Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sihu    22/10/2009    6 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 47
CORRIDOI DESERTI, TEST E NUOVE MINACCE


La lezione di Difesa Contro le Arti Oscure sarebbe iniziata di lì a pochi minuti, ormai era questione di poco. Da un momento all’altro il professore avrebbe svoltato l’angolo e varcato la porta con il solito sorriso maligno dipinto sul volto. Il professor Anderson era un vecchio auror in pensione, famoso per le incredibili imprese compiute in gioventù, per la sua poca pazienza e il suo brutto carattere. Dagli auror e dal ministero era considerato una leggenda vivente ma i ragazzi nutrivano da sempre sentimenti contrasti per quello strano uomo. Una sorta di timore misto a scherno. Nessuno dei suoi alunni era mai riuscito davvero a capire se Anderson fosse un totale idiota o la più peggiore delle carogne. Era riuscito anche a litigare con tutti gli insegnanti del castello, preside escluso. Le sue lezioni erano interessanti e divertenti ma c’era da stare molto attenti a non infastidire troppo il vecchio insegnate. Mettere in dubbio l’autorità dello scorbutico professore poteva rivelarsi molto dannoso. Bastava una parola di troppo scambiata con il proprio compagno per ritrovarsi il corridoio colpiti da qualche bizzarro incantesimo. L’unica che non era mai stata punita era Lily, persino il diligente Remus era stato sbattuto fuori dalla classe. Era successo tre anni prima durante una lezione sui lupi mannari, stranamente quella volta James e Sirius non centravano. Il ragazzo stava ridendo tra sé, pensando a quanto fosse inutile per lui quella lezione e si era ritrovato nel corridoio con delle orecchie da gatto che gli spuntavano ai lati della testa. Tutta la classe lo fissava sgomenta, Remus non si era mai vergognato tanto. Quando aveva provato a parlare tutto quello che era uscito dalla sua bocca era stato un miagolio stridente che aveva gettato il povero licantropo nel panico più totale. I malandrini avevano riso per settimane ricordando l’accaduto e si erano decisi a smettere solo dopo che Remus li ebbe minacciati di divulgare in tutto il castello delle loro foto imbarazzanti.
Il professore quella mattina era stranamente in ritardo. Anderson non faceva mai tardi, arrivava sempre allo scoccare dell’inizio della sua ora.
Nella classe regnava il solito caos ma i ragazzi erano tutti seduti ai loro posti, o quasi.
“Dannazione, dove sono finiti quei due?” chiese Lily guardandosi intorno nervosamente senza perdere di vista l‘orologio appeso sulla parete di fronte a lei. Non c’era nessuna traccia né di Harry, né tanto meno di Sirius che gli era corso dietro. Remus sembrava pensieroso, sapeva che poteva fidarsi dell’amico ma era lo stesso preoccupato. Harry era davvero sconvolto quando era scappato dalla stanza delle necessità. Nessuno riusciva a smettere di pensare al triste futuro che li aspettava ma allo stesso tempo i ragazzi erano decisi a cambiare il loro destino.
“È tardi, la lezione sta iniziando..” osservò James scompigliandosi i capelli nervosamente. Il professore sarebbe arrivato a minuti, quei due dovevano muoversi. Quel giorno era anche in programma un test e c’era davvero poco da scherzare. Saltare un test del professor Anderson poteva anche voler dire scordarsi di avere un voto decente a fine anno.
“Arriveranno, state tranquilli.” cercò di tranquillizzarli Ginny. Lei, Hermione e Ron sembravano abbastanza tranquilli, solo Hermione era stranamente silenziosa mentre Ron alle sue spalle sospirava di tanto in tanto.

I corridoi del castello improvvisamente erano diventati una pista da corsa, con gran stupore dei fantasmi e fastidio degli insegnanti. C’erano molti ragazzi che camminavano, avviandosi a lezione ma Harry e Sirius sembravano non farci minimamente caso.
Per la prima volta in vita sua Sirius era sicuro di sapere con certezza quello che doveva fare. Questa volta non aveva il minimo dubbio. Stava correndo a perdifiato per tutto il castello travolgendo chiunque si trovava davanti, si era perso la fine del racconto dei ragazzi, non sapeva che ore fossero e probabilmente avrebbe saltato il test di difesa contro le arti oscure del professor Anderson, ma non importava. Quelli erano solo dettagli. Harry era di fronte a lui, distante solo pochi passi. Doveva riuscire a raggiungerlo. Quello era tutto ciò che contava. Sirius sapeva che doveva fermarlo e parlarci, tutto il resto poteva aspettare.
“Insomma, vuoi fermarti o intendi farmi correre per tutto il castello?” urlò Sirius cercando di richiamare l’attenzione del ragazzo che stava di fronte a lui e che non sembrava avere nessuna intenzione di ascoltarlo. Un paio di ragazzi del terzo anno si voltarono infastiditi dalle urla del ragazzo, chiedendosi che avesse Black da urlare a quel modo. Harry non sentiva le parole del suo padrino. Era troppo sconvolto per rendersi conto di quello che accadeva o di dove fosse diretto. Sperava che correndo come un pazzo sarebbe riuscito ad allontanarsi anche da tutti i suoi problemi. Sirius aveva il fiato corto ed era paonazzo ma era deciso a non arrendersi, ci voleva ben altro per farlo desistere. Quando finalmente raggiunse Harry lo prese per un braccio e lo obbligò a fermarsi. Il ragazzo sembrò stupito dalla sua presenza.
“Perché mi hai seguito?” chiese Harry, realizzando solo in quel momento che Sirius lo aveva seguito fuori dalla stanza delle necessità. Il ragazzo si voltò di scatto e i suoi occhi incontrarono quelli dell’animagus. Sirius sussultò. Harry era in lacrime e non cercava nemmeno di nascondere il suo dolore. Era straziante vederlo stare così male. I due ragazzi rimasero in piedi uno di fronte all’altro in silenzio per un po’, entrambi a disagio, poi Sirius prese l’iniziativa e abbracciò il suo futuro figlioccio. Lo strinse a sé più forte che poteva. Harry lo lasciò fare e non si oppose in nessun modo a quel contatto.
“Ti va di parlare?” chiese Sirius dopo qualche istante. Harry non disse nulla ma si strinse ancora di più nell’abbraccio di Sirius. Il ragazzo si ritrovò a pensare che si stava davvero bene tra le sue braccia, si sentiva protetto ed al sicuro. Ad Harry sembrò di essere tornato indietro nel tempo, quando tornava nella vecchia casa di Sirius, a Grimmauld Place e trovava il suo padrino ad attenderlo sulla porta, pronto ad abbracciarlo.
“Va un po’ meglio?” chiese Sirius con un tono gentile. Harry annuì e tirò su con il naso. Sirius sorrise e fece apparire dal nulla un fazzoletto per il ragazzo.
“Grazie..” mormorò timidamente Harry cercando di ricomporsi anche se la lacrime non volevano saperne di smettere di bagnargli il viso. Si asciugò gli occhi e si soffiò il naso. Sirius non si mosse, rimase fermo nella sua posizione aspettando che fosse Harry a fare il primo passo.
“Mi spiace.” mormorò piano Harry con lo sguardo fisso sul pavimento. Solo in quel momento aveva realizzato di essere corso via e di essere scoppiato a piangere di fronte a Sirius.  Aveva perso il controllo delle sue emozioni e se ne vergognava un po’. sirius indicò ad Harry un corridoio deserto, al riparo da  orecchie indiscrete dove continuare la loro conversazione. Harry seguì il suo padrino e si lasciò cadere a sedere al suo fianco, con la schiena appoggiata alla parete di pietra.
“Per cosa?” chiese Sirius con un tono rassicurante. L’animagus riusciva a percepire i tormenti che torturavano Harry e voleva che il ragazzo li tirasse fuori. Parlarne era l’unico modo per liberarsene una volta per tutte.
“Per tutto.” rispose Harry alzando lo sguardo su Sirius. Quello che vide lo stupì. Sirius non era infastidito o arrabbiato, non pensava che Harry gli stesse facendo perdere tempo. Sirius era davvero preoccupato per lui e voleva davvero aiutarlo. Per la prima volta da quando il suo padrino era morto Harry sentì di non essere solo, che qualcuno riusciva davvero a capire il suo dolore e i rimorsi che lo affliggevano. Sirius non lo stava a sentire perché qualcuno glielo aveva chiesto o perché si sentisse in obbligo. Sirius voleva per davvero che lui tirasse fuori tutto ciò che lo tormentava da troppo tempo.
“Sai Harry, penso che tirare fuori tutto il dolore che tieni nascosto dentro di te ti aiuti a stare meglio.” consigliò Sirius con un tono che sembrava quello di un fratello maggiore o di un padre. Il ragazzo sembrava improvvisamente più grande e più saggio di quanto gli fosse mai apparso, nonostante avesse addirittura un anno meno di lui.
“Mi spiace per la mia reazione di prima. Mi spiace di non riuscire ad accettare che qualcuno parli di Sirius. Mi spiace che sia morto per colpa mia. Mi spiace per il dolore che ho causato a tutti semplicemente sopravvivendo. Mi spiace avervi mentito. Mi spiace per un sacco di cose insomma..” si sfogò Harry, lasciando che le parole che gli pesavano sul cuore da troppo tempo uscissero dalla sua bocca. Improvvisamente i contorni di ciò che lo circondava si fecero più sfuocati ed il ragazzo intuì che le lacrime avevano di nuovo preso il sopravvento su di lui.
“Harry, non accusarti di cose per cui non hai colpa.” esclamò Sirius alzando un poco la voce per richiamare l’attenzione del ragazzo.
“Ma io..” iniziò Harry fissando Sirius dritto negli occhi. Gli occhi di Sirius dicevano molte cose, la più evidente era il bene che l’animagus provava per lui.
“Non hai ancora accettato la morte del tuo padrino, per questo non sopporti che qualcuno te ne parli.” disse Sirius interrompendo il ragazzo con un sorriso malinconico. Ad Harry parve che stesse parlando di qualcosa che conosceva bene. Anche lui doveva avere conosciuto il dolore che si prova quando si è separati da chi si ama.
“Avevo ancora tante cose da raccontargli e tante esperienze da condividere con lui.. Mi è stato vicino per troppo poco tempo! Una parte della mia mente è convinta che Sirius sia ancora vivo, non riesce a rassegnarsi. A volte sembra così vero.. Lo vedo di fronte a me, sento la sua voce, lo abbraccio e sento il suo profumo. Poi però sparisce.” spiegò Harry. Era la prima volta che riusciva a confidarsi con qualcuno. Ginny ed Hermione avevano provato molte volte ad affrontare quel discorso con lui ma non erano mai riuscite a fargli ammettere quelle cose.
“Le persone che ci amano rimangono sempre con noi. Anche io ho perso uno zio a cui tenevo. Era l’unica persona per cui ho contato davvero qualcosa nella mia famiglia. Lui non c’è più ma non c’è giorno a cui non penso a lui.” raccontò Sirius sorridendo tristemente. Al ricordo dello zio che aveva fatto di tutto per aiutarlo i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Harry guardò Sirius e sorrise. Come aveva potuto pensare che il Sirius di quella dimensione fosse totalmente diverso dal suo? Per la prima volta si rendeva conto che i due Sirius che aveva conosciuto erano molto simili, due figure che per molte sfaccettature del loro carattere si sovrapponevano alla perfezione.
“Sei esattamente come lui.” disse dopo averlo studiato attentamente.
“Mi dispiace ricordarti la perdita di una persona cara.” mormorò Sirius dispiaciuto, fraintendendo le parole del ragazzo.
“Non dicevo per quello. Sei come lui perché riesci a farmi stare meglio. Quando ero triste o depresso bastava una parola, un sorriso, un abbraccio di Sirius e stavo subito meglio. Tu, voi.. avete il potere di farmi sentire protetto, al sicuro.” spiegò Harry abbracciando Sirius. Quelle parole scaldarono il cuore di Sirius. Per la prima volta da quando aveva lasciato la sua famiglia e perso suo zio si sentì a casa. Da quel momento in poi Harry avrebbe avuto Sirius e Sirius avrebbe avuto Harry. Nessuno dei due sarebbe più stato solo.
“Non sono come il Sirius che hai perso, lo so. Ma se vuoi un abbraccio o una spalla sulla quale piangere senza vergognarti ricorda che puoi contare su di me..” disse Sirius ricambiando quella stretta.
“Ci sarai sempre per me?” chiese Harry staccandosi dal suo padrino per guardarlo meglio negli occhi.
“Certo Harry. Quando avrai bisogno di me, io sarò lì.” gli assicurò Sirius tirando su con il naso. Alla fine anche lui non era riuscito a frenare le lacrime di commozione che avevano preso a bagnargli il viso.
I due ragazzi rimasero in quel corridoio sperduto a ridere ancora per qualche minuto, fino a che una voce non li fece sobbalzare.
“Potter, Black.. Avete intenzione di prendere una T?” tuonò il professor Anderson comparendo dal nulla. Harry e Sirius impallidirono e si ricordarono solo in quel momento del test di difesa contro le arti oscure. Erano davvero nei guai.
“Professor Anderson!” balbettò Harry mentre l’insegnante lo fissava in modo severo.
“Spero che voi due abbiate una buona scusa per stare in giro a perdere tempo invece che essere a lezione.” esclamò il professore, paonazzo in viso. I due ragazzi non lo avevano mai visto così arrabbiato, nemmeno quando aveva punito Frank perché aveva copiato da Alice.
“Harry si sentiva poco bene..” iniziò Sirius cercando di usare un tono convincente.
“La solita scusa.” lo liquidò Anderson. I lunghi anni passati a lavorare come auror gli avevano insegnato a riconoscere una bugia con estrema facilità.
“Ma è vero!” esclamò Sirius indignato per la poca fiducia che il professore aveva il lui. Harry era visibilmente sconvolto, possibile che non se ne fosse accorto?
“Come no Black.. Non ne dubito. Come potrei dubitare della scusa che voi malandrini usate da sette anni?” chiese il professor Anderson con una punta di ironia nella voce. Harry notò che sembrava essersi calmato rispetto a pochi minuti prima.
“La prego professore, chiuda un occhio.” mormorò Harry speranzoso che Anderson gli venisse incontro. Un brutto voto non ci voleva proprio, rischiavano di vedere sfumare la possibilità di entrare nell’accademia per auror.
“Va bene ragazzi, voglio darvi una possibilità..” iniziò Anderson, subito interrotto da Sirius che prese a saltellare per il corridoio svegliando tutti i quadri addormentati.
“Grazie infinite, lei è davvero una brava persona!” esclamò l’animagus al settimo cielo.
“Aspettate di sentire le condizioni prima di ringraziarmi.” li ammonì il vecchio insegnante con fare severo. Harry e Sirius sbiancarono e si scambiarono un’occhiata di pure terrore. Non era per niente un buon segno che Anderson si mettesse a dettare condizioni.
“Condizioni?” chiese Harry timidamente, temendo con tutto se stesso la risposta.
“Se riuscirete ad entrare in aula prima di me farò finta di non avervi trovato in giro per i corridoi. Ma se arrivate tardi non farete il compito, prenderete una T, segnalerò la vostra passeggiata alla direttrice della vostra casa, 70 punti a testa in meno a Grifondoro e una punizione di un mese. Che ne dite?” chiese il vecchio auror con fare maligno. In quel momento persino Voldemort in persona sarebbe sembrato un agnellino a suo confronto.
“Lei è davvero..” inizio a dire Sirius, profondamente indignato. Harry lo bloccò e lo trascinò via per un braccio.
“Corriamo Sirius.” urlò Harry cominciando a correre. Le condizioni di Anderson erano impossibili ma non potevano discutere.
“Bravi, datevi una mossa.” li schernì il vecchio preside avviandosi all’aula. I due ragazzi potevano sentire chiaramente che stava ridendo di loro, era sicuro che non sarebbero mai riusciti ad arrivare in tempo.
“Vecchio bavoso e malefico.” mormorò Sirius senza smettere di correre. Il professore aveva imboccato la via più breve per l’aula. L’unica loro speranza era riposta nei passaggi segreti.
“Risparmia il fiato e corri.” rispose Harry con il fiato corto.
“Pensa di averci fregato e di averci in pugno..” continuò Sirius arrabbiato.
“Sarà così se non corri.” rispose Harry cercando di ricordare quale fosse il passaggio segreto più utile per arrivare nell’aula di difesa contro le arti oscure.
“Tranquillo Harry, siamo malandrini.” lo rassicurò Sirius. Sembrava piuttosto tranquillo nonostante la situazione fosse delle più tragiche.
“Non capisco come questo ci possa aiutare ora!” esclamò Harry esasperato. Quella situazione era paradossale, la loro carriera scolastica era affidata a una specie di gara di velocità con il professore. Una gara abbastanza impari a dire il vero dato che era proprio Anderson a dettare le condizioni.
“Sirius!” salutò una voce femminile alle spalle dei ragazzi. Sirius si voltò di scatto e sul suo viso si disegnò un sorriso ebete. Di fronte a lui era comparsa la ragazza che da qualche giorno era perennemente al centro dei suoi pensieri.
“Zhoana..” mormorò lui estasiato.
“Sirius, non mi sembra il momento per fare conversazione!” esclamò Harry indignato, cercando di destare l‘amico dallo stato di trance nel quale era caduto. Come poteva Sirius perdere tempo con la propria ragazza in un momento delicato come quello?
“Scusa ma ho fretta. Quello psicopatico di Anderson ha minacciato una punizione con i fiocchi se faccio tardi.” spiegò Sirius velocemente, seguendo Harry attraverso un passaggio segreto celato da un quadro.
“Ci vediamo più tardi allora. Volevo mostrarti la mia racconta di farfastrelle ma mi sembri occupato. Vorrà dire che la farò vedere ad Anderson..” rispose lei con un sorriso malizioso dipinto sul volto. Salutò Sirius con la mano e gli mandò un bacio.
“Ti adoro piccola!” esclamò Sirius, intuendo quali fossero le intenzioni della ragazza.
Harry e Sirius attraversarono il castello in pochi minuti, riuscendo ad arrivare in classe prima dell’odiato professore. Il merito del loro successo era sicuramente di Zhoana, senza di lei avrebbero di sicuro passato un sacco di guai. La ragazza era riuscita ad intercettare Anderson sulle scale, prima che riuscisse ad avvicinarsi all’aula e gli aveva fatto perdere tempo con la scusa di mostrargli le sue adorate creature.
“Sirius, Harry.. Meno male. Siete fortunati che Anderson è in ritardo sennò eravate nei guai.” li ammonì Lily. I malandrini al gran completo si voltarono di scatto verso i due ragazzi che avevano il fiato corto. Tutti loro era curiosi di sapere cosa fosse successo e come avesse fatto Sirius a fare ragionare Harry in così poco tempo ma nessuno osò fare domande. Harry sembrava stare bene e a loro questo bastava.  
“Fortunati? È tutto merito delle farfastrelle.” spiegò Sirius con il suo solito sorriso strafottente dipinto sul volto. James lanciò un’occhiata interrogativa prima al suo migliore amico e poi a suo figlio.
“Farfastrelle? Cosa sono?” chiese Ron stupito, anticipando James.
“A dire il vero non ne ho la minima idea!” rispose Sirius grattandosi la testa. Proprio in quel momento entrò il professor Anderson. L’uomo lanciò un’occhiata veloce alla classe e sembrò deluso nel constare che Harry e Sirius erano arrivati in tempo.
“Sedetevi e prendete carta e penna per il compito. Straordinario, vedo che ci siete proprio tutti.. Nessuno di voi per caso di sente male?” chiese il professore con una punta di sarcasmo nella voce indirizzato proprio ai due ultimi arrivati.
“Deluso professore?” chiese Sirius in rimando a mo’ di sfida. Tutta la classe tenne il fiato sospeso, in attesa della reazione del vecchio professore.
“Zitto Black, dieci punti in meno a Grifondoro!” ribatté l’insegnante facendo comparire magicamente i test sui banchi dei ragazzi.
“Sei sempre il solito!” sibilò Remus a bassa voce in direzione dell’amico.
“Lupin, sicuro di non volere una punizione come il suo amico?” ringhiò Anderson, a cui non sfuggiva nemmeno una sillaba di quello che veniva detto in classe. Remus non rispose e abbassò la testa, sperando di non essere trasformato nuovamente in gatto.

Erano passate alcune settimane da quando finalmente i malandrini avevano scoperto tutta la verità ed erano riusciti a uscire vivi dal test di Anderson. Sirius e Harry, malgrado la lezione non fosse iniziata nel migliore dei modi, erano riusciti a prendere il massimo dei voti. La vita aveva preso a scorrere tranquilla tra uno scherzo ai danni di gazza e una visita al guardiacaccia Hadrig. I ragazzi erano felici e lo spettro della guerra lontano. Tutto andava meravigliosamente, forse troppo. Sirius aveva ringraziato Zhoana per l’aiuto con Anderson e l’aveva presentata ai suoi amici che l’avevano subito accettata nel gruppo. Zhoana era davvero una ragazza in gamba e per di più era in grado di tenere testa a Sirius. Le ragazze la trovavano adorabile, anche se ad Hermione e Ginny vederla faceva pensare alla loro amica Luna e alla sua prematura morte. Sirius era sempre più coinvolto, non c’era giorno che non parlasse di lei con James ed i ragazzi. Tutti erano concordi nel consigliare all’amico di confessarle i suoi sentimenti e di chiederle di diventare la sua ragazza. Dopo molti dubbi e un sacco di paranoie Sirius si convinse, e decise che si sarebbe fatto avanti il giorno di San Valentino. Era deciso a prepararle una sorpresa con i fiocchi, degna di lei.
Una sera come tante i ragazzi si trovavano al gran completo riuniti nella stanza dei malandrini. Ormai si poteva dire che era diventata la loro base, il luogo in cui potevano parlare senza paura di venire ascoltati da orecchie indiscrete. Hermione era seduta sul letto di Ron e stava leggendo il giornale come faceva ogni sera.
“Hermione che ti prende?” chiese Harry vedendo l’amica sbiancare improvvisamente.
“Harry, Ron, Ginny guardate questo giornale.” balbettò la ragazza, visibilmente scossa.
“Che c’è sul giornale?” chiese Ginny, sporgendosi oltre la spalla di Harry.
“Sembra una strega. Il suo aspetto non mi è nuovo ma non la riesco a riconoscere..” mormorò Sirius guardando anche lui il giornale che Hermione aveva rivolto verso tutti loro.
“Oh no!” esclamò Ginny.
“Non è possibile.”urlò Ron.
Siriu, Lily, James e Remus fissavano stupiti i loro amici chiedendosi come mai quell’articolo li avesse fatti reagire a quel modo.
“Bellatrix!”ringhiò Harry tra i denti. Sirius strabuzzò gli occhi e per poco non si strozzò con la propria saliva quando udì il nome della sua odiata cugina e si mise a studiare quella foto più a fondo.
“Bellatrix? Non dite assurdità, non è così vecchia.” disse James avvicinando il naso alla foto per vederla meglio.
“In questo tempo non lo è, nel nostro si.” spiegò Ginny visibilmente agitata.
“Come è possibile?“ chiese Remus stupito osservando le reazioni dei ragazzi. Harry era diventato una furia mentre gli altri tre sembravano spaventati.
“Deve avere forzato il passaggio in qualche modo.” ipotizzò Harry scosso. L’assassina del suo padrino era ancora viva e se ne andava in giro ad ammazzare la gente. Qualcuno doveva fermarla ed lui voleva essere quel qualcuno. Mai prima d’ora Harry aveva desiderato così ardentemente uccidere qualcuno.
“Ce ne saremmo accorti, il passaggio porta nell’ufficio del preside. Ve ne siete già dimenticati?” ricordò loro Hermione agitata, cercando di ragionare in maniera razionale. Ron, al suo fianco era muto e completamente immobile.
“Che dice l’articolo?” chiese Lily cercando di capire che cosa stava succedendo.
“Mangiamorte sconosciuto semina morte e distruzione. Attacca sola e senza particolari strategie.” riassunse Hermione. Non c’erano dubbi, si trattava proprio della cugina di Sirius. Era arrivata in qualche modo in quel tempo e stava cercando di vendicare il suo padrone e i suoi compagni caduti per mano dell’ordine.
“Attacca sola.. Per forza, è pazza e viene da un altro tempo.” disse Ginny scuotendo la testa.
“Cosa fa qui?”chiese Remus cercando di mettere ordine in quell’ammasso di pensieri che aveva per la testa e che i ragazzi non aiutavano a sgarbugliare.
“Sicuramente vuole noi.” mormorò Ron scuotendo la testa. Hermione ed Harry annuirono.
“Dobbiamo fermarla prima che lo trovi.” esclamò Ginny decisa, fissando intensamente prima Harry, poi Hermione ed in fine Ron.
“Lo trovi? Sta cercando qualcuno in particolare.” chiese James sempre più confuso.
“Ginny che stai dicendo?” chiese Harry fissando la sua ragazza senza capire. Chi poteva stare cercando in particolare quella pazza?
“Pensa Harry. Bellatrix è ossessionata dalla purezza del sangue, specie quello della sua famiglia. Guarda cosa porta al collo.” spiegò la ragazza indicando la fotografia che Hermione teneva ancora in mano. Tutti improvvisamente notarono che la strega nella foto aveva al collo un medaglione che loro avevano già visto.
“Il medaglione dei Black.” esclamò Harry capendo finalmente a cosa si riferiva la sua ragazza. Bellatrix voleva Teddy. Voleva ucciderlo per lavare la vergogna di un discendente dei Black imparentato con Mezzosangue e lupi mannari. Quella donna era decisamente pazza ed Harry era sempre più determinato a farle pagare tutti i suoi errori.
“Non dovrebbe averlo lei..” disse Ron, parlando per la prima volta. Tutti loro ricordavano bene che il medaglione dei Black era stato donato a Teddy da sua nonna Andromeda poco dopo la caduta di Voldemort. La donna voleva che il bambino lo portasse per dimostrare al mondo che il nome Black non era più oscuro. Nonostante non fosse purosangue Teddy rimaneva un Black, l’ultimo dei Black, e il medaglione spettava a lui.
“Lo ha rubato qualche tempo fa ed io non sono stata capace di impedirglielo. Dovevo pensare a salvare Teddy.” raccontò Ginny tristemente. Ricordava bene quel giorno, era stato subito dopo l’attentato. Bellatrix era piombata nel rifugio e aveva preso a lanciare maledizioni ovunque. Ginny aveva pensato solo a salvarsi e a portare Teddy al sicuro. Mentre scappavano la mangiamorte aveva fatto in tempo a rubare il ciondolo che il bambino portava al collo. Ginny non aveva potuto fare nulla per fermarla.
“Perché quella pazza vorrebbe uccidere Teddy?” chiese Sirius.
“Sirius tua cugina è pazza, non ha bisogno di avere una ragione per fare qualcosa di stupido e cattivo..” gli ricordò James tristemente. Sirius abbassò la testa, sapeva bene che James aveva ragione ma una parte di lui non si era ancora rassegnato a credere che tutta la sua famiglia fosse oscura. Doveva pur esserci un’altra eccezione oltre lui e suo zio. Per anni aveva sperato che Regulus capisse e si allontanasse dai suoi genitori ma alla fine si era dovuto arrendere.
“Non devi incolparti sorellina. Vedrai che ce lo riprenderemo.” mormorò Ron appoggiando una mano sulla spalla della sorella. Ginny abbozzò un sorriso con gli occhi velati di lacrime. L’ultimo desiderio di Andromeda era stato che suo nipote avesse quel medaglione e lei non era stata in grado di rispettare il volere della donna. Si sentiva molto in colpa per quello.
“Aspetta, volete cercare una pazza assassina per riprendervi una collana?” chiese Lily scandalizzata. Non potevano dire sul serio, era da pazzi rischiare la vita per così poco.
“Non è una collana qualsiasi. È il simbolo del casato dei Black!” spiegò Harry con calma.
“Non mi sembra una buona ragione per morire.“ continuò decisa Lily.
“E poi voi non siete nemmeno Black.” disse Sirius, andando in soccorso alla rossa. Per una volta Sirius era pienamente d’accordo con Lily.
“Noi no, ma lui si.” rispose decisa Ginny lasciando tutti i presenti di sasso.
“Bellatrix ha rubato il medaglione di Teddy e noi dobbiamo riprendercelo.” spiegò meglio Hermione.
“Ma..” balbettò Remus incapace di credere alle sue orecchie. Non riusciva a capire quello che i suoi amici dicevano. Le uniche parole che rimbalzavano nella sua testa erano Black e Teddy. Suo figlio Teddy apparteneva al casato dei Black?
“Lo dobbiamo fare per Andromeda.” disse Ron deciso. Harry, Hermione e Ginny annuirono decisi e si misero a leggere l’articolo con attenzione alla ricerca di dettagli utili a scovare la donna. Secondo la gazzetta era stata vista in Irlanda qualche settimana prima, ma non erano fonti certe. Bellatrix si spostava velocemente per non essere catturata né dagli auror né dai mangiamorte, voleva agire sola.
“Andromeda? Teddy un Black? Non ci capisco nulla..” disse James tenendo la testa tra le mani. Anche Sirius era confuso e non sapeva cosa dire. Era Remus però il più sconvolto di tutti. Sarebbe sul serio diventato un parente di Sirius? Alla fine lo stress ebbe la meglio sul povero licantropo.
“Remus!” esclamò Lily cercando invano di afferrare l’amico che cadde svenuto a terra. Decisamente le ultime rivelazioni erano state troppo sconvolgenti. Ora la ragazza iniziava a capire perché i ragazzi si ostinassero a non voler dire nulla circa la madre di Teddy. James si precipitò immediatamente da Remus e iniziò a dargli dei leggere colpetti in faccia per farlo riprendere. Dopo qualche istante il ragazzo finalmente riaprì gli occhi.
“Vi prego, ditemi che non sono imparentato con il cagnaccio..” mormorò piano cercando di non perdere la calma. Chi lo conosceva bene avrebbe potuto dire senza paura di sbagliare che il ragazzo era davvero vicino ad una crisi di nervi con i fiocchi.

ANGOLO DELL'AUTRICE
ed eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. sfortunatamente i tempi di pubblicazione si sono allungati causa tesi, spero di potrete capire. per cercare di farmi perdonare ho deciso di optare per capitoli più lunghi di quelli che avevo previsto all'inizio.
spero che apprezzerete e che continuerete a seguire la storia!
GRAAAZIE MILLE per i commenti, siete TAAANTO gentili. che farei senza di voi?

SHIHO93:
grazie mille per il commento!
mi fa davvero piacere che sei contenta che la mia storia prosegua.. spero che continuerai a seguirla e a commentare!

BRANDO: grazie mille per il commento!
mi spiace aver fatto passare più tempo questa volta. spero che il capitolo sia valso l'attesa. finalmente Sirius si sta decidendo a fare il primo passo con Zhoana, ma secondo te si potranno mettere insieme come due persone normali? ovviamente no!
per quanto riguarda la madre del piccolo Teddy, come hai notato i ragazzi hanno avuto qualche rivelazione. nel prossimo capitolo scopriranno proprio tutto tutto. pensavo di farvi aspettare ancora un po' ma poi ho deciso di essere buona! XD
il momento Sirius-Harry in corridoio mi è costato molta fatica, spero che ti sia piaciuto!
per i ventanni di buco.. per ora non ci penso. è già molto faticoso finire questa. in ogni caso consigli ed aiuti sono bene accetti! XD

SMEMO92: grazie mille per il commento!
sono davvero tanto felice che il capito rivelazione/riassunto ti sia piaciuto. è stata una faticaccia ricorstruire tutto senza dimenticare nulla ed immaginare le possibili reazioni dei ragazzi! ad ogni modo ora la storia riprende, anzi.. i ragazzi ora dovranno riscrivere il futuro. compito parecchio impegnativo, no?

SATANABAAN: grazie mille per il commento!
spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

SHIN_86: grazie mille per il commento!
i ragazzi sono avvantagiati perchè sanno cosa li aspetta ma tieni conto che tutto può cambiare, in positivo ma anche in negativo. non sarà per niente semplice, specie ora che Bellatrix è tornata a fare danni più pazza che mai.
per il momento l'unico svenuto è remus ma anche gli altri sembrano parecchio preoccupati.
nel prossimo si scopre di Tonks e Sirius si dichiarerà a Zhoana, il tutto il giorno di San Valentino. ci sarà da ridere!

AYAPPE: grazie mille per il commento!
sono davvero contenta che la storia ti sia piaciuta e che ti abbia emozionato! hai letto tutta la storia d'un fiato? accidenti, sei davvero bravissima! XD
la storia di Remus ed Hermione è stata una mia piccola libertà, non era programmata all'inizio.. non so come spiegare, è come se si fosse scritta da sola. poi però ho sistemato tutto. il futuro sicuramente è già cambiato, resta da vedere come finirà la battaglia finale! XD



  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sihu