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Autore: ClaudiaSwan    14/01/2010    14 recensioni
L’amore è sempre
pronto a resistere a qualsiasi tempesta… La morte è una tempesta abbastanza
forte da spazzarlo via? no… non per me… altrimenti non sarei qui…ma l’amore è
anche pronto sul serio a rinnovarsi e a far spazio a nuovo amore?

La certezza degli
occhi di Robert fissi su di me mi fa sperare di si. Che l’amore nuovo si
affianchi a quello vecchio senza coprirlo mai.

Robert.
Alessia.
Lui inglese, lei italiana. Lui attore sulla cresta dell’onda,
lei aspirante fotografa di successo. Lui tradito dalla sua ragazza, lei
innamorata di un angelo.
Lui che non ha idea di cosa sia veramente l’amore perché non
è mai stato veramente innamorato e lei che di questo sentimento sa tutto, anche
la parte più dolorosa.
Alessia e Robert vivono due vite completamente diverse,
hanno sogni completamente diversi, esperienze totalmente diverse. Eppure hanno
un punto in comune: Mattew Holsen, un nome che per tutti e due significa
tantissimo. E sarà proprio lui a metterli insieme, a far combaciare due anime
completamente differenti ma bisognose di sentimenti forti e veri, a mettere in
discussione le certezze più profonde e radicate in loro, a fargli scoprire che
sono due pezzi di un unico puzzle e che l’incidente stradale che li ha fatti
incontrare… non era altro che il destino che bussava alla loro porta cercando
di essere ascoltato.
Una storia in due pov, che amo e che cresco come un figlio. Ho
cercato di rendere Robert più possibile vicino a come penso sia nella realtà,
prendendo spesso spunto da fatti veri della sua vita ma prendendomi anche delle
piccolissime licenze poetiche. Questo è il mio Robert.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ubi tu Gaius, ibi ego Gaia'
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capitolo 35 Buon pomeriggio, care lettrici! Scusate come sempre il mio ritardo nel postare, ma come sapete lo studio e altri problemi mi portano via tempo e ispirazione. Ringrazio comunque tutti voi per il sostegno che mi avete gentilmente offerto, siete davvero mitiche!!!!
Ora, però vi prego di fare un piccolo sforzo e leggere questo MESSAGGIO IMPORTANTE.
TANTO PER COMINCIARE, DICO CHE CI TENGO A SEGUIRE LE REGOLE DI QUESTO SITO E A FRONTE DI ALCUNI PROBLEMI INCONTRATI DA ALTRI AUTORI , MI PREME CHE VOI LEGGIATE QUESTO AVVISO E NE TENIATE OPPORTUNAMENTE CONTO:

1- IL SITO SCONSIGLIA DI INSERIRE AVVISI AL POSTO DEI CAPITOLI DA POSTARE, COSA CHE PERALTRO IO HO SEMPRE EVITATO, QUINDI VI INVITO CALDAMENTE A TENERE D’OCCHIO IL MIO BLOG, PER QUALSIASI GENERE DI AVVISO.


2- A QUESTO LIVELLO DELLA STORIA, LA TENTAZIONE DI SCRIVERE ROSSO E’ DAVVERO TROPPO GRANDE MA MI DEVO TRATTENERE PER VIA DEL RAITING. NON HO INTENZIONE DI MODIFICARLO, ANCHE PERCHE’ A MIO PARERE LA STORIA COSI’ COM’E’ NON LO PERMETTE. POTREI ANCHE FREGARMENE, MA VISTO RECENTI FATTI CHE MI SONO GIUNTI A ORECCHIO, PROCEDERO’ COSI’: LA STORIA MANTERRA’ LO STESSO RAITING E LE POCHE SCENE OSE’ CHE RESTANO VERRANNO SCRITTE IN VERSIONE EDULCORATA, IN MODO CHE ANCHE COLORO CHE NON SONO MAGGIORENNI NON SI PERDANO NULLA DELLA STORIA. PER COLORO INVECE CHE HANNO UN ACCOUNT CHE GLIELO PERMETTE, SCRIVERO’ DELLE ONE-SHOT ROSSE DI CUI DARO’ AVVISO SUL BLOG (ALTRO MOTIVO PER TENERLO D’OCCHIO)


IL BLOG E’ UN IMPORTANTE MEZZO PER TENERVI AGGIORNATE, TANTO NON RISPONDERO’ A DOMANDE FUORI DALLA STORIA SE NON IN QUELLA SEDE (UN ESEMPIO E’ STATO CHI MI HA CHIESTO CHE FINE FARO’ FARE ALL’ALTRA MIA FF “the saint katrine”, DI CUI HO DATO NOTIZIE SUL BLOG MA NESSUNO SI E’ DATO BRIGA DI LEGGERE)

VI PREGO QUINDI DI TENERLO PRESENTE, IN QUANTO TRA RAITING E INFO NON VORREI INCORRERE IN VIOLAZIONE DI REGOLE CHE POTREBBERO PORTARE MAGARI AL BLOCCO DELLE MIE STORIE.
 
Ricordo come sempre il blog di Agathe per consigli sulle storie più belle di ff, e il gruppo su facebook per gli scrittori, e ringrazio i 118 preferiti, le 80 seguite e i 22 che mi hanno messo tra gli autori preferiti.
 
Recensioni:
 
fallsofarc: ma amore mio sta tranquilla! So benissimo che mole infinite di roba avevi da leggere e soprattutto che casini hai dovuto fare per le tue storie quindi non preoccuparti :).
Come hai constatato tu stessa il tunnel delle dramioni ha avuto parecchio effetto sulla sottoscritta, sia in quanto a riferimenti che a nuove idee. Malfoy insegna, e non dilunghiamoci perché ci siamo capite :)
In risposta al piccolo momento anomalo di Ale, ho provato a scrivere questo capitolo, sperando che non sia venuto male, in cui ho cercato di spiegare la sua situazione mentale un pochino contorta. Si… in effetti metto molto di me in Ale e le stronzate che le faccio sparare… che dire ho un cervello fuso, gioia, fammi causa! :P
Il Rob pervy closer style… dimmi se ti piace il siparietto che ho creato in questo capitolo. È mooooolto closer (sarà che la stavo ascoltando mentre scrivevo e questo è il risultato!)
Cru, amore, sei sempre gentilissima nei tuoi commenti e nei tuoi complimenti che puntualmente mi fanno arrossire e gongolare. Ultimamente mi sembra di girare troppo attorno alla questione e scrivere abbastanza maluccio, ma forse sarà solo il periodo che mi fa vedere tutto nero. Boh… spero però di aver fatto un buon lavoro. Un bacione amore mio!!!!! Ci sentiamo stasera !
Enris: ciao carissima :) non importa tanto abbiamo visto i tempi lunghi che ultimamente ho nel post. Pensavi a una litigata con Ale? beh… credo che questo capitolo forse ti chiarirà perché non c’è stata. Ale non capisce, e questo capitolo tenterà di spiegare un po’ quelli che sono i suoi pensieri. Spero ti risultino un po’ più chiari.
 
Sei nell’anima 2009: anch’io penso che le biografie servano alla fin fine a poco se non sono da lui autorizzate, però boh… sembrano almeno una valida fonte di aneddoti.
Rob in versione 007 è stato un mio punto debole :P sarà che ho visto il Grinch di recente e la sua camminata mi ha ispirata!
Ne deduco che il capitolo ti ha entusiasmata! Lizzy, Rob, la piccola Patty…i muffin di mamma Clare!!!
Per i pensieri di Ale… c’è questo capitolo :)
 
Court: benvenuta! Sono felicissima del fatto che la mia storia ti abbia appassionata e spero che continuerai a recensirla. Pattinson ovviamente non può piacere a tutti, ma a me piace pensare che sia realmente così come l’ho descritto. Ale, come ho già spiegato ad altri, è un personaggio che ho preso da una ff originale che sto scrivendo con una mia amica e… questo è stato il suo banco di prova, che a quanto dici… beh, ha avuto successo  :)
Ben… anche a me piace abbastanza ma non essendo molto informata su di lui, non ho avuto remore a fargli fare la parte del cattivo, in quanto nulla mi avrebbe influenzata (chiedo venia soprattutto dopo la sua bellissima interpretazione in Dorian Gray).
Tranquilla non mi sei affatto sembrata una persona noiosa, anzi, tutt’altro! spero di leggere presto altre tue recensioni.
 
Vero15star: lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! Lo sapevo che avresti cantato vittoria! Tranquilla, questo e un altro capitolo ancora ed è il tuo momento!!!
 
Cricri88: lo so che questa non è una recensione e che mi hai recensita su twit man mano che leggevi, ma ti ringrazio lo stesso mbare!!!! Il progetto delle frasi in siculo è naufragato, sigh, ma solo perché ho deciso di rendere utile questo capitolo per quello che accadrà dopo, altrimenti lo stacco sarebbe stato troppo grande, improvviso e soprattutto immotivato.
So che io e Chia dovremmo fregarcene un po’ di più per la storia di raiting e balle varie ma meglio non rischiare, avrai le tue one-shot e canteremo insieme lemon tree !XD
Tornando al capitolo precedente… Rob non ha detto nulla e Ale è tornata quella di sempre… ma siamo quasi arrivati alla svolta, che ci sarà… il prossimo capitolo secondo i miei calcoli.
Non sapevo della piccola Patty, sai??? Era così carina!!!! Un vero peccato, io non credo sopravvivrò quando toccherà al mio cane, che è la copia maschile di Patty, solo in versione biondo platino misto a grigio elettrico. Ni sintemu mbare!!! Un bacione
 
Dindy80: tu mi vuoi fare commuovere!!!! La pubblicazione di questa storia sarebbe un sogno, anche se andrebbe ritoccata per via di alcuni riferimenti… in ogni caso vedrà una pubblicazione fittizia in quanto appena finita, rifarò un betaggio e me la stamperò e rilegherò. Sarebbe bello un posto in libreria ma credo che dovrò farmi venire un colpo di genio per una storia originale. Nel frattempo mi esercito :D
Grazie mille per i complimenti e il sostegno comunque!!! Prima o poi finirò anche l’altra non disperare. La rileggerò e andrò avanti :)
 
Pooh: amore mio tu inizi a postare a una velocità sconvolgente! Non riesco a starti dietro! Tranquilla che stasera mi rimetterò in pari! Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto ridere! Di rossi… ne ho altri due in programma, ma li devo ancora scrivere :D e ti assicuro che li il patty ci darà davvero dentro ma con più sentimento ancora!!!
Un bacione Pooh! ti voglio tanto tanto bene!!!
 
Lazzari: ciau! Si anche io ci sono rimasta un po’ male per la reazione di Ale, però l’ho dovuta mettere, e spero che cmq questo nuovo capitolo ti chiarisca un po’ i suoi pensieri.
Per la biografia che mi hai consigliato, è proprio quella che sto leggendo adesso! È li sul mio comodino ed è da li che traggo qualche spunto. È carina, anche se mi ha un po’ confuso le idee, e va beh… cmq la svolta nel loro rapporto quella vera è vicina… pazientate ancora un capitolo!
 
Vannyp1987: sono felicissima che ti abbia divertita il capitolo!!! Il ritardo… spero di non doverne fare più ma davvero il tempo per scrivere è ridotto all’osso. Sto preparando l’esame del prof a cui voglio chiedere la tesi ed è un casino! Cercherò di fare il più in fretta possibile!
 
Skitty: grazie per i complimenti. Sarà il periodo un po’ nero e mi sembra sempre di scrivere boiate, portate pazienza, sono un po’ paranoica anche io, a volte peggio di Rob, il che è tutto dire.
Un bacione carissima! E grazie mille ancora!!!
 
Sophie: concediti una volta a Rob? Questi trombano come ricci, So!!!!! poi è stato il cane stavolta, Ale non centra!!!! Stasera leggo anche Iris, un po’ per volta e ce la faccio. Ieri sera sono tornata distruttissima dalla Rotonda e non tenevo gli occhi aperti. Poi msn fa i cavoli che vuole e allora… ci sto lavorando. Cerco di risolvere il problem. Stasera cascasse il mondo ci sono!
 
Romina75: eccomi qui di nuovo. lo so che ultimamente mi faccio troppe pippe sui capitoli ma sarà il periodo che mi fa vedere tutto nero, boh.
Per l’evoluzione di Rob e Ale… il prossimo capitolo inizierà a chiarirti le idee su come sono andate le cose, pazienta ancora per questo che cmq è un pov sui pensieri di Ale. non hai detto un mare di cavolate tranquilla! Non contando questo, fra tre capitoli conosceremo un altro lato di Rob… ma non voglio anticiparti nulla. Scusa se non sono ancora riuscita a leggere la tua nuova ff, ma davvero… ultimamente già tanto se riesco a buttare giù due righe.
Un bacione!!!!!
 
Cicci12: piaciuto il capitolo??? Beh i siparietti stupidi sono basilari in questa storia, io non riesco già di mio a essere troppo seria e chi mi conosce si aspetta anche di peggio da me XD
Ron in versione fuggitivo è stata una debolezza anche se non credo si comporti realmente così agli aeroporti… e va beh… piccole licenze poetiche!
Grazie mille per i complimenti cara, un bacione!!!!
 


 
Alessia pov: girlfriend
 



Quando c’è qualcosa che non va, lo senti.
Puoi fare tutto quello che ti pare: far finta di non vedere, ripeterti che va tutto bene, pensare che sia frutto dello stress o addirittura attribuire la colpa al cambio di materasso, ma quel qualcosa resterà li.
Irremovibile.
È una sensazione, una pesante coperta che ti grava sulle spalle senza che tu possa fare nulla per scrollartela di dosso. È un qualcosa che si fa strada nei tuoi pensieri ogni volta che lo guardi e lui ti sorride e tu… senti di non meritartelo.
Io è più di un’ora che mi sento così mentre cerco di non guardarlo. Mi nascondo dietro il mio netbook e fingo di lavorare, seduta su un divano di pelle nera, mentre attendo che inizino. Avrei potuto stare a casa, ma… credo che la solitudine mi avrebbe fatta stare sicuramente peggio, anche se purtroppo, nemmeno accompagnare Robert alle prove costume per il nuovo film può qualcosa sul mio pessimo umore.
 
Una goccia, due gocce, tre gocce, quattro gocce, cinque gocce…
Tante, troppe per poterle contare.
Scivolano sul vetro e ne travolgono altre, creando gocce più grosse che scendono sempre più giù.
Tante, tante gocce.
Con la punta del dito ne tocco qualcuna, lasciando la mia scia sul vetro, creando una linea in cui sopravvivono gocce infinitamente più piccole di quelle che ho portato via.
Disegni privi di ogni logica compaiono sul vetro della cabina doccia.
Ogni traccia che lascio mi ricorda un brivido di stanotte.
Le sue dita lunghe e affusolate che portavano via gocce dalla mia pelle tracciando i miei contorni, il modo in cui mi sollevava facendomi inarcare e trovare nuovi punti di infinito piacere… il piccolo brivido freddo che mi provocavano le goccioline d’acqua che stillavano dai suoi capelli bagnati giù sul mio petto… la sua bocca… Dio, era ovunque.
Ovunque.
Lui era ovunque.
Era dentro e fuori di me e non solo in senso materiale del termine. Era dentro di me.
Lui.
Solo lui.
Ovunque lui.
Nella mia testa, nelle mie vene, sulla mia pelle, tra le mie gambe, nei miei respiri, nei miei gemiti, nel mio cuore… lui.
Il respiro mi si accelera al solo pensiero delle sensazioni provocate dalle sue mani sulla mia pelle, che non svaniscono e non si affievoliscono pensando alle mie di mani sulla sua di pelle. Anche le mie portavano via acqua e disegnavano i contorni perfetti del suo torace, le mie dita seguivano le spigolosità del suo viso e si pungevano sotto quello strato di barba che aveva ricominciato a crescere… sentire il suo respiro farsi sempre più rotto al ritmo delle mie carezze…
Senza aprire gli occhi, giro il miscelatore dell’acqua verso destra e il getto fresco riporta un po’ di lucidità che il calore aveva offuscato.
Non so cosa mi sta succedendo.
Non ho la più pallida idea di cosa mi stia succedendo ultimamente.
Sento la sua mancanza ogni volta che i miei occhi non si possono poggiare su di lui, anche ora, mentre io sono sotto la doccia e lui è probabilmente in terrazza a fumarsi una sigaretta. Sento un dolore acuto al petto ogni volta che guardandolo da lontano rivolge una gentilezza a qualche ragazza. Sento il terrore lungo la schiena quando lo scopro pensieroso e con gli occhi velati dalla preoccupazione… sento la paura…
E allo stesso tempo sento… il calore dei suoi abbracci, la dolcezza delle sue attenzioni, l’impeto del suo desiderio, la passione dei suoi baci, sento…
Sento.
Tutto quanto.
Sento.
E ho paura.
Non so bene perché ho paura, né di cosa io ne abbia…
Non so come descriverla. È come se… come se tutto andasse bene, ma senti che c’è qualcosa che ti impedisce di essere completamente felice.
Io so cos’è… è Matt. Ma… non riesco a capire cosa del mio passato con lui mi faccia così paura.
Il fatto di perdere il suo ricordo? No… è impossibile che io mi dimentichi di lui.
La paura di dispiacergli? No, questo proprio no. Lui l’ha voluto, lui me l’ha chiesto. Ho imparato ad accettarlo.
Il fatto di temere di non poter dare a Rob tutto l’amore che si merita? Forse ma… no… non è nemmeno quello.
Io non…
Guardo la cicatrice sottile sul mio polso sinistro, come se lei potesse darmi la risposta che mi sfugge. Da quella notte con Robert sulla spiaggia in cui gli ho raccontato di quanto stare con lui mi faccia stare meglio le cose tra noi sono migliorate, e molto anche. Sono diventata ancora più dipendente da lui.
Ma quando tre giorni fa… non so perché gli ho detto di non mettere i suoi vestiti nell’armadio di Matt. Gli avevo lasciato indossare i suoi vestiti… ha dormito su quello che era stato il nostro letto, tra le nostre lenzuola… ha fatto l’am… con me…
Ho paura… ho paura perché non mi conosco più, ho paura perché non riesco a capire più cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ho paura perché lui sta entrando così tanto dentro di me che… non lo so.
Chiudo il getto della doccia e mi avvolgo nel telo bianco che avevo appoggiato al vetro.
Prendo il telecomandino dell’impianto stereo della camera da letto e lo faccio partire, giusto per evitare che il silenzio mi induca a pensare ancora. Mi frustra non sapere… mi frustra non capire.
Il cd di Bryan Adams che avevo messo ieri mattina riparte da dove l’avevo lasciato.
 
…And how you stare at me with those undress me eyes,
Your breath on my body makes me warm inside.
Let's make out, let's do something amazing,
Let's do something that's all the way
'Cause I never touched somebody like the way I touch your body,
Now I never want to let your body go ...

Let's make a night to remember
From January to December,
Let's make love to excite us,
A memory to ignite us,
Let's make honey, baby, soft and tender,
Let's make sugar, darlin', sweet surrender…

Adoro Bryan Adams. Conosco a memoria tutte le sue canzoni. Riesce a trasmettere ogni brivido, ogni sospiro… sarà la sua voce sabbiata, saranno le parole, saranno le musiche… ha una canzone adatta ad ogni situazione.
Inizio a canticchiare, muovendomi quasi inconsapevolmente a tempo di musica mentre finisco di asciugarmi.
-… 'Cause I never touched somebody like the way I touch your body…- canticchio recuperando la crema corpo al cioccolato dal mio beauty case.
- si, lo stesso vale per me-
Bello come il sole, se ne sta li, appoggiato allo stipite della porta, solo con un paio di jeans addosso, rasato di fresco e i suoi immancabili capelli disordinati, lo sguardo già acceso, come se quello che abbiamo consumato stanotte nella meravigliosa vasca da bagno incassata nel pavimento  ai miei piedi non gli fosse bastato. Non è bastato nemmeno a me, per la verità. Non basta mai. Non ne ho mai abbastanza di lui.
- però… io preferisco questa…permetti?- chiede avvicinandosi sensuale e prendendo il telecomandino dal ripiano alle mie spalle senza aspettare risposta. Da quando è così… sfacciatamente sexy?
 
I wanna be your t-shirt when it's wet…

Domanda: a cosa servono coltelli e accette quando si vuole far fuori la moglie? Basta mettere su un cd di Bryan Adams che canta “I wanna be your underwear” ed è certo che morirà di autocombustione. Meno sangue da pulire e state pur certi che non si accorgerà nemmeno del trapasso.
- I wanna be the shower when you sweat…- canticchia il mio torturatore avvicinandosi e fermandosi alle mie spalle.
- I got to be the tattoo on your skin… - continua tracciando con un dito le linee del mio tatuaggio sulla nuca.

… You let me be your bed, baby, when you climb in, yeah
I wanna be the sheets when you sleep
Let me be the secrets that you keep
I got to be the spoon to still your cream
I wanna be, the one, that really makes you scream…

Bacia la pelle delle mie spalle, soffia, mordicchia… accarezza le mie braccia in punta di dita mentre mi trascina ad appoggiarmi al suo petto. Succhia la pelle del mio collo come se fosse un frutto di rara dolcezza. Indugia lento e tentatore facendomi gemere, sospirare, fremere di desiderio. Rovescio la testa all’indietro, lasciandomi completamente andare a lui. Amo quando fa così, quando si lascia alle spalle il ragazzo premuroso, simpatico ma tanto paranoico e si trasforma in cacciatore. Sono in sua balia. E sto bene.
Mi sento piena, mi sento completa. Istintivamente mi passo una lingua sulle labbra per raccogliere quel che resta del suo sapore dopo il bacio che mi ha rubato.
- now, I wanna be your lipstick when you lick it… - mormora sul mio viso, mentre le sue dita tracciano il bordo dell’asciugamano legato al mio seno prima di spostarmi i capelli e appoggiarli delicatamente su una spalla.

I wanna be your high heels, ah, when you kick it…

- I wanna be sweet love babe, when you make it- susurra spostandosi dalla mia schiena per farmi appoggiare al banco del lavandino.
- From your feet up to your hair, more than anything I swear- continua accarezzando le mie gambe, partendo dalle caviglie per fermarsi dietro le mie ginocchia e aiutarmi a sedere sulla pietra grezza del ripiano. Ancora un altro po’ e morirò, felice e soddisfatta, ma è sicuro che morirò annegata in un mare immenso di piacere.
- I wanna be your underwear…- bisbiglia con voce roca prima di sciogliere il nodo dell’asciugamano e lasciarlo cadere.

Mi aggrappo alle sue spalle e mi sento legata a lui in un modo che va al di là di quello della carne. Mi prende continuando a sussurrare al mio orecchio strofe della canzone mentre mi possiede travolgente e impetuoso ed io non connetto più, purtroppo solo in senso lato. Tutti i pensieri che mi hanno colto sotto la doccia mi si rovesciano di nuovo addosso.
La paura mi attanaglia un’altra volta inaspettatamente.
C’è mentre gli sono vicina, c’è quando gli sono lontana. È un paradosso, lo so. Soprattutto quando dico che è il mio sostegno e la mia vita. Ma… ho spesso sentito dire che la vita fa paura. Che sia questo? Che io abbia paura di… lui?
Posso avere paura di lui?
Perché?
Perché di lui? Cosa può farmi di male?
Può fare di tutto tranne che farmi del male, questo lo so. Ma allora perché ho così tanta paura di lui?
E perché allo stesso tempo ho paura di me stessa? E…
Non so, non so più niente.
Stavolta nemmeno le sue spinte e i suoi affanni riescono a levarmi questo peso enorme dal cuore forse proprio perché ho paura di lui. Questo è l’unico punto chiaro che ho: ho identificato le mie paure. Il fondamento che hanno… resta un mistero…
Spasmodicamente mi aggrappo a lui, stringendolo a me più che posso, trattenendo lacrime che pulsano per uscire. Piango sempre quando sono nervosa, quando non capisco, ma devo trattenermi. Potrebbe fraintendere e l’ultima cosa che voglio per lui è proprio questa. Bacio insistentemente il suo collo, nascondendo il viso nell’incavo così che se qualcosa sfuggisse mai dai miei occhi lui non la possa vedere.
Non ho motivo di avere paura, non ho motivo di avere paura, non ho motivo di avere paura, non ho motivo di avere paura…
Lo guardo negli occhi e me lo ripeto ancora: non ho motivo di avere paura.
Non quando un ragazzo così fantastico e perfetto risponde al mio sguardo in maniera tanto dolce, rassicurante e passionale. Non quando dopo esserci uniti mi stringe a sé come se fossi la cosa più preziosa esistente sull’intero pianeta.
Eppure... la macchiolina nera non ne vuole sapere di andarsene via.

E’ tutto il giorno che mi porto dietro questa sensazione. Da quando mi sono svegliata, ho iniziato ad avvertirne dei sentori che sono andati amplificandosi man mano che le ore passavano, toccando il culmine nel momento in cui mi sono unita a Rob per la milionesima volta..
La maggior parte del nostro tempo la passiamo così, e da un lato lo preferisco. Più sesso facciamo, meno bisogno di parlare abbiamo. Da quando sono qui a Los Angeles ho quasi paura di aprire bocca e di far uscire fuori cose che preferirei tenermi per me, come questa sensazione assurda e totalmente irragionevole.
Ritocco alcuni scatti con Photoshop, tanto per portarmi un po’ avanti nel lavoro ma in realtà concludo poco. Sono di umore troppo nero, come ogni volta in cui mi trovo davanti a una situazione di cui non riesco a venire a capo.
Chiudo il portatile senza nemmeno spegnerlo e lo lancio dall’altra parte del divano stizzita. Fantastico, ora anche nel mio lavoro non riesco a combinare nulla.
- nervosette oggi, eh Ale!- dice il vocione di Kellan mentre prende posto accanto a me e mi batte un buffetto sulle gambe distese.
- abbastanza- confesso lasciando la testa sul bracciolo. - Diciamo che sono emotivamente instabile- sbuffo coprendomi gli occhi con l’avambraccio.
- è successo qualcosa?- domanda con una leggera incrinatura di sincera preoccupazione.
- no… credo solo… di essermi alzata male stamattina- minimizzo. Già è difficile spiegare il miscuglio indigesto di ansie che mi si muove su e giù nello stomaco a me stessa, figuriamoci provare a spiegarlo a qualcun altro.
- allora forse ho la soluzione ai tuoi problemi, sempre che il problema sia quello che penso io- proferisce con l’aria saccente di chi la sa lunga. Peccato che è quasi impossibile che ci azzecchi e, diciamocelo, nemmeno io ho capito bene a cosa si riferisca. Cioè, a parte la mia crisi esistenziale, quale altro problema dovrebbe mai angosciarmi?
- non so di quale problema tu stia parlando ma, qualunque essa sia, quale sarebbe l’ipotetica soluzione?- borbotto sempre persa nel riparo del buio offertomi dal mio braccio.
- questa-
Un ammasso di quella che penso sia stoffa mi viene scaraventata in faccia, facendomi uscire dal mio piccolo limbo fai da te. Con un gesto stanco me lo tolgo dalla faccia e ci do un’occhiata veloce.
- stai scherzando, spero!- grido guardando con quella che credo sia un’espressione di disgusto mista a scetticismo la maglietta nera con la faccia di Robert in versione Edward Cullen stampata sopra.
- e secondo te che ci dovrei fare con questa?- sbuffo lanciandola sul portatile ai miei piedi ricadendo pesantemente sul divano.
- beh, è una maglietta… volendo potresti anche lavarci i pavimenti o usarla per asciugare i piatti, ma credo che nell’immediato dovresti indossarla-
- lo vedo anche io che è una maglietta, ma Kell, sono già vestita. Non ne ho bisogno-
Ma posso mai andare in giro con la faccia di Rob stampata sulle tette come un’adolescente invasata?
- lo vedo, Ale. E non mi fraintendere, Jack Skeletron che ghigna malefico ti si addice parecchio oggi, avete una faccia molto simile ma… potresti desiderare fortemente la mia magliettina magica, fidati-
- non ne vedo il motivo- borbotto cercando di controllare la mia esasperazione per evitare di investire Kellan di tutti gli insulti possibili e immaginabili solo per dar sfogo alle mie paturnie.
- io si. Guarda un po’, ha giusto fatto il suo ingresso ora- ghigna indicando un punto alle mie spalle.
Tanto per capire a cosa mi serva quella maglietta idiota, mi giro quel tanto che basta per seguire lo sguardo di Kell.
- continuo a non capire, spiacente- borbotto tornandomene al mio posto con tanto di braccio a coprirmi gli occhi. Kristen Stewart non è proprio uno spettacolo che mi interessa seguire al momento.
- non ti interessa marcare il territorio, bambina?- mi sfida ributtandomi in faccia la t-shirt incriminata.
- non ho intenzione di farlo, e poi Jack Skeletron  fa già tutto il lavoro-
- se lo dici tu. Io però ti dico che dovresti… certo che se sei così virtuosa da sopportare così stoicamente che lei gli accarezzi i capelli in quel modo…chapeau, mademoiselle. Sei un esempio per tutti noi-
Spalanco gli occhi e li punto dritti su Kellan, cercando un qualche segnale che mi stia mentendo giusto per costringermi a mettere quella dannatissima maglietta. Ha una faccia piuttosto convinta di quello che dice quindi mi volto a dare un’occhiata.
Forse era meglio se evitavo di farlo perché ora sicuramente provocherò un sacco di casini in Italia. La Farnesina avrà il suo bel daffare a cercare di ottenere la mia estradizione e spero sinceramente che riescano ad ottenerla, dato che al momento non mi rammento se in California l’omicidio è punito con la pena capitale. Non ci terrei proprio a morire per aver compiuto l’atto eroico di liberare il mondo dalla “piattola”.
No, non sto esagerando, per niente.
Perché una donna, almeno… se proprio dobbiamo chiamarla così… anzi definiamola più correttamente… un mammifero di sesso femminile minimamente cosciente, nel senso di “dotata presumibilmente di massa grigia funzionante a livello elementare”… Dicevo, se questo mammifero di sesso femminile si appropinqua con movenze ambigue, compiendo gesti ancora più ambigui, nei confronti del mammifero maschio di proprietà di un’altra mammifera femmina, che sarei poi io, cercando di circuire il suddetto maschio, consapevole del fatto che è diventato monogamo, allora non è più un mammifero, ma una piattola! Una piattola fastidiosa, un pidocchio da pube (giusto per usare il suo termine scientifico) e, vista la giornata in cui mi trova, direi anche che ha non proprio lievi tendenze suicide.
- dici ancora di no alla maglietta?- mi canzona Kellan.
- certo che si. Preferisco utilizzare altri mezzi più efficaci-
Ho gli occhi ormai ridotti a due fessure e credo anche di iniziare a vedere il mirino da tiro che centra perfettamente la sua testa. Questi sono i momenti in cui mi piacerebbe tanto lanciare razzi dagli occhi.
Se ne sta lì, la pidocchia, ad appoggiarsi mollemente al braccio del mio ragazzo, ridendo per chissà che cosa mentre lui la guarda divertito sorridendo. Ora gli stacco le palle e le appendo allo specchietto retrovisore della Volvo, lo giuro.
- Ale… non volevo fomentarti così! non stanno facendo nulla di male in fondo… sono colleghi. Io volevo aiutarti a transennarlo in maniera pacifica non darti il benestare per mettere alla prova le tue doti di kamikaze- mi trattiene Kell con un braccio attorno alle spalle.
Forse ha ragione, inizio a diventare paranoica. Non sono amici ma colleghi. Sono Edward e Bella. Hanno feeling, li hanno scelti apposta. Si vabbè, quante cazzate.
Mi tranquillizzo solo quando osservo meglio Rob e noto che non è proprio così accondiscendente come mi era risultato a colpo d’occhio. Questo punto a mio favore mi tranquillizza molto più della presa si Kellan e riesco ad accantonare il proposito di offrire il corpo di Kristen alla scienza.
Lui è mio, e lei può fare il polipo quanto le pare (basta che non mi lasci i segni delle ventose) tanto tutte le notti, tutte le mattine e qualche volta anche nel pomeriggio, è nel mio di letto. Ahhh che soddisfazione: potente strumento la verità.
Qualche minuto, parecchie occhiatacce e innumerevoli tranquillizzamenti di Kellan dopo, anche il resto del cast fa il suo ingresso nello studio. Vedere Jack biondo, Kellan bruno e Ash coi capelli corti è un vero e proprio shock per me. Jack è sicuramente il più sconvolgente di tutti dato che gli hanno fatto dei capelli che sono a dir poco inguardabili tanto sono cotonati.
- tesoro tutto, ok?- mi chiede Rob in versione Edward Cullen diafano, degnandosi finalmente di raggiungermi al divano, dopo aver appioppato la regina dei molluschi agli altri.
- potrebbe andare meglio- ribatto scostando il viso dal suo bacio e riprendendo il mio portatile. Kellan cuor di leone ci abbandona dopo aver colto che tira cattiva aria, almeno da parte mia.
- lo vedo- borbotta sedendosi al mio fianco e circondandomi le spalle con un braccio prima di lasciarmi un bacio sui capelli.
- si, anch’io vedo- ribatto riaprendo i file per rimettermi a lavorare.
Sono una stronza, lo so. Sono colleghi, mi sono detta che lei può esercitarsi a immedesimarsi nella parte della cozza attaccata allo scoglio quanto le pare perché tanto lo scoglio è di mia proprietà… ma oggi per me è l’incazzo-day.
- cosa, di grazia?- sussurra mordicchiandomi il lobo dell’orecchio, cercando in tutti i modi di farmi capitolare.
- c’è bisogno che te lo dica?- replico secca alzando un sopracciglio, sottolineando la stupidità della sua domanda.
- la sai una cosa?- mormora divertito avvicinandosi alla mia bocca e bloccandomi la testa in modo che non possa più scappargli. Devo dire che le lenti a contatto dorate danno un non so che di ipnotico ai suoi occhi. Se non fossi già mezza sdraiata sul divano cascherei a terra.
- mi fa impazzire scoprirti così gelosa- sussurra scatenando tutto il potere del suo sguardo ambrato prima di darmi un bacio che di casto e tenero ha proprio poco. Quando allaccio le mani al suo collo, lo prende come un invito e la sua lingua preme chiedendo asilo che, senza remore, gli concedo.
Neve al sole. Ecco cosa sono i miei pensieri e le mie paure quando lui c’è, quando lui mi bacia così. Neve al sole.
I problemi vengono quando siamo lontani, quando sono sola.
Cazzo, quanto odio non riuscire a lasciarmi andare completamente con lui se non nel sesso. Quanto vorrei poterlo fare!
Lui è così… e io sono così… imperfetta. Si ecco, sono imperfetta. Ho un cervello montato al contrario che purtroppo non è nemmeno più in garanzia quindi me lo dovrò tenere per tutta la vita. A mala pena in campo sentimentale sa registrare le informazioni basilari e a volte manco quelle perché passa la maggior parte del tempo a ingarbugliarsi divertendosi a creare problemi su problemi, che con molta probabilità vedo solo io, giusto per darmi un po’ da pensare.
Però c’è da dire che quando lui mi bacia così, anche il mio cervello schizofrenico se ne va in arresto.
- non vorrei rompere l’idillio, Edward, ma David ci ammazza se non ci diamo una mossa. Non vorrei che si trasformi nell’assassino di “trenta giorni di buio”. Non sopporterei di morire così male- dice quella che riconosco come la voce di Jack.
Vorrei rispondergli che tale David può andarsene anche a ‘fanculo perché io sto saggiando il mio territorio (e un lato del mio cervellino bacato spera anche che la piattola si goda lo spettacolo e capisca come gira il mondo), ma lui deve lavorare, e da brava e coscienziosa fidanzata faccio violenza a me stessa per slacciare le mie mani dal suo collo e lasciarlo in libertà vigilata.
- mi stai cacciando?- scherza con un ultimo bacetto a stampo prima di allontanarsi.
- purtroppo devo- rispondo con un sorriso, ancora sotto effetto della droga che sono le sue labbra.
- mmm…spero che stanotte tu non lo faccia- dice malizioso prima di alzarsi e seguire Jack, che sbuffa alzando gli occhi al cielo.
C’è forse bisogno di dirlo? Si può rifiutare Edward Cullen, alias Robert Pattinson? Assolutamente no!
Se penso che la maggior parte della popolazione mondiale femminile direbbe di si già solo per il suo nome mi viene da ridere. Non sanno che anche se si chiamasse Fiorenzo Brambilla, o Gino Fumagalli farebbero carte false per averlo sotto le lenzuola bravo com’è, un vero dio del sesso.
Mi godo un minuto di danzette tribali della felicità mentali pensando alla mia fortuna sfacciata e sperando che Dio non annoveri questo piccolo momento di egoismo e superficialità tra i peccati da conteggiare nel tirare le somme quando verrà la mia ora.
Sempre alla suddetta popolazione mondiale femminile, farò una rabbia immensa e secondo loro starei sprecando un’occasione imperdibile, ma… ho già visto troppi set, sia cinematografici che fotografici, per restarne incantata, quindi cerco di tornare seriamente al mio lavoro. Maicol è riuscito a concedermi altri quatto giorni massimo di ferie, ma in compenso devo sbrigare il lavoro che mi ha mandato per posta, altrimenti siamo nella cacca tutti e due.
Apro i miei bravi file e il mio programma di fotoritocco e tento di trovare la concentrazione mentre elimino con il tampone i buchi di cellulite dalle cosce della modella che ho fotografato per un articolo sul ritorno delle minigonne a vita alta. È un lavoro un po’ noioso, però bisogna starci attenti. Basta selezionare male il campione di colore e la foto verrà a pois.
Credo passi più o meno mezz’ora, quando un urlo degno di un troll di montagna che si è appena azzoppato con la sua stessa clava mi distoglie da un regolamento di flash di riempimento.
- Cristo! Ma perché mi tocca sempre lavorare con degli imbecilli?!- grida quello che presumo sia il regista sbattendo furiosamente un plico di fogli sul tavolo in maniera tanto brusca da fare uno schiocco che riecheggia nell’eco della sala.
- mi-mi… mi dispiace, David… io non… non so cosa sia successo, davvero… forse la pellicola era troppo tesa, forse…lo sportellino era chiuso male, forse…- balbetta un ragazzo cercando di recuperare quella che credo sia pellicola fotografica.
È decisamente pellicola fotografica, ed è… da buttare. Troppa luce perché sia rimasto un solo pezzo sano di quel rullino.
Senza che in realtà nessuno mi chiamasse, la mia deformazione professionale mi fa alzare e raggiungere il ragazzo balbettante per dare un’occhiata al casino che ha combinato. Per fare esplodere un banco ottico ce ne va di fantasia.
- forse un cazzo!- sbraita ancora il regista diventando paonazzo a livelli preoccupanti, facendosi venire macchie rossastre anche sulla pelata. David Slade, nuovo regista della Twilight saga, è decisamente sull’orlo di una crisi acuta di nervi.
- e lei che ci fa qui? Stiamo lavorando, non le permetto di…- inizia a inveire anche contro di me.
- anche io sto lavorando, signore. E mi consenta di dirlo, il suo fotografo qui ha fatto un gran casino- rispondo sicura smontando quello che resta della pellicola per capire cosa l’abbia fatta saltare. Mi stupisce che il ragazzo sia riuscito a fare già solo un paio di scatti prima che il banco ottico se ne andasse all’altro mondo. Doveva aver messo male il rullino perché i fermi del rullo erano andati carinamente a farsi fottere. In sostanza, questa macchinetta oggi aveva scattato la sua ultima foto e il ragazzetto, evidentemente alle primissime armi, ne era più che consapevole.
- e lei chi cazzo è?- sbraita ancora cercando forse di capire come cavolo faccio a sapere che ha ragione a dire che ha mandato a puttane ben… e si, trentadue scatti miracolati, a giudicare da quel poco che ancora riesco a vedere sul rullino ancora non trattato.
- mi definisca pure il suo angelo custode. Ragazzo, hai portato solo il banco ottico? Non è che hai una reflex e magari anche un obbiettivo da 300 mm? Se hai un 200 va bene uguale, ma preferirei un 300- dico già smontando il cavalletto davanti a me. Si, sono una malata delle reflex ok? Qualche problema?
- fidati David. È una fotografa vera- dice la voce di Kellan in piedi sul telo blu scuro del set, con Jack e Rob che annuiscono accanto a lui.
- sul serio?- chiede con sguardo inquisitore fissando due occhi ridotti a fessure su di me.
- vuole telefonare al gruppo editoriale per cui lavoro o si fida sulla parola?- gli rispondo guardandolo come se non valesse nemmeno la pena farlo.
- ho scelta?-
Ma che razza di domanda cretina è? Cioè, gli devo rispondere? Questo mi sa che ha visto troppi film e ormai parla per battute dette. In risposta gli porgo la reflex che il ragazzo mi ha passato invitandolo a farsele da solo le sue foto.
Grugnisce in risposta prima di voltarmi le spalle e sedersi con una gamba sola sul tavolo ingombro di carte e con un computer pieno zeppo di post-it fluorescenti.
- Ragazzi non ho voglia di stare qui tutto il giorno- borbotta mettendosi a studiare alcuni acquerelli con cui avevano tentato di creare il nuovo stile Cullen.
Prendo un bel respiro e avvicino l’occhio al mirino. Non è la mia Nikon, che in questo momento si trova a casa sul comò, e ammetto che le Canon non mi fanno propriamente impazzire, ma… cerco di fare del mio meglio.
David gestisce il cambio degli attori e io ogni tanto correggo qualche posa o chiedo che si dia un’aggiustatina al trucco o ai capelli senza farmi troppi problemi.
Sotto l’occhio del mio obbiettivo passano uno a uno tutti i membri del cast: prima Kellan, poi Jack, Ash, quella che se non ricordo male si chiama Nikki Reed, che interpreta Rosalie…
Quando arriva il turno di Taylor Lautner, l’interprete di Jacob, quasi non trattengo un sorriso.
- ehi ma io ti conosco!- dice con un tono di voce stupito quando si posiziona sul telo, sempre rigorosamente a torso nudo, come ogni lican che si rispetti.
- certo che mi conosci, ti ho fotografato una settimana fa- gli rispondo emergendo da dietro la digitale.
Taylor è un ragazzo davvero davvero simpatico. Disponibile, sorridente, solare… adattissimo per interpretare il ruolo di Jacob. I tratti un po’ infantili e il volto imberbe certo non fanno pensare a primo acchito a un lupo alfa, ma… la sua mimica facciale è talmente sorprendente che quando vuole riesce davvero ad apparire minaccioso.
- a ecco! Che fai, lavori anche oggi?- chiede gioviale mentre io regolo luminosità e focus.
- a quanto pare…- gli rispondo sorridendo e scattando la prima foto.
- scommetto che a saperlo te ne saresti rimasta a casa volentieri, vero?- scherza accennando a un punto non molto lontano nel quale Peter e Rob stavano lottando accanitamente per assicurarsi quella che suppongo sia l’ultima ciambella sotto gli sguardi divertiti di Kellan, Jack ed Elizabeth e quelli esasperati e sufficienti di Nikki e Kristen. Almeno, esasperati e sufficienti solo quando non li posavano su di me. In quei momenti avessero potuto freddarmi con quegli sguardi non credo se ne sarebbero molto rammaricate. Non vi preoccupate, gioie, la cosa è reciproca.
- Taylor, zitto ora e lasciala lavorare- lo rimprovera il regista zittendolo all’istante.
Quasi scoppio a ridere nel vedere la sua faccia cupa da bimbo rimproverato e un leggero accenno di divertimento traspare lo stesso quando dico - Taylor, una faccia leggermente furibonda, please - prima di riprendere a scattare a pieno ritmo.
Come i baci di Rob, anche la macchina fotografica ha un effetto calmante sui miei nervi. Potessi sezionare e analizzare con cura me stessa così come faccio mentre scatto foto alla signora Esme Cullen, sarebbe senza dubbio tutto molto più semplice. Il viso dolce di Elizabeth ha ben pochi segreti da nascondere quando la guardo attraverso un mirino. Non è solo il suo ruolo a imprigionarla nella parte della mamma dolce e protettiva, lei sembra effettivamente dolce e protettiva. A giudicare dal modo in cui si liscia la gonna e ogni tanto si aggiusta i capelli sembra anche un tipo piuttosto rigoroso e preciso, senza dubbio riservato.
Questa è la magia della fotografia: scomporre, dividere in piccole parti un’immagine infinitamente più grande e dedicarsi a un’inquadratura per volta.
Quando sul telo davanti a me prende posto anche Robert, per l’ennesima volta la mente si svuota, rifiutandosi di recepire qualsiasi messaggio. Non c’è più nulla da capire per me in Robert, conosco a memoria ogni tratto del suo viso, anche quando sono io a dirgli che broncio assumere o che sorriso tirare.
Faccio un primo piano del suo volto e il cuore prende a galoppare quando i miei occhi si posano sulle labbra morbide e ben definite, per poi salire sulla linea dritta del naso e concludere con gli occhi ambrati.
Assieme al batticuore però, torna anche quella strana angoscia, quell’ansia di non riuscire a carpire un pezzo fondamentale che ancora mi sfugge. Di lui.
Continuo a scattare, zoommare, analizzare, studiare il suo corpo e le sue pose con rinnovato interesse e capisco che mi da ansia il fatto di aver tralasciato qualcosa di lui, qualcosa d’importante.
Qualcosa di lui che inevitabilmente è legato a me, anche se non riesco a determinare in che modo questo sia possibile. Ansie, paure, timori e preoccupazioni sono date da questo qualcosa.
Lo fisso da dietro il mirino e non so… è come se tutto il suo corpo mi stesse gridando qualcosa, ma l’eco troppo forte mi impedisca di distinguere le lettere che compongono le sue parole.
È tutto troppo, troppo confuso, talmente tanto da lasciarmi senza fiato.
Recupero un po’ di lucidità mentale quando mi tocca fare foto alla piattola, e poi a lei con Taylor. Insomma… lucidità mentale… parliamone. Non è proprio lucidità mentale, direi che piuttosto è un momento di lucida follia la mia.
Sinceramente parlando, non è che abbia fatto tutte queste gran cose per farsi odiare da me. Lei è Bella, lui Edward, normale che lui non possa evitarla o comunque respingerla di continuo, sarebbe difficile lavorare il un clima teso e ostile, soprattutto nel loro campo.
A dirla tutta, non è nemmeno questo… lei mi è stata sempre abbastanza sulle scatole. La sua aria da reginetta proprio mi manda su tutte le furie, soprattutto quando i suoi atteggiamenti strafottenti la portano a sfiorare i limiti della scortesia con gli sconosciuti.
Quando l’ho vista la prima volta, a malapena mi ha rivolto uno sguardo di malcelata sufficienza, come se nessuno oltre lei fosse degno di cenare con la sua cricca. I suoi modi possessivi nei confronti di Robert poi… tutta un’altra storia.
Sono sicura di lui, anche se non riesco ancora a spiegarmi da dove venga tutta questa fiducia, però i suoi modi di avvicinarlo, di toccarlo… non hanno nulla a che vedere con il film. È una bambina viziata, ecco cos’è. Se ne frega di quello che vogliono gli altri, a lei interessa solo di sé stessa. L’ho capito dal modo in cui al ristorante ha chiamato “amore” Robert e gli ha restituito il suo cellulare, come a dire “è evidente che la sera in cui mi hai lasciata eri ubriaco, quindi facciamo come se nulla fosse successo”.
E anche ora, lo vedo chiaramente, anche senza obbiettivo di mezzo, che il suo essere apparentemente simpatica, dolce e disponibile è tutta una facciata ben costruita e perfettamente architettata. In questo, devo dargliene atto. Bernini, Juvarra e Borromini alla signorina gli fanno davvero una pippa. Un architetto così efficiente e meticoloso non l’avevo mai visto.
In poco tempo finisco il mio lavoro con una resistenza degna di una moglie spartana quando mi tocca fare foto anche a… non fatemelo dire, vi prego. Ho rischiato seriamente di mandare fumo dalle orecchie e sono riuscita a trattenermi soltanto ripetendomi come un mantra “è il suo lavoro e tu sei una professionista. Non devi essere gelosa, sono solo foto”.
Ammetto che per poco non stritolavo la digitale in una presa che dire ferrea e come dire che Hulk è il campione indiscusso dei pesi piuma quando David ha ordinato ai due un bacio che io ho (sigh!) dovuto fotografare. Sono stata ben attenta a scattare bene per evitare di dover ripetere la scena, altrimenti mi sarebbe venuto un attacco di vomito, lo giuro.
Già vederli scambiare due baci in croce in Twilight aveva rischiato di farmi venire gli incubi per una settimana, figuriamoci quando sarà l’ora di Eclipse, dove si baciano da mane a sera… mi sa che mi dovrò portare dietro una di quelle graziose bustine che ci sono sugli aerei, così tanto per sicurezza.
Me l’ero sempre chiesto come facessero mogli e mariti di attori e attrici a sopportare scene di baci o di sesso di altri con il proprio partner e la risposta alla domanda è… non sopportano: rosicano e basta.
- vuoi la maglietta?- mi prende in giro Kellan mentre scatto l’ennesima foto alla coppia dell’anno.
- no- ribatto deglutendo rumorosamente e facendolo scoppiare in una fragorosa risata che ci fa guadagnare un’occhiataccia dal regista.
- io la metterei- si aggiunge anche Jack - te l’ho anche fatta autografare, meglio di così!-
- siete due stronzi bastardi lo sapete?-
- si, lo sappiamo e permettici di vantarcene-
Li guardo un attimo in faccia, giusto per vedere se dicono sul serio, approfittando della piccola pausa che mi è concessa per far sistemare anche Taylor sul set per le foto di Bella, Edward e Jacob.
Sembrano serissimi. Cazzo.
Sto per voltarmi e tornare al mio lavoro quando con la coda dell’occhio vedo la piattola che si erge sulle punte per sussurrare qualcosa all’orecchio di Robert con anche il coraggio di mettergli una mano sulla guancia.
- Jack, dammi quella cazzo di maglia. Kell, tu reggi la macchina fotografia- dico fredda e glaciale ripassando mentalmente tutte le mie conoscenze di tortura medievale. Legarla alla ruota o farla tirare dai cavalli mi sembra una buona idea. Farla a pezzi è sempre un modo abbastanza carino, senza contare che non mi sarei sporcata nemmeno i vestiti. Si lo so, sono sadica, ma è colpa sua se ha dissotterrato l’istinto del killer che tenevo sotto chiave. Se avesse tenuto le manine a posto, non avrebbe stuzzicato l’erede di Jack lo Squartatore, anche se, ammetto, per un attimo anche l’idea essere la pronipote di Sweney Todd mi ha stuzzicato.
Infilo svelta la maglietta sopra la faccia minacciosa di Jack Skeletron e per poco non faccio strozzare Robert dalle risate.
La nuova me in versione quindicenne infoiata riprende a scattare non appena la piattola si accorge del mio sguardo assassino e ritrae la mano dalla guancia del mio uomo.
Fortuna che c’è anche Taylor sul set adesso e il momento degli sbaciucchiamenti è passato lasciando posto alla contesa. Qualche scatto dopo la piattola smette di appestarmi la pellicola e si eclissa (per l’appunto), lasciando solo i due boys a squadrarsi in cagnesco immergendosi totalmente nella loro parte.
- non ci credo che l’hai messa davvero- sghignazza Kellan mentre abbraccia Jack per sorreggersi, che, con Ashley accanto, credo che vorrebbe fare tutto tranne sostenere Kellan che si spancia dal ridere.
- non vedi? Marco il territorio- ringhio tra i denti mentre continuo a scattare.
- siete pazzi, tutti quanti- sbuffa Ashley ancora vestita da Alice.
- lo sappiamo, amore. Grazie per avercelo ricordato- le risponde Jack stringendola di più a sé.
- siamo dei pazzi divertenti però. Non so tu, Ash, ma io non ho la minima intenzione di sopportare ancora una volta il Rob versione mission impossibile, paranoico e complessato che non usciva di casa se prima non si era messo le sue bende da mummia. Stare con Kris era stressante, non lo vedevi dimagrito?- spiega Kellan con aria saccente mentre io faccio gli ultimi scatti.
- certo che era dimagrito, scopavano da mattina a sera! Saresti dimagrito anche tu Pendolo!- gli risponde Jack. Quasi non muoio soffocata. Che vuol dire scopavano da mattina a sera? Anche io ci scopo da mattina a sera, e anche di pomeriggio, eppure non lo vedo per niente dimagrito! Mangia quanto un cavallo e tromba anche meglio, non lo vedo così sciupato! Oppure la mia cara pidocchia si dava al sesso acrobatico?
- ragazzi, dovete proprio?- brontolo stizzita posando la digitale e guardandoli tutti e due con sguardo truce.
- quello che volevamo dire, Ale, è che con te sta bene. Non è malaticcio, bianchiccio e molliccio ai bordi. Il loro rapporto non travalicava i confini del sesso e… poveraccio, il suo grado di paranoia non aveva mai toccato livelli così alti come in quel periodo. Soffriva di manie di persecuzione!- spiega dottor Rathbone. Gli manca il camice e sarebbe un perfetto strizzacervelli della mutua.
- oh si, questo mi consola- sbotto alzando gli occhi al cielo.
- non fare la santa, Ale. A quanto ne so io anche voi due ci date dentro parecchio. Che genere di integratori multivitaminici gli rifili?-
Qualcuno adesso mi dia un buon motivo per non ammazzare Jack. Uno solo. Jasper non è poi così importante ai fini della storia, o almeno… lo è ma facciamo finta di no, così posso levarmelo di torno.
- inutile che cerchi di farmi fuori, tanto sappiamo tutti e due che mi adori- mi anticipa facendomi una linguaccia.
- potrei anche cambiare idea- sibilo velenosa.
Un abbraccio alle mie spalle gli impedisce di replicare, stampando però sulla sua faccia un sorriso sornione.
- e così hai lavorato anche oggi, eh?- mormora Robert lasciandomi un piccolo bacio sul collo.
- già…-
- dire che ci hai salvato il culo è dire poco, tesoro. David non mi sembra un tipo molto ben disposto alla pazienza-
- si, credo anch’io. Sarà che è un regista di film dell’orrore… Non credo che i tuoi tre mesi a Vancouver saranno una vera e propria passeggiata-
Mi lascio andare tra le sue braccia e mi sento meglio. È mio.
Chiacchieriamo ancora un po’ con gli altri e presto si aggiungono anche Taylor, Peter ed Elizabeth. Sono davvero una famiglia. Mi fa sorridere il modo in cui scherzano e giocano. È incredibile l’affetto sincero che è nato tra loro sul set di un film.
Quasi non trattengo una lacrima di commozione al pensiero, ho un debole per le famiglie anche di amici, ormai lo sapete, e il modo in cui me ne fanno sentire parte mi commuove ancora di più.
Ovviamente, quando tutto va bene, c’è sempre la pecora nera che si aggiunge e fa andare tutto male.
- ragazzi, io e Nikki stavamo pensando a una cena stasera tutta per noi. Che ne dite?- annuncia con aria quasi gentile prima di fissare i suoi occhi di ghiaccio su di me e continuare - solo noi, come ai vecchi tempi. Niente registi, cameraman e fotografi, ci state?-
Tutti l’hanno capita, è impossibile non afferrare il significato sotteso a questa frase. La presa di Rob sui miei fianchi si è fatta tesa e credo quasi di aver sentito i suoi denti digrignarsi.
Caro Dio, spero tu mi possa perdonare per quello che sto per fare ma veramente ho esaurito le già esigue scorte di pazienza che mi hai messo a disposizione, quindi...sii buono nel tuo giudizio.
- Kristen- la chiamo.
- si?-
Mi tolgo la maglietta con il viso di Robert stampato sopra e la piego con cura.
- io non ti conosco ma è tutto il giorno che stai mettendo a dura prova il mio spirito di sopportazione e ora… ora sono arrivata al capolinea. Le cose sono due: o la smetti di fare quello che stai facendo, rendendoti conto di quanto ti rendi ridicola dato che lui non ti vuole più, oppure toccherà a me farti scoprire questa innegabile verità con le maniere forti. Non ti preoccupare, ti lascio tutto il tempo per decidere con calma, ma perché nel frattempo non te ne vai a cena con questa stasera?- concludo sbattendogli tra le mani con un gesto brusco la maglietta e osservando con piacere le sue guance tingersi di rosso dall’imbarazzo.
Potente, potentissimo strumento la realtà.



Eccoci qua. So che forse sembra che io stia tirando per le lunghe la storia ma vi assicuro che dal prossimo capitolo non la penserete più così, quindi recensite. Vi ho avvisato che ci sarà un cambiamento e sono curiosa di sapere in cosa immaginiate consista.
So che avrei dovuto mettere anche i personaggi di Ryan e di Victoria, ma troppi personaggi sono difficile da gestire, per cui anche Nikki l’ho appena accennata così come Elizabeth. Scusatemi tanto per questa piccola mancanza.
 
Abbigliamento Ale
Cast
Rob e Kristen
Kellan e Nikki
Taylor
Jackson e Ashley
Peter ed Elizabeth.
Regista David Slade
 
Prima canzone che Ale ascolta sotto la doccia Let’s make a night to remember
Canzone che Rob mette e canticchia ad Ale I wanna be your underwear.
 
 
   
 
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