Dedicata a Raito-kuuuuun!
e
alla signora zia XD.
Le citazioni sono una traduzione abbastanza libera di una enigmatica e
bellissima canzone di Regina Spektor, «Apres moi».
In particolare, il verso «be afraid
of the cold» lasciava più
campo libero perché dicendo «freddo» non
rende benissimo l’idea, però ho
preferito inserire la traduzione per integrare meglio canzone e
flashfic.
Penso che, nel momento in cui il quaderno spinge una persona al
suicidio,
stimoli qualcosa nella mente dei «condannati». Non
possono svegliarsi tutt’un
tratto e dire «Che bello,
m’impicco!,
oggi m’impicco!»: no, decisamente XD. Ho
voluto provare a interpretare,
dopo aver letto molto di Misa, cosa succede invece a Misora. Ho cercato
di
puntare sulla sconclusionatezza del
filo logico che cerca comunque di spingerla verso il suicidio.
Inizialmente pensavo sarebbe stato difficile scrivere questa fanfic:
Naomi compare
poco nell’opera e nello spin-off la vediamo soprattutto in
vesti ufficiali,
viene trattata poco come donna;
ancora meno si sa, poi, del suo rapporto con Raye Penber. Ebbene, io
giudico
quell’uomo uno stronzo. Mi dispiace ma è
così XD. E datemi una ragione valida
secondo la quale un tenero fidanzato zittirebbe così la
donna del suo cuore...
maschilista! *Muppa*
Ho voluto fare un esperimento: l’inizio è comune
con [Titolo],
ovviamente con le differenze di rito. Non ditemi che non avete mai
avuto caldo
nonostante la gelata (?)!
Buona lettura ^^.
It’s
not my choice.
[67 ~ Neve
744 parole.]
[Io, oh!, devo
mantenere
una reputazione,
non puoi distruggere quel che non è tuo.]
Fa freddo.
Inspira ed
espira lentamente, beandosi dell’aria fredda della sera.
È un freddo che entra
nelle ossa e non lascia via di scampo, un freddo penetrante e tanto
impetuoso
da donare un insano torpore; di quel freddo per il quale,
arrivata a casa,
togli la giacca e lamenti il caldo, addirittura sudi sotto al cappello
di lana
e ai pesanti guanti.
Allora ti guardano male, chiedendosi se non sia merito
dell’influenza che gira.
Ridi.
Questa volta, però, anche casa è gelida. E vuota.
E terribilmente buia.
Tuttavia, non ricordi di aver chiuso le tende quando sei uscita.
Forse è passato un ladro.
«Sì, lascia il televisore e chiude la
tapparella» mugugni, appoggiandoti alla
porta d’ingresso che hai appena chiuso a chiave.
Ma non ha importanza: che entrino e facciano quello che vogliono.
Ormai non è più casa sua.
[Abbi timore degli zoppi,
erediteranno le tue gambe,]
Quelle poche parole riecheggiano nella tua mente.
Light Yagami, o meglio, Kira lavora
al fianco di L.
Ormai il mondo è condannato, con lui il detective migliore
che sia mai
esistito, con lui la criminalità e le guerre.
Forse, alla fine di tutto, Kira non è così
malvagio.
Combatte con i deboli, combatte per i deboli, quasi un Robin Hood
moderno. Ma Robin Hood non è mai
esistito, né le sue
motivazioni erano tanto nobili.
Il leggendario personaggio aiutava a livello economico, mentre
è vitale per
l’uomo la tranquillità mentale, prima del
benestare delle sue finanze.
Forse, Robin Hood è stato condannato da Kira.
Anche Robin Hood aveva del malvagio in
sé.
Scatenava rivolte, rubava, uccideva. Disturbava la quiete cittadina.
Andava
fermato.
[abbi timore dei vecchi,
erediteranno la tua anima,]
Anche tu non sei molto diversa.
Hai cercato di fermare l’azione di Kira, e lui
prenderà la tua vita come ha
preso quella di Raye.
Raye, oh, Raye!
Quale amore per quell’uomo, quale dolcezza nel tuo sguardo,
quale dedizione,
quale passione—
Quale dolore, quale desiderio di vendetta alla notizia del suo...
Deglutisci, non puoi dirlo senza provare terrore.
O m i c
i d i o .
Raye, scomparso nel nulla da un giorno all’altro.
Raye, oh, Raye!
Guardala, non la vedi?
Rannicchiata nel suo angolino, sola come se non fosse mai esistita.
Con te sono morti i progetti non di una vita, ma di due, forse di tre,
quattro,
cinque...
Morta la casetta in periferia, morto il cancelletto bianco, morto il
rumoroso
cucciolo di Labrador che sarebbe cresciuto nell’affetto,
nelle risate, felice
degli avanzi di pranzi e cene troppo abbondanti.
Morti i vostri figli, morta la loro partenza per
l’università, morta la
vecchiaia da trascorrere insieme. Morti gli anni che avrebbero segnato
poco a
poco i vostri visi, donandovi serenità e una nuova bellezza.
Anche quei poveri bambini, anche quel futuro architetto e la maestra
elementare, anche Samuel, il più piccolino,
scomparso a diciassette anni per un incidente in moto avrebbero
meritato la
morte?
Ma forse era stato tutto programmato.
Kira vi ha risparmiato la seconda faccia del matrimonio, quella fatta
di liti,
e gelosie, tradimenti, ripicche, separazioni, divorzio, alcol, botte,
lacrime.
Kira vi ha risparmiato i dolori dell’essere genitori, la
crisi del distacco, la
sindrome da nido vuoto, i problemi non risolvibili, la nuora un
po’ troppo
furba, il genero malizioso e sospetto.
Dì grazie a Kira, stupida donna.
«G-Grazie, Raito».
[abbi
timore dei freddi,
erediteranno il tuo sangue.]
E se non fosse mai esistita...?
E se tu non avessi mai aperto gli occhi su questo mondo –
aborto spontaneo, lo
spermatozoo sbagliato, mal di testa?
Se la nonna non ti avesse fermato per chiacchierare e non avessi perso
il
pullman a dodici anni? Se la violenta epidemia di influenza avesse
colpito anche
il tuo quartiere, nel lontano 1980?
Se Raye non avesse seguito quel tuo amichevole consiglio durante il
caso dei
rapimenti seriali di anziane donne in centro a Los Angeles e non avesse
ricevuto la promozione, sarebbe stato selezionato per la missione in
Giappone?
Se i tuoi genitori si fossero trasferiti come sognavano da sempre in
Francia, e
tu non avessi seguito Penber— Oh, no.
Avresti comunque optato per le indagini – e la vendetta.
Forse è proprio per questo che
merita di
morire.
[Après moi, le déluge,
prima che l’inondazione mi raggiunga.]
Ma non è più tempo di pensieri futili.
Devi prepararti, si avvicina il grande giorno.
Basta con le lacrime, appannano lo sguardo e rallentano il lavoro!
Forza, mia
cara, il tempo stringe e noi abbiamo bisogno di una soluzione immediata.
Scomparirai in silenzio, buona-buona nel tuo cantuccio, nessuno si
accorgerà di
te.
Sarà come se non fosse mai esistita.
Guarda, ha cominciato a nevicare... Prendi l’ombrello, ti
aspetta una lunga
passeggiata.
Buon anno, Naomi Misora.
[Io,
oh!, devo mantenere una reputazione,
non mi posseggo, non è una mia scelta.]