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Autore: CathyEarnshaw    12/12/2009    3 recensioni
E' basata sullo spoiler recente dell'ultimo libro della Smith di questa saga, ho provato ad immaginare ... Non voglio dire altro. Scritta sotto il punto di vista del mio vampiro preferito.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie mille per la recensione di Erika90!!!! ho deciso di seguire il tuo consiglio ^^

“Fa più attenzione la prossima volta.” Mi dice e per posare la scopa nello sgabuzzino mi passa accanto.
Il mio corpo rabbrividisce alla sua vicinanza,il cuore manca di un battito,il respiro mi si ferma eppure riesco ancora a sentire il suo odore che per una volta non è quello del sangue, è come se il suo profumo fosse stampato nella mia mente.
Sto impazzendo,di certo.
Invece di fare il poeta avrei dovuto trattenerla,voltarla e baciarla,il vecchio Damon l’avrebbe fatto … sembra così semplice.
“Comunque,fa parte della buona educazione essere presenti quando si fa un discorso in DUE.”
Mi scappa un sorriso sulle labbra: “un discorso in due”, questa sì che è buona.
Si ferma d’avanti a me con un espressione preoccupata sul viso.
“Stai bene,Damon?”
Chissà quante volte ancora dovrò rispondere a questa domanda.
“ Sì, penso che uscirò un po’ però. Non sono abituato ad addormentarmi presto.”
Voglio uscire,voglio avere del tempo per me,per stare da solo e pensare a se VERAMENTE sto bene come dico … non lo so nemmeno io,mi sembra di essere un’altra persona.
La vicinanza di Elena mi confonde,non mi ha lasciato un secondo da quando siamo tornati dallo Shi No Shi: è vero,siamo stati per molto tempo vicinissimi e io sono certo che quello che provo per lei non è altro che amore,questa è la mia unica certezza adesso.
E forse lei lo sa, magari è per questo che vuole starmi vicino … devo dare la precedenza a me stesso,però.
“Da solo?”
La tentazione di portarla con me è fortissima,ma penso che non vorrei mai farmi vedere debole di fronte ad Elena.
Il mio orgoglio mi impedisce di dirle che forse non sto così bene come sembra.
“ Sì.”
Mi volto e senza pensare esco dalla cucina,dal soggiorno e poi dalla casa.
Mille strade,mille luci e colori mi si presentano davanti: Londra è bellissima,mi sono sempre piaciuti i posti grandi e appariscenti,eppure mi sento in soggezione in questo momento.
Prendo il Tube e mi dirigo a Trafalgar Square, lì vicino c’è un piccolo bar omonimo: ci entro.
E’ pieno di gente,la musica di sottofondo è fastidiosa,il bar è talmente pieno da diventare una camera a gas.
La mia camminata è spedita,anche se non sono sicuro di quello che sto facendo.
Volevo stare da solo,ma i piedi mi hanno portato in tutt’altro posto.
Cercavo la solitudine e adesso,invece, sono in mezzo ad un sacco di gente e ho una bruttissima idea.
Dio,mi sento uno schifo.
Non sono abituato,non so cosa voglio,non so cosa cerco,non so nemmeno cosa sto provando in questo momento.
Mi avvicino al piano bar e vedo diversi super alcolici: voglio ubriacarmi.
Voglio dimenticare per questa sera: Elena, me umano, me posseduto da Shinichi e mio fratello che non so dove sia.
Voglio essere solo Damon, voglio essere il Damon pazzo,cinico e menefreghista di un tempo.
Mi ubriacherò,sì, e poi ballerò nudo sulla fontana di Trafalgar Square, o qualcosa del genere.
“Signore,ha già chiesto?” mi chiede la cameriera felicemente sorpresa di scorgermi, mi guarda come se mi conoscesse già.
Ah,certo. Mi ricordo.
Sarà più semplice così.
“No, veramente sono venuto perché volevo vederti … Emily” le rispondo mentendo spudoratamente. Pronuncio il suo nome soffermandomi quasi su ogni lettera di questo.
Emily era stata una mia vecchia preda che (naturalmente) sperava di rivedermi.
“Davvero?” mi chiede lei sorpresa.
“Ti va una nottata indimenticabile?” le chiedo avvicinandomi al suo orecchio da sopra al bancone.
“Tra trenta minuti finisco di lavorare, lo so che non ami aspettare però …” si blocca sentendo il mio fiato sul suo collo.
Beh,non sono male come latin lover neanche da umano! “Ho tutta la notte,piccola.” Le sussurro all’orecchio,poi mi scosto velocemente e la sento riprendere il respiro.
“Mi dai qualcosa di forte?” le chiedo.
Lei mi versa in un bicchiere di vetro del Crown Royal e mi lascia accanto la bottiglia: a questo serve avere “un’amica” barista.
Bevo un sacco,dopo il primo bicchiere e mezzo già mi gira la testa. E’ assurdo, non avevo mai provato questo strano effetto degli alcolici,l’avevo solo sentito dire: mi sento leggero, pazzo di gioia.
Ho ancora una minima capacità di raziocinio,ma quando la ragazza mi viene vicino butto giù il terzo bicchiere di Crown Royal e perdo tutti i freni inibitori.
La porto fuori dal bar,scivolando un po’ e sbiascicando parole insensate.
La sento urlare, non so cosa sto facendo: non so nemmeno descriverlo perché non capisco più nulla.
So solo che ora sta urlando troppo e mi infastidisce questo.
E d’un tratto tutto mi diventa buio.
  
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