8.
Caccia
Tra le braccia
di Santiago Cloe divenne come marmellata.
Quelle mani che
si contorcevano sul suo corpo, come se cercassero disperatamente qualcosa;
quella stretta forte, possessiva… Sembrava che la
stesse marchiando, come se fosse di esclusiva proprietà del vampiro.
E la sua lingua,
poi… Lappava ogni goccia di sangue con ingordigia,
indugiando sui piccoli fori lasciati dai canini. Li stuzzicava, li puliva, li
stimolava aspettando dell’altro sangue e poi li nettava di nuovo. E dove la
lingua scompariva, arrivava la bocca. Era un tormento, un vero tormento.
Voleva farla
impazzire, voleva farla capitolare con qualunque mezzo, e lei non stava
opponendo la minima resistenza. Al contrario: si abbandonò contro di lui come
una marionetta senza fili, gli occhi velati dall’eccitazione e dal piacere, nel
cuore un tumulto di emozioni e sensazioni sconvolgenti.
Si lasciò
sfuggire un sospiro, ma preferì ignorare la sfumatura deliziata che lo caratterizzava.
Non si rese neppure conto che Santiago l’aveva fatta voltare, e quando si
ritrovò a guardare il vampiro negli occhi ormai era troppo tardi.
Mi sembra di essere stata drogata.
Non capiva più
niente. Non capiva cosa stesse succedendo, né che cosa sarebbe potuto accadere
da lì a pochi istanti. La sua razionalità era completamente anestetizzata, così
come la capacità di reagire.
Si ritrovò con
il cappotto abbassato sulle braccia –come e quando
Santiago l’avesse slacciato rimaneva un mistero- e una gamba del vampiro
infilata sfacciatamente tra le proprie.
L’istante
successivo sentì un’altra, dolorosa fitta al petto: era Santiago, che aveva
lacerato la maglia trapassandola con i canini. La stava mordendo. Per la terza
volta.
Sul seno.
«Che stai
facendo?» riuscì ad ansimare non appena ritrovò la lucidità sufficiente per
realizzare che quello che stava accadendo era totalmente e irrimediabilmente
sbagliato. Ma Santiago sembrava lontano, perduto oltre i confini dell’istinto.
Non le rispose,
e quando il dolore si tramutò in piacere Cloe dovette
fare ricorso a tutta la propria forza di volontà per rimanere presente e non
farsi trascinare nella spirale della lussuria.
Peccato però che
non avesse le forze necessarie per contrastare Santiago fisicamente.
Cercò
disperatamente di indurre il vampiro a lasciarle il seno tirandogli i capelli –una soluzione alquanto ridicola, ma anche l’unica a cui
riusciva a pensare in quel momento- ma scoprì con un misto di orrore e di perversa
esultanza che riusciva a mala pena a socchiudere i pugni.
C’era una voce
nella testa di Cloe. Una voce che le ripeteva di
cedere, di lasciarsi andare, che non desiderava nient’altro. E Cloe, nel momento in cui affondò le mani tra i capelli di
Santiago e reclinò la testa con un sospiro, cedette.
E non desiderava
altro.
*
«Ti vedo davvero
male…» l’osservazione di Ice
voleva essere confidenziale, un tentativo di cominciare una qualunque
conversazione, ma Cora non era affatto dell’umore
adatto per intraprendere una chiacchierata amichevole. Soprattutto in quel
momento, a notte fonda, mentre percorrevano il marciapiede di un quartiere
residenziale non troppo distante dalla casa di Amber, ma che il freddo pungente
faceva sembrare lontano chilometri.
Avrebbe
volentieri sfogato il proprio disappunto per quella serata con battute acide e
scocciate, ma aveva la sensazione che quella non fosse la direzione che suo
fratello stava tentando di prendere attraverso quel timido commento.
Sbuffò,
guardando il viale deserto.
«Certo, dal
momento che è notte e non ci sono mezzi
pubblici…»
«Non eravamo i
benvenuti in quella casa, e lo sai» Ice si rabbuiò,
il tono di voce improvvisamente severo. Stava mettendo in pratica il ruolo del
fratello maggiore saggio e prudente, e lo stava facendo alla lettera.
Peccato che il curriculum non renda l’attore credibile…
«Almeno potevamo
aspettare la mattina per andarcene, non pensi?» Cora
gli sorrise, un’espressione retorica che non faceva altro che sottolineare
l’irritazione che infiammava la ragazza. Si strinse nel cappotto per ripararsi
dal vento freddo che si infrangeva contro di lei. «Lo sapevi che ci sono due
fazioni di vampiri? Sono diverse come il giorno e la notte. Quando Axel me l’ha raccontato faticavo a crederci.»
«Scommetto che
quello che mi hanno raccontato i due piccioncini supera di gran lunga quello
che Axel ti ha detto» Ice
la sfidò baldanzoso, le mani in tasca e l’atteggiamento da gran uomo. «Il
legame di sangue è la mia carta vincente.»
Cora lo guardò,
accigliata. «Che roba è?»
«Un vincolo
particolare, fisico e affettivo. Adorazione, venerazione, impossibilità di far
del male al proprio creatore… Una cosa del genere.
Più o meno.»
«Sei sempre così
preciso» rispose Cora, sarcastica. Il suo tono però
non fu sufficiente per scoraggiare Ice, che continuò
a stare al gioco e ad atteggiarsi.
«È una dote
rara. Invidiami pure quanto vuoi.»
«Che bel modo
per finire la serata…»
«Quanto
entusiasmo! Stavo facendo una battuta, nel caso non si fosse capito.»
«Non parlavo con
te, scemo! Guarda là» Cora gli indicò la strada. Non
si rese neppure conto di essersi fermata e di aver afferrato Ice per il braccio: tutta la sua attenzione era rivolta su
una sagoma non troppo lontana, in mezzo alla carreggiata. Era chinata su
qualcosa, e a giudicare dai gorgoglii animaleschi che le morivano in gola,
quella creatura non era umana.
Un vampiro.
Le bastò una
frazione di secondo per comprenderlo, e all’improvviso le fu chiaro che quella
cosa che il vampiro stringeva contro di sé era una persona. Un essere umano.
E lo stava
mangiando.
Il cuore di Cora accelerò i battiti. Avrebbe voluto avere con sé la
spada, stringerla nella mano, la sensazione rassicurante dell’impugnatura
contro il palmo. Invece erano entrambi disarmati.
Splendido. Che tempismo!
Fece per
gettarsi verso il vampiro, ma Ice la trattenne prima
che Cora potesse correre in strada. Quando si voltò
verso di lui, il volto del fratello era furioso.
«Non ti permetto
di farti ammazzare in questo modo!» fu un sussurro, ma la fece raggelare. Era
come se le avesse urlato addosso: lo sguardo severo e perentorio di Ice la fece sentire in difetto.
«È il nostro
lavoro!»
«Uccidere
vampiri è il nostro lavoro, non farci
ammazzare da loro! Non hai una spada, non hai un’arma che possa tenere quella
creatura ad una ragionevole distanza di sicurezza!» indicò la strada,
esattamente dove si trovava il vampiro. «Se pensi che ti lasci andare lì, ti
sbagli di grosso!» il suo viso, solitamente così sorridente e allegro, era
contratto dalla rabbia e dalla disperazione. Vedere Ice
in quello stato fu come ricevere una pugnalata in pieno petto.
Avrebbe voluto
essere capace di ignorare il proprio dovere, di chiudere gli occhi e far finta
che non stesse accadendo assolutamente nulla, perché era questo che Ice le stava chiedendo. Ma non ne era in grado. Non lei.
«Jodie è morta
perché non c’era nessuno ad aiutarla. Non puoi chiedermi di rimanere a guardare.»
Fu più che
sufficiente per freddare Ice. Cora
preferì ignorare l’espressione ferita che gli lesse negli occhi e il senso di
colpa che quella vista le provocò. Si lanciò in strada, e mentre correva verso
quel vampiro continuò a ripetersi che ce l’avrebbe fatta.
Che non sarebbe
stata lotta impossibile da vincere.
Ma, quando fu
sufficientemente vicina da poter distinguere l’identità della creatura e della
sua vittima, il suo ottimismo si sgretolò come sabbia: tra tutte le persone, Cora non si aspettava certo di vedere lei. E lui.
Cloe.
Santiago.
Insieme.
E, soprattutto,
non avrebbe mai ritenuto possibile che il volto di Cloe
fosse arrossato. Sconvolto. Estasiato. Come se avesse appena avuto un orgasmo.
Axel avrà una bella sorpresa.
«Che diavolo…» Ice, che nel frattempo
aveva raggiunto Cora –la
sua devozione nonostante tutto a volte poteva essere davvero ammirevole- , era
sorpreso almeno quanto lei.
Quando si
accorse della loro presenza, il vampiro lasciò andare Cloe.
La mannara barcollò incerta prima di accasciarsi sulle gambe tremanti.
«Desiderate?» Santiago
si ricompose, pulendo le labbra dalle gocce di sangue che gli imbrattavano la
pelle. Si atteggiò a persona distinta, con naturalezza, come se non fosse
appena stato beccato con le mani nel sacco. Se fingesse di non riconoscere Cora ed Ice, beh…
Quello rimaneva un mistero.
«Penso che tu lo
sappia piuttosto bene, no?» rispose Cora,
raggiungendo Cloe con movimenti misurati e prudenti,
senza voltare le spalle al vampiro.
«Ti assicuro che
non sto facendo nulla di male» Santiago fu improvvisamente accanto a Cloe, e la sostenne prima che Cora
potesse offrirle il proprio aiuto. Sorrise alla cacciatrice, un sorrisino
mellifluo che non le piacque per niente. «E a mia moglie ci penso io.»
«Moglie un corno…» quello di Cloe
fu un sussurro debole, ma che a Cora non sfuggì.
«Com’è che non
vedo nessuna fede, eh? Santiago?»
«Ricordi
addirittura il mio nome! Quante ammiratrici…» il
vampiro sospirò, come se la cosa gli pesasse. Poi schioccò le dita, ammiccante.
«Dai, l’autografo però te lo posso fare.»
«Penso che
sarebbe più utile se lasciassi qui Cloe e te ne
andassi» Cora lo fulminò con lo sguardo cercando di
apparire sicura, quasi minacciosa. Sapeva che Santiago non avrebbe lasciato
libera la mannara così facilmente, ed era consapevole del fatto che non sarebbe
certo riuscita ad intimidirlo. Ma la speranza era l’unica cosa che le restava.
«Allora porto
via te?» Santiago si fece improvvisamente serio, e quando lasciò il braccio di Cloe, Cora arretrò. Fu l’istinto
a spingerla a indietreggiare, e si sentì improvvisamente insicura.
«Vattene subito.»
Santiago
sogghignò. «Mi stai minacciando senza avere gli strumenti per potertelo
permettere. È uno sbaglio da principianti.»
«Ti ha detto di
andartene. Ora» Ice
si frappose tra il vampiro e la sorella, suscitando il divertimento di
Santiago.
«Tu sei quello
che l’altra sera mi ha dato dello stronzo… Certo, mi
ricordo di te! Generalmente io non sono il tipo che sputa giudizi sugli altri,
ma dal momento che sembra che a te invece piaccia, voglio stare al tuo gioco»
Santiago parlò come se stesse conversando amabilmente con un vecchio amico.
Gesticolò, camminò, si comportò esattamente come una persona comune. Peccato
che non fosse esattamente un tipo qualunque.
«Tu sei un
animale. Niente di più, niente di meno. Un animale. E come tale, meriti di
essere trattato. Per cui…»
«Corri» Cloe intervenne, nella voce una nota d’urgenza che fece
rabbrividire Cora. Sia lei che Ice
la guardarono confusi, senza capire che cosa intendesse dire. Quanto a
Santiago, invece, sembrava scocciato. «Così mi rovini tutta l’introduzione!»
«CORRI!» Cloe guardò Ice negli occhi, e probabilmente
anche lui colse quanto fosse intenso il panico che attanagliava la mannara. O,
almeno, Cora ebbe quell’impressione quando lo vide impallidire.
Scappa Ice, più veloce che
puoi.
E, come se le
avesse letto nel pensiero, Ice cominciò a correre. Fu
tutto così veloce, così istintivo… Quando Cora vide Santiago lanciarsi all’inseguimento del fratello,
non si soffermò a riflettere: dimenticò in un istante tutti gli addestramenti
ricevuti, tutti i sermoni sull’importanza della lucidità e della prudenza. L’unica
cosa a cui riuscì a pensare era che Ice era tutto ciò
che le era rimasto della propria famiglia.
Scartò di lato e
si lanciò su Santiago appena lui si mosse, finendo a terra assieme al vampiro.
«Sei morta» Cora lo sentì inveire mentre tentava di scollarsela di
dosso e di rimettersi in piedi, e il suo cuore cominciò a battere impazzito: la
situazione stava degenerando verso esiti davvero rischiosi. Quando Santiago
riuscì a voltarsi e lei finì distesa sul fianco, Cora
non capì più nulla.
Fu consapevole
solamente del terrore accecante che provò nel momento in cui credette di aver oltrepassato il punto di non ritorno,
quando per un istante fu convinta che non sarebbe riuscita a scappare dalle
grinfie del vampiro. E, quando vide il viso di Santiago troneggiare su di lei,
il suo corpo agì senza le direttive provenienti dalla testa: l’unica cosa di
cui fu cosciente fu un grido di agonia, acuto e lacerante, e ne capì il motivo
solo dopo alcuni secondi interminabili: Santiago si trovava ancora chino su di
lei, immobile. E, Dio, le mani…
Le mani di Cora si trovavano esattamente verso il viso del vampiro, un
dito conficcato in ciascun occhio. E lui gemeva, gemeva così forte…
Cora lo guardò,
esterrefatta. Poi, la paura e la repulsione presero il sopravvento e il
pensiero martellante di allontanarsi al più presto la fece rialzare.
«Cora!» Ice tornò indietro, ma Cora gli fece cenno di non avvicinarsi ulteriormente: era
riuscita a far guadagnare loro un vantaggio, ma non aveva idea di quanto
sarebbe potuto durare. Dovevano fuggire ora, in quel preciso momento, finché
Santiago era troppo occupato dal dolore dei suoi occhi feriti per prestare loro
attenzione.
Non perse tempo.
Aiutò Cloe a rimettersi in piedi, sostenendola e
cercando di fornirle un appoggio, ma purtroppo non fu sufficiente.
Quando sentì una
mano afferrarle la caviglia, sapeva già di chi si trattasse prima ancora di
abbassare lo sguardo.
«Dove pensi di
andare?» Santiago aveva gli occhi coperti dall’altra mano, imbrattata dal suo
stesso sangue. E, a giudicare dal tono di voce, sembrava non avere più alcun
controllo su se stesso. Quando afferrò anche l’altra caviglia di Cora, scoprendo gli occhi chiusi e insanguinati, il panico
assalì la cacciatrice.
Cominciò a
scalciare con forza, mossa dall’istinto di sopravvivenza che le gridava di
fuggire e la privò di ogni barlume di lucidità.
«ICE!»
Non capì più
niente quando sentì un dolore acuto e improvviso al polpaccio. L’unica cosa di
cui fu consapevole era che Santiago l’aveva appena morsa, e che avere un
vampiro ancorato con i denti ad una qualunque parte del corpo non era mai, per
nessun motivo, una cosa positiva. Scalciò ancora più forte, ansimando, quasi
piangendo, cercando in tutti i modi di scrollarsi di dosso quella bestia
antropomorfa che sembrava volerla trascinare a terra con sé e stroncarla lì,
sull’asfalto, come un animale ferito e indifeso.
Quasi non si
accorse di Cloe, del suo vano tentativo di strappare
la cacciatrice dalle fauci di Santiago: la stava tirando per il busto, le
spalle, il torace, ma qualunque fosse l’appiglio, la mannara era troppo
indebolita dalla perdita di sangue per riuscire a vincere la forza famelica del
vampiro.
«Lascia stare
mia sorella!» Ice si lanciò nella mischia, colpendo
il viso di Santiago con un calcio potente, rabbioso e impaurito. L’urto fu
violento e inaspettato, e costrinse il vampiro a lasciare la gamba di Cora, che si portò immediatamente a distanza di sicurezza
da Santiago.
Ma, quando
guardò meglio la sagoma accucciata a terra, si accorse di quanto fosse fuori di
sé, inebriato dal sangue e sconvolto dalla rabbia: ansimava velocemente,
rumorosamente, come se facesse fatica a respirare. Nonostante non potesse
vedere i suoi occhi, Cora fu certa che avrebbe visto
un’espressione selvaggia contorcergli il viso, se Santiago non fosse stato
ferito.
Avevano appena
spinto un Sangre
oltre la soglia del proprio controllo.
L’avevano
costretto ad oltrepassarla, a perdere quel precario equilibrio che possedeva.
Avevano commesso un errore madornale.
E ne avrebbero
pagato le conseguenze.
L’angolo
dell’autrice
Come al solito
vi lascio con i miei bei finali aperti, giusto per creare un po’ di suspance e di attesa per il prossimo capitolo. Sono
diabolica °w°
Comunque… Ragazze (e
ragazzi, non si sa mai XD), ho una news fresca fresca
che voglio assolutamente condividere con voi, perché trovo che sia una cosa
fantastica. Una mia piccola soddisfazione personale che devo un po’ anche a
voi, perché voi lettrici (e lettori, come dimenticarvi?) siete la benzina per
la mia macchina, e se ho rincominciato a scrivere e a rimetter mano a Slayer’s lo devo soltanto a voi.
Quindi, è anche
merito vostro se Slayer’s ha vinto il concorso di Neverendingstoryawards come BEST CO-PROTAGONIST. E
indovinate con che co-protagonista ha vinto? Eh? *__* Lascio a voi l’inghippo
di scoprirlo (in realtà vi basterà andare sul mio profilo per scoprirlo, dove
c’è una targhetta luminosa, nera, che fa tendenza XD).
Detto questo,
passiamo a dei doverosi ringraziamenti: a Erini83
per aver messo Slayer’s tra i preferiti, e Elienne che l’ha
inserita tra le storie seguite.
Anche soltanto
vedere lettori che aggiungono la storia in queste due categorie da una grande
soddisfazione <3
Invece, per
quanto riguarda le mie adorate, affezionate e preziosissime commentatrici
(davvero, come farei senza di voi?):
Jess: grazie cara, è
sempre un piacere sentirti dire quanto Santiago sia irresistibile *__* In
realtà nei prossimi capitoli approfondirò la sua psicologia e il suo carattere,
quindi spero che risulti anche credibile oltre che irresistibile (senza nulla
togliere al fatto che sia irresistibile, eh! XD È che non so te, ma a me
intriga tantissimo che un bel personaggio sia non solo attraente, ma anche ben
strutturato. E visto che Santy mi intriga a priori,
non posso proprio trascurarlo XD)
Jennifer90: questa cosa dell’odio/amore tra Santy e Cloe come puoi vedere è
rimasta, ma rispetto alla prima versione è un po’ più complessa. Diciamo che va
oltre al mero “sei un vampiro, dunque non ti posso vedere” (che poi in realtà
sappiamo benissimo che è tutto il contrario! XD) Ti dirò, per questa nuova
versione di Santiago ho in mente delle cosette che penso vi potranno piacere :P
E col tempo le sveleremo una ad una. E grazie per gli auguri, graditissimi!
Come al solito
siamo arrivati alla fine per questo capitolo: sarà che ho poche persone a cui
rispondere nei commenti? (BASSISSIMO tentativo di suscitare la vostra pietà e
di invitarvi a spendere due minutini di tempo per commentare XD Mh, ci provo sempre ahahah!)
Tenete d’occhio Slayer’s per gli aggiornamenti, potrebbero arrivare quando
meno ve lo aspettate!
Stay tuned.
Brin