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Autore: TonyCocchi    30/12/2009    3 recensioni
Una chiamata misteriosa di Kurenai e tre giovani ninja con il loro compagno a quattro zampe scattano uniti all'azione! Per chi ama il team 8! PS: BUONE FESTE! ^__^
Genere: Commedia, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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team 8 (nuovo cap)

Di nuovo ciao a tutti dal festivo NaruXHina! Certo, il Natale è passato, ma ci sono ancora Capodanno ed Epifania, e inoltre ho un buon motivo tutto mio per essere “festivo”… MI HANNO TOLTO IL GESSO! YAHOOOO! LIBEROOOOOO!

D’altro canto ci sono i primi esami in arrivo, quindi questa sarà la mia ultima fic per un bel po’ di tempo… Sia quel che sia, tranquilli: i nostri babysitter vi riserveranno ancora un po’ di risate, un bel po’! XD

Li abbiamo lasciati al termine di una complicata “operazione pappa”, risoltasi però gustosamente. Però qualcuno ha giustamente chiesto: cosa è accaduto in quel bagno mentre Hinata era al sicuro in cucina? Questo ed altro nel nuovo capitolo! Buona lettura, spero vi piaccia!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

“Allora, secondo le istruzioni della maestra…”
“UEEH! UEEH! UAAAAAHH!”

“COSA?! Parla più forte, Shino!”

Nel bagno, come in tutte le case una stanza più piccola, il pianto di Junior rimbombava, sulle pareti, echeggiava nella vasca e prendeva a pugni le loro orecchie.

“La maestra ha scritto di non usare la vasca per il bagnetto, ma la tinozza azzurra sotto il lavandino.”

“Eccola!” fece Kiba afferrandola con la mano libera. Come al solito Shino si era accaparrato la lettura e lui la manualità!

Il bagno di servizio della casa di Kurenai aveva la forma di un piccolo rettangolo: entrando si avevano a destra il lavandino con lo specchio e i ripiani, a sinistra una scarpiera, un armadietto a muro, e un piccolo tavolino con un vaso di fiori lilla, giusto dinanzi la porta si aveva un tappeto di forma ovale che anticipava la vasca, di colore candido come le mattonelle. In alto, sopra di essa, pendeva ad un gancio il soffione della doccia, e subito accanto una finestrella quadrata, che però non faceva molta luce, almeno in quella parte del giorno.

Kiba gettò la tinozza sul fondo vuoto della vasca ed aprì il rubinetto.

“Tu controlla quando si fa calda, io vedo se c’è qualcosa qui attorno per calmarlo! Sigh!”
Asuma piangeva ininterrottamente da quando si erano divisi i compiti di là in cucina: certo era un bimbo impaziente.

“Su su, lo so che hai fame! Prima ci sbrighiamo a lavarti e prima si pappa, d’accordo? Dai, non piangere!”

Si guardò freneticamente intorno in cerca di un appiglio, ed intravide vicino lo specchio un ripiano con alcuni giochi.

“Guarda! Una paperella! Una paperella gialla col sonaglio!”

PI-PO!

“Queste piacciono a voi bambini, vero?”
“Sniff… sniff…”
Kiba non riuscì a capire se si era calmato o se si era fermato per caricarsi ed esplodere.

“Shino! È pronta quest’acqua?”
L’insettaro mise la mano sotto il flusso: “A occhio e croce direi che… Occhio?...”
“Eh?”

Istantaneamente, come si fosse teletrasportato, sparì e Kiba lo ritrovò nell’angolo opposto della stanzetta, con la faccia contro il muro e una nuvola nera in testa.

“I miei occhiali…”
“UEEEHH!”

“Urgh! Riprenditi! Non puoi lasciarmi solo in un momento del genere! Supera il dramma dei tuoi occhiali, superalo!”

“………”

“………”

“…… L’ho superato.”

“Ah, bene!”
La tinozza era meno che mezza vuota ovviamente: le istruzioni dicevano di metterlo seduto e usare poca acqua, che non gli arrivasse neanche al pancino; dopo, usando la doccia per sciacquarlo, ne avrebbero comunque aggiunta altra. L’importante però era non perderlo mai d’occhio, perché guai se fosse caduto, in avanti o indietro, con la testa in acqua…

Kiba e Shino si scorciarono le maniche: la loro attenzione era massima.

“Ecco, il tuo bagnetto è pronto! Non sei contento?”

“Sigh! Sigh!”

A contatto con l’acqua Asuma si bloccò, come sorpreso, ma poi riprese a singhiozzare forte.

“Dai! L’acqua è divertente, vedi?”

L’Inuzuka, provò a battere la mano nell’acqua, facendola zampillare in su.

“Guarda! Fa << ciak ciak >>!”

Continuò ad agitare l’acqua, e quel << ciak ciak >> finì col divertirlo.

“Si, vai così! << Ciak ciak! >> Eh eh eh!”

Shino, difficile a credersi, sorrise: “Devo riconoscerlo Kiba: sei tu quello che ci sa fare coi bambini.”
“Dai, anche tu se ti ci metti.”

“Tu di più.”
“Su, non fare il modesto!”
“Basta.”

“Ok…”

Asuma aveva iniziato a battere anche lui le mani, per osservare incantato le goccioline che volavano e scendevano giù, in un guizzante concerto amplificato dalla cavità della tinozza.

Provarono a mettere la paperella a galleggiare vicino a lui, ma questi la tirò via.

PI-PO!

“Che lancio.”

“Non gli piace: provo a vedere se c’è qualcos’altro.”

Kiba nel frattempo si alzò, prese il soffione e lo aprì piano, per evitare che uno scrosciare troppo forte lo spaventasse.

“Attenzione: le previsioni prevedono pioggia! Pioggia calda!”

Fece piovere sulla testolina, e i capelli scuri come il carbone si appiattirono.

“Ho trovato un soffiabolle nell’armadietto.”

Si inginocchiò vicino la vasca, immerse la bacchetta nel tubicino, quasi con stile, preciso come anche le cose più semplici dovessero essere fatte al meglio dei modi, e soffiò una nuvoletta di bolle di sapone. Asuma guardò quelle palline dai riflessi luccicanti, e come fossero perle di un magico tesoro alzò le mani per cercare di prenderle.

“Wow, forte questo giocattolo!”

“Tsk, cos’è, non ne hai mai visto uno?”
“Non ne ho mai avuto uno! Ehi, fammi provare!”
Il solito bambinone, pensò Shino: a momenti aveva più entusiasmo lui che Junior.

Immerse e con impazienza e soffiò, facendo uscire molte più perle, poi immerse ancora e soffiò di nuovo, con tutto il fiato.

“Hai intenzione di finire tutto il sapone?”

“Ce n’è così tanto, non fare il guastafeste!” e mentre diceva ciò, caricò ancora e diresse il vento saponato contro la faccia dell’altro.

“Ehi, ma che fai? Piantala! Vuoi bagnarmi gli occhia…”
“Oh, no…”
Shino (depresso nell’angolino): “………”

Kiba scosse la testa: “Stai esagerando ora…”
Si girò…
“Eh eh eh!”

Asuma si era messo in piedi: ci riusciva già, anche se aiutandosi con qualcosa. E siccome lui si era preso tutto per sé le sue bolle, aveva trovato altro con cui divertirsi… Il soffione della doccia… che Kiba aveva dimenticato aperto.

“Ehm… (^__^”)… Ma che bravo che sei, ti sai anche alzare! Ora però mi passi la doccia?”

“O-a?”

“Si, quella che hai nelle manine!” fece con un sorriso troppo largo per essere preso sul serio.

Asuma guardò il soffione, guardò Kiba… E LO ALZò!”

“Ach!”

“Ih ih ih!... Uh… Ah!”

Aveva perduto l’equilibrio ed era ricaduto sul fondo della tinozza con un piccolo << Splash! >>

Kiba si passò una mano in faccia e il braccio sugli occhi per asciugarsi: “Eh eh eh… divertente… Ora però, dammelo, non fare storie, su!” disse con un po’ più di severità.

Severità a cui lui rispose abbuffando le guance.

“Tsk, se pensi che basterà un broncetto a fermarmi ti sbagli.”

Si sporse con la testa dentro la tinozza: “Su, molla il… AAAAAAAAAAAAAAAAARGH!”

Nessuno ovviamente si era accorto che, cadendo, Asuma si era appoggiato per un attimo alla rotella del rubinetto, spostandola di molto sul lato del caldo…

Kiba si rialzò con la faccia scottata: Asuma era di nuovo in piedi, la sua tonda testolina bagnata sporgeva oltre i bordi della vasca e della sua personale “piscina” e rideva.

“Ehi! Mettilo giù! AAAAAAAH! L’ACQUA CALDA NEGLI OCCHIIII!!!”

E non solo, anche sul pavimento e sul tappetino! Stava annaffiando l’intero bagno!

“I MIEI OCCHIALIIIIIIIII!”

“RIPRENDITI SHINO!”

Lo sollevò a forza e gli diede una scrollata.

Shino uscì dal trance: “Uh? Ma che succede? Perché sei bagnato?”

“Chiedilo a lui! Mi ha attaccato senza motivo!”
“Ih ih ih!”
“Mmm, sta facendo un lago qui per terra… Beh, non lo permetterò!”

Si avvicinò senza timore…

E tornò subito da Kiba, coi capelli fracidi e la faccia scottata.

“Allora?” domandò il compagno.
“Ehm, pare proprio non voglia permetterci di avvicinarsi.”

Inoltre sembrava avere una mira di precisione nei riguardi degli occhi altrui! Sarebbe diventato un buon cecchino o un gran bastardo da grande!

Intanto il ridente innaffiatore stava passando alle pareti e alla finestra

Shino tirò il petto in fuori: “Ora basta! Kiba, prendi quella stella marina di plastica che è caduta lì e cerca di distrarlo mentre io gli tolgo il soffione da mano.”

“Tsk, perché a me i compiti più pericolosi?”

“Muoviamoci! Vuoi che si scotti o peggio?”

Senza farselo ripetere, Kiba corse a prendere il giocattolo… ma scivolò sul pavimento allagato, compì un giro della morte a mezz’aria e ricadde sulla schiena.

“Che… botta…”

“Sigh… ti sei fatto mettere ko ancora prima di attaccare.”

Kiba strinse i denti: a quattro zampe (andatura comunque a lui congeniale) e pur vedendo molte stelle arrivò a quella marina, di colore rosa, e si rimise in piedi aiutandosi col lavandino.

“Non se ne parla! Non mi farò mettere ko da un moccioso, e neanche tu!”
“Giusto!”

Si guardarono, scambiandosi con gli occhi il proprio coraggio.

“Pronto, Shino?”
“Vai.”
“IN NOME DELLA STELLA MARINA ROSA, TI IMPONGO DI FERMARTI E CONSEGNARCI LO SCHIZZA-SCHIZZA! CARICAAAAAA!!!”
“Il solito esaltato…”
“Ih ih ih!”

 

“Poi che è successo?” domandò Hinata addentando la sua fetta di pane e senzai (Nda: marmellata dolce di fagioli, il suo cibo preferito XD).

Al ricordo i loro occhi si colmarono di reverente orrore.

“Il diluvio.”

“L’inondazione.”

“La furia degli elementi.”

“Il profondo blu.”

“L’oceano distruttore.”

“L’Arte dell’Acqua non è nulla al confronto.”

“La paperella di gomma è affogata.”

“Capisco… e dopo?”

“Siamo riusciti ad riconquistare la doccia, e abbiamo proseguito con bagnoschiuma e shampoo extra-dolce all’albicocca.” spiegò Shino, di nuovo calmissimo.

“In fin dei conti ne abbiamo approfittato per lavarci un po’ i vestiti.” disse l’amico canino buttandola sull’ironico, e in quel caso non c’era altro da fare. Anche se la giustificazione “è ancora piccolo” iniziava a sembrargli troppo comoda… Prima uno se ne sbarazza, prima può iniziare a crescere sul serio.

Nonostante alcune discese nel tragico, e nonostante avesse poi dovuto ripulire ogni cosa, il racconto aveva lasciato Hinata col sorriso sulle labbra; come è bello ridere delle disavventure, una volta passate ovvio!

“Saponette e giocattoli sul pavimento, acqua ovunque, la stella marina rosa nel gabinetto, quel solco nel pavimento così simile alla schiena di Kiba… Non potevo credere ai miei occhi! OPS!”

Shino (depresso in un angolino): “……”

Kiba: “Psss, Hinata? Sarà meglio evitare di usare termini che gli ricordino i suoi occhiali.” bisbigliò Kiba.

Shino (ancora depresso nell’angolino) “Erano anti-riflesso e anti-anti-anti-anti-trasparenza… Sigh!”

Ci pensò Hinata a sviare l’attenzione su altro.

“Visto che io ho pulito il bagno, voi potreste occuparvi della cucina.”
La soba con carne (Nda: tipo di spaghetti) si strozzò in bocca a Kiba!

Shino invece era tornato normale: “Si d’accordo, mi sembra giusto… E tu non strozzarti.”

“Ma chi si strozza! Coff! Coff!”

“Eh eh, grazie!”

“Sbaglio o noi siamo qui in veste di babysitter e non di domestici?”

“Non vorrai far trovare alla maestra la sua casa sottosopra.”

“Certo che non vuole.” fece Shino parlando per lui.
“Io…”

Shino (occhi  vicinissimi): “Non lo vuoi, vero?”

“N-n-n-non lo voglio!”

<< Accidenti! Anche senza occhiali questo qui fa una paura! Dovrebbero dichiarare fuori legge le occhiate terrorizzanti! >>

Kiba sentì Akamaru ridere (soltanto lui che della sua specie capiva il linguaggio) e cambiò idea: “Sai che ti dico? Hai ragione: credo che anche il pavimento abbia bisogno do una pulitina…”

“Wuf?”

 

Così, finito il pranzo, Shino e Kiba cominciarono a lavare piatti, pentole e bicchieri, mentre Akamaru, con quattro pezze bagnate legate sotto le zampe si occupava di lustrare ovunque passasse…

“CAIIII!”
“Come dici? Stai scivolando? Ottimo: finirai più in fretta!”

Hinata, per rendersi utile, andò a pulire i vetri e ad annaffiare le piante (come prescritto in una noticina sul foglio delle istruzioni, il che lasciava intendere appunto che Kurenai volesse appunto da loro anche qualche altro piccolo servizietto…)

“Dovremmo chiederle una mancia per gli extra quando torna…” mormorò il ragazzo dai lunghi canini spremendo il flacone di detersivo per piatti sull’ennesima stoviglia.

“Smettila di lamentarti e lava.” rispose Shino laconico.

“E tu piantala di parlare e asciuga.”

IO piantarla di parlare?”

“Ragazzi, le petunie e io vi sentiamo dal balcone del soggiorno, figuriamoci Asuma nella culletta dietro di voi; volete svegliarlo?”

Kiba e Shino: “Scusa Hinata.”

Tornarono al loro lavello e alla loro schiuma.

“Non pensi che Hinata stia facendo da mamma anche a noi di recente?” riprese l’Aburame.
“Dovremmo preoccuparci?”
“Mah…”

 

 

Alla fine corsero tutti e quattro in soggiorno…

“Finito! Yahoo!”

“Ottimo, ih ih!”

“Wof wof!”

Avevano tutte le ragioni per esultare: con Asuma messo a riposo erano finalmente liberi!

Hinata, con le mani dietro la schiena, poté allora dire: “Cosa si fa?”

“Mettiamo su il pop-corn e sbrachiamoci sul divano!” proclamò Kiba con un saltello.

“Arf! (trad. “Approvo!”)

Hinata lo fece atterrare con gentilezza: “Ma… abbiamo appena mangiato: facciamolo stasera.”

“Saltiamo sul divano!”

“Arf! (trad. “Approvo!”)

“Cresci…” –rispose l’insettaro- “Giochiamo a carte? Hanafuda?”

“E se mettessimo un po’ di musica a basso volume? Mi sembra ci sia uno stereo in soggiorno.”

“Battaglia coi cuscini del divano!”

“Arf!” (trad. “Approvo!”)

“Ma… abbiamo appena riordinato.”
“Lascia in pace il divano, cribbio!” fece Shino senza ammettere repliche, anche se Kiba non gli toglieva gli occhi di dosso!

“Arf! Wof wof, wuf!” (trad. Andiamo a caccia di gatti nel vicinato e strappiamo loro i baffi! Chi porta più baffi vince!)

“Che ha detto?”

“Non importa…”

“Oppure possiamo…”

“UEEEEEEEEHH!!!”

 

“……”

“UEEEHH!”

Ciò che in quel preciso momento non avrebbero mai voluto sentire fu seguito, dopo alcuni secondo di stallo da incredulità, da una cascata di braccia che al confronto il “diluvio” nel bagno non era stato nulla!

“Al mio tre” -fece il flemmatico- “Uno, due, e tre…”


“SIGH!”

“Caiiii…”

Quanto ti lascia l’amaro in bocca dovertene tornare al lavoro quando la pausa è appena iniziata; perché proprio quando finalmente gira per il verso giusto accade qualcosa per cui tutti i tuoi piani vanno sottosopra?

Lentamente, e in fila indiana, come in una processione sacra, i quattro del Team 8 si avviarono verso la cucina, piegati in avanti dallo sconforto.

Kiba: “Uffa…”
Hinata: “Non è giusto…”
Shino: “Ohibò… Che altro ci aspetta?”
Akamaru: “Grrr…”

Che fine avevano fatto i babysitter tranquilli e liberi dei sogni di Kiba, che arrivata la nanna potevano finalmente spassarsela un po’?

 

“Sniff!”

“Cos’ha?”
Hinata lo prese dalla culla… e lo tenne a distanza!

“Uh! Uhhh… Direi che stavolta è evidente…”

Gli altri tre si avvicinarono…

“BLEAH!”

Shino (U__U): “No, ha fatto la pupù.”

Kiba (-__-): “E io che ho detto? BLEAH, appunto!”

Vedere la rassicurante presenza dei suoi servi… babysitter… fermò la lagna del piccolo puzzone…

“Ehm, ragazzi…”

“Non dirlo, ti prego…”
“Dobbiamo… CAMBIARLO!”

Akamaru si volatilizzò. Anche Kiba ci provò, ma Shino, senza muoversi dal suo posto, lo fermò acchiappandogli il collo della maglietta. Fallita la fuga, cadde in ginocchio: pulire i bisognini era la parte peggiore, sia per i cani (quelli non beneducati, nel suo clan i cani hanno delle toilette proprie o almeno sanno essere discreti…), che per i bimbi.

“Oh, no! Perché?”

Addirittura Shino divenne da marmo scolpito a roccia scalfita: “Non sono pronto per questo…”

“Ragazzi, andiamo nella cameretta, c’è il fasciatoio.”

 

Ma a chi l’onore di aprire il bianco scrigno di buona marca, di quelli che lasciano buona libertà di movimento come non li avesse addosso? Il che, visto che ne aveva fatto Junior della libertà finora, era stato come armare una bomba ad orologeria!

“Fallo tu!” disse puntando Shino!

“Io? Non posso.” rispose calmo.

“Perché no? Sei allergico alla cacca?”

“Una cosa del genere per me richiede preparazione psicologica, e poi non ho le credenziali per farlo, non ho gli occhiali, e la congiuntura astrale non è delle migliori… Non posso assolutamente, capisci? Non posso!”

“Ma Shino…” –intervenne il fiore bianco del team- “Tu gli occhiali non li usi per vedere.”

“E non credi agli oroscopi e all’astrologia.”
“Speravo ci credessi tu…”
“EHI! GRRRR!”

Hinata (gocciolone dietro la testa): “Eh eh eh, su ragazzi, non perdiamo altro tempo, il nostro piccolino aspetta!”

Asuma, steso sulla copertina del fasciatoio, stava osservando le buffe facce di quei tre sulla sua testa, aspettando di essere servito come un cliente al ristorante dai propri camerieri.

Il fasciatoio era un tavolino pieghevole sul lato destro della cameretta, rivestito di una morbida coperta su cui appoggiare il neonato: aveva incluse delle tasche per il borotalco, la cremina per le arrossature, e quant’altro la mamma, la balia o i disgraziati incaricati avessero bisogno.

“Su, che ci vuole? Lo avete già cambiato prima, quando gli avete fatto il bagnetto, giusto?”

Si guardarono tra loro: “Ehm…”

“Cosa?!”

Shino si risistemò gli occhiali che non aveva: “A dire il vero…”

“Non gli avete cambiato il pannolino dopo avergli fatto il bagno?!?!”

“Beh, era ancora pulito” –provò a giustificarsi Kiba- “Pensavamo che…”
“Ma quando vi fate la doccia allora non vi… Ehm, lasciamo stare!”

Hinata mise le mani ai fianchi e guardò Junior: “Ma guarda un po’ questi due: rimetterti lo stesso pannolino dopo il bagnetto.”

Asuma emise qualche versetto.

“Posso dire a nostra difesa” –soggiunse l’Aburame- “Che non sapevamo che politica seguire per i pannolini post-bagnetto. E in quel caso erano comunque pannolini “vuoti”… Tu sei inesperta quanto noi, puoi capire.”

Hinata si grattò la guancia: “Scusate… Ehm, però, ora dobbiamo mettergli un pannolino nuovo, e la prima cosa da fare è aprire quello sporco.”

Kiba si fece subito indietro: “Oh, io non posso farlo di certo: olfatto iper-sviluppato, ricordate? Meglio se mi tengo a distanza.”

Hinata guardò Shino che materializzò istantaneamente e senza scomporsi i consigli di Kurenai: “Io leggo le istruzioni. Tu procedi.”

Staccò gli adesivi ai due lati e…

“Urgh!”

Kiba (naso tappato): “Come cavolo fa un esserino così piccolo a fare così tanta…”

Shino interruppe prontamente il compare prima che dalla bocca ne uscisse qualche amenità: “Dunque: rimuovere il pannolino sporco e gettarlo… pulire il sederino… blablabla… borotalco… Mmm…”

“Perché non chiami uno di quegli scarafaggi spazzini che arrotolano escrementi? Magari ci danno una mano…”

Hinata richiuse il pannolino non più immacolato, trasformandolo in un sacchetto che fece indietreggiare Kiba di altri due passi.

“Vado a buttarlo, Shino, vedi un po’ cosa puoi fare.”

“Sempre che la tua congiuntura astrale lo permetta! Ah ah ah!”

“…… Umpf!”

Shino rilesse velocemente tutta la procedura segnata sul foglio: ben quattro volte.

“Mmm…”

Ci pensò su: prima le boccacce, poi gli occhiali rotti, le depressioni conseguenti, il bagno fuori programma, ora la fifa per un compito assolutamente non da lui che aveva unicamente l’effetto di scalfire ancora di più la serietà della sua persona. Doveva rimediare!

“Umpf! Kiba!”

“Uh?”
“Và a prendermi il cappotto.”

Stava per chiedergli “Sei sicuro?”, ma emanava una tale aria di sicurezza che perse ogni dubbio. Tornò Hinata, e tornò Kiba con quello che aveva chiesto.

Indossò il pesante indumento, e con solenne lentezza, tirò su la zip. Sempre più in alto, fino ad arrivare in cima con un TIC!

Caricò una voce profonda e piena di intensità: “Iniziamo.”

Gli altri deglutirono.

Asuma: “Eh?”

 

Veloce. Estrae i fazzoletti umidificati dalla scatola-caricatore e si arma, uno per mano. Due passate con la perizia di una formica e la grazia di una mantide: i due fazzoletti sono sporchi, ma le sue mani al sicuro.

Nulla è rimasto: anche meglio di uno stercorario!
“Secchio.”

Ordina. L’assistente bestia quadrupede lo posiziona accanto la sua gamba e li getta in esso, facendoli planare dolcemente. La puzza non è un problema: dietro il colletto inamidato, che niente al mondo può abbassare, il suo naso è irraggiungibile. La sua barriera.

<< Ora capisco perché me l’ha chiesto! Usa il colletto come maschera anti-puzza! >>

Prossima fase: “Acqua.”

L’assistente donna arriva con la bacinella tiepida: senza neanche guardare intinge la spugnetta e torna veloce al lavoro. Come formica laboriosa che spazza il pavimento dalle briciole, la sua spugna spazza e igienizza il culetto arrossato.

“Cremina.” ordina porgendo il palmo aperto.

L’assistente bestia bipede soddisfa il suo palmo e lui torna alla sua delicata operazione.

Le dita spandono l’unguento incolore e il rosso si spegne.

Prossima fase. Estrae dalla tasca del fasciatoio il barattolo di borotalco, e lo fa ruotare nella mano senza neanche guardare. Ferma con presa perentoria la rotazione, e svita: barattolo aperto in pochi decimi di secondo. Si concentra, e poi agita! Sparisce in una nuvoletta bianca di cui è signore e padrone: non tossisce, non si perde nel candore polveroso e profumato d’asciutto.

Ed ora la parte più delicata.

“Pannolino.”

Veloce l’assistente lo porge, e lo prende ancora una volta senza guardare. Apre. Osserva bene la situazione.

Parte: come tesse il ragno così lui mette il pannolino, artistico e letale, ma soprattutto rapido, come gerride sull’acqua, come mosca infastidita, come grillo che salta.

Nell’ultima fase rischia di perdersi: avverte la tensione, l’emozione del momento, il cuore che batte come quello di un lombrico sorvolato da uno scarpone.

“Tampone!”

L’infermiera… L’assistente arriva con la spugna e asciuga la fronte con tre piccoli tocchi.

Akamaru non osa guardare.

“Umpf!”

“……”
“Fatto!”

Kiba e Hinata si avvicinano.

 

Perfetto! Pulito, brillante, profumato, asciutto, sorridente: un bimbo lavato e stirato, bello e servito! Asuma, seduto comodamente sul suo nuovo pannolino non appiccicoso si guardava, incredulo: era bravo QUASI quanto la mamma!

 

“Mitico…”

È tutto ciò che l’assistente bipede riesce a dire…

“Bravissimo, Shino!”
“Umpf!”

Ripresosi dallo shock, Kiba ritorna il solito chiassoso: “Wow! Amico, fantastico! Eri così veloce, così sicuro, i tuoi movimenti facevano << whoosh! >> e quasi non si vedevano! Sembravi un ninja!”

“……” Preferì non rispondergli.

Era il suo trionfo. Un’opera senza la minima sbavatura, dopo che qualcuno, lui in primis, avevano messo in dubbio le sue probabilità di riuscita.

<< Anche cambiare pannolini può renderti figo, se lo fai sembrare eclatante >>

“Oh oh…” fece Hinata.

Aprì gli occhi.

 

Sul davanti era comparso un alone di bagnato.

Asuma si guardò tra le gambine e mise un dito in bocca, arrossendo.

 

Il colletto di Shino si afflosciò…

“Il mio capolavoro… Sigh! Non è durato neanche cinque minuti!”

Tolse il giaccone-operatorio e sbuffando raccolse un sonaglio da terra e lo rimise a posto tanto per fare qualcosa.

“Dobbiamo cambiarlo di nuovo credo: ne ha fatta proprio tanta.”

Shino scrollò subito le spalle: “Ah, no, spiacente: io ho già dato. Ora pensateci voi.”

<< Poverino >> pensò Hinata << Ci è rimasto male; bisognerà tirarlo un po’ su. >>

“Shino?”

“Si?”
“Lo hai cambiato in un modo… stupendo! Ad Asuma è piaciuto, vero?”

Un bel paio di occhioni castani cercò lo sguardo obliquo del ragazzo, per far sì si accorgesse che sorrideva, anche con il pannolino di nuovo sporco.

“… Umpf!”

“Non voglio esserti da meno, vecchio mio! Ora voglio provarci io: tanto si tratta solo di un po’ di pipì.”

“UAAAAHH!”

Kiba si ritrasse, prima sorpreso, poi capì: “Umpf, ma guarda, gli sei piaciuto tanto che vuole l’abbonamento! Che ne dici, Shino?”

La zip tornò in alto, in alto, in alto fino al TIC!

Occhi azzurri: “Un altro giro.”

Asuma rise tutto contento.

Non è poi vero che tutti i bambini sono degli ingrati!

 

 

 

 

Wow! Direi che Shino si è certamente conquistato l’applauso del pubblico con questo capitolo! XD

Verrà un momento anche per Kiba? Forse nel prossimo? Intanto, un minuto di silenzio per la paperella affogata… XD Tranquilli, è una metafora: la gomma non affoga! ^__^

Alla fine anche una persona chiusa è forzata ad aprirsi e a mettere tutto sé stesso quando qualcuno di molto piccolo chiede aiuto: badare a un bimbo è un lavoro a tempo pieno e non c’è spazio per codardia o egoismo. Se vogliamo essere degni del compito, dobbiamo necessariamente tirare fuori il meglio di noi!

Per la cronaca, per la scena di Shino che cambia Asuma mi sono ispirato a dei grandissimi personaggi, dei più grandi mai creati: I PINGUINI DI MADAGASCAR! XD

 

Non so se riuscirò a scrivere il capitolo successivo entro capodanno. Quindi, nel caso, vi faccio ora tanti auguri per un buon 2010, sperando che sia miglio almeno del mio 2009… Ciao, buon anno! Alla prossima!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: BUON 2010! ^__^

  
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