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Autore: Xion92    19/12/2009    5 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma quanto sono brava! Il capitolo nuovo lo pubblico oggi! E purtroppo non faccio in tempo a rispondere ai commenti, devo scappare in palestra, sennò il maestro mi saccagna di botte! xD
E da questo capitolo ricomincia l'azione, yeaah!

L'incontro

Tutti gli amici di Kairi, quando arrivò l’una di notte, augurarono un buon Natale e si avviarono per tornare alle loro case per dormire.
Kazi salutò Mog e Angel più affettuosamente degli altri, poi decise di andare a dormire anche lui. Per il giorno di Natale doveva essere ancora più in forma, dato che aveva intenzione di andare in giro per la città e fare personalmente gli auguri ai suoi sudditi.
Dunque lui e la madre andarono a dormire. Ma, verso le quattro di notte, Kairi sentì un forte battito alla sua finestra. Come se qualcuno stesse bussando. La principessa si alzò con gli occhi gonfi di sonno.
‘E adesso chi c’è a quest’ora? Babbo Natale?’ si chiese sarcastica.
Ma quando aprì, rimase sorpresa. “Gabbiani! Che ci fate qui a quest’ora di notte?! Voi che non vi fate mai vive con nessuno! Aspetta, lasciatemi indovinare … Volete per caso lamentarvi perché Fratello ci prova con Yuna di continuo? Potevate anche venire a dirmelo di giorno, però.”
“Principessa, non scherzare!” gridò Rikku arrabbiata. “è una cosa seria, e siamo venute ad avvisarti! Affacciati al balcone; cosa vedi laggiù?”
Kairi, incuriosita, si affacciò e guardò giù. E quello che vide la fece sbiancare.
“Unversed! Unversed dappertutto!”
Infatti era accaduto quello che Kairi aveva sperato non accadesse mai: un’invasione, ma non una cosuccia da poco, era un attacco in massa vero e proprio!
Per la sorpresa e la paura la ragazza si lasciò sfuggire una parolaccia.
“Dobbiamo fermarli subito! Presto! Andate a chiamare Leon e gli altri, ditegli di raggiungerci immediatamente!”
Poi si voltò e corse nella camera del figlio, che dormiva profondamente, e si mise a scuoterlo.
“Svegliati! Svegliati, Kazi!”
“Mmmh … Mamma …? Che c’è? …”
“Sst. Alzati, presto. Vieni a vedere.”
Kazi, stanchissimo e coi capelli più scompigliati del solito, guardò giù dalla finestra.
“Oh oh … e adesso cosa facciamo, mamma?”
“Tu resta qui, va bene? Io e gli altri cercheremo di fermarli.” Poi si inginocchiò, lo afferrò per le spalle e lo guardò negli occhi. “Non muoverti assolutamente! Quelli non sono come gli Heartless, sono molto più pericolosi!”
“Ma allora … Anche tu corri dei rischi andando laggiù …”
“è normale. Rischiare la vita per il regno è il compito di un principe. Ma non preoccuparti, non mi succederà niente.”
“Mamma …” Kazi quasi si mise a piangere “Non andare. Non lasciarmi da solo. Ho paura.”
“No, tu non hai paura, non hai nessun motivo di avere paura.”
Lo abbracciò forte, come se avesse intuito che qualcosa sarebbe presto successo.
“Aspettami qui. Io torno presto.”
Poi lo lasciò nella stanza, corse nella sua a mettersi l’armatura e il mantello e si precipitò dabbasso.
“Ora dovrete trattare con me, vi insegnerà la principessa a non invadere il suo regno!”

Kazi, rimasto solo, si attaccò alla finestra e seguì con lo sguardo il procedere dello scontro. La mamma era fortissima, e sembrava cavarsela, ma il numero di nemici era elevato, e questo era un punto a suo svantaggio. Magari mentre lei si occupava di un mostro, un altro la prendeva di sorpresa da dietro. E l’aiuto di Cloud, Leon e Yuffie non serviva a molto. Il bambino vedeva la situazione precipitare.
“Mamma, attenta alle spalle!” gridò quando vide un Unversed che stava per saltarle sulla schiena, e si mise a battere con la mano sul vetro per farsi sentire. Ma ovviamente, come poteva farsi notare da quella distanza?
Allora si mise a riflettere intensamente. Lui voleva scendere ad aiutarli, ma come poteva, quando la mamma gli aveva raccomandato di starsene buono in casa? Ma per una volta, Kazi decise di disobbedire.
“No! Ha bisogno di me! Devo andare ad aiutarla!”
Velocemente, si tolse il pigiama, si mise il vestito nuovo con l’armatura, si infilò al collo la collana, ma nella fretta si scordò il mantello. Uscì a razzo dalla sua stanza, si precipitò giù per le scale, e uscì dal castello.
C’era la neve alta che limitava molto il movimento, e faceva maledettamente freddo quella notte. Ci saranno stati -10°C. Kazi, stringendo i denti, si mise a correre verso la città. E quando arrivò, notò che un Unversed stava per attaccare sua madre. Allora richiamò il Keyblade di luce, gli si buttò addosso, e con un colpo lo fece dissolvere. Kairi lo guardò sorpresa e arrabbiata.
“Cosa fai qui?! Ti avevo detto di aspettarmi al castello!”
“Volevo solo aiutarti, mamma!”
“Torna subito a casa, Kazi!”
“No!”
Ma il dialogo venne interrotto da un altro mostro che si frappose fra i due. Questo, dovendo scegliere chi attaccare, notò che il bambino sembrava più indifeso della ragazza, quindi optò per lui. Il principe, pronto, si scansò e contrattaccò. Kairi avrebbe voluto aiutarlo, ma anche lei aveva i suoi problemi. Kazi dovette quindi occuparsene da solo.
E fu un attimo. Il mostro, quando notò che Kazi stava avendo la meglio su di lui, decise di battere in ritirata, aprì un passaggio oscuro e ci si gettò dentro. In quell’attimo, Kazi, che non aveva sospettato di nulla, era nel bel mezzo di un salto, mirando all’Unversed. Perciò, in quell’attimo, mentre il mostro si stava dissolvendo nel passaggio buio, in quell’abisso oscuro ci finì anche lui.
Fu un solo attimo, e in un attimo, finì tutto. In un istante, Kazi era sparito.
L’attimo dopo, Kairi si voltò per controllare se il figlio stesse bene. E quando non vide più nessuno, si sentì gelare il sangue.
“Kazi … Kazi?”
Ma nessuno le rispose. Allora, con l’angoscia che le attanagliava le viscere, lasciò perdere gli Unversed e si mise a cercarlo lì intorno.
“Tesoro, dove sei? Vieni dalla mamma, Kazi!”
La sua voce era sempre più scoraggiata. E quando comprese che nessuno le avrebbe risposto, un presentimento terribile la avvolse: Kazi era stato mangiato da uno di quei mostri.
Quel bambino era stato concepito per sbaglio, l’atto di amore che aveva legato lei e Sora era durato un attimo; la stilla di luce che aveva bucato l’uovo era comparsa in un attimo; il figlio era stato portato alla vita in un attimo. E in un attimo era sparito, come se non fosse mai esistito.
“Il mio piccolo!” gridò Kairi disperata, si coprì gli occhi con le mani e si lasciò cadere in ginocchio sulla neve, in quella notte di Natale, piangendo e gridando con la disperazione di una madre che ha perso l’unica cosa importante che ha al mondo. "No, lui no ... Non ha fatto niente ... Non vendicatevi su di lui!"

Kazi riaprì gli occhi, completamente illeso, e la prima cosa che notò fu che non era più al Radiant Garden. Era in un immenso bosco, di notte, con quell’Unversed schifoso che l’aveva portato fin lì. Il desiderio di vincere sul mostro ebbe la priorità, e Kazi, furioso per essere stato trascinato via da casa sua, gli si scagliò contro per eliminarlo. L’Unversed però, nonostante fosse allo stremo, riuscì, con un salto, a schivare il Keyblade e a saltargli sulla schiena, uno dei pochi punti non protetti dall’armatura. Si aggrappò alle spalle del bambino, che quando capì che in quella posizione l’Unversed non poteva essere attaccato, cercò di agitarsi per scrollarselo di dosso. Il mostro, a quel punto, sollevò una zampa, provvista di due artigli affilati lunghi almeno dieci centimetri, e con una zampata gli lacerò la schiena. Il bambino, all’improvviso, sentì un dolore lancinante e profondo al dorso, e preso dal terrore e dalla rabbia riuscì a levarsi la creatura di dosso, dopodiché riuscì a finirla. Aveva vinto, ma era spossato e stanco.
Pioveva. Una pioggia forte e violenta. Kazi, distrutto, si lasciò cadere sdraiato a pancia in su, senza curarsi che per terra era completamente infangato, e rimase lì alcuni minuti senza riuscire a muoversi. Dopo un po’, sentì una strana sensazione. Allora si alzò, e guardò il punto in cui era stato sdraiato. Il fango si era colorato di rosso. Spaventato, cercò di toccare con la mano i punti feriti, e quando si controllò la mano, era diventata rossa anche quella. Quei graffi stavano lasciando scorrere via dal corpo tutto il sangue; ne stava uscendo troppo. Kazi si sentiva debole ed esausto.
Ma comprese che non poteva starsene lì, al freddo, sotto la pioggia. Se avesse trovato qualcuno, forse avrebbe potuto salvarsi. Aguzzò lo sguardo, e cercò di distinguere, nel buio, una casa, una luce, una qualunque cosa che potesse indicargli la presenza di persone. Ma non vide niente di niente. L’unica cosa che vide furono gli alberi della foresta in cui si trovava. Alberi antichi, che si ergevano come mostri spaventosi. Kazi era un principe, certo, ma era anche un bambino di cinque anni; non era mai uscito dal suo mondo prima, e l’unica volta che era stato al mondo di Ercole, ci era andato con Cloud, e comunque quel mondo era molto più ospitale di questo. Il bambino cominciò a tremare dalla paura, e decise che come prima cosa doveva trovare un posto dove ripararsi: sarebbe morto di freddo, se fosse rimasto sotto la pioggia. Non riusciva quasi a camminare, con la schiena ferita, e cercò di trascinarsi come meglio poteva per cercare riparo da qualche parte. Ma, per quanto cercasse, non trovò nulla, nemmeno una grotta. E sotto gli alberi non poteva ripararsi, dato che era inverno e le foglie erano tutte cadute. Continuò a cercare in giro, e ogni minuto che passava, sentiva le forze diminuire e la febbre alzarsi.
Alla fine, sfinito, si accasciò a terra, intirizzito, semisvenuto, mormorando e chiamando il nome di sua madre. Ma era inutile, lo sapeva: questa volta non avrebbe potuto salvarlo, nessuno dei suoi amici lo poteva salvare. Di certo sarebbe morto assiderato o dissanguato. Allora si ricordò quello che il giorno prima aveva chiesto a Kairi:
“Non rivedremo mai più il nonno?”
“Un giorno lo rivedremo …”
Allora aprì appena gli occhi, e pensò ‘Nonno, ho paura, ho freddo, vienimi a prendere …’

Non lontano da lì, nel bel mezzo della notte, un ragazzo di 22 anni si svegliò all’improvviso. Si stropicciò gli occhi, e quando si sentì sveglio, scese dal letto, uscì fuori dalla sua cabina della Gummi Ship, corse in quella del suo migliore amico e cercò di svegliarlo.
“Riku … Riku! Dormi?”
L’altro ragazzo si svegliò. “Dormivo …”
“Riku, stammi a sentire: c’è qualcuno la fuori.”
“Certo, hai ragione. Ora torna a letto.” Rispose l’altro sarcastico.
“Smettila! Qualcuno la fuori ha bisogno di noi!”
Riku stavolta si svegliò per davvero.
“E ti pare una novità? Ci sono un sacco di poveri civili che si disperdono per colpa degli Unversed. Ogni tanto ne troviamo uno in giro … Ti ricordi la settimana scorsa, quell’uomo che abbiamo trovato nella campagna? Era talmente malridotto che non si ricordava nemmeno come si chiamava! Quando l’abbiamo riportato a casa, ormai i suoi parenti ci baciavano i piedi!”
“Si, mi ricordo. Ma c’è qualcuno anche stanotte in giro.”
“E tu come lo sai?”
“Lo sento.”
“Sora, se stessimo a sentire i presentimenti che hai di continuo, Master Xehanort ci avrebbe ammazzati da un pezzo!”
“Riku, devi ascoltarmi! Fidati! Muoviti, andiamo a cercarlo!”
Riku lo guardò storto. “Io non ci esco là fuori con questo tempaccio. Se vuoi cercare questo fantomatico disperso, vacci da solo.”
Sora lo guardò male. “Va bene. Ci vediamo dopo.”
“Tu sei matto! Buona ricerca!” e si rimise a dormire.

Sora si vestì bene, si infilò la giacca, uscì dalla Gummi Ship e corse fuori.
Nel corso di sei anni era cambiato completamente. Era diventato un ragazzo alto, forte, con una muscolatura possente, ed era maturato anche nel cuore e nell’anima. L’unica cosa che era rimasta uguale erano gli occhi: azzurri, con lo sguardo dolce, amichevole e buono di sempre, che non riuscivano ad ignorare chi si trovava nei guai. Ma dal giorno in cui era partito da casa, si erano velati di una tristezza perenne. Ma lui stava sempre attento a non mostrare a nessuno la sua malinconia, specialmente ai suoi compagni, quindi loro non si erano nemmeno accorti della differenza.
Il guerriero incominciò a cercare in giro, spingendosi sempre più lontano dalla Gummi Ship. Sapeva che qualcuno di importante aveva bisogno di aiuto, e aveva deciso che non sarebbe tornato alla navicella senza averlo trovato.
Continuò a cercare e intanto teneva le orecchie tese (in quegli anni aveva allenato moltissimo l’udito), se mai quel qualcuno avesse chiamato aiuto.

Kazi intanto, si risvegliò per un rumore. Rimase in silenzio e immobile, guardando verso il cespuglio da dove era venuto il suono.
Dopo poco, sbucò dal fogliame un grosso Unversed, probabilmente attratto dall’odore di sangue. Kazi, terrorizzato, sapeva che in quelle condizioni non avrebbe potuto combatterlo. Sperando di non essere scoperto, cercò di fuggire strisciando ventre a terra. Ma non fu così fortunato: l’Unversed lo notò quasi subito. E in un attimo gli fu addosso. Lo bloccò spalle a terra, e il bambino e il mostro si fissarono negli occhi per un istante, il blu nel rosso.
A Kazi in quel momento passò tutta la vita davanti. Lui avrebbe dovuto diventare il più grande principe del Radiant Garden, e invece sarebbe morto così, a cinque anni, in maniera orribile, tra le fauci di un mostro.
‘Bene’, pensò il bambino ‘se il destino ha deciso così, allora morirò’.
Ma non sarebbe morto gridando dal terrore: oh, no! Avrebbe mantenuto il suo sguardo fiero, e avrebbe fatto vedere a quell’orribile creatura come muore un vero principe!
L’Unversed abbassò il muso su di lui, spalancò la bocca e gli serrò la faringe con le fauci. Kazi sentì le zanne penetrare nella gola. Il dolore era atroce, e sapeva che sarebbe morto per soffocamento. Tuttavia rimase immobile, con gli occhi aperti fissando il cielo nuvoloso, mentre sentiva l’aria mancare.
Un attimo dopo, l’Unversed venne scaraventato via con forza da sopra il bambino. Kazi, con quel poco di vita che gli rimaneva, cercò di vedere chi l’avesse salvato. E vide un ragazzo alto e forte, uguale al ragazzo che c’era nella foto a casa.
Quando il mostro fu ucciso, Sora si precipitò di fianco a Kazi per capire se fosse morto o vivo. Il bambino sussurrò:
“Nonno, sei tu? … Sei venuto a prendermi? …” poi richiuse gli occhi.
Sora, che aveva sentito, gli tastò il polso, poi gli premette una mano sul cuore. E sentì dei battiti, anche se deboli.
‘è ancora vivo!’ pensò. Poi gli sentì la fronte: scottava.
‘Sta molto male …’. Senza aspettare oltre, lo prese in braccio per portarlo in salvo. E scoprì le lacerazioni sulla schiena.
‘Sono delle ferite molto profonde … Se non faccio subito qualcosa, può morire da un momento all’altro.’.
Se lo cacciò sotto la felpa per tenerlo al caldo, e tornò indietro di corsa.

“Riku! Paperino! Pippo! Svegliatevi!”
Tutti si alzarono e si precipitarono a vedere.
“Un altro bambino disperso?! È il terzo, questa settimana, che ritroviamo, quack!” gridò Paperino indignato.
“Presto, ha la febbre alta, è ferito! Aiutatemi a curarlo!” gridò Sora, terrorizzato che quel bambino potesse morirgli in braccio.
Tutti osservarono il bambino. Aveva un aspetto davvero miserevole: era macilento, pallido e coperto di sangue, e i capelli così impastati di fango tanto che non si riusciva nemmeno a capire di che colore fossero.
“Si, aiutiamo questo povero piccolo!” assentì Pippo, che era sempre accondiscendente.
Riku decise: “Decisamente, finché non sarà guarito dovrà per forza stare con noi. E poi lo rimanderemo a casa!”


Note mie: siete contenti? No, dico, siete contenti, avvoltoi?! Dopo una ventina di capitoli di sofferenza, in cui la domanda costante di tutti quanti è stata "quando torna Sora?" gliel'ho fatta a farlo riapparire. Ditemi cosa ne pensate! E ... buon Natale a tutti!
   
 
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