Si si, avete visto bene! Sono proprio io che aggiorno! Visto che
è da tanto che aspettate questo capitolo non mi dilungo troppo in chiacchere e
vi lascio alla lettura.
Vorrei solo
dedicare questo capitolo a una persona (pazzaXD) che
in questi mesi mi è stata accanto e che mi incoraggiava e che non se la
prendeva con me perché non scrivevo o non aggiornavo. Una pazza che non vede l’ora
di leggere questo capitolo (almeno speroXD). Dedico questo
capitolo alla mia Lucina (adesso mi ammazzaXD) – Lussissa! Tra l’altro a questa donna dovrei fare una statua
anche solo perché non mi ammazza via computer perché ancora non ho letto e
recensito il suo capitoloXD ti voglio bene un bacio
pazza!
LET ME SURPRISE
Aula di Trasfigurazione 23 Dicembre 1977
Al castello di Hogwarts era cominciata una nuova giornata. Era
l’ultimo giorno di lezione di quell’anno, il giorno dopo sarebbero iniziate le
vacanze natalizie e gli studenti di tutte le case facevano colazione in Sala
Grande con aria serena. Tutti gli studenti, tranne due. Lily Evans e Jess Keys
era sedute nei loro posti di sempre, al secondo banco nell’aula di
Trasfigurazione, con ben più di 10 minuti di anticipo.
Lily aveva trascinato di tutta fretta con sé Jess fuori
dalla Sala Grande, dove la mora stava facendo colazione, e l’aveva portata in aula.
Dopo quello che era successo a James, che sarebbe uscito proprio quella mattina
dall’infermeria, non aveva avuto per niente il tempo di parlare con la sua
migliore amica e di conseguenza non aveva potuto raccontarle del “quasi bacio”.
Sapeva già come l’avrebbe presa Jess, lei era convinta dal terzo anno che Lily
e James prima o poi sarebbero finiti insieme e non accettava che Lily,
nonostante ormai i suoi sentimenti fossero chiari a tutti, si ostinasse a
respingere James.
Fu per questo che la rossa non si scompose davanti agli
insulti che le rivolse la sua migliore amica, non appena ebbe finito di
raccontare.
-
Sei una stupida!
-
Lo so, Jess.
-
Tu sei scema! Bacata! Davvero non riesco a capire come tu
possa essere la studentessa più brillante del nostro anno!
-
Grazie, Jess.
-
Ma dico io, sei idiota?! Insomma avevi James Potter a torso
nudo a portata di mano e te lo sei lasciato scappare! A TORSO NUDO!!! Non so se ti è ben chiaro il concetto!
Lily sorrise, amara. Le era chiaro, eccome se le era chiaro,
cristallino. Ormai sognava quegli addominali ogni notte. Certo erano meglio
dell’incubo fatto quella maledetta sera, ma al mattino risultava difficile
guardare James senza arrossire.
-
Lo so Jess! Ma…
-
Niente ma Lily! James è fantastico e ti ama! T-I A-M-A! -
scandì bene. - Ti ha aspettata per sette
anni e continua ad aspettarti, ma tu capirai che non può farlo in eterno, anche
se lui ti dice il contrario, prima o poi se non ti decidi dovrà farsi una vita
sua. Se continui così si stancherà di essere preso in giro, rossa!
Jess la guardò prima con sguardo severo, poi il suo volto si
addolcì. Lily non riusciva a guardarla negli occhi.
-
Non voglio che questo accada, Lily. Non te la sto mandando!
Sai meglio di me quanto voglio che voi due stiate insieme, ma devi svegliarti
Lily. Non voglio farti del male, ma devi deciderti ad accettare quello che
provi. E voglio che tu per un solo
maledettissimo istante lasci da parte quella cavolo di ragione e segua il tuo
istinto. Solo per una volta!
Lily, quasi vergognandosi, fissò gli occhi in quelli scuri
di Jess, e questa volta subì la ramanzina senza fiatare. Aveva ragione. Quella
non era lei, doveva reagire, non poteva aspettare in eterno, prima o poi
avrebbe dovuto fare qualcosa.
-
Credimi Lily. Non te la prendere se sono dura con te, voglio
solo scuoterti e riavere la mia Griffyndor. Fai vedere il tuo coraggio . Mostra
a tutti che Lily Evans se ne frega di quello che dicono tutti. Fai vedere che
Lily Evans non ha paura di stare con James Potter, di amarlo. Fai vedere a
tutti il leone che c’è in te, Lily.
Jess la guardo dritta negli occhi, non voleva che l’amica si
offendesse, già avevano avuto dei problemi, però doveva farla svegliare. Sotto
il suo sguardo vide quello di Lily mutare, dapprima era confuso e un po’
lucido, ma piano piano quegli occhi verdi si fecero
più scuri, decisi. La rossa scattò in piedi e si diresse velocemente verso la
porta, Jess rimase immobile, stupita dalla reazione dell’amica, solo dopo una
manciata di secondi si affrettò a seguirla.
Uscì fuori dall’aula di Trasfigurazione e vide la rossa che camminava fiera e
con passo veloce. Jess la richiamò, preoccupata da quello che poteva succedere.
Se l’era davvero presa così tanto?
-
LILY!!! ASPETTA! NON VOLEVO OFFENDERTI!
Lei inaspettatamente si fermò, si voltò e fece un gran
sorriso all’amica.
-
Scema non me la sono presa! Anzi ti devo ringraziare!
La mora tirò un sospiro di sollievo e le sorrise di rimando.
-
Oh di niente! Ma allora dove vai? Tra poco cominciano le
lezioni!
-
Vado a prendermi ciò che è mio! Ho già aspettato abbastanza.
E con un ghigno sul volto terribilmente malandrino si voltò
e se ne andò.
Jess allargò il sorriso soddisfatta e rientrò in classe
pensando ad una buona scusa da rifilare alla McGrannit
per l’assenza dell’amica.
*
Correva Lily Evans. Correva come non aveva mai fatto in vita
sua. I corridoi scorrevano, uno dopo l’altro e gli studenti che si dirigevano a
lezione la guardavano stupiti.
Dove poteva correre la ligia Caposcuola Evans due minuti
prima dell’inizio delle lezioni? Lei che
era sempre in anticipo di cinque.
Ma la rossa tutto pepe non ci faceva caso a quelle occhiate,
aveva cose più importante a cui pensare lei. Per esempio come dire al cercatore
Potter che si era innamorata di lui. Dopo ben sette anni di rifiuti, di
insulti, di inviti ad uscire, di bacetti rubati, di scherzi, lei si era
innamorata di lui.
Poteva fargli tutto un discorso su quanto a volte il cuore
faccia delle scelte strane, poteva dirgli che a volte non c’è una ragione e che
tutto accade così, in un attimo, oppure semplicemente poteva andare lì e
dirgli:
“James mi sono innamorata di te!”
E avrebbe risolto tutto molto prima, senza discorsi lunghi
che l’avrebbero solo fatta confondere e imbarazzare di più. Doveva essere
diretta, ferma e sicura come era lei. Una grifona
vera. Doveva solo cercare di non pensare a quello che sarebbe successo dopo.
Avrebbe dovuto avere la piena certezza sui sentimenti di James, in fondo il
ragazzo glielo aveva fatto capire in tutti i modi quello che provava, ma lei
aveva sempre quel timore nel suo profondo. Quel timore che odiava perché la
faceva sentire sporca, un timore che poteva passare per mancanza di fiducia e
invece era solo insicurezza verso se stessa e non verso James. Ma si doveva
buttare.
Erano passati pochi giorni da quel quasi bacio e lei non
aveva fatto altro che pensarci. Se si fossero baciati quella sera, sarebbe
stato tutto più facile e invece lei si era spostata, e non capiva nemmeno lei
il motivo.
Con una mano si spostò la frangia che nella corsa le era
caduta davanti agli occhi. Si guardò intorno e capì di essere quasi arrivata in
infermeria. E inconsciamente sentì che lui era vicino. Mancava ancora un
corridoio, ma avvertiva la sua presenza ed era una sensazione assurda. La
riempiva, la confondeva, la rendeva euforica. Lui era lì vicino. Quasi senza
rendersene conto riprese a camminare, guidata dalla voglia di vederlo e di
chiarire una volta per tutte.
Erano mesi che passavano ogni attimo insieme, che si
confortavano a vicenda, che scherzavano, che si coccolavano, tanto che molte
persone le avevano chiesto se stessero insieme. Facevano già tutto quello che
fanno due fidanzati, più o meno, allora perché le sembrava così difficile
ufficializzare la cosa?
Solo un po’ di tempo prima aveva pensato di lasciarlo andare
perché credeva di non poter mai dare a James tutto quello che lui avrebbe dato
a lei, perché pensava di non riuscire ad arrivare ad amarlo come lui amava lei.
All’inizio non aveva ben compreso che cosa significasse quel
sospiro di sollievo che era uscito dalle sue labbra quando lui le aveva detto
che sarebbe stato con lei sempre e comunque.
Ma adesso, adesso si che capiva. Semplicemente il suo cuore
aveva già scelto, e se ne fregava di quello che la ragione diceva. Lui sapeva
già che strada prendere.
E se ne era accorta di colpo. Era bastato un piccolissimo
gesto per farla svegliare.
Il giorno prima, a colazione, Remus le aveva fatto vedere
una foto del primo anno nella quale tutti i malandrini si stringevano in un
caloroso abbraccio in riva al lago. James era piccolissimo, con gli occhiali un
po’ grandi che gli scivolavano sul naso, i capelli spettinatissimi, il sorriso
sempre allegro e gli occhi che brillavano felici, come quelli del James
diciassettenne, sempre birichini, sempre vivi, sempre bellissimi. E guardando
quegli occhi si era commossa, si era sentita viva, piena d’amore e allora aveva
capito. Lo amava come non aveva mai amato nessuno, lo amava così tanto che solo
pensarlo la faceva sentire in pace con il mondo.
Aveva sorriso a
Remus, piena di gioia e di amore, ed era corsa in infermeria da James, solo per
stare con lui almeno un po’, anche solo per guardarlo dormire.
Quando era arrivata in infermeria lo aveva trovato tra le
braccia di Morfeo, con il volto rilassato e un sorriso spontaneo, così dolce e
tranquillo che le sembrava un angioletto. Si era seduta ed aveva aspettato lì
vicino a lui prima di andare a lezione.
Ed era dal giorno prima che voleva parlargli, ma la nostra
rossa tirava sempre fuori qualche scusa. Quella mattina però, Jess le aveva
aperto gli occhi e sarebbe andata fino in fondo. Il giorno dopo sarebbero cominciate
le vacanze di Natale, James sarebbe tornato a casa sua con Sirius, lei avrebbe
riabbracciato i suoi genitori e stargli lontana per due settimane sarebbe stato
un inferno, abituata come era ad averlo sempre vicino. Almeno voleva partire
con la certezza che lui era solo suo.
Camminava sicura e fiera. I quadri sui muri si susseguivano
ad ogni suo passo, curiosi la guardavano e chiacchieravano tra di loro. Di tanto
in tanto le armature cantavano qualche canzoncina di Natale. E mano a mano che
si avvicinava a quel corridoio che aveva visitato spesso in quegli ultimi
giorni, sentiva l’ansia crescere e il suo cuore battere a ritmi incredibili. Quella
sensazione di averlo vicino adesso era più forte e la opprimeva. Aveva un nodo
che le bloccava la gola, che faceva male sempre più ad ogni passo e nell’aria
era certa di sentire il suo profumo dolce e pungente. Le mani le sudavano e si
fermò un attimo prima di svoltare il corridoio dell’infermeria, chiuse gli
occhi, sospirò e poi svoltò l’angolo pronta per la sua missione.
Ma quando aprì gli occhi quello che vide la gelò. James, il
suo James, era appoggiato al muro di fronte alla porta dell’infermeria. Bello
come il sole, una mano in tasca, l’altra tra i capelli spettinati, un sorriso
enorme sulle labbra e i suoi occhi belli da far paura puntati su una bella
ragazza davanti a lui. Bionda, alta, con delle gambe chilometriche, due occhi
azzurri da fare invidia al più bello e prezioso degli zaffiri e un sorriso
mozzafiato stampato in volto. Lily guardava la ragazza paralizzata, non
riusciva nemmeno a capire quello che si dicevano, aveva le orecchie che
formicolavano.
Fece un paio di respiri profondi e cercò di ascoltare. Lei
aveva la voce preoccupata e James con una mano le accarezzò una guancia.
Il cuore di Lily perse un battito in quello stesso istante.
Gli occhi di James erano preoccupati, ma cercavano comunque di infondere
sicurezza alla ragazza. Lei alzò lo sguardo su di lui e lo abbracciò di
slancio. A Lily sembrava quasi di essere di troppo, si sentiva fuori posto.
Agitata, voleva andarsene, ma la voglia di vedere, di sapere era più forte di
lei.
Le braccia di James, che solo fino a poche ore prima avevano
stretto lei, avvolgevano quella splendida ragazza, forte, con sentimento. I
capelli di lei brillavano alla luce del sole che entrava, sembrando quasi argentati.
Era bellissima, pensò Lily. Così bella da far sentire
qualsiasi ragazza uno schifo.
Le doleva il cuore, aveva delle fitte lancinanti al petto.
Era questo che si era meritata per aver aspettato troppo? Aveva meritato di
sentirsi felice come non lo era mai stata ed un attimo dopo sentirsi
all’inferno???
Si distrasse da i suoi pensieri quando sentì la voce della
ragazza arrivarle alle orecchie, preoccupata, agitata.
-
Il problema sarà dirlo a lei! Come credi che la prenderà?
E la sua voce, che tante volte l’aveva accarezzata, le
arrivò come una triste melodia.
-
Non bene. Ma dovrà farsene una ragione e andare avanti. Ha
tutta la vita davanti a sé.
Sentire James pronunciare quelle parole le fece più male di
tutto il resto.
E così già l’aveva dimenticata. L’aveva liquidata così, “Ha
tutta la vita davanti a sé!”.
E che fine facevano tutte le belle parole, tutti i bei
momenti? Tutte bugie!
-
Ci starà malissimo!
La voce dolce della ragazza la sorprese, e la riconobbe. Era
una Corvonero del loro stesso anno, Angela Perkins.
In sei anni avevano a mala pena parlato, non avevano mai avuto un rapporto, e
allora perché la sua voce le sembrava realmente dispiaciuta?
Non riuscì a darsi una risposta perché la voce di James la
distrasse di nuovo.
-
Non ti preoccupare, andrà tutto bene. E io ci sono sempre
per te, ok?
-
Sei un tesoro!
Esclamò Angela, si voltò e gli stampò un bacio sulla
guancia.
Lily non riuscì a guardare quello che di lì a poco sarebbe
successo, di scatto si voltò e tornò indietro. Appoggiò la testa contro il muro
e cercò di regolarizzare il respiro, ma non ci riuscì. Aveva davanti l’immagine
di James e della ragazza e non ce la faceva a levarsela dalla testa. Il cuore
batteva fortissimo e sentiva l’aria mancarle. Stava male, malissimo, e non
riusciva a credere che lui lo avesse fatto davvero.
Con un po’ di affanno si rimise dritta e se ne andò con
passo veloce. Se ne andò da quel corridoio, lasciandosi indietro anche quella
decisione che aveva preso. Voleva piangere, ma non lo avrebbe fatto. Non ne
valeva la pena. Non si guardò indietro mentre si allontanava. Sentiva già che
il suo cuore era stato fatto in mille pezzi, girarsi sarebbe stata la conferma
di essersi solamente illusa.
*
Era solo grazie al suo senso di dovere nei riguardi del suo
compito di Caposcuola se quella sera Lily Evans si apprestava ad uscire dalla
Sala Comune.
Quella mattina, troppo sconvolta per andare a lezione e
troppo orgogliosa per affrontare Jess e raccontarle tutto, si era rifugiata in
camera sua, decidendo che per una volta non cascava il mondo se saltava una
lezione della McGrannit e che poteva benissimo
presentarsi alla lezione di Pozioni, che Jess non avrebbe frequentato. Evitare
domande che l’avrebbero solo fatta sentire una stupida era il suo primo
pensiero, o meglio, l’unico pensiero che la riuscisse a distrarre da James
Potter e la sua nuova compagna, Angela sono troppo bella Perkins.
Stupidamente però, arrivata davanti all’aula del professor
Lumacorno, si ricordò che anche i Malandrini seguivano Pozioni, ragion per cui
tutti i suoi propositi di non vedere James il più a lungo possibile vennero
infranti. Nella sua mente passò la fugace visione di lei che saltava tutte le
lezioni, ma la sua coscienza si fece sentire, per lei già era stato un duro
colpo saltare la lezione della McGrannit, e il suo
orgoglio si rifiutava di passare una giornata in camera a compiangersi per… per… per quell’insulso
essere che non appena era entrata in classe le aveva rivolto un sorriso bello
da mozzare il fiato, così luminoso da irradiare tutta la buia segreta.
E tutto l’astio che la rossa provava nei suoi confronti non
vietò al suo cuore di accelerare i battiti davanti a lui.
Lo aveva ignorato, naturalmente. Indifferenza, totale
indifferenza.
E James Potter ci rimase di stucco quando lei prese posto al
primo banco vicino a una Serpeverde, ignorando bellamente tutti i suoi segnali.
Né uno sguardo, né una parola, né un piccolo, minuscolo sorriso…
Che diamine le era preso?!
Ma i dubbi di James accrebbero durante tutta la giornata.
Dopo Pozioni lei era corsa via e alla lezione successiva, quella di Aritmanzia, l’aveva trovata a chiacchierare con una
Tassorosso e fece finta di non sentirlo quando lui provò a chiamarla. Si stava
avvicinando a lei, ma la professoressa Vector entrò
proprio in quel momento e fu costretto a prendere posto in silenzio.
A pranzo Lily non si fece vedere. Aveva lo stomaco chiuso. E
anche solo pensare al cibo le faceva venire la voglia di rimettere.
Durante le lezioni del pomeriggio fu più facile ignorarlo.
Ad Erbologia lavoravano in gruppi e lei si trovava con due Corvonero e un
Serpeverde, mentre James era in gruppo con dei Tassorosso, e la professoressa
Sprite li aveva posizionati ai lati opposti della serra.
Alla fine delle lezioni fuggì e si rinchiuse in camera a
studiare. Il brutto era che James era passato al contrattacco. Le aveva messo
dietro Remus, Sirius e Peter come dei cani da caccia, per cercare di capire che
cosa fosse successo. I tre Malandrini cercavano di fermarla in ogni angolo del
castello, ma lei, ormai esperta a sfuggire loro dopo anni di allenamento, era
riuscita sempre ad evitarli.
Ma era stata tutta fatica sprecata. Avrebbe potuto parlargli
direttamente, avrebbe potuto dire subito a James che sapeva del suo incontro
con la bella Angela, e di tutte le parole dolci e di tutti i sorrisi e degli
abbracci e delle carezze…
Era così nervosa che il sangue le stava salendo al cervello.
Aveva passato una giornata ad evitarlo, perché le faceva male anche solo
guardarlo. Aveva passato quelle ultime ore cercando di eludere le domande di
Jess, perché voleva raccontarle tutto, ma le faceva male ricordare, faceva male
al suo orgoglio ferito ricordare quanto fosse stata idiota. E adesso stava
uscendo dalla Sala Comune alle nove di sera per andare a fare la ronda. Con
lui. Sola.
Non voleva vederlo. Non voleva parlargli. Non voleva che il
suo cuore andasse a tremila solo per un suo sguardo, perché il suo cuore non
DOVEVA sentirsi così.
E fu così che Lily Evans arrivò al punto d’incontro. Con la
testa bassa, piegata dal peso di tutti i suoi pensieri, abbattuta come una
condannata al patibolo.
Quando alzò lo sguardo incontrò quegli occhi che erano la
sua dannazione e maledì davvero il suo cuore per quello che le stava facendo
passare.
Lui le rivolse un timido sorriso, che lei ignorò.
-
Buonasera, Lily!
La sua voce era gioviale come sempre, ma Lily colse quella
sfumatura nervosa che lui aveva cercato di nascondere.
Non rispose. Era da maleducati, lo sapeva. Sua madre quando
era bambina le aveva sempre detto che bisognava salutare sempre tutti, anche il
tuo peggior nemico.
Ma davvero non ce la faceva. Non sapeva che cosa le sarebbe
uscito fuori se solo avesse provato a parlare con quell’essere.
Camminò dritta sorpassando il suo Tormento che era
mollemente appoggiato al muro.
Si costrinse a non guardarlo, ma i suoi occhi erano
calamitati verso di James.
Era bello quella sera, più delle altre sere. O forse era
bello come sempre solo che a lei sembrava più bello perché lo aveva perso.
Pensare quelle cose la fece fermare un attimo, le fece mancare
il respiro. Non solo aveva perso quell’amore che aveva sperato nascesse, ma
aveva perso anche quella splendida amicizia che era nata, che l’aveva resa
viva, che l’aveva rafforzata. Aveva perso il suo Sole, aveva perso la sua Vita.
Quando sentì i suoi passi dietro di lei, riprese a
camminare. Ormai perfino il suo passo era inconfondibile per lei, pensò con una
fitta al cuore.
Passarono la prima mezz’ora di ronda così, con Lily che
camminava avanti in silenzio, fredda e impassibile fuori, ma distrutta e piena
di amore dentro e con James che le andava dietro, seguendola, guardandola e non
capendola. Fino alla sera prima andava tutto bene, che cosa era successo per
farla arrabbiare così tanto?
Stufo ormai di quei silenzi, desideroso di parlarle, di
chiarire e di abbracciarla, la fermò.
Lily sentì la mano di James intorno al suo polso e il suo
corpo, contro il suo volere, tremò.
James cercò di farla girare ma lei si oppose.
-
Mi vuoi dire che è successo?
-
Non è successo niente!
Con uno strattone si liberò e riprese a camminare. Non
gliela avrebbe data vinta.
Continuò dritta, a testa alta, ma sentiva gli occhi
bruciare. Averlo vicino, sentire il suo sguardo su di lei, la distruggeva.
Quando lui l’aveva bloccata aveva temuto che sarebbe crollata, che le lacrime
avrebbero vinto, che si sarebbe di nuovo mostrata fragile. Era riuscita a
resistere, ma per quanto ancora?
I suoi passi dietro di lei le mettevano pressione e l’ansia
saliva a dismisura. Voleva parlargli e dirgli che doveva essere onesto con lei,
ma non aveva il coraggio. Non voleva guardarlo negli occhi, non era ancora
pronta. Quello che sentiva con lui non lo aveva mai provato con nessuno, i
brividi, le farfalle nello stomaco, le gambe che cedevano, gli occhi che
avevano un bisogno disperato di incontrare i suoi. Mai, mai aveva provato
qualcosa che potesse anche solo avvicinarsi un poco a quello che provava in
quel momento. Ma doveva farsela passare, a tutti i costi. Non voleva ostacolare
la sua storia con quella Angela. Però di certo gliene avrebbe cantate quattro.
Era delusa, profondamente delusa. Credeva che fosse
cambiato, che le volesse davvero bene, che l’amasse. D'altronde glielo aveva
sempre fatto capire in tutti i modi, pur non dicendoglielo esplicitamente, e
quel giorno nella stanza delle necessità, per lei era come se lui si fosse
dichiarato.
Evidentemente però si era sbagliata. Aveva interpretato male
alcune sue frasi, non aveva capito e si era illusa.
Deglutì forte e sentì quasi una lacrima scendere, ma quando
portò una mano sulla guancia la trovò asciutta. Probabilmente era il suo cuore
a piangere. Lo sentiva battere frenetico, solo perché sapeva che dietro di lei
c’era James. Solo perché sentiva che dietro di lei James la stava guardando con
quei suoi occhi caldi, che la tormentavano, che l’avevano stregata tante e
tante volte, quegli occhi che amava.
E la sua voce, dolce e melodiosa la raggiunse e fu come
ricevere tanti colpi mortali, uno dietro l’altro.
-
Lily ti vuoi fermare? Mi dici che è successo?!
Ma quando vide che la sua bella rossa non aveva nessuna
intenzione di voltarsi, ma che continuava a camminare imperterrita, disse una
frase che sapeva l’avrebbe fatta infuriare.
-
La vuoi smettere di fare la bambina?!
Suscitò l’effetto sperato, infatti la grifondoro si era
improvvisamente fermata al suono di quelle parole e in un turbinio di fiamme
rosse si era voltata come una furia.
Quello che James vide nei suoi occhi lo sconvolse e lo
sorprese. Dolore, delusione, rabbia. Che diamine le era successo?
-
Ah e così sarei io la bambina vero?! Non credo che tu sia
nella posizione di dirmi una cosa del genere, Potter!
Era rossa dalla rabbia e cercava di non guardarlo negli
occhi. Sapeva che avrebbe fatto solo più male.
James rimase colpito per come lo aveva chiamato, ma non
glielo fece notare, era troppo concentrato sulle sue parole. Non avevano senso
per lui! Non aveva combinato niente!
-
Mi vuoi dire una volta per tutte che è successo? Perchè ce
l’hai con me?
Chiese esasperato cercando i suoi occhi, che però gli
sfuggivano.
Lily rise sarcastica a quelle domande e alzò lo sguardo e lo
puntò dritto in quei pozzi neri. Sentì la sua sicurezza vacillare per un
attimo, ma si riprese in fretta.
Pronunciò quelle parole con tutto il veleno che aveva in
bocca:
-
Ah si? Davvero non sai che è successo?! Forse Angela Perkins ti ricorda qualcosa!
James trasalì a quelle parole. Si sarebbe aspettato di tutto
da lei, tutto tranne quello. Aprì la bocca per rispondere ma lei non glielo
permise, ormai la diga era aperta e doveva sfogarsi.
-
E i suoi baci, le sue carezze, non ti dicono niente? “Ha
tutta la vita davanti!” non le hai dette tu queste parole James? Non sei tu che
la stringevi a te oggi davanti l’infermeria?! Dio come sono stata stupida! C’è
voluto davvero poco perché ti scordassi di me, eh! Complimenti, bravo!
James rimase a bocca aperta per un momento. Era davvero Lily
Evans quella che gli stava facendo una scenata di gelosia? Era proprio quella Lily Evans? La ragazza che aveva
rifiutato i suoi inviti per anni? Quella che diceva che avrebbe preferito
uscire con la piovra gigante invece che con lui? Quella che diceva che non lo
avrebbe mai amato? Era lei che era gelosa?!
E così, incredulo, anche se sapeva che c’era stato un
terribile equivoco e che andava subito spiegato, felice come una pasqua e
orgoglioso di se stesso, perché in fondo dopo sette anni ce l’aveva fatta,
ghignò come solo lui e come solo un Malandrino sapeva fare.
Insomma, non so se mi sono spiegata! Lily Evans gelosa di James Potter! Un pò di tempo prima sarebbe stato più
sicuro scommettere che l’inferno sarebbe gelato!
Ma quel ghigno così dannatamente sexy, non fece molto
piacere alla nostra rossa tutto pepe, che pensando che lo “Sgorbio” la stesse
prendendo in giro per l’ennesima volta, per evitare di mettergli le mani
addosso, girò i tacchi e se ne andò sbuffando.
Al diavolo lui e
tutte le sue ochette, al diavolo la Perkins e al
diavolo i suoi ormoni che bramavano quel corpo perfetto e al diavolo il suo
cuore che gli occhi e il ghigno di James facevano squagliare come neve al sole.
Ghignava! GHIGNAVA!!!
Lei gli diceva che l’aveva scoperto con un’altra e lui che
faceva?! Ghignava!
Era diventata rossa dalla rabbia e dalla vergogna. La stava
prendendo in giro. Continuava a prenderla in giro come faceva da tutti quei
mesi, come faceva da anni.
“Voglio uscire
con te, Evans!”
“ Sei l’unica
ragazza che mi interessi davvero!”
“Per me è una
cosa seria. I miei sentimenti per te sono veri e sinceri.”
“Puoi continuare a stare con me ogni volta che
vorrai.”
“… voglio avere
un ricordo di te nitido, vero… mio.”
“Tu PUOI condizionarmi
la vita quanto ti pare. Tu puoi dipendere da me Lily, perché io ci sarò sempre
per te e tu e solo tu puoi pretendere di avermi sempre vicino….”
Il ricordo di quell’ultima frase la fece fremere, si dovette
fermare per riprendere il respiro, che le si era mozzato in gola.
Lei lo aveva fatto. Si era fidata, si era aperta con lui
completamente, dipendeva da lui, e cosa le rimaneva adesso? Niente. Niente di
niente.
Quelle parole che lui aveva pronunciato solo qualche sera
prima la pugnalarono. Lei non poteva più pretendere di averlo sempre vicino.
Non poteva, perché ad avere questo diritto era Angela e non lei. Erano tutte
bugie!
Una lacrima questa volta scese dai suoi occhi di giada
percorrendo tutta la guancia. Passò in fretta una mano sul viso, per
cancellarla, per dimenticarla. Era stata così stupida. Gli aveva creduto e invece
per lui era sempre stata una delle tante. Niente più niente meno.
Tremava da capo a piedi e così, persa nei suoi pensieri, non
si era accorta che lui si era avvicinato.
Piano il ragazzo le sfiorò una mano e lei trasalì. La voce
melodiosa di James le entrò calda nelle orecchie.
-
Sai Evans, non
credevo che fossi così gelosa di me.
E quelle parole la
schiaffeggiarono. La prendeva in giro, ancora e ancora. Della serie dopo il danno
anche la beffa!
Sentì la rabbia montarle
e spingere via il dolore, si voltò come una furia e cominciò a picchiarlo sul
petto, i pugni chiusi che sbattevano con forza sul suo torace.
Il ragazzo si sorprese a
quella reazione e fece subito scomparire il ghigno dal suo volto.
Lily picchiava forte,
con tutta la rabbia, con tutto il dolore che provava, voleva fargli male e
farlo sentire anche solo in piccola parte come si sentiva lei.
Era uno stronzo. L’aveva
ammaliata e soggiogata. L’aveva presa in giro fin dall’inizio. In quei mesi
tutte le sue parole, i suoi bei discorsi erano tutti finti, falsi. L’aveva
stregata fino a farla innamorare. Aveva raggiunto il suo scopo. Aveva
conquistato l’ultima figurina.
E quei pensieri la
fecero infuriare di più, così tanto che lei batteva sempre più forte sul petto
del ragazzo, tanto che credeva gli sarebbe usciti dei lividi.
Ed era contenta, provava
una strana gioia per quella possibilità.
L’aveva fatta innamorare,
ma non per questo l’avrebbe vista crollare, non per questo l’avrebbe vista
sbavargli dietro come un cagnolino. No, lei era Lily Evans, aveva un orgoglio,
una dignità. Non era come tutte le altre.
Io sono Lily Evans!
Disse a se stessa.
E fu con tutto il
disprezzo che aveva nella voce che gli disse quelle parole:
-
IO NON SONO
GELOSA, POTTER!
E accompagnava ogni
parola con pugno, sempre più forte.
-
Non me ne frega
niente con chi esci, con chi vai a letto! La vita è la tua! Solo avrei gradito
che non mi avessi presa in giro per tutto questo tempo!
Il ragazzo le fermò le
mani, che ancora strette in piccoli pugni, gli colpivano il petto. Le strinse
forte i polsi e fissò lo sguardo in quello verde di lei. Lily lo guardò fiera,
ma lui notò che quegli occhi erano un po’ troppo lucidi.
Un sorriso dolce gli si
dipinse sul viso. Era stata male, stava male per lui. Questo voleva dire che
aveva fatto bene a perseverare per tutti quegli anni.
Lily sentì la rabbia scemare
piano piano adesso che lo stava guardando negli
occhi, adesso che quel sorriso dolce l’aveva incantata. Rimase dentro di lei
solo il dolore, la delusione, ma niente più rabbia, niente più odio. Lo amava
troppo, e avrebbe potuto odiarlo solo quando fosse stata di nuovo lontana dal
suo sguardo. Ma in quel momento, legata indissolubilmente a quei pozzi scuri,
non poteva fare altro che amarlo con tutta se stessa.
-
Sei una stupida,
Lil.
Le sussurrò.
E il suono della sua
voce, così calmo, così dolce e sincero, non la fecero infuriare.
-
Non c’è niente
tra me e Angela!
Disse James sorridendo.
Lily subito si sentì
sollevata, ma la sua ragione la costrinse a tornare con i piedi per terra.
Stava mentendo, era chiaro. Lei li aveva visti. Non poteva credergli.
-
Io vi ho visti,
James!
La sua voce le sembrò
quasi una supplica, e non le piacque per niente. Lui non doveva vederla così
fragile.
-
No, invece. Non
hai visto niente, Lily!
Adesso la sua voce
stupenda era esasperata.
E certo, il signorino si
permetteva anche di trattarla da stupida!
-
Io non sono
stupida, James! So quel che ho visto!
-
Ohhh, e vediamo
allora, che cosa avresti visto di preciso?!
Il suo volto perfetto
era così vicino che avrebbero potuto baciarsi.
Con uno strattone Lily
cercò di liberarsi dalla sua morsa, ma non ci riuscì. Puntò gli occhi
verdissimi nei suoi e lo fulminò.
-
Vi ho visti
abbracciati! E ho sentito quello che vi siete detti! Tu… tu hai detto che mi
sarei rifatta una vita! Le hai detto che ci saresti sempre stato per lei e… e
lei… lei ti ha… ti ha baciato!
Distolse lo sguardo
perché non ce l’avrebbe fatta a sostenerlo. Si odiava per quell’incertezza
nella voce. Lui doveva pensare che a lei non importasse niente di tutto quello.
-
Cosa? Lei non mi
ha baciato!
James era sconcertato.
Che diamine stava dicendo?
-
Di sicuro l’ha
fatto!
Ribatté lei ostinata. In
realtà dopo che Angela lo aveva baciato su una guancia lei se ne era andata,
sicura del bacio che si sarebbero scambiati dopo e sicura anche che il suo
cuore non avrebbe retto.
-
Quindi tu non lo
hai visto questo bacio?
Lily negò con il capo,
incerta.
-
Diamine Evans!
Certo che te ne fai di film eh?!
E la sua risata
cristallina, riempì il corridoio dove si erano fermati. Lei non poté non
infastidirsi nel sentirlo ridere. Perché continuava a prenderla in giro?!
James si voltò a
guardarla tornando serio.
-
Bene, adesso io
ti spiego come stanno realmente le cose, ma tu devi promettermi che non mi
interromperai, ok?
-
Non c’è niente da
spiegare Potter! Voi due state insieme, perfetto! Tanti auguri e figli maschi!
Cercò di nuovo di
liberarsi, ma invano. La rabbia cominciava a salirle di nuovo. Perché
continuava ad umiliarla in quel modo?! Che gli aveva fatto di male?
-
Lily!!! Io e Angela Perkins
non stiamo insieme, vuoi capirlo o no? Ci conosciamo da quando eravamo bambini.
Questa mattina stava andando in infermeria, dal suo RAGAZZO, e ci siamo
incontrati. Visto che era da un po’ di tempo che non parlavamo le ho chiesto
come stava e lei mi ha detto che era molto preoccupata perché suo padre è molto
malato e sta per morire. Inoltre sua sorella minore non sa niente e lei ha
paura a dirglielo perché è molto legata al padre e non sa come la prenderà.
Hanno già perso la madre e sua sorella è stata praticamente cresciuta dal
signor Perkins, e per la piccola Anne lui è tutto.
Per questo le ho detto che “ha tutta la vita davanti” e che dopo il dolore
sarebbe riuscita ad avere una vita. Capisci ora?
Lily era rimasta
impietrita durante il racconto. E mano a mano che le parole uscivano dalla
bocca di James sentiva il suo cuore alleggerirsi, anche se le sembrava da
egoisti, visto che praticamente era contenta delle disgrazie di qualcun altro.
Ma i suoi sensi di colpa sparirono completamente, travolti dal sollievo, ma
anche dalla vergogna.
Era andata a pensare
subito che fosse lei il centro del discorso, da vera egocentrica. Era subito
saltata a conclusioni affrettate e aveva fatto una figura del cavolo. Sentì la
faccia andare a fuoco e l’unica cosa che riuscì a mormorare fu un flebile
“Oh!”. Abbassò lo sguardo e desiderò con
tutto il cuore di diventare invisibile.
Appena sentì la presa
sui polsi allentare si staccò e si allontanò di un passo da James.
Lo sguardo scuro del
cercatore la seguì curioso.
-
Dobbiamo finire
la ronda.
Sussurrò lei flebile.
Era l’unica cosa intelligente che era riuscita a dire. Di fretta si voltò e
cominciò a camminare. Sentì James dietro di lei seguirla, e anche se non lo
vedeva poteva benissimo vedere l’espressione del ragazzo in quel momento.
Confusione.
Accelerò di poco il
passo. Voleva fuggire e smaltire da sola quella figuraccia. Diamine gli aveva
fatto una scenata per niente. Lo aveva picchiato per niente. Lo aveva evitato
per niente.
Che grandissima stupida!
-
Hey Lily!
La ragazza si voltò
lentamente a quel richiamo.
Lo guardò, e lui era
bello. Così bello da stare male. I capelli scompigliati, gli occhi profondi da
cerbiatto, scuri come abissi neri in cui perdersi, il ghigno malandrino, quella
bocca perfetta, da baciare, il corpo statuario. Era bellissimo, e lei doveva
fare in modo che non glielo portassero via.
Lui le sorrise e la fece
tremare da capo a piedi.
-
Sei un po’ gelosetta, o sbaglio?!
La sua risata riempì per
la seconda volta il corridoio, e anche questa volta Lily si sentì una stupida.
James voleva solo stemperare la tensione, ma per lei in quel momento quelle
parole erano una miccia, che aveva innescato la bomba.
Sentiva di essersi
umiliata da sola. Aveva fatto di tutto prima per non piangere, per non farsi
vedere debole, ma con quella scenata si era denudata di fronte a lui. Gli aveva
mostrato tutto quello che provava. Con le sue incertezze, con le sue paranoie,
glielo aveva fatto capire che era gelosa, gelosa marcia.
E fu per questo che
s’infuriò a quelle parole. Il perché? Sempre lui, l’orgoglio.
-
Non sono affatto
gelosa, Potter!
Sibilò.
La risata del ragazzo a
quelle parole aumentò. Lei lo guardò indignata, si voltò di nuovo e riprese a
camminare. Sentì le risa spegnersi dietro di lei.
-
Dici davvero Lil?
Sai perché a me non sembra proprio. Insomma quella di poco fa era una chiara
scenata di gelosia! Devo dedurre che io ti piaccio, Evans?
Non dovette guardarlo
per sapere che quello che aveva stampato sulla faccia era il più malandrino dei
ghigni. S’irrigidì quando lo sentì pronunciare quelle parole.
Sì, le piaceva. E fino a
qualche ora prima era anche decisa a dirglielo, voleva dichiararsi. Ma adesso,
non poteva, non era certo il momento.
Non è che Lily fosse
l’emblema del romanticismo, ma per dirgli che lo amava aveva pensato ad una
situazione diversa, non come quella. Non voleva dirgli “ Sì, ti amo!” mentre
lui la prendeva in giro, e soprattutto la figuraccia di poco prima bruciava
ancora e non le sembrava il caso di infierire ancora di più sul suo orgoglio
ferito.
-
Ma non credo
proprio, Potter! Credimi è più probabile che l’inferno geli!
Voltò di poco la testa
per guardarlo con la coda del’occhio. Non era molto lontano da lei, li
dividevano una manciata di passi e la guardava ghignando.
Era come un dejà vu. Si
rivide lei studentessa modello insultare quel pallone gonfiato di un cercatore,
ed involontariamente sorrise.
La distrasse di nuovo la
sua voce.
-
Mmm… si , diciamo che ti credo, Evans!
Disse sarcastico.
-
Comunque avresti
dovuto capirlo che tra me e Angela non c’era niente.
A questo punto Lily si
voltò e lo guardò interrogativa, ma i suoi occhi lasciarono trasparire anche un
po’ di irritazione. Le dava fastidio che avesse ripreso quel discorso, era come
se volesse umiliarla ancora di più.
-
È bionda, Lil! Io
preferisco le more.
Disse con fare ovvio. A
lei si gelò il sangue nelle vene.
-
Bene. – disse
fredda. – Vorrà dire che me ne ricorderò in futuro.
Si voltò di nuovo e
riprese a camminare, mentre il volto era contratto in una smorfia di rabbia.
Stava scherzando col fuoco, James Potter.
Sperò davvero con tutta
se stessa che quel cerebroleso capisse che stava esagerando e che la smettesse,
ma la sua voce la raggiunse di nuovo e un brivido le salì lungo la spina
dorsale.
-
E mi piaci tu,
Evans.
-
Io non sono mora,
Potter.
-
Lo so. Infatti tu
sei un’eccezione, anzi l’eccezione.
Lei continuò a
camminare, fingendo indifferenza, ma dentro quelle parole l’avevano scossa.
Fu con sua immensa
sorpresa che lo sentì vicino, vicinissimo. Lo sentì che si abbassava su di lei
fino a raggiungere il suo orecchio e sussurrarle:
-
E poi mi piace
che sei gelosa di me, Lily.
Bruciò e gelò a quelle
parole. Il calore di averlo vicino, la voglia di abbracciarlo l’istinto di
baciarlo, il sangue che ribolliva per quella presa in giro, l’ennesima,
l’orgoglio ferito che reclamava giustizia, la ragione che le diceva di negare,
negare sempre.
E come molto spesso le
succedeva seguì la sua amata ragione. Di sicuro Jess non sarebbe stata fiera di
lei.
-
Io non sono
gelosa, Potter. E non mi piaci.
Lo sentì dal corpo
irrigidito di James, appoggiato a lei, che qualcosa era cambiato.
Il ragazzo si allontanò
da lei così velocemente che a malapena se ne accorse.
Lei si voltò e vide nei
suoi occhi la delusione. E fu sempre delusione quella che sentì nella sua voce.
E le fece male, molto molto male.
-
Bene. Perfetto,
Lily.
Si allontanò ancora di
più da lei. La sua voce era bassa roca, gli occhi scuri come abissi la
guardavano ed erano pieni di delusione, di dolore, ma a lei sembravano vuoti.
Vuoti senza quella luce vivace, spenti, senza vita.
Istintivamente fece un
passo verso di lui, ma gelò quando lo vide ritrarsi.
Sentì il suo cuore
saltare qualche battito.
-
Io ti avevo
promesso che ti avrei aspettata, Lily. Che per me è importante stare con te e
che il resto non conta. Ma diamine io ti amo Lily e tu non lo capisci.
Quelle parole la fecero
sussultare. L’amava, glielo aveva detto per la prima volta, ma non riuscì a
sentirsi felice come doveva essere. Lui era arrabbiato e confuso, triste. E la
colpa era sua. Di lei che lo amava e non glielo diceva, di lei che per orgoglio
aveva negato anche l’evidenza. E le venne da piangere, perché sapeva che quello
non era il momento che aveva immaginato per quella dichiarazione, sapeva che
non doveva andare così, e che se tutto era andato storto la colpa era soltanto
sua.
James era immobile
davanti a lei e la guardava con occhi di fuoco. Era bello da mozzare il fiato.
-
Vorrei… vorrei davvero tanto lasciarti stare, Lily, mettermi
l’anima in pace, ma non ce la faccio, e sai perché? Perché lo vedo come mi
guardi, lo sento come tremi quando ti accarezzo, come sospiri quando ti
abbraccio, vedo i tuoi occhi felici da quando abbiamo cominciato a frequentarci,
felici davvero. Io lo vedo, io capisco.
La rossa arrossì a
quelle parole.
-
Ed è proprio per
questo che non riesco a lasciarti andare, ed è per questo che mi arrabbio.
Perché tu mi vuoi come io voglio te, perché tu mi ami come io amo te. Ma mi fa
male vedere che ti ostini a negare l’evidenza, mi fa male vederti rinunciare a
me, a noi, per il tuo stupido orgoglio!
Sono stufo
di questa situazione! Io ti amo Lily ma non posso venirti dietro in eterno. Non
posso rincorrerti per sempre, perché provo solo dolore, mi illudo e basta.
Anche io ho bisogno di certezze altrimenti non riesco ad andare avanti. Non
posso continuare a dirti che per me sei l’unica, non so più come farti capire
che non sei solo un gioco, che sei importante. Non so più che fare. Non ce la
faccio, Lily e ti giuro che ti lascerò in pace fino a quando non sarai tu a
deciderti di fare qualcosa.
Fissò i suoi pozzi neri
in quelli verdissimi di lei che lo guardavano sorpresi. Le sorrise dolce.
L’amava, più della sua
stessa vita, ma bisognava arrivare ad una svolta e se per farla arrivare
avrebbe dovuto lasciarla in pace per un po’, l’avrebbe fatto.
Lily era ammutolita. Non
sapeva che dire o cosa fare, e gelò ancora di più quando udì quelle parole
sussurrate sensualmente.
-
Sorprendimi,
Evans.
Detto questo il ragazzo
si voltò, interrompendo il contatto tra i loro occhi e prese a camminare verso
il corridoio che portava alla Sala Comune di Grifondoro. La rossa lo guardava
allontanarsi indecisa su cosa fare.
Fu strano realizzare di
essere in movimento, fu strano capire che le sue gambe avevano deciso di
muoversi senza che lei desse loro qualsiasi comando. Si ritrovò a corrergli
dietro, a rincorrerlo come lui aveva fatto per tanti anni con lei. E l’orgoglio
questa volta rimase indietro, aveva già fatto troppi danni.
Non voleva perderlo, non
doveva lasciarlo andare. Bisognava risolvere quella questione prima che
passasse troppo tempo. Doveva agire.
Doveva sorprenderlo.
Con rapidi passi lo
raggiunse e quasi se non fosse lei ad agire, vide la sua mano posarsi sul polso
di James e tirare con forza, per farlo voltare. Sentiva dentro di sé
l’adrenalina crescere a dismisura al solo pensiero di quello che stava per fare
Voleva che lo
sorprendesse?! Eccolo accontentato.
Vide il volto di James
sorpreso ed emozionato, ed era vicino, vicinissimo. Si alzò in punta di piedi e
dolce posò le sue labbra su quelle di lui. Leggera come una farfalla, delicata.
Sentì dentro di lei lo stomaco rivoltarsi, il cuore che galoppava veloce,
sempre più veloce. Era un semplice contatto, un bacio a stampo ma per loro
significava tutto.
Niente più orgoglio,
niente risate, scherzi o battutine in quel momento, solo Lily e James. Solo il
loro amore.
Quasi a malincuore si
staccò da lui, lentamente. Socchiuse gli occhi e li fissò in quelli color
cioccolato. Erano spalancati, sorpresi, lucidi per l’emozione e le sfuggi un
sorriso. James non parlava, era muto e immobile.
Le scappò un sorriso
malandrino, lo aveva shoccato proprio per bene.
-
Senza parole, eh
Potter?!
Soffiò sulle sue labbra.
Ridendo fece per allontanarsi un poco, ma subito sentì le braccia di James
stringersi intorno alla sua vita, possessive.
Le tremarono le gambe,
solo a quel gesto. I loro occhi non riuscivano a staccarsi gli uni dagli altri.
-
Dove credi di
andare, Evans?!
La sua voce calda, così sexi, le entrò dentro, e sentì un fiume ardente scorrerle
nel cuore. Si strinse di più a lui, come se fosse possibile, visto che i loro
corpi erano completamente appiccicati, uniti. Portò le braccia dietro il suo
collo e prese ad accarezzare i suoi capelli nerissimi. In quei mesi lo aveva
fatto molte volte, ma quella sera era diverso, era un gesto più intimo che
aveva il potere di annientarla.
Gli rispose con un filo
di voce.
-
E tu quando credi
che mi lascerai andare Potter?!
Mai. Era quella la
risposta che desiderava.
-
Mai. Adesso che
ti ho trovata, dopo ben sette anni, non credere che ti lascerò andare così
facilmente!
Lei sorrise a quelle
parole.
-
Mmm, credo si
possa fare! Però ricordati Potter, che dovrai sottostare a delle regole. Sono io
quella che comanda tra noi due.
Il ghigno malandrino sul
volto di lui la sciolse completamente, e dubitò fortissimo di quelle parole. Come
poteva comandare lei se lui, solo con un sorriso sapeva come farla crollare?!
Molto probabilmente lo
stava pensando anche lui, visto che la sua faccia era furba come quella di un
bambino che ha appena fatto una marachella e che è riuscito a sfuggire ai
rimproveri della mamma.
Contagiata da quel
sorriso, sorrise anche lei, incantata.
-
Mi piace che
parli di “noi”. E io sono ai tuoi piedi Lily Evans da quando avevo undici anni.
Ora però basta con le chiacchere. Sbaglio o l’altra sera mi hai negato
qualcosa?!
Arrossì un poco sotto il
suo sguardo. Come poche sere prima si sentì bruciare al pensiero di baciarlo,
di baciarlo davvero. Lo voleva con tutto il suo corpo, sentiva che non avrebbe
resistito a lungo, e anche lui la voleva. Erano sette anni che aspettava.
-
Non hai già
ottenuto quello che volevi?
Chiese, birichina.
-
Quello era solo
un assaggio.
Lily non ebbe nemmeno il
tempo di comprendere quelle parole che lo vide chinarsi sul suo viso. I loro
occhi non si staccavano neanche per un momento, stregati. Sentire i loro
respiri fondersi l’uno con l’altro li stava facendo impazzire, e la voglia, il
desiderio, di stare sempre più vicini, di unirsi e non separarsi mai li stava
sopraffacendo. Lily si accorse che le mani di James, che erano salite ad
accarezzarle il viso, tremavano, e si sentì calda dentro a quella
consapevolezza. Avvertire che la toccava come se fosse l’oggetto più prezioso
della terra la rendeva felice, euforica. Sentì il bisogno si avvicinarlo ancora
di più e quando le loro labbra si sfiorarono credette che sarebbe morta in quel
momento. Non riusciva a capacitarsi di come aveva potuto tenere a bada quell’attrazione
per tutti quei mesi, era troppa ed adesso stava venendo fuori tutta insieme.
L’aria tra loro era
elettrica, piena di magia. Erano elettrizzati, innamorati, due calamite che
stanno per congiungersi.
James le passò delicato
una mano tra i capelli rosso fuoco e le accarezzò la nuca con le dita. Lily sentì
le gambe cedere e contribuì anche lo sguardo intenso che lui le rivolse. I suoi
occhi di cioccolata erano pieni d’amore, belli come solo lui li aveva. James si
avvicinò lentamente al suo volto e annullò la distanza tra di loro. Piano prese
a baciarle le labbra, con lentezza, con passione. Lei mugolò di piacere, e gli
strinse spasmodicamente le mani sulla nuca.
James era travolto dalle
emozioni che lei riusciva a scatenargli, si abbandonò completamente al piacere
di averla lì tra le sue braccia. Piano le prese il labbro inferiore tra le
labbra e cominciò a baciarlo, a mordicchiarlo.
I sui gemiti, i suoi sospiri
lo mandavano fuori di testa.
Stava baciando Lily, la
sua piccola fiera grifondoro.
Fu con impazienza che
decise di approfondire quel bacio. Aveva bisogno di sentirla.
Chiese con garbo l’accesso
alla sua bocca, che naturalmente non gli venne negato.
Non quella volta. Lily
lo voleva, voleva lui più di qualsiasi cosa al mondo, e poco le importava di
essere nel bel mezzo di un corridoio.
Sentirlo lì vicino a
lei, la mandava su di giri.
Sentire la sua mano
sulla guancia che l’accarezzava dolcemente, l’altra sul fianco che la stringeva
spasmodicamente, possessiva. Quella stretta voleva dire “sei mia”.
Sentire la sua lingua
giocare con la sua, accarezzarla, lenta e vogliosa, era il paradiso.
E il cuore di James
batteva frenetico contro il suo petto, forte, forte, come impazzito.
Sorrise dolce sulle sue
labbra, e sentì un fiume di calda tenerezza scorrerle nel petto. Sapere di
essere così importante per lui la disarmava, la confondeva e le piaceva. Sentire
che lui, nonostante avesse baciato tantissime ragazze, scoppiasse di emozione
per quel bacio, per un SUO bacio, la faceva sentire unica, speciale. E cercava
di mettere tutto l’amore che provava per lui in quell’accarezzarsi di labbra,
di lingue, di anime. Cercava di aprirgli il suo cuore, di fargli capire che
anche lui era importante, che anche lui era speciale e unico per lei.
Seppero, in quel
corridoio, di aver raggiunto l’estasi. Non un raggiungimento del piacere
fisico, ma l’estasi che si raggiunge quando si sta con la persona che si ama,
che per te è la persona più importante. L’estasi che rende quel momento il più
perfetto della tua vita, il momento che mai verrà dimenticato. L’estasi dettata
dall’amore più puro e vero che c’è, e non dal semplice piacere fisico.
Fu solo perché avrebbero
rischiato di soffocare che si separarono. I loro occhi lucidi per l’emozione si
incantarono di nuovo, richiamati gli uni agli altri come calamite.
-
Wow! Ce ne hai
messo di tempo, eh Evans?
Il suo sussurro roco e
dolce la fece rabbrividire. Gli diede un piccolo bacio a stampo, e con le
labbra a un centimetro dalle sue, sussurrò sensualmente:
-
Meglio tardi che
mai, Potter! E comunque è da oggi che voglio dirti una cosa.
Lo sguardo interrogativo
di lui la fece sorridere.
-
Mi sono innamorata
di te, James.
Si sentì fiera di sé nel
pronunciare quelle parole, ed anche Jess lo sarebbe stata.
Se James era rimasto
sorpreso per quel piccolo bacio che lei gli aveva dato, questo rischiò di fargli
prendere un infarto. Non era pronto a quello, ma la gioia che provò fu
indescrivibile. Da sempre sognava che lei un giorno potesse dirgli quelle
parole, e quel giorno era arrivato.
Il sorriso che le regalò
fu il più bello che avesse mai visto, e fece fare un triplo salto mortale al
suo stomaco… altro che farfalle, lei sentiva gli spari…
-
Io lo sono da
sempre, Lil.
Ghignò e si avventò di
nuovo sulle sue labbra come se fosse l’unica cosa di vitale importanza per lui.
Come se fosse l’unica
cosa per cui valesse davvero la pena vivere.
E per lui lo era
davvero.
Quella fu una delle sere più importanti e più magiche
di tutta la mia vita.
Dopo quella sera stare con lui era diventata un’esigenza
incontrollabile. Avevo bisogno di averlo accanto in ogni momento della mia
vita, perchè sentivo che avevamo perso già tanto tempo e volevo vivere ogni
giorno godendomi attimo per attimo. Volevo godermi tutti i nostri bisticci, gli
scherzi, le litigate, perché poi fare pace con lui era la cosa che più mi
piaceva. Baciarlo, accarezzarlo, stringerlo forte, forte a me tutta la notte. Viverlo.
Lo avevo respinto per tanti anni, dicendo che non
faceva parte di me e della mia vita, che mi era indifferente, solo dopo aver
capito quanto dipendessi da lui, capii che anche se dicevo di odiarlo, anche se
lo insultavo, lui c’era sempre per me.
In tutti quegli anni lui era sempre stato una costante
della mia vita, a volte una costante un po’ fastidiosa, ma c’era.
E capii che avevamo
cominciato a scrivere la nostra storia insieme a 11 anni, sull’espresso per
Hogwarts.
Allora allora allora! Ok non mi ammazzate! Lo so che è tardissimo e che
avevo promesso che avrei aggiornato prestissimo, ma sono un caso senza
speranza!
Mi dispiace davvero tanto!
Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere. E la
colpa deve essere attribuita molto alla mia pigrizia, ma anche alla sfortuna, perché
verso la fine di luglio era quasi finito, e invece il computer si è fuso e puff! Niente capitolo. Avrei dovuto riscriverlo subito ma
ero depressa!XD ihihih c’avevo messo tanto a
scriverlo e con un attimo era tutto svanito! Sigh sigh Poi sono partita per l’inghilterra
e devo ammettere che quando sono tornata un po’ di ispirazione mi era tornata
ma sono mooolto pigra e la riscrittura
del capitolo è andata avanti molto lentamente… e così
eccomi qui! Allora finalmente il tanto atteso bacio è arrivato! Spero vi
piaccia questo capitolo!!! C’ho messo davvero il cuore perché ci tenevo a farlo
come si deve.
Come avete visto James si è un po’ ribellato, anche la
sua pazienza ha un limite povera stella! Ihihih però
era necessario altrimenti Lily mica se la dava una mossa…
se la mia Lily vi sembra un pochino paranoica, è tutto normale! XD
Spero che in questo capitolo la figura di Jess sia
stata capita meglio, non vuole il peggio per Lily, e capisce anche che Lily
fosse preoccupata per James nello scorso capitolo, ma lei cerca di far reagire
Lily per metterla davanti alla realtà, e cioè che è innamorata di James. Ringrazio
tutti quelli che hanno letto, messo la storia nei preferiti e tra le seguite e
un grazie speciale a che ha recensito, non vi posso rispondere uno per uno perché
devo correre a dormire altrimenti mio padre sbrocca,
ma vi ringrazio di cuore.
Non so quando aggiornerò la prossima volta, e non mi
va di dirvi che sarà presto, quando invece di sicuro non lo sarà…
però aggiornerò! Non mi piace lasciare le cose incomplete! Alla prossima!
Un bacio dalla vostra Prongsie