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Autore: Paloma    24/12/2009    1 recensioni
Draco/Nuovo Personaggio (Isobel Victoria Lovett)
"Io e l'amore non siamo compatibili, perché io e Draco lo siamo di più."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 2
Malattia 

 

Mi sentivo bene in cima a quella torre. La notte successiva ci ero tornata da sola, e adesso mi sporgevo dal cornicione, guardando il panorama dipinto di nero che si stendeva attorno al castello.
I miei capelli fluttuavano in ciocche disordinate, mosse dal vento che mi soffiava sul viso, seccandomi le labbra e arrossandomi le guance.
Stretta nel mio cappottino grigio, stavo bene lassù. Sembrava che il mondo circostante prendesse un’angolazione diversa ai miei occhi. La realtà e tutto ciò che prima mi era apparso noioso o riluttante, diventava improvvisamente necessario, rilassante e forse persino divertente.
Avevo freddo, ma non mi importava. Adoravo sentire le ossa ghiacciarsi nonostante strati e strati di vestiti. Mi sentivo al sicuro e ogni soffio di vento portava via ciò che mi tormentava.
Poco dopo scesi canticchiando le scale, per sottostare alla punizione di Piton: riordinare gli archivi. Entrai nei sotterranei e quando trovai l’aula giusta, presi la prima scatola impolverata che trovai gettata su un banco sgangherato e iniziai a riordinare.
"Lovett?" domandò una voce, sorpresa.
Sobbalzai.
"Malfoy, mi hai spaventato..."
Il biondino rise e mi raggiunse anche lui con una scatola in mano.
"Che ci fai qui?" chiese.
"Quello che ci fai tu a quanto vedo."
"Io non sono in punizione."
"Allora perché sei qui?" gli domandai.
"Cercavo qualche malefatta di Potter" ghignò.
Non gli risposi. Non meritava risposta.
Restammo un po’ in silenzio, poi mi provocò.
"Non sembri una Serpeverde Lovett, lo sai?"
Grosso errore il suo.
La magia che solitamente viene fuori nei momenti di forti emozioni quando si è piccoli, ma che col passare degli anni si controlla, mi riempì le viscere cercando di uscire.
Cazzo. Non adesso, non adesso.
"Malfoy, stringimi" lo pregai, cercando di stare calma.
"Cosa?..."
Non gli diedi il tempo di dire altro. Mi avvicinai a lui avvolgendogli le braccia attorno al petto, e posai una guancia sulla sua spalla. Lui rimase per un momento interdetto, poi mi circondò in un abbraccio.
"Più forte. Non avere paura di farmi male" lo implorai.
Mi strinse maggiormente, ma dovette aver capito che volessi provarci con lui, perché iniziò ad accarezzarmi i capelli. "Non pensarci neanche" lo fermai. Sbuffò. Rimanemmo così sino a quando il mio respiro tornò regolare e potei staccarmi da lui senza tremare. Mi voltai tranquilla e ricominciai a catalogare i fogli di pergamena.
"Smettila di fissarmi" gli dissi.
"Ma che ti è preso?"
"Non sono affari tuoi, perciò continua a cercare qualcosa per mettere nei guai Blaise."
"Sei strana, Lovett."
Chissà perché lo percepii come un insulto.
"E tu mi sta seccando, Malfoy" dissi gelida.
"Tremo di paura" mi prese in giro falsamente intimorito.
"Per quale motivo?"
"Per quello che potresti farmi."
"Ma io non voglio farti niente" gli sorrisi.
Il biondino rimase sorpreso per un momento, ma da bravo Malfoy qual era, si ricompose in fretta e pescò dal sacco una delle sue solite battute volgari.
"Non diresti così se ti scopassi, cara."
"Infatti non lo direi affatto, perché se mi scopassi io non muoverei un dito né per protestare, né per soddisfarti."
"Stai giocando col fuoco, Isobel."
"E tu stai continuando a seccarmi, e comunque non ti ho dato il permesso di chiamarmi per nome. Non siamo amici."
"Mi ero sbagliato su tuo conto, sai. Quando vuoi sai essere una perfetta Serpeverde."
E con questa magnifica perla di saggezza, girò sui tacchi e uscì.

Era ormai l’una di notte quando finì una parte del lavoro e potei andare a dormire. Piton era stato chiaro: più velocemente scontavo la mia punizione, senza naturalmente alcun tipo di aiuto, meno sarebbero state le notti che avrei passato nel sotterraneo. Mi aveva concesso al massimo tre giorni, e tenendo conto che appartenevo alla sua casa, mi aveva permesso di sbrigare la faccenda a qualsiasi ora del giorno, o della notte in questo caso.
Entrai in camera, facendo attenzione a non svegliare Pansy, perché non avevo nessuna voglia di sentirla starnazzare a quell’ora. Eravamo in stanza insieme sin dal primo anno, ma per quanto avesse cercato di farsi cambiare, perché io la consideravo meno di Malfoy e di conseguenza la ignoravo, non ci era mai riuscita, in quanto per Silente non era in possesso di un vero motivo per voler essere spostata.
Presi un asciugamano e mi chiusi in bagno a fare la doccia.
Ero talmente stanca che mi buttai sul letto senza neanche infilarmi il pigiama e mi addormentai stretta nel mio accappatoio blu.
La mattina dopo mi svegliai abbracciata al petto nudo di Nott. Confusa, aprì gli occhi appannati e biascicai "Che…che ci fai qui?"
Ricevetti un lungo bacio in risposta. Mi accorsi di non avere più l’accappatoio addosso. Al suo posto indossavo il mio pigiama verde.
"Mi hai vestito" dissi divertita.
Sorrise. "E’ arrivato questo per te. L’ho trovato sotto la porta" disse mentre si allungava a prendere una busta poggiata sul comodino.
La aprii.

Mi pregherai, Serpeverde.

"Che vorrà dire?"
"Non ne ho idea" mentii.
"Chi lo manda?"
"Non c’è scritto."
"Un ammiratore segreto?"
"Non essere sciocco" risposi alzandomi. Feci per dirigermi verso il bagno ma la voce supplicante di Nott mi fermò.
"Resta."
A malincuore dovetti rifiutare. "Nott, lo sai che abbiamo lezione."
"Manca ancora un’ora, Izzie."
Sospirai e mi arresi, rientrando nel letto.
All’ora di Incantesimi entrambi avevamo un bel sorriso stampato sulle labbra. Fare l’amore poco prima di iniziare una giornata pesante, lo consideravamo un po’ come un rito fisso. Ma non sempre. A volte avevo bisogno di stare da sola e all’alba fumavo la prima sigaretta del giorno sulla torre.
Non ripensai più all’incontro con Malfoy, né al suo stupido biglietto intimidatorio sino a pranzo, quando si sedette vicino a me sulla panca.
Lo ignorai, continuando a mangiare.
"Lovett" mi disse con tono quasi rispettoso.
"Malfoy" gli risposi formale.
"Che ti è preso ieri notte nei sotterranei?"
Respirai a fondo. Perché non riuscivo mai a mangiare in pace quando c’era lui nei paraggi?
"Malfoy, quanto è lungo questo tavolo?"
Lui assunse un’espressione confusa, poi ipotizzò sbrigativo "Non so, dieci metri?"
"E allora perché in dieci fottutissimi metri, tu sei seduto proprio qui accanto a me?" gli domandai gelida.
Nessuno a parte i Grifondoro litigava con Draco Malfoy. Tutti – Serpeverde compresi – lo temevano e di conseguenza lo adoravano, troppo fifoni per rispondergli a tono quando si impicciava nei loro affari, o quando, come in questo caso, rompeva letteralmente le palle. Beh, io non ero quel tutti.
Poco mi importava se il principino azzurro mi avrebbe reso la vita un inferno, come minacciava di fare a tutti coloro che non gli lucidavano le scarpe. Tanto non ci sarebbe riuscito.
"Lovett stai diventando parecchio irritante, lo sai?"
"Allora perché sei ancora qui?"
"Io mi siedo dove voglio, cara. Non sarai tu a dirmi dove poggiare il culo."
"Che eleganza Malfoy, se ti sentisse tuo padre sarebbe fiero di te."
"Stai attenta , Lovett. Non ti conviene sfidarmi."
"Perché parli ancora con me se sono irritante? Sei forse un masochista?"
Visibilmente infuriato si alzò e ritornò dall’altra parte del tavolo, vicino a Blaise. Non mi rivolse neanche un’ultima occhiata. Peccato, speravo tanto che mi lanciasse qualche saetta dagli occhi.
Nott, seduto di fronte a me, mi guardava insistentemente.
"Piantala, Theo."
"Piantala anche tu, Izzie."
"Di fare cosa?" gli chiesi, continuando a mangiare.
"Di battibeccare con Draco."
Feci spallucce. "Mi diverte."
"Se solo lo volesse, potrebbe rovinarti, lo sai?"
"Ne sono al corrente, si. Sono convinta che ancora qualche giorno e mi stuprerà" scherzai.
"Isobel Lovett! Sei senza ritegno."
"O forse avresti voluto dire senza paura."
"Sei impossibile."
"Ne vado fiera."
Fece finta di non aver sentito e cambiò discorso "Dobbiamo andare ad allenarci."
"Quando?"
"Dopo gli il Quidditch."
"Ci sarò" gli sorrisi.

"Avanti pappamolle! Corri!" mi gridò Nott.
"Fottiti!" gli risposi con fiatone.
Si, gli allenamenti consistevano in questo: correre.
Eravamo ormai un’ora piena che ci giravamo attorno al castello “facendo a chi arriva prima”. Io purtroppo non ero mai riuscita ad arrivare prima di lui.
Era per questo che stavo con Nott. Si inventava sempre qualcosa per farmi felice e rendermi spensierata.
Mi fermai stanca morta e appoggiando le mani sulle ginocchia e chinando il busto in avanti, respirai a fondo. Nott mi raggiunse e prendendomi da sotto le ascelle mi caricò su una spalla come un peso morto, per trasportarmi poco più avanti in uno spiano verde. Mi mise giù, e io caddi all’indietro finendo con il sedere per terra. Ero troppo stanca per protestare, perciò mi limitai a distendermi sulla schiena.
"Sei una schiappa, Lovett" mi prese in giro il mio ragazzo. Si, suonava bene il mio ragazzo. Di solito non lo consideravo mai così, neanche quando facevamo l’amore. Lui era semplicemente Nott, come io ero semplicemente Izzie, e stavamo insieme.
"Izzie?"
"Mmh?"
"Mi ami?"
Ecco perché non consideravo mai Nott il mio ragazzo. Perché pretendeva, o si illudeva di esserlo.
Mi sollevai sui gomiti e lo stetti a guardare senza rispondere. Giocammo un pò “ a chi abbassa per ultimo lo sguardo vince”, ma alla fine si arrese e si distese nuovamente.
"Come non detto" puntualizzò.
Stemmo un po’ in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri (immaginai già i suoi), ciascuno fissando il cielo che si intravedeva fra gli squarci degli alberi. Poi riprese a parlare: la guerra era appena cominciata.
"Perché stai con me, Izzie?"
"Non so."
"E' solo abitudine?"
"Abitudine di cosa, Nott? Semplicemente non riesco a ricordami com’era prima di incontrarti."
Lasciò perdere questa parte del discorso. Uno a zero per me.
"Ho parlato con Draco."
Non risposi. Non era mica una domanda.
"Mi ha detto del vostro incontro nell’aula degli archivi" continuò.
"Non sa nulla delle mie crisi, Nott, sta tranquillo. Ma è stato un bene che fosse lì."
"Pensa che tu sia attratta da lui."
"Pensa giusto."
"Cosa?" esclamò sorpreso.
"Non posso negare che sia molto bello."
"E di me cosa pensi?"
Odiavo quelle sfottute domande. “E di me cosa pensi? Sono carina?” Domande da froci e ochette. Ma volevo bene a Nott, più di quanto credesse; più della maschera che mettevo su con lui...
Mi alzai e lo raggiunsi carponi, per poi salirgli sopra a cavalcioni. Mi abbassai quel tanto che bastava per sfiorargli l’orecchio con le labbra.
"Vengo a letto con te, Nott, non con Malfoy… perciò falla finita" gli soffiai.
Lo sentì scosso da un leggero brivido.

  
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