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Autore: CoralineBeatrix_17    22/10/2009    0 recensioni
Se parte di te se ne va e il bisogno di riaverla si fa troppo grande... Ecco cosa succede. La mia prima vera long-fic... Leggete e commentate in tanti...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 4 (part 1): Desolation

 

Ti guardi attorno: ancora un volta la casa che condividi con la tua band è desolantemente vuota. Non ci fai neanche tanto caso visto che ultimamente ti ritrovi da solo sempre più spesso: se all’inizio poteva sembrare un attacco di depressione momentaneo, adesso è chiaro a tutti che il tuo è un attacco di depressione con tutti i crismi e che non ha la minima intenzione di passare.

Stai gironzolando senza meta per casa quando senti il tuo stomaco lamentarsi: da quanto tempo non tocchi cibo? Cinque, sei giorni? Hai perso il conto e, sinceramente, non te ne importa abbastanza perché questo segnale di totale smarrimento ti possa far preoccupare. Entri in cucina e apri il frigorifero: è desolantemente vuoto anche lui ma, per fortuna, non era nei tuoi progetti di rimetterti a mangiare così presto.

Prendi il brick di succo all’arancia rossa e lo finisci tutto, nonostante abbia cominciato ad avere un po’ il sapore di muffa. Nel momento esatto in cui il tuo stomaco si accorge dell’enorme cavolata che hai fatto, ti tocca correre verso il bagno e vomitare anche l’anima.

Appena riesci a reggerti in piedi ricominci a girovagare apparentemente senza meta per la casa. In realtà stai facendo finta di cercare qualcosa ma neanche tu ricordi bene cosa possa essere. Dopo poco l’oggetto senza nome prende forma nella tua mente e ti riesci a ricordare che è sotto il letto, totalmente impolverato, oramai, ti viene da pensare.

Corri su per le scale e per tutto il corridoio. Con il fiatone ti butti a terra (e sei sicuro che le tue ginocchia non hanno apprezzato visto lo scricchiolo sinistro che proviene dalle giunture) per raccattare una kefiah, che un tempo era bianca e nera. Anche se ora assomiglia più ad un ammasso ambulante di polvere, incurante degli acari e senza darti la pena di scrollarla, la indossi e nel farlo una lacrima silenziosa ti scorre lungo la guancia. Cade nella stoffa, lasciando un alone più scuro, ma non te ne curi, perso in pensieri vagamente felici…



Sono le sette quando si apre la porta del negozio. Oggi ti tocca la chiusura e l’inventario quindi ti sei rassegnato già dalle tre e mezzo al fatto che avresti rivisto casa solo alle nove, clienti permettendo. Ti volti verso la porta con il tuo solito ‘sorriso da negozio’, quello che usi quando devi fare la fatidica domanda: “Posso darle una mano?”.

Poi ti accorgi che in realtà non è appena entrato un potenziale cliente, ma quel pazzo uomo che ami. Sembra stanco ma ti sorride. Il dannato centro f-estivo, come si ostina a chiamarlo, lo fa stancare troppo anche perché, in pratica, a badare ai bambini sono solo lui e l’altro capo del centro estivo e i cosiddetti grandi si sono dileguati nel nulla per potersi godere la fine delle vacanze estive prima che ricominci la scuola.

-Salve, posso darle una mano?-

Ti guarda continuando a sorridere e si avvicina. Dopo essersi assicurato che nel negozio non c’è nessuno e che non siete visibili dalla strada, ti bacia. Quando vi separate ti abbraccia e ti sussurra qualcosa in un orecchio che solo dopo riuscirai ad interpretare come un:

-Magari quando siamo in casa da soli…-

colmo di doppi sensi. Sciogli l’abbraccio e lo prendi per mano fino a guidarlo in un angolino del negozio dove ci sono tutti gli accessori. Ne tiri fuori uno bianco e nero, dopo averlo obbligato a tenere gli occhi chiusi, e glielo metti al collo. Una kefiah identica a quella che stava cercando da una vita, dopo che a Londra aveva perso la sua. Appena si rende conto del regalo ti abbraccia come senti che solo lui sa fare: annulla le distanze sia fisiche che psicologiche fra di voi in un nulla e ti riempie, ti scalda.



Torni bruscamente alla realtà quando senti aprirsi la porta di casa e un vociare indefinibile entrare prima che la porta si richiuda nuovamente. Scendi al piano di sotto, dopo esserti tolto la kefiah e averla messa sotto al tuo cuscino e, improvvisamente, avverti più freddo, come se avessero spento il riscaldamento…o come se ti avessero portato via un pezzo di cuore: ti rendi conto, tuo malgrado, che è proprio così.

Ascolti le chiacchiere dei tuoi strumentisti, mentre preparate la cena e mangiate (mangiano, visto che alla vista del cibo ti viene nuovamente la nausea). Hanno in programma un mega partitone a Guitar Hero World Tour (con il batterista che cercherà di cantare, oddio!) e una sbronza colossale. Decidi che puoi provare a rimanere in salotto con loro e, magari, bere una o due birre. Alla terza canzone, però, ti rendi conto che così non può andare avanti: le urla stridule di chiunque cerchi di cantare, la batteria che viene maltrattata a turno dal percussionista che cerca di suonarla con le mani e dal chitarrista che usa delle forchette al posto delle bacchette e le canzoni che sembrano essere scelte appositamente per farti dare di matto. Ti alzi dal divano e sembra che nessuno ti noti mentre sali le scale e, con ancora le parole dell’ultima canzone in mente, ti dirigi verso la camera da letto e ti addormenti stringendo fra le mani la kefiah impolverata.



Lord you know I’ve cried a thousand tears tonight

but now I need an answer to my prayers and you’re not here…

Has no one told you? You’re cries are all in vane

Lord, I can’t disguise the look inside my eyes…

The more I try to look away, the more I’m staring…

 

**********

 

Si scrutano come se avessero visto un fantasma. Te ne sei andato con la testa bassa e una faccia che preannunciava pianto. Il chitarrista si guarda attorno, dalla sua postazione centrale seduto dietro alla batteria, e si arrischia a chiedere quello che stanno pensando tutti:

-Abbiamo fatto bene, vero, a cercare di farlo reagire?-

Il silenzio cala su di loro come se, all’improvviso, qualcuno ha deciso di togliere completamente il volume alle loro vite, come sta facendo al momento il cantante con la sua.



Scusate l'enorme ritardo ma siccome ci sono stati problemi con la mail che avevo inviato alla mia beta e visto che lunedì prossimo (26 ottobre) non potrò aggiornare per via del fatto che non riesco a scrivere neanche una parola questa settimana ho deciso di aggiornare oggi...

Per prima cosa vorrei ringraziare:

TND: Innanzitutto grazie per il betaggio mega iper veloce anche se io non ho pubblicato... Poi grazie anche per le belle parole... Sono felice di essere riuscita a creare dei personaggi gradevoli e che non stanno sulle scatole alla gente (te!) e devo dire che mi ritrovo molto nella seconda parte del commento... So di fare un casino enorme con i pensieri che metto giù e che a volte la gente legge e dice : “ma questa è pazza?”... Però io non ho mai sentito nessuno pensare in un modo che abbia un senso logico... Quindi mi piace molto scrivere così e mi piace molto che ti piaccia questo stile...! Al prossimo capitolo...!

A chi legge, chi l'ha preferita e chi la segue...

Al prossimo capitolo (e lasciate un commentino se vi va, il link lascia una recensione non si consuma!!!)!

   
 
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