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Autore: iceygaze    05/06/2005    4 recensioni
Dopo la morte di Sirius, Harry è cambiato, molto cambiato, l'animo da bambino è scomparso per far posto a quello di un uomo: un uomo spinto da un sentimento molto forte: la VENDETTA
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due paroline alla fine di questa storia:

prima di tutto voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia e che hanno recensito: GRAZIE MILLE

 

in secondo luogo voglio chiedere scusa a tutti coloro che abbiano letto questa storia, mi dispiace aver impiegato così tanto tempo a scrivere: PERDONATEMI

 

 

LA FINE DI TUTTO

 

 

Finito il trasferimento Harry si ritrovò in un corridoio ampio e luminoso, tutto il contrario di quanto si sarebbe aspettato dal covo del Signore Oscuro; ma non fece in tempo a pensarci troppo che quasi rischiò di farsi scoprire: Rodulphus Lestrange passandogli a fianco gli buttò il mozzicone della sigaretta addosso, destino volle che un servizievole elfo-domestico appena il mozzicone lasciò le mani del mangiamorte apparve dal nulla per prenderlo al volo per poi sparire senza lasciare traccia.

-Che fortuna- pensò Harry appiattendosi al muro ed iniziando a seguire l’uomo.

-Che fortuna- pensò nello stesso momento Piton asciugandosi con un fazzoletto le goccioline di sudore che avevano iniziato a formarsi sul viso.

Dopo quegli istanti di puro panico in cui tutti i loro buoni propositi stavano per andare a farsi benedire, i due uomini avanzarono verso la sala dove si sarebbe svolta la famigerata riunione.

 

###

 

“Miei fedeli mangiamorte, penso che sia ormai giunta l’ora di rendervi partecipe dei nostri prossimi obiettivi – cominciò Voldemort subito dopo che l’ultimo mangiamorte, Bellatrix Lestrange, entrò nella sala – come ben sapete a causa del fallimento della missione al Ministero alcuni di voi sono stati catturati ed ora sono rinchiusi ad Azkaban, dovremo liberarli e subito dopo attaccare quel maledetto Ordine di strapazzo che da troppo tempo sta interferendo coi nostri piani…”

-Illuso- pensò Harry mentre si accingeva ad attaccare le passaporte sui mantelli degli ultimi mangiamorte -penso proprio che dovrai rimandare i tuoi piani, diciamo…per sempre-

“…purtroppo a causa di quel maledetto incanto Fidelius non siamo riusciti a scoprirne il covo…”

-devo anche ricordarmi di ringraziare il vecchio Tom per la scelta del loro costume folkloristico, se non fosse stato così lungo non avrei mai potuto attaccare queste passaporte senza farmi scoprire-

“…poi una volta che li avremo eliminati attaccheremo Hogwarts e…” peccato che le ultime parole furono interrotte da una voce, decisamente adolescenziale, che gridò: “Sala Grande!”, facendo così smaterializzare tutti i mangiamorte.

 

###

 

“Mm- mio signore, cos’è successo?” balbettò Bellatrix, spaventata da tale accadimento.

“Penso che abbiamo un ospite Bellatrix, un’ospite tanto inaspettato quanto gradito, vero signor Potter”  illustrò il signore Oscuro con calma flemmatica.

“Sai Tom, onestamente speravo di spaventarti un po’ con questo giochetto, ma vedo che in fin dei conti non sei un signore Oscuro tanto per niente” rispose Harry ancora invisibile agli occhi dei due

“Potter, mi sembra di averti detto che non devi usare quel nome – rispose irato Voldemort sfoderando la sua bacchetta – Rivelo” recitò il mago, convinto così di ritrovarsi faccia a faccia colla sua nemesi.

Tut- tut Tom, mi spiace, ma non ho usato un incantesimo, ne tanto meno una pozione – spiegò Harry – sto semplicemente usando un regalo di mio padre, sai, ho pensato che servendomene per ucciderti avrei onorato la sua morte e quella di mia madre”

“Come osi piccolo sbruf-“ tentò di dire Bellatrix prima di essere fermata da un gesto del suo signore

“Quanto siamo spiritosi stasera Potter – disse Voldemort alzandosi in piedi - la prossima volta però avvisami quando devo ridere, sai, non vorrei sembrar scortese”

“Ok, come vuoi te, allora preparati perché ora né farò un’altra: Avada Kedavra” e così dicendo un fascio di luce verde comparì dal nulla colpendo in pieno petto Bellatrix che, colta alla sprovvista, non fece in tempo neanche a prendere la bacchetta.

Voldemort alla vista della sua fedele seguace morta senza neanche aver provato a difendersi ebbe un fremito, un brivido di terrore e allo stesso tempo piacere gli scosse la schiena, per la prima volta da lungo tempo si era ritrovato impreparato; mai e poi mai si sarebbe aspettato tanto da quel ragazzino, tanto meno si sarebbe aspettato che l’erede di Godric Grifondoro potesse uccidere qualcuno a sangue freddo.

Il pensiero che se quel colpo fosse stato a lui indirizzato forse non sarebbe stato ancora li a pensare; troppo vicina la fonte, troppo veloce, troppo potente, evidentemente il ragazzino non era poi così tale.

“Mi stupisci Potter, Silente non ti ha insegnato che i buoni non uccidono a sangue freddo?” domandò Voldemort riprendendo il solito atteggiamento e dirigendosi lentamente al centro della sala

“Forse, ma come dice la profezia io dov- oh che sbadato, tu non sai cosa dice la profezia, vero Tom?”

Accio Mantello dell’Invisibilità”

“Finalmente Tom; ancora un po’ ed iniziavo a pensare che non avresti mai capito cosa stavo usando per nascondermi” lo sbeffeggiò Harry per nulla disturbato dalla nuova situazione

“Forse – e dicendo questo Voldemort si tolse il mantello rivelando una veste da combattimento – ti stai sopravvalutando un po’ troppo Potter, nessuno, e ribadisco, nessuno ha mai osato minacciarmi, e tu che sei ancora uno studente hai la sfacciataggine di farlo, sei veramente un folle: Crucio

Voldemort sorrise pregustandosi le urla di dolore del ragazzo ma la maledizione, raggiunto il corpo del ragazzo, si infranse contro il petto senza conseguenza alcune: “Ma come…”

“Tom, Tom, mi deludi, mi deludi profondamente, come puoi anche solo pensare che io sia venuto qui impreparato, suvvia, hai così poca considerazione del –ragazzo sopravvissuto-?”

Il signore Oscuro era completamente basito, era la prima volta che vedeva una Cruciatus bloccata così, senza sforzo alcuno, e questo lo scocciava: troppe prime volte si stavano succedendo quella sera, e tutto ciò non prometteva niente di buono.

“Penso che tu abbia ragione Potter, devo smetterla di considerarti il ragazzino impaurito che qualche settimana fa si era rassegnato alla morte davanti all’Avada Kedavra” ma il raggio verde non raggiunse mai Harry il quale era improvvisamente scomparso

E così abbiamo anche imparato a Smaterializzarci, eh Potter, sei una continua sorpresa, non come i tuoi genitori, loro sono stati una delusione, certo, erano stati presi completamente alla sprovvista, questo lo ammetto, ma farsi uccidere in quel modo, senza neppure difendersi, molto molto deludente”

Harry sorrise alle parole, sapeva perfettamente che Voldemort avrebbe cercato di farlo arrabbiare, di fargli perdere la concentrazione e per questo aveva trovato la contromossa; avrebbe dovuto assillarlo di incantesimi e maledizioni per non dargli il tempo di parlare “Parolae Ivanesco” iniziò, ma l’incantesimo venne bloccato magistralmente dal mago oscuro con un semplice gesto della mano.

Potter, Potter, ora sei tu che mi deludi, questi mezzucci con me non servono, certi incantesimi di serie B non funzionano con me: Imperio

ordinò mentalmente il signore oscuro nella speranza di concludere rapidamente l’incontro.

“NO” gridò Harry liberandosi dalla momentanea intrusione

“Che sbadato che sono – si auto rimproverò sarcasticamente Voldemort – mi sono dimenticato che hai una certa predisposizione a sopraffare la Imperius, rimedierò Serpensortia

Dalla bacchetta dello stregone comparve immediatamente Nagiri che sibilando e strisciando si gettò con foga verso Harry che, tranquillissimo, sibilò qualche parola in serpentese e bloccata l’avanzata del rettile la trasformò in un bellissimo calice colmo d’acqua: “Feraverto

L’incantesimo di Harry scosse l’avversario, mai il Signore Oscuro si sarebbe aspettato di vedere la sua amata Nagiri trasformata in un calice, ne tantomeno si sarebbe aspettato che il suo odiato nemico sapesse parlare il serventese.

Furibondo iniziò a scagliare una maledizione dopo l’altra senza però sortire effetto alcuno, Harry riusciva puntualmente a schivarle o a bloccarle prima che lo colpissero, facendo sempre più irritare il rivale.

“Beh, Potter, vedo che sei decisamente un degno avversario, quasi quasi mi dispiace ucciderti, ma sai, Mors tua, vita mea, quindi: Avada Kedavra” il raggio verde si diresse verso Harry che, stendendo il braccio davanti a se, e iniziando a pronunciare un incantesimo in una lingua ormai sconosciuta, lo bloccò nel palmo della mano.

“No- non è possibile, non puoi averlo fermato, è…è impossibile, nessuno può essere capace di tanto, neanche io posso farlo”

Voldemort era ormai terrorizzato, il fatto che Harry potesse bloccare con così tanta facilità la sua maledizione lo bloccò, per la prima volta nella sua vita sperimentò la paura, il terrore; questo senso di impotenza era solito incuterlo ai suoi avversari, non certo provarlo sulla propria pelle; ma ancora peggio fu quando questo sentimento si rafforzò nel momento stesso in cui Harry riprese a parlare: “Sai Tom, penso che tu abbia capito con chi hai a che fare, penso che tu abbia capito che non puoi sconfiggermi e che non sopravvivrai a questa notte, ma non preoccuparti, non soffrirai, perche io non ti ucciderò, almeno non personalmente. Sai, consultando alcuni testi nella cripta dei Malfoy ho scoperto un interessantissimo incantesimo, trasferisce chi li subisce in un posto splendido, la fine del tempo…”

Voldemort alle parole del ragazzo si mise a ridere, per un attimo aveva avuto paura, ma l’ultima frase del ragazzo era decisamente ridicola: “Non farmi ridere Potter, la fine del tempo, che idiozia…ah ah, veramente spassoso”

“Non sto scherzando Tom, e sai perché io sono l’unico essere umano sulla terra a potere eseguire questo incantesimo, perché sono l’unico mago ad avere due bacchette, esattamente uguali, stesso albero e piuma della stessa fenice: Ad Fines Temporem

Recitata questa formula nella pavimento si aprì come un buco e nello stesso tempo la bacchetta di Harry si frantumò in mille pezzi con le schegge che vennero risucchiate impietosamente dal buco sotto lo sguardo atterrito di Voldemort

“Caro Tom ti presento il portale verso la fine del tempo, e naturalmente la tua fine; come hai visto una mia bacchetta si è polverizzata ed è stata risucchiata…” disse Harry tirando fuori da una tasca del mantello la copia identica della precedente bacchetta sotto gli occhi ormai dilatati del terrore, “…tutto questo serve affinchè il portale mi riconosca come il creatore e non mi risucchi, mentre la seconda bacchetta mi serve per richiuderlo, sai, vorrei evitare che ingrandendosi poi risucchi tutto l’universo, sai com’è IO ho tutta la vita davanti” finì la frase ridendo il ragazzo, ormai a pochi istanti dalla definitiva sconfitta di tutti i suoi incubi.

Voldemort ormai sconvolto, la sua bacchetta era ormai per terra da parecchi secondi e non sapeva assolutamente cosa fare: “No- non avrai il coraggio di buttarmi dentro Potter, non puoi farlo” balbettò il signore Oscuro.

“Hai ragione, non avrò mai il coraggio di farlo, ma lo farò fare al portale: Acci Voldemort

Dopo quelle parole dal portale uscirono dei tentacoli che circondarono Voldemort ed iniziarono a trascinarlo lentamente ma inesorabilmente verso di

“Potter, ti prego, salvami, salvami, ti prometto che me ne andrò, lascerò in pace te, i tuoi amici e tutto il mondo magico, me ne andrò, non ti creerò più problemi, non avrai mai più notizie da me ma ti prego, salvami”

Harry era particolarmente divertito dalla richiesta del suo nemico, lui che mai nella sua vita aveva avuto pietà per i suoi oppositori ora chiedeva pietà allo stesso ragazzo a cui quindici anni prima aveva rovinato la vita

“Avresti dovuto pensarci quindici anni prima quando hai ucciso i miei genitori, quando hai ordinato di uccidere Cedric, quando hai organizzato la trappola al ministero in cui ha perso la vita Sirius, ora è troppo tardi” disse duramente Harry osservando lo stregone che ormai era ad una passo dal portale.

“Ti prego Harry salvami, salv…”

 

Harry rimase a lungo ad osservare il portale, ammaliato dal suo mortale fascino, mentre il corpo di Voldemort si dissolveva nel Nulla; un senso di liberazione e di gioia lo pervase quando del più potente signore Oscuro degli ultimi secoli non rimase più traccia; sua madre, suo padre, Cedric, Sirius e tutti quelli che erano stati uccisi a causa sua erano stati finalmente vendicati, finalmente giustizia era fatta, ora, prima di tornare a Grimmauld Place gli rimaneva solo da chiudere il portale: “Finite Incantatem” recitò il giovane mago e con uno sfolgorio il portale si richiuse su se stesso.

 

###

 

L’antica residenza dei Black era avvolta nel silenzio più totale, probabilmente erano tutti ad Hogwarts per aiutare gli Auror ed il Ministero a tener sotto controllo tutti i mangiamorte che vi aveva spedito mezz’ora prima: e così dicendo appoggiò lo zaino in cui aveva trasportato le passaporte in mezzo all’ingresso solo che appena toccato terra lo zaino iniziò a muoversi come se fosse spiritato; subito Harry lanciò l’incantesimo della Pastoia Total-Body allo zaino che si blocco immediatamente.

 

Non appena lo svuotò Harry trovò una gradita sorpresa, un Codaliscia pietrificato nella sua forma da animagus, immediatamente lo prese per la coda e sciolse l’incantesimo; il topo impiegò qualche secondo a comprendere dove fosse, ma appena riconosciuto il figlio dei suoi amici d’infanzia iniziò a squittire cercando in tutti i modi di liberarsi.

“Trasformati - ordinò Harry poggiandolo a terra – e non provare a scappare o giuro che ti ammazzo appena fai un passo”

Il topo troppo spaventato per tentar la fuga fece quanto ordinato e, dopo qualche secondo, Peter Minus comparve nell’ingresso della sede dell’Ordine della Fenice.

“Quanto tempo Codaliscia, è passato un annetto e passa da quando ci siamo visti quella notte eh? Chissa come ti sarai sentito al sicuro quando il tuo padrone è risorto, eh?

E’ un peccato che sia riuscito a fuggire, vero?

Beh, se può farti contento voglio farti una confessione, ho appena ucciso Voldemort, sai? O meglio, l’ho appeno spedito verso il nulla assoluto” disse Harry con un ghigno di soddisfazione in volto

“No- non può essere vero, non puoi esserci riuscito” balbetto l’uomo spaventato sia dalla notizia che dall’aver sentito il nome del suo padrone.

“Dovevi vederlo, era lì che mi implorava di salvarlo, di non farlo cadere nel portale della fine del tempo, uno spettacolo divertentissimo, un mago che si credeva il dominatore del mondo che chiedeva aiuto e perdono a me… che risate; comunque dimmi un po’, sai dove ci troviamo ora?” domandò Harry guardando l’uomo che, ancora sdraiato sul pavimento, stava strisciando per nascondersi dietro una colonna.

Minus si guardò attorno con sguardo indagatore e dopo qualche secondo rispose titubante: “E’…è la casa di Felpato”

A sentire il nome di Sirius pronunciato dalla bocca di quel verme ad Harry vennero i brividi dalla rabbia: “Sai Codaliscia, penso che debba insegnarti qualche cosina: Crucio”; immediatamente l’ex malandrino iniziò a gridare e a contorcersi dal dolore causato dalla maledizione: “Primo di tutto non devi neanche osare a pronunciare il nome o il soprannome di Sirius, di Remus o di mio padre; secondo devi chiedermi perdono, e vedi di impietosirmi perché se non ci riesci…”

Minus cominciò a piagnucolare e strisciando verso il ragazzo avanti a se iniziò a pregarlo: “Ti prego Harry…”

“Risposta sbagliata, non dovevi usare neanche il mio nome, peccato, ti sei giocato la vita: Avada Ke” ma mentre Harry stava per terminare la maledizione una voce ben conosciuta recitò l’incantesimo di appello sfilandogli così la bacchetta dalle dita.

 

“Non pensi di aver versato abbastanza sangue stasera Harry” domandò Silente uscendo dalla penombra ed avanzando verso il suo studente con un’espressione serissima sul viso.

Ma professore, lui ha tradito i miei genitori, lui ha costretto Sirius a dodici anni di carcere, non merita di vivere” gridò Harry con le lacrime agli occhi.

“Probabile Harry, probabile, ma non sarai certo tu a farlo” rispose serafico il preside avvicinandosi al ragazzo ed abbracciandolo mentre questo iniziava a piangere copiosamente

Pietrificus Totalis” recitò Silente e per la seconda volta nella serata Minus fu pietrificato, “ora andiamo Harry, a Hogwarts ci aspettano” e così dicendo si avvicinò al corpo del mangiamorte e con una passaporta trasferì tutti nella Sala Grande.

  
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