Bacioni Lisa
Esme stava sfornando la torta al
cioccolato, i ragazzi sarebbero rientrati a momenti e come sempre sarebbero
stati affamati, specialmente Emmet.
Sentì il rumore dell’auto di Edward sul
vialetto, quando era sola in quella casa poteva sentire tutto, ma il silenzio
sarebbe durato ancora poco.
I suoi figli stavano tornando e con
loro la vita in quella casa.
Li amava tutti incondizionatamente,
come se fossero figli suoi, aveva sempre cercato di non fare favoritismi, anche
se Edward … beh Edward era il primo, quello con cui aveva imparato a fare la
mamma, per cui aveva avuto più tempo, più premure.
Era stato per lui che erano arrivati
tutti gli altri, per lui che i primi tempi che era con loro la aveva implorata
in tutte le lingue di andare a prendere anche la sua amica Bella.
Bella come il
diminutivo della figlia di Charlie, era stata quella coincidenza a riportarle
alla mente quei ricordi.
Quando dopo sei mesi dall’adozione di
Edward era tornata in quell’orfanotrofio a cercare la bambina lei era già stata
adottata. Non aveva mai raccontato quel particolare a Edward, lui sentiva
fortemente la mancanza della sua amica e dirgli che non sapeva dove lei si
trovasse in quel momento non gli avrebbe fatto bene, così aveva fatto finta di
nulla, ma aveva convinto il marito ad adottare altri bambini e con l’arrivo
degli altri la tristezza di Edward era pian piano sparita.
Non del tutto però, Esme ne era
consapevole.
Lui fra tutti era quello meno felice,
ma non sapeva proprio come aiutarlo, perché quello che gli mancava lei non
poteva proprio darglielo.
Aveva visto i suoi figli innamorarsi
tra loro e all’inizio aveva tremato, pensando che fossero cotte passeggere e
che una volta passate avrebbero lasciato non pochi problemi, invece si era
sbagliata guardava i suoi figli e vedeva che si amavano profondamente, si
completavano, un po’ come lei e il marito, certo avrebbe preferito che fossero
più grandi prima di intraprendere una relazione tanto seria, ma non poteva
negare il loro amore.
Edward aveva bisogno di innamorarsi, di
lasciarsi andare, di aprire finalmente il suo cuore, ma solo lui poteva farlo.
Esme semplicemente poteva stargli
accanto, guidarlo, consigliarlo e amarlo come aveva fatto in tutti quegli anni.
Sentì chiaramente la porta aprirsi e i
ragazzi togliere i giacconi e appoggiare a terra le cartelle.
<< Mamy dove sei? >> trillò
Alice dall’ingresso.
<< In cucina >> rispose lei
con un sorriso.
Eccola la vita che ritornava a scorrere
tra quelle mura.
Quasi non si accorse che Alice era
corsa in cucina e ora le stava di fronte con un sorriso enorme sul viso.
<< Che succede? >> chiese
Esme scettica, Alice sapeva essere piuttosto esuberante e non sempre i suoi
processi mentali erano limpidi.
<< Abbiamo grandi novità >>
rispose quella battendo le mani.
<< Non immagineresti mai >>
aggiunse Rosalie entrando a sua volta in cucina, seguita dai fratelli.
<< Una cosa incredibile >>
disse Jasper appoggiandosi al piano di lavoro accanto alla porta.
<< Mamy siediti che è meglio!
>> aggiunse Emmet con aria incredibilmente seria.
<< Ma cosa … Dov’è Edward?
>> fece Esme accortasi solo in quell’istante che un figlio mancava
all’appello.
<< Oh mamma non puoi immaginare!
Una cosa meravigliosa, fantastica, stenterai a crederci tu stessa >>
esultò felice Alice.
Esme adesso era davvero confusa, ma di
che parlavano quei pazzi dei suoi figli e soprattutto perché non c’era Edward,
aveva sentito chiaramente il rumore della sua Volvo e lui non la lasciava quasi
mai guidare ai fratelli.
Emmet ripeteva spesso che teneva più
alla macchina che alla ragazza del momento e in un certo senso aveva ragione,
Edward non era mai molto espansivo con le ragazze che frequentava.
<< Adesso calmatevi e ditemi
dov’è vostro fratello >> disse in preda all’ansia.
Che
stava succedendo?
<< Tranquilla mamma – la
rassicurò Jasper che tra tutti era indubbiamente il più sensibile – arriverà
tra poco, ma è proprio questa la novità >> concluse ghignando.
<< Si – gli fece eco felice Rose
– sta arrivando qui, con una ragazza! Capisci mamma una ragazza! >>
concluse tutta pimpante.
Questo era decisamente strano, Edward
si era sempre rifiutato di invitare a casa le ragazze, diceva che quando
sarebbe arrivato il momento lo avrebbe fatto, ma quel momento non era mai
arrivato, almeno non fino a quel giorno.
<< La sua ragazza? Jessica? Ma
non la odiavate a morte? Perché tanto entusiasmo adesso? >> chiese
cercando di capire il comportamento dei loro figli.
<< E’ proprio qui il bello mamma!
– disse Emmet – Non è Jessica, Jessica l’ha mollata stamattina! >>
aggiunse sciabolando le sopracciglia con fare da cospiratore.
Allora ricapitolando Edward stava
arrivando a casa con una ragazza che non era la sua ragazza, o almeno non era
quella che era stata la sua ragazza fino a quella mattina. Che confusione, ma che diavolo stava succedendo?
<< Ti spiego io mamma – disse
Alice con fare saccente – allora stamattina a scuola Ed ha incontrato una
ragazza, da quello che abbiamo capito deve essere la figlia di Charlie, si
conoscono dai tempi del orfanotrofio >> fece una pausa ad effetto e guardò complice la madre << E lei è
molto importante per lui. Me l’ha confessato all’ultima ora! >> disse
esultando.
La
figlia di Charlie?
L’orfanotrofio?
No, non poteva essere, troppe
coincidenze.
I ragazzi riattirarono l’attenzione di
Esme.
<< Oh mamma dovevi vederlo! La
teneva per mano ti rendi conto? E poi non lo hai ancora visto, sembra un altro.
Con lei non è strafottente, no, la tratta bene è quasi dolce >> disse
Rose con occhi trasognati.
<< Che vuol dire la tratta bene e
cosa c’entra che la tiene per mano? >> non capiva, Esme non aveva mai
visto Edward con le sue ragazze, anche se Alice si lamentava sempre del suo
comportamento.
Veramente non le teneva mai per mano? Si chiese
stupita.
A quel punto intervenne Emmet, <<
Si mamma, lui non lo fa mai, con nessuna. Le tiene sempre a distanza. Anche
dopo averci … >>
<< Emmet!!! >> urlarono all’unisono le donne di casa
Cullen.
Esme sapeva che i suoi figli erano
sessualmente attivi, ma preferiva che non glielo sbattessero in faccia così
tranquillamente.
Certo se avevano problemi o
insicurezze, li aveva sempre esortati ad aprirsi a confidarsi con lei, ma non
voleva sapere i dettagli, specialmente da Emmet.
Lui sollevò le mani in segno di resa, a
quel punto si senti un frastuono provenire dal vialetto, come se un vecchio
trattore stesse percorrendolo.
Tutti e cinque corsero nel salone a
sbirciare dalla grande vetrata, finché un pick up rosso e mezzo arrugginito
andò a fermarsi vicino all’entrata.
<< Via ragazzi allontanatevi
dalla finestra, non vorrete metterli in imbarazzo >> disse Esme
spintonando i propri figli verso la parte più nascosta del salone.
Edward era felice, gli sembrava di
galleggiare sulle nuvole, nonostante fosse alla guida di quel coso che neanche
ottant’anni prima si sarebbe potuto definire auto.
Bella guardava fuori dal finestrino,
istintivamente le prese la mano abbandonata sul seggiolino.
<< E’ così bello averti qui con
me >> disse portandosi la mano di Bella alla bocca e baciandola
dolcemente.
Lo voleva fare, lo aveva fatto, al
diavolo quanto la cosa potesse essere sconveniente. Lei ovviamente avvampò.
<< Vedrai mia madre è una donna
stupenda, anche papà è un grande. Non vedo l'ora di presentarteli e poi ci sono
i miei fratelli. Sono completamente pazzi, ma gli voglio bene >> disse
sorridendo Edward
E ora che anche Bella era lì tutto
sarebbe stato perfetto.
Pensò felice mentre imboccava l'ultima
curva prima della radura in cui sorgeva la casa.
<< Cavolo! >> disse Bella
appena la casa comparve dietro la curva.
Era mastodontica, bellissima e riluceva
al sole.
La famiglia adottiva di Edward doveva
passarsela piuttosto bene, anche gli abiti firmati indossati da lui e i suoi
fratelli confermavano quella tesi.
Bella era estasiata dalla bellezza
dell'edificio, dalla cornice suggestiva del bosco che si apriva alle spalle
della casa, dal fiume che scorreva lì vicino, scrutava tutto con attenzione e
meraviglia.
<< Allora scricciolo, che ne
dici? >> chiese Edward parcheggiando vicino alla casa.
<< E' ... Oddio Edward questo
posto è un sogno >> disse lei trasognata.
Lui sorrise dolcemente, felice come non
mai che Bella apprezzasse la sua casa.
<< Devi fare i complimenti alla
mamma è lei che ha trovato questo posto, era un rudere, ma lei ci ha ricavato
una reggia. Fa l'arredatrice, ma dovrebbe fare l'architetto da quanto è brava –
disse lui fiero – mentre papà è un medico. Anch'io farò medicina
all'università! >> disse gonfiando il petto d'orgoglio.
Quello era il suo sogno e lui era
entusiasta di renderne lei partecipe.
<< Un medico? >> chiese lei
interessata.
<< Si certo! E diventerò bravo,
anche più bravo di papà! Fidati! >> disse Edward borioso facendola
ridere.
<< Certo che te la passi proprio
bene Edward >> disse rimirando ancora una volta la casa. Lui si strinse
tra le spalle.
<< Vieni andiamo, ci avranno
sentito arrivare, visto il casino che fa sto coso. Non facciamoli aspettare
>> disse Edward mentre sorridendo scendeva per poi andare ad aprirle la
portiera.
Per un momento si chiese da quando
faceva gesti così galanti con una ragazza.
Beh lei non era una ragazza qualsiasi,
lei era Bella e per lei nulla era mai abbastanza.
Il suo sorriso si ampliò ancora di più
quando lei gli afferrò la mano per scendere, una volta chiuso lo sportello però
si bloccò.
Lui dolcemente le mise un braccio
intorno alle spalle.
<< Cosa c'è che non va adesso,
scricciolo? >> chiese avvicinandosi pericolosamente al suo orecchio.
Bella impercettibilmente rabbrividì, se
faceva così era veramente difficile cercare di ignorare le farfalle che avevano
preso residenza nel suo stomaco.
<< Edward sono io che sono
rimpicciolita all'improvviso o questa casa è mastodontica? >> chiese
realmente intimidita dall’edificio.
Lui sorrise e la spinse verso
l'ingresso, ma lei si bloccò ancora.
<< Ma tua madre ... non l'hai
avvistata ... magari è impegnata ... magari disturbo ... magari ... >>
sussurrò lei preda dell'ansia e dell'imbarazzo, non aveva realmente pensato a
quello che stava facendo fino a quel preciso istante.
Edward la strinse forte a se.
<< Sempre la solita codarda eh?
>> disse scompigliandole i capelli.
<< Non sono codarda >>
rimbrottò lei, punta nell’orgoglio << E' solo che non vorrei essere
invadente, ecco >> disse mordicchiandosi il labbro inferiore, decisamente
nervosa.
<< Ti ho invitato io quindi non
sei invadente, finiscila!>> disse spazientito, la solita vecchia Bella.
<< Mamma sarà felicissima di
conoscerti. Lei sa chi sei, sai da piccolo l'ho implorata non so quanto di
venirti a prendere all’orfanotrofio, ma non è proprio stato possibile >>
disse lui malinconico.
Bella puntò gli occhi in quelli verdi
di lui.
Aveva chiesto ai suoi genitori adottivi
di adottare anche lei?
Aveva pensato lei anche una volta
lasciato l'orfanotrofio?
Gli occhi presero a pizzicargli.
<< Oh Edward... >> mormorò accarezzandogli il viso.
<< Ormai non ha più importanza –
disse lui sorridendo nuovamente felice – ora sei qui! >> la strinse più
forte al suo fianco mentre rapidamente la spingeva oltre la veranda verso la
porta d'ingresso.
<< Eccoci >> disse aprendo
la porta principale e facendole segno di precederlo.
Lei dopo un timido sorriso varcò la
soglia mormorando un permesso appena udibile.
Lui lo affiancò sorridente, quel giorno
non riusciva a smettere di sorridere o di fare il galante con lei.
Era da manicomio, ma non si era mai
sentito così!
<< Mamma? Ragazzi? Dove siete?
>> chiese alzando impercettibilmente il tono, mentre guidava Bella verso
lo scintillante salotto di Esme, le loro mani intrecciate.
Sua madre amava quella stanza, la
grande vetrata che dava sulla veranda, il pianoforte posto sul suo rialzo, i
mobili e i tappeti candidi in netto contrasto con il pavimento di legno scuro.
<< Eccomi >> disse la madre
raggiungendo il centro del salone con innata eleganza.
Ed eccole le due donne che avevano reso
la sua vita degna di essere vissuta, una di fronte all'altra.
A Edward parve che il suo cuore
scoppiasse in quel preciso istante.
<< Mamma lei è Bella, la mia
Bella! Bella questa è mia madre Esme >> disse tronfio ed emozionato al
tempo stesso.
Bella allungò una mano verso sua madre.
<< E' veramente un piacere conoscerla signora Cullen >> disse
cortese aprendosi in un dolce sorriso.
Esme allungò la mano e la strinse con
calore << Fatti abbracciare e chiamami Esme, mia cara. Sono così felice
che dopo tutto questo tempo Edward abbai avuto l'opportunità di rincontrarti
>> disse dolcemente attirandola tra le sue braccia e stringendola
amorevolmente.
In quel momento Edward incontrò lo sguardo felice della madre e lui gongolava a quella scena.
Esme osservava dalla vetrata, restando
comunque nell'ombra, il figlio che scendeva da quella ferraglia e correva ad
aprire la portiera alla sua amica.
I ragazzi avevano ragione, sembrava
diverso, veramente entusiasta di quello che stava facendo.
Erano rari i momenti in cui Edward si
lasciava andare all'entusiasmo. Solitamente era molto calmo e i suoi occhi
avevano sempre un fondo di tristezza.
La ragazza scese dal pick up stringendo
la mano che Edward le offriva.
Una volta scesa si guardò intorno e
sembrò titubante.
Esme sapeva che quella casa
impressionava molti, anche lei era rimasta abbagliata la prima volta che
l'aveva vista, anche se allora era solo un rudere, un rudere con un sacco di
potenzialità e lei le aveva sfruttate tutte, creando quello che reputava il suo
capolavoro.
Si ritrasse dalla vetrata quando li
vide avvicinarsi all'entrata, dietro l'angolo che conduceva alla cucina sentiva
i ragazzi fremere di impazienza. Le scappò un sorriso.
I due ragazzi entrarono e Edward la
chiamò, a quel punto prese un profondo respiro e andò loro in contro.
Edward era raggiante, stringeva la mano
della ragazza.
Era molto carina e sembrava timida,
molto timida. La cosa la intenerì ulteriormente. Dopo tutti quegli anni si
erano ritrovati, sembrava una favola.
Edward le presentò e lei non si
trattenne dall'abbracciare quella ragazza che aveva spazzato via con la sua
sola presenza quel velo di tristezza che adombrava sempre suo figlio, non era
mai stata così grata verso qualcuno.
<< Ha una casa meravigliosa Esme
>> mormorò Bella stretta tra le braccia di Esme, risvegliando
quest’ultima che stava rimirando il proprio figlio, sembrava ancora più bello
in quel momento.
<< Ti ringrazio, ma dammi del tu.
>> disse Esme lasciandola andare per guardarla nuovamente negli occhi, aveva
dei bellissimi occhi.
Edward intrecciò nuovamente le loro
mani e condusse la ragazza verso il divano.
In quel preciso istante il resto dei
ragazzi Cullen fece un rumoroso ingresso nel salone.
<< Mamma tu sapevi che Edward e
Bella si conoscevano già? >> chiese Alice realmente incuriosita dalle
parole della madre, eppure non aveva mai accennato alla cosa.
<< Beh non sapevo che la figlia
di Charlie e
<< E' realmente una bella
coincidenza, non trovate? >> chiese allegra mentre i due ragazzi
annuivano contenti.
<< Bella ti va una fetta di
torta? L'ho appena sfornata >> chiese Esme sorridendo.
Bella stava per rispondere quando
Edward la precedette << Se è quella al cioccolato dovrai farle una fetta
bella grossa, non sai quanto sia goloso questo scricciolo >> disse
ridendo e facendo arrossire Bella.
<< Beh allora siamo fortunati
perché è proprio quella al cioccolato >> così dicendo Esme sparì in
cucina, seguita da Jasper pronto ad aiutarla.
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Grazie a tutti di cuore!!!!!
BACIONI LISA
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