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Autore: Eylis    24/09/2009    3 recensioni
Cigola la carrucola del pozzo, la bimba tira la catena con tutte le sue forze. Ha paura, la piccina, crede che quell’aspro stridio sia la voce di una strega che prima o poi la trascinerà nelle profondità di quelle mura rotonde di pietra. Seppure un poco tremante osa affacciarsi a quella bocca nera e sbircia velocemente al suo interno. La mamma le ha sempre detto di non farlo, è pericoloso, ma lei vuole sincerarsi che la strega non stia per saltare fuori, perché in quel caso dovrebbe scappare a gambe levate!
Un vecchio pozzo può essere molto di più di ciò che sembra, ma rimane pur sempre un vecchio pozzo. Forse proprio per questo si fa raccoglitore di storie, immagini, suoni, sentimenti che conserva dentro di sé per poi raccontare una storia… In questo caso, in ogni capitolo potrete leggere una tappa della vita di Anna.
Questa storia si è classificata prima al contest "A story from a quote" indetto da BlackIceCrystal sul forum di EFP
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi con il secondo capitolo di questa storia, ma prima di lasciarvi alla lettura... ho un paio di ringraziamenti da fare!

kaos3003: mi ha fatto davvero piacere ricevere una recensione così articolata e precisa, grazie! Mi trovo d'accordo con te: il primo capitolo è impostato in modo quasi fiabesco. Inizialmente volevo rendere simile tutta la storia, ma poi... il mio modo di scrivere è cambiato, proprio come cambia Anna crescendo. Spero lo troverai un cambiamento adatto! Al di là di questo, ho cercato in ogni capitolo di caratterizzare le fasi della crescita di Anna attraverso alcuni immagini definite, precise, come quella della strega, quindi sentire che questo fatto è stato apprezzato è importante per me. Che altro dire... spero anch'io che potrai spostare questa storia tra le preferite, quando sarà finita! Fra l'altro, scusami per l'ignoranza... hai firmato "Criticoni d'autunno", posso chiederti delucidazioni? Grazie!

Grazie di cuore anche a S chan per aver inserito la storia fra le preferite! Magari non la troverai all'altezza di Labirinti ma... spero la leggerai comunque con piacere =)







2. La Ragazza

Cigola la carrucola del pozzo, e la ragazza sbuffa al pensiero di essere ancora costretta, alla sua età, ad andare ogni giorno a prendere l’acqua. La mamma non la vuole capire che ormai il suo cuore sta benissimo, non è più debole com’era una volta. Quand’era piccola credeva che lo stridio della catena sull’ingranaggio fosse la voce di una strega malefica, ora invece si rende conto di quanto fosse sciocca a credere ad una simile fantasia. D’improvviso la catena si incastra nella ruota sospesa, ed Anna arrabbiata si lascia sfuggire una parolaccia, sottovoce.
“Mamma! Questa stupida cosa si è ancora bloccata!” Sentendo le urla della figlia la donna esce di casa, spazientita.
“Avrai di nuovo tirato troppo forte, lo sai che il pozzo è vecchio e ha bisogno di mani delicate!” Anna squadra la madre con aria di sfida.
“Forse invece sarebbe il caso di cambiare l’ingranaggio, non credi? Guardalo, cade a pezzi!”
“Non dire sciocchezze, funziona ancora benissimo.” Alla fine è sempre la madre a vincere i loro battibecchi, e la ragazza frustrata la guarda sciogliere l’intoppo per liberare nuovamente la catena. Così facendo però il secchio precipita nel pozzo, rovesciando tutta l’acqua che aveva quasi portato alla luce.
“Mamma! Guarda cos’hai fatto! Ora la tiri su tu!” Ma la donna non ha il tempo di dare retta ai capricci della figlia, e la guarda severamente negli occhi.
“Ora non ho tempo, Anna. Senti questo fischio? Il pranzo è quasi pronto, e se non corro a togliere le pentole dal fuoco sarai tu a dover pulire tutta la cucina!”
“Ma non è giusto!”
“Vero, non lo è, quindi ti conviene lasciarmi andare!” Sconfitta la ragazza si volge verso il pozzo di nuovo, mentre la madre corre via dalla piccola collina per poi infilarsi nella porta di casa. Poco dopo il sibilo sempre più acuto delle pentole si quieta, e nell’aria rimane solamente il silenzio. Anna si appoggia al bordo del pozzo di pietra, ancora arrabbiata. In quel posto ci sono solo il silenzio dell’aria ed i rumori stupidi e fastidiosi, come gli uccelli che cantano all’alba quando vorrebbe dormire, le pentole che sbuffano sulla vecchia cucina o lo stridio di quell’odioso pozzo che ogni volta le mette l’angoscia. Ma sa di non avere scelta, così poco dopo raccatta nuovamente la catena e tira fino a che il secchio, colmo d’acqua, la raggiunge. Lo stacca dal gancio e si avvia a sua volta verso la piccola casa di campagna.

La volpina è cresciuta, ed ormai inizia a farsi vecchia. L’hanno chiamata Ruggine, perché il suo pelo ha proprio il colore della ruggine. Era stata Anna ad inventarsi quel nome, quando aveva deciso di fare da mamma alla volpe, ma ora lo trova un nome molto stupido per un animale. Per qualsiasi cosa, in effetti. E poi le ricorda troppo la ruggine che cosparge la catena del pozzo e che ogni giorno le rimane tra le mani sporcandola.
Quella sciocca volpe la seguiva ovunque fino a qualche tempo prima, ma ora che sta invecchiando fatica ad alzarsi dalla sua cuccia. Sono passati dieci anni da quando l’ha raccolta, nel pozzo, e spesso quando la guarda Anna pensa che sarebbe ora che tiri le cuoia. Soprattutto quando, come quel giorno, Ruggine vuole seguirla a tutti i costi sulla collina. Anna sta per uscire di casa col secchio quando la mamma la richiama.
“Anna, porta con te Ruggine, guarda come ci tiene poverina!”
“Ma mamma, quella stupida volpe pesa, non ce la faccio a portarla fino al pozzo!” La donna la guarda, severa. I suoi capelli hanno iniziato a striarsi di bianco, ed a volte dice che succede per tutte le preoccupazioni che la figlia le dà. In realtà vuole un gran bene a quella che considera sempre la sua piccola bambina, ma l’adolescenza è una dura bestia da mandar giù ed a volte le fa perdere la pazienza.
“Non dire sciocchezze. Sai bene che basta che l’aiuti a fare quei due gradini a metà strada, e poi saranno a dir tanto cento metri! Portala, dai, falla felice almeno una volta che ti vuole ancora così bene…” Anna volge gli occhi al cielo, sbuffa e picchia i piedi come una bimba capricciosa. Poi, rassegnata, chiama Ruggine che con un brillio negli occhi neri si alza faticosamente ed esce di casa. La mamma la elogia per il gesto.
“Brava la mia bambina!”
“Mamma! Ho quindici anni, non sono più una mocciosa!”

Anna sa, che in realtà a Ruggine vuole ancora un gran bene. Proprio per questo non riesce a sopportare di vederla zoppicante, vecchia, perché sa che presto la sua vita sarà arrivata al capolinea e la lascerà sola, dopo tutti quegli anni. Pian piano le due compari arrivano al pozzo, Anna aggancia il secchio alla catena e lo lascia scivolare nelle profondità fino a che non sente il rumore dell’acqua e gli anelli nelle sue mani si fanno pesanti. La volpe si accuccia accanto a lei, senza mai perderla di vista, e ancora una volta la ragazza si sente protetta da quello sguardo vigile.
“Ti voglio bene sai? Anche se hai un nome stupido e sei vecchia.” Ruggine la fissa, come se avesse capito le sue parole, poi con un uggiolio poggia il capo sulle zampe incrociate e chiude gli occhi. Immobile. Anna impiega qualche tempo a rendersene conto, la volpe sembra non respirare più, pare diventata una statua.
“Rug?” Silenzio. “Rug! Svegliati!” A quelle grida la volpe apre nuovamente gli occhi, lentamente, e guarda la sua padroncina.
“Stupida volpe! Stupida, stupida volpe!” Anna si è spaventata, era certa che Ruggine fosse morta lì, davanti ai suoi occhi. Senza più guardare l’animale si inginocchia e poggia le braccia sul bordo del pozzo, accanto al secchio che ha appena estratto da quel buco nella terra. Nasconde la testa nell’incavo del gomito e piange, triste, mentre il vento che soffia leggero fa stridere la carrucola accanto a lei.

  
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