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Autore: XShade_Shinra    21/11/2009    2 recensioni
[ ON HIATUS ]
Benvenuti a NevediNotte, un luogo dove nevica solo dal tramonto all'alba, come se la notte stessa volesse celare qualcosa...
- Tratto dall'ultimo capitolo postato: L'Abbraccio del Gelo - Come un gatto guarì la solitudine di una creatura centenaria. -
[ Raccolta Disomogenea Dark Fantasy. Generi e Avvisi all'interno di ogni Capitolo e nel Capitolo Indice ]
[ Il capitolo "03. Lo Spirito del Villaggio" ha vinto l'Award come Best Song Fiction alla Quinta Edizione dei "Never Ending Story Awards" ]
[ Il capitolo "05. La Cicatrice della Vita" si è classificato 1° e ha vinto i Premi "Giuria", "Miglior Titolo" e "Originalità" al contest "Drabble and flash Collection" indetto da Deidaranna93 sul forum di EFP ]
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'NevediNotte'
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- Hellcome to NevediNotte -
L'Estate dei Morti

«Chissà... forse se scavassimo... ne troveremmo anche degli altri... nascosti dalla neve...»


Quell'undici Novembre c'era molto caldo per la temperatura invernale alla quale siamo abituati. Era da qualche giorno che il cielo appariva più terso e che le temperature, solitamente molto rigide, erano miti nonostante la neve continuasse a cadere ogni notte, ma i suoi fiocchi erano piccoli e quasi trasparenti, giusto come per dare una simbolica spruzzata di bianco.
«Bambini, non correte!» sentivo la voce della mamma che ci rimproverava con il solito tono calmo.
«Tranquilla, mamma!» le urlammo in coretto io e mia sorellina, mente giocavamo a rincorrerci sulla neve ghiacciata.
C'erano diversi rovi di more per il bosco e non di rado andavamo a coglierle direttamente da lì per poter fare dei dolci alla panetteria che avevano i nostri genitori. Quel dì ci avevano accompagnato per potersi godere anche loro quella bella giornata.
«Mamma, papà! Qui c'è pochissima neve!» urlò mia sorella, fermandosi per disegnare uno smile sulla fredda e rada superficie.
«Sì, si sta sciogliendo un po' con questo calduccio.» confermai, prendendo un bastoncino per scarabocchiare l'opera d'arte appena terminata.
«Cattivo!» urlò l'artista incompresa, scagliandomisi addosso con intenzioni decisamente non fraterne.
Alzatomi di scatto, mi buttai lateralmente addosso a un cumulo di neve ai piedi di un albero, dove il sole non arrivava.
«Uffa!» urlò ancora mia sorella, lanciandomi addosso una palla di neve.
«Sei lenta!» la presi in giro, schivando il bolide e affondando le mani nel cumulo di neve, prendendo una grossa quantità del deposito per poi lanciarlo di rimando. Anche lei riuscì a scansarsi e la palla cadde a terra, con uno strano tonfo, disfacendosi.
«Non mi hai presa! Non mi hai presa!» cantilenò, facendomi una boccaccia.
Ma io non mi mossi.
«Cos'è? Ci sei rimasto male?» mi chiese, prendendomi ancora in giro.
La sua voce sembrava provenire da lontano: sentivo che parlava con me, ma non la stavo ascoltando. La mia attenzione era solo per ciò che era in terra, ancora in parte avvolto dalla neve.
«L—Lì...» balbettai, indicando il punto dove era atterrata la palla da guerra.
«Cosa?» chiese lei, voltandosi a guardare, spalancando gli occhi terrorizzata. Il suo grido di paura riempì l'intera montagna, con un'agghiacciante eco.


«Siete stati voi a trovarlo?» chiese un poliziotto – che si trovava casualmente al villaggio – ai nostri genitori, che ci tenevano vicini a loro, per le spalle.
«No» disse piano nostro padre, muovendo appena la testa, abbassando gli occhi a noi due. Mia sorellina ancora piangeva piano, sotto shock.
«Ragazzino, cosa è successo?» chiese con voce pacata, cercando di non mettermi in difficoltà.
«Io e lei stavamo giocando a palle di neve... Io ho preso della neve da quel cumulo, dove ora stanno lavorando il sindaco e gli altri, e abbiamo visto che nella grossa palla che le avevo lanciato addosso, c'era quella testa dentro...» raccontai, mentre la piccola mano della sorellina mi stringeva la manica del giaccone.
«E poi?» chiese ancora.
«Dopo lei ha urlato e sono arrivati i nostri genitori che erano a pochi metri di distanza... e hanno chiamato gli altri del villaggio».
«Ho capito...» fece il poliziotto, mentre il sindaco lo raggiungeva.
«C'è tutto il corpo» lo informò con un sussurro che si disperse assieme alla leggera brezza, giungendo solo alle orecchie del gendarme.
«Ok» disse telegrafico questi. Non potevano dire una cosa del genere davanti a dei bambini.
Il politico si congedò e si allontanò nuovamente.
«Dov'è la dottoressa dei mor—ehm... il medico legale?» chiese mio padre, ansioso. «Vorremmo sapere da quanto tempo quell'uomo era lì per poterlo scrivere sulla sua lapide e dargli una degna sepoltura».
«La dottoressa è accorsa subito e ora è già al ponte radio insieme al parroco» rispose il poliziotto. «Sta telefonando al suo collega a valle. Purtroppo non abbiamo modo di risalire alla morte del cadavere senza un esame istologico, e qui non abbiamo l'attrezzatura adeguata. Gli agenti arriveranno presto, comunque. Questo periodo c'è il pericolo di valanghe, quindi ci s’impiega un po' ad arrivare qui» cercò di tranquillizzare i presenti.
«Va bene...» mormorò la mamma. «Ma mi chiedo come ce ne siamo potuti accorgere solo ora...».
«Probabilmente ora la neve che lo ricopriva è minore rispetto al solito e per questo il suo corpo è venuto fuori man mano che si scioglieva la sua copertura...» ipotizzò l'uomo.
«Mamma...» singhiozzò la più piccola. «Quella testa era brutta... Sembrava uno zombie...»
«Tranquilla, tesoro» fece la mamma, prendendola in braccio.
«Al cranio di quell'uomo, erano ancora attaccati dei pezzi di carne, congelati, che la neve stava lentamente corrodendo, come dimostrano i punti dove la struttura ossea è ben visibile» borbottò il poliziotto, leggendo un foglietto che doveva avergli lasciato la dottoressa dei morti. «È impossibili datare il decesso utilizzando solamente la temperatura rettale e il rigor mortis, in quanto l'uomo, che si presenta congelato, è deceduto da troppo tempo, come dimostra lo stato di mummificazione di alcune parti... Non mi sorprende che alla piccola abbia fatto paura.»
«Poveri bambini...» sussurrò nostro padre. «Vedere queste cose alla loro età...».
«Purtroppo può accadere a qualsiasi età...» disse cupo l’agente. «Ora torno a cercare il sindaco, dovremo controllare la lista dei dispersi. Voi tenetevi a disposizione».
«Va bene» lo salutammo, mentre si allontanava.
«Ora andiamo a casa, bambini...» disse la mamma. «Chiuderemo la panetteria e farò una torta solo per voi, ok?».
«Sì» pigolammo, mentre tornavamo al villaggio.

Intanto il poliziotto aveva trovato il sindaco poco lontano che guardava con occhio vago la montagna.
«Sta bene?» domandò l’agente, affiancandosi a lui.
«Sì» rispose con un profondo sospiro. «Pensavo...».
«A cosa, se posso essere indiscreto?».
«Chissà... forse se scavassimo... ne troveremmo anche degli altri... nascosti dalla neve...».


§Fine§
XShade-Shinra



-Note: Il titolo di questo capitolo è tratto dalla Poesia "Novembre" di Pascoli, che riporto per intero in fondo. In data 11 Novembre si festeggia San Martino e questo giorno è chiamato "L'Estate, fredda, dei Morti", dove si dice che ci siano giorni sereni e si abbiano temperature miti. E' detta 'dei morti' perché cade vicino al 2 Novembre, il giorno dei Morti. Estate fredda è un ossimoro. E dopo avervi tediato con la letteratura, vi auguro buona lettura!XD

-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.


Novembre
Giovanni Pascoli
     Gemmea l’aria, il sole così chiaro
    che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
    e del prunalbo l’odorino amaro
            senti nel cuore…

    Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
    di nere trame segnano il sereno,
    e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
            sembra il terreno.

    Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
    odi lontano, da giardini ed orti,
    di foglie un cader fragile. È l’estate,
            fredda, dei morti.



Risposte alle Recensioni:

x Arwen88: Grazie! E' veramente bellissimo ciò che mi hai detto! Vuol dire che sono riuscita nel mio obbiettivo! **

x Gaea: Da dove è uscito? v///v Sshhh... Eh, non si dice!XD Comunque ehmm... dovrai aspettare ancora un po' prima di sapere del cacciatore... ehm... *va a nascondersi sotto la neve* (non preoccuparti per le faccine, a me piacciono molto! ^^).

x Livin Derevel: Tutto sarà spiegato, pian piano! Ritroverete il Cacciatore in altri capitoli più avanti (scusate se non vi avevo avvisate!). Comunque, tranquilla, non mi preoccupo, anzi! ^^ Ciò mi da grinta! *^*

  
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