, scherzi? Un
guerriero di chissà quale popolo che raggiunge il castello di Eufrasia il
giorno del quindicesimo compleanno della principessa? Lo vedrebbe come un
attentato o chissà che!”
“Bah, se lo dici tu… E ora
mi spieghi cosa ne facciamo del biondo?”
“Ma è semplice: basta prendere
il mio libro sulla Cura delle malattie di ogni sorta, per una
principessa sana e vigorosa!”
“E questa è la peggior
boiata che ti abbia sentito dire oggi. Che roba è sto libro?”
Hellen fa cenno di tacere
con la mano, mentre sfoglia tra le mani un libricino di un rosa acceso.
“Ecco l’ho trovato:
svenimento! Punto uno, sollevare i piedi della persona in modo che il sangue
possa defluire con più facilità”
Xander prende un cuscino di
seta rosa e lo pone sotto le pesanti calzature dello straniero.
“Ehi, sopra quel cuscino ci
dormo!”
Il ragazzo toglie gli
stivali al guerriero e subito un odore acre si diffonde per la camera.
“Puah! Non oso immaginare
da quanti giorni è che non si lava i piedi!”
“Hellen, vai avanti prima
che svenga anch’io!”
“Punto due, imprimere
ripetutamente delle spinte con le due mani congiunte presso la zona del cuore”
“Ma sei sicura che non sia
il corso per bagnini questo?”
“No, no, qua è scritto: “in
caso di svenimento”!”
“Bah!”
Xander segue il comando,
mentre Hellen si siede sul lato libero del suo immenso letto matrimoniale.
“Ho un dubbio amletico”
dice Xander, continuando a spingere nella zona del cuore.
“Spara!”
“Perché dormi in un letto
matrimoniale?”
“Bè, lo sai com’è papà,
dovrà controllare strettamente il futuro principe. Dietro il quadro qua sopra
c’è un buco per spiarmi”
“Hai capito lo zietto!”
Entrambi i ragazzi adesso
sono silenziosi. Stanno studiando il terzo personaggio che è in loro compagnia.
Entrambi cominciano a viaggiare con la fantasia, immaginando terre lontane,
immensi castelli e improbabili sfide e duelli con le più strane e curiose
creature.
“E adesso che devo fare?”
chiede Xander riportando la principessa nella Valle delle Eufrasie.
“Eh? Oh, sì… punto tre:
respirazione bocca a bocca”
“Che cosa? E me lo dici
così?”
“E come lo dovrei dire? Su,
cosa sarà mai un bacetto”
“Ma zero assoluto, fallo
tu!”
“Ma io non ho mai baciato
nessuno, non voglio che il mio primo bacio sia con uno che non se lo ricorderà
neanche!”
“Embè, io non ho mai
baciato un uomo, siamo pari!”
Hellen ride. Xander la
segue.
“Ma sei sicura che questo
libro sia utile? Io non ho alcuna intenz…”
La sua attenzione è
catturata da una figura dormiente all’angolo della stanza, un enorme maialino
rosa con in testa un corno arcobaleno.
“No, Xander, non permetterò
che il mio Uniporco faccia tutto il lavoro sporco!”
“Uaaa, che rima! Comunque è
l’unica chance!”
Prima che la principessa
possa muovere un solo muscolo, il cugino ha già sollevato la creatura dai
fianchi. L’animale adesso grugnisce e scodinzola la coda arrotolata per la
stizza.
“Su, su, sta buono e
comincia a leccare!”
L’Uniporco si dibatte
fieramente, ma alla fine è costretto ad estrarre la lingua ed a riempire di
saliva la faccia del guerriero svenuto.
“Xander, non credo stia
funzio…”
“Aaaaahhhhh! Toglietemi
questa bestiaccia di dosso!”
L’Uniporco emette un ultimo
irato grugnito e corre via con le sue zampette adipose.
I due cugini si girano
istantaneamente verso il ragazzo. Si sta pulendo la faccia con il cuscino di
seta rosa.
“Argh! Sopra quel cuscino ci
dormo!”
Il giovane si toglie il
cuscino di dosso e si guarda attorno. Il suo viso si riempie di confusione e di
panico.
“D-dove… dove sono?”
I due cugini si guardano
spaesati, ma non hanno il tempo di rispondere. Il ragazzo balza in piedi ed
estrae la sua spada dall’elsa.
“Ehy, biondo, calma!”
esclama Xander con voce ben poco virile. “Posa giù quell’arma affilata e
parliamone tranquillamente, magari davanti ad una tazza di tè, che dici?”
Il guerriero abbassa
l’arma, ma rimane all’erta. Scruta attentamente ogni centimento della stanza.
Quando si ferma sull’Uniporco, nuovamente addormentato, la sua faccia si
dipinge di disgusto.
“Manifestate i vostri
connotati!” chiede imperativo.
“Bè, fino a prova contraria
sono un uomo” dice Xander con voce incerta.
Il ragazzo lo fissa per un
istante, poi sorride.
“Tranquillo, lui è sempre
così” dice Hellen in tono canzonatorio.
Adesso il ragazzo sta
ridendo.
“Ma voi due siete sempre
così?”
“Sì” esclamano i due cugini
all’unisono, ridendo anch’essi.
“Comunque volevo sapere i
vostri nomi, ed anche dove mi trovo”
“Bè, benvenuto ad Eufrasia,
situata sulla Valle delle Eufrasie, capitale dell’Isola di Flavonia. 1.200.000
abitanti, tempo soleggiato e moderatamente nuvoloso tutto l’anno. Per quanto
riguarda le due figure che ti trovi davanti, stai parlando nientepopodimenoche
con Hellen, principessa di Eufrasia, e Xander, cugino della principessa di
Eufrasia”
“Una principessa” il
guerriero sorride e si inchina.
“Mai nessuno che considera
minimamente il cugino. Tzè” commenta Xander.
“Il cavaliere di draghi
Leonard Inidran le porge omaggio, mia cara principessa”
“Oh” gli occhi di Hellen si
fanno luminosi per la gentilezza del guerriero.
***
“Ma è meraviglioso!”
esclama Leonard estasiato da quella vista.
Bè, Xander deve ammettere a
sé stesso, in effetti la Valle delle Eufrasie ha dei paesaggi bellissimi. E
aveva solo l’imbarazzo della scelta dei posti che poteva far vedere al
cavaliere di draghi nel loro tour dell’isola. Ma senza dubbio, il Giardino
delle Esperidi era una tappa obbligatoria.
“Pensavo fosse solo un
luogo mitologico!” esclama Leonard, contemplando il bel tronco degli alberi
sempreverdi e i celeberrimi pomi dorati.
“Macché! I Greci erano solo
dei copioni!” commenta Xander, assaporando l’aria fresca a pieni polmoni.
“E dimmi, anche le Esperidi
esistono veramente?” gli occhi del guerriero sono accesi di viva curiosità.
“Certamente. Egle, Aretusa
ed Esperia. Che sagome. Sono molto simpatiche”
Si avvicinano al ruscello
che scorreva in mezzo al giardino e Leonard immerge la sua mano dentro l’acqua
fresca.
“Questo luogo è così…
placido”
“Già…” Xander è d’accordo.
Poi un pensiero fa capolino nella sua mente.
“Non ti ho ancora chiesto
da dove vieni”
“Dalla Nuova Zelanda”
“Cosa? E non hai mai visto
luoghi come questo?”
Leonard sorride.
“Quale faccia della Nuova
Zelanda conosci?”
“Bè, quella che si vede nei
film…”
“Allora non hai mai
senz’altro visto i monti Varan”
“I monti che? Non li ho mai
sentiti in geografia”
“Non vengono quasi mai
menzionati, è una catena molto piccola. A dire il vero, è un unico monte, il
Varanus, le restanti sono tutte collinette”
Leonard tace, benché si
senta lo sguardo di Xander addosso.
“Tu sei nato lì?”
“Sì” Leonard guarda il
cielo con nostalgia.
“Ma è da tanto che non vedo
la mia città natale, ai piedi del monte. È lì che tutto iniziò…”
Fa un respiro profondo, si
concede una rapida panoramica del luogo idilliaco in cui si trovano, quindi si
lancia nel racconto.
“Il monte Varanus è un
luogo brullo, ostile all’uomo. Ad oggi, esiste solo la nostra città in quell’area.
La mia città. La zona rimase disabitata sino al 1797, quando un prigioniero
inglese, che era stato portato in esilio con una nave in Nuova Zelanda assieme
ad altri detenuti, riuscì ad evadere la stretta sorveglianza ed a fuggire. Egli
raggiunse questo luogo e qui si rifugiò, attendendo che le ricerche delle
milizie inglesi terminassero. Il suo nome era Anfither, nome che diede anche al
monte. Costruì una capanna alla buona ed in essa trascorse una settimana. Si
nutriva essenzialmente di caccia, ed in una delle sue battute raggiunse la cima
del monte. Non è un monte di elevata grandezza, e nella cima era situata una
grotta. Quello che vide dentro la grotta cambiò radicalmente la storia e
l’interesse dei popoli limitrofi per quest’area. Dentro la grotta vi era una
creatura con la pelle violacea e squamosa, due imponenti ali e quattro zampe.
Si trattava di un drago. Puoi immaginare la sorpresa di Anfither. L’uomo
cominciò a far visita ogni giorno alla creatura nella sua grotta, tanto è che
tra i due nacque una certa intesa”
“In che senso?”
Leonard sorride.
“L’uomo era in grado di
codificare i versi della creatura. Anfither chiamò il drago come suo figlio,
Varanus, e anche il monte prese tale nome. Anche se, quando Varanus partorì, si
capì che era una femmina. Sia il drago che Anfither diedero vita ad una
numerosa discendenza, anche se non sempre uomini e draghi andarono d’accordo.
Uno dei pronipoti di Anfither, in particolare, era malefico. Voleva il totale
asservimento dei draghi agli umani. Il suo nome era Wormun. Contro lui ed il
suo imponente drago dalla pelle nera, si mossero i suoi tre fratelli. I due
eserciti avversi coinvolsero tutta la popolazione della Nuova Zelanda
meridionale. La Guerra dei Draghi era iniziata”
“Ripeto, non ho mai sentito
nulla di tutto ciò” commenta Xander sovrappensiero.
“Bè, urge una
specificazione. I due eserciti avversi coinvolsero tutti i popoli magici della
Nuova Zelanda, non gli umani. Gli unici umani erano i quattro potentissimi
fratelli”
“Che anno era?”
“Il 1875, credo”
“Eh? Solo un secolo e mezzo
fa? Ma allora come è possibile che i draghi fossero conosciuti sin dai tempi
antichi?”
“La teoria condivisa è che
i draghi prediligessero i luoghi più aspri e meno colonizzabili dagli uomini,
ma che qualcuno li vide e diffuse la notizia, che si trasformò ben presto in
leggenda”
“Ma ad oggi la loro
esistenza non è stata ancora accertata”
“Bè, l’Himalaya e gli
abissi marini sono semi sconosciuti, no?”
“Abissi marini? Ma sono dei
rettili alati!”
Leonard ride di nuovo.
“Grotte subacquee”
Xander si concentra sui
pomi dorati, immaginando schiere di draghi nelle sconosciute profondità marine.
“Come si conclude la
storia?”
“Bè, nella Guerra dei
Draghi, nonostante la sconfitta di Wormun, tutti i draghi morirono, e per un
secolo nessuno a Varanus vide più un solo drago. Intanto il villaggio sorto con
Anfither era ormai diventata una città molto grande, industrializzata e con un
aeroporto. La progenie di Anfither si era sposata con i maori e con gli
europei, tanto che si perse di vista la linea di discendenza pura. Fino a che…”
Leonard si toglie le scarpe
e immerge i suoi piedi nel ruscello.
“Fino a che?” chiede Xander
sempre più preso dalla storia.
“Fino a che non nacquero,
nel giro di quattro anni, tre fratelli: Charles, James…”
Leonard volge lo sguardo
verso Xander.
“E Leonard”
“Sei il diretto discendente
di Anfither?”
“Esattamente” il suo
sguardo si posa sui ricchi colori dei fiori del Giardino delle Esperidi.
“E la nostra nascita è
legata ad un’antica profezia…”
Tipiche frasi da libro fantasy,
pensa Xander. Ma probabilmente in questo caso la profezia è vera.
“… secondo la quale solo
uno di noi tre dovrà sopravvivere. E lui e il suo drago domineranno il Varanus
e l’intera isola”
“Come fai a sapere che
parla di te e dei tuoi fratelli?”
“Siamo gli unici tre
fratelli nati tra l’88 e il 91, e sempre gli unici che discendiamo direttamente
da Anfither. L’ingegneria genetica e gli alleli sul nostro DNA non mentono”
“Bè, in effetti questa non
è una tipica frase da libro fantasy”
“Come hai detto?”
“Niente, parlottavo tra me.
Come prosegue la storia?”
“All’inizio, nessuno di noi
tre diede peso alla profezia. Ma un giorno tutto cambiò. Fu il giorno in cui,
in una battuta di caccia, trovammo un drago femmina in fin di vita. Era
acquattata in una grotta, moribonda. Le facemmo veglia per una notte, e
all’alba spirò. Ma pochi attimi prima di morire, qualcosa uscì dal suo basso
ventre. Erano tre uova. Lucide, bellissime, una blu, una verde ed una oro.
Troppe coincidenze per non ricordarci della profezia. Tra noi qualcosa cambiò.
Charlie cominciò a temere me e James, a non fidarsi più di nessuno. Aveva paura
che io e James, essendo i fratelli minori, avremmo potuto ucciderlo nel sonno.
Divenne pazzo, assetato di potere. Un vero e proprio dittatore. Io e James cercammo
di fermarlo con le buone, provammo a parlargli, a rassicurarlo. Ma non ci fu
verso. Si sa com’è tra adolescenti, ben presto le parole si trasformarono in
fatti. Charlie ci aizzò contro il suo cucciolo di drago, intensamente allenato
da mio fratello per combattere. Lo aveva chiamato Devangar, aveva squame di un
profondo blu mare. Era nettamente più forte dei nostri. Il mio Bithor, con le
sue piccole squame dorate, non riuscì a difendersi e fummo sconfitti. Charlie,
fuori di sé, ci fece portare da Devangar fuori dall’isola, in terre lontane, e
ci lasciò cadere in mezzo all’oceano. Pioveva, una tremenda burrasca animava il
mare. Mi sembrava di affogare tra i flutti impetuosi. Arrancai, cercando di
sopravvivere, cercando Bithor, ma non lo vidi. Ben presto svenni”
Leonard si concede un
attimo per ripensare alle recenti e tristi avventure.
“Mi risvegliai in una
spiaggia. Ignoravo dove mi trovassi. Sapevo solo che non ero in Nuova Zelanda e
che Bithor non era con me. Camminai per giorni e per notti, mangiando
saltuariamente i frutti degli alberi. Non incontrai nessun umano, ne alcuna
creatura magica lungo il mio cammino. Solo due sere fa vidi finalmente una luce
lontana. Avvicinandomi, i rumori aumentarono d’intensità. Sembrava una festa.
Gli alberi della foresta cominciavano a diradarsi. E finalmente, vidi voi.
Chiesi aiuto e svenni, stremato dal lungo viaggio e dalla fame. E il resto è
storia nota”
“Wow!” è l’unico commento
di Xander, totalmente assorto.
I due ragazzi rimangono
così, in silenzio.
È Xander a parlare per
primo.
“Bithor è… ancora vivo?”
“Non lo so… ma se è morto,
non certo per il mare. I piccoli draghi sono nuotatori provetti. Secondo me è
da qualche parte, da solo, e mi sta cercando come io cerco lui”
“Sono sicuro che lo
troverai”
Leonard guarda Xander.
“Anch’io”
Impossibile ignorare la
determinazione in quel paio di occhi color verde dorato.
“Le squame del drago hanno
lo stesso colore degli occhi del cavaliere?”
“Sì” sorride Leonard “gli
occhi di Charles erano di un bellissimo blu mare. Ora sono quasi nero liquido,
come la sua anima”
Rimangono ancora fermi, a
godersi l’aria fresca ed i suoni della primavera.
“Penso sia ora di andare,
Leo. Il sole sta per tramontare”
“L’ultima cosa”
“Dimmi”
“Dici che… pensi che… bè…
posso assaggiare uno di questi meravigliosi frutti?”
Xander ride.
“Sì, ma in fretta. Non
voglio che Egle, Aretusa ed Esperia arrivino proprio ora!”
Leonard allunga il braccio
verso il pomo più vicino, lo agguanta e lo porta alla bocca.
“Mmh! È squisito!”
“Torniamo al castello, ora.
Finalmente stasera farai un pasto decente!”
N. A.
Ed ora, in anteprima assoluta, la scheda
dell’Uniporco!!!!
Nome: Elle
Cognome: Fairybell (adottivo)
Nickname: Elle
Data di nascita: 15
Novembre 1898 (gli Uniporchi sono molto longevi!!)
Occhi: color arcobaleno
Genitori: un Uniporco
ed una Scrofa
Fratelli: /
Città natale: Foresta
delle Eufrasie
Tipo di creatura: un
suino roseo e paffuto con un appuntito corno arcobaleno sulla fronte ed una
simpatica coda arrotolata
Ruolo nella storia:
assolutamente di prim’ordine, riesce a far innamorare tutti di sé
Io che sono l’autore sono il primo ad amarlo!!
Bella, eh? Mi ci sono messo d’impegno! E per il
prossimo capitolo, di quale personaggio volete sapere la scheda: Hellen, Xander
o Leonard?