Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Hachiko_92    25/12/2009    1 recensioni
Una storia d'amore tra l'affascinante Damon e la bella Belen(Personaggio da me inventato), che riserverà non poche sorprese.... Leggete ;)
Genere: Romantico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Damon si librò in aria sotto forma di corvo, spiegando le sue ali planò seguendo la ragazza che correva allontanandosi dalla pensione, attraverso il bosco. Spesso si voltava indietro, quasi sentisse di essere seguita. Giunta nei pressi dell’Old Wood rallentò, col fiato corto si aggiusto i capelli che si erano un po’ arruffati per la lunga corsa. Proseguì respirando profondamente, dopo aver attraversato il ponte, si diresse verso una casa moderna, da poco costruita, totalmente differente da tutte le altre case di Fell’s Church. Era stata costruita da poco e si vedeva, forse negli ultimi due mesi, mentre lui era stato via, di certo non ricordava quella abitazione gialla, ma era decisamente bella. Il giardino all’inglese che circondava la casa limitata da una recinzione bassa di ferro battuto, era altrettanto bello, con aiuole curate di tulipani, e alcune piante di mimose.

La ragazza salì i gradini che portavano alla veranda e prendendo le chiavi dalla borsa, aprì la porta ed entrò in casa.

 

Era ormai il tramonto, ed il sole donava gli ultimi raggi di luce della giornata, Damon alzò lo sguardo verso il cielo rossastro, quel giorno era stato stranamente calmo non si era mai arrabbiato, e ciò si rispecchiava nella bella giornata che c’era stata, neanche una nuvola all’orizzonte.

Era stato tutto il giorno nei pressi di quella casa, aveva scoperto quale era la stanza di quella ragazza; era sul lato sud est della casa, che dava sul giardino sul retro. Sotto forma di corvo si appollaiò sull’albero di mimose che si trovava precisamente davanti la grande finestra di quella stanza. Rimase immobile ad aspettare, dopo poco la ragazza entro nella stanza, sfilandosi la maglia leggera.

Damon notò che aveva la pelle bronzea, quasi come fosse abbronzata, ma non lo era, era il suo colore naturale. Aveva delle forme perfette, la pancia piatta, il seno abbondante. Era alta, davvero alta. Le gambe lunghe e perfette. I boccoli neri che le ricadevano sul reggiseno di pizzo nero la rendeva ancora più sexy, sentiva di desiderarla. Per tutto il giorno non aveva mangiato, ed ora sentiva la gola ardergli.

Senza neanche accorgersene paragonò quella visione ad Elena, per la quale soffriva le pene dell’inferno sapendola tra le braccia del fratello.

Elena che aveva i capelli color del miele, mentre quelli della ragazza erano neri come la notte; Elena che aveva gli occhi come il cielo, così limpidi e puri, quelli di lei era neri e profondi. Elena che rispetto a lei era più minuta, e sembrava quasi perdere importanza. Elena che sembrava sparire improvvisamente dalla sua mente e dal suo cuore, lasciando spazio a quella nuova figura.

“Ma cosa sto dicendo” si disse scuotendo la testa, Elena non poteva essere dimenticata, ma quella ragazza sembrava essersi insinuata dentro di lui e non voler più andare via, sembrava stesse scacciando il ricordo di Elena che lo faceva soffrire tremendamente ogni giorno di più, dato che per lei non era più di un amico, aveva occhi solo per Stefan.

Mentre pensava la ragazza si voltò verso la finestra e vide il grosso corvo nero fissarla, ma non vi prestò molta attenzione, ed indosso la maglia a maniche corte.

Quando si voltò di nuovo verso la finestra rimase come scioccata, al posto del corvo ora c’era un ragazzo, quel ragazzo che aveva visto alla pensione, e la stava salutando.

Adagio si diresse alla finestra ed aprì gli infissi, «Come sei arrivato qui? Un attimo fa non c’eri.» disse.

Damon la guardò di nuovo con quegli occhi come se volesse ipnotizzarla, «Fammi entrare.» le sussurrò.

«No!> rispose lei, «Perché dovrei?»

«Scusa?» chiese, era ancora più sorpreso, per l’ennesima volta il Potere non era servito. Due erano le cose, o lui era diventato immediatamente debolissimo, o quella ragazza non era soggetto ai suoi poteri.

«Dai, posso entrare?»

«Se ci tieni.»

“Se ci tieni” non bastava, per un vampiro come lui era necessario ricevere un invito esplicito per entrare in un luogo dove gli umani dormivano e mangiavano.

Rimase seduto, «Hai cambiato idea?» chiese la ragazza ridendo.

Quel ragazzo era stupendo, mai visto nessuno di così bello, quella non era la solita bellezza americana. Quei lucenti capelli neri, con quei riflessi arcobaleno; quegli occhi neri; quel fisico asciutto ma muscoloso; quel sorriso perfetto e quell’aria così affascinante.

«Se non mi inviti esplicitamente non posso entrare.» rispose lui col suo sorriso smagliante.

«Allora puoi restare fuori.» disse lei, «Vengo io da te.» disse scavalcando il muretto.

Non aveva mai fatto una cosa del genere, ma non doveva essere difficile, l’albero era molto vicino, doveva solo stare attenta.

«Come ti chiami?  le chiese Damon, mentre era ancora con una gamba dentro ed una fuori.

«Piacere Belen.» rispose sorridendo, coi denti bianchi e perfetti che aveva. «E tu?»

«Piacere Damon.» rispose sorridendo a sua volta.

Ormai con entrambe le gambe fuori dalla casa, prudentemente Belen cercò di salire sull’albero per raggiungere il ragazzo, ma sfortunatamente il tentativo non riuscì. Scivolò, sentì che stava per cadere ed un urlo le morì in gola, stava precipitando, quando una mano la afferrò, era la mano di Damon. Come era possibile che in un attimo l’aveva afferrata, lui era lontano da lei. Anche se era salva però, non potè non urlare.
  
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