E siamo arrivati alla fine...scende il sipario sulle avventure della Dama di Picche
L'incontro con i Sovrani e Fersen è stato decisamente impegnativo. La Regina è sbiancata dalla paura e non credo che sia sfuggito a nessuno lo sguardo terrorizzato che ha scambiato con il Conte di Fersen, così come non è sfuggito a nessuno lo sguardo basso del Re...
Povero diavolo, mi fa davvero una gran pena e al tempo stesso ha tutta la mia stima. Come fa ad accettare che la moglie abbia una tresca sotto al suo naso? Non perde mai la pazienza, non ha mai un moto di stizza o di gelosia, rimane impassibile e mortificato, quasi a pensare che sia sua la responsabilità di questo tradimento.
Io al suo posto sarei una furia cieca...se Andrè dovesse mai tradirmi...no, che dico, anche solo pensare di tradirmi, credo che potrei fare una strage...
Scoprire l'amore mi ha reso ancora più possessiva di quanto non fossi già, e so per certo che passerei a fil di spada chiunque osasse tentare di avvicinarsi al mio André.
Questa sera dovrò prestare massima attenzione a tutto e tutti, non devo rischiare di abbassare la guardia, perché non sono sicura che la soluzione all'enigma della Dama sia stato risolto...
L'ultima sera, e poi tutto tornerà alla normalità. Da domani il Duca non esisterà più, tornerò ad essere André Grandier, con gli abiti che indosso adesso e il fiocco blu a fermare i capelli. Victor non sarà più il cugino. Fersen non sarà più un amico. E Oscar? Cosa diventerà Oscar? Non potrà essere la mia compagna, ma non voglio nemmeno che sia la mia amante...non è giusto che sia relegata ad un ruolo il cui termine evoca qualcosa di impuro, di clandestino, di sbagliato.
Non siamo sbagliati, noi due insieme.
Anzi, in questo mondo assurdo, finto e ipocrita che è la Corte, noi siamo sicuramente la cosa più vera, limpida e giusta che c'è...
Il piano di questa sera è semplice: non bisogna perdere di vista Fersen. Mai. Oscar ha lo sguardo fisso sulla piantina della Reggia, cerca di studiare tutti i possibili passaggi e vie di fuga che potrebbero essere usati dalla Dama. Io e Victor dovremo stare sempre in guardia e scrutare con attenzione qualsiasi movimento. Le Guardie reali saranno sempre a fianco delle Loro Maestà, e la Regina questa sera non si muoverà dal trono.
Può funzionare. No, deve funzionare! Se la missione fallisce, Oscar e Victor sono perduti.
Devo fare attenzione a non commettere errori, perché una mia distrazione può far precipitare tutto e rovinare per sempre Oscar e Victor.
Però...però...se questa è l'ultima sera di questo assurdo gioco delle parti, voglio giocare fino in fondo. Voglio ballare ancora una volta con Oscar, voglio stringerla a me davanti a tutta la corte, voglio sentire il suo desiderio travolgermi ed inghiottirmi, voglio perdermi in lei fino a dimenticare il mio nome...
Il piano è stato messo a punto. Ora non resta che entrare in scena. Solo due incognite mi preoccupano...il Duca d'Orleans e la Contessa di Polignac...
E' tutto pronto...il piano della Dama...è stato messo a punto. Ora non le resta che entrare in scena. Solo due incognite la preoccupano...il Duca d'Orleans e la Contessa di Polignac...
Il Salone delle feste è già gremito di gente e nessuno sembra preoccupato o teso. Gli ospiti non immaginano di essere comparse in questa rappresentazione teatrale messa in scena da una persona in preda ad una cieca sete di vendetta. Da una parte invidio questa leggerezza che si respira. Osservo tutta la sala con attenzione.
La Regina è seduta sul trono, a fianco del suo Re e declina con educazione e gentilezza ogni tentativo di farla alzare. Devo riconoscere che ha preso molto seriamente i moniti di Oscar, non lascia trapelare ansia o paura, ma sa perfettamente di essere un bersaglio, così come sa che rischia di essere la causa della dipartita di Fersen. Speriamo solo che il Conte sia altrettanto lucido e freddo, altrimenti salta tutto.
Girodelle non è ancora arrivato, credo che stia aspettando Oscar.
Fersen, invece, è già qui e dialoga amabilmente con l'ambasciatore prussiano.
Il Salone è già gremito di gente che non pensa ad altro che a divertirsi. Che buffo, non sanno quanto mi divertirò io tra poco, quando finalmente riuscirò a rovinare la reputazione di tutti quelli che hanno rovinato mia madre! Se non fosse stato per loro, adesso sarei qui a corte, a vivere nel lusso, corteggiata e ammirata da tutti! E non sarebbe la Polignac a manovrare la Regina, ma io! Io dovevo avere quel ruolo, dato che mia madre era la Favorita del Re!
Pagheranno tutti, uno per uno...
Mi sento così potente! Posso girare liberamente tra di loro e guardarli ridere e divertirsi...dopotutto chi presta attenzione ad una banale cameriera che porta i vassoi dei bicchieri?
Poveri stupidi...
Ma ecco il mio bersaglio...è tempo di agire!
Girodelle sta tardando, e vorrei tanto sapere perché...non so, magari ha sbagliato a mettere i bigodini o non trova la fusciacca intonata alla giacca... Certo che in quanto a vanità non lo batte nessuno, nemmeno la Regina!
Osservo Fersen mentre sta parlando con una giovane cameriera e a quanto pare deve aver ricevuto una qualche brutta notizia, perché in preda all'agitazione si congeda subito dall'ambasciatore e segue la ragazza.
Dannazione, si sta allontanando senza che nessuna delle guardie reali lo abbia visto! E io non posso seguirlo, gli ordini di Oscar sono di restare qui a sorvegliare la sala finché lei e Victor non arrivano!
Come faccio adesso? Nemmeno la Regina si è accorta del fatto che Fersen ha lasciato la sala e questo è un problema, un grande problema.
Per fortuna dopo qualche minuto Fersen ritorna, accompagnato da una graziosa dama, che mi presenta come sua sorella Sophie.
Le presentazioni tra me e la Contessa di Fersen vengono interrotte da una cameriera che mi avvicina dicendo che Girodelle mi ha fatto chiamare e mi aspetta nei suoi alloggi.
Chissà cosa è successo…
Entro in sala accompagnata da una grandissima tensione, è la prima volta che una missione mi agita così tanto. Forse perché so di essere in una posizione infelice e non ho libertà di azione. Se dovesse mai accadere qualcosa, se ci fosse bisogno di intervenire, come potrei farlo? Non sono in divisa, non ho la mia spada, sono intrappolata in questo vestito assurdo che mi blocca ogni movimento.
Mi sento una fiera in gabbia, mi manca la mia libertà!
E' assurdo che proprio quella vita che mi è stata imposta sin dal primo vagito adesso rappresenti la mia libertà. Sì, è così...io sono Oscar Françoise de Jarjayes, Comandante delle Guardie Reali, e sono libera! Non sono una dama, sono un soldato. Anzi, una donna soldato. Le mie due identità coincidono e da domani sarò una persona nuova. L'unica costante di questa mia vita anomala è André, ed è proprio grazie alla sua presenza che io ho sempre potuto essere libera. André rappresenta la mia libertà, e lo sarà per sempre. Non permetterò a niente e a nessuno di impedirci di vivere il nostro amore liberamente, anche a costo di fare scelte drastiche.
Lo cerco con lo sguardo, ma non riesco a trovarlo da nessuna parte.
Uno strano stato di ansia mi assale, non sapere dove possa essere mi preoccupa, e riferisco subito questo pensiero a Victor che cerca di rassicurarmi invitandomi a raggiungere Fersen, suggerendo che forse lui ha visto André e magari saprà dirci dov'è.
Ma la speranza si trasforma in angoscia quando Fersen ci gela con la stessa domanda che stavo per porgli:
“Buonasera Girodelle. Ma dov'è André?”
“Stavamo per chiederlo noi a voi, Conte”, risponde il mio secondo.
“Ero qui con André fino a poco fa, quando è arrivata una cameriera dicendogli che lo avevate mandato a chiamare e che doveva recarsi nei vostri appartamenti”.
Il panico mi assale, guardo Victor e riconosco nel suo sguardo lo stesso disorientamento che sto provando io.
Bisogna trovare André, e subito!
Entro
nell'appartamento di Victor preceduto dalla cameriera che mi fa cenno
di aspettare nell'anticamera invitandomi a sorseggiare un calice di
vino nell'attesa. Mi siedo sulla poltrona e faccio oscillare questo
nettare rosso nel calice, prima di portarlo alle labbra.
E' strano che Victor non arrivi però...mi sento inquieto, c'è qualcosa che non va.
Improvvisamente...improvvisamente...mi gira la testa...la vista è appannata...cosa...cosa sta succedento?
Sto perdendo i sensi...lo sento...
Oscar?
Oscar...dove sei?
Come
guidati da un comando invisibile dato all'unisono, Fersen, Victor ed
io ci dirigiamo verso le guardie reali a scorta dei sovrani, per
comunicare loro quanto è successo e chiedere un dispiego delle
forze in modo da cercare André.
Purtroppo il nostro intento è bloccato dalla Contessa di Polignac.
“Conte de Girodelle! Ma che piacere vedervi qui a corte stasera. E con la vostra bellissima cugina, per di più!”
Guardo Fersen, sperando capisca che mi deve assolutamente aiutare a liberarmi da questa spina nel fianco.
“Buonasera. Contessa”, risponde Victor educatamente “stavo portando mia cugina a salutare i sovrani, vi chiedo la cortesia di lasciarci passare, non vorrei far attendere la Regina”
“Addirittura!”, risponde melliflua la serpe “Vostra cugina è da così poco tempo a corte ed è già nelle grazie della Regina? Deve avere delle qualità nascoste, o forse...una personalità nascosta...”
Non le servirà nascondere il suo bel visino dietro un ventaglio, adesso. Ora basta!
“Avete qualcosa da dirmi, Contessa?” la affronto apertamente, notando lo sconcerto di Victor e Fersen.
“Vedete, Mademoiselle Françoise, assomigliate tantissimo ad una persona molto influente a corte, ma altrettanto pericolosa ed enigmatica. E casualmente, da quando siete comparsa voi è sparita lei... La coincidenza è piuttosto singolare...”
Mantieni il sangue freddo, Oscar...devi cercare André...
“Vi ripeto la domanda...avete qualcosa da dirmi, Contessa?”
La guardo fissa negli occhi, finché non è lei ad abbassare lo sguardo.
“E adesso vi chiedo il piacere di lasciarsi passare. Come ha detto il Conte de Girodelle, sarebbe scortese far attendere la Regina”
La Polignac sussulta, e ci lascia passare, sgomenta. Vediamo se questa volta avrà il coraggio di farmi cadere addosso un altro lampadario...
Cosa
è successo? Mi sento stordito...non ho la forza di
muovermi...la testa è così pesante...
Dove sono? Non è la stanza di Victor...
Aiutatemi...qualcuno mi aiuti...
C'è qualcuno qui...sento delle mani che mi stanno togliendo la camicia...ma non è Oscar, non è lei...
Dove sono...? Aiuto...
Le guardie reali sono subito al nostro servizio, le porte della Reggia di Versailles vengono chiuse, Fersen e i sovrani vengono scortati in una stanza che viene prontamente chiusa dall'esterno, con una fila di guardie a loro scorta.
Victor prende il comando, perché io in questo momento non ne sono in grado. Con le mani appoggiate ad un davanzale, le spalle curve e gli occhi pieni di lacrime non riesco a fare altro che sussurrare il nome di André.
E' colpa mia, non l'ho protetto abbastanza, e soprattutto non mi sono fidata del mio istinto. La sciarada...era...è troppo semplice...abbiamo sbagliato ad interpretarla...
Ho bisogno di leggerla nuovamente, e subito!
“Victor!” ritrovo il controllo, ora si gioca di strategia. “La sciarada. Andiamo a rileggerla, subito!”
Stupendo è l'amore, quando può essere svelato,
La Regina di Cuori brilla di luce rossa come la passione
ma triste è lo stesso, perché il suo cuore deve tenere celato
e il suo Re di Cuori non riesce a ricordarle la sua posizione.
La Regina di Fiori, insieme al suo Cavaliere,
sa che la catastrofe può arrivare per un semplice errore
e fa scudo ai sovrani di Cuori, cercando di non far vedere
specialmente quando traspare inaspettato l'amore.
La scure su di loro abbatterà, e lacrime porterà.
che anche loro son parte dell'inganno,
Della Regina gli azzurri occhi la tenebra del dolore oscurerà
e capiranno che su Fato potere non hanno.
Il Cavaliere di Cuori vittima sta per perire,
e la “sua” Regina di dolore finirà per impazzire .
La rileggo ancora ed ancora, e mi sento così frustrata per non aver capito subito l'inganno. Eppure l'indizio era sotto i miei occhi...il nastro blu...come quello che porta André.
Siamo noi due l'ultimo bersaglio.
L'amore che deve essere celato è il nostro, quella maledetta ha scoperto il nostro segreto...io sono la Regina di Cuori, Girodelle è il Re, e la Regina di Fiori è Maria Antonietta...la sfida delle rose...come ho fatto a non pensarci...Il Cavaliere della Regina di fiori è Fersen, loro sanno cosa vuol dire rischiare un passo falso, e Fersen sa di noi..
E il Cavaliere di Cuori...il cavaliere...è André! E' lui che pagherà per tutti noi, è lui l'ultima vittima...
Victor ascolta tutta la mia spiegazione ed è affranto, incredulo, arrabbiato!
La Dama si è presa gioco di noi, ci ha osservato tutto il tempo e ci ha smascherato prima che potessimo farlo noi con lei.
“Oscar, dobbiamo trovare André prima che sia troppo tardi!”
Hai ragione, Victor, devo trovarlo, ma dove? Come? La reggia di Versailles è enorme, e quella donna potrebbe essere ovunque!
Come se avesse sentito il mio pensiero, Victor va avanti.
“Lo troveremo. Li troveremo! Dovessimo abbattere tutte le porte di questo dannato posto! E so anche da dove cominciare!”
Alzo lo sguardo sono tutta orecchi.
“Dove, Victor? Da dove partiamo?”
“Dal cercare il Duca d'Orleans. Se non vuole essere accusato di tradimento, sarà meglio che ci dica tutto quello che sa.”
Chi mi ha portato in questa stanza? Non è la mia...non è nemmeno quella di Oscar...
Cerco di alzarmi ma mi accorgo di avere i posti legati alla testiera di un letto. Se non fosse che non so cosa stia succedendo, potrei anche trovare la situazione interessante...
Un fruscio alla mia destra cattura la mia attenzione.
C'è una donna...chi è?
“Chi siete? Cosa volete da me?” le chiedo, cercando di mostrare sicurezza.
“Oh, vi siete svegliato...André...”
Non è possibile! Sa chi sono?!?! Chi è questa donna? Mi volto a guardarla.
Capelli biondo rame, abito nero e maschera sul viso.
La maschera ha il seme delle Picche.
La Dama di Picche.
“Non state a scervellarvi sul cercare di capire chi sono, tanto non ci riuscirete. Non ci siamo mai visti di persona, ma io so tutto di voi. Di voi e di Madamigella Oscar. E' stata mia madre a raccontarmi tutto. Forse questo posso dirvelo...sì...Mi chiamo Sidonie, e sono la figlia della Contessa Du Barry.”
Ah, ora il mosaico è completo, ora è tutto chiaro, e capisco anche perché il Duca d'Orleans era così reticente al volerci dare spiegazioni.
La figlia della Du Barry. Non immaginavo nemmeno esistesse una figlia di quella donna.
La Guardia Reale è schierata a sorvegliare l’appartamento adiacente a quello del Duca d’Orleans, e io sono pronta all’azione. E’ buffo come la minaccia di finire alla Bastiglia in seduta stante abbia sciolto la lingua del cugino del Re!
E così la fantomatica Dama è la figlia della Du Barry, chi l’avrebbe mai detto…certo che l’erbaccia non muore mai…neanche dopo tutti questi anni quella donna è riuscita a mettersi l’animo in pace!
Guardo Girodelle e Fersen, un cenno del capo e tutti e tre contemporaneamente sfondiamo la porta con un calcio…e quello che trovo mi lascia sgomenta!
André, il mio André, legato al letto, e tenuto sotto tiro da una donna che indossa sul viso una maschera con il seme di Picche.
“Buonasera Madamigella Oscar, finalmente siete arrivata. Non so se avete fatto in tempo, però, il vostro amante ha già potuto apprezzare il mio elisir speciale, sapete. Credo che dormirà a lungo…forse in eterno…”
La voce melliflua e il tono di scherno di questa donna hanno la capacità di farmi ribollire il sangue in un attimo, e senza neanche pensarci afferro la spada al fianco di Girodelle e mi scaglio contro questa serpe.
Nessuno dei presenti è in grado di muoversi , tanta è la furia che vedono nel Comandante Oscar. La sua avversaria non si fa cogliere impreparata e, presa una spada che teneva nascosta vicino al letto, risponde all’attacco con lucida freddezza.
Il Conte di Fersen si precipita a soccorrere André, chiedendo aiuto ai soldati della Guardia, che si affrettano subito ad eseguire gli ordini: chi corre a cercare un medico, chi va a cercare il Generale de Jarjayes, chi è incaricato di avvisare le Loro Maestà.
La lotta tra le due donne è feroce, nessuna delle due ha intenzione di soccombere.
“Perché noi? Perché lui?”, chiede Oscar, senza perdere la concentrazione.
“Perché è colpa vostra se mia madre ha perso tutto!”
“Mia? Ma cosa state dicendo…”
“Mia madre voleva la vostra come dama di compagnia. Era l’unico modo per portarvi dalla sua parte, e mantenere il suo prestigio! E invece no, voi avete scelto la Principessa, e nel momento in cui il Re è morto, mia madre è stata cacciata come la più volgare delle straccione”
“Voi siete pazza! Non potete dire sul serio! E il mio Andrè sta rischiando la vita per colpa della stupida vendetta di una stupida donnetta!!!”
Ed è il quel momento che il pensiero di chiudere le malefatte della Dama di Picche spinge Oscar ad usare tutta la sua abilità e la sua forza, arrivando non solo a disarmare la Dama, ma anche a ferirle una mano, e puntare la spada alla sua gola.
“E’ finita. Visto che siete così arrabbiata con me e con tutti quelli che hanno avuto a che fare con vostra madre, preparatevi a ricevere lo stesso castigo. Ma questa volta, io non interverrò a scortarvi e a proteggervi, come invece avevo fatto con lei”
Solo alla fine del duello mi accorgo della presenza della Regina, e del lampo d’odio e di rabbia che accende i suoi occhi, generalmente dolci e luminosi.
“Portare questa donna nelle celle, subito! E non disturbatevi a portarla davanti a Sua Maestà e me per un regolare processo. Che venga trasferita alla Bastiglia entro domani, senza possibilità di visite”.
La Regina è adirata, tesa, spaventata e sconvolta, ma nonostante tutto riesce a rivolgermi uno sguardo gentile, quando mi prende la mano e mi dice, con dolcezza, che adesso dobbiamo andare dal mio André.
Spalanco gli occhi quando le sento dire “il vostro André”, e per un momento temo al pensiero di cosa ci succederà. La missione è praticamente finita, io sono una nobile e André un servitore di casa Jarjayes.
Sembra che la Regina mi abbia letto nel pensiero, perché mi sussurra di non temere, che non permetterà a niente e a nessuno di ostacolarci.
Una settimana dopo…
L’udienza finale è finita, finalmente, e ora possiamo dichiarare ufficialmente chiusa la missione.
E’ stata durissima, sapevo che la parte più complicata sarebbe stata il confronto con mio padre, ma la Regina è stata irremovibile, ha preteso che lui fosse presente tutto il tempo e lo ha letteralmente messo a tacere! Incredibile, il Generale Jarjayes costretto a chinare la testa
Non riesco ancora a credere a tutto ciò che ho visto e sentito…più che altro sentito, visto che sono stato in ginocchio e a testa bassa tutto il tempo…anche quando la Regina mi ha dato la parola per rispondere al padre di Oscar.
In fondo lo capisco, ha costruito il futuro del suo casato sul destino della figlia, e il prestigio portato dal successo in questa missione sono stati spazzati via in un attimo dal documento che la Regina ha fatto redigere apposta per noi…per Oscar.
Ricordo parola per parola ciò che la Regina ha letto…
“Con questo documento si autorizza la Contessa Oscar Françoise de Jarjayes a contrarre matrimonio con chiunque lei voglia, a prescindere dal titolo e dalla classe sociale di appartenenza del suo pretendente, con validità perenne.”
Posso sposare Oscar, se mai lo vorrà! Non sarò costretto a rinunciare a lei….
Il documento che ho tra le mani è il riconoscimento più grande che potessi ricevere. Non mi serve una medaglia, un titolo maggiore, un castello o qualsiasi altro bene materiale. Con questo documento sono libera! Siamo liberi! Non dobbiamo più nasconderci, possiamo vivere il nostro amore alla luce del sole e addirittura sposarci, se mai André lo vorrà…
Certo che se non fossero intervenuti in nostro favore Girodelle e Fersen, forse mio padre non avrebbe capitolato così in fretta. Tutti i suoi discorsi sul rango e sulla classe sociale sono stati smontati pezzo per pezzo, decantando e lodando il coraggio e la nobiltà di André, che ha accettato tutti i rischi di questa missione non lamentandosi mai e dimostrando un coraggio e una lucidità degna di ammirazione.
Non credevo che Fersen e Girodelle avrebbero preso le mie difese con il Generale, ma credo che alla fine la proposta che ho fatto al padre di Oscar possa averlo tranquillizzato almeno in parte. Se mai arriverà il giorno in cui Oscar ed io ci sposeremo, e se mai arriverà anche un figlio maschio, avrà il nome Jarjayes, e sarà il suo erede. Io, non pretendo nulla, non mi interessa il titolo, il patrimonio, nulla! Vorrei solo poter coronare il mio sogno, ma non a scapito del Generale e se questo può essere un compromesso, che sia.
E Andrè ha dimostrato la sua nobiltà e generosità quando ha proposto a mio padre di dare il mio cognome al nostro primogenito, in modo che il casato possa avere il suo erede, e il sogno di mio padre possa vedere la sua realizzazione. Persino la Regina ha fatto notare che non è così comune trovare un uomo che decide di sua spontanea volontà di fare un passo indietro rispetto al cognome da dare ai figli e che questo gesto era un ulteriore segno di quanto André sia in realtà l’unica persona che può stare al mio fianco e non recare problemi al nome del casato. E così alla fine il Generale ha dovuto accettare, e ci ha dato la sua benedizione!
Adesso, però, una settimana di licenza e di riposo non ce la toglie nessuno! I Sovrani ci hanno accordato un breve periodo di riposo e la nostra destinazione sarà la Normandia. Giusto il tempo di arrivare a Palazzo Jarjayes e preparare i bagagli. E’ stata dura convincere Oscar, perchè pare che ci sia un nuovo problema all’orizzonte. Gira voce che le case dei nobili sia diventate ultimamente terreno di caccia di un singolare ladro, che regala il suo bottino ai poveri di Parigi. Pare si faccia chiamare Cavaliere Nero…o qualcosa del genere…
Beh, questa volta l’incarico di indagare è stato dato a Fersen e Girodelle, il Cavaliere Nero può attendere.