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Autore: Joy    14/06/2005    19 recensioni
Queste pagine sono illeggibili.Adesso vi dirò perchè. Primo perchè l'autrice non possiede una giratempo e di conseguenza non può verificare come siano andati veramante i fatti. Secondo perchè le persone a cui potrebbero interessare conoscono già innumerevoli versioni di questa storia e quelle a cui non interessano...beh su di loro non c'è niente da dire. Ciò che importa davvero è che qualcuno sente il bisogno di raccontare.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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EPILOGO

 

 

 

EPILOGO

 

 

Ciò che di giorno crediamo di aver compreso, di notte ritorna…e come il peggiore dei traditori, rade al suolo quei muri precari che erano costati tanta fatica a chi li aveva progettati e costruiti.

 

Ma le fondamenta non sono visibili, si nascondono sotto il livello della superficie.

 

Questo le salva.

 

Rimangono integre aspettando che mani capaci e volenterose innalzino su di loro… una nuova dimora.

 

 

CASA LUPIN 28 AGOSTO 1993

 

 

“N..no…non …”

 

Sirius si agitò appena nel sonno.

 

Era sdraiato sul divano.

 

Si era addormentato lì e vi aveva passato la notte.

 

“…n..non posso…”

 

Remus si avvicinò all’amico e scostò le coperte  che lo coprivano.

 

“Ssh…calma…” disse “…sono qui.”

 

Gli passò una mano sulla fronte, sperando di calmare quel folle farneticare.

 

“…se non..e..esco…soffocherò..”

 

Remus lo guardò senza riuscire a trattenere la pena che provava per lui.

 

<   Sono stati terribili, per te, questi anni ad Azkaban…Avrei dovuto crederti….aiutarti, fare una qualsiasi cosa…Tu l’avresti fatto per me.  >

 

“Sei a casa” bisbigliò massaggiandolgli  il petto come si fa con i bambini che non riescono a dormire.

 

“…la luna….c’è …la luna…”

 

Remus lo guardò sorpreso.

 

“Non c’è la luna, Sirius.”

 

“…la luna ….mi odia…mi…”

 

Una lacrima spuntò dalle sue palpebre chiuse.

 

<  E’ un delirio  > pensò Remus riferendosi più al suo stato d’animo che non a quello dell’amico.

 

“La luna non potrebbe mai odiarti…”

 

Con il pollici asciugò quell’unica lacrima.

 

“Non posso odiarti…”

 

Gli accarezzò i capelli scomposti e poiché sembrava che quel gesto lo calmasse, continuò ripetutamente.

 

La mente assorta, ripensando a tutti quegli anni che aveva trascorso in solitudine, dopo che suo fratello si era trasferito ad Hogwarts….e non poté fare a meno di ammettere che il suo dubitare….era stato ingiustificato.

 

“Remus…?”

 

Si riscosse e vide che l’amico aveva gli occhi aperti.

 

Ritrasse la mano.

 

“Sei sveglio gli chiese?”

 

“Io…lo spero…” rispose esitante, poi abbassò lo sguardo “ho sperato tanto, in questi anni…ho sperato che l’incubo finisse, ma non c’era nessuna mano calda a svegliarmi…e al mattino…tutto era rovina…”

 

Si tirò su, a sedere.

 

“Dimmi che è questa la realtà e non quella che ho vissuto per dodici anni.”

 

Rabbrividì.

 

“Sirius, quello in cui ti sei svegliato oggi è il mondo reale” lo guardò negli occhi “da ora in poi sarà cosi…se avrai un incubo…sarò qui a svegliarti. Se vedrai il tuo mondo crollare, lo ricostruirò…lo farò ogni volta che sarà necessario…lo farò all’infinito.”

 

La riconoscenza, negli occhi, lo rendeva meno folle.

 

Sirius si adagiò contro i cuscini e fissò, dritto davanti a se, lo specchio appeso alla parete.

 

Rifletteva la sua immagine da rinnegato.

 

<  Una sola promessa  >  pensò  < poi sarò di nuovo libero >

 

Si rivolse all’amico.

 

“Prima mi hai creduto, poi mi hai perdonato, adesso…mi consoli…Remus….da ora in poi sarò io a proteggere voi…tutti e tre…fino alla morte…e anche dopo…se mi sarà possibile; lo prometto.”

 

Fissò il suo riflesso e sgranò gli occhi.

 

James e Lily nello specchio.

 

Un istante.

 

Poi di nuovo la sua immagine.

 

Quello fu il primo sorriso sincero dopo Azkaban.

 

<  Se approvate la mia scelta…significa che questo sarà il mio destino.  >

 

 

EGITTO  TENDA N° 3 SEZIONE A DELL’ACCAMPAMENTO

UNA SETTIMANA DOPO

 

 

Iuno Lupin spostò lateralmente la tenda che fungeva da divisorio e si avvicinò al giaciglio, dove dormiva, riverso su un fianco, il suo miglior amico.

 

“Bill…” sussurrò appoggiandogli una mano sulla spalla e scuotendolo leggermente.

 

Il ragazzo si rigirò mugugnando qualcosa e solo dopo qualche istante si decise a socchiudere gli occhi.

 

“Mhm…”

 

“Come ti senti?”

 

“Mhm…bene…se non faccio movimenti bruschi” si passò una mano sul torace dove spiccava una fasciatura immacolata “….in ogni caso…domani ritorno a lavoro…non ne posso più del caldo asfissiante di questa tenda.”

 

Iuno sorrise, non era possibile tenere fermo Bill Weasley per più di due giorni.

 

Era sempre stato così e di certo, un paio di costole rotte non erano sufficienti a fargli cambiare le sue abitudini.

 

Si sedette su un panchetto, a lato dell’amico.

 

“E’ arrivato un gufo dall’Inghilterra…” disse mostrando un plico di pergamene, tutte accuratamente sigillate “queste sono per te.”

 

“Chi mi scrive?” chiese il ragazzo trattenendo uno sbadiglio.

 

“La tua famiglia….direi” Iuno scorse velocemente la corrispondenza, conosceva tutti gli Weasley “Una è di tua madre….ha allegato un paio di forbici…”

 

“Oh, no! Ancora con questa storia di tagliarmi i capelli….” esclamò sbuffando l’interessato.

 

Iuno rise e continuò a controllare le lettere.

 

“Un biglietto di tuo padre…e poi…MERLINO! Percy te ne ha mandate ben 4 questa volta!”

 

“Peggiora ogni anno quel ragazzo…Lui non mi ha mandato un paio forbici?”

 

Questa volta risero entrambi.

 

“Questa è di Ronald….è tutta macchiata…e questa bruciacchiata…” s’interruppe sollevando una pergamena annerita “…deve essere dei gemelli, l’ultima è di Ginny. Vuoi che te ne legga qualcuna?”

 

Bill guardò l’amico ed evitò di chiedergli se anche lui avesse ricevuto notizie da casa.

 

Iuno non riceveva quasi mai la corrispondenza, a volte arrivava qualche lettera di suo fratello…molto raramente…era troppo rischioso mantenere dei contatti epistolari dopo quello che aveva fatto l’anno precedente…Il ministero lo teneva sott’occhio.

 

“Sì” disse dopo un attimo “leggimi quella di Ginny.”

 

Il ragazzo sorrise aprendo la lettera, sapeva che Bill adorava la sorellina.

 

Caro Bill, come potrei rinunciare a scrivere al mio fratellone pref…”

 

“Signor Lupin?” chiese una voce alle sue spalle

 

Si voltò e osservò il mago sulla quarantina che teneva in mano un voluminoso pacco.

 

“Questo pacco è per lei” disse “E’ arrivato oggi….ma non ha mittente…e il gufo che l’ha consegnato è sparito subito dopo averlo lasciato.”

 

Sorpreso, tolse il fardello dalle braccia dell’uomo che se ne andò velocemente e rimase a fissarlo per un po’.

 

“Beh…?” intervenne Bill  “Che aspetti….Aprilo!”

 

Iuno tagliò il nodo (usando le forbici di mamma Weasley) e stracciò la carta.

 

Rimase immobile, lo sguardo fisso sul fondo del pacco.

 

L’espressione grave e stupita…

 

Le mani incerte che non si decidevano a trovare la via di muoversi….

 

A Bill sembrò che si stesse allontanando pur senza muoversi…e fu per questo motivo che con fatica si alzò per vedere lui stesso cosa contenesse quel misterioso pacco.

 

Lo fece perché Iuno era il suo miglior amico.

 

E perché sapeva.

 

Sapeva quello che aveva fatto.

 

E cosa più importante, sapeva il perché…

 

Appoggiò una mano al tavolo, soffocando una smorfia di dolore e si sporse sulla scatola.

 

Conteneva una grande pergamena aperta, al cui centro, spiccavano queste parole:

 

La via di casa.

 

Sotto di essa, nascosto in parte dal foglio, s’intravedeva un violino.

 

“Ancora quello strumento?” esclamò Bill cercando di sdrammatizzare “Sono anni che ti conosco…ne tieni uno simile nel tuo baule, ma mai…ti ho sentito suonarlo!”

 

“Non ho più suonato…” riuscì a rispondere il ragazzo “sono dodici anni che non suono…”

 

“Chi ti ha scritto quel biglietto?” chiese dopo un attimo di riflessione.

 

Dentro di sé conosceva la risposta, così come conosceva Iuno Lupin.

 

Il ragazzo prese fiato e rispose.

 

“La mano di un uomo…con il cuore di un padre.”

 

Bill guardò l’amico e poi lo strumento…dopo un attimo comprese e rilesse la pergamena:

 

La via di casa.

 

Gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla.

 

“Hai capito cosa significa…vero? La lettera e lo strumento….”

 

“Sì….ho capito.”

 

Bill abbassò gli occhi e la mano.

 

“Mi mancherai…pensi di tornare?”

 

“Tornerò tra pochi giorni…”

 

“Muoviti… allora!” lo esortò sollevato e finalmente vide spuntare sul suo volto un grandioso sorriso.

 

Luminoso come quando erano a scuola.

 

Forse anche di più.

 

Iuno abbracciò l’amico con tutta la delicatezza che richiedeva la sua condizione.

 

Poi si avvicinò alla scatola, piegò il foglio di carta e se lo mise in tasca.

 

“Ci vediamo….” bisbigliò

 

“….presto!” continuò Bill

 

Risero insieme.

 

“Ah…Iuno?”

 

“Sì”

 

“Ti coprirò io con il direttore degli scavi” disse strizzandogli l’occhio.

 

“Coprimi anche con Silente…se mi cercherà…”

 

“Sarà difficile…ma credo che farò ugualmente un tentativo…”

 

“Grazie” disse e con entrambe le mani afferrò lo strumento e…scomparve.

 

Letteralmente.

 

Era la passaporta che lo riconduceva a casa.

 

 

 

 

***

 

 

 

Crac!

 

Sirius lo sentì nitidamente.

 

Lo sentì rimbombare senza tregua nella sua testa.

 

Non si mosse.

 

Rimase seduto sulla sedia, dandogli le spalle…senza il coraggio di voltarsi.

 

La stanza era vuota, c’erano soltanto loro due….Remus aveva avuto la delicatezza di lasciarli soli….per quel primo incontro.

 

Sentì i passi che si avvicinavano, ma ancora non riuscì a trovare la forza per muoversi.

 

Una mano scivolò sulla sua spalla…e dopo in istante due braccia erano intorno al suo collo…

 

Sentiva il suo calore, mischiato a quello di una terra straniera….e il suo respiro…

 

Chiuse gli occhi lasciando scivolare una lacrima.

 

Poi… in un sussurro…arrivò al suo orecchio.

 

“Sirius….Fammi vedere una nuova magia…”

 

Ma non gli stava porgendo la bacchetta…

 

Tra le mani, Iuno, gli mise il violino.

 

 

 

ADESSO E’ DAVVERO FINITA.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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