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Autore: domaris    29/10/2009    3 recensioni
Serie di one-shot collegate tra loro che intendono esplorare una possibile relazione tra Gibbs e DiNozzo durante la sesta stagione. Pre-slash (per il momento)
1. Buone intenzioni (spoilers: Agent Afloat)
2. Lasciando andare il passato (spoilers: Heartland)
3. Un posto in cui stare (spoilers: Murder 2.0)
"Preferirei andarmene prima di essere riuscito a darti definitivamente sui nervi..."
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: ringrazio di cuore Lights e Akane per le bellissime recensioni alle 'puntate' precedenti. E mi scuso per non aver ancora risposto! La storia nel suo complesso è ormai pianificata (dovrebbero essere non più di dieci capitoli) ma sto attraversando un momento di crisi in cui proprio non riesco a scrivere, infatti questo capitolo era pronto e disponibile da tempo sul mio LiveJournal ma avevo dimenticato di pubblicarlo qui.

Un posto in cui stare
Gibbs stava lavorando alla barca da ore con l'intento di sciogliere la tensione accumulatasi durante l'ultimo caso. Lavorava metodicamente mentre ripensava allo psicopatico che aveva ucciso tre persone per diventare famoso senza riuscirci. All'ultimo momento infatti Vance aveva acconsentito a non rivelare alla stampa il nome e la faccia del serial killer. La sola cosa che seccava l'ex marine era di non essere stato presente quando glielo avevano comunicato.
Si fermò per versarsi un goccio di bourbon nel caffè quando una rivista sul cinema gettata in un angolo attirò la sua attenzione. Aveva detto mille volte a DiNozzo di non abbandonare la sua roba in giro per casa ma senza risultati. Invariabilmente rispondeva raccogliendo le sue cose con un'espressione contrita che non durava più di trenta secondi e le abbandonava nella stanza successiva. A Gibbs non importava realmente. Era ormai un mese che Tony viveva con lui in attesa di trovare un appartamento in cui trasferirsi e nonostante il disordine, le incessanti chiacchiere e il grande televisore a schermo piatto apparso nel suo soggiorno, doveva ammettere almeno con se stesso che la presenza del giovane rendeva più piacevole tornare a casa. Non che DiNozzo non riuscisse ad essere fastidioso, soprattutto sul lavoro. Nelle ultime due settimane non aveva fatto altro che irritare i colleghi, flirtare e comportarsi come un idiota abbastanza spesso da rendergli difficile mantenere il proposito di non prenderlo a scappellotti. Con una smorfia ripensò a quello che aveva detto a Ducky un paio di giorni prima. Tony a volte era una spina nel fianco ma il suo bisogno di ricevere attenzione non era un problema, era al contrario parte del fascino che esercitava sugli altri. Di sicuro le donne andavano pazze per quella sua aria di vulnerabilità.
Un rumore di passi al piano di sopra distolse Gibbs dai suoi pensieri e un attimo dopo Tony apparve sulla porta. Aveva un cartone di pizza in una mano, due birre nell'altra e una scatoletta ricoperta di velluto tenuta sotto al braccio.
- Ho pensato che probabilmente non avevi ancora mangiato, - disse fermandosi in cima alle scale e rivolgendogli un sorriso appena accennato.
Gibbs gli fece cenno di scendere, pur mantenendo un'espressione sospettosa.
Il giovane posò la pizza e le birre su uno dei banconi meno ingombri di attrezzi e si accomodò su un altro, indifferente ai trucioli e alla segatura che imperava ovunque, mettendo la scatoletta fuori vista prima di servirsi di una fetta della sua pizza preferita.
L'ex marine lo squadrò per un attimo, sorpreso che non fosse passato a cambiare quel costoso completo con qualcosa di più pratico prima di raggiungerlo. Da come stava mangiando probabilmente la fame aveva avuto la meglio.
- Sia chiaro, non pago la lavanderia per i tuoi vestiti italiani, - dichiarò prima di servirsi a sua volta.
Tony rise senza smettere di masticare e inevitabilmente finì con il tossire.
- DiNozzo! - Lo apostrofò irritato, allontanando la pizza dal giovane.
- Scusa capo, non ho avuto tempo di mangiare oggi e l'idea che ha Vance di un rinfresco lascia molto a desiderare, - rispose appena riuscì nuovamente a parlare.
- Non eri obbligato a restare, - constatò seccamente Gibbs.
Il giovane sospirò, questo era uno dei tanti argomenti delicati da trattare con il capo e non era sicuro di riuscire a farlo senza provocarlo. Probabilmente questa sarebbe stata la volta buona che lo avrebbe cacciato da casa e per quanto gli dispiacesse l'idea di non poter più condividere il tempo libero con Gibbs, sarebbe stato un sollievo non doversi più nascondere costantemente dietro ai flirt e le buffonate. Ma c'era una parte di lui che si ribellava all'idea e stava cercando una risposta che rimandasse l'inevitabile.
Un sorriso irriverente gli illuminò il viso.
- Avanti, capo! Come potevo perdermi la faccia di Vance quando ha scoperto che non c'eri? A proposito, ti vuole nel suo ufficio domattina e non credo che sia per consegnarti la medaglia di agente dell'anno, dato che ce l'ho qui io, - terminò prendendo la scatoletta e tendendogliela.
Gibbs guardò la scatola con fastidio.
- Cosa ti fa pensare che la voglia? - chiese a denti stretti.
Tony rispose con tono neutro.
- Abby ha detto che hai tu la cassaforte con le altre.
L'ex marine lo guardò per un attimo come se avesse perso tutte le rotelle, poi si voltò di scatto e andò a rovistare nei ripiani sotto le scale. Era stata Abby a svuotare la scrivania di DiNozzo quattro mesi prima, ma quando Gibbs aveva visto la scatola cassaforte in un angolo del laboratorio aveva deciso di prenderla in custodia personalmente. A lui non importava nulla del contenuto ma Tony ci teneva, anche se nessuno di quei riconoscimenti recava il suo nome. Dopo qualche minuto tornò indietro trionfante, con la piccola cassaforte tra le mani.
- Riprenditela, - disse semplicemente.
Il giovane lo guardò intensamente, come a chiedere conferma ma l'espressione di Gibbs lo persuase a tacere. Aprì il coperchio e aggiunse la scatola alle altre, poi richiuse e per un attimo rimase lì, indeciso su cosa fare.
- Finisci quella pizza. Non voglio essere tormentato da Ducky perché non ti do abbastanza da mangiare, - gli ordinò con il solito tono burbero.
Tony non se lo fece dire due volte e riprese a mangiare con gusto, mentre l'altro uomo tornava alla barca. Finita la pizza appoggiò la schiena al muro con un sospiro di soddisfazione e rimase lì, a guardarlo impegnato a fissare un oblò alla cabina. Talvolta riusciva a coinvolgerlo in una discussione, quando Gibbs era abbastanza rilassato e soddisfatto dal lasciar cadere per un po' la maschera di rude ex marine, ma gli piacevano anche le serate come questa, quando il silenzio veniva infranto solo dal vecchio televisore in bianco e nero.
Quasi sussultò quando Gibbs lo sfiorò per raggiungere un attrezzo accanto a lui,
prendendolo alla sprovvista. Si rese conto che stava giocando con il fuoco, restare in quella casa era troppo rischioso per lui.
Chiuse per un attimo gli occhi, cercando in sé il coraggio di staccarsi dall'illusione di intimità che lo circondava. Quando li riaprì l'altro uomo era fermo davanti a lui e lo fissava con uno sguardo curioso e indecifrabile.
- Qualcosa non va? - gli chiese l'ex marine.
Tony si trincerò dietro uno dei suoi sorrisi.
- Niente capo, stavo solo chiedendomi se potessi darmi mezza giornata libera domani.
L'espressione dell'altro divenne sospettosa.
- Per fare cosa? - gli chiese con tono duro.
Il giovane al contrario cercò di mostrarsi allegro.
- Pensavo di dare una seconda occhiata a quell'appartamento a Georgetown.
Gibbs grugnì prima di replicare.
- Quello per cui l'altro giorno hai impiegato mezzora a spiegarmi quanto è piccolo e sprovvisto di connessione internet?
- Non credevo che avessi prestato attenzione, - esclamò incapace di mascherare la sorpresa, prima di affrettarsi ad aggiungere:
- Sarebbe solo per qualche tempo, in attesa di trovare un posto migliore.
Tony smise di respirare quando l'altro uomo fece un passo avanti, invadendo il suo spazio personale.
Gibbs scrutò attentamente negli occhi del giovane, cercando di capire l'improvvisa volontà di andarsene che contrastava con il modo in cui aveva entusiasticamente invaso alcune parti della casa, rendendole proprie. Non riusciva a decifrare quel timore di cui a malapena riusciva ad intuire la presenza ma era sicuro di una cosa.
- Hai già un posto in cui stare, - gli disse indicando con una mano lo spazio che li circondava.
Tony scosse la testa, cercando di schiarirsi le idee.
- Preferirei andarmene prima di essere riuscito a darti definitivamente sui nervi, - rispose con un mezzo sorriso per mascherare la serietà del momento.
L'ex marine strinse i denti, cercando di controllare l'impulso di sbraitargli contro.
- DiNozzo, se avessi voluto liberarmi di te solo perché sai darmi sui nervi, avresti lasciato l'NCIS prima ancora di metterci piede!
L'espressione ferita sul volto di Tony durò solo un attimo ma non passò inosservata.
Gibbs si sporse in avanti, le mani sul bancone ai lati delle ginocchia del giovane, il tono di voce basso e sicuro.
- Tony, quello che sto cercando di dirti è che puoi restare tutto il tempo che vuoi.
Gli occhi del giovane si dilatarono dalla sorpresa e un grande sorriso gioioso proruppe sul suo volto. Avrebbe voluto dire qualcosa ma aveva un nodo in gola ed era troppo tentato di azzerare la breve distanza che lo separava dall'altro uomo per potersi muovere.
Un mezzo sorriso soddisfatto apparve sulle labbra di Gibbs che si raddrizzò e ripose un paio di attrezzi prima di tornare a rivolgersi a lui.
- Andiamo DiNozzo, si è fatto tardi.
Lui scese sbadigliando dal bancone, prese la piccola cassaforte e si avviò verso la scala, seguito da Gibbs che dopo aver dato un'occhiata divertita al completo nero ricoperto di segatura gli diede una pacca sul sedere.
- Non voglio sporcizia di sopra, - fu la sua spiegazione.
Tony lo guardò con sospetto, ma non disse nulla, era improvvisamente troppo stanco per pensare o porsi domande sulla mano posata sull'incavo della sua schiena che lo spingeva gentilmente su per le scale.
   
 
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