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Autore: TheOnlyRealBoss92    20/09/2009    11 recensioni
Personaggi fantasy inseriti in un contesto moderno e reale.
Demenzialità e comicità sono le padrone.
Dal secondo capitolo:
"Hai capito la principessa" fa una guardia all'altra con sorriso ebete. "Ha solo quindici anni e già corre la cavallina"
"Oh, scemo, quello è suo cugino!" gli risponde l'altra.
La prima sembra pensarci un po' quindi esclama: "Incesto!"
Genere: Generale, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N. A.

Buongiorno a tutti!!

Sono davvero contento che abbiate gradito il primo capitolo.

Ringrazio di cuore coloro che hanno semplicemente letto, messo la storia tra i preferiti o tra le seguite, ma soprattutto chi ha lasciato una recensione :) – Tassadarh, Crit92, Matt_Plant, Kikisummer, Leonard91, BeautifulKirja, Rosa Princess, EllyChan91, Polz90, Akashi.

Il prossimo sarà il primo di una lunga serie di capitoli tutti precedenti al banchetto dello scorso capitolo, in cui narro come i due protagonisti originari – la principessa Hellen e il cugino Xander – sono venuti a conoscere tutti i loro amici.

Ditemi pure cosa ne pensate :). La storia di Leonard, il Cavaliere dei Draghi, purtroppo ricorda in alcuni punti la trama di Eragon. Mi dispiace tantissimo ma a qualcosa mi dovevo pur ispirare xD.

P. S. vi ho lasciato una mega sorpresa al termine del capitolo!!

 

Chapter Two

The Dragon Chevalier

 

Due anni prima…

Palazzo Regale di Eufrasia, ore 22.00.

Migliaia di splendide dame e pomposi cavalieri invadono l’enorme sala da ballo.

“Mia cara Hellen, mi concede l’onore di questo ballo?” Xander prova un inchino.

Oui, mon cher” è la risposta della principessa, con un enorme vestito azzurro.

“Eh? Si mangia?” chiede il cugino, in un fin troppo serioso smoking, che non lascia trapelare la sua personalità.

Hellen ride.

“Ma no! È mio caro in francese!”

La canzone precedente è finita. Alcune coppie si tolgono dalla dancefloor regale, altre entrano in pista pronte a ballare.

Ecco che riparte la musica.

“Cugino, non ti fai mai vedere da queste parti”

“Cara, pullulo di roba da studiare, poi palestra, a pranzo un panino e adesso… non ci vedo più dalla fame!”

Take my hand…

“Xander, è la nostra canzone!”

Oui, mon cher!” commenta Xander con un sorriso.

Sono i più graziosi della pista. Tutti si girano ad ammirare con un sorriso la bellissima principessa.

“Tutti ci guardano!” commenta Hellen arrossendo.

“Ah, ci saranno gocce di gel tra i miei capelli!” sminuisce Xander.

Can I have this dance…

“Dove hai imparato a ballare così?”

“Hellen, lo so che faccio schifo, non sottolinearlo anche tu!”

“Macché? Sei bravissimo”

“Davvero?” Xander finge modestia. “Bè, forse ho seguito due o tre lezioncine”

La canzone finisce. Tutti si fermano un attimo ad applaudire. La maggior parte degli applausi sono rivolti ad Hellen.

“Scommetto che se ballassi con la colf non mi degnerebbero neanche di uno sguardo” sospira Xander.

Hellen ride.

Ma l’atmosfera cambia all’istante. La ragazza si guarda attorno e trascina il compagno fuori dalla pista da ballo.

“Cugina dove mi porti?”

“Lontano da qui”

Impossibile ignorare quel tono di voce.

“Hellen, tutto bene?”

Procedono spediti ed immersi nel silenzio sino all’atrio principale. Non c’è anima viva. Sono tutti rinchiusi nella sala da ballo. Superano il portone principale, salutano con un cenno le guardie e si allontanano nella notte.

“Hai capito la principessa” fa una guardia all’altra con sorriso ebete. “Ha solo quindici anni e già corre la cavallina”

“Oh, scemo, quello è suo cugino!” gli risponde l’altra.

La prima sembra pensarci un po’ quindi esclama: “Incesto!”

“Ma vai un po’… in pace, vai, vai!”

Qualche metro più in là…

“Hellen, sul serio, mi vuoi dire che ti prende?”

La principessa si ferma, si guarda attorno accertandosi che nessun altro possa sentirla, e comincia a piangere.

“Mi prende che non ce la faccio più, Xander! Ho troppe pressioni, sono sempre sotto gli occhi di tutti. Tutti hanno grandi aspettative su di me, non posso deludere nessuno!”

Xander l’abbraccia.

“Hellen, avrei giurato che questa vita ti stesse bene addosso. Non avrei mai potuto immaginare. Scommetto che se non fossi una principessa ti chiameresti Elisa Ellena, ameresti la raccolta differenziata e vorresti essere una principessa!”

Ce l’ha fatta: Hellen ha sorriso. Anzi, all’immagine di lei con un elegante vestito fatto di materiali riciclabili scoppia a ridere.

“E adesso che ti ridi?” chiede Xander imitandola senza capire.

“Grazie Xander. La mia è una vita piena di pressioni. Non posso non andare bene a scuola. Una principessa ignorante non si è mai vista. E poi devo essere sempre composta, signorile. Non posso neanche essere me stessa, ruttare! Anzi…”

Hellen si discosta un po’ e tira un rutto secco e prolungato. Xander si tappa le orecchie.

“Oh mio Dio, cugina!”

Hellen ride di nuovo. Si sente libera. Si sente felice. Il malumore è passato.

“Dai, rientriamo a palazzo. Ritorniamo a fingere di essere un’altra persona”

Un rumore sordo alla loro destra.

“Cos’è stato?” nella voce della principessa è facilmente riconoscibile una nota di panico.

Il rumore, proveniente dal vicino bosco delle Eufrasie, che si apre fino a diventare un’enorme foresta, si avvicina sempre di più. La foresta nasconde molte insidie. Animali feroci, esseri soprannaturali.

“Chi va là?” chiede Xander, con voce più acuta del solito.

Sentono un improvviso raspare ed ansimare. Un qualche animale imprigionato?

E poi eccolo uscire dall’ombra: un umano. Tutto coperto di chiazze scure e un’armatura ammaccata.

“Aiuto!” sussurra con flebile voce. Cade a terra e sviene.

“Xander, cosa sarà?”

“Andiamo a controllare!”

I due cugini si avvicinano alla figura stesa per terra.

“Non è un eufrasiano, non ci sono molti ragazzi biondi con gli occhi verdi quaggiù”

“No, della Valle non è senz’altro. Guarda lo stemma su questo scudo malandato”

Era la sagoma del viso di un drago che sputa fuoco.

Lo stemma è ricorrente, si trova anche sull’armatura dello straniero, sull’elsa della sua spada e sul collo dello stesso.

“Un guerriero di chissà quale popolo di chissà quale terra?” suggerisce Hellen.

“Non lo sapremo mai se non lo facciamo curare. Vieni, aiutami a portarlo a castello”

 

“Mi ricordi perché non abbiamo chiesto aiuto a tuo padre?”

Xander poggia il corpo esanime dello straniero sul letto rosa della principessa e sbuffa per lo sforzo.

“Macché, scherzi? Un guerriero di chissà quale popolo che raggiunge il castello di Eufrasia il giorno del quindicesimo compleanno della principessa? Lo vedrebbe come un attentato o chissà che!”

“Bah, se lo dici tu… E ora mi spieghi cosa ne facciamo del biondo?”

“Ma è semplice: basta prendere il mio libro sulla Cura delle malattie di ogni sorta, per una principessa sana e vigorosa!”

“E questa è la peggior boiata che ti abbia sentito dire oggi. Che roba è sto libro?”

Hellen fa cenno di tacere con la mano, mentre sfoglia tra le mani un libricino di un rosa acceso.

“Ecco l’ho trovato: svenimento! Punto uno, sollevare i piedi della persona in modo che il sangue possa defluire con più facilità”

Xander prende un cuscino di seta rosa e lo pone sotto le pesanti calzature dello straniero.

“Ehi, sopra quel cuscino ci dormo!”

Il ragazzo toglie gli stivali al guerriero e subito un odore acre si diffonde per la camera.

“Puah! Non oso immaginare da quanti giorni è che non si lava i piedi!”

“Hellen, vai avanti prima che svenga anch’io!”

“Punto due, imprimere ripetutamente delle spinte con le due mani congiunte presso la zona del cuore”

“Ma sei sicura che non sia il corso per bagnini questo?”

“No, no, qua è scritto: “in caso di svenimento”!”

“Bah!”

Xander segue il comando, mentre Hellen si siede sul lato libero del suo immenso letto matrimoniale.

“Ho un dubbio amletico” dice Xander, continuando a spingere nella zona del cuore.

“Spara!”

“Perché dormi in un letto matrimoniale?”

“Bè, lo sai com’è papà, dovrà controllare strettamente il futuro principe. Dietro il quadro qua sopra c’è un buco per spiarmi”

“Hai capito lo zietto!”

Entrambi i ragazzi adesso sono silenziosi. Stanno studiando il terzo personaggio che è in loro compagnia. Entrambi cominciano a viaggiare con la fantasia, immaginando terre lontane, immensi castelli e improbabili sfide e duelli con le più strane e curiose creature.

“E adesso che devo fare?” chiede Xander riportando la principessa nella Valle delle Eufrasie.

“Eh? Oh, sì… punto tre: respirazione bocca a bocca”

“Che cosa? E me lo dici così?”

“E come lo dovrei dire? Su, cosa sarà mai un bacetto”

“Ma zero assoluto, fallo tu!”

“Ma io non ho mai baciato nessuno, non voglio che il mio primo bacio sia con uno che non se lo ricorderà neanche!”

“Embè, io non ho mai baciato un uomo, siamo pari!”

Hellen ride. Xander la segue.

“Ma sei sicura che questo libro sia utile? Io non ho alcuna intenz…”

La sua attenzione è catturata da una figura dormiente all’angolo della stanza, un enorme maialino rosa con in testa un corno arcobaleno.

“No, Xander, non permetterò che il mio Uniporco faccia tutto il lavoro sporco!”

“Uaaa, che rima! Comunque è l’unica chance!”

Prima che la principessa possa muovere un solo muscolo, il cugino ha già sollevato la creatura dai fianchi. L’animale adesso grugnisce e scodinzola la coda arrotolata per la stizza.

“Su, su, sta buono e comincia a leccare!”

L’Uniporco si dibatte fieramente, ma alla fine è costretto ad estrarre la lingua ed a riempire di saliva la faccia del guerriero svenuto.

“Xander, non credo stia funzio…”

“Aaaaahhhhh! Toglietemi questa bestiaccia di dosso!”

L’Uniporco emette un ultimo irato grugnito e corre via con le sue zampette adipose.

I due cugini si girano istantaneamente verso il ragazzo. Si sta pulendo la faccia con il cuscino di seta rosa.

“Argh! Sopra quel cuscino ci dormo!”

Il giovane si toglie il cuscino di dosso e si guarda attorno. Il suo viso si riempie di confusione e di panico.

“D-dove… dove sono?”

I due cugini si guardano spaesati, ma non hanno il tempo di rispondere. Il ragazzo balza in piedi ed estrae la sua spada dall’elsa.

“Ehy, biondo, calma!” esclama Xander con voce ben poco virile. “Posa giù quell’arma affilata e parliamone tranquillamente, magari davanti ad una tazza di tè, che dici?”

Il guerriero abbassa l’arma, ma rimane all’erta. Scruta attentamente ogni centimento della stanza. Quando si ferma sull’Uniporco, nuovamente addormentato, la sua faccia si dipinge di disgusto.

“Manifestate i vostri connotati!” chiede imperativo.

“Bè, fino a prova contraria sono un uomo” dice Xander con voce incerta.

Il ragazzo lo fissa per un istante, poi sorride.

“Tranquillo, lui è sempre così” dice Hellen in tono canzonatorio.

Adesso il ragazzo sta ridendo.

“Ma voi due siete sempre così?”

“Sì” esclamano i due cugini all’unisono, ridendo anch’essi.

“Comunque volevo sapere i vostri nomi, ed anche dove mi trovo”

“Bè, benvenuto ad Eufrasia, situata sulla Valle delle Eufrasie, capitale dell’Isola di Flavonia. 1.200.000 abitanti, tempo soleggiato e moderatamente nuvoloso tutto l’anno. Per quanto riguarda le due figure che ti trovi davanti, stai parlando nientepopodimenoche con Hellen, principessa di Eufrasia, e Xander, cugino della principessa di Eufrasia”

“Una principessa” il guerriero sorride e si inchina.

“Mai nessuno che considera minimamente il cugino. Tzè” commenta Xander.

“Il cavaliere di draghi Leonard Inidran le porge omaggio, mia cara principessa”

“Oh” gli occhi di Hellen si fanno luminosi per la gentilezza del guerriero.

 

***

 

“Ma è meraviglioso!” esclama Leonard estasiato da quella vista.

Bè, Xander deve ammettere a sé stesso, in effetti la Valle delle Eufrasie ha dei paesaggi bellissimi. E aveva solo l’imbarazzo della scelta dei posti che poteva far vedere al cavaliere di draghi nel loro tour dell’isola. Ma senza dubbio, il Giardino delle Esperidi era una tappa obbligatoria.

“Pensavo fosse solo un luogo mitologico!” esclama Leonard, contemplando il bel tronco degli alberi sempreverdi e i celeberrimi pomi dorati.

“Macché! I Greci erano solo dei copioni!” commenta Xander, assaporando l’aria fresca a pieni polmoni.

“E dimmi, anche le Esperidi esistono veramente?” gli occhi del guerriero sono accesi di viva curiosità.

“Certamente. Egle, Aretusa ed Esperia. Che sagome. Sono molto simpatiche”

Si avvicinano al ruscello che scorreva in mezzo al giardino e Leonard immerge la sua mano dentro l’acqua fresca.

“Questo luogo è così… placido”

“Già…” Xander è d’accordo. Poi un pensiero fa capolino nella sua mente.

“Non ti ho ancora chiesto da dove vieni”

“Dalla Nuova Zelanda”

“Cosa? E non hai mai visto luoghi come questo?”

Leonard sorride.

“Quale faccia della Nuova Zelanda conosci?”

“Bè, quella che si vede nei film…”

“Allora non hai mai senz’altro visto i monti Varan”

“I monti che? Non li ho mai sentiti in geografia”

“Non vengono quasi mai menzionati, è una catena molto piccola. A dire il vero, è un unico monte, il Varanus, le restanti sono tutte collinette”

Leonard tace, benché si senta lo sguardo di Xander addosso.

“Tu sei nato lì?”

“Sì” Leonard guarda il cielo con nostalgia.

“Ma è da tanto che non vedo la mia città natale, ai piedi del monte. È lì che tutto iniziò…”

Fa un respiro profondo, si concede una rapida panoramica del luogo idilliaco in cui si trovano, quindi si lancia nel racconto.

“Il monte Varanus è un luogo brullo, ostile all’uomo. Ad oggi, esiste solo la nostra città in quell’area. La mia città. La zona rimase disabitata sino al 1797, quando un prigioniero inglese, che era stato portato in esilio con una nave in Nuova Zelanda assieme ad altri detenuti, riuscì ad evadere la stretta sorveglianza ed a fuggire. Egli raggiunse questo luogo e qui si rifugiò, attendendo che le ricerche delle milizie inglesi terminassero. Il suo nome era Anfither, nome che diede anche al monte. Costruì una capanna alla buona ed in essa trascorse una settimana. Si nutriva essenzialmente di caccia, ed in una delle sue battute raggiunse la cima del monte. Non è un monte di elevata grandezza, e nella cima era situata una grotta. Quello che vide dentro la grotta cambiò radicalmente la storia e l’interesse dei popoli limitrofi per quest’area. Dentro la grotta vi era una creatura con la pelle violacea e squamosa, due imponenti ali e quattro zampe. Si trattava di un drago. Puoi immaginare la sorpresa di Anfither. L’uomo cominciò a far visita ogni giorno alla creatura nella sua grotta, tanto è che tra i due nacque una certa intesa”

“In che senso?”

Leonard sorride.

“L’uomo era in grado di codificare i versi della creatura. Anfither chiamò il drago come suo figlio, Varanus, e anche il monte prese tale nome. Anche se, quando Varanus partorì, si capì che era una femmina. Sia il drago che Anfither diedero vita ad una numerosa discendenza, anche se non sempre uomini e draghi andarono d’accordo. Uno dei pronipoti di Anfither, in particolare, era malefico. Voleva il totale asservimento dei draghi agli umani. Il suo nome era Wormun. Contro lui ed il suo imponente drago dalla pelle nera, si mossero i suoi tre fratelli. I due eserciti avversi coinvolsero tutta la popolazione della Nuova Zelanda meridionale. La Guerra dei Draghi era iniziata”

“Ripeto, non ho mai sentito nulla di tutto ciò” commenta Xander sovrappensiero.

“Bè, urge una specificazione. I due eserciti avversi coinvolsero tutti i popoli magici della Nuova Zelanda, non gli umani. Gli unici umani erano i quattro potentissimi fratelli”

“Che anno era?”

“Il 1875, credo”

“Eh? Solo un secolo e mezzo fa? Ma allora come è possibile che i draghi fossero conosciuti sin dai tempi antichi?”

“La teoria condivisa è che i draghi prediligessero i luoghi più aspri e meno colonizzabili dagli uomini, ma che qualcuno li vide e diffuse la notizia, che si trasformò ben presto in leggenda”

“Ma ad oggi la loro esistenza non è stata ancora accertata”

“Bè, l’Himalaya e gli abissi marini sono semi sconosciuti, no?”

“Abissi marini? Ma sono dei rettili alati!”

Leonard ride di nuovo.

“Grotte subacquee”

Xander si concentra sui pomi dorati, immaginando schiere di draghi nelle sconosciute profondità marine.

“Come si conclude la storia?”

“Bè, nella Guerra dei Draghi, nonostante la sconfitta di Wormun, tutti i draghi morirono, e per un secolo nessuno a Varanus vide più un solo drago. Intanto il villaggio sorto con Anfither era ormai diventata una città molto grande, industrializzata e con un aeroporto. La progenie di Anfither si era sposata con i maori e con gli europei, tanto che si perse di vista la linea di discendenza pura. Fino a che…”

Leonard si toglie le scarpe e immerge i suoi piedi nel ruscello.

“Fino a che?” chiede Xander sempre più preso dalla storia.

“Fino a che non nacquero, nel giro di quattro anni, tre fratelli: Charles, James…”

Leonard volge lo sguardo verso Xander.

“E Leonard”

“Sei il diretto discendente di Anfither?”

“Esattamente” il suo sguardo si posa sui ricchi colori dei fiori del Giardino delle Esperidi.

“E la nostra nascita è legata ad un’antica profezia…”

Tipiche frasi da libro fantasy, pensa Xander. Ma probabilmente in questo caso la profezia è vera.

“… secondo la quale solo uno di noi tre dovrà sopravvivere. E lui e il suo drago domineranno il Varanus e l’intera isola”

“Come fai a sapere che parla di te e dei tuoi fratelli?”

“Siamo gli unici tre fratelli nati tra l’88 e il 91, e sempre gli unici che discendiamo direttamente da Anfither. L’ingegneria genetica e gli alleli sul nostro DNA non mentono”

“Bè, in effetti questa non è una tipica frase da libro fantasy”

“Come hai detto?”

“Niente, parlottavo tra me. Come prosegue la storia?”

“All’inizio, nessuno di noi tre diede peso alla profezia. Ma un giorno tutto cambiò. Fu il giorno in cui, in una battuta di caccia, trovammo un drago femmina in fin di vita. Era acquattata in una grotta, moribonda. Le facemmo veglia per una notte, e all’alba spirò. Ma pochi attimi prima di morire, qualcosa uscì dal suo basso ventre. Erano tre uova. Lucide, bellissime, una blu, una verde ed una oro. Troppe coincidenze per non ricordarci della profezia. Tra noi qualcosa cambiò. Charlie cominciò a temere me e James, a non fidarsi più di nessuno. Aveva paura che io e James, essendo i fratelli minori, avremmo potuto ucciderlo nel sonno. Divenne pazzo, assetato di potere. Un vero e proprio dittatore. Io e James cercammo di fermarlo con le buone, provammo a parlargli, a rassicurarlo. Ma non ci fu verso. Si sa com’è tra adolescenti, ben presto le parole si trasformarono in fatti. Charlie ci aizzò contro il suo cucciolo di drago, intensamente allenato da mio fratello per combattere. Lo aveva chiamato Devangar, aveva squame di un profondo blu mare. Era nettamente più forte dei nostri. Il mio Bithor, con le sue piccole squame dorate, non riuscì a difendersi e fummo sconfitti. Charlie, fuori di sé, ci fece portare da Devangar fuori dall’isola, in terre lontane, e ci lasciò cadere in mezzo all’oceano. Pioveva, una tremenda burrasca animava il mare. Mi sembrava di affogare tra i flutti impetuosi. Arrancai, cercando di sopravvivere, cercando Bithor, ma non lo vidi. Ben presto svenni”

Leonard si concede un attimo per ripensare alle recenti e tristi avventure.

“Mi risvegliai in una spiaggia. Ignoravo dove mi trovassi. Sapevo solo che non ero in Nuova Zelanda e che Bithor non era con me. Camminai per giorni e per notti, mangiando saltuariamente i frutti degli alberi. Non incontrai nessun umano, ne alcuna creatura magica lungo il mio cammino. Solo due sere fa vidi finalmente una luce lontana. Avvicinandomi, i rumori aumentarono d’intensità. Sembrava una festa. Gli alberi della foresta cominciavano a diradarsi. E finalmente, vidi voi. Chiesi aiuto e svenni, stremato dal lungo viaggio e dalla fame. E il resto è storia nota”

“Wow!” è l’unico commento di Xander, totalmente assorto.

I due ragazzi rimangono così, in silenzio.

È Xander a parlare per primo.

“Bithor è… ancora vivo?”

“Non lo so… ma se è morto, non certo per il mare. I piccoli draghi sono nuotatori provetti. Secondo me è da qualche parte, da solo, e mi sta cercando come io cerco lui”

“Sono sicuro che lo troverai”

Leonard guarda Xander.

“Anch’io”

Impossibile ignorare la determinazione in quel paio di occhi color verde dorato.

“Le squame del drago hanno lo stesso colore degli occhi del cavaliere?”

“Sì” sorride Leonard “gli occhi di Charles erano di un bellissimo blu mare. Ora sono quasi nero liquido, come la sua anima”

Rimangono ancora fermi, a godersi l’aria fresca ed i suoni della primavera.

“Penso sia ora di andare, Leo. Il sole sta per tramontare”

“L’ultima cosa”

“Dimmi”

“Dici che… pensi che… bè… posso assaggiare uno di questi meravigliosi frutti?”

Xander ride.

“Sì, ma in fretta. Non voglio che Egle, Aretusa ed Esperia arrivino proprio ora!”

Leonard allunga il braccio verso il pomo più vicino, lo agguanta e lo porta alla bocca.

“Mmh! È squisito!”

“Torniamo al castello, ora. Finalmente stasera farai un pasto decente!”

 

 

 

N. A.

Ed ora, in anteprima assoluta, la scheda dell’Uniporco!!!!

 

Nome: Elle

Cognome: Fairybell (adottivo)

Nickname: Elle

Data di nascita: 15 Novembre 1898 (gli Uniporchi sono molto longevi!!)

Occhi: color arcobaleno

Genitori: un Uniporco ed una Scrofa

Fratelli: /

Città natale: Foresta delle Eufrasie

Tipo di creatura: un suino roseo e paffuto con un appuntito corno arcobaleno sulla fronte ed una simpatica coda arrotolata

Ruolo nella storia: assolutamente di prim’ordine, riesce a far innamorare tutti di sé

Io che sono l’autore sono il primo ad amarlo!!

 

Bella, eh? Mi ci sono messo d’impegno! E per il prossimo capitolo, di quale personaggio volete sapere la scheda: Hellen, Xander o Leonard?

  
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