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Autore: domaris    04/01/2010    6 recensioni
"Non ho nessuna intenzione di adottare un cane."
Un insolito primo incontro tra Gibbs e DiNozzo.
La storia è pre-serie e pre-slash a parte l'epilogo che è ambientato durante la settima stagione e fa riferimento alla puntata di Natale (7x10 Faith)
Genere: Commedia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Note iniziali: questa breve storia (sono cinque capitoli più un epilogo) è nata da una bizzarra idea su cui io e la mia Beta ci siamo trovate a discutere e nonostante avessi già tre storie in corso non sono riuscita a non farmi prendere dall'entusiasmo e a non cominciare ad abozzarla. Ho finito di scriverla a Natale ed ora posso finalmente proporvela senza costringervi ad attese infinite. Molte cose nella storia sono state mantenute volutamente vaghe, spero che questo non vi rovinerà il piacere della lettura.

Dedicata a Joy

Baltimore's Rain

Capitolo 1

Leroy Jethro Gibbs era irritato oltre misura e ne aveva tutte le ragioni. Dato che era momentaneamente senza un suo team, Morrow lo aveva mandato a Baltimora per seguire un caso insieme alla polizia locale e tutto quello che aveva ottenuto fino a quel momento era un caffè imbevibile e delle indicazioni sbagliate per raggiungere la scena del crimine. Come se non bastasse gli si era scaricata la batteria del telefono e non aveva idea di come collegarlo alla macchina. Avrebbe dovuto scendere e andare a cercare un telefono pubblico sotto alla pioggia battente. Si guardò attorno senza scorgerne nessuno. C'erano però alcuni negozi, quindi scese e di corsa si avviò verso il più vicino. Un allegro tintinnio annunciò il suo ingresso in quello che aveva tutta l'aria di essere un incrocio tra un negozio di animali e una sala da tè. Si strofinò i capelli bagnati con una mano mentre si guardava attorno. Da una parte c'erano dei tavolini ricoperti da eleganti tovaglie ricamate su cui facevano bella mostra di sé dei vassoi pieni di dolci invitanti, mentre dalla parte opposta c'erano delle morbide cucce e un vecchio divano imbottito occupato da due cuccioli.
- Arrivo subito! - Annunciò una voce di donna, proveniente dal retro del locale, mentre Gibbs si avvicinava al divano. Uno dei cuccioli, apparentemente un lupacchiotto, alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi per qualche istante prima di voltarsi verso il compagno e dargli dei piccoli colpi con la testa fino a quando non si svegliò protestando.
L'altro cucciolo, un giovane labrador dal pelo giallo, si alzò sulle quattro zampe e si stirò pigramente, prima di girarsi verso l'intruso e squadrarlo attentamente. Quando i loro occhi si incontrarono Gibbs rimase sorpreso. Gli occhi del cane erano verdi, un colore insolito per quella razza e invece di abbassare lo sguardo continuava a fissarlo come per decidere se fidarsi o meno di lui.
Un attimo dopo una giovane donna emerse dalla tenda dietro al bancone portando tra le braccia un vassoio pieno di pasticcini. Il lupacchiotto scese con un balzo dal divano e le andò incontro, fermandosi contro le sue gambe, coperte da una lunga gonna zingaresca. Lei sorrise e posò il vassoio su uno dei tavolini, prima di sistemarsi una ciocca di capelli scappata dalla treccia e pulirsi le mani nel grembiule e infine tese la mano verso Gibbs.
- Mi scusi se l'ho fatta aspettare, ma non volevo che questi si rovinassero. Anzi, si serva pure. Vuole qualcosa da bere? Scommetto che lei è tipo da caffè  forte e nero, - concluse sicura di sé.
- Mi chiamo Gibbs e sono un agente federale, ho bisogno di un telefono per contattare la polizia locale, - fu la risposta un po' brusca di Gibbs, ma poi aggiunse:
- Una tazza di caffè  come si deve però la accetterei volentieri prima di tornare in strada.
La donna annuì  e gli indicò il telefono del locale, un apparecchio di foggia antica che l'uomo guardò con sospetto.
- Ha detto che deve chiamare la polizia, giusto? - gli chiese, cercando di trattenere una risata. Al suo cenno affermativo prese in mano la cornetta e compose il numero.
- Ecco, faccia la sua telefonata, mentre vado a farle il caffè.
Detto questo la donna scomparve dietro la tenda, seguita dal lupacchiotto che non aveva lasciato il suo fianco per tutto il tempo. Gibbs aspettava impazientemente che qualcuno rispondesse all'altro capo della linea, quando sentì qualcosa contro le gambe. Abbassò lo sguardo e incontrò quello del labrador che, con la testa piegata da una parte, lo osservava con attenzione.
Distrattamente allungò una mano per accarezzare il cane, mentre aspettava che gli venisse passato il capitano della squadra con cui avrebbe dovuto lavorare.
Quando la donna tornò  con due tazze fumanti tra le mani e il lupacchiotto al seguito, non potè fare a meno di sorridere vedendo che l'uomo si era rilassato e si era accucciato in modo da poter accarezzare meglio il giovane labrador che scodinzolava contento e cercava di leccargli il volto.
- Vedo che avete fatto amicizia, - constatò allegramente la donna tendendogli la tazza.
- E' un bravo cane intelligente, - rispose Gibbs con un sorriso, prima di ringraziarla per l'ottimo caffè.
La donna sedette sul vecchio divano, subito seguita dall'altro cucciolo che le appoggiò  la testa sulle ginocchia.
- E' un peccato che non potremo portarlo con noi quando ci trasferiremo, - commentò guardando l'uomo attentamente per conoscerne la reazione.
Lui alzò la testa, lo sguardo improvvisamente freddo e accusatorio.
La donna deglutì, quell'uomo doveva essere pericoloso quando difendeva i suoi cari e questo le piaceva.
- Non mi guardi in quel modo, non ho mai abbandonato nessuno dei cuccioli che mi sono stati affidati e sono sicura che troverò una buona casa anche per lui, prima di dovermene andare. Anche se è sempre più difficile trovare persone disposte ad accoglierli nelle loro vite e ad amarli come meritano.
- Tutti amano i cani, - replicò Gibbs sorseggiando il caffè.
La donna sospirò  prima di rispondere.
- Lui è speciale, agente Gibbs e in questo mondo senza fantasia non ci sono più  molte persone capaci di accettarlo.
L'uomo la guardò  con sospetto, probabilmente pensava che avesse qualche rotella fuori posto, ma la donna sorrise. Il giovane labrador aveva seguito il dialogo attentamente ed ora stava cercando di richiamare l'attenzione dell'uomo tirandolo per una manica. Non c'erano più dubbi, il cucciolo aveva fatto la sua scelta, ora spettava a lei convincere Gibbs e fargli capire quanto era fortunato.
L'uomo nel frattempo aveva finito il caffè e si rialzò.
- Adesso devo proprio andare, - annunciò posando la tazza sul bancone mentre il cane drizzava le orecchie e si voltava verso di lei, pregandola con lo sguardo di fare qualcosa.
La donna era allarmata, a volte il suo compito era semplice ma aveva l'impressione che con quest'uomo non lo sarebbe stato.
Nel frattempo Gibbs aveva fatto qualche passo verso la porta, nonostante il giovane labrador si fosse aggrappato con i denti ai suoi pantaloni e cercasse di tirarlo indietro.
- Non morde, vero? - chiese preoccupato per la propria caviglia.
La donna sorrise dell'espressione indignata dell'animale.
- Solo quelli che non gli piacciono, ma sono sicura che con lei si comporterà bene, quasi sempre per lo meno.
Gibbs fissò lo sguardo su di lei.
- Non ho nessuna intenzione di adottare un cane, non ho il tempo di occuparmene.
La donna non si scompose, l'agente Gibbs avrebbe scoperto a breve che non sempre valeva la sua volontà. Diede una gentile pacca sulla testa del lupacchiotto, che si spostò quel tanto che bastava per lasciarla alzare e tolse dalla tasca del grembiule un biglietto da visita.
- Torni a trovarci prima di lasciare la città, non troverà da nessun'altra parte un caffè come questo, - gli disse amichevolmente.
Gibbs prese il biglietto, lo mise in tasca senza guardarlo e fece gli ultimi passi che lo separavano dalla porta.
Il cane guaì e si affrettò a porsi tra l'uomo e la via d'uscita. Gibbs guardò  l'animale negli occhi e sospirò, prima di accucciarsi e parlargli come ad una persona.
- Mi spiace, ma non vado bene per te. Faccio un lavoro pericoloso, resto a casa il meno possibile e sono sicuro che tu vorresti essere ricoperto di attenzioni che non potrei darti.
Il labrador, la testa inclinata da una parte, sembrava avere un'aria così triste che Gibbs non potè fare a meno di accarezzarlo un'ultima volta prima di rialzarsi e congedarsi.
La donna e i due cuccioli lo guardarono allontanarsi sotto la pioggia fino a quando non scomparve dalla loro vista.
- Non temere, Tony, lo rivedrai presto, - disse la donna con sicurezza.
- Ma riuscirà a convincerlo a portarlo con sé? - chiese una voce baritonale dal divano.
La donna si volse e si avvicinò sorridente al giovane sdraiato scompostamente dove prima era stato il lupacchiotto.
- Il nostro Tony sa essere molto persuasivo quando vuole e l'agente Gibbs scoprirà che addestrarlo sarà una delle sfide più interessanti della sua vita, - rispose lei sedendoglisi accanto.
- Devo lasciarvi soli? - chiese ironicamente il giovane che stava appoggiato alla porta a braccia incrociate.
- Ora che lo dici, io e Zara avremmo qualcosa da fare per cui tu saresti di troppo, - rispose allusivo il giovane sul divano.
- Logan! - esclamò  la donna tra il divertito e l'esasperato.
- Tony può restare quanto vuole e di sicuro si ferma a cena, ha bisogno di mettere un po' di carne intorno a quelle costole, - aggiunse la donna rivolgendogli un sorriso.
Il giovane sospirò  e si avvicinò ai due abbracciati sul divano.
- E' meglio che vada, Zara. Domani devo tornare al lavoro e devo studiarmi il caso di cui mi dovrò occupare, - disse ridendo mentre si piegava e le dava un bacio sulla guancia.
Lei alzò una mano ad accarezzargli il viso, guardandolo dritto negli occhi verdi che il riso non aveva raggiunto.
- Andrà tutto bene, Tony. Gli sei piaciuto e quando vedrà che ottimo poliziotto sei, gli piacerai ancora di più.
Lui annuì, anche se non sembrava particolarmente convinto. Poi si raddrizzò, indossò l'impermeabile appeso accanto alla porta e, dopo essersi messo un paio di pasticcini in una tasca e aver controllato che distintivo e pistola fossero nell'altra, salutò con la mano e uscì dal locale avviandosi nella stessa direzione presa dall'agente Gibbs.

Note: il secondo capitolo sarò pubblicato tra mercoledì e giovedì.


   
 
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