Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sihu    12/12/2009    8 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 50
CHIARIMENTI AD ALTA QUOTA

La mattina successiva Hermione si svegliò con il sorriso sulle labbra e un‘espressione beata sul viso. Si sentiva la ragazza più fortunata dell’intero castello. Il mondo le appariva come un‘immensa distesa fiorita dove le farfalle giocavano tra loro e anche le nuvole sorridevano. La sera prima aveva passato momenti magici con Ron, tutto era andato bene e lei non poteva chiedere di meglio dalla vita. Dopo anni di battaglie e guerre finalmente potevano godersi un po‘ di pace e tranquillità più che meritata. Le espressioni felici dipinte sui volti di Ginny e Lily, ancora profondamente addormentate, lasciavano intendere che le loro serate non erano andate male, anzi. Hermione sospirò, e si diresse canticchiando verso il bagno, con tutte le intenzioni di farsi un bagno rilassante prima del risveglio delle amiche. Non vedeva l’ora di scoprire dove fossero andati Ginny ed Harry e che cosa avesse organizzato James per Lily.
Nella stanza dei ragazzi, al contrario, l’umore era decisamente più tetro che mai. Certo, anche loro avevano passato una bella serata con le loro compagne, ma al rientro avevano trovato il letto di Sirius vuoto e Remus di pessimo umore. Questo aveva fatto tornare loro alla mente la situazione critica che c’era tra Sirius e James. Nessuno parlava e la tensione si avvertiva nell’aria. Tutti ormai, persino Ron avevano capito che c‘era un problema. James era impassibile, ma Remus riusciva a vedere chiaramente quanto stesse soffrendo. Certo, come tutti loro era contento che tra Sirius e Zhoana fosse andato tutto bene, ma James aveva paura di avere perso definitivamente il suo migliore amico.  
Remus sospirò, esasperato, e si diresse verso il letto di James. Quella situazione doveva finire, James e Sirius dovevano riprendere a parlarsi. A malincuore il ragazzo decise di intervenire, nonostante in passato si fosse ripromesso in più occasioni di non intromettersi più. Altre volte era capitato che Sirius e James discutessero, certo, non erano mai arrivati ad ignorarsi per quasi una settimana. Ogni volta Remus si diceva che i suoi amici erano abbastanza grandi e maturi per sbrigarsela da soli, ed ogni volta, puntualmente, si vedeva costretto a farli ragionare. Quei due erano decisamente peggio di due bambini dell‘asilo, quando ci si mettevano avevano davvero delle teste dure. Come facessero Lily, e forse anche Zhoana ora, ad essere le loro ragazze rimaneva un mistero. Remus si avvicinò al letto di James. Il ragazzo era voltato sul fianco, e il suo respiro regolare lasciava intendere che dormiva profondamente.
“Ehy, James. Dimmi, sei sveglio?” chiamò Remus, scuotendo l’amico per una spalla. James sussultò, e si voltò lentamente verso la fonte di tutto quel trambusto.
“Mmmm..” mormorò James mezzo addormentato. Di fronte a lui non vedeva altro che un’ombra sfuocata. Era senza occhiali e anche volendo non avrebbe saputo dire di chi si trattasse a causa della sua miopia.
“Benissimo, ora si.” disse Remus soddisfatto. James riconobbe la voce del suo amico licantropo, ed imprecò a bassa voce.
“Sei un mostro. Sai che ore sono?” esclamò seccato, inforcando gli occhiali e mettendo finalmente a fuoco la stanza.
“Le nove, credo.” rispose Remus distrattamente, guardando l’orologio. James fissò a lungo il suo amico, seduto di fronte a lui con un’espressione soddisfatta e compiaciuta. Remus non gli era mai parso così sadico come in quel momento.
“Eh sai a che ora sono andato a letto io?” chiese James, lanciando al compagno di stanza uno sguardo di puro odio. Tra le cose che James Potter odiava, certamente al primo posto vi era essere svegliato troppo presto da un amico con un’espressione sadica.
“Non so, non ti ho sentito rientrare.” rispose Remus distrattamente, facendo il finto tonto. In realtà sapeva benissimo che James era rientrato molto tardi, ma il discorso che gli doveva fare era troppo importante per aspettare che si svegliasse. Inoltre, visto che lui aveva mandato a monte una serata con una ragazza per colpa dei sue due amici, il minimo che James poteva fare era ascoltarlo senza protestare troppo. A Sirius sarebbe toccata la stessa sorte non appena si fosse deciso a tornare.
“Appunto!” esclamò James risentito, mettendosi a sedere. Alla fine il ragazzo aveva dovuto accantonare del tutto l’idea di tornare a dormire. Certamente Remus non l’avrebbe permesso, tanto valeva rassegnarsi e alzarsi.
“Come è andata con Lily? Le è piaciuta la sorpresa?” chiese Remus, cambiando argomento. James rimase un po’ spiazzato da quella domanda. Il suo amico lo aveva davvero svegliato in modo crudele solo per rivolgergli quella domanda? Non poteva aspettare? Il ragazzo alzò le spalle, e rispose. Era inutile porsi troppe domande quando si trattava di Remus, quel ragazzo sapeva essere molto enigmatico quando voleva.
“Tantissimo, era al settimo cielo. Ti giuro, sembrava una bambina. Non penso di averla mai vista tanto felice in vita sua.” cominciò a raccontare James. I suoi occhi brillavano mentre  parlava di Lily e di come si fossero rincorsi per tutta la notte, per finire abbracciati sotto un tappeto di stelle. Remus lo ascoltava sorridendo. Era davvero felice che James avesse trovato quello che cercava da tanto tempo. Da quando stava con Lily era diventato più maturo, e aveva quasi smesso di tormentare la scuola con i suoi scherzi. Quasi, dopo tutto certe abitudini sono davvero dure a morire.
“E tu invece?” chiese ancora Remus, facendosi più serio. James sospirò.
“Ero felice anche io. Sai, quando sto con lei è come se tutto il resto fosse lontano. Quando mi perdo nei suoi occhi o tra le sue braccia il mondo mi sembra più bello, meno cattivo e oscuro.” ammise James sognante, fissando l’amico. Sul suo viso c’era disegnato uno sguardo rilassato, pensare alla sua Lily lo faceva stare bene e riusciva a rendere accettabile anche essere buttato giù dal letto. Il suo sguardo vagò per la stanza, dove Harry e Ron parlavano tra loro mezzi addormentati e fini per caso sul letto vuoto di Sirius. Improvvisamente l’espressione di James cambiò e si fece più seria, triste.
“Sai, non mi sembri al settimo cielo però adesso.. Qualcosa ti turba?” chiese preoccupato Remus. Sapeva benissimo cosa turbava James, ma voleva che fosse lui ad aprirsi, senza che si sentisse obbligato o sotto accusa.
“Ma no, ho solo sonno..” disse James, cercando di sorridere per coprire la tristezza che sentiva dentro. Quello che ne uscì fu un sorriso forzato e per nulla convincente.
“James, da quando dici balle a me?” chiese ironico Remus, fissando l’amico negli occhi.
“E tu da quando giri così intorno alle cose? Sii chiaro..” mormorò James, senza abbassare lo sguardo. Era prevedibile, James sapeva che anche Remus prima o poi si sarebbe accorto che qualcosa non andava tra lui e Sirius. Probabilmente il suo amico se n’era accorto da un po’, ma non aveva detto nulla per non risultare indiscreto. James si disse che probabilmente era quello il vero motivo per cui Remus aveva tutta quella fretta di parlargli quella mattina.
“Sirius.“ disse semplicemente Remus. Bastò quel nome, e James cominciò a sentirsi ancora più triste e confuso di quanto non fosse già. Improvvisamente il ricordo della serata con Lily, benché piacevole, era già lontano. James era di nuovo solo ad affrontare i demoni che lo tormentavano da una settimana a quella parte.
“Non so dove sia, nemmeno con chi a dire il vero. Forse con Zhoana. Non mi ha detto nulla e io non ho chiesto. Nemmeno lui ha chiesto a me cosa facevano stasera con Lily.” raccontò triste James, giocherellando con un lembo della coperta. Gli faceva male non essere a conoscenza della vita di suo fratello, ed ancora di più gli faceva male che Sirius non volesse più essere a conoscenza della sua. Fino a quel momento non c’era stato segreto tra loro, o quasi. Ad ogni modo non c’era mai stato mistero circa le ragazze con cui uscivano, dove le portavano e cosa facevano. Confidarsi era sempre risultato naturale, scontato. James non aveva mai avuto bisogno di chiedersi dove fosse il suo amico e cosa stesse facendo, e lo stesso valeva per Sirius. Tutto quel mistero lo uccideva dentro.
“Da quanto non vi parlate più?” chiese Remus serio. La sua domanda questa volta non era ironica, ma seria. Remus voleva capire cosa fosse successo tra i suoi amici perché i loro rapporti si raffreddassero a quel modo da un giorno all’altro.
“Da un po’.. Ma non abbiamo litigato, non so cosa è successo di preciso..” disse James, ripensando ai giorni precedenti, cercando inutilmente una motivazione che potesse spiegare tutto quello che era successo. Un giorno andava tutto bene, facevano gli idioti come al solito, e il giorno dopo non si guardavano quasi in faccia. Doveva essere successo qualcosa, ma nonostante tutto l’impegno che ci metteva, James non riusciva a capire cosa.
“Perché non gli parli?” chiese Remus, con un’espressione indecifrabile dipinta sul volto. James rimase zitto per un po’, quasi stesse soppesando le parole dell’amico.
“Vediamo, perché non è qui e non so nemmeno dove sia?” buttò lì James infastidito.
“Prima o poi tornerà.” cercò di rassicurarlo Remus. Il suo tono di voce era calmo e paziente, quasi stesse spiegando qualcosa di molto importante ad un bimbo testardo.
“Forse allora non avrò tempo io..” rispose James imbronciato incrociando le braccia. Remus non riuscì a trattenere un sorriso, l’espressione del suo amico era davvero buffa.
“Non fare il bambino, è il tuo migliore amico.” lo ammonì Remus. Sapeva che James stava soffrendo, la mettere di mezzo l’orgoglio avrebbe solamente potuto peggiorare le cose.
“Lo credevo anche io.” rispose James a mezza voce, triste. Il suo sguardo era perso nel vuoto, fisso su un punto indecifrabile della stanza.
“Promettimi che ci parli.” intimò Remus, con un tono che non ammetteva repliche.
“Se ci parlo, poi posso anche picchiarlo?”chiese James, piegando la testa di lato. Remus ancora una volta sorrise, a metà tra il divertito e l’esasperato.
“L’essenziale è che ci parli, poi fa come vuoi.” rispose Remus, alzandosi dal letto dell’amico ed andando verso il bagno. James rimase immobile per un po’, lo sguardo fisso nel punto in cui il suo amico era scomparso, a riflettere su quello che si erano detti. Remus aveva ragione, doveva parlare con Sirius. Non aveva senso aspettare oltre, prima parlava con Sirius e meglio era.
James decise di andare a fare colazione, sperando con tutto se stesso di incontrare lì il suo amico. A volte Sirius, dopo una notte brava, si fermava in sala grande per abbuffarsi prima di buttarsi a letto e dormire per una giornata intera.  James si guardò intorno, perquisendo la sala con lo sguardo alla ricerca del suo amico. Speranza vana. Il ragazzo in questione fece la sua apparizione in sala comune proprio mentre James era in sala grande. I due non si incrociarono per poco. Sirius era stanco e decise che sarebbe andato dritto filato a letto, per recuperare le ore di sonno perse. Erano ormai le cinque del pomeriggio passate quando Sirius si svegliò. Si guardò intorno, ancora intontito, alla ricerca di James ma si trovò di fronte Ron che lo guardava confuso.
“Parlavi nel sonno..” spiegò Ron per giustificare la sua presenza vicino al letto e la sua espressione stupita.
“James?” chiese Sirius, grattandosi un orecchio perplesso. Ron alzò le spalle, e tornò a cercare qualcosa sul fondo del suo baule.
“Si è alzato circa otto ore fa..” rispose Ron lanciando un’occhiata all’orologio che portava al polso. Harry era sdraiato sul letto, mezzo addormentato e non prestava molta attenzione a quello che stava accadendo intorno a lui.
“Sai dove è andato?” chiese Sirius alzandosi dal letto e portandosi vicino al ragazzo dai capelli rossi. Ron distolse l’attenzione dal suo baule e tornò a guardare Sirius.
“Non so.” rispose Ron alzando nuovamente le spalle. Sirius borbottò qualcosa prima di chiudersi in bagno e di uscirne qualche minuto più tardi completamente vestito. In un lampo scese le scale e cominciò a guardarsi intorno frenetico nella sala comune. Di James non c’era traccia, in compenso c’era Remus che leggeva seduto vicino al fuoco.
“Remus.” salutò Sirius bruscamente, avvicinandosi sorridendo.
“Buon giorno, anzi buon pomeriggio.” rispose Remus leggermente infastidito per l‘interruzione, alzando appena gli occhi da libro che teneva sulle ginocchia.
“Ho fatto tardi ieri sera..” iniziò Sirius, cercando di attirare l’attenzione del suo amico che sembrava molto più interessato al libro piuttosto che ai suoi problemi.
“Stamattina vuoi dire, sei tornato alle 9.30!” rispose Remus, continuando a leggere imperterrito.
“Non mi chiedi come è andata?” sbuffò Sirius, sedendosi proprio di fronte all’amico, obbligandolo a prestargli attenzione. Remus sospirò, e poi chiuse il libro sconsolato.
“Vediamo.. Data l’ora a cui sei tornato e data la tua espressione ebete direi bene..” constatò Remus, dopo aver lanciato un’attenta occhiata al ragazzo che stava seduto di fronte a lui.
“È la mia ragazza ora!” annunciò Sirius felice.
“E bravo Felpato.” si complimentò Remus, dando un’affettuosa pacca sulla spalla al compagno di stanza. Era incredibile, eppure i due rubacuori della scuola erano finalmente accoppiati stabilmente, chissà quante ragazze stavano piangendo proprio in quel momento per quel motivo. Prima James e ora Sirius, doveva essere un anno tragico per loro quello.
“Lo devo dire a James, dove si è cacciato?” chiese Sirius, guardandosi freneticamente intorno. La prima cosa che aveva realizzato appena si era svegliato era stato il bisogno di condividere con suo fratello tutta la gioia che sentiva dentro di sé.
“Voleva parlarti. È stato tutto il pomeriggio qui ad aspettare che ti svegliassi, è andato via venti minuti fa.” spiegò Remus, scuotendo la testa. Sirius ascoltò l’amico, poi stette per un po’ in silenzio, chiedendosi cosa dovesse fare.
“Con Lily?” chiese Sirius, deluso dal fatto che l’amico non fosse lì ad aspettarlo. Non poteva dargli torto, ma una parte del suo cuore si era aspettato di trovarlo lì, sorridente come al solito.
“No, da solo.”rispose Remus secco. Sirius si ritrovò a pensare che dopo tutto James aveva le sue ragione, lo aveva ignorato per quasi una settimana, come poteva aspettarsi che fosse ancora disposto a dargli retta?
“Ha detto dove andava?”chiese ancora Sirius, deciso a raggiungere James. Zhoana aveva ragione, se teneva al suo amico doveva parlarci prima che fosse troppo tardi per la loro amicizia.
“No, però aveva la sua scopa in mano e si stava dirigendo verso il campo.” rifletté Remus. James non aveva spiccicato parola. Si era semplicemente alzato, aveva preso la sua scopa e aveva lasciato la stanza. Persino Lily, che stava parlando amabilmente con Hermione e Ginny, era rimasta stupita e perplessa da quella strana reazione. Non c’era stato nemmeno il tempo di far domande perché nel giro di pochi istanti James era già oltre il buco del ritratto.
“Grazie Remus.” ringrazio Sirius, e si girò per andare a cercare James.
“Non fare cazzate Sirius, vedi di chiarire le cose. Non l’ha presa bene, pensava di conoscerti e che tu gli raccontassi tutto.” lo ammonì Remus, trattenendo l’amico per un braccio.
“Anche lui non è stato del tutto sincero con noi..” iniziò Sirius, incerto.
“Lui ci ha nascosto la parte peggiore della sua vita. Lo ha fatto perché io non mi sentissi l’ultimo degli uomini, e perché si sentiva in colpa per non essere morto al posto del fratello. Tu ci hai nascosto la parte più bella della tua vita. Pensi che le due cose si possano paragonare?” chiese Remus fissando Sirius negli occhi. Il ragazzo non riuscì a reggere quello sguardo e abbassò gli occhi.
“Hai ragione, scusami.” mormorò piano. Si sentiva davvero un idiota, l’ultimo degli uomini. Come aveva potuto fare una cosa del genere a suo fratello?
“Non c’è bisogno che chiedi scusa. Io ti voglio bene, e te vorrò sempre. Ti capisco, so cosa vuole dire tenere un segreto. Tu però capisci James, sei tutto per lui. Te lo ripeto, non fare cazzate.” lo ammonì nuovamente Remus. Il suo tono era terribilmente serio, il ragazzo non stava scherzando. Poche volte nella vita Sirius lo aveva visto così serio.
“Te lo prometto, Lunastorta!” rispose Sirius, questa volta guardando l’amico negli occhi.
Remus sospirò mentre guardava preoccupato l’amico allontanarsi di corsa verso il campo.
Non ci volle molto a trovare James. Sirius conosceva ogni singolo passaggio segreto del castello, ogni albero del parco e ogni metro del campo in cui si allenavano di solito. In pochi minuti il ragazzo era arrivato al campo e aveva visto James che volava in cerchio, inseguendo un boccino incredibilmente veloce. Sirius restò per un po’ a guardarlo volare, incantato dalle acrobazie che riusciva a fare. James Potter era decisamente il migliore quando si trattava di volare, lo aveva nel sangue.
“Ehy James. Sono qui, mi vedi.” provò a chiamare Sirius, senza riuscire ad attirare l’attenzione dell’amico che continuava imperterrito ad inseguire la piccola sfera dorata.
“Dai James, per favore..“ chiamò ancora Sirius. Ancora una volta James non sentì, o forse finse di non notare la presenza di Sirius, ed eseguì un perfetto avvitamento su se stesso.
“Puoi scendere?” chiese Sirius, molto vicino a perdere la pazienza. James lanciò una rapida occhiata verso il basso, avvistò Sirius ma volse subito lo sguardo. Sirius perse la pazienza e mise mano alla bacchetta proprio mentre James stava scendendo in picchiata.
“Ok, d’accordo. A mali estremi..” disse prima di mormorare un incantesimo a bassa voce. Al suono della sua voce un bolide che giaceva sul terreno prese magicamente il volo e si diresse a tutta velocità contro James, il quale lo mancò per un pelo facendo una capriola in volo. Sirius, che seguiva con attenzione il percorso del bolide, fece un secondo incantesimo e il bolide cadde nuovamente a terra, immobile.
“Ma sei impazzito?” ringhiò James, bloccandosi a mezz’aria. Il bolide lo aveva praticamente quasi colpito, per di più quando era molto vicino a terra. Erano stati i suoi riflessi rapidi a salvarlo da una caduta, qualsiasi altro giocatore al suo posto si sarebbe scontrato contro il suolo facendosi seriamente male.
“Non mi ascoltavi..” si giustifico Sirius alzando le spalle, quasi cercare di colpire un amico con un bolide per farsi ascoltare fosse la cosa più normale del mondo. A James non parve piacere quella giustificazione e lanciò un’occhiata di fuoco all’amico.
“Per questo mi hai tirato un bolide?” chiese James, visibilmente arrabbiato. Se essere svegliato era in cima alla lista delle cose che lo faceva andare fuori di testa, al secondo c’era sicuramente essere colpito da un bolide, tirato da un amico per giunta.
“Non ti ho preso però.” sbuffò Sirius, alzando le spalle.
“Solo perché l’ho schivato.” ribatté James infastidito. Possibile che quell’idiota gli tirasse contro un bolide e pretendesse pure di avere ragione? La serata con Zhoana doveva avergli fatto perdere del tutto il senno.
“Lo so.” mormorò Sirius piano, giocherellando con una mazza da battitore che giaceva abbandonata sul terreno di gioco.
“Cosa?” esclamò sorpreso James, cercando di scacciare l‘istinto di uccidere il suo migliore amico. Nella mente gli tornarono le parole di Remus e realizzò che non poteva ucciderlo prima di parlargli, l’amico non avrebbe apprezzato.
“So che sei il migliore, e sapevo l’avresti schivato.” spiegò Sirius sorridendo tristemente. James fu colto di sorpresa da quelle parole. Sembravano pronunciate con affetto, lo stesso affetto che Sirius non gli dimostrava più da almeno una settimana. James non sapeva cosa dire, così rimase in silenzio.
“Che ci fai qui?“ chiese James dopo un po’. Il suo tono di voce era secco, privo di espressione ma dentro di sé provava molte emozioni contrastanti. Sperava che Sirius fosse venuto a cercarlo per chiarire, ma allo stesso tempo aveva paura di crederci per davvero, per non rimanere deluso in caso contrario.
“Mi spiace, volevi parlarmi e io dormivo..” iniziò Sirius, incerto e intimorito dal gelo della voce di James.
“Non importa. In fondo erano solo sciocchezze.” rispose James gelido. Sirius sospiro, avrebbe dovuto immaginarsi che non sarebbe stato per niente facile farsi ascoltare. Lo aveva messo in conto, ed era deciso a scusarsi e a rimettere ogni cosa a posto.
“Io però qualcosa da dirti c’è l’ho. Scendi?” propose Sirius, stringendosi nel mantello più per la lontananza che si percepiva nella voce di James che per il freddo.
“Non mi va, ho voglia di volare.” rispose James gelido, salendo di qualche metro.
Sirius sospirò. Farsi ascoltare e perdonare da James stava rivelandosi persino più complicato e pericoloso di quanto aveva immaginato ma non poteva tirarsi indietro.
Il ragazzo prese una scopa, si salì e in pochi istanti raggiunse l’amico sospeso in aria.
“Ok, allora parliamo qui. Mi sono messo con Zhoana, e penso di non avere mai amato nessuna come amo lei. Finalmente posso capire come ti senti tu quando sei con Lily, come se tutto il mondo in confronto non valesse nulla.” raccontò Sirius, con gli occhi lucidi per l’emozione. Raccontare al suo migliore amico di Zhoana faceva sembrare tutto perfetto, esattamente come quando erano più piccoli, ne combinavano qualcuna ai serpeverde e poi
correvano a cercarsi per raccontarsi ogni minimo dettaglio.
“Perché mi dici questo?” chiese James, cercando di ignorare il groppo che aveva in gola. Era emozionato, anche se cercava di nasconderlo con tutte le sue forze. Il suo amico lo aveva cercato per raccontargli della sua vita ed era finalmente innamorato di una ragazza che lo ricambiava sul serio. Finalmente anche lui ora poteva comprendere a fondo quello che lui provava quando stringeva a sé Lily. Nonostante questo però, James non riusciva ancora a perdonarlo.
“Perché sei il mio migliore amico, la prima persona a cui volevo dirlo. Lo so, sono stato un idiota in questi anni e ti ho nascosto delle cose..” rispose Sirius. James rimase zitto, immobile a mezz’aria, senza dire nulla.
“Ti prego, prendimi a pugni se vuoi. Schiantami. Reagisci però, di qualcosa. Posso sopportare la tua rabbia, ma non la tua indifferenza perché sei mio fratello e senza di te non valgo nulla.” lo pregò Sirius, mentre le sue guance si rigavano di lacrime.
“Sei un idiota.” mormorò James piano dopo quella che a Sirius era parsa un’eternità. A quelle parole l’altro ragazzo sorrise.
“Mi dispiace di averti fatto soffrire. Ho visto il tuo sguardo deluso quando Harry ha parlato di Andromeda.” mormorò Sirius, fissando intensamente la scopa del suo amico. Non aveva il coraggio di alzare gli occhi, aveva troppa paura di scoprire che la loro amicizia questa volta era finita per davvero.
“Per questo mi hai evitato tutta la settimana?” chiese James fissando Sirius. Il ragazzo alzò lo sguardo e scopri che James era a metà tra il seccato e il divertito, questo gli diede la forza di continuare a parlare.
“Avevo paura, mi vergognavo. Ho fatto una stupidata, me ne sono reso conto e non sapevo come affrontarla per rimediare.” continuò Sirius, fissando il suo migliore amico dritto negli occhi. James rimase senza parole, non aveva mai visto Sirius così disperato, nemmeno quando era appena scappato di casa e non sapeva dove andare. James non riusciva a tollerare quell’espressione sperduta sul suo viso, nonostante le incomprensioni e le cose non dette gli voleva troppo bene.
“Ti prego, aiutami a rimediare. Non voglio perdere la tua amicizia..” pregò Sirius, mentre altre  lacrime scappavano dai suoi occhi chiari. James lo fissò ancora per un po’, poi si sciolse e gli andò incontro.
“Non pregarmi, per favore. Sono tuo fratello, no?” mormorò James affettuosamente, avvicinandosi al suo amico e tendendogli una mano.  Sirius sorrise, ricambiando la stretta di mano.
“James sono stato un coglione.” esclamò Sirius con convinzione. Fu il turno di James di sorridere.
“No, anche io ti ho nascosto delle cose..” ammise James, ripensando a pochi mesi prima, quando aveva rivelato agli amici la triste storia di suo fratello. Dopo tutto non poteva biasimare Sirius, anche lui si era tenuto stretto i suoi segreti. Certo, aveva le sue motivazioni ma era anche vero che nessuna motivazione era abbastanza valida per nascondere qualcosa a colui che si chiama fratello.
“Ma avevi delle buone ragioni, io.. Non so nemmeno io perché non vi ho detto di Andromeda.” mormorò Sirius sconsolato, guardandosi intorno.
“Non importa Sirius. Un segreto è un segreto in ogni caso, ora non importa più però..” disse James sorridendo. Sirius fissò a lungo James, in silenzio, pensando a cosa dire.
“Tutta la mia famiglia era sempre stata malvagia, cattiva, Andromeda era solo un’eccezione. Se ne parlavo a casa io venivo punito e anche lei, così mi sono abituato a non nominarla per il bene di tutti. Poi ho lasciato la mia famiglia, e tu mi hai accolto. Non avevo più bisogno di fingere che non ci fosse per il suo bene, ma allo stesso tempo avevo paura che se avessi saputo tutto tu mi avresti mandato da lei.” cominciò a raccontare Sirius, vergognandosi di quei pensieri. Alla fine aveva fatto come gli aveva detto Zhoana, aveva aperto il suo cuore ed aveva lasciato che tutto quello che provava uscisse.
“Come avrei potuto fare una cosa del genere?” chiese James, stupito dalle paura del suo migliore amico. Davvero credeva che lui avrebbe potuto lasciarlo andare a vivere da qualcun altro? Sirius parve pensarci un po’ su.
“E tu, perché non mi avevi detto di Steven?” chiese Sirius in rimando, fissandolo con attenzione. Fu il turno di James di riflettere su quella domanda prima di rispondere.
“Perché mi vergognavo, pensavo che se aveste saputo tutto mi avreste considerato un assassino e non mi avreste più voluto bene..” spiegò James, distogliendo la testa. Sirius in risposta si mise a ridere, e James lo guardò male.
“E poi sono io quello pazzo?” chiese ancora Sirius, scoppiando a ridere. James riflettè per qualche istante sull’assurdità di quella situazione.
“Siamo due malati di mente..” constatò James, unendosi a quella risata. Rimasero lì, sospesi in aria a ridere per un po’, fino a che James non decise di abbracciare il suo amico Sirius, facendogli quasi perdere l‘equilibrio.
“Si, due idioti che stanno per cedere dalla scopa abbracciati.” disse Sirius leggermente spaventato. Nonostante anche lui facesse parte della squadra, non si poteva dire che Sirius amasse le evoluzioni pericolose sulla scopa. Lui era un tranquillo cacciatore, il suo compito era fare più punti possibile, era James quello che faceva il pazzo inseguendo quella microscopica pallida d’oro.
“Illuso, pensi che basti così poco a fare cadere il grande James Potter da una scopa?” chiese James, fingendosi sdegnato. Sotto di loro si era radunata una piccola folla, nella quale spiccavano una ragazza bionda e una dai capelli rossi. Tutti si chiedevano cosa avessero James Potter e Sirius Black da discutere, le due ragazze invece se i due avessero finalmente chiarito. I loro sguardi si incrociarono per caso, ed entrambe scoppiarono a ridere.
“Il grande James Potter non so, ma Sirius Black sicuramente!” rispose Sirius, guardandosi intorno preoccupato. Nella sua mente si vedeva già spiccicato per terra, con qualche osso rotto e Remus che rideva come un pazzo.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
graaaazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui.
mi scuso per l'improvviso rallentamento ma sapete, gli esami sono dannosi per le storie e mi portano via molto tempo che prima dedicavo a scrivere.
portate pazienza, e se vi annoiate andate a leggere un'altra mia storia che ho iniziato da poco, il titolo è  BROKEN MEMORIES. parla anche lei dei malandrini, e ci sono tre personaggi di mia creazione. diciamo che è una storia davvero particolare, a me piace molto ma non sta riscuotendo molto successo e non riesco a capire perchè.
ad ogni modo, passiamo ai ringraziamenti veri e propri!
MIKYVALE: grazie mille per il commento!
tranquilla, non c'è bisogno di chiedere perdono, mi fa moltissimo piacere che la mia storia ti piaccia, è questa la cosa davvero importante per me!

FINLEYNA 4 EVER: grazie del commento!
diciamo che lo scorso capitolo è stato un po' all'insegna della tenerezza. adesso però si torna alla storia, c'è una guerra da combattere dopo tutto, no?

SHIHO93: grazie mille del commento!
piaciuto il capitolo in cui James e Sirius fanno pace?

BRANDO: grazie mille del commento!
sono contenta ti sia piaciuto il capitolo "rosa", e bhe, non era il caso che Remus invitasse fuori a cena Tonks.. xD
per quanto riguarda Ginny ed Harry, ho deciso che si meritavano un po' di pace e che San Valentino era vacanza per tutti. a Bella penseranno dal prossimo capitolo in poi! xD

AYAPPE: grazie mille del commento!
mi fa piacere che tu ti sia ricreduta almeno un pochino su Zhoana, vedrai che questo personaggio alla fine si rivelerà perfetto per Sirius. la solita bellezza mozzafiato ma con un gran cervello amica di Lily mi sembrava banale.. xD

SMEMO92: grazie del commento!
diciamo che lo scorso capitolo è stato un po' un capitolo-pausa nel quale succede poco.. ogni tanto ci vuole, no?

LYRAPOTTER: grazie del commento!
dai, vedila così, se non ci fosse stato il problema Sirius-James sarebbe stato un capitolo noioso nel quale tutti si amavano e non succedeva niente. naturalmente scherzo, ma cmq dai, non è andata male a nessuno a parte Remus che non era troppo interessato di suo.
contenta che la magica coppia di amici ha chiarito?

TERRY93: grazie del commento!
spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se non si è scoperto nulla di Hermione e Ron..
lascio tutto alla tua immaginazione! xD
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sihu