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Autore: sihu    19/12/2009    11 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 51
PARADISO DENTRO IL CASTELLO E INFERNO FUORI


Dopo il chiarimento di James e Sirius tutti tirarono un sospiro di sollievo, e ogni cosa tornò quella di sempre. Gli unici poco contenti della cosa furono i prefetti, che avevano vissuto il litigio tra i due come una specie di vacanza: con i due malandrini per eccellenza occupati a litigare le loro ronde erano diventate quasi inutili. Ai ragazzi però sembrava di vivere in un bel sogno, lontano da tutti i problemi del mondo reale. Dentro il castello il male non poteva entrare e la vita scorreva come sempre, tra una lezione e un test a sorpresa. Non c’erano esplosioni, attacchi, combattimenti e la guerra era lontana. Lily e James erano più innamorati che mai, esattamente come Sirius e Zhoana che ormai facevano coppia fissa da quasi un mese. Le ragazze del castello non avevano presa bene ma ormai avevano capito che non c’era nulla che potessero fare per dividere quella coppia così affiatata. Ormai l’unico single del gruppo, visto che anche Hermione, Ron, Harry e Ginny erano felicemente innamorati, era rimasto Remus. Il ragazzo tuttavia, non dava molto peso alla cosa. Di tanto in tanto usciva con qualche ragazza, ma non era mai niente di serio. Di solito prendevano un caffè insieme, parlavano un po’ e si lasciavano con la promessa di uscire ancora, cosa che non accadeva mai. Da quando aveva saputo di Ninfadora, Remus non faceva che pensare a come sarebbe potuta essere la sua vita con lei, e ogni volta concludeva che visto quanto era bello Teddy forse valeva la pena aspettarla. James e Sirius ci scherzavano su, ma rispettavano quella strana decisione. Tra le altre cose, da quando aveva saputo del suo futuro, di Dora e di Teddy, Remus era diventato meno insicuro riguardo a se stesso. Non si credeva più un mostro, e più di una volta aveva confessato agli amici di riuscire a vedere davanti a sé una vita quasi normale.
Harry, Ginny, Hermione e Ron, dal canto loro, erano ogni giorno più stupiti dalla somiglianza tra Zhoana e la loro amica Luna. Vedere Sirius e la ragazza mano nella mano che scherzavano insieme era quasi come riavere di nuovo la loro amica, anche se ovviamente il dolore per la sua perdita non era così semplice da cancellare.
I ragazzi cominciavano a credere sul serio che il futuro poteva essere cambiato, e avevano anche preso a fare progetti.
Fuori dal castello, invece, era il delirio più totale. Bellatrix aveva attaccato molti villaggi, babbani e magici. La donna si muoveva in modo disordinato, caotico, quasi stesse cercando qualcosa ma non fosse sicura circa dove trovarlo. Era fin troppo chiaro che la donna fosse sulle tracce di qualcosa, o forse di qualcuno, ma era difficile capire quale fosse lo scopo che la muovesse. Non aveva nessun piano se non quello di portare quanta più distruzione potesse lungo il suo cammino. Nulla sembrava importarle, nemmeno la sua stessa vita. Il ministero aveva messo sulle tracce della donna molti auror ma nessuno era riuscito a trovarla, né a scoprire nulla su di lei. James aveva provato a chiedere notizie al padre, un auror molto rispettato, ma nemmeno lui aveva saputo dirgli qualcosa. Tutti sembravano brancolare nel buio, e non si rendevano conto del pericolo che costituiva Bellatrix per l‘intero mondo magico.
Harry ormai aveva perso il conto di tutti gli articoli che aveva trovato sul giornale che parlavano della strega-oscura-e-misteriosa-che-uccide-senza-pietà, come la chiamavano i giornali. Ogni sera lui ed Hermione ne parlavano, insieme a Ginny, Remus e Lily. Cercavano di mettere assieme i tasselli e fare il punto della situazione, ma ogni volta non riuscivano a capire cosa passasse per la testa di quella pazza. Quando si sentivano vicini ad aver capito le sue intenzioni, c’era sempre qualcosa che sfuggiva loro e gli faceva mettere in discussione tutto quanto.
“A che pensi?” chiese Sirius ad un Harry molto pensieroso. Era una sera come le altre, e come al solito dopo cena si erano buttati sui divani della sala comune a riposarsi e a parlare un po’. Sirius aveva passato un po’ di tempo con Zhoana, ed era tornato da poco. Nella sala comune, chi sulla poltrona, chi sul divano e chi per terra, c’erano tutti.
“Bellatrix..” rispose il ragazzo, senza staccare gli occhi dal giornale che stava avidamente leggendo. Sul quotidiano magico erano riportati tutti gli attacchi dell‘ultima settimana, in gran parte opera di Bellatrix. Sembravano attacchi casuali, l’unica cosa che li univa era la ferocia con cui erano stati commessi. Il giorno prima era morto un uomo e un auror era stato gravemente ferito ad una gamba, quello prima ancora era stato il turno di una famiglia babbana, spazzata via in pochi secondi: padre, madre e tre figli, non si era salvato nessuno. Hermione sospirò, passando lo sguardo da Harry, preoccupato, a Ron, che leggeva un fumetto magico e ridacchiava. Come Ron potesse comportarsi da idiota nei momenti più impensabili era una questione che tormentava da tempo Hermione, la ragazza non era mai riuscita a trovare una risposta.
“Mia cugina non merita tutte queste attenzioni” osservò Sirius, togliendo il giornale di mano ad Harry e lanciandolo lontano.
“Invece si visto che per quello che sapevo io doveva essere morta.” sbuffò Harry, infastidito per l’interruzione. Lo irritava sapere che Bella era ancora viva. Vedere la sua orribile faccia sul giornale non faceva che ricordargli che l’assassina di Sirius, colei che aveva torturato Alice e Frank Paciok, era ancora viva e in libertà. Non era per niente giusto.
“Si deve essere finta morta per poter scappare e organizzare l’armata di mangiamorte che ha realizzato l’attentato. È tornata in circolazione dopo che voi siete partiti.” suppose Ginny, pensierosa. Improvvisamente tutto sembrava chiaro. L’avevano creduta morta durante l’ultima battaglia, invece doveva essere sopravvissuta in qualche modo, e per vendicarsi aveva organizzato quella terribile carneficina in cui erano morti tutti.
“Dannazione! Dovevamo fare più attenzione!” esclamò Harry, profondamente in colpa. Non riusciva a smettere di pensare che se avesse prestato più attenzione e si fosse accertato meglio della morte della donna, forse tutti i suoi amici sarebbero ancora vivi. Bellatrix in circolazione era certamente una minaccia da non sottovalutare, se si fosse unita al Voldemort di quel tempo e lo avesse informato sugli avvenimenti futuri sarebbe stata la fine per loro. In quel caso ogni tentativo di contrastarli sarebbe risultato vano.
“Harry, non puoi fartene una colpa.” lo consolò Ginny, accoccolandosi sulle sue gambe e prendendo ad accarezzargli dolcemente il viso. Harry non disse nulla, ma lasciò che Ginny lo stringesse forte e gli desse un tenero bacio sulle labbra.
“In ogni caso si tratta di una minaccia, dobbiamo avvertire Silente.” suggerì Hermione, preoccupata. Harry lanciò all’amica un’occhiata perplessa. Non era del tutto sicuro che raccontare tutto a Silente fosse una buona idea, la verità avrebbe potuto mettere in pericolo sia lui che tutti gli altri che invece loro volevano salvare.
“Ha ragione! Quella pazza conosce il futuro, potrebbe cercare di cambiarlo anche lei.” annuì James. Lily, alle sue spalle, non disse nulla, silenziosa e pensierosa. Scrutava con attenzione gli occhi del figlio, così simili ai suoi, cercando di percepirne i pensieri.
“Non penso, sarebbe già corsa da Voldemort in quel caso.” osservò Remus. Dopo tutto era passato parecchio tempo da quando Bellatrix era arrivata nel loro tempo. Febbraio aveva lasciato il posto a marzo, e fino ad ora non sapevano ancora niente circa le intenzioni della donna tranne che non erano sicuramente buone. Se si fosse unita ai mangiamorte, tuttavia, avrebbe preso ad agire con loro e invece il giornale riportava anche di stragi di mangiamorte. Bellatrix stava ancora combattendo da sola, la prova era che non si faceva problemi ad uccidere nessuno, sia che fosse un povero innocente sia che si trattasse di un terribile e crudele mangiamorte.
“Perché agisce ancora da sola?” chiese Lily, cercando di ragionare con calma su quello che stava accadendo. Qualunque fosse il suo obiettivo sarebbe stato più semplice ottenerlo con l’aiuto degli altri mangiamorte.
“Perché è pazza.” rispose Harry alzando le spalle.
“Dimmi qualcosa che non so..” disse Sirius ironico, riuscendo quasi a strappare un sorriso al suo figlioccio. Harry lanciò un’occhiata di gratitudine al padrino. Con lui al fianco si sentiva forte e allo stesso tempo al sicuro.
“Vuole la vendetta. Per il momento è interessata solo a dare la caccia a Teddy.” mormorò Ginny. Hermione guardò l’amica e improvvisamente capì. Bellatrix provava un profondo disprezzo per gli altri mangiamorte. Pensava di essere la sola degna di servire l’Oscuro Signore. Non avrebbe mai accettato l’aiuto di nessuno, e non poteva certo andare dal suo signore e dirgli che sarebbe stato fermato da un ragazzo. Bellatrix era pazza, certo, ma conosceva bene l’Oscuro Signore e sapeva che non tollerava i fallimenti. Probabilmente invece di aiutarla l’avrebbe fatta uccidere, e lei non avrebbe più potuto prendersi la sua vendetta contro Teddy, colpevole di avere disonorato la famiglia.
“Il piccolo è in pericolo allora!” esclamò Remus, preoccupato per il figlio. Teddy, quasi avesse intuito che si stava parlando di lui, cominciò a piangere. Hermione lo prese in braccio e cominciò a cullarlo, appena il bimbo si calmò lo passò al padre.
“Non permetterò che gli venga fatto del male!” lo tranquillizzò Harry. Era fermamente deciso a proteggere Teddy a qualsiasi costo, come Sirius aveva fatto con lui.
“Fino a che sta qui al castello è al sicuro.” riflettè Lily, Hermione annuì e poi le due ragazze si misero a discutere circa le misure di sicurezza che erano adottate per proteggere il castello e renderlo una delle roccaforti magiche più invalicabili.
“Ma perché lo odia così tanto? È suo nipote!” chiese James, incredulo, fissando quel bambino. Era semplicemente adorabile, ed era impossibile non innamorarsi di lui alla prima occhiata. Come poteva quella donna, che era anche la sua prozia, odiarlo così tanto?
“Teddy ha come genitori una strega mezzosangue e un mago contagiato dalla maledizione dei lupi mannari. È quanto più lontano possa esistere rispetto agli ideali dei Black, eppure ne fa parte a pieno titolo. Inoltre il fatto che il suo padrino sia un Potter non deve andarle proprio a genio..” spiegò Harry con calma. Ron non riuscì a trattenere una risatina, ma Sirius lo fulminò con lo sguardo.
“La cara cugina vuole eliminarlo, insomma. Come ha fatto con gli altri elementi sani di mente della famiglia.” concluse Sirius scuotendo la testa. Non era mai riuscito a comprendere cosa passasse per la testa dei componenti della sua famiglia né che senso avesse venerare la purezza del sangue fino a quel punto. Anche i genitori di James erano entrambi purosangue, ma erano completamente diversi dai Black. Robert Potter, tra le altre cose, adorava i babbani, i lupi mannari, gli elfi domestici e qualsiasi creature fosse differente da lui, indipendentemente dal fatto che possedesse o meno poteri magici. James gli aveva detto che suo padre gli aveva sempre insegnato che ciò che è diverso aiuta a crescere e a diventare persone migliori.
“Si, ma questa volta non gli basta cancellarlo da un arazzo. Lo vuole morto.” specificò Harry abbracciando forte la sua Ginny. Improvvisamente nella sala piombò il silenzio.
“Arazzo?” chiesero James, Remus e Lily quasi contemporaneamente, qualche istante dopo. Hermione sospirò e lanciò un’occhiata al suo ragazzo, sempre preso dal suo fumetto. Harry spiegò loro brevemente la storia dell’arazzo che si trovava a casa dei Black.
“Ad ogni modo Bella non farà del male al piccoletto. È figlio di un mio amico e di mia cugina. È un Black come me e deve riavere il suo medaglione. È suo di diritto.” disse Sirius sicuro, battendo il pugno sul tavolo. Lily guardò Sirius, e in lui vide una determinazione nuova, era disposto a tutto pur di aiutare Teddy.
“Lo consideri un Black anche se non è purosangue?” chiese Remus fissando l’amico dritto negli occhi. Sirius non ci pensò neppure un attimo.
“Proprio perché non è un purosangue sono felice che sia un Black!” esclamò Sirius sicuro, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Harry si era nuovamente assentato dalla conversazione, e aveva preso ad osservare incantato il giornale che era rimasto per terra a pochi metri da loro.
“Harry, che ti prende? Perché sei ancora pensieroso?” chiese Lily, preoccupata per il figlio.
“Stavo pensando a come è arrivata qui..” rispose Harry distrattamente.
“A che ti riferisci?” chiese Ron. Hermione in risposta gli lanciò un’occhiataccia che fece capire al volo al ragazzo la stupidità di quella domanda.
“Mago Merlino, ovviamente!” rispose ironicamente Ginny alzando gli occhi al cielo.
“Chi ci assicura che non ne arriveranno altri?” chiese Harry, più a se stesso che agli altri. Tutti rimasero in silenzio, senza sapere cosa dire.
“Possiamo solo augurarci che non accada.” sospirò Hermione alla fine.
Nei giorni seguenti i ragazzi furono occupati con lo studio, e il tempo per pensare a quello che accadeva nel mondo era sempre meno. Di lì a poco ci sarebbe stata la finale di Quiddicht e James, quando non studiava o era con Lily, era molto occupato a pensare schemi nuovi per la squadra. Sirius cerca di aiutarlo come poteva, ma era risaputo che quando si trattava di Quidditch James diventava intrattabile e non era propenso a dare retta nemmeno al suo migliore amico. L’unica persona da cui accettava consigli era Harry. Il padre gli aveva proposto di entrare in squadra, ma lui aveva rifiutato. Non se la sentiva più di giocare, ogni volta che saliva su una scopa era assalito dai ricordi delle partite giocate con i suoi amici, che non c’erano più. Tra le cose che la guerra gli aveva portato via c’era anche la sua passione per il Quidditch. C’era stato un tempo in cui volare e vincere le partire era tutto il suo mondo, ma quel tempo era ormai finito e lontano.
Ginny aveva anche notato che Harry spariva sempre più spesso. Improvvisamente si dileguava nel nulla e ricompariva dopo un po’ senza dire nulla a nessuno di dove fosse stato. La ragazza aveva provato a parlarne con gli altri, ma gli unici che le avevano dato retta erano stati Ron e Remus. Lily ed Hermione avevano decretato che la ragazza si preoccupava troppo e inutilmente, mentre James e Sirius erano decisamente troppo presi con l’imminente partita. Ginny non aveva insistito, ma non si era nemmeno data per vinta. Avrebbe risolto il mistero anche senza il loro aiuto.
Ron e Remus avevano provato a fare domande ma Harry rispondeva in modo vago. Diceva che doveva trovare qualcuno prima che fosse tardi, ma nessuno capiva a cosa si riferisse, nemmeno Ron. Insomma, a nessuno era dato sapere dove andasse o cosa facesse quando non era con loro. I ragazzi erano quasi sul punto di lasciare perdere, ma Ginny era decisa a risolvere quel mistero e arrivò alla conclusione che la cose migliore fosse seguire Harry senza dire niente a nessuno.
Il ragazzo aveva vagato per i corridoi del castello fino a ritrovarsi nel parco, sembrava senza metà. Harry si stava guardando intorno, quasi cercasse qualcuno. Ginny cercò di seguirlo senza farsi notare ma dopo qualche metro lo perse di vista a causa della confusione. Nel parco c’era molta gente, troppa per capire chi diamine stesse cercando Harry. La ragazza provò senza successo a cercare qualche viso conosciuto tra quelli che c‘erano intorno a lei.
Improvvisamente un gruppo di ragazzi più rumoroso degli altri attirò l’attenzione di Ginny. Erano Serpeverde, e se la stavano prendendo con dei Corvonero del primo anno. La ragazza sentì il sangue ribollirle nelle vene per la rabbia. Tra gli attaccabrighe riuscì a riconoscere Piton, Nott e Zabini. Seduto nell’erba a qualche metro di distanza c’era anche Regulus Black, ma sembrava che fosse del tutto disinteressato a quello che gli accadeva intorno, quasi infastidito. Stava per intervenire, quando sentì qualcosa tirarla per un braccio e si ritrovò sotto il mantello dell’invisibilità, a pochi centimetri da viso di Harry.
“Mi hai seguito?” chiese Harry a bassa voce, per non farsi sentire. Ginny non disse nulla, ma abbassò la testa.
“Dannazione, l’ho fatta grossa..” si ritrovò a pensare la ragazza dai capelli rossi.

***
La zona ad est di Diagon Ally era famosa per essere una delle più tranquille di Londra, ma quel giorno la tranquillità della zona venne sconvolta da un mangiamorte. L’uomo era comparso d’improvviso nel giardino di una villetta come tutte le altre, dove una bambina giocava tranquilla in giardino tra i fiori coltivati dalla madre. Senza dire una parola alzò la bacchetta e si preparò a colpire la piccola. Prima che la bimba riuscisse ad urlare però, l’uomo cadde riverso a terra, morto.
“Grazie per averli uccisi signora.” mormorò con una vocina squillante una bambina con grandi occhi azzurri e stranissimi capelli rosa. Di fronte a lei stava una donna con i capelli scuri. La donna era avvolta in un lungo mantello nero, il suo volto era segnato da tante battaglie, e ai suoi piedi stava il mangiamorte morto.
La strega scura alzò lo sguardo sulla bambina, mentre un ghignò le si disegnava sul viso. Finalmente l’aveva trovata, la sua vendetta poteva finalmente avere inizio.
“Se fossi in te non gioirei..” mormorò tetra la donna. Proprio in quel momento la porta si aprì di scatto e la madre della bambina, attirata dal trambusto, corse verso la figlia. Bellatrix sorrise dell’espressione spaventata della sorella Andromeda, colei che per prima aveva insudiciato in nome della loro famiglia.
“Ferma, non farlo! “urlò disperata Andromeda abbracciando forte la piccola e parandosi tra lei e la maledizione appena scagliata dalla sorella.
“Mamma!” strillò la piccola, mentre la donna cadeva a terra colpita dall’incantesimo della donna oscura e misteriosa.
“Come hai potuto? Sei più cattiva di loro!” pianse la bambina, mentre la strega oscura rideva in modo sadico. La piccola Ninfadora, in lacrime, cominciò a chiamare a gran voce il nome della mamma, nella speranza che si svegliasse, e quello del papà anche se sapeva che si trovava al lavoro e che non poteva fare niente per aiutarle.
Prima che la donna potesse scagliare un nuovo incantesimo, un mago comparve dal nulla.
“Ferma dove sei.” intimò l’uomo, che indossava la divisa del corpo degli auror. Aveva uno sguardo severo, in grado di incutere terrore.
“Guarda chi c’è.. Potter Senior. È un onore vedere il grande auror, non sei ancora in pensione?” chiese Bellatrix, lanciando un’occhiata divertita alla sorella riversa a pochi metri da lei. Si sarebbe sbarazzata di quel Potter e poi avrebbe ucciso anche quella piccola mezzosangue, impedendole di mettere al mondo un sudicio ibrido mezzosangue.
“Chi diavolo sei?” disse tra i denti Rober Potter, tenendo la bacchetta puntata sulla donna. La strega che aveva di fronte era molto simile ad Andromeda, per la precisione sembrava la sorella, Bellatrix, solo che era troppo vecchia per esserlo.
“Hai detto bene, sono il diavolo.” sussurrò lei, lanciandosi all’attacco. Partirono maledizioni da entrambe le parti, ma sia Bella che Robert avevano i riflessi pronti.
“Bellatrix Black? Non è possibile, dovresti essere una ragazzina.” esclamò Robert Potter, lanciando un’occhiata alle spalle della donna. Andromeda era a terra da troppo tempo, non si era ancora mossa e Ninfadora non aveva ancora smesso di chiamare la sua mamma con voce disperata. Robert sapeva che doveva sbrigarsi, non c’era tempo da perdere.
“Sorpresa.” rispose divertita Bella, lanciando una maledizione che colpì l’auror al braccio che cominciò subito a sanguinare copiosamente. Robert Potter imprecò a mezza voce.
“Dimmi cosa hai fatto! Deve essere una magia oscura, dico bene?” chiese Robert, cercando di distrarla e di avvicinarsi ad Adromeda.
“Sei tu l’auror, no? Scoprilo!” disse Bellatrix cominciando ad esultare, ormai pensava di avere in pugno la situazione. Proprio in quel momento l’auror lanciò un incantesimo contro la donna, scagliandola lontano e facendole battere la testa contro il bordo della strada. Bellatrix perse i sensi, e Robert sfruttò l’occasione per correre da Andromeda. Strinse la mano della donna e abbracciò la piccola Ninfadora, poi si smaterializzò lontano, nel primo posto che gli saltò alla mente.
Dorea Potter stava parlando con un’amica attraverso il camino quando vide il marito comparire nel loro salotto con un braccio sanguinante, una giovane donna ferita e una bambina spaventata che urlava frasi prive di senso. Senza pensarci due volte Dorea salutò l’amica e corse da quello strano gruppo che non si era ancora mosso dal punto in cui si era materializzato.
“Sei ferito?” chiese Dorea al marito, abbracciando la bambina e trascinandola lontana dalla madre. Ninfadora lasciò che la donna sconosciuta la abbracciasse e pianse tutte le sue lacrime appoggiata alla sua spalla.
“Non è niente.” rispose Robert, scuotendo la testa e cercando si sentire il polso di Andromeda. Dannazione, non poteva morire.
“Stai sanguinando parecchio, fammi vedere.” implorò la moglie, mentre Ninfadora le si stringeva più forte addosso, ancora terrorizzata.
“Pensiamo ad Andromeda.” rispose il marito. Il battito della donna era debolissimo, e aveva perso molto sangue, ma era ancora viva.
“Robert, è tardi..” disse la donna in un sussurro, mentre il volto le si riempiva di lacrime. Robert Potter per la prima volta nella sua vita non prestò attenzione alla moglie, e continuò a occuparsi della ragazza ferita.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
graaazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui!
ringrazio di cuore tutti coloro che leggono, commentano e sostengono in qualsiasi modo la mia storia.
la mia ammirazione va soprattutto a coloro che si affacciano ora alla storia e si vedono costretti a recuperare in poco tempo tutti questi capitoli.. avete una tenacia non indifferente! :D

FINLEYNA 4 EVER: grazie per il commento e per i tuoi auguri per gli esami.. ne avrò bisogno! :D
era decisamente ora che James e Sirius si chiarissero, quando non si parlavano era davvero un problema, tutti erano preoccupati e non facevano nulla... bisognava assolutamente risolvere la cosa!

SHIN_86: grazie mille per il commento!
no problem, so bene che il tempo è una risorsa scarsa. hai tutta la mia comprensione! :D
James e Sirius che fanno pace si commentano da soli, Remus è più malandrino perchè non ha ancora passato quelle esperienze che lo segneranno. lui stesso, nel terzo libro, dice ad Harry che Hogwarts era la sua casa e che li si divertiva e stava bene. a mio parere, se James e Lily non fossero morti e Sirius non fosse finito il prigione Remus sarebbe rimasto così spensierato!

BRANDO: grazie mille per il commento!
e finalmente si torna all'azione, anche fin troppa forse..

SHIHO93: grazie per il commento!
spero di non averti fatto aspettare troppo! :D

SMEMO92: grazie per il commento!
eh si, adesso che i personaggi sono riposati possono tranquillamente riprendere a preoccuparsi e forse anche a combattere.
bellatrix è tornata in circolazione e ha sferrato un attacco molto doloroso.

ELYS: grazie mille del commento!
mi fa piacere che la mia storia ti abbia appassionato. se ti sei letta tutti i capitoli d'un fiato hai tutta la mia ammirazione! :D

LYRAPOTTER: grazie del commento!
sono felice che tu sia felice che quei due hanno chiarito! :D
diciamo che per farmi perdonare per averli fatti litigare una riappacificazione fatta bene era di dovere. sennò sarei stata linciata!
come hai detto Bellatrix è riapparsa, e adesso cominciano i problemi.

PAGNOTTELLA: grazie per il commento!
mi fa piacere che la mia storia ti appassioni. per Peter garantisco io, non torna. ti assicuro che con tutta la fatica che ho fatto per trovare un'idea per farlo sparire, un possibile ritorno è davvero l'ultimo (per non dire inesistente) dei miei pensieri!
  
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