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Autore: damaristich    28/09/2009    18 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccola eccola!!!! È tornata l’ispirazione! Sii! Finalmente! Vi ho fatto dannare credo L mi Dispiace molto! Dunque prima di lasciarvi alla lettura del capitolo 37, vi ringrazio per le recensioni. Alcune mi hanno chiesto degli esami, sono andati bene! Grazie!Venerdi ho dato l’ultimo, informatica! MALEDETTO! E ora mi godo la vita fino all’inizio delle lezioni. E a questo proposito vi dico che mercoledì parto per l’inghilterra, e quindi sorry! Per il prossimo capitolo se ne parla tra una decina di giorni. Spero che comunque questo qui vi piaccia! Ok… dato che comunque della mia vita non vi interessa, Buona lettura, e  recensite!! Ho bisogno di sapere cosa ne pensate della storia!

 

 

Infagottata peggio di un omino della Michelin, me ne stavo rannicchiata tra le braccia protettive di Edward, mentre lui, scendeva con leggerezza le scale. Ero così tranquilla e rilassata che non provai alcuna vergogna a presentarmi davanti a tutti con un osceno cappello rosa in testa – scelto ovviamente da Alice: la mia folle, sorellina vampira. Salutammo i vampiri che ancora conversavano nel salone e in un batter d’occhio mi trovai fuori. La prima cosa che avvertii, insieme alla leggera brezza gelida, furono i fiocchi bianchi di neve che mi si poggiavano sul viso. Edward si era immobilizzato al centro di un ampio letto di neve a un centinaio di metri dalla casa. Tutto scintillava alla fioca luce proveniente dalle finestre illuminate. Lui osservava me, io mi beavo del magnifico paesaggio. Mi sfilai un guanto, anch’esso rosa, e allungai la mano verso il cielo terso cercando di afferrare i fiocchi , come una bambina che vede la neve per la prima volta. Sorrisi entusiasta della sensazione della soffice neve sul viso.

< Non eri tu quella che odiava le cose fredde e bagnate? > La voce di Edward giunse come un soffio gelido vicino al mio capo, ma ebbe il potere di infiammarmi le guance come solo lui era capace.

< oh, beh, penso di aver cambiato idea da quel giorno sai? >  Risposi ironica ricordando la nostra prima lezione di biologia, quel ricordo pareva appartenere a un’altra vita ormai.

< E sentiamo, come mai ha cambiato idea, mia principessa? > Sorrisi.

< Perché per esempio… la neve è bella. E’… bianca, fredda e scintillante > osservai i piccoli e leggeri cristalli che si scioglievano sulla mia mano, conscia che a Edward non sarebbe sfuggita l’analogia legata alle mie parole < poi li vedi meglio di me. Questi cristalli sono perfetti! > Sospirai voltandomi verso di lui, ancora più incantata dal suo viso che dai piccoli fiocchi.

 < sono… > deglutii < …bellissimi come …come te > Dissi in un sussurro.

Mi parve di vedere l’oro dei suoi occhi scintillare e vorticare alle mie parole, come se perfino quelle magnifiche iridi si fossero emozionate di riflesso al suo animo.

< tu sei molto più bella di me >  Sussurrò. Lo osservai, abbagliata da quella dolorosa perfezione e deviai lo sguardo, incapace di sostenere l’intensità del suo. No. Io non ero come lui. Niente in me era perfetto, o scintillante, o degno di qualsiasi nota. Io, Bella Swan, ero solo una semplice ragazza. Niente più.  E il fatto che lui continuasse a mentire sul mio aspetto mi irritava non poco. Non mi sentivo felice, o rincuorata ascoltando i suoi complimenti. E mi rendevo conto che non doveva essere quella la mia reazione. Ma lui era così bello, ed io così imperfetta, che accettare le sue parole per me era impossibile.

< Sei triste. > Mi disse improvvisamente. Non era una domanda ma una semplice constatazione, Edward mi conosceva, ma allora, perché non capiva la fonte del mio tormento?

Improvvisamente iniziò a correre e io, presa alla sprovvista dal suo gesto, lanciai uno strillò strozzato, che si perse soffocato nella neve. Mi strinsi  automaticamente a lui.

Il vento, impetuoso, fischiava nelle orecchie. Sembrava adirato, pareva urlare rabbioso contro di noi mentre Edward lo fendeva senza problemi. Quanto a me, ero protetta nel mio rifugio felice: le sue braccia marmoree mi cullavano, mi proteggevano, mi amavano.

Edward non faceva alcun rumore, correva leggiadro tra gli alberi, mancandoli per un soffio. Non avevo paura, ero abituata ormai alle folli corse sulle sue spalle. La neve neanche scricchiolava sotto i suoi piedi. Era tutto indistinto, tutto silenzioso, tutto bianco, gelido e incantato. Chiusi gli occhi nascondendo il naso sotto il suo braccio, per evitare di finire ibernata e per nascondere la mia inadeguatezza davanti a una tal esaltazione di forza e perfezione. Mi strinsi ancora di più a lui facendomi piccola piccola tra le sue braccia. Il suo corpo non donava calore.

Ed in quel momento desiderai ardentemente d’essere come lui. Per non sentire freddo, per poterlo amare in modo totalizzante, per non costituire un peso nella sua esistenza, per non essere inferiore, per potermi considerare almeno.. degna, si questa era la parola esatta, degna di un angelo come lui. Lentamente il vento smise di fischiare e il mondo prese di nuovo forma.

Edward si sedette ai piedi di un grosso albero, dalle fronde alte e verdi. Sotto di esso la neve non cadeva. Me ne stavo aggrappata a lui, accoccolata tra le sue braccia, con uno stretto nodo in gola e una immensa tristezza nel cuore.

< Perché? > La voce di Edward era angosciata, il cuore mi si strinse. Mi allontanai dal suo petto accarezzandogli il viso. Non volevo fosse triste, non perché io lo ero! La mia mano libera dal guanto era fasciata. Le dite erano rossastre a causa del freddo. Cercai di essere confortante con quel gesto, ma come sempre, fu lui a confortare me. Prese quella mia mano gelida tra le sue sfregandomela per provare a creare  un po’ di calore. Sospirò, capendo che non ci sarebbe riuscito e chiuse gli occhi. Ancor più avvilito a causa della sua natura. Si poggiò la mano sulle labbra e baciò ogni dito con una calma disarmante. Lo guardavo, incantata e estremamente triste. Perché non mi rendeva come lui? Dovevamo essere uguali. Dovevamo. Era ovvio che ci dovesse essere una certa parità in una coppia! Soprattutto nel nostro caso, in cui le divergenze erano così considerevoli. Quando le palpebre si riaprirono, i suoi occhi d’oro mi apparvero terribilmente afflitti.

< Dimmi cosa posso fare per te > Chiese implorante. Sospirai

< Perché me lo chiedi? > La richiesta che volevo porgli mi rimbombava per la testa ormai da qualche ora, insistente, ma sapevo che non l’avrebbe accettata, ne ero certa.

< Perché sei triste amore mio! Ed io non so cosa fare per aiutarti. Farei qualunque cosa pur di renderti felice. Qualunque. Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi > Chinai il capo.

< Mi.. Mi dispiace Edward io… >

< Spiegami, ti prego. > Continuò abbattuto < Ho sentito prima, attraverso Jasper cosa stavi provando in salone. Cosa ti è successo? Lo sai che non ti abbandonerò mai, io sono solo tuo! Perché ti senti così sola? >

Oh. Jasper quindi aveva interpretato in modo corretto le mie sensazioni.

< io… io ho paura Edward > Confessai. Le sue mani gelide mi afferrarono il viso, dandomi i brividi. Lo vidi stringere i denti perché aveva compreso che era lui a farmi quell’effetto, eppure non lasciò la presa. Pose il mio viso all’altezza dei suoi occhi.

< di cosa? > Chiese con enfasi. Potevo dirglielo? Decisi che dovevo essere sincera. Avevo imparato negli ultimi giorni che la sincerità era solo di aiuto, alleviava il dolore e a volte, riusciva perfino a guarire.

< Ho paura che un giorno ti allontanerai da me, sento che scomparirai > Vidi una scintilla di dolore attraversare il suo viso.

< Amore mio, ti ho promesso che non accadrà mai più. Rimarrò con te fino a quando vorrai, quello di abbandonarti, è stato un… > scosse il viso chiudendo gli occhi amareggiato < …un terribile errore che non commetterò più. Ho sbagliato e non c’è giorno che io non mi incolpi per questo. Ma mai, mai ti abbandonerò ancora. Non dubitare di me amore mio, te ne prego >

 Lo ascoltavo parlare rapita, cercando di convincere me stessa, ma il viso di Tanya mi danzava ancora davanti agli occhi. Non era più solo semplice gelosia. No.  La perfezione della vampira mi aveva mostrato la grande differenza che viveva tra me ed Edward. C’era solo un modo per scavalcare quel baratro di perfezione che ci separava. Ma lui non avrebbe mai acconsentito. Mai.

< Accadrà un giorno, che ti stancherai di me > Confessai abbattuta.

< IO TI AMO! > Ruggì Edward scotendomi appena. < COME PUOI! SOLO LONTANAMENTE CREDERE CHE POTREI VIVERE SENZA DI TE! COME POTREI STANCARMI DI TE?! TU SEI LA MIA VITA! > sospirò < Solo tu… solo tu sei la mia vita. Bella, ti amo.. ti prego credimi > Le ultime parole si erano trasformate in un dolce soffio che portò con se dolci baci, uno dopo l’altro, come a imprimere a fuoco la sua dichiarazione d’amore. < ti amo, ti amo Bella, ti amo > ancora sussurri. Brividi mi attraversavano il corpo, e non era il freddo a provocarmi.

< Edward > sussurrai. Parlando le mie labbra sfioravano le sue, l’emozione mi mozzava il respiro, e gli confessai ciò che volevo. Il mio più grande desiderio

< Trasformami Edward, è questo ciò che voglio. Rendimi come te, voglio essere come te, sempre… per sempre >

E a quelle parole, come una voluta di fumo, l’idillio che stavo vivendo si infranse. Edward raggelò, e io mi maledissi per la mia negligenza. Perché glielo avevo detto in quel modo? Perché non avevo ben riflettuto? Eppure era la pura verità.

Sentii le sue braccia cercare di allontanarmi ma mi strinsi più forte a lui, aggrappandomi alle sue spalle con quanta più forza avevo. Volevo renderlo mio, legarlo a me con corde indistruttibili, per impedirgli di fuggire. Non ancora una volta. Con un ultimo respiro gli dissi tremante.

< non allontanarmi da te, ti prego… > E la sua spinta si arrestò, cambiando direzione. Edward mi avvolgeva con le sue forti braccia stringendomi a se, mentre le sue mani mi accarezzavano i capelli

< no che non ti allontano da me piccola, volevo solo guardarti negli occhi >

< Perché? > chiesi titubante

< Per leggere le motivazioni della tua richiesta > La sua voce era calma, tranquilla. Troppo tranquilla.

< Non sei arrabbiato? >

< no > Disse semplicemente < Perché dovrei? >

< beh…. > tentennai < per la mia richiesta, mi aspettavo che saresti scappato da me a velocità supersonica > sorrisi < per quello io non.. te l’avevo detto >

Continuava a accarezzarmi gentilmente i capelli, in silenzio.

< Era da un po’ che ci pensavi? >

< Si io… ci pensavo da un po’ >

< Lo sai che puoi dirmi ogni cosa, non voglio che tu abbia paura di me > Me ne stavo ancora stretta tra le sue braccia, con la testa nascosta nel suo collo. L’odore di Edward era magnifico, perfetto per lui. Mi rilassava.

< non ho mai avuto paura di te Edward, lo sai. Al massimo ho paura che scapperai > Sbuffò

< Perché dovrei??! >

< Non è ovvio? >

< Certo che no! Ti amo! Non posso vivere senza di te. Perché pensi questo? >

< Perché… > Avevo preso a tremare. Possibile che era così difficile dirgli cosa sentissi? Mi strinsi più a lui. Avevo paura di conoscere i suoi pensieri a riguardo, paura di udire solo bugie. Infilai il naso gelato dietro il suo orecchio.

< Perché sono diversa > Conclusi. E lui di rimando scoppiò apertamente a ridere.

< che c’è!! > Risposi infastidita.

< scusami ma qui, quello diverso sono io, non certo tu! E non perché nella casa in cui viviamo siamo tutti vampiri, significa che tu sei quella diversa. Sono io quello diverso nel mondo, non certo tu. Tu sei normale Bella > Ecco, l’ultima parola era stata una lama nel cuore.

< APPUNTO! > proruppi < SONO > pugno sulla sua schiena < MALEDETTAMENTE > altro pugno < NORMALE! > Conclusi. < tu invece sei perfetto! > aggiunsi.

< non sono perfetto Bella > Nella sua voce c’era una nota di malinconia. < Sono un mostro. E’ questo che vuoi? Diventare un mostro come me? >

< Tu non sei un mostro!!! Come puoi dirlo!? > Presi a accarezzare i suoi capelli con le mani tastandone la morbidezza. Parlare senza guardarlo negli occhi era molto più semplice. Lì, stretta tra le sue forti braccia ero pronta a affrontare qualsiasi cosa.

< il mio desiderio è stare per sempre con te Edward, non chiedo altro. > Lui sospirava

< Hai idea delle conseguenze di questa decisione? Hai idea del dolore? Dovrai lasciare tutto e tutti, abbandonare la semplice vita di tutti i giorni. Dire addio a tutto ciò che ti è familiare per vivere una vita di oscurità e sangue. > Enfatizzò l’ultima parola, tristemente.

< Edward, io non guardo questo, perché non è niente in confronto al premio che riceverò. > inspirai aria estasiata al solo pensiero < Te, per sempre. Insieme. Non dovrai essere costretto a trattenerti mai più con me, diventerò uguale a te, non sarò più brutta e goffa, ma potrò vivere accanto a te come una tua pari. Cosi come sono, goffa, brutta e umana, io invecchierò, sto già morendo in questo corpo! Ogni giorno mi avvicino alla morte! >

< Tu non sai cosa mi stai chiedendo Bella > Il dolore nella sua risposta era tangibile.

< Ti sto chiedendo di voler vivere per sempre con me. Non vuoi? > Questa volta la mia forza non servì a nulla. Edward mi scollò, senza il minimo sforzo dal suo petto per guardarmi negli occhi.

< E’ il mio più grande desiderio Bella. Ma non posso assecondare il mio volere, se ciò significa toglierti egoisticamente la vita! Io ti amo! Te ne rendi conto? Tu potresti mai uccidermi anche se solo te lo chiedessi? > Mi domandò ed io gli sorrisi teneramente. I suoi occhi abbattuti erano i più belli del mondo. Scintillavano tenerezza, dolore, forza, amore, in una intensità disarmante.

< Non morirò. Mi toglierai questa vita imperfetta, per donarmene un’altra Edward, una con te, per sempre, è una rinascita. Non è morte. >

La passione che viveva nelle mie parole infiammò la mia mente e il mio cuore, mentre una serie di immagini prendevano vita e iniziavano a scorrermi davanti agli occhi: immagini di un futuro insieme, io e lui, sempre uguali, sempre perfetti, innamorati. Mai più un addio, niente più pericoli, sempre. Per sempre. Sentivo il cuore scoppiarmi nel petto. Perché? Perché Edward non voleva accettarlo?

< Amore ascoltami > mi inginocchiai tra le sue gambe ignorando una leggera fitta alla costola. Mi avvicinai al suo viso, guardandolo intensamente negli occhi, prima uno, poi l’altro, e inspirai il suo profumo.

< Edward, immagina per un solo attimo come sarebbe. Fai questo per me, immagina. Io e te, uguali, liberi di amarci come vogliamo! Sarebbe perfetto! > Ma mentre parlavo vidi la sua espressione mutare e  un lampo di sofferenza attraversargli il volto angelico. Perché non lo accettava. Perché! Lo colpii sul petto con uno schiocco, ma non mi curai del dolore alla mano, no. C’era ben altro da dire:

< Edward dimmi perché! PERCHE’ NON VUOI? Non sei pronto a tenermi con te per sempre tu… tu… non… > quella nuova verità si fece strada come veleno nel mio cuore. Lui non voleva vivere per sempre con me! Questo era il problema.. Ma prima che quell’idea malsana potesse togliermi la vita Edward mi venne in soccorso.

< Ho paura Bella! Ho terribilmente paura di immaginare quanto sarebbe perfetta con te l’eternità. Sono terrorizzato all’idea di non poter più fare a meno di quel pensiero. E ne morirei  se tu, ti pentissi di quella scelta! Io… non saprei come perdonare me stesso per averti inflitto un dolore così grande! Io lo so amore mio, l’eternità con te, sarebbe tutto ciò che ho sempre desiderato… >

< Ma?! >  Non rispose eppure. < Edward… immaginaci, immagina come sarebbe! > Gli accarezzai il viso marmoreo e di colpo qualcosa nella sua espressione cambiò.

Era la prima volta. Mai, mai era successo che Edward non avesse parole. Mi guardava, intensamente ma era come se non mi vedesse realmente.

Allora capì, che  non erano le parole a mancargli, capì che quello non era silenzio: lui finalmente vedeva! Vedeva ciò che vedevo io.

Vedeva un nuovo noi, un noi eterno, indissolubile, perfetto, lessi nel suo sguardo la meraviglia e un amore così intenso da lacerarmi. Vedevo in lui la rivelazione di un sogno, lo sentii trattenere il fiato e stringermi le mani sui fianchi, e come a rallentatore, la mia schiena si trovò schiacciata sulla neve bianca e soffice su cui i miei capelli si sparsero. Ero sovrastata dal dolce peso di lui, ed era tutto perfettamente giusto. I suoi baci impetuosi erano ovunque. Edward mi baciava l’anima, baciava la me dei nostri sogni. Ed era fuoco. Fuoco che bruciava e non faceva male, fuoco che toglieva il respiro e dava la vita. La sua passione prorompente mi avvolse. Le sue mani erano ovunque, lui era ovunque. Le sue labbra disegnavano scie incendiate sul mio corpo acerbo mentre parole sconnesse e promesse d’amore aleggiavano attorno a noi senza riuscire a essere assorbite dalle nostre menti. Pura frenesia. Bisogno, di sentirsi vicini, di sentirsi amati dallo stesso amore che si provava per l’altro.

Avvertivo i suoi capelli tra le mie dita, sentivo il suo soffio gelido sulle mie labbra tra un bacio e l’altro.

< Bella, ti amo così… > un singhiozzo proruppe dalle sue labbra mentre quelle mi sfioravano le guance, accarezzandole. Una due, mille volte e si spostavano giù per il collo. < Ti amo, da… morire… vorrei che tu potessi comprendere, la complessità… di ciò che sento > Sospirava e piangeva senza lacrime, tremando tra le mie braccia, incapace di esprimere i suoi sentimenti se non con i propri gesti. Ed io non riuscivo a parlare, soffocata dall’intensità del suo bisogno, puro riflesso del mio.

Lui aveva visto, finalmente aveva visto il nostro futuro e aveva creduto nella sua possibilità, ed ora non mi avrebbe più abbandonata, mai più.

Sentii la cerniera della mia giacca lentamente scendere e le sue labbra cercare la mia scapola. La baciava lentamente, con tenerezza. Sospirai a quel tocco e mi aggrappai al suo collo immergendo una mano nei suoi soffici capelli ramati.

< Edward > Il suo nome rimbombò nel silenzio del bosco addormentato. Sulla neve, tra le foglie degli alberi, su di noi, mentre le sue labbra giungevano alle mie, già arrosse di lui.

< Edward > Ancora e ancora, non riuscivo a dire altro. Lo amavo, lo amavo alla follia.

Ma poi i suoi baci rallentarono, diventando semplicemente tanto tanto dolci e casti. La cerniera della mia giacca tornò sù, delicatamente.

I nostri respiri rallentarono pian piano. Mi ritrovai abbracciata stretta a lui, sotto il grande albero, le gambe a circondargli la vita, abbandonata sul suo petto con il capo poggiato sulla sua spalla.

< Shhh amore…. > mi disse con dolcezza, e io mi accorsi di piangere. Edward mi accarezzava i capelli e la schiena attraverso la pesante giacca, con le sue grandi mani perfette: era leggero come le ali di una farfalla. Tutta quella passione che ci aveva coinvolti, mi aveva destabilizzata completamente, tutto il nostro amore era esploso così intensamente da non permettermi di contenerlo ed era fuoriuscito sotto forma di lacrime. I momenti di prigionia e la sofferenza apparivano un lontano e non più così doloroso ricordo.

< shhh, piccola…. Ehi > lo sentii sorridere e lo guardai negli occhi, certa che se avesse potuto li avrebbe avuti lucidi anche lui. Chinai il capo di lato, accennando appena un sorriso.

< Ti amo Edward > Tesi le labbra, come una bambina e lui sorridendo me le baciò.

< ti amo anche io piccola > altro bacio < più di qualunque altra cosa al mondo, sei l’unica ragione delle mia esistenza. E… > sospirò < Perdona la mia irruenza, ti ho fatta raffreddare vero? >

Scossi il capo, ma quale raffreddare, avrei voluto dirgli che semmai aveva sortito l’effetto contrario! Ma di colpo mi resi conto della posizione in cui ci trovavamo e avvampai. Fino a quel momento non c’era mai stato un contatto del genere tra noi. Edward non si lasciava mai andare in modo cosi… audace.

< Ehm, Edward io… > mi morsi un labbro nervosamente. Lui sorrise e come se niente fosse, afferrandomi per un polpaccio mi portò semplicemente seduta sulle sue gambe. Risi sommessamente. Lui comprendeva sempre ogni mio bisogno.

< Comunque la mia risposta è si > Alzai il capo a guardarlo.

< si cosa? >

< ehi, di cosa siamo stati a discutere fino ad ora?! >

Proprio discussione quella non mi pareva, più che altro era stata una chiacchierata molto molto interessante e approfondita!

< Isabella cosa pensi!?! > Fece, indignato. Cos’è ora sapeva leggermi nella mente?!

< No.. no.. cioè, che credi, io non… > gesticolavo e lui scoppiò a ridere stringendomi a se di slancio.

< Quanto ti amo! QUANTO TI AMO! Sei troppo! Troppo bella! E quando ti imbarazzi sei magnifica lo sai? > Accompagnò le ultime parole con una carezza sulla mia guancia arrossata.

< Si vabbè > sussurrai chinando il capo.

< Appunto… più che magnifica > e mi baciò la guancia dove prima poggiava la sua mano. < Quindi hai capito Sì a che cosa? >

< Ehm… A cosa? > Non volevo cantare vittoria, mai darsi false speranze.

< ti trasformerò Bella, ti renderò come me >

Oh oh…Avevo sentito bene? Mi voltai di scatto verso di lui incapace di credere in ciò sentivo. Era serio. Serissimo! Non potei contenere la gioia. Esplosi in un urlo di giubilo che si perse tra gli alberi. Soffocato dalla neve:

< SI!! Edward ti amo!! Ti amo troppo troppissimo troppissimissimo! > E lui sbuffò divertito ma anche leggermente indispettito.

< Stai saltellando di gioia perché devi morire? Se non lo vedessi non ci crederei > C’era una nota di irritazione nelle sue parole.

< Dai sciocco! Devo ripetertelo? Non morirò, sarà una nuova vita con te, non sei felice? >

< Amore mio… con te sarei felice anche di morire per sempre >

< Cosa!?!? > risposi fintamente indignata < vuoi lasciarmi da sola?! >

 

E Suggellammo la nostra promessa con un altro intenso bacio, che Edward, a mio malincuore, interruppe perché secondo lui mi stavo raffreddando troppo. In effetti quando mi prese nuovamente in braccio e iniziò a camminare verso casa notai che la mano che non era coperta dal guanto tendeva a una certa tonalità bluastra. Come se niente fosse tentai di nasconderla nella tasca ma ovviamente, lui se ne accorse, e partì con la solita arringa di scuse. Eppure, amavo anche questa parte di lui: il suo essere protettivo, il suo amarmi tanto da riuscire a promettermi ciò che mi aveva promesso nel bosco, mi rendevano felice. Probabilmente non potevo lontanamente immaginare la sofferenza celata dietro una decisione del genere: il dovermi uccidere andava contro quello che era stato il senso della sua vita dell’ultimo anno e mezzo: salvare Bella Swan da ogni piccolo infortunio. Figurarsi dalla morte! Probabilmente non era neanche in programma!

Sospirai accoccolandomi meglio tra le sue braccia. Sarei diventata una vampira, saremmo stati per sempre insieme. E delle conseguenze negative non volevo curarmi, almeno per ora. Volevo vivere felice. C’erano già tanti problemi intorno a noi! Le ultime ore passate erano state una oasi di pace dopo il caos degli ultimi tempi. Avevamo bisogno di tempo per noi, di pace. Ma c’erano altre situazioni incresciose a incombere nella nostra bolla di tranquillità: primi tra tutti i Volturi.

Edward era rilassato a riguardo, diceva che il fatto che non volessero me in prima persona era positivo, ma io non ero dell’avviso.

Non volevano me, VOLEVANO TUTTI LORO! Cosa c’era da stare tranquilli? Lui mi tranquillizzava come sempre, dicendo che erano forti, e non temevano un gruppo di vampiri millenari, ma erano pur sempre una sorta di casata Reale! O qualcosa del genere.

E Laurent, colui che viveva nei miei incubi, era ancora in vita. E lui, lui… voleva me. Probabilmente a Edward questo non era ancora ben chiaro, e non era il momento di farlo allarmare, protettivo com’era. Non temevo particolarmente per la mia incolumità, io ero ben protetta nascosta in un folto clan di vampiri. Più che altro ero preoccupata per la sua reazione. La distruzione del letto doveva essere stata una minimo accenno dei sentimenti che vigevano nel suo cuore: davanti a me non perdeva mai compostezza, ormai avevo imparato a capirlo: era pur sempre un uomo d’altri tempi! Ma se avesse saputo che Laurent aveva partecipato al piano solo per poter avere me, non credo avrebbe atteso molto per andarlo a fare a pezzi. Ed io avevo bisogno di lui lì, accanto a me, per rimettere apposto i cocci della mia esistenza.

Ero egoista? Forse si. L’avevo già detto, non sono perfetta!

Eravamo ormai giunti davanti alla casa del clan di Denali, i miei pensieri mi avevano accompagnata lungo tutto il lento ritorno. Era chiaro che Edward voleva godersi gli ultimi minuti solo con me perché aveva camminato lentamente: se non avessi avvertito la leggerezza con cui mi sosteneva, e la bellezza impossibile del suo viso avrei  di certo detto di essere tra le braccia di un umano.

Ad accoglierci ci fu Esme, che rimproverò Edward per avermi fatta gelare. Cercai di difenderlo, ma come potevo visto che lui continuava a ripetere a Esme che aveva pienamente ragione, che era un incosciente e via di seguito.

< Basta Edward! > Sbuffai quando raggiungemmo la camera. Mi guardò con sguardo dubbioso.

 < non costringermi a morderti un’altra volta! Mi fanno ancora male i denti > Dissi indignata e infastidita.

Lui scoppiò a ridere, ed era magnifico, stupendo, perfetto, indescrivibile,

< Ok ok! La smetto, però hai ugualmente bisogno di una doccia calda! Ti faccio raggiungere da Alice, ho alcune questioni di discutere con Carlisle nel frattempo >

< Va bene, allora a dopo. >

< Ti amo principessa > Sorrisi e gli soffiai un bacio che lui prontamente afferrò. Sembravamo due bambini a volte e il fatto che lui avesse più di cento anni rendeva ciò davvero ironico!

Edward uscì dalla stanza e io cercai di ricompormi. Fortuna che non se ne era accorto! Quando aveva citato la doccia il cuore mi era saltato in gola. Il ricordo dell’assolutamente casta doccia che mi aveva fatto all’arrivo in questa casa era ancora vivido, e nella mia fervida immaginazione perdeva i suoi tratti casti acquisendone altri ben più arditi. Immaginavo tutt’altro! Ah! Ma che mi succedeva? Ero completamente scombussolata. E il nostro ultimo bacio era stato… WOW! Non trovavo altra descrizione. Mi  strofinai gli occhi per cancellare via quelle immagini a dir poco irreali e quanto li riaprii, il viso di Alice sorrideva a pochi centimetri dal mio.

< Alice! > strillai con una mano sul cuore < mi hai fatto prendere un colpo! >

< Perché? A cosa pensavi sorellina uh? > Mi disse ammiccante. Sentii chiaramente il viso andare a fuoco ma cercai di mantenere un certo tono.

< Niente in particolare, è che ancora non sono abituata a quanto siete silenziosi. >

< Uhm certo > Rispose dubbiosa. Mi illustrò i capi di abbigliamento per il dopo doccia e poi mi condusse nel bagno portando con se una infinità di flaconi, perché a detta sua, i miei capelli erano proprio un “orrore” e continuò con “ chissà chi te li ha strapazzati in questo modo” .

Cercai di non far caso alle sue allusioni. Maledizione! Alice vedeva sempre! E la cosa iniziava a essere irritante!

Entrai nell’acqua calda e profumata da strane essenze a dir poco rilassanti e mi sdraiai. Se non fosse stato per le successive parole di Alice sarebbe stata una doccia perfetta.

< Comunque Bella, dì a Edward di finirla di farti i succhiotti sul collo, perché si vedono! E ti stanno meglio le maglie senza collo alto! > Tossì bevendo un po’ d’acqua. Edward mi aveva….COSA?!

< ah! E un’altra cosa… se vuoi farla con lui la doccia basta dirlo! >

Alice uscì indispettita lasciandomi a bocca aperta.

Ma come?!? Poi un pensiero mi mise KO

E se Edward l’avesse sentita? Sprofondai completamente nell’acqua calda sperando come non avevo mai fatto, che il mio bel vampiro fosse MOLTO lontano da casa.

 

 

To be continued

 

  
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