The Vision of Escaflowne
«Il Richiamo della Terra»
Epilogo
« Se il desiderio è grande dentro di te,
un giorno raggiungeranno le stelle,
e queste di daranno il potere
per superare ogni ostacolo. »
Il sole splendeva alto nel cielo di Fanelia. Era una meravigliosa giornata
primaverile.
Nel grande palazzo posto alla sommità della città, si respirava un’aria di
quiete.
I corridoi silenziosi, avvolti dalla penombra delle tende ancora chiuse,
rivelavano la totale assenza di servitù.
Non era un caso, infatti. Quel giorno l’intera servitù aveva ricevuto un giorno
di libertà ed anche questo non era dovuto ad una gentile concessione. Era un
giorno speciale.
« E ovviamente devo fare tutto io! » esclamò Merle, oramai spazientita.
Infatti gli ultimi accorgimenti della cerimonia erano stati affidati alla
gattina, anche se, era stata proprio lei ad essersi proposta per tale onorevole
incombenza.
« Avrei fatto meglio a tenere la bocca chiusa... la prossima volta quella
sfaticata di Hitomi non la passerà liscia! » biascicò tenendo in mano il
mantello rosso che non doveva in alcun modo sgualcirsi, non quel giorno e non a
causa sua, soprattutto.
Merle si trovò dunque ad aggirare un angolo del palazzo da dove emergeva una
grande porta scorrevole.
« Signorino Van..? » domandò, bussando alla porta.
Attese qualche attimo, ma quando le sue orecchie sensibili non riuscirono a
captare alcuna risposta, con un colpo secco del braccio andò ad aprire di colpo
l’uscio, rivelando in effetti la stanza completamente vuota.
« Signorino Vaaan!! » urlò, quindi, completamente spazientita, sbattendo un
piede a terra.
Silenziosamente, ascoltava il suono del vento fra gli alberi.
In quel luogo la quiete era palpabile ma lui, che conosceva quei luoghi, sapeva
che la vita degli animali e delle piante pulsava, ora più fulgida che mai.
Era inginocchiato, d’innanzi alla tomba della sua famiglia, era rimasto solo
lui.
La colonna commemorativa sotto la quale giacevano le spoglie di Folken, si erano
riempiti di fiori, come quelle dei suoi genitori.
Van sapeva che quel giorno era importante, forse più importante di tutti gli
altri.
Aveva portato a termine il suo obiettivo ed onorato la sua promessa.
« Adesso sono pronto a diventare Re, padre. » mormorò guardando appena la
lapide più grande ed alta.
« Padre, quest’oggi Fanelia è risorta dalle sue ceneri. La mia incapacità ha
fatto sì che uomini forti e coraggiosi come Balgus, perdessero la loro vita per
salvare la mia. » e Van non poteva fare a meno di stringere il pugno, preda di
momentaneo rancore e della tristezza. Tuttavia sparì subito. A quel giorno non
si addiceva alla rabbia.
« Eppure, oggi quegli uomini sono stati vendicati ed io ho potuto ricreare
grazie anche alle loro forze, il nostro splendido regno. Ho finalmente mantenuto
la mia promessa, padre. Spero siate orgoglioso di me, da lassù. »
Chinò il capo, con rigore e rispetto, per il suo re.
E lo sguardo si rivolse alla tomba di sua madre, una colonna più piccola,
costruita in una pietra più chiara.
« Madre mia.. vi ringrazio. Senza di voi, non ci sarebbe stato un futuro. Non
solo per me, ma per tutta Gaea. Finalmente ho trovato la persona che potrà
condividere con me questo regno e la mia vita. Avevi ragione tu. La fiducia ed
il credere nei nostri desideri, ci hanno permesso di sopravvivere alle guerre ai
disastri. »
Rivolse un sorriso, carico di affetto, pensando per qualche breve momento alla
dolce dei modi che avevano caratterizzato la persona di sua madre e soprattutto
al suo profumo e alla delicatezza della sua voce.
A quel punto, rivolse il suo sguardo alla colonna dedicata a suo fratello, dalla
pietra scolpita più da recente, dove s’inerpicavano alcune rose, alcune già
aperte ed altre in boccio.
« Fratello. Tu avevi già capito tutto, avevi desiderato sin da principio un
nuovo mondo pieno di pace e di speranze. Hai sacrificato la tua vita per
permettere che tutto ciò avvenisse. Se oggi Fanelia e l’intera Gaea splende alla
luce del sole e viene benedetta dai raggi della luna dell’illusione, il merito è
anche tuo. Grazie. »
Concluse, restando ancora nella posizione inginocchiata, ad osservare le tombe
ed il roseto che era cresciuto intorno. Poteva percepire la terra, pulsava di
nuova vita, adesso era piena e satura di amore.
Era solo merito di una persona, se tutto ciò aveva avuto luogo. La persona che
aveva concesso che tutto questo potesse sopravvivere e rifiorire nel suo pieno
splendore, era la stessa a cui lui aveva donato il suo cuore. Nonostante vivesse
in un mondo lontano dal suo, nonostante un tempo aveva creduto di averne solo
bisogno per poter essere più forte e per poter sconfiggere i suoi nemici, aveva
ben presto capito che non si limitava solo a questo. Hitomi era la donna che il
suo destino le aveva messo lungo il cammino e non avrebbe mai saputo ringraziare
divinità alcuna per il fatto che lei lo ricambiasse allo stesso modo.
« Van.. »
Il sovrano di Fanelia sussultò lievemente e si voltò, un sorriso nacque
spontaneo sulle sue labbra.
La fanciulla che lo aveva chiamato con dolcezza, risvegliandolo dai suoi
pensieri, era la stessa che stava pensando così ardentemente.
« Hitomi, sei splendida.. » rispose lui, osservando il vestito azzurro che stava
indossando. Era della stessa fattura di quelli che erano appartenuti a sua
madre, dai toni blu come i zaffiri più splendidi. Aveva acconciato i capelli e
adesso erano tenuti leggermente sollevati dal lato destro da un prezioso ferma
capelli di lapislazzuli che illuminava il suo volto e risaltava il colore dei
suoi occhi.
Hitomi arrossì lievemente, quando le giunse all’orecchio quel complimento.
« Sapevo di trovarti qui. » disse lei, quando si fu ripresa, solo dopo qualche
momento.
Van annuì. Hitomi era cambiata tanto in quell’ultimo periodo, ma era rimasta
sempre la stessa, in fondo. Era diventata più riflessiva e le sue doti
medianiche si erano ancora più rafforzate, le sue previsioni erano sempre
esatte, ancora più chiare del passato. Ciò l’aveva portata a maturare
ulteriormente. Inoltre, da quando Gaea le aveva concesso di vivere, facendo
rinascere il suo spirito in quel corpo che aveva perduto il proprio, Hitomi
riusciva a sentire gli elementi e a prevedere qualsiasi mutamento nelle
condizioni climatiche. Era diventata più riflessiva ed il suo carattere più
mite. Tuttavia, la cosa che non era cambiata, era il suo amore, le sue continue
liti con Merle e la sua passione per la corsa. L’aveva vista molte volte,
indossare gli abiti che le erano appartenuti quando viveva sulla Luna
dell’Illusione, quelle strane scarpe che la facevano scattare e correre così
veloce che solo lui stesso poteva pensare di competere con lei.
Non le era stato difficile abbandonare le vecchie maniere tipiche della Luna
dell’Illusione, anche se pensò che gli fosse costato caro attuarlo, nei suoi
discorsi, era sempre presente una certa diversità, qualcosa che lui non riusciva
a spiegarsi, ed ogni volta lo attribuiva alla sua terra natale.
Adesso si mescolava perfettamente all’ambiente di Gaea e – se non fosse avuto la
fama che la precedeva – probabilmente nessuno l’avrebbe mai riconosciuta come
una straniera.
Nel frattempo si era avvicinata, con tutta la grazia che aveva acquisito in quei
pochi mesi. Grazie che le era comunque da sempre appartenuta, in fondo.
« Anche queste rose presto diventeranno meravigliose. » affermò, sfiorando con
la punta delle dita un bocciolo che sporgeva, ancora troppo piccolo per poter
sbocciare.
« Sono venuto per controllare che l’Escaflowne potesse ritornare a muoversi, è
da tanto che non viene usato in combattimento » e volse uno sguardo all’enorme
gigante che stava inginocchiato accanto alle tombe, dove sarebbe dovuto stare.
Hitomi annuì.
« Non preoccuparti, per la parata sarà nella sua miglior condizione. » promise
Hitomi, sorridendo allegra.
« Posso avvertire la pace e la protezione dell’Escaflowne su questo luogo, non è
solo una sensazione » disse Van, fissando la grande armatura davanti a lui.
Il capo di Hitomi si abbassò lievemente ancora una volta, un gesto eloquente.
« Hai ragione. In questo luogo, sebbene sia in stato dormiente, il potere dell’Escaflowne
è ancora presente e ravviva la terra, non può davvero che proteggerlo. »
confermò la fanciulla, serenamente.
Dunque Van si sollevò e si mosse verso Hitomi, lei non indietreggiò conosceva
quei movimenti e ben presto, quando sentì i suoi fianchi ghermire da mani che
già conosceva e che le donavano dolci carezze, seppe abbandonarsi ancora una
volta a quell’abbraccio, che non aveva nulla di diverso dai precedenti per
passione e sentimento, ma che le comunicava ogni volta le medesime sensazioni
che le avevano fatto scoppiare il cuore la prima volta.
« Promettimi una cosa. » le sussurrò all’orecchio, il giovane Re di Fanelia,
volgendosi poi, per guardarla dritta negli occhi, di una profondità tale che
egli si sarebbe potuto perdere, e probabilmente sarebbe stata un’ottima idea.
« Mmh? » le labbra di Hitomi restarono chiuse, ma profuse nel miglior sorriso
incoraggiante che conosceva.
« Promettimi che qualsiasi cosa succeda, io sarò il primo a conoscere ciò che ti
turba. »
Hitomi arrossì, non si aspettava una simile richiesta. Quando trovò nei suoi
occhi quella verità che spesso cercava durante la quotidianità, seppe di non
aver bisogno di altro, che sarebbe stato sufficiente anche che tutto il mondo
fosse crollato in quel momento.
« Te lo prometto, Van. » rispose lei, sollevandosi appena per poter unire le
proprie labbra con quelle di lui, in un contatto che probabilmente non avrebbe
voluto smettere mai, se non avesse saputo che avrebbe potuto tranquillamente
avere molto di più e fu per questo che probabilmente si strinse maggiormente a
lui, unendosi in quell’abbraccio che prima si era sciolto lievemente, solo il
tempo di qualche parola, e che adesso riprendeva e che li trovava uniti persino
nelle labbra e nelle mani, intrecciate in un desiderio spasmodico di unirsi, di
provare a diventare un unico essere. Quell’intesa in altri non poteva esserci
che nell’animo, così come nel corpo, ancora probabilmente troppo candido e puro
per quel desiderio inespresso dei loro fuochi interiori che già conoscevano
quella danza che solo le loro lingue tentavano goffamente di evitare, pur
donando reciprocamente dolcezza e piacere ad entrambi.
Solo dopo qualche minuto decisero di allontanarsi reciprocamente l’uno
dall’altro, non perché il desiderio era già inutilmente sfumato, ma per la mutua
consapevolezza che se avessero proseguito ancora, il tempo sarebbe sfuggito loro
dalle mani così velocemente e con tanta inconsapevolezza, che neanche loro
avrebbero compreso un tale fenomeno scaturito da loro stessi.
« Signorino Van!! » una voce interruppe quel silenzio candido, voce che entrambi
riconobbero nel medesimo istante e che li fece sobbalzare senza alcun preavviso.
I cuori in tumulto, come due ladri colti sul fatto.
« E’ Merle! » esclamò Hitomi, con gli occhi sbarrati e le mani pericolosamente
vicine alla propria veste.
« Oh, no! Avevo completamente dimenticato che dovesse occuparsi lei dei miei
vestiti per la cerimonia! Mi starà sicuramente cercando, sarà furiosa! » ribatté
senza nascondere il tono preoccupato ed al contempo colpevole.
« Signorino Van.. Hitomi! Vi ho sentiti! » esclamò nuovamente la voce, il cui
suono giungeva estremamente più vicino rispetto a qualche secondo prima. Non
c’erano dubbi: li aveva localizzati.
« Presto Hitomi, passiamo dall’altro sentiero, verso il castello! » Suggerì Van,
prendendola per mano e direzionandola verso sud, imboccando un sentiero
secondario, rispetto a quello principale dalla quale erano giunti.
La risata di Hitomi si udì nuovamente cristallina.
« Così è questo il piano di guerra del grande sovrano di Fanelia.. La fuga dal
nemico! » lo canzonò, senza eppur decelerare il passo.
Van sorrise, sicuro.
« E’ bene che le nostre truppe si riorganizzino, non voglio rischiare perdite
inutili. Il nemico è troppo agguerrito: meglio fronteggiarlo in un’altra
occasione »
« Davvero molto saggio..! » assentì la ragazza, stringendogli la mano, come se
temesse di separarsi dall’uomo.
E proprio quando i due s’inoltrarono nel bosco, la figura di Merle invece,
proruppe all’interno della radura dove vi era l’Escaflowne.
Il viso della gattina s’inasprì e le gote diventarono rosse di rabbia.
« Maledizione!! Ma dove sono finiti!? » urlò, tant’è che alcuni uccellini si
librarono dai loro rami sulla quale erano appollaiati.
« Adesso mi sentiranno! » esclamò, ritornando a grandi passi verso il luogo
dalla quale era appena giunta.
Nessuno se ne accorse, ma in quel luogo dove la pace regnava adesso
incontrastata, si levò il vento, una gentile brezza che proveniva dal centro
stesso del mondo e che nei profili degli alberi disegnava i contorni della
famiglia Fanel mostrando i loro volti, radiosi di una gioia che mai fino ad
allora avevano provato.
FINE
Ebbene si! *__* Ecco qui l'epilogo
della storia..!
Ho quasi le lacrime agli occhi, non ci posso pensare, sono riuscita a
riscriverlo.
Ed è per questo che ci ho messo tutto questo tempo. E' da ottobre che sono senza
il mio pc principale, quello dove, ahime, tenevo gelosamente custodita la
fanfiction completa. Fortunatamente (e dico fortunatamente) avevo già pubblicato
tutti i capitoli (meno ovviamente l'epilogo) su EFP quindi non ho perso la
storia, eppure è andato perduto l'epilogo, che avevo già scritto ma che non
riuscivo più a riscrivere quando mi sono dovuta trovare a riproporlo. In realtà
quello che ho scritto qui non è proprio come l'avevo scritto in precedenza, ma
forse il lavoro mi è riuscito anche meglio.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno supportata in questi mesi e tutti quelli che
hanno recensito, ma anche coloro che si sono limitati a leggere, da
appassionati, senza lasciare un commento. A voi tutti dedico questo ultimo
capitolo, lasciandovi con la probabilità di un ulteriore seguito che dovrebbe
essere completamente inventato dalla sottoscritta e che quindi troverà
innumerevoli elementi nuovi da aggiungere alla ricca composizione della serie.
Che dire..
Spero che vi sia piaciuta la mia versione della storia, così come sarebbe dovuta
andare a finire, perché chiunque abbia apprezzato The Vision of Escaflowne, ed
abbia amato i suoi personaggi e la sua atmosfera mistica e fantasy, non avrà
sicuramente apprezzato il finale che gli è stato riservato.
Nonostante Escaflowne non sia il mio anime preferito in assoluto, è paradossale
che io sia riuscita a scrivere questa long-fanfiction che è stata l'unica che io
sia mai riuscita a completare. Quindi spero, che riesca a scrivere
qualcos'altro di questo meraviglioso Anime/Manga.
Spero chiunque voglia lasciare un commento, alla fine di questa fanfiction, voglia esprimermi il suo parere ed anche eventuali critiche.
Vi ringrazio, vi ringrazio con tutto il
mio cuore e spero che tornerò presto a pubblicare su questo fandom!
Usagi/Federica.