Hold my hand
Questa storia partecipa alla challenge #MayIwrite del gruppo Facebook Non solo Sherlock – gruppo eventi multifandom
Prompt: Convalescenza – Sabato mattina – Immagine
Steve, sdraiato a letto, fissava il soffitto sconsolato. Dopo un mese che non si vedevano, Bucky quel weekend sarebbe tornato dalla caserma, ma lui era ancora in convalescenza. Dopo giorni di febbre quel sabato mattina finalmente era del tutto scesa, ma lui si sentiva ancora molto debole e, anche se non era più bloccato a letto, di certo non aveva le forze per uscire di casa. Bucky di sicuro sarebbe rimasto da lui tutto il tempo a fargli compagnia, ma Steve non avrebbe mai voluto che buttasse via quei pochi giorni liberi che aveva quando fuori il primo sole primaverile cominciava a fare capolino dopo un piovoso inverno. Un forte attacco di tosse scosse il suo corpo così si convinse a malincuore a non alzarsi nemmeno dal letto, rannicchiandosi più che poteva sotto la coperta.
Quando il campanello di casa Rogers suonò, su accorata richiesta di Steve, sua madre cercò di convincere Bucky ad andarsene ma il ragazzo non volle sentire ragioni e s’infilò quasi di prepotenza in casa. La donna nemmeno lo rimproverò, in fondo era contenta che quel caro ragazzo stesse sempre così vicino al suo Steve.
Steve sorrise in modo triste appena lo vide. Se da una parte era felice che fosse lì, dall’altra si vergognava a farsi vedere in quelle condizioni per l’ennesima volta.
Bucky ignorò qualsiasi rimostranza e andò ad abbracciarlo. Aveva promesso che ci sarebbe sempre stato, di certo non avrebbe smesso in quel momento.
Steve si diede dello stupido per aver cercato di tenerlo lontano, quelle braccia lo facevano sentire più protetto di qualsiasi medicina.
“Grazie!” si limitò a sussurrare contro le sue labbra prima di baciarlo con dolcezza.
Bucky lo strinse a sé per un tempo che a entrambi parve infinito, poi sciolto l’abbraccio lo invitò a tornare a letto.
“Ora riposati che ne hai bisogno, io resto qui con te!”
Steve, ancora dispiaciuto per non poter uscire, ritornò sotto le coperte.
I due giovani rimasero a lungo a parlare, fin quando la stanchezza ebbe la meglio su Steve, che si addormentò, la mano ancora stretta a quella di Bucky.
“Sogni d’oro!” sussurrò il ragazzo guardandolo con tenerezza prima di baciargli la fronte. Non gli importava niente dei giorni liberi o del sole fuori dalla finestra, la sua felicità sarebbe comunque rimasta in quella stanza.