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Autore: Sunny    09/10/2003    16 recensioni
Prequel della saga di BAWM. La risposta alle domande delle alre storie: come si sono innamorati tutti? Com'è che sono cambiati così tanto dai tempi della scuola? Perchè ricordano questo periodo come il più difficile della loro vita? Leggere per scoprire...
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

CAPITOLO 3: ADDIO HOGWARTS

 

 

It's a cruel , cruel summer
Leaving me here on my own
It's a cruel , cruel summer
Now you're gone
The city is crowded
My friends are away
And I'm on my own

                                               Cruel Summer, Bananarama

 

 

***************

 

 

Hermione si sentiva veramente molto contenta di aver stretto un legame così forte con Ginny, o per lei sarebbe stato il terzo anno consecutivo ad assistere da sola agli allenamenti della squadra di Grifondoro. Una volta ci veniva per accompagnare Ron, ma ora che lui era il portiere sarebbe stata davvero da sola sugli spalti. Stare con Calì e Lavanda sarebbe stato a dir poco impossibile: il gossip non era decisamente il suo forte.

 

“Ma insomma, Seamus, è possibile che non ne fai entrare una?!” fece accigliato Harry mentre frenava la sua scopa. Da quando era diventato capitano ogni volta che saliva sulla sua Firebolt non faceva rimpiangere in niente le fisse di Oliver Baston.

 

Seamus, uno dei cacciatori della squadra, si stava sistemando coi denti uno dei guantoni, reggendosi con una mano alla scopa per non cadere. “Qwshta m’rda di chuando…!” brontolò, storpiando le parole per via del guantone fra i denti.

 

Ron ridacchiò, frenando la sua discesa verso destra. “Si, dai la colpa al guanto…”

 

Ginny sugli spalti rise e scosse la testa. “Ma guardalo, si sta dando tante arie solo perché ultimamente è più in forma che mai.”

 

Hermione si strinse nel cappotto quando una ventata più fredda attraversò il campo e le tribune, ricordando a tutti che Novembre era ormai inoltrato. “E’ la partita contro Serpeverde che li sta emozionando tutti, direi.”

 

Ginny si sfregò le mani. “Se Tassorosso batte Corvonero domenica prossima abbiamo praticamente la coppa in tasca.”

 

“Quindi farete il tifo per noi?”

 

Le due ragazze si voltarono. Justin Finch - Fletchey stava in piedi sul piccolo spiazzo della tribuna che dava sulle scale. Ginny fece un sorriso gentile e allegro: gli piaceva quel ragazzo, soprattutto da quando lo aveva visto giocare nella squadra di Tassorosso due anni prima. Era un battitore molto in gamba, una volta aveva perso la sua mazza e per proteggere il suo compagno cercatore si era beccato un bolide in pieno stomaco. Un gesto eroico che gli era valso molta popolarità.

 

“Ciao Justin:” disse vispa Hermione.

 

Justin ricambiò ai sorrisi e si andò a sedere accanto a loro. “Seguite gli allenamenti?”

 

“Più o meno.” Rispose Hermione. “E tu che ci fai qui?”

 

Justin scrollò le spalle. “Sono andato a chiedere a Madama Bumb il permesso di allenarci domani, dopo le lezioni. Ci dobbiamo allenare a fondo per battere Corvonero.”

 

“Avete ottime possibilità, direi.” Disse Ginny.

 

“Già, beh…comunque meglio non sottovalutare l’avversario.”

 

Ginny gli fece un occhiolino. “In ogni caso se vincete ci date una grossa mano.”

 

Justin rise e poi spostò il suo sguardo su Hermione. “Come mai non c’eri sabato alla riunione ai Tre Manici di Scopa?”

 

“Sono passata…ma l’ho trovata piuttosto inutile.” Fece semplicemente Hermione. “Dubito che Silente prenderà mai in considerazione una proposta simile.”

 

Justin annuì. “Beh, però è stato un peccato. Speravo di poterti incontrare lì…sai, per una burrobirra insieme.”

 

Ginny trattenne un sorrisetto e guardò Hermione, che si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “…possiamo fare per la prossima volta.”

 

“Sabato prossimo?”           

 

Hermione sorrise, leggermente arrossita. “Si, per me va bene.”

 

Justin le rivolse un gran sorriso. “Per me ancora meglio.”

 

“Hermione!”

 

Ron svolazzò con la sua scopa vicino alla tribuna, mostrandole parte della sua casacca di Grifondoro strappata sulla spalla. “Mi dai una mano?”

 

Hermione si alzò, sfoderando la bacchetta. “Ma sei mai capace di non rompere qualcosa tu?”

 

Ron scrollò le spalle, e mentre lei si dedicava alla sua casacca lui alzò lo sguardo e vide il suo amico di Tassorosso. “E tu che ci fai qui, sei venuto a spiare?” gli disse con un sorrisetto.

 

Justin ridacchiò e scosse la testa. “Sette maschi in pantaloni e mantellino rosso? Nah, grazie lo stesso, non siete poi così interessanti. Preferisco loro.” Con un cenno del capo indicò Hermione e Ginny.

 

“No, tu mia sorella non la preferisci affatto.” Il tono di Ron, comunque, era piuttosto allegro.

 

“Ignoralo.” Fece Ginny. “Io nemmeno lo conosco.”

 

“Ma che bella sorella che mi ritrovo!”

 

Justin rise e scosse la testa. “Io credo a lei.”

 

“Ecco fatto, sei a posto.” Hermione si rimise la bacchetta a posto nella tasca.

 

“Che cosa farei senza di te.” Ron le diede un bacio sulla guancia e spronò la sua scopa verso il campo. Lei sorrise e scosse la testa in silenzio.

 

Justin si alzò. “Beh, ci vediamo in giro, allora.”

 

“Ok. Ci vediamo.” Hermione lo salutò.

 

Ginny gli fece un cenno con la mano. “Ciao.”

 

Il ragazzo sorrise a entrambe e si allontanò. Ginny aspettò che se ne fosse andato via, poi si voltò tutta emozionata verso la sua amica. “Hermione, ti rendi conto? Hai un appuntamento con Justin!”

 

“Ma non è un vero appuntamento, andiamo solo a bere una cosa insieme…” Hermione tornò a sedersi vicino a lei.

 

Ginny alzò gli occhi al cielo. “Ah, e questa non è la definizione di appuntamento?”

 

“…si, ma…tra amici…”

 

“Ce l’hai qualcosa di sexy da mettere?”

 

“Oh, ma dai, Gin!”

 

“Beh, che c’è di male a farsi belle per un ragazzo?” ancora molto entusiasta, Ginny si sistemò meglio la coda che le raccoglieva i capelli rossi. “Secondo me ti starebbe bene la mia gonna azzurra, quella che ho comprato l’estate scorsa, ti ricordi?”

 

Hermione sospirò e abbassò la testa. “Non ho tempo per queste cose, Gin.”

 

Ginny si ammutolì e prese ad accarezzarle dolcemente la schiena. “Hai fatto ancora quello strano sogno? Quello in cui la nostra scuola diventa tutta nera?”

 

Hermione si morse il labbro e annuì piano. “E’ dal giorno dell’attacco a King’s Cross che mi è entrato in testa e non se ne va più.”

 

“A Harry e Ron l’hai detto?” mormorò piano Ginny.

 

Hermione scosse la testa. “No, non voglio assolutamente caricarli con altre preoccupazioni. Probabilmente il mio sogno com’è venuto andrà via.”

 

Ginny le accarezzò i capelli. “E’ per questo che non voglio che ci pensi…voglio vederti un po’ distratta, mi dispiace se stai male.”

 

Hermione si sforzò di sorriderle. “Va bene. Prestami la tua gonna azzurra per sabato.”

 

Ginny le fece un gran sorriso e le appoggiò la mano sulla sua. “Così si fa!”

 

Hermione però notò una cosa sulla mano della sua amica: un taglio piuttosto gonfio. “E questo dove te lo sei fatto?” le chiese, esaminandole la mano più da vicino.

 

“Erbologia.” Ginny scrollò le spalle.

 

“Ma ci sei stata in infermeria?” chiese preoccupata Hermione, e Ginny scosse la testa. “Beh, dovresti farti dare un’occhiata.”

 

“Chi è che deve andare in infermeria?”

 

Hermione e Ginny alzando lo sguardo si resero conto che parlando avevano perso di vista l’allenamento, che nel frattempo era bello che finito; e infatti Harry e Ron, tutti sudati e coi capelli più spettinati del solito, stavano lì in piedi con le scope in mano.

 

“Che ti sei fatta alla mano, Gin?” chiese Ron, accigliandosi.

 

“Non è niente.” La sorella scrollò le spalle. “Un folletto dell’Arunda Imperciundia mi ha morso stamattina, mentre facevamo Erbologia.”

 

“Comunque è meglio se te la fai controllare questa mano, tanto per essere sicuri.” Replicò Ron.

 

Harry si asciugò la fronte con una manica della casacca. “Che ci faceva qui Justin?”

 

“Non vi stava spiando, lui…” provò a rispondere Hermione, ma Ginny la interruppe bruscamente.

 

“Ha invitato Hermione a uscire!”

 

Ron inarcò un sopracciglio, Harry fece un sorrisetto. “Esci con Justin?”

 

Hermione arrossì. “E’ meglio che ci muoviamo, o faremo tardi a cena.” Disse sbrigativamente.

 

“Perché tutta questa fretta improvvisa?” la punzecchiò Harry. “C’è tempo, possiamo metterci comodi e parlare…”

 

Hermione mise le mani sui fianchi. “Non credo proprio. Io ora devo accompagnare Ginny in infermeria…e voi due fareste meglio a fare una doccia.”

 

Ron si annusò un’ascella. “Stai dicendo che puzziamo?”

 

“Harry non puzza.” Disse Ginny.

 

“Certo, lui quando suda odora di vaniglia e mughetto.” Fece sarcasticamente Ron.

 

Harry ridacchiò. “No, direi di pesca.”

 

“Di qualunque cosa si tratti non è piacevole, perciò andate a lavarvi.” Hermione si alzò in piedi, prendendo per un braccio Ginny.

 

“Si, mamma.” Dissero in coro i due ragazzi.

 

Ginny rise e li salutò con un sorriso. “Ci vediamo a cena.”

 

 

***************

 

 

Fissando sempre la stessa pagina del libro di incantesimi che aveva davanti al naso da quasi un’ora, Hermione si trovò costretta ad ammettere di non riuscire a studiare niente. Si sentiva molto tesa, non aveva alcun senso negarlo. Forse era quella strana sensazione di angoscia che si sentiva addosso dalla notte precedente, quando si era svegliata coperta di sudore freddo dopo un incubo spaventoso: aveva sognato un’ombra nera che investiva non solo lei, ma anche i suoi amici. E da allora non era stata più capace di prendere pace, nonostante tutti i tentativi di Ginny di tirarle su il morale. Ma ora neanche Ginny c’era a farle compagnia: Madama Chips, in un eccesso di zelo, aveva scelto di trattenerla in infermeria per tutta la notte, quel tanto da sincerarsi che il morso del folletto non le avesse procurato reazioni allergiche.

 

“Neville!!”

 

Lo strillo acuto di Calì fece voltare Hermione: Calì e Lavanda si stavano laccando le unghie con cura, ma i continui tentativi di Neville di cercare il suo rospo Oscar sotto il tavolino le stavano ostacolando.

 

“La smetti di passare sotto il tavolo, per favore?” il tono di Lavanda era molto irritato.

 

“Scusate, ma ora non riesco proprio a trovare Oscar…non è che voi l’avete visto, per caso?” fece Neville, sgusciando fuori.

 

“No, e sinceramente non è qui.” Ribattè seccata Calì.

 

Neville scrollò le spalle e continuò a cercare il suo rospo, stavolta intralciando un gruppo del quinto anno che sembrava molto preso da una partita di carte magiche.

 

Seamus e Dean, stravaccati sul divano, stavano discutendo animosamente a proposito di un articolo pubblicato sulla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta: Seamus si ostinava a dare ragione al giornalista, che aveva fatto i suoi pronostici molto positivi sulla campagna di acquisti della loro squadra del cuore di quidditch; Dean trovava fiacchi la maggior parte dei nuovi giocatori, di conseguenza non si sentiva per niente ottimista.

 

Harry e Ron, viceversa, erano molto più taciturni: stavano facendo una partita a scacchi vicino al camino, e tanto per cambiare i pezzi di Ron dominavano la partita. Harry però non si stava lamentando come al solito, né minacciava una rivincita. Aveva la mascella serrata e lo sguardo teso. Questo fece preoccupare Hermione ancora di più: un conto era se solo lei aveva un brutto presentimento, un conto era se anche Harry ce l’aveva.

 

“Scacco matto.” Disse alla fine Ron.

 

Harry fece una smorfia indifferente. “Strano, chissà come mai non te l’avevo ancora sentito dire stasera.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Che ti prende?”

 

Harry esitò, poi scosse la testa. “Niente, è solo che…”

 

Un’esplosione incredibilmente forte fece sussultare tutti i ragazzi presenti nella sala comune: era stato come un tuono, ma cento volte più forte e cento volte più vicino, come se una parte del castello fosse saltata in aria. Mentre nella sala comune accorrevano in fretta dai dormitori tutti gli altri Grifondoro, Colin Canon e un suo amico corsero alle finestre per poi voltarsi di scatto, pallidi e sconvolti.

 

“La torre di Corvonero è in fiamme!”

 

Una ragazzina del quarto anno urlò. “Stanno attaccando Hogwarts!!”

 

Nella sala comune si scatenò il panico in un attimo: i ragazzi più piccoli cominciarono a urlare e a correre da tutte le parti, i più grandi raggiunsero le finestre per vedere un’orda di uomini in nero spargersi per il cortile della scuola, e altri si lanciarono di corsa verso l’uscita della sala.

 

Hermione raggiunse di corsa Harry e Ron: anche loro erano bianchi come due cenci. “Che facciamo?” fu costretta a urlare per farsi sentire in tutto il caos che si era creato.

 

“Dobbiamo trovare Silente!!” ribattè Harry, voltandosi.

 

Ron, che stava guardando verso le finestre, spalancò gli occhi. “Ma che cazzo…?!” Harry e Hermione si voltarono di scatto.

 

Le finestre a cui si stavano affacciando i ragazzi divennero all’improvviso nere, ma prima che qualcuno potesse chiedersi il perché i vetri s’infransero come colpiti dall’esterno e un numero infinito di uomini in nero si lanciarono all’interno, fra le urla di terrore degli studenti.

 

“Via di qui, presto!!!” urlò Ron.

 

Harry, Ron e Hermione corsero verso l’uscita della sala comune, seguiti a ruota da tutti quelli che erano riusciti in qualche modo a sfuggire ai mangiamorte. Ma non erano poi così in tanti: quasi tutti i più giovani erano stati colpiti subito da Avada Kedavra e Cruciatus volanti, e Hermione si costrinse a serrare gli occhi per non voltarsi quando sentì Calì e Lavanda strillare disperatamente; sarebbe stato inutile tornare indietro, ormai loro erano state prese e c’erano così tanti mangiamorte che non solo non le avrebbero salvate, ma si sarebbero consegnati loro stessi a una morte inutile e più che certa.

 

Corsero fuori, al centro della torre di Grifondoro: e lì era un incubo ancora più che dentro. Arrivavano mangiamorte da tutte le parti. Due ragazze del quinto anno vennero colpite in pieno mentre cercavano di scappare. Il piccolo gruppetto del sesto anno, Colin Canon incluso, fu circondato da tanti uomini in nero che gli altri ragazzi non li videro più, ma Harry si sentì fisicamente male quando li sentì gridare di dolore.

 

“Da quella parte!!” urlò Dean, indicando lo scalone che collegava la torre al resto del castello. I ragazzi vi si lanciarono di corsa.

 

Tutto all’improvviso anche sulle scale piombarono ombre in nero da ogni parte: un mangiamorte puntò la bacchetta contro Neville, ma Hermione si sfilò dalla tasca la sua abbastanza in fretta da urlare “Impedimenta!” e respingere il nemico fino a farlo cadere oltre lo scalone.

 

Harry, Ron, Seamus e Dean presero a loro volta le loro bacchette e fecero in modo da spianarsi la strada, almeno per quanto gli era possibile. Gli altri ragazzi cercarono di seguire il loro esempio, ma non a tutti andò tanto bene: due ragazzi – uno dei quali era proprio il prefetto Carl Peterson – vennero centrati in pieno da due pugnali ben lanciati.

 

Alle loro spalle si sentì un’esplosione incredibile, e istintivamente i ragazzi si voltarono: la torre di Grifondoro stava bruciando.

 

Harry alzò gli occhi verso il soffitto quando vide un mangiamorte colpire con un incantesimo una grossa colonna: non solo pezzi di soffitto cominciarono a cadere da tutte le parti…ma la mastodontica colonna iniziò a precipitare nella loro direzione.

 

“Oh merda!! Allontanatevi da qui!!”

 

I ragazzi in qualche modo riuscirono a scendere di corsa le scale per mettersi al riparo dalla caduta della grande colonna. Tutti tranne…

 

“Neville!!!”

 

L’urlo di Hermione fece voltare gli altri: Neville era rimasto incastrato con un piede in un buco nelle scale, proprio sotto la colonna che stava completando la sua caduta impietosa.

 

“Cazzo!!” Harry non ci stette troppo a pensare e corse di nuovo indietro, seguito da Ron.

 

“No, che fate!! Tornate indietro!!” Seamus tentò di fermarli ma fu inutile.

 

Harry e Ron afferrarono Neville per le braccia e cercarono di tirarlo su. Il paffuto ragazzo, però, era incastrato. “Punta i piedi, Neville!!!” gli urlò Ron. Alla fine riuscirono a liberarlo…ma era troppo tardi per scappare dalla colonna. Sentirono Hermione strillare e si prepararono a provare un gran dolore…

 

…ma la colonna non cadde.

 

L’aveva fermata la McGranitt.

 

L’anziana professoressa era vicina al gruppetto di studenti in fuga e teneva la bacchetta puntata contro la colonna, che era ferma a mezz’aria e fu lasciata libera di cadere solo quando i tre ragazzi furono al sicuro.

 

“Professoressa McGranitt!!” fece affannando Harry.

 

L’anziana donna era mortalmente bianca. “Andatevene, scappate!” disse rapidamente. “Penserò io a coprirvi la fuga!”

 

“Professoressa, ma lei?” fece istericamente Hermione.

 

“Andate!” disse un’ultima volta la McGranitt, prima di gettarsi nella mischia lanciando incantesimi in tutte le direzioni e colpendo tre incappucciati.

 

Harry tirò Hermione per un braccio vedendola esitare, ed esortò anche gli altri a continuare; non fecero neanche dieci metri che sentirono la loro insegnante urlare raucamente.

 

Hermione si voltò e rimase immobile, folgorata alla vista del cadavere della professoressa a terra. Ron la tirò per un braccio, poi vedendo che non reagiva la voltò per le spalle verso di lui. “Dobbiamo andarcene da qui, forza!!” col secondo scrollone Hermione sembrò uscire dal trance, e riprese a correre disperatamente con gli altri.

 

 

***************

 

 

Jonah Spencer osservava soddisfatto i suoi uomini assalire Hogwarts dallo spazio antistante il castello. L’impresa che gli aveva assegnato il suo signore stava andando alla grande: Hogwarts era in fiamme, urla di terrore e di dolore si sentivano da ogni parte, ormai la grande e leggendaria scuola di magia e stregoneria era ridotta in ginocchio. Bastava la stoccata finale, e la vittoria sarebbe stata completa.

 

“Padron Spencer.” Il capo di un gruppo di mangiamorte che stava nel parco davanti al castello si fece avanti. “La torre a est è crollata. Quella a ovest sta bruciando, non reggerà ancora per molto.”

 

Spencer annuì. “Prendi venti uomini e vai a dare una mano a Lestrange, dove sta infuriando la battaglia.” L’uomo annuì e si allontanò, facendo un cenno con la mano per essere seguito dalla sua truppa.

 

Sullo spiazzo c’era un gran via-vai di uomini in nero, ma tutti si bloccarono e si voltarono con le bacchette puntate in mano quando una sagoma comparve poco oltre l’ingresso della scuola. La sagoma non battè ciglio.

 

Spencer incrociò le braccia sul petto. “Bene, bene, bene.” Disse con un sorrisetto beffardo. “Ecco la ciliegina sulla torta.” La sagoma si avvicinò a passi decisi, ma quando i mangiamorte alzarono le bacchette Spencer fece cenno di stare fermi. “Albus Silente.” Mormorò con falso rispetto. “Il più grande e il più saggio dei maghi dei nostri tempi.”

 

Il viso di Silente tradiva un’espressione così furiosa e colma di rabbia contenuta che chiunque lo avesse visto non lo avrebbe mai riconosciuto come il mite e tranquillo preside di Hogwarts. “Sapevo che saresti passato dal lato oscuro.” Anche la sua voce era assurdamente dura e rigida. “Quello che non immaginavo è quanto in alto saresti arrivato a forza di uccidere poveri innocenti.”

 

Spencer scrollò le spalle, quasi divertito. “Si fa quel che si può.”

 

Silente estrasse la bacchetta. “Hai già fatto fin troppo male in giro. Non ti permetterò di uccidere questi ragazzi.”

 

Spencer prese tranquillamente la sua, facendo cenno ai suoi uomini di fare spazio. “Non aspettavo altro, il mio signore voleva che fossi proprio io a portarti i suoi saluti.”

 

Silente non disse nulla, ma sollevò bene la bacchetta. Questa volta non avrebbe fallito, a costo della vita.

 

 

***************

 

 

Harry schivò un pugnale per poco, contando sulla velocità a cui si stavano affidando sia lui che gli altri ragazzi che stavano correndo per raggiungere l’uscita nel più breve tempo possibile. Raggiunsero il corridoio centrale, ma quando lo videro pieno di mangiamorte si nascosero velocemente dietro a una porta.

 

“E adesso che diavolo facciamo?” fece Seamus, col viso pallidissimo e il fiatone.

 

“L’uscita è bloccata, non possiamo passare in mezzo a quel casino.” Replicò Ron.

 

Hermione scosse freneticamente la testa. “Il parco sarà già in mano loro.”

 

Harry all’improvviso spalancò gli occhi, come se avesse trovato la luce in una stanza buia. “So io dove dobbiamo andare!”

 

“Che stai dicendo?” gli chiese subito Ron.

 

“Il passaggio segreto per Hogsmeade!” gli rispose Harry, poi si volò verso gli altri. “C’è un passaggio segreto che ci porterà tutti fuori di qui, è al terzo piano. Seguitemi!”

 

Non ci fu il tempo per valutare niente, Harry iniziò la sua corsa verso il terzo piano e gli altri lo seguirono a ruota. Due ragazzi del sesto anno in coda al gruppo, però, furono stroncati da due Avada Kedavra ben piazzati.

 

“Dov’è questo passaggio segreto?” urlò Dean a Harry mentre correvano su per le scale a perdifiato.

 

“Nel corridoio a destra dell’aula di Divinazione, quello in fondo!” ribattè Harry senza rallentare.

 

Quando furono arrivati all’ultimo scalone, però, una finestra si frantumò in mille pezzi e ne balzarono dentro due mangiamorte. I ragazzi si fermarono al volo, ma non ebbero il tempo di scappare quando videro uno dei due uomini alzare la bacchetta e urlare “Avada Kedavra!” Il fascio di luce verde centrò in pieno Seamus, che cadde addosso a Ron che gli era dietro.

 

“Seamus!!!” urlò Dean.

 

“Nooo!!!” anche Harry si voltò di scatto.

 

Ron, che era caduto a terra sotto il corpo senza vita del suo amico, scosse nevroticamente la testa mentre tentava inutilmente di muoverlo sperando di sentirlo ancora vivo. Hermione e Neville li raggiunsero di corsa, e lei si coprì la bocca con una mano.

 

Dean si voltò verso i due mangiamorte con gli occhi gonfi di odio, e senza esitare impugnò la bacchetta e si lanciò contro di loro. “Maledetti bastardi!!!”

 

“Dean fermati!!!”Harry non riuscì a fermare il gesto furioso e disperato del suo amico, e fu costretto ad assistere quando l’altro mangiamorte eliminò anche lui con un altro Avada Kedavra.

 

Harry sentì una rabbia folle e disperata scorrergli nelle vene, e si voltò verso i due uomini con la bacchetta stretta forte in mano e i denti così serrati che fu un miracolo che non gli si frantumarono all’istante.

 

Neville aiutò Ron a far scivolare dolcemente a terra il corpo di Seamus. Ormai era tutto inutile. Ron si alzò in piedi rabbiosamente e prese la bacchetta senza nemmeno soffermarsi ad asciugarsi le lacrime che gli scendevano sulle guance.

 

Quando lo vide fare un passo avanti Hermione si avvinghiò disperatamente al suo braccio, cercando con tutte le sue forze di trattenerlo. “No, ti prego, non andare!!”

 

Ron tentò di liberarsi dalla sua presa. “Lasciami!! Quegli stronzi la devono pagare cara!!!”

 

“Non servirà a niente, non riporterai in vita Seamus e Dean in questo modo!!! Ti farai ammazzare inutilmente, non capisci??” gridò disperata Hermione, con le lacrime che le scendevano copiosamente lungo la faccia.

 

Neville si voltò verso i mangiamorte, e vedendoli già con la bacchetta tesa in avanti urlò “Attenti!!”

 

Un momento dopo però i due uomini furono colpiti da due fasci di luce argentea, e i ragazzi voltandosi videro che a lanciarli era stato il professor Severus Piton.

 

L’uomo, visibilmente sconvolto e privo del suo solito autocontrollo, teneva la bacchetta ben stretta in una mano e il pugnale in un’altra. “Andatevene di qui, forza!!” urlò agli studenti.

 

Hermione gli rivolse una veloce occhiata di gratitudine, poi riprese a correre insieme a Harry, Ron e Neville. Se avesse avuto il tempo di piangere per tutti i compagni che avevano perso l’avrebbe fatto, ma non era quello il momento. Dovevano pensare a salvarsi.

 

Neanche loro capirono come, ma raggiunsero il corridoio centrale del terzo piano correndo così forte che avevano i polmoni svuotati d’aria. Per un momento il viso di Harry si illuminò quando vide la porta che li avrebbe condotti nel piccolo corridoio della salvezza. “Ci siamo quasi!” urlò.

 

Hermione si costrinse a correre più forte anche se non aveva più fiato. Ormai era solo la forza della disperazione a farle muovere le gambe…quella stessa forza che le venne meno quando sentì una mano afferrarla bruscamente per un braccio e tirarla di violenza in una stanza alla sua sinistra.

 

Sentendola strillare i tre ragazzi si fermarono e si voltarono di scatto per cercarla. La chiamarono, urlarono il suo nome più volte, e finalmente un suo grido di aiuto gli fece capire dov’era rimasta. Raggiunsero in pochi passi l’aula che avevano appena superato, e trovarono uno spettacolo quasi peggiore di quello che si aspettavano: un mangiamorte stava tenendo saldamente Hermione per le braccia, mentre un altro stava armeggiando per strapparle di dosso la gonna nonostante lei scalciasse furiosamente.

 

Ron non esitò neanche: balzò sulla schiena dell’assalitore, stringendogli forte un braccio intorno alla gola e tirando con tutte le sue forze, e Harry completò l’opera rifilandogli due calci allo stomaco decisamente arrabbiati. L’altro mangiamorte buttò violentemente di lato Hermione – che sarebbe caduta se Neville non l’avesse sorretta – e si lanciò in aiuto del suo amico. Harry gli puntò contro la bacchetta per fermarlo, ma una nuova voce irruppe nella stanza.

 

“Expelliarmus!”

 

Le bacchette dei quattro ragazzi volarono nella mano di un uomo incappucciato che stava sulla soglia della porta, sfortunatamente seguito da altri tre compagni. L’uomo con le bacchette in mano non perse tempo in convenevoli, e colpì Harry e Ron con due Cruciatus alquanto ben piazzati. Le urla di dolore dei due ragazzi si mescolarono a quelle di panico di Hermione e Neville, che vennero afferrati saldamente da due uomini. Gli altri due rimasero in piedi a puntare le bacchette contro Harry e Ron, che però erano ancora a terra molto doloranti.

 

“Ma bene.” Fece l’uomo con le quattro bacchette in mano. “Abbiamo dei giovani ribelli qui.” E così dicendo buttò le bacchette fuori dalla stanza con noncuranza. “Avete del fegato, ragazzi. Peccato che dobbiate fare questa fine.”

 

Harry e Ron si rimisero a fatica in piedi e guardarono per un momento intorno: erano cinque a quattro…ma loro erano anche armati. Non era una buona situazione.

 

Il mangiamorte si avvicinò lentamente a Hermione, che pur affannando stava facendo del suo meglio per non mostrare tutto il suo panico. “…forse con te ci potremmo divertire un po’ prima…” le mormorò con un sorriso sadico, sfiorandole il collo col dorso della mano. Lei immediatamente cercò di dimenarsi.

 

“Lasciala stare!!” urlò Ron.

 

L’incappucciato si voltò verso di lui. “La tua mamma non ti ha insegnato a stare zitto? Crucio!”

 

Ron cadde a terra, contorcendosi per il dolore. Harry, furioso come non mai, si lanciò contro il loro assalitore ma anche lui fu fermato da un dolorosissimo Cruciatus.

 

“Basta!!” gridò Neville, bianco cadaverico.

 

“Nooo!!” Hermione fece del suo meglio per divincolarsi, ma fu inutile. Non le rimase che assistere alla tortura dei suoi amici, che a furia di beccarsi la maledizione Cruciatus cominciavano ad avere grossissime difficoltà a rimettersi in piedi.

 

Uno dei due mangiamorte che li teneva sotto tiro fece uno sgradevole sorriso. “Ehi capo, guarda un po’. Hai visto chi è il moccioso?”

 

Harry ebbe a malapena le forze per sorreggersi sui gomiti quando l’uomo in nero si chinò alla sua altezza e gli scansò un ciuffo di capelli dalla fronte. Fece un sorriso molto crudele quando lo riconobbe. “Harry Potter. Questo cambia tutto.”

 

Harry lo fulminò con lo sguardo, con gli occhi ridotti a due fessure.

 

L’uomo si rialzò. “Che peccato che abbiamo l’ordine di non ucciderti…sarebbe stato estremamente piacevole portare il tuo cadavere al nostro signore.” E così dicendo posò la bacchetta proprio contro la fronte di Harry, dritto in mezzo agli occhi. “Tuttavia…”

 

Harry sentì Hermione trasalire, ma lui mantenne il suo sguardo duro e forte. Se doveva morire almeno voleva farlo a testa alta e non da codardo.

 

“Sarebbe ugualmente glorioso riportare al mio signore il suo nemico numero uno in ginocchio, a implorarlo di accoglierlo fra i suoi soldati.”

 

“Te lo puoi scordare.” Sibilò Harry con odio.

 

Il mangiamorte non si scompose. “Non mi piacciono i ragazzini capricciosi.” E senza dare a nessuno la possibilità di reagire puntò la bacchetta contro Ron. “Crucio.”

 

Hermione strillò, cercando di dimenarsi per correre a fermare quella orribile scena; chiuse forte gli occhi per non vedere Ron contorcersi a terra dal dolore, ma non potè non sentire le sue urla.

 

Harry si lanciò contro il mangiamorte ma fu fermato e trattenuto per le braccia da un altro dei presenti. “Basta!!! Lascialo in pace!!!”

 

Il mangiamorte finalmente si decise ad abbassare la bacchetta. Ron rimase a terra, mordendosi le labbra per non lasciarsi scappare neanche un lamento e tenendosi forte lo stomaco. “Che cosa ne dici, Potter? Hai cambiato idea?”

 

“Lascia stare gli altri, è me che vuoi!!” tuonò Harry, dando non pochi problemi all’uomo che lo stava trattenendo.

 

“Non mi sembra che tu stia usando il cervello, ragazzo.” L’uomo in nero incrociò le braccia sul petto. “Ti ho fatto una proposta.”

 

“Preferirei morire piuttosto che unirmi al vostro branco di sporchi assassini!” Harry gli rispose con tutto l’odio che aveva in corpo.

 

Il mangiamorte inarcò un sopracciglio, poi sorrise crudelmente. “Vediamo se la tua amichetta la pensa come te.”

 

Harry scalciò disperatamente. “No, fermo!!”                    

 

Il mangiamorte si avvicinò a Hermione, che lo stava guardando con tutto l’odio di cui era capace, e le prese il mento in una mano, sollevandole la testa e impedendole di aprire bocca. Contemporaneamente le sfiorò il collo con le dita. “Proprio tu fra tutti non dovresti essere così spaventata…sarai l’unica che morirà felice…mi occuperò personalmente di questo, piccola…” Hermione serrò forte gli occhi ed emise un gemito.

 

“Bastardo, toglile le mani di dosso!!” urlò Harry, mentre Ron cercava inutilmente di rialzarsi.

 

Il mangiamorte estrasse un grosso coltello e lo avvicinò al collo di Hermione. “Ti ripeto la mia proposta. Vuoi unirti a noi?” disse lentamente.

 

Hermione scosse coraggiosamente la testa. “Non ascoltarlo, Harry!” riuscì a strillare, con la voce che le tremava.

 

“Va bene!!” urlò Harry, chiudendo forte gli occhi per un attimo. “Farò quello che vuoi, ma lasciala stare!!”

 

L’uomo curvò le labbra in un sorrisetto spietato. “Chissà come mai non mi convinci più di tanto.” E così dicendo col pugnale fece un taglio sul collo di Hermione, proprio sotto l’orecchio. Lei strillò mentre le prime lacrime le scendevano sulle guance.

 

“Basta, smettila!! Smettila!!!” Harry non sapeva più come fare per riportare su di sé l’attenzione del mangiamorte. Era chiaro che ormai scalciare non serviva più.

 

L’uomo con due dita raccolse un po’ del sangue di Hermione e lo leccò. “Mmh…gustoso.” Hermione non si trattenne più e singhiozzò forte. Neville, che era in completo stato di shock dopo aver rivisto gli effetti del Cruciatus sui suoi amici, chiuse forte gli occhi per non dover vedere anche questo.

 

Ron raccolse tutte le sue forze e si rimise in piedi, con le gambe che gli tremavano e le lentiggini che spuntavano nettamente sul viso pallidissimo. “Bastardo…” ruggì fra i denti, lottando per restare cosciente. “…sei solo uno sporco vigliacco…te la prendi con una ragazza…pisciasotto di merda, vieni qui se sei un uomo…”

 

Il mangiamorte si avvicinò in due passi a lui e lo afferrò per il maglione, strattonandolo in avanti. “Preferisci prendere il suo posto forse?!?”

 

“Ti ho detto di lasciarli stare!!!” urlò Harry. “Non otterrai niente da loro, è con me che ce l’hai!!”

 

Il mangiamorte fece un sinistro sorriso e puntò il pugnale contro Ron, che nemmeno battè ciglio nel vederlo così vicino. Era arrivato a un punto di sofferenza fisica e psicologica tale che la morte non lo spaventava per niente, anzi. Se significava mettere fine a tutto questo era la benvenuta.

 

“Convinci il tuo amico a diventare un seguace del nostro signore.” Sibilò l’incappucciato. “E libereremo te e i tuoi compagni subito.”

 

Ron lo guardò con un assurdo sorrisetto beffardo. “Vaffanculo.”

 

Harry serrò forte gli occhi: sapeva che in quel momento avrebbero ucciso Ron.

 

Ma in quel preciso istante una luce e un’esplosione colpirono una parete della torre, che vibrò come se ci fosse stato un terremoto mentre il muro colpito crollò, scoperchiando la stanza dal soffitto e facendo aprire una voragine che dava dritto sul cortile dove si stavano battendo Silente e Spencer, da dove era partito il colpo. Ci fu un momento di enorme confusione in cui tutti agirono d’ istinto.

 

Il mangiamorte più vicino alla parete colpita crollò a terra sotto il peso delle grosse pietre del soffitto; Harry concentrò tutte le sue forze nella spallata che diede all’uomo che lo teneva, facendolo cadere giù nella voragine. Il mangiamorte che tratteneva Neville subito lo buttò a terra per andare a vedere che fine avevano fatto i suoi due compagni. Contemporaneamente Ron e l’incappucciato che li stava torturando caddero a terra per la violenza dello scoppio, ma Ron fu più veloce a prendere il pugnale da terra e rialzarsi. Evidentemente però un ragazzo piuttosto magro, pallido da far paura e dolorante non incuteva troppo terrore, perché il mangiamorte vedendolo scoppiò in una risata beffarda. Probabilmente non si sarebbe mai aspettato che quel ragazzo avrebbe avuto il coraggio e la forza di piantargli il pugnale nel cuore. Ma non ebbe il tempo di restare sorpreso, stramazzò a terra morto senza un suono. Il mangiamorte che tratteneva una scalpitante Hermione cercò di riprendere in mano la situazione, e stringendole forte la gola in una mano estrasse la bacchetta e la puntò contro i tre ragazzi, prevenendoli.

 

“Fermi!!! Una sola mossa e la uccido!!” urlò.

 

I ragazzi si bloccarono, soprattutto vedendo Hermione che non riusciva a respirare con la mano dell’uomo così stretta attorno al collo.

 

“Fanculo gli ordini.” Bofonchiò il mangiamorte, puntando la bacchetta contro Harry. Nella confusione del momento nessuno sentì Neville chiamare il suo rospo Oscar, che gli era saltato improvvisamente fuori dalla tasca.

 

Fu un istante troppo rapido e intenso per capirci qualcosa; il mangiamorte urlò “Avada Kedavra” ma contemporaneamente Oscar gli balzò in faccia, facendolo arretrare proprio quel tanto da far dirigere il colpo in un’altra direzione. Hermione emise un gemito strozzato e chiuse forte gli occhi nel vedere il corpo senza vita di Neville cadere a terra con un tonfo sordo.

 

“Nooo!!!” urlò disperato Harry. “Ma perché, perchèèèè????”

 

Un altro mangiamorte fece capolino nella stanza quasi distrutta. “Andiamo! Sono arrivati i War Mage!”

 

L’incappucciato che teneva Hermione la buttò a terra e corse verso la porta della stanza, ma prima di scomparire del tutto si voltò e urlò “Tu sei morto, Potter!”

 

Hermione, piangendo disperatamente ma senza emettere alcun suono, raggiunse Neville che giaceva a terra col faccione bianco e gli occhi sbarrati persi nel vuoto. Gli sfiorò la mano un’ultima volta, poi lo stress, il dolore e la paura ebbero la meglio e si lasciò andare a terra, svenuta.

 

Ron crollò sulle ginocchia, sentendosi completamente svuotato di ogni energia; ora il dolore fisico stava tornando ad avere la meglio anche sulla sua forza di volontà. Si guardò le mani: erano sporche di sangue. Sangue dell’uomo che aveva ucciso lui. Aveva ucciso una persona. A sangue freddo, senza neanche starci a pensare troppo. La vista gli si offuscò completamente, ormai vedeva sangue ovunque. E la sensazione fu tanto violenta che finalmente riuscì a farlo cadere in quella tanto desiderata incoscienza.

 

Harry si guardò attorno con un’espressione disperata; avrebbe tanto voluto verificare che il sangue sulle mani di Ron fosse davvero solo del mangiamorte, o controllare che la ferita sul collo di Hermione fosse solo u graffio come sembrava…ma non ne ebbe né il coraggio né la forza.

 

Per la prima volta in vita sua Harry Potter ebbe paura.

 

Raccogliendo un’ultima volta le sue forze e lottando per restare cosciente, Harry strisciò sui gomiti fino a sporgersi da quel po’ di parete che era rimasta, per poter guardare nel parco di Hogwarts. Silente e un uomo in nero stavano combattendo, ed erano entrambi conciati piuttosto male. Si puntarono ancora le bacchette contro. Ma lo sguardo di Silente incrociò quello di Harry. E incredibilmente gli rivolse un piccolo sorriso. Il ragazzo sembrò comprendere quello sguardo…aveva un significato ben preciso, si.

 

Io credo solo che qualunque cosa succeda il tuo momento arriverà…come arriverà il mio.

 

Harry capì le intenzioni di Silente; scosse debolmente e cercò di tendere la mano verso il suo lontanissimo preside…ma il dolore e la stanchezza fisica e psicologica lo trascinarono a forza in una pesante incoscienza.

 

 

***********************

 

 

Fiùù…cavolo se è stato duro da scrivere questo capitolo! Non amo molto uccidere i miei personaggi (quanto è stata dura eliminare Seamus! Era uno dei miei preferiti!) ma stavolta andava proprio fatto. Eh si, ora è più chiaro che cosa intendono Harry & co. quando parlano di esperienza agghiacciante anche negli altri BAWM? E oltretutto da adesso in poi si assisterà al “cambiamento”, perché dopo un’esperienza del genere non si può uscire uguali a prima…e cominceremo a vedere i primi effetti di questa terribile notte già dal prossimo chap, “La nostra infanzia finisce qui”.

 

Passiamo alle recensioni! =) Argomento che adoro, perché ce ne sono sempre così tante e così tanto belle!

Mao_chan91: grazie mille! Sono molto contenta che il mio stile ti piaccia!

Alexis: maestro! Hola! ^^ sto facendo progressi, sai? Ho ripetuto “Yo Soy Ale” a tutti quelli che ho incontrato questa settimana! =)

Danae: grazie! Contenta? Ho aggiornato presto!

Luna Malfoy: wow, mi piace sapere che i miei personaggi prendono spessore…e sono molto contenta della tua recensione, grazie mille!

Vega: oh beh, tu già sai tutto quello che ti voglio dire, tranne forse: vai alla grande, fammi avere novità appena le avrai! ^^

Eli: ben ritrovata! Si, anch’io mi sono divertita tantissimo a scrivere l’ora di Divinazione! =)

Vale: =) tu sai che non vedo l’ora di leggere tutta la tua storia…=) finora era fantastica! Bel personaggio Harry, eh? Si lascia descrivere da solo, devo dire.

Rachel: sono onorata! Grazie! Beh, in effetti stavolta qualche fazzolettino ci voleva magari…^^

Kim: grazie 1000000! Ho letto la tua storia: anzi, consiglio a tutti di andarla a leggere! Io non leggo quasi mai quelle sui Malandrini (non perché non mi piacciono, anzi!) ma questa merita davvero!

Strekon: ehi, una cosa del genere detta da te mette il buonumore per una settimana di seguito! =) Tu intanto aggiorna il prima possibile, eh? E salutami tanto Mony! (dille anche che non ho dimenticato il suo regalo di compleanno, eh! Lei sa di cosa parlo…)

Kiara: poveretti si! ^^ Sono felice di sapere che recensirai sempre, mi piace leggere quello che pensi! Ormai è diventato abituale, le tue recensioni mi sono diventate familiari! =)

Giuggy: ciao! Il pc è risorto? =) Sono contenta di averti recuperata!

Eva: eh si, in effetti questo chap è un po’ triste…ma era proprio necessario alla trama della storia. Vedrai che ce ne saranno anche di molto allegri! Oh, e a proposito di Ron…lo adoro anch’io! ^^

Marilia: eccoti accontentata! =)

Ginny: gli ultimi saranno i primi! ^^ Puoi chiamarmi come vuoi, non ti ammazzerò mai!

 

Bene cari…ora devo proprio scappare, ho una valanga di compiti che aspettano solo me! Baci baci,

Sunny

  
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