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Autore: Fiore di Giada    24/05/2024    0 recensioni
[Partecipante al "500themes_ita" col prompt 106, ossia E' tutto ciò che ti chiedo.]
Ma la giustizia umana, nelle sue pur comprensibili esigenze di sicurezza, stagliava tra di loro una gelida barriera.
− Farò quanto chiedi. E stai tranquilla. Io mantengo sempre le mie promesse. Sempre. −
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Padre Conn, a passo lento, si avvicinò al vetro dei colloqui.
Un sospiro fuggì dalle sue labbra. Shannon Kelly, da diversi mesi, era rinchiusa nel carcere di Dublino per l'omicidio di suo marito.
Ma non aveva mai avuto colloqui duraturi coi suoi familiari restanti.
Qualche minuto dopo, la figura di Shannon, ammanettata e accompagnata da un'agente, entrò.
L'agente, silenziosa, si allontanò un poco e la detenuta si sedette dall'altra parte del vetro divisore.
Abbassò lo sguardo e, per alcuni istanti, fissò le sue mani, abbandonate in grembo. La sua gola era serrata in una morsa d'acciaio, simile ad una garrota.
Come aveva potuto rivolgere la parola a Padre Conn?
− Shannon, cosa vuoi dirmi? Dio non mi ha dato ancora il potere della preveggenza. − intervenne il sacerdote, la fronte aggrottata.
A quelle parole, lei si scosse e, con un cenno risoluto della testa, annuì.
− Padre, aveva ragione lei su mio marito. Quell'uomo, che io ho difeso, aveva abusato sessualmente di nostra figlia. E io, sua madre, non ho concesso alla mia bambina il beneficio del dubbio. L'ho costretta a cure psichiatriche inutili, perché non era pazza, ma disperata. Non vi ho dato nemmeno ascolto. − cominciò la donna, amareggiata.
Il volto del prete s'imporporò, mentre le lacrime velavano i suoi occhi. Che senso aveva evocare una simile tragedia?
Shannon aveva sbagliato, ma si era ben accorta del suo errore.
E, dilaniata dal rimorso, ne aveva commesso un altro.
D'istinto, strinse il pugno e il suo corpo si irrigidì, come una sbarra di ferro. Quella donna, così tormentata, meritava solo un abbraccio.
Ormai, solo il dolore accompagnava le sue giornate.
− So tutto. Ma che senso ha ricordare simili eventi? − domandò, a sua volta, il religioso.
A quella domanda, un sorriso sollevò le labbra di lei.
− Fa parte della mia punizione. La ferita non deve richiudersi. Mai. Leonie non ha avuto questa possibilità. Perché dovrei averla io? − domandò.
Perché sei viva, Shannon., si disse l'uomo. Avrebbe voluto parlare, ma la sua bocca era sigillata, come fosse coperta di cemento.
Quel dolore si espandeva nella sala, lasciando il vuoto dietro di sé.
La donna scosse la testa e fissò sull'uomo uno sguardo fermo, risoluto.
− Padre, però io avrei una richiesta da farle. Può ascoltarmi? − domandò, timorosa.
− Certo. Di che si tratta? − chiese il prete.
− La tomba di Leonie è priva di fiori. Lei amava le orchidee, le rose, le giunchiglie e le peonie. Può mettergliele lei? In questo, siete simili… − confessò. Il pensiero della tomba priva di cure di sua figlia era per lei più doloroso del carcere.
A quella domanda, gli occhi del prete brillarono di commozione. Una simile richiesta meritava accoglimento.
Shannon, pur avendo commesso gravi errori, aveva amato sua figlia.
Un sorriso sollevò le sue labbra e la sua mano, leggera, si appoggiò sul vetro. In quell'istante, avrebbe voluto abbracciare quella donna tormentata.
Ma la giustizia umana, nelle sue pur comprensibili esigenze di sicurezza, stagliava tra di loro una gelida barriera.
− Farò quanto chiedi. E stai tranquilla. Io mantengo sempre le mie promesse. Sempre. −
   
 
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