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Autore: miseichan    21/12/2009    19 recensioni
"Per quanto forte, potente e indistruttibile tu sia, devi sapere che i ricordi avranno sempre la meglio!” Il che non sempre è un male, ci sono volte in cui anzi è piacevole, gratificante. Purtroppo in altre occasioni ricordare è doloroso: ad esempio quando l'oggetto dei ricordi è qualcosa, o più precisamente qualcuno, che non è più al tuo fianco. Un qualcuno di cui semmai eri anche follemente innamorato, un qualcuno per cui avresti dato tutto te stesso. Sempre lo stesso qualcuno che ora vorresti solo vedere morto... o quantomeno riuscire a dimenticare. STORIA SOSPESA PER VACANZE ( brevi )… scusate!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Midnight Lovers'
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14 bacio

 

 

*

 

Ilaria

 

Stavo per aprire la porta quando uno sbadiglio mi colse di sorpresa.

Ero esausta, quasi non ce la facevo a reggermi in piedi: chissà per quale miracolo ero ancora discretamente salda sulla gambe! Quando riaprii gli occhi vidi un ragazzino che, tutto sorridente, mi teneva aperta la porta.

- Buongiorno-

Mi fece con aria strafottente, sorridendo scocciato e sollevando le sopracciglia come ad incitarmi a darmi una mossa. Entrando nel bar gli feci un cenno per scusarmi di avergli sbadigliato in faccia e lui se ne andò ridacchiando apertamente. Come gli avrei mollato un bel ceffone su quel faccino che si ritrovava!

Cercai con lo sguardo Veronica e la vidi ad un tavolo in fondo alla sala, vicino alla finestra. Mi tolsi la giacca, confortata dal calduccio all’interno del locale. Presi posto di fronte a lei: leggeva una rivista bevendo cioccolata calda. Non alzò lo sguardo su di me nemmeno quando mi fui seduta, perciò mi rivolsi a lei con voce acida:

- ‘Giorno anche a te, Vero-

Riuscii a dire solo questo perché poco dopo stavo sbadigliando di nuovo, riuscendo a mala pena a coprirmi la bocca con la mano. Veronica mosse le dita come a dirmi di aspettare, io mi allungai sul tavolo curiosa di vedere cosa stesse leggendo di tanto accattivante: Gossip. C’era da aspettarselo.

Avevo sempre odiato il gossip: esplicito esempio di come per tutti la privacy fosse un puro e semplice optional. Tirai fuori dalla borsa il libro che dovevo finire: Identità al buio, di Coben. Un giallo a dir poco affascinante, che avrebbe potuto conquistare anche Vero… oh, per favore, che battuta avevo fatto!

Scoppiai a ridere, attirando su di me l’attenzione di quelli seduti ai tavoli vicini, ma non avevo saputo resistere: l’immagine di Vero con un libro in mano era a dir poco esilarante.  Veronica era la mia migliore amica ma se avessi dovuto spiegare a qualcuno come fosse possibile, non avrei saputo farlo.

Eravamo completamente opposte: lei bionda, alta, occhi blu, avrebbe potuto fare l’indossatrice; io bruna, sicuramente meno alta di lei, occhi nocciola ma non era solo l’aspetto fisico a differenziarci. Ci conoscevamo ormai da più di dieci anni, e potevamo tranquillamente affermare di sapere tutto l’una dell’altra: i pregi, i difetti, le manie, tutto. Se io ero riservata, sensibile, costantemente indecisa, silenziosa, lei era esattamente complementare a me.

Gli opposti si attraggono, no? Lo dicono tutti, e prima o poi si viene a scoprire che non vale tanto per ragazzo e ragazza, ma fra amiche invece sì, può funzionare. Potrebbe sembrare assurdo dire che non abbiamo niente in comune ma forse ad unirci erano proprio tutte le nostre diversità. Ogni qual volta dovevo farle un regalo, le compravo una cosa che a  me non sarebbe mai piaciuta: un vestito che non avrei mai indossato, una borsa inguardabile… se era orribile, era perfetta per Vero. E lo stesso faceva lei. Un’amicizia anomala la nostra, irregolare e ineguagliabile. Fantastica nella sua irrealtà. Eccezionale nella sua unicità.

Sorseggiai la sua cioccolata calda e in quel momento Vero chiuse con un gesto deciso il giornale che aveva davanti. Mi guardò con gli occhi sgranati dalla sorpresa:

- Non ci crederai mai! L’ultimo scoop di Hollywood è che…-

Forse notò il mio scarso interesse perché lasciò cadere il discorso e sospirando disse:

- E va bene. Se non vuoi che mi faccia gli affari degli altri mi farò quelli tuoi! Si può sapere ieri sera che hai combinato?-

Quasi mi andò di traverso la cioccolata. La guardai con fare innocente e risposi, il più candidamente possibile:

- Io? Niente! Te l’ho detto che rimanevo a casa-

Veronica fece una risata e con aria di chi la sapeva lunga ribattè, sicura:

- Tesoro, non hai mai saputo mentire, credevo lo sapessi. Ti conosco troppo bene: qualcosa hai fatto…-

Lasciò la frase incompleta ed iniziò a studiarmi con attenzione. Si sporse verso di me per guardarmi meglio in faccia. Poi sorrise, colta da un’illuminazione improvvisa e mormorò a voce bassa e decisa:

- Sei uscita-

Involontariamente, come a farmi beffe di quel poco di intelligenza che mi illudevo di avere, arrossii: prova a dir poco schiacciante della mia colpevolezza. Veronica sbattè la mano sul tavolo, con fare vittorioso:

- Lo sapevo! E con un ragazzo anche!-

Feci per negare ma niente da fare, aveva già capito tutto.

- O mio Dio! Chi è? Dimmelo! Devi dirmelo, Lari!-

Sentendo quel soprannome l’imbarazzo cedette il posto al risentimento. Non mi piaceva quel nomignolo, o almeno non mi piaceva più e lei lo sapeva. L’aveva fatto apposta, per provocarmi.

- Non c’è nessun ragazzo Vero!-

- Oh, sì che c’è. E devi farmelo conoscere assolutamente! Mi dici chi è? Per favore-

Quelle parole. Dio, quand’era stata l’ultima volta che avevo sentito quelle stesse identiche parole?...

 

Ero a casa di Vero, ci stavamo preparando per uscire: la sua camera sembrava un salone di bellezza.

Lei era seduta davanti allo specchio e si stava truccando, io mi ero accomodata per terra, di fronte all’armadio, e da buoni venti minuti stavo pensando a cosa potessi mettermi. Mi ero quasi decisa a chiedere un consiglio a Veronica, quando lei prese un bel respiro e parlò:

- Perché non me lo dici?-

Continuai a guardare all’interno di quell’armadio a dir poco immenso e senza girarmi le chiesi a cosa alludesse. Lei sospirò e continuò:

- Con chi esci. E’ questo che voglio sapere! Perché non me lo dici?-

Rimasi un attimo interdetta: lo sapeva? Oddio! E che avrei dovuto dirle?

- Non esco con…-

Non mi lasciò concludere:

- Oh, per favore! A chi vuoi darla a bere? Da più di una settimana non ti trovo a casa e sei continuamente distratta. Sorridi sempre poi e ogni tanto scoppi a ridere senza motivo. Tesoro, è lampante che ti vedi con qualcuno. E ne sono felice, davvero tanto. Ma ci terrei a sapere chi è! Prendila come pura curiosità-

Tentennai un po’, perché avrei dovuto continuare a nasconderglielo? Mi decisi:

- Lui… lui è D.-

Veronica si stava mettendo il rossetto, lo capii dallo schiocco che ebbero le sue labbra. Mi girai leggermente verso di lei e incontrai il suo sguardo nello specchio:

- D.?-

Mi chiese inarcando le sopracciglia. Annuii e tornai a frugare con gli occhi nella catasta di panni sopra di me. Veronica sbuffò, contrariata: iniziava a perdere la pazienza:

- D.! D. e poi?-

Sorrisi ignorando il suo nervosismo:

- D. è come lo chiamo io-

Non potevo vederla, ma conoscendola, avrei giurato che avesse alzato gli occhi al cielo:

- Va bene, tesoro, tu lo chiami D. ma ce lo dovrà pur avere un nome completo, no?-

Ridacchiai e a voce bassa le risposi:

- Sì: si chiama Davide-

Assaporai come il suo nome suonasse bene detto ad alta voce, stavo certamente dando i numeri. Veronica era passata al fard e sorrise maliziosa della mia espressione felice.

- Davide, va bene. Davide e poi?-

Ah, ma quanto era insistente! Mi alzai in piedi, con le gambe doloranti e mi sedetti sul letto, alle spalle di Veronica, in modo da poterla guardare riflessa nello specchio:

- Davide D’Amico- 

A Veronica cadde la matita dalle mani. Rimase pietrificata per qualche istante e poi con gli occhi spalancati si voltò verso di me.

- … Scherzi? D’Amico… Davide D’Amico?!-

Mi chiese con voce farfugliante. Annuii senza capire il motivo di tanta sorpresa:

- Che c’è?-

Lei mi guardò come se fossi una degenerata:

- Non posso crederci! Ma come? Tu? Tu non hai idea! Lui! E’ il secondo, lo sai?-

Non riuscivo a seguirla. Ma di che stava parlando? Lo conosceva? Poi afferrai qualcosa:

- Il secondo? Vuoi dire che hai ancora la lista?-

Lei annuì come se fosse una cosa ovvia. Non sentivo parlare di quella lista da quasi due anni: Veronica aveva elencato in ordine di preferenza i ragazzi per cui avrebbe fatto qualunque, dico qualunque cosa, pur di starci insieme. E Davide era il secondo?

- Chi è il primo?-

Chiesi improvvisamente curiosa. Lei sorrise ammiccante:

- Il principe William. Ma solo perché  è di discendenza reale-

Rispose con naturalezza. Qualcosa non quadrava:

- E come conosci Davide?-

Chiesi ancora tentando di venire a capo di qualcosa. Lei scosse la testa, stava parlando con un’ignorante.

- Tesoro, il tuo Davide, D. come lo chiami tu. D’Amico il magnifico, per tutti i comuni mortali, è a dir poco internazionale! Dio mio, la tua ignoranza rasenta la disinformazione completa. Ma dove vivi? Come diamine è possibile che non ti è mai capitato di vedere la foto del tuo D. su un qualunque giornale? Non sto dicendo su una rivista di gossip, sia chiaro. Su un giornale! E’ ovunque! Sai… sai che è il figlio di Carlo D’Amico? Il magnate…-

- Sì, sì, lo so che ha i soldi-

Dissi, impaziente e nervosa, ignorando i gesti di Veronica che indicavano come di soldi fosse ricoperto ben oltre la testa.

- Quello che voglio sapere è perché mai è anche sulle riviste di gossip-

Aggiunsi inviperita, Veronica avvicinò lo sgabello al letto. C’era bisogno di parlare in confidenza? Prima di riprendere il discorso prese un bel respiro:

- Hai una vaga idea di quanto sia ambito? Esistono forum su Internet in cui si raccontano…-

Mi lasciai andare all’indietro sul materasso:

- Veronica! Non mi interessa questo! Arriva al punto!-

Lei venne a sdraiarsi di fianco a me. Era una cosa tanto grave?

- E’ stato con molte ragazze, sai?-

Feci spallucce, e continuando a fissare il poster dei Finley sul soffitto sbuffai:

- E allora?-

Lei rise, una risata che odiavo: la risata di quando aveva qualcosa da dire ma non era sicura di volerla dire. La incitai a proseguire:

- Vuoi qualche esempio: bè, tanto per cominciare mezza popolazione femminile di qui, e poi tanto per dirne una Marianna Esposito-

No. Non era possibile. Forse stava scherzando.

Mi girai a guardarla negli occhi e mi si fermò il respiro dalla sorpresa: stava dicendo la verità. Marianna? Marianna Esposito?! La modella? La super modella! Come? Perché mai a Marianna Esposito sarebbe dovuto interessare il mio D.? Forse era il contrario. Ma che stavo dicendo? Era una catastrofe comunque!

Mi sentii come se mi avessero appena malmenata di brutto. Veronica mi guardava apprensiva:

- Ila? Riprenditi, dai. Non intendevo insinuare niente, ti stavo solo informando di cose che sanno tutti a parte te, a quanto pare. Sta con te ora? State uscendo insieme, no? Questo è l’importante. Che fa se è stato con barbie come Marianna o…-

Mi alzai e mi avvicinai alla finestra, non volevo avere alte notizie. Veronica lo intuì e non continuò. Non avevo alcuna ragione di essere gelosa. E infatti non lo ero. Ero solo… sconfortata, con un’autostima che era scesa paurosamente sotto zero. Il cellulare mi iniziò a vibrare in tasca. Lo tirai fuori e guardai il numero sul display: era lui. Lo lasciai squillare per altri cinque minuti, guardando le macchine che passavano veloci per la strada. Alla fine risposi, prima che potessi cambiare ancora idea.

- Piccola! Stavo cominciando a preoccuparmi. Tutto bene?-

Aveva una voce bellissima, come riusciva a far sembrare un poema anche le frasi più banali?

- Piccola, ci sei?-

Mi chiese con un accenno di inquietudine.

- Sì. Tutto bene-

Persino io sentii la mia voce atona. Davide rimase qualche attimo in silenzio, poi con voce indagatrice mi chiese:

- Sei a casa di Veronica?-

Risposi con un flebile sì. A che stava pensando?

- E le hai raccontato di me?-

Si stava avvicinando alla verità… di già? Con un sommesso mormorio asserii ancora. Lo sentii sospirare e poi con voce realmente preoccupata:

- Che ti ha detto? Qualcosa su di me, vero? Piccola, da come me la hai descritta, Veronica è la personificazione dei paparazzi più sfegatati. Non credere a tutto quello che…-

Si stava arrampicando sugli specchi. Mi voltai per dare uno sguardo a Veronica, ancora sul letto, che fingeva di non ascoltare. Capì al volo e uscì dalla stanza.

- D. mi ha detto solo cose vere-

Lui non parlò, come se stesse cercando di capire a cosa alludessi. Decisi di aiutarlo:

- E’ vero che sei stato con Marianna Esposito?-

Davide iniziò a ridere. Era di nuovo sicuro di sé:

- Sì sono stato con Marianna, e allora? Qual è il problema? Sei gelosa Lari?-

Pronunciò il mio nome con un’amabilità sufficiente a sminuire la brutalità delle domande precedenti.

Ci pensai: non ero gelosa.

- No, D. non sono gelosa. Il punto è… perché stai con me? Perché domani sera non vai ad un bel ricevimento con Miss Esposito invece che a mangiare una pizza con me? Perché non stai con lei? Faresti sicuramente un figurone sulle copertine dei giornali, abbracciato a uno schianto come lei! Con me invece? Non sono neanche in grado di camminare decentemente sui tacchi! E…-

Non mi fece proseguire.

- Lari. Che ti prende? Ora i tacchi cosa c’entrano? Non mi interessa Marianna, mi interessi tu. E’ con te che voglio uscire domani. E se proprio devo apparire sui giornali voglio assolutamente che al mio fianco ci sia tu. Nessun altro. Piccola? …-

 

-Ilaria? Terra chiama Ilaria, Ilaria rispondi-

Veronica mi fissava, divertita ed al tempo stesso impaziente:

- Oh, sei di nuovo qui fra noi! Me lo dici con chi eri ieri?-

Involontariamente sbadigliai, per l’ennesima volta. Veronica scosse la testa, irritata:

- Ma che ora hai fatto? Immagino che stamattina sei arrivata in ritardo per colpa di Mirko-

Disse lei con aria saputa. La guardai interrogativa:

- Che c’entra Mirko?-

Veronica sgranò gli occhi:

- Non ti ha fatto una ramanzina perché hai fatto le ore piccole?-

Negai con un sorriso indispettito:

- No, non mi ha detto nulla-

Dicendo quelle parole mi capitò di ripensare alla conversazione che avevamo avuto in cucina: in effetti era stata un po’ strana. Io vabbè, non volevo dirgli con chi ero stata, ma lui era stato troppo accomodante! Come avevo fatto a non accorgermene? Veronica mi distrasse improvvisamente con un calcio. Tornai a fissarla arrabbiata:

- Ma che ti prende?!-

Lei si accigliò e ribattè:

- La vuoi smettere di “assentarti” mentre parli con me? E un po’ di attenzione, per cortesia! Che cavolo ancora non mi hai detto chi è lui!-

Sorrisi divertita dal suo comportamento:

- Va bene. Sono stata al bar I Sette Re. Mi aveva invitata un ragazzo che mi ha impedito di finire spiaccicata sotto una macchina. Filippo. Veramente preferisce Fil. E… oddio! Non so il suo cognome!...-

Veronica mi guardava a bocca aperta:

- Frena, frena. Rallenta! Allora sei stata ai Sette Re con uno che ti ha salvato la vita e di cui non sai nemmeno il cognome?! Ho capito bene?-

Annuii ignorando che Vero davanti a me fosse sconvolta. Era possibile che non gli avessi chiesto il cognome? Sì! Che mi importava in fondo del suo cognome?! Ripresi il discorso:

- Comunque canta, lo sai? Non me lo aspettavo proprio. E’ il cantante di un gruppo: i Bars o qualcosa del genere-

Veronica impallidì. Mi guardò con gli occhi sgranati.

- Intendevi i Barrers?-

Ecco com’era!

- Sì brava! C’ero quasi, dai. Barrers, sì-

Veronica si coprì la bocca con la mano e appoggiò il gomito sul tavolo. Poi spostò la mano sulla fronte:

- Hai detto che si chiama Filippo, vero? E che è il cantante dei Barrers… allora ti posso dire che ieri sei uscita con Filippo Molcovich-

Pronunciò queste parole con voce impersonale. Dopo qualche istante riprese colore sulle guance e le si illuminarono gli occhi.

- E’ incredibile sai? Come è possibile che tutti i personaggi più conosciuti, siano irrazionalmente attratti da te? La ragazza più disinformata esistente! Ma dico! E prima tu sai chi. Ora Fil! Filippo Molcovich! Io… io non riesco a concepire come sia possibile, ti giuro-

La guardai insofferente. Non stava esagerando? Ero stata anche con tanti comuni mortali, in fondo. E poi Fil che c’entrava? Era solo un cantante da bar, no? E allora ci fu l’illuminazione:

- Perché anche Fil sarebbe conosciuto? E’ bravo a cantare, ma…-

Veronica si piegò sul tavolo, coprendo il viso sul braccio. Non andava bene così:

- Vero? C’è qualcosa che non so? Se è sempre è solo gossip, io non…-

A fermarmi fu la vibrazione del cellulare: non conoscevo il numero. Risposi lo stesso:

- Pronto?-

Sentii una voce morbida, la stessa che stamattina mi aveva augurato la buona notte:

- Ciao. Ti ricordi chi sono?-

Sorrisi, quasi senza rendermene conto:

- Sì, vagamente. Ippo se non sbaglio, vero?-

Lo sentii ridere dall’altra parte:

- Sì proprio io. Disturbo?-

Evitai gli occhi di Veronica e guardando il rigo del libro su cui ero ferma da più di tre quarti d’ora risposi:

- No, certo che no. Facevo colazione. E senti, non vorrei sembrare troppo indiscreta, ma il mio numero come l’hai avuto?-

Fil ridacchiò:

- Ho i miei contatti… quindi fai colazione? E non è che allora posso offrirti il pranzo?-

Mi chiese con voce decisa e speranzosa. Tentennai: pranzavo con Veronica. Era troppo prematuro farli conoscere. Veronica come suo solito intuì qualcosa:

- Ti ha invitata a pranzo?-

Non diedi cenno di rispondere e lei mi strappò il cellulare di mano:

- Pronto? Veronica. Sì veniamo volto volentieri. Ci vediamo lì. Ciao-

Attaccò dopo pochi istanti e mi guardò con gli occhi che luccicavano dall’eccitazione:

- Sai Ila? Non potrei vivere senza di te: la vita sarebbe troppo noiosa!-

 

*

 

 

   
 
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