Fumetti/Cartoni americani > Thor
Segui la storia  |       
Autore: NicoRobin95    29/08/2024    0 recensioni
Loki mi guardò con sguardo limpido e con gli occhi pieni di tristezza mi disse: "Spesso abbiamo bisogno di eroi e antagonisti é la grande menzogna che fa girare l'universo. Serve qualcuno da incolpare e qualcun altro da ringraziare. È così che va, spesso però non ci si rende conto che sono gli eroi che acclamiamo a dare vita ai mostri che odiamo. Sono loro che li creano, presentandoli come tali al mondo. Un capro espiatorio che tutti feriscono e uccidono senza pietà. Senza sapere che spesso è volentieri, sono gli "eroi" a trasformarlo in qualcosa da odiare, raccontando solo il lato 'di facile accettazione' dei fatti." Fu questa la frase che mi aprii gli occhi, ecco perché sono qua a raccontarvi la versione taciuta da millenni, la vera storia di Asgard e capirete tantissime cose. Solo allora deciderete chi realmente è egoista, avido e spietato.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chiusi gli occhi e lasciai che la frizzante brezza asgardiana mi accarezzasse il viso, i capelli, il vestito.
Avrei voluto essere libera e leggera come quella brezza del nord; anche pochi giorni prima quando ero aggrappata al ponte da cui stavo per buttarmi giù tirava vento, ma era molto diverso: tagliente, severo, punitivo, non come quello attuale.
Mi sembró così incredible tutto ciò che stava succedendo e ne ero anche spaventata perché nella mia vita nulla di gioioso, piacevole e bello era mai autentico e duraturo, si rivelava sempre falso e destinato a finire per poi farmi stare peggio di prima.
Nonostante tutto, non riuscivo a combattere quella sensazione di benessere che provavo,nel frattempo
il cielo si era tinto di strati di colore che andavano dal blu scuro al violetto, i colori del crepuscolo, e il sole era ormai completamente dietro alle colline. Le prime stelle erano apparse e una grande luna velata da nuvole d'argento splendeva.
Una fragranza misteriosa, buia e rotonda mi solleticó le narici e dei passi eleganti mi giunsero all'orecchio.
Mi girai e lo vidi in piedi di fronte a me: Loki, indossava ancora la veste di pelle nera, ma senza il mantello e una camicia di seta bordeux con bordature oro.
Mi venne istintivo alzarmi e accennare a un inchino per salutarlo, in fondo era sempre il re ed ero ospite nel suo regno è vero, ma ero comunque un suo suddito.
Mi alzai in piedi e accennai a un inchino con il capo; lui mi prese la mano nella sua e disse: "Sono molto felice di vederti mia bella Midgardiana."

"L'onore è mio, mio sovrano."

"Vogliamo accomodarci?"

"Se lo desideri mio re."

Molto dolcemente mi aiutó a sedermi assicurandosi che fossi comoda, dopodiché si sistemó accanto a me.
Il terrazzo era spazioso e molto elegante. La zona preparata per la cena era arredata con un tappeto molto comodo ed elegante color blu notte, cuscini in raso e seta e un tavolo basso apparecchiato alla perfezione.
Dopo pochissimo tempo le due ancelle personali di Loki a cui ormai ero affezionata portarono la cena in tavola, Munac mi fece un occhiolino sfuggente come di buon augurio.
Il profumo del vino speziato, del pane fresco, della carne arrosto, delle verdure grigliate, dei formaggi e delle altre mille leccornie della tavola non facevano altro che far aumentare il mio appetito. Cercai comunque di ricordarmi che ero a tavola con un re, quindi avrei dovuto cercare di avere un minimo di maniere e contegno.
Non volevo sembrare maleducata per cui aspettai che fosse lui a dare il via alla cena.
"Prego mia cara, serviti pure e non farti problemi, non siamo a una cerimonia. Se avessi voluto fare una noiosa cena regale avrei cenato con mia madre e altri membri della corte."

Nonostante quelle parole mi fecero piacere e tranquillizzarono, non mi sentii completamente a mio agio finché non vidi mangiare lui, era educato, ma molto semplice, alla mano e senza tante cerimonie. Piano piano mi lasciai andare anche perché tutto dalla verdura più umile al più sontuoso piatto di carne e di pesce aveva un gusto inconfondibile, non avevo mai mangiato nulla di più buono. 
"Come hai passato la giornata?" Mi chiese prendendo un calice di vino.

"Credo sia stata la giornata più rilassante della mia vita e non potrei sdebitarmi per tutto ciò che hai fatto per me. Non voglio arrecarti disagio."

"Mi sembrava che avessimo già chiarito che è un piacere e l'ho fatto con il cuore; nessuno mi ha obbligato. Anzi, mi dispiace di averti chiesto di non uscire dalla stanza come fossi una prigioniera, ma qua a corte ci sono dei meccanismi che capirai con il tempo, solo se deciderai di restare perché ricorda su Midgard puoi tornare quando vuoi e ogni volta che vuoi. Ad ogni modo sai che se vorrai potrai stare qui quanto vorrai, anche per sempre! Anche se non credo che ti fermerai qui per sempre, deve pur esserci qualcosa su Midgard per cui dovresti fare ritorno."

Quelle parole furono uno schiaffo, non che fossero intenzionate a ferire, ma mi costrinsero a pensare a cosa avevo di effettivamente caro su Midgard e rendermi conto di non avere nulla per cui tornare non fu piacevole; in realtà lo sapevo, lo avevo sempre saputo ma, pensarci in quel modo, in quel contesto fu doloroso e prima che me ne accorgessi gli occhi diventarono lucidi.
Loki mi disse mortificato:
"Ho detto qualcosa di poco opportuno?"

"No, no mio signore è solo che... stavo pensando al fatto che su Midgard... su Midgard non c'è nulla per cui tornerei."

"Io... Oh... mio dolce fanciulla, mi dispiace."

"No, non scusarti, lo hai detto in buona fede, ma... in effetti è così, non sono trattenuta da nulla su Midgard."

"Allora rimani qui, il mio regno è grande e ci sarà sempre posto per te."

"Grazie mio re, sei molto buono, ti chiedo del tempo per pensare, sono successe così tante cose in questi giorni che sono molto confusa. Non saprei decidere su due piedi ora, se posso avere un po' di tempo."

"Certo, tutto quello che ti occorre, puoi rimanere quanto vuoi, tornare quando vuoi, andare quando vuoi... prendi pure con calma la tua decisione."

"Grazie, davvero di cuore..." fece un accennato inchino con il capo: "Mio re!"

"La cena è di tuo gradimento?"

"È tutto così squisito, credo di non aver mai mangiato nulla di piú buono nella mia vita. È tutto così genuino e gustoso."

"Tutto il cibo che vedi su questo tavolo viene dalla terra e dalle tenute del palazzo. Asgard è un regno molto generoso se lo si rispetta. Sono i suoi monti, le sue colline, pianure, boschi, praterie, ruscelli, fiumi e laghi i veri sovrani; se smettessero di sostentarci nessuno di noi potrebbe vivere più. Tutti i nove regni sono nella condizione di poter vivere bene e con risorse a sufficienza, chi non ne è in grado è perché a sfruttato, rovinato e maltrattato la sua casa. Sinceramente su Midgard non siete stati molto lungimiranti, senza offesa."

"È vero quello che dici, ma purtroppo l'egoismo, l'interesse, il tornaconto, la crudeltà non hanno colore, frontiere e nemmeno pietá." Dissi con un'espressione sommessa.

"Se una persona è malvagia puoi dargli qualsiasi cosa, il tuo cuore, amarla, ma questo non la fermerà dal ferirti o addirittura ucciderti e purtroppo, questo vale anche per i nostri bei regni." Nonostante cercassi di non sbilanciarmi dentro di me iniziò a formarsi un nodo alla gola che cercai di nascondere. Dovevo mostrarmi dura, marmorea non una mammoletta; non so se perché io non fossi brava a fingere o fosse lui a essere straordinariamente intuitivo, ma il mio malessere gli fu chiaro come la luna piena di quella sera.

"È per via di uno di questi individui che ti trovavi nella situazione orribile in cui ti ho visto?"

Accidenti! Come potevo cavarmela?

"Uno in particolare, ma parecchi in realtà!" Cercai di essere vaga, stando ben attenta a nascondere il fatto che la voce si strozzava in gola.

"Mi dispiace molto! Anche se sinceramente non è difficile da capirlo guardandoti!" Disse lui sfiorandomi la mano con sguardo dolce.

"Cosa intendi?" Dissi io quasi impaurita.
"Che hai tantissime ferite e purtroppo per te stanno ancora sanguinando; lo si vede senza alcun tipo di sforzo, ma purtroppo che si veda così bene è un pericolo."

Il nodo alla gola stringeva sempre più, gli occhi mi diventarono lucidi. Ce la misi tutta a bloccare le lacrime.

"Quindi mi hai aiutato per pietá?" chiesi con un dolore al petto pronta ad un'insulsa risposta affermativa.

"No! Assolutamente!" Quella risposta arrivó giusto in tempo a fermare quel crescendo di sofferenza.

"Davvero?" Chiesi io incredula.

"Se dovessi trattare come te tutte le persone per cui ho avuto pietà a quest'ora la mia stanza dovrebbe essere grande quanto Asgard." Disse ridendo divertito.

Quel sorriso genuino, quegli occhi di ghiaccio così espressivi e quel viso stupendo lambito dalla gioia mi sciolsero.
Anche io mi schiusi in un sorriso.

"Oh finalmente ridi mia dolce donzella." Disse prendendomi la mano.

Tornai seria, ma tranquilla:
"E allora... perché mi hai salvato?"
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Thor / Vai alla pagina dell'autore: NicoRobin95