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Autore: RaggioDiLuna    09/11/2009    12 recensioni
AGGIORNATA
cap 29: LA PIOGGIA NEL PINETO
dal capitolo 29: -Draco.- la voce di Hermione era pacata, come se rimanene in una foresta, l'uno a dire il nome dell'altro, fosse un giochino divertente. Dietro a quel suo prenderlo alle spalle, ripetendo il suo nome come lui aveva appena fatto, il ragazzo rivide per un attimo la sua voglia di gioco e di affettuosa sfida che l'aveva intrigato. Faticò, faticò molto a imporsi di non correrle incontro subito, all’istante. [...]
...mai aveva pensato che delle gocce fra le ciglia potessero rendere sensuale una ragazza. Draco non pensava più. Senza dire una parola, si avvicinò al suo viso a labbra socchiuse, con la fronte appoggiata alla sua e il respiro sempre più accelerato. Combattendo contro l'urgenza di stringerla di più, di baciarla davvero, pose le labbra sui suoi occhi, succhiando via la pioggia, lasciando che le gocce che l'avevano sfiorata si riversassero in lui.
[...il destino è strano, a volte lo chiami volontà, e allora non è più destino, a volte lo lasci correre e scorrere e tu corri con lui, volente o nolente.
e il destino ti cambia. o forse sei tu a volerlo, Draco. e allora cosa fare di questa vita, ma soprattutto di tutto quello che l'ha imbevuta ed intessuta fino ad ora?
cambiare è difficile ma possibile, anche per il rampollo di casa Malfoy.E se davvero Draco cambierà, ci sarà un modo per dimostrarlo?? e poi Blaise, un'Hermione impegnata a giocare alla medimaga, una passaporta in mezzo alla foresta...e dire che tutto cominciò durante una tranquilla lezione di erbologia......E poi finì alla ricerca dell'arcobaleno (di buio)...mah
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29_pioggia Ebbene sì, è davvero un altro capitolo pronto nel giro di pochi giorni e non di pochi mesi! U.U
Ad essere sincera, poi, devo dire che mi piace (incredibile!!!) la maniera in cui ha preso forma... poi non so se sono riuscita a rendere l'atmosfera che volevo... mentre scrivevo pioveva davvero e mi sono ispirata al giardino di casa, quindi per me è stato facile immaginare tutto, complice una fervida, fin troppo forse, fantasia! XD

un GRAZIE va a Sonia che ieri sera mi ha supportato mentre cercavo l'idea che mi facesse scrivere un po'...

Visto che, strano a dirsi, ma questa mattina ho un po' di tempo, lo faccio fruttare ringraziando le persone che hanno recensito lo scorso capitolo...

a PenPen e Smemo92, uniche tra le vecchie lettrici a seguirmi ancora, un grazie enorme per non aver abbandonato Rivelans dopo la luuuuuuuuuuuuunga pausa.
a Seven, invece, benvenuta!!

PenPen:
acchiappo al volo il "poetico", che mi fa davvero piacere... è triste, lo so, ma ci voleva, e credimi, non saranno tutti così, a cominciare da questo! per quanto riguarda il fatto che non ci stai capendo più nulla.... Evvai!!!!!! non dovevi capirlo, infatti.... ma le spiegazioni verranno, verranno!!

Smemo92:
Wow, che bello quando trovo l'analisi dei capitoli e vedo che sono come avrei voluto... almeno so di scrivere quasi esattamente quello che voglio! sì, si sta sacrificando, in un certo senso, ma non proprio perchè l'ha scelto di sua spontanea volontà e no, non è in pericolo, almeno per ora, perchè a tappare le orecchie ai Mangiamorte ci ha pensato il caro Silente... i rischi vengono da altrove...
Blaise le crede, per fortuna, ma mi sembrava fosse più verosimile che lui le dasse fiducia: innanzitutto, Blaise è una persona più aperta di Draco, fin dall'inizio della storia giudica Hermione in maniera molto positiva e ora ha con lei un rapporto molto diverso da Draco, quindi si può dire che, nell'esporsi, rischia meno "scottature" perchè non ha mai dovuto abbattere difese particolari verso di lei.... poi, come hai detto, Draco non ha uno straccio di prove, anzi, Hermione ammette tranquillamente di aver confessato tutto a Silente, mentre Blaise ha qualche strumento in più. Da sfera, se ti ricordi, sentiva le emozioni di entrambi i compagni quindi, se non dubita che lei abbia parlato, almeno le da fiiducia sul motivo che l'ha spinta a farlo.

Seven:
Ehi, ehi, ehi... aspetta che mi sono sciolta tutta... XD. grazie mille di tutti i complimenti! Blaise come collante è esattamente nel ruolo che ho deciso di assegnargli, da umano e da sfera... per quanto riguarda Draco, il fatto che abbia tradito deriva ovviamente da sue precedenti convinzioni, perchè non credo nelle storie in cui Draco e Hermione nel primo capitolo si odiano e lui è un mostro vivente, nel secondo si accorge di amarla, nel terzo rinnega la causa di tutta una vita per lei... diciamo che sono più per le trasformazioni a fuoco lento, le trovo più verosimili e più gustose da leggere. io, almeno, penso che sia  più intrigante la parte di costruzione del rapporto che quella successiva, perciò, se i due protagonisti si innamorano come due pazzi alla seconda riga del secondo capitolo perdo lo stimolo a leggere...
la bacchetta fa parte di quelle piccole cose che aiuteranno i due a capirsi, proprio perchè Draco potrà sempre riflettere sul fatto che sua madre abbia in qualche modo scelto la ragazza, come hai detto tu...e poi, un suggerimento, il titolo della FF non è stato messo a caso....

___

Dove eravamo rimasti:

Si fermò in mezzo al corridoio, avvicinandosi a una delle grandi finestre dal taglio gotico, alta e stretta. Uno spiffero d’aria gelida entrava da qualche fenditura invisibile tra vetro e muro, investendola con ferocia. Si rese conto in quel momento che quella giornata tremenda stava giungendo al termine, mentre il buio calava prima del solito a causa dell’imminente temporale.
Una risata alle sue spalle la fece girare.
Lanciò un’occhiata al gruppo di persone alle sue spalle ostentando indifferenza e ritornò a rivolgere il proprio sguardo alla finestra, mentre sentiva quello di un altro sulla propria schiena.
Bruciante, vittorioso.
Stringersi nelle spalle non servì a difenderla dal disagio che si irradiava direttamente dalla spina dorsale.
Era come gelatina che penetrava nelle ossa e arrivava allo stomaco.
Al dolore si mescolò, forte come non avrebbe mai pensato, la rabbia.
Non aveva mai sopportato il suono di quella risata. Non piaceva neppure al cielo.
Il suo cielo stava diventando grigio.

___
CAPITOLO 29:
LA PIOGGIA NEL PINETO


Draco se ne stava sul letto, in silenzio, con le braccia piegate sotto la testa e gli occhi che rimbalzavano dal soffitto alla finestra illuminata dalla luce dell’alba.
Dal giardino quasi non venivano rumori, mentre la scuola si svegliava.
Per quanto lo riguardava, non aveva mai preso sonno.
Le parole di Silente continuavano a ronzargli nella testa.
Le girava e le rigirava, smontava le singole sillabe esaminandole da ogni prospettiva, riavvolgeva il discorso come un vecchio disco risentendole fino a consumarlo…
Il suo tono rassicurante non sembrava lasciare adito a dubbi.
Andava veramente tutto bene, esattamente come aveva detto Hermione.
…Hermione.
Reclinò la testa di lato, appoggiando la guancia contro la pelle nuda delle braccia e sospirò, immaginando che il braccio fosse quello di lei.
Una sensazione strana lo colse all’improvviso, sorprendendolo. Un misto di malinconia struggente e di dolcezza…
Inaspettata, non voluta, la voglia di averla lì, addormentata accanto a lui, gli irruppe in petto con prepotenza, lasciandolo solo a galleggiare in una dimensione fatta di dolce desiderio.
Semplicemente, la voleva lì.
Dentro sé inveiva contro lei, traditrice, e contro se stesso, che nonostante questo continuava a desiderarla, contro ogni logica.
Non sapeva stabilire, si rese conto in un attimo di lucidità, se voleva di più poterla coccolare o essere coccolato.
Il pensiero lo fece sorridere in una maniera un po’ obliqua, e il ragazzo si tirò via le coperte dalle gambe, dirigendosi pigramente verso il bagno.

Sotto l’acqua della doccia, chiuse gli occhi, cercando di scacciare dalla mente l’immagine degli occhi azzurri di Silente mentre si sovrapponevano a quelli cioccolato di Hermione.
Dopo dieci minuti allungò un braccio e col gomito spinse in giù il miscelatore dell’acqua, interrompendone il flusso.
Aprì gli occhi, in ascolto: sentiva ancora l’acqua scorrere, in lontananza.
Corrugando la fronte, aprì la cabina doccia e si infilò l’accappatoio, rabbrividendo mentre gocce ormai fredde scivolavano dai capelli lungo il collo, giù per la schiena. Si fermò, mentre nella sua mente quelle gocce si trasformavano nelle dita di Hermione che lo accarezzavano, giocose e languide.
Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero dispettoso. Il rumore d’acqua non cessava.
Stringendosi nelle spalle, abbracciandosi da solo, uscì dal bagno e andò alla finestra, scostando le tende.
Il panorama era straordinario, di una dolcezza selvaggia e devastante.
Gocce e gocce e gocce e gocce.
Gocce grandi, piccole, veloci, fresche e un po’ violente, a fiotti cadevano sulla terra, sui tetti, sull’erba… cadevano da un cielo grigio come piombo, coperto da nuvole compatte e dense e basse. Sembrava di poterle toccare, di essere sovrastati da un morbido cuscino che gronda acqua, a lavare quello che del mondo non va.
La pioggia cadeva su tutto e tutto risuonava di pioggia.
Le foglie percosse sembravano strumenti a corda, pizzicate dai venti. L’acqua del lago nero invece tintinnava ad ogni goccia, con ritmo variabile.

Abbassando lo sguardo a terra, Draco trattenne il respiro senza accorgersene.
Le gocce volavano assieme, slanciandosi con ferrea determinazione verso tutto ciò che incontravano, con violenza, ma non troppa. Era più che altro una pioggia fitta, che annebbiava il paesaggio in lontananza, come ostruendo la vista come un velo di tulle.
Ma niente, niente poteva ingannare i suoi occhi, ora.
Laggiù, sotto la pioggia cadente, c’era lei.

D’impulso, senza sapere perché, senza nemmeno sapere se nei suoi confronti provava più affetto o più rabbia, spalancò le ante dell’armadio tirandone fuori biancheria pulita, un paio di pantaloni blu scuro dall’aria pesante e un maglione grigio come il cielo. Seduto sul letto, bacchetta alla mano per richiamare la sciarpa che non trovava, si allacciò le scarpe in fretta, volando poi fuori dalla stanza, su per le scale e poi all’aperto, nel prato del castello.
Si guardò intorno, ma lei non c’era già più. Sparita.
Aveva bisogno di trovarla, aveva bisogno di avere delle risposte… doveva capire perché l’aveva tradito a quel modo. Voleva almeno capire. Dare un senso a tutto quello.
Si guardò le mani, con un senso di impotenza, e lo sguardo gli cadde sulla propria bacchetta.
Avvolto attorno al manico stava un nastrino blu incantato, legato con un nodo strettissimo… doveva averlo fatto la sera prima di dormire, dopo il colloquio, mentre era sovrappensiero.
mentre pensava se toglierlo o lasciarlo lì, una folata di vento gli ricordò che aveva i capelli ancora bagnati, ma non tornò indietro. Tanto la pioggia li avrebbe bagnati comunque.
Hermione era rientrata, e non aveva voglia di parlarle di fronte a altri… o forse il vento aveva velocemente spazzato via il poco coraggio racimolato …  

Continuò a camminare, senza più fretta ora, dirigendosi verso la foresta. Le ultime volta che c’era stato era sempre stato con lei… anche il giorno in cui tutto era cominciato.
Passeggiando, riconobbe luoghi ricchi di ricordi.
Rivide gli alberi da cui avevano insieme raccolto i fiori per Piton, e, più in là, il posto dove avevano trovato la passaporta. Una volta giunto lì, cercò con lo sguardo il tronco su cui Hermione si era seduta osservando gli amici alle prese col pallone… e ci vide un libro.
La copertina in pelle non recava scritte, e quando lo aprì le pagine si rivelarono scritte a mano con una scrittura femminile e tondeggiante, a volte a matita, a volte a penna, con inchiostri di colore diverso.
Si appoggiò il libro, o quaderno che fosse, sulle ginocchia, e quello si aprì su una pagina scritta fittamente con quelli che sembravano versi di poesia. Osservandolo meglio, Draco si accorse che la rilegatura era piegata proprio in quel punto, come se il proprietario avesse riletto quella pagina molte e molte volte.


Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.

Sembrava fatto apposta…
Si accorse che le pagine del libro rimanevano asciutte e l’inchiostro non sbavava neppure sotto le sue dita fradice d’acqua.
Beh, niente di strano che qualcuno avesse incantato un libro, in una scuola di magia.
Solo riflettendoci capì che l'incanto anti-pioggia non era l'unico a essere stato apposto a quelle pagine: non erano scritte in inglese, ma era come se il significato gli fosse chiaro nell'istante stesso in cui leggeva.
Sollevò gli occhi dai versi, guardandosi intorno e sentendosi uno stupido, a essere venuto fin lì sotto la pioggia, invece di godersi un giorno senza lezioni insieme a Blaise. Uno stupido solo, uno stupido vuoto… uno stupido a cui mancava qualcosa o qualcuno.
Il tronco su cui stava seduto sembrava poterlo capire: anche lui aveva accolto su di sé la stessa persona e anche lui, ora che lei non lo copriva più, era esposto all’acqua battente.
La risata del serpeverde risuonò nella foresta. Si stava paragonando  a un vecchio tronco! Doveva essere colpa del tempo uggioso, ma, soprattutto, doveva scacciare quell’umore tetro.
Cercò di pensare a Blaise, di nuovo umano, come sempre al suo fianco, e decise di tornare dentro il castello.
Il libricino, però, si era di nuovo aperto alla stessa pagina.

..piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude 
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione

“che oggi m’illude, o Ermione
Di chi era quel libro? Lo chiuse di scatto, con stizza, e la sua energia sembrò defluire tutta in quel gesto, lasciandolo inerte a sussurrare quel nome.

-Hermione.-
La pioggia, però, non rispose al richiamo. Continuò a cadere su “la favola bella”, indifferente.
-Hermione.- ripetè, solo per sentire una voce umana in mezzo a quel nulla.
E, d’improvviso, una voce si unì alla sua, chiamandolo piano, alle sue spalle.
Malfoy sobbalzò e voltandosi la vide, fradicia, venire verso di lui.

-Draco.- la voce di Hermione era pacata, come se rimanene in una foresta, l'uno a dire il nome dell'altro, fosse un giochino divertente. Dietro a quel suo prenderlo alle spalle, ripetendo il suo nome come lui aveva appena fatto, il ragazzo rivide per un attimo la sua voglia di gioco e di affettuosa sfida che l'aveva intrigato.

 Faticò, faticò molto  a imporsi di non correrle incontro subito, all’istante, senza aver prima ricomposto tutte le sue difese ma rimase  seduto.
-che ci fai qua?-
-potrei farti la stessa domanda. Io comunque sono qui perché ho dimenticato quello.- rispose lei indicandogli il quadernetto. il tono di sfida stava già svanendo.
Draco non glielo passò, costringendola a raggiungerlo. Osservò il suo passo esitante, cauto, e ne ebbe paura. Si spostò per farle posto, sempre tenendo stretto il libro.
-cos’è?-
-un quaderno in cui mia madre ha trascritto brani e poesie che piacevano a entrambe.-
Lui annuì, perdendosi a guardarla, così debole e zuppa di pioggia gelida, i capelli incollati al viso, tanto da non accorgersi che lei gli aveva sfilato il libro dalle dita, mantenendo il segno, se non quando le loro mani si sfiorarono in maniera leggera, senza che uno dei due mettesse fine al contatto.
Hermione, però, evitava il suo sguardo.
-La pioggia nel pineto… è babbaba. Ed è la mia preferita.- disse soltanto, sottovoce. – la sapevo a memoria, da piccola.-
E, coprendo delle righe a caso con le mani, provò a recitare a bassa voce, cantilenando

-Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta...-

Draco la guardò, ipnotizzato, mentre la pioggia scrosciava applaudendo la sua bella Hermione, adulta bambina, e la sua voce che lo cullava, aprendogli le porte di un mondo diverso, nuovo e sereno.
Sentiva crescere dentro la voglia di posare una bacio sui suoi occhi socchiusi, di schiacciarsela contro per far aderire ogni centimetro quadro dei loro corpi infreddoliti.
Si impose però di non muoversi, mentre per l’ennesima volta cercava di capire…
-perché? Hermione, perché?-

La ragazza si voltò a guardarlo in risposta al suo tono gentile e pacato, e rimase per un momento in silenzio a guardare i suoi occhi grigi.
Come il suo maglione.
Come il cielo. Il suo cielo era diventato grigio, ma non poteva essere una cosa brutta, se era il colore dei suoi occhi.
Forse stavano davvero fondendosi con la natura, forse era quello il significato del panismo D’Annunziano…

E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;


-Draco, credimi… non ti metterei mai in pericolo.- mormorò, finalmente guardandolo negli occhi mentre con una mano correva a carezzargli la guancia, il pollice a sfiorare per un momento le sue labbra.
Un contatto innocente, ma così stranamente intimo, che mantenere il controllo non fu più possibile.
Erano soli, laggiù.
Draco la guardò e si allungò su di lei, portandole entrambe le mani ai lati del viso mentre con le dita ricacciava i suoi ricci sfatti dietro le orecchie per guardarla in viso.
Era bella di una bellezza innocente, forte e fragile.

e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

le loro gambe si toccavano, le braccia s’incrociavano e l'aria che usciva dalle loro bocche  cristallizzava insieme
a causa del gelo, in respiri mescolati come amanti non visti dai loro stessi occhi, troppo occupati a rincorrersi e incatenarsi.
Erano giorni che non stavano così vicini, ma a Draco parevano secoli e la parte di lui che gli intimava di stare lontano da chi lo aveva denunciato a Silente non aveva la forza di farsi ascoltare, non aveva voce abbastanza alta da coprire il rumore della pioggia e farsi sentire dal cuore.
Mentre sentiva il proprio respiro farsi di colpo affannoso, il ragazzo l’attirò a sé con un braccio e, senza riuscire più a formulare un solo pensiero, scese a baciarle il collo assaporando la sua pelle a lungo, più lentamente via via che il pensiero di averla per sé per davvero placava la fretta, se non la passione.

Solo quando il desiderio di assaggiare le sue labbra divenne troppo forte, si alzò a guardare i suoi occhi chiusi riaprirsi, umidi.

E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere;

piccole gocce brillavano come perle intrappolate tra le sue ciglia rese ancora più nere da un filo di trucco. sembravano riflettere la luce e la facevano assomigliare  a una creatura del bosco. A una fata, una foglia, un fiore, un filo d'erba...
Improvvisamente, gli occhi incorniciati di pioggia lo rapirono: mai aveva pensato che delle gocce fra le ciglia potessero rendere sensuale una ragazza.
Draco non pensava più.
Senza dire una parola, si avvicinò al suo viso a labbra socchiuse, con la fronte appoggiata alla sua e il respiro sempre più accelerato. Combattendo contro l'urgenza di stringerla di più, di baciarla davvero, pose le labbra sui suoi occhi, succhiando via la pioggia, lasciando che le gocce che l'avevano sfiorata si riversassero in lui.
Quando le assaporò, però, le sentì salate. Curioso, si scostò e guardò dapprima le proprie mani, su di lei, e poi quelle di Hermione, che invece se ne stavano in grembo, inerti, senza abbracciarlo. Poi, all’improvviso, Hermione lo respinse senza troppa forza e mormorando qualcosa fuggì via.
Allora capì cos'era quel sapore di sale: Lacrime.



E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude 
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione

______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

i versi sono ovviamenti quelli de "La pioggio nel pineto" di G. D'Annunzio.

spero che il capitolo vi sia piaciuto e, se ancora non capite nulla, tutto normale! U.U

Stefania
  
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