Ventesima perla:

Puppet.


Un tintinnio leggero che sa di recita e metallo.
Il filo che brilla, illuminato da una luna che non esiste, regge le sorti di una vita sospesa.
Sguardo vuoto e cupo - senza vita senz'anima- per quella bambola mancata in quella recita fittizia.
Il palcoscenico si alza, rivelando la tragedia che vi è narrata.
E il metallo tintinna: nell'aria, negli occhi nel cuore.
E il metallo colpisce: la carne, le ossa, il cuore.
La domanda si pone, viene sussurata da labbra amate. 
"P e r c h é?"
E la risposta non si trova, si crea e si distrugge con il calo del sipario, perchè quando tutto quel rosso annebbia la vista, la fine è v i c i n a.
Vicina anche per te, bambola di pezza.
La lacrima cadde, lo sguardo si illuminò, il recitante fu punito.
Non si doveva trasgredire a quel tragico copione.
"Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace."
Ma quando il rosso invade il mondo, nessuno può sentirti.
Come, non ricordi?
Non ricordi di averli uccisi tutti?
...