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Autore: Haydee    20/06/2005    7 recensioni
...Nella digradante calura del tramonto, mentre il disco rosso del sole spariva tra i palazzi di stucco, colorandoli insieme all'atmosfera di un romantico rosa pastello, si fronteggiavano nel giardino interno, mentre nell'aria aleggiava il profumo degli aranci e il silenzio era rotto dallo zampillare di una fontana... ...Quando vide la sottile falce di luna apparire delicatamente nel cielo rosa, capì che il suo mondo incantato iniziava da lì...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Preludio

Preludio

 

- Pinza. -

… Silenzio e nessun movimento…

- EHI!! Ho detto che mi serve una pinza!!! – tuonò una voce da sotto una moto da strada, una Yamaha YZF R1. Una decina di frugate dopo il gentile richiedente vide l’attrezzo in questione sventolare a pochi centimetri dal suo viso:

- Tante grazie… - borbottò afferrandola. Il silenzio si prolungò a lungo, interrotto solo dai rumori che faceva per riparare l’impianto di frenata e dallo sfogliare di numerose pagine in sottofondo. Alla fine sentì un rumore di fogli gettati su un tavolino e un sonoro sospiro.

Il giovane uscì da sotto la moto e guardò il “collega” senza fiatare:

- Il sistema di sicurezza è parecchio complicato, ma ho trovato il modo di aggirarlo. Vedi di sbrigarti a sistemare quella moto Arkel, entriamo in azione fra tre giorni. – sbottò con aria parecchio stanca. Erano almeno 10-15 giorni che rimuginava su fogli e schemi al computer e si sentiva pressoché esausto:

- Agli ordini, Arsenio Lupin. – mugugnò quasi incomprensibilmente il primo tornando a concentrarsi sulla sua “paziente”.

 

Il cosiddetto “Arsenio Lupin” si alzò e ficcando le mani in tasca si diresse verso la villetta fuori mano che occupavano da pochi mesi. Questa città non mi dispiace, potremmo anche stabilirci qui vita natural durante… pensava distrattamente.

Diede una spallata alla porta d’ingresso perennemente accostata ed entrò nella frescura dell’atrio, mentre una musica assurda gli disturbava le orecchie. Mugugnò qualche irripetibile insulto contro un non meglio precisato figlio del Don e si diresse spedito in cucina.

Quando aprì il frigorifero si sentì esasperato: più deserto di un deserto. Il Sahara sarebbe impallidito al confronto, potendo contare su Tuareg e turisti.

In quella entrò una specie di turbine, il buongustaio del diapason:

- Bravo Madian, ti sei messo alla ricerca del Tesoro Perduto! Se trovi qualcosa fammelo sapere, ok? Io intanto do un’occhiata nelle altre stanze! – fece per svignarsela ma venne trattenuto da un ruggito che di umano aveva ben poco:

- Mitja!! Non ti avevo forse ordinato di fare la spesa?!? Sono stato molto occupato, come pure Arkel, ed eravamo d’accordo che te ne saresti occupato tu, o sbaglio? – più che una domanda era una minaccia:

- Ah… ehm… il fatto è che, vedi… sto ideando un nuovo esplosivo, quello dell’ultima rapina era un po’ troppo rumoroso, ricordi? Così io… - il malcapitato non riuscì a finire, a due centimetri dal suo naso una bestia feroce lo minacciava, trattenendo le mani dietro la schiena per non utilizzarle precocemente:

- Me ne sbatto altamente dei tuoi esplosivi, tu adesso prendi il tuo catorcio di macchina e in meno di 20 minuti tornerai con i rifornimenti per almeno 15 giorni, o com’è vero che mi chiamo Madian la prossima cassaforte che svaligeremo i poliziotti non la troveranno vuota: il cadavere di un giovane e sconosciuto russo ornerà bellamente il pavimento come una pelle d’orso bruno nella capanna di un cacciatore cosacco, mi sono spiegato? – queste parole erano state sibilate con la massima calma, ma con una spaventosa luce omicida negli occhi.

Due minuti dopo Mitja sfrecciava lungo la statale per raggiungere il più vicino supermercato, asciugandosi il sudore freddo dalla fronte. Quando il capo perde la pazienza sono dolori…

 

~~~~~

 

4 giorni dopo, all’altro capo della città

 

Il noto ladro Zar colpisce ancora. Nel suo mirino è caduta la National Bank”

Il giornale così titolato venne sbattuto violentemente su un ampio tavolo da architetto, ingombro di progetti:

- Maledizione! – sbraitò una giovane di circa 26 anni, alzandosi in piedi di scatto e prendendo a camminare furiosamente per tutto il diametro del suo ufficio.

Nella stanza accanto la sua segretaria, Fedra, una ragazzina appena diplomata di 19 anni, aveva saltato sulla sedia per lo spavento. Sistemò gli occhialini sul naso, adocchiando la sua datrice di lavoro attraverso la porta spalancata e chiedendosi quale nuova sventura avesse avuto l’ardire di avvenire senza il suo esplicito permesso.

Dopo vari borbottii la bella mora si affacciò allo stipite:

- Non ci sono per nessuno!! – sentenziò sbattendo la porta e isolandosi dal mondo: aveva bisogno di pensare in perfetta calma.

“Quel maledetto ladruncolo, si è messo nella testa di stabilirsi nella mia stessa città, eh? Ma gliela farò passare io la voglia di rubarmi il mestiere! Lui non sa ancora con chi ha a che fare!!” pensava sempre più furente.

 

Dopo un’ora una furia uscì dall’ufficio:

- Io me ne vado Fedra, se vuoi puoi uscire anche tu, per oggi ne ho abbastanza! Ci vediamo domani mattina. – così dicendo fece sbattere la porta dello studio facendo picchiettare i tacchi sugli scalini del condominio.

Rapidamente recuperò la sua auto e in 5 minuti sfrecciava per le vie iper-affollate della città. Litigò con un paio di lumaconi su 4 ruote, sgommò un paio di volte ai semafori e finalmente giunse a destinazione.

Parcheggiò in divieto di sosta e si diresse risoluta verso un’elegante palazzina, interamente di proprietà di una sua conoscente. Certo che la sua consulenza deve fruttarle parecchio se si permette una casetta del genere…

Suonò ad un campanello e un istante dopo una domestica dall’aspetto bonario aprì la porta col sorriso:

- Buonasera signorina, desidera vedere la signora? -

- Sì, grazie. – rispose laconica:

- Allora la annuncio subito, la signora è nello studio. – la ragazza esitò un istante, poi fermò la domestica con decisione:

- Non è necessario Elettra, me la sbrigo da sola con la rigida formalità della padrona di casa. Torni pure al suo lavoro e grazie di tutto! – fece un pallido sorriso mentre si allontanava. Bussò tentando in tutti i modi di non sfondare la porta per l’agitazione:

- Avanti! – una volta entrata la donna seduta alla scrivania prese a rimproverarla senza nemmeno guardarla: - Mia buona Elettra, quante volte devo ripeterle di essere più delicata quando bussa? Un giorno di questi mi farà morire di spavento, non mi piace per niente… - ma non poté finire:

- Finiscila di atteggiarti a Granduchessa d’Austria, non mi incanti! – esordì la ragazza con un sorriso irriverente. La donna alzò il capo sbalordita:

- Oh, Haydée, sei tu! Accidenti a quella domestica, le ho ripetuto mille volte che deve essere lei ad annunciarmi le visite! – fece non contenta che la sua arringa fosse stata interrotta:

- Alt, alt!! Ho insistito io per non essere annunciata, ma adesso vedi di smetterla con queste stupide cerimonie! Ho un problema con la “P” maiuscola! – si accasciò su una poltroncina con sguardo deciso:

- Sentiamo! – sbuffò la donna. I modi sempre eccessivamente spicci della ragazza la esasperavano a volte!

- C’è questo Zar che mi sta rovinando la reputazione, tra un po’ sarà lui il padrone della città! – brontolò gettando sulla scrivania il famoso giornale, ormai completamente stropicciato, col titolo a caratteri cubitali. La donna gli diede un’occhiata:

- Uhm… sì, ne ho sentito parlare anch’io. Pare che non sia niente male: porta a termine lavoretti puliti con la rapidità di un lampo. Vuoi altre informazioni su di lui? -

- Sarebbero estremamente utili, grazie. Però c’è un’altra cosa che mi interessa in questo momento. – mormorò socchiudendo gli occhi con lo sguardo perso nel vuoto:

- Sarebbe? -

- Sybil, ho bisogno di un lavoretto. Una cosa da far girare le budella alla polizia. Devo realizzare il colpo dell’anno, o perderò la faccia. – riprese con un sorrisetto diabolico. La donna di fronte a lei si appoggiò allo schienale della poltrona di pelle marrone ultracomoda perfettamente in tono con l’elegante studio:

- Fammi fare un paio di telefonate. Credo di avere quello che fa per te. -

  
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