L’infinito in te
Capitolo 2°-
Incompresi
Hermione
si svegliò di soprassalto;le prime luci dell'alba illuminarono il suo viso
imperlato dal sudore risaltando le sue iridi color nocciola da cui trapelava
una chiara ed estenuante stanchezza mista ad un' imprevedibile confusione.
Si
portò le mani alle tempie stancamente,sforzandosi di ricordare perchè mai si
trovava in una stanza che non era la sua con
le vesti che aderivano perfettamente al suo corpo bagnato,alle sue
membra sudate e accaldate.
Le
ritornò alla mente una strana e dolce passione intrecciata ad un doloroso senso
di colpa e esausta dai ricordi lasciò che i suoi muscoli tesi dal brusco
risveglio si rilassassero.
Le
sensazioni calde e avvolgenti della
sera prima l'assalirono nuovamente portandola ad arrossire furiosamente mentre
una notte fatta all'insegna di incubi,di mani,baci e di un calore intenso che
pervadendola le donava un senso di calda e piacevole tranquillità,le tornava
prepotentemente alla mente.
Ma
poi era susseguito il senso di colpa,quella voragine scura che le aveva causato
un insostenibile vuoto allo stomaco,quella parte di se che gridava e scalciava
dentro di lei urlandole i più meritati insulti per il suo stupido
comportamento.
Ron
era un amico....Non poteva...e non voleva provare una tale agonia,una tale
passione,un dolce e amaro sapore di lui sulle labbra.
Il
desiderio infuocato che le imporporava la pelle doveva essere represso in
quanto nulla più di questo poteva rovinare una sana amicizia.
Hermione
strinse convulsamente il lenzuolo tra le mani mentre calde lacrime ristoratrici
scorrevano sulle sue gote arrossate,fino a gocciolare sui vestiti imperlati di
sudore, pronta a sfogare la grande rabbia che lentamente stava consumando ogni
più piccola particella della sua ragione.
La
luce del sole albeggiante illuminava i suoi capelli castani, disegnando lunghi
fili dorati sul suo viso
-Sono
una stupida...-mormorò soffocando i singhiozzi nel cuscino,isolando la sua
mente e i suoi sensi, per concentrarsi sulla sua colpa,su ciò che era meglio
non desiderare e sperare di avere.
Poi
una lieve brezza,calda e avvolgente.Una dolce e sensuale carezza come una
piccola piuma dalle ali di un angelo sfiorò la sua carne,giocando con le sue
vesti e la sua pelle,rilassando i suoi muscoli e il suo insistente senso di
colpa.
Si
sentì scivolare nuovamente nel mondo dei sogni trascinando con se tutte le sue
paure e confinando in un angolo più remoto della sua mente le sue più
estenuanti preoccupazioni.
Ron
aprì gli occhi debolmente.La luce del sole mattutino illuminò fastidiosamente
il suo viso lasciando che i raggi
solari accarezzassero le sue iridi scure.
Il
suo sguardo vagò stanco per la stanza prima di ricordare e di lasciare che i
ricordi della sera prima riaffiorassero nella sua mente.
Oh i
suoi occhi....che bel ricordo le sue iridi color nocciola...le sue labbra
piccole, e rosate,i suoi capelli cespugliosi ma di un'innata sensualità.
Hermione
dominava spesso i suoi pensieri, giocando con i suoi sentimenti,invadendo
sensualmente i suoi sogni.
Lasciò
che la sua mente accarezzasse il corpo della giovane,soffrendo per la
consapevolezza di non poterla mai avere tutta per se.
A
parer di lei,lui era un superficiale:un amico,il solito ricco di contraddizioni
e piacevole da contraddire.
E il
suo disinteresse,la sua saccente personalità, il modo con cui sembrava
rimproverare i suoi gesti e dedicare più attenzione agli studi che a lui,
sembravano montare la sua collera che sfogava prepotentemente con risposte inadeguate e un pò troppo
offensive.
Ma la
sua Hermione era fatta così.Così bella...,così irritante , così.... eccitante.
Non
riusciva a non pensare al suo viso,al suo corpo nudo che compariva
prepotentemente nei suoi sogni,tutte le notti, lasciando che ogni mattina al
suo risveglio lo accogliesse una spiacevole sensazione umida nei paesi bassi.
Ma la
rabbia cieca di non poterla avere sembrava possedere tutto il suo essere
lasciandolo cadere molte volte in uno stato di irritante depressione.
Soltanto
il pensiero di quel dannatissimo Viktor Krum cancellava in lui ogni speranza di
sorridere per le settimane che sarebbe susseguite allo spiacevole ricordo.
Ma
sapeva fin troppo bene che il giocatore di quidditch non era la causa di tutti
i suoi problemi,Hermione di sua scelta
disprezzava la sua ignorante superficialità.
E
come poteva darle torto?
Per
quanto la giovane certe volte fosse davvero saccente lui non poteva di certo
definirsi migliore.
Scese
dal letto,ancora insonnolito e confuso,trovandosi davanti un Harry addormentato
quanto lui che si stava sfilando il pigiama ,pronto per indossare il maglione
fatto a mano di mamma Weasley.
-Che
ore sono?-domandò Ron con voce impastata dal sonno,cercando di recuperare quel
poco di lucidità che aveva perduto durante la notte.
-Tardi...-mugugnò l'amico con un piccolo
sbadiglio che il giovane interpretò come un'insufficiente presenza di ossigeno
nel cervello, dovuto probabilmente alla stanchezza mattutina che impediva ad Harry di rispondere in modo eloquente
alle sue domande.
Confuso
cercò di dare una disciplina ai suoi capelli rosso fuoco che come ogni mattina
sembravano ribellarsi e dare vita ad una guerra all'ultimo sangue con le sue
mani intente ad appiattirli.
Ancora
addormentato e per nulla preoccupato di indossare solo un paio di
boxer, uscì dalla camera ignaro che
dalla stanza adiacente alla sua,nel medesimo istante, Hermione usciva con un
aspetto devastato.
Quando
incrociò lo sguardo di Ron,parve incendiarsi,mostrando un rossore diffuso su
tutto il viso.-Ron!Ma..ma...che diavolo ci fai...seminudo in corridoio?- domandò
incredula,sussurrando le ultime parole come per paura che qualcuno sentendola
potesse crederla colpevole dell'accaduto.
Il
giovane ancora un pò stordito restò a fissare il volto sbigottito della giovane
con un'espressione di assoluta incredulità.
-Torna
in camera prima che....che... a tua madre possa venire un colpo!-esclamò
indignata, forse con un tono un pò troppo autoritario che provocò un incendio
nella zona orecchie di Ron .
In
lui si risvegliò una gran rabbia ma soprattutto sopraggiunse il
rancore alimentato da una grande
e irritante delusione per essere sempre
trattato come un idiota.
Era
stufo,stufo di apparire sempre così ridicolo,stufo di
soffrire solo per la sua irrimediabile
stupidità.
-Se
sono così irritante,te ne puoi anche andare...nessuno ti costringe a restare
qui a fissarmi-sbottò irritato-E inoltre...sei nel piano sbagliato...-mormorò
stizzito alludendo al fatto che la stanza di Hermione si trovasse al piano
inferiore.
Il viso della giovane era talmente acceso che
sembrava dover prender fuoco da un momento all'altro.Ron si preparò
all'imminente sfuriata per nulla intimorito,ben cosciente della miccia che
aveva acceso.
La
giovane che ormai sembrava sul punto di gonfiarsi dalla rabbia, esplose in
un'unica frase
-Sei...sei
...così infantile...Ron!-
Il ragazzo
boccheggiò per un pò sbigottito,arrossendo se possibile ancora di più,lui
infantile?ma come si permetteva?Ma chi si credeva di essere?Spalancò la
bocca già pronto a dire qualcosa di velenoso ma un Harry assonnato e irritato
pose fine sul nascere ad una catastrofe fatta di insulti.
-Che
avete da strillare voi due?-domandò stancamente uscendo dalla sua stanza e
chiudendosi la porta alle spalle.Le
labbra di Hermione tremavano di rabbia e
dall'espressione affaticata del suo viso sembrava contenersi per evitare
di esplodere proprio davanti ad Harry.
-Non
è niente....-
-Non
le piace che io stia nel mio piano mezzo nudo ecco cosa ha da
strillare-rispose Ron rivolto all'amico che fissava i due con un'espressione
incredula e stanca allo stesso tempo.
-Oh...ma...ma...-sembrava
davvero sorpresa dalla risposta di Ron,a cui lanciava occhiate cariche di
disprezzo...-Oh...ma vai al diavolo!-sbottò una volta per tutte prima di andarsene con passo frenetico borbottando
frasi incomprensibili.
La
sentirono scendere le scale rabbiosamente mentre un Harry esausto e infastidito
da tanto caos sbottò -Ma che diavolo avete?-
Ron
scrollò le spalle,il viso corrucciato e arrossato,le orecchie che sembravano
essere un tuttuno con i capelli
-E'...è...pazza!-
A
parte che la giornata della partenza era stata inaugurata da una sfuriata
mattutina e che tornare ad Hogwarst
non si prospettava così allettante come lo era stato gli anni scorsi , Harry
sembrava comunque sollevato,
soprattutto all'idea di dover
lasciare finalmente Grimmauld Place.
Ringraziò
mentalmente i suoi amici per il loro
silenzio durante il tragitto verso la stazione che gli parve lungo un'eternità
mentre Sirius in un angolo della sua memoria era li,con lui,sotto sembianze di
un bel lucente cane nero che contro ogni regola lo accompagnava alla stazione
King Cross.
Una
volta giunti in prossimità del treno Molly Weasley-che li sommerse di
raccomandazioni- li salutò con un sano e caloroso abbraccio collettivo che mai
come le altre volte riuscì ad imbarazzare Harry.
-E tu
Ron...fai vedere anche quest'anno quanto ti sei meritato quella spilla da
prefetto!-sottolineò la signora Weasley mentre scompigliava affettuosamente i
capelli del figlio ormai più alto di lei di un paio di centimetri.
Una
volta saliti sul treno mentre Ron e Hermione-sempre immersi in un tacito
silenzio-si dirigevano alla riunione
dei prefetti ,Harry, alla ricerca di uno scompartimento, aiutava Ginny a
trascinare i suoi pesanti bauli.
-Ma
che ci hai messo qua dentro?-chiese poco dopo
visibilmente affaticato mentre
sentiva di perdere lentamente sensibilità nelle braccia.
Ginny
procedeva a passo svelto rispondendo distrattamente alla domanda di Harry
-Oh...niente...nulla
di importante...l'indispensabile...-
Il
giovane ben presto si ritrovò
profondamente concentrato sul viso pallido e lentigginoso di Ginny, che
impegnata e intenta trasportare quel baule troppo pesante per la sua esile
statura,era corrucciato in un'espressione che lui stesso definì molto buffa.
Immediatamente
si sentì travolgere da un'ondata calda e avvolgente che incendiò le sue vene e
gli imporporò impredivilmente le
guancie.
-Di
qua!-esclamò la giovane
all'improvviso,strattonandolo talmente forte a causa della sua improvvisa
vitalità ed esuberanza che Harry rischiò più volte di inciampare.
Con
un ultimo ed estenuante sforzo raggiunsero Luna Lovegood-in mano una copia
inedita del Cavillo -che li invitò ad entrare nel suo
scompartimento mormorando un velato e
distratto saluto ad un Harry alquanto scosso.
Fine
2° capitolo
Piccola
noticina:^__^
Ciao
a tutti!Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!^^(non vi siete addormentati
...vero?)Io aggiorno un pò lentamente a causa dei troppi impegni e...dei
ripetuti blocchi dello scrittore che mi offuscano le idee!^_^
Comunque
ho in programma di portare a termine questa ficcina...e nel migliore dei
modi!Come...?Ah bè...ci stò ancora pensando a dire il vero...^__^"
Posso
solo ringraziarvi per i vostri commenti!(GRAZIE GRAZIE GRAZIE!troppo buoni...)
e invitarvi a continuare a farlo...!
Vi
saluto con la promessa di un aggiornamento più veloce!^___^(o perlomeno...lo
spero...-__-")
Ciao a tutti!^__-