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Autore: Rota    03/11/2009    1 recensioni
**Cap. uno: Sesso, nome, razza, posizione sociale…
Non mi interessano questi boriosi particolari insignificanti. Sono limiti posti da Dio, sono catalogazioni atte solo a rassicurare anime che non sanno reggersi in piedi da sole, senza un semplice bastone a sorreggere le membra tremanti.

[Belial Centric]
**Cap due: Ho ucciso perché il mio rossetto non perdesse il suo colore, ho ingannato perché la pelle non fosse ricoperta di calli virili, ho finto perché i miei capelli dorati non perdessero la loro lucentezza.
Mi sono divertita nel ritrovarmi dietro la maschera, ho gioito nello scoprirmi finalmente me stessa dietro quella che sembrava una semplice dannazione impostami dal fato crudele.

[Arakune centric]
**Cap. tre: Graffiante, la sensazione di una voce alterata che si introduce senza un esplicito consenso nelle orecchie, nella mente degli interlocutori che osano pronunciare suoni alla mia persona.
Spaesati gli uomini si trovano davanti agli occhi qualcosa di troppo bianco, troppo alto, troppo puro perché la loro semplice ragione possa intenderlo appieno. Come gocce nel mare, si perdono nella mia immensità splendente.
Nel mio bianco talmente abbagliante affogano docilmente, lasciandosi trasportare dalla marea incontrollata.

[Sevoftarta centric]
[Prima posizione al contest del forum di EFP, indetto da Darkrose86, "[Fanfiction, Originali]- Crossdresser per caso (?)"]
[Nonsense]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arakune, Belial (Cappellaio Matto), Sevoftarta (Laira)
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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kyrie 3
La mia voce



Graffiante, la sensazione di una voce alterata che si introduce senza un esplicito consenso nelle orecchie, nella mente degli interlocutori che osano pronunciare suoni alla mia persona.
Spaesati gli uomini si trovano davanti agli occhi qualcosa di troppo bianco, troppo alto, troppo puro perché la loro semplice ragione possa intenderlo appieno. Come gocce nel mare, si perdono nella mia immensità splendente.
Nel mio bianco talmente abbagliante affogano docilmente, lasciandosi trasportare dalla marea incontrollata.

“Se sei veramente onnipotente aiutami… a purificare ogni cosa. Devo distruggere tutto ciò che è sporco… e annullare anche me stessa”.(*)

Purificare, purificare; ogni cosa bisogna purificare.
Perché alcuna macchia, anche la più misera, anche la più modesta, non possa neppure esserci su questo manto candido che mi avvolge.
Il sangue, per quante volte sarà versato dalle mie mani, potrà essere lavato ogni volta dall’acqua. Ma il peccato, il peccato non si può lavare, il peccato non si può dimenticare.
Con lo scorrere del tempo inesorabile, la macchia nera, indelebile, di sporco sudicio, rimane intatta, e si allarga sempre più, divenendo minacciosa oltre ogni previsione.
E’ col fuoco che si annulla ogni peccato, con la distruzione totale, irrecuperabile, senza alcuna via di scampo.

E così valgono i capelli di neve, così la pelle di latte, così i lunghi abiti del marmo candido.
La donna nera, nera di pece, nera di lussuria, nera di colpa, è stata cancellata nel bianco, è stata vanificata nel lontano ricordo, è stata cacciata in altro luogo.
Ora c’è Sevoftarta, Laira è scomparsa, è morta ormai.
Colei che s’è piegata senza porre la minima resistenza al peccato ora viene calpestata dal passo irremovibile di una sommità che non cede neppure con lo sguardo.
La mia voce implacabile l’ha condannata alla dimenticanza, alla desolazione dell’abbandono.

E no, non canta più la sua voce, non culla più.
Come quel mostro vermiglio, s’è addormentata.

Ma il dubbio mi assale ogni volta che mi guardo allo specchio, ogni volta che i miei occhi chiari si riflettono, assieme alla trista immagine del mio corpo che a stento si sorregge.
Anche Dio sarà così bianco, lassù in cielo?

“Io rinasco. Già, Laira è sparita!”(*)



(*)Angel Sanctuary, volume 20, parole di Sevoftarta/Laira







Laira, o Sevoftarta che dir si voglia.
Altro personaggio enigmatico, altro personaggio molto particolare. Ella, per purificarsi, ha annullato la propria identità facendosi uomo, o meglio ha chiesto a Metatron, per il quale cantava sempre ninna nanne dolci e rassicuranti, di purificarla, di “cancellare Laira”. Ecco che quindi la voce mascolina di Sevoftarta diventa una sorta di simbolo di quel desiderio estremo di redenzione.

Tanto per la cronaca, il fatto che io ripeta, quasi ossessivamente, il termine “purificare”, è voluto ^^ credo che sia proprio nel personaggio di Sevi ^^

E con questo capitolo la mia raccolta finisce.
Grazie di aver letto <3
   
 
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