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Autore: kokylinda2    18/01/2010    48 recensioni
E se nella stazione di King’s Cross Harry avesse fatto un’altra scelta? Se le opzioni fossero state: ritornare, andare avanti, o ricominciare? E se lui avesse scelto quest’ultima? Harry torna indetro nel tempo nel suo corpo da ragazzino undicenne, e adesso deve rifare tutto daccapo. Riuscirà a salvare le persone che ama e rimediare ai suoi errori?
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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9- Alla Ricerca di Potter

Ecco il nuovo capitolo. Vi avverto, le scene cambiano molto: vanno da un luogo all’altro, mostrando ciò che accade sia a Hogwarts (diverse parti di Hogwarts) sia al Ministero. Spero che vi piaccia. Mi spiace dirvi, però, che non aggiornerò tanto presto. Ho gli esami di metà anno (povera me) e devo studiare. Penso che per un paio di settimane non riuscirò a postare. -.-^

Risposte a:

ron1111: grazie per i complimenti *me arrossita*! Non pensi di meritarli proprio tutti, perché infondo sono solo bravina. Ho cercato di tenere tutti i personaggi il più IC possibile, ma non so se ci riuscirò sempre perché Harry li sta cambiando tutti. Comunque, Lestrange non è figlio di Voldemort. Ci avevo pensato, ma poi mi è venuto in mente che l’idea del figlio di Voldy a Hogwarts avrebbe potuto complicare un po’ troppo la situazione XD quindi alla fine penso che sarà figlio di Rodolphus. Spero che questo capitolo ti piaccia ;P

giovy39: anche a me spiace molto per Draco (io lo adoro :P) e non ti preoccupare, faranno pace presto, anche se non in questo capitolo e forse nemmeno nel prossimo. Prima ho bisogno che faccia una cosa, e poi vedrò. Sì, metterò presto un dialogo Raptor/Voldemort, nel prossimo capitolo. Grazie per la recensione, mi ha davvero resa contenta. Spero che questo capitolo non ti deluda, un bacio :D

Vale Lovegood: ciauuu! Sono contenta che la storia ti stia piacendo e cercherò di non deluderti. Ho fatto litigare Harry e Draco perché mi stava iniziando a dar fastidio come subito fossero diventati amici, nonostante all’inizio Draco fosse Serpeverde fino all’osso. Così, beh, non potuto fare altro se non farli litigare. Ho cercato il più possibile di tenere Harry IC, ma credo che ogni tanto sarà diverso, perché è più maturo e non può affrontare le stesse cose allo stesso modo. Goditi il capitolo, XD

Nan96: hello! Volevo dirti che mi spiace, ma davvero neanche io mi ricordi il punto preciso in cui diceva che Sirius veniva spedito senza processo. Credo che sia da qualche parte nell’Ordine della Fenice, comunque. Hai ragione su Crosta, perché infatti nel terzo libro Ron non era proprio intenzionato a cederlo a Remus e Sirius nella Stamberga, ma senza il ratto Harry non avrebbe avuto prove che fosse vivo: doveva per forza consegnarlo. Ho cercato di aggiornare presto, ma visto che questo capitolo è circa dieci pagine più lungo di quanto mi aspettassi ci ho messo di più. I gemelli più che altro faranno dei dispetti a Remus per distrarlo. Spero che ti piaccia il capitolo. A presto!

GinnyPotter93:  ecco qui il nuovo capitolo, che spero che ti piaccia. Lo scherzo non sono riuscita ad infilarcelo, ma penso che arriverà o nel prossimo capitolo o quello successivo. Comunque sì, Draco è molto stronzo, lo ammetto, ma l’amicizia tra lui e Harry stava venendo troppo facile per essere passata solo una settimana, così ho dovuto rovinarla (e mi dispiace anche a me XD) Spero di riuscire a rendere il legame con Neville, Susan e magari anche con un paio di altre persone più forte che quello nei libri. Raptor e Piton non compaiono molto in questo capitolo, ma ci saranno sicuramente nel prossimo. Silente, beh, anche lui ci sarà nel prossimo. Visto che è un po’ (ma un po’ tanto) ficcanaso, più avanti troverò un modo per distrarlo. L’ES in miniatura comincerà ad allargarsi fino a diventare qualcosa di molto, MOLTO, di più. Sarà fondamentale. Spero che il capitolo ti piaccia. ;P

Scorpiusthebest: hola! Grazie per il commento *_* ho notato che hai recensito diversi capitoli e ti ringrazio in generale anche per quello. In questo capitolo troverai le risposte alle tue domande e spero che ti piaccia, anche se io non ne sono esattamente soddisfatta e non so perché. Mi spiace anche a me per Draco, ma non sarà sempre così. A presto :D

Millyray: ciao! In questo capitolo mi dispiace, ma non ci sarà lo scherzo di Harry. Magari nei prossimi! Spero che ti piaccia, l’ho reso un po’ lunghetto e mi auguro che non ti annoi. O.O grazie per la recensione, fammi sapere che ne pensi anche di questo capitolo. Un bacio, koky.

Finleyna 4 Ever: salveeee! Anche le mie vacanze sono andate benissimo, anche se sono state un po’ troppo corte ^^. Mi spiace ma sì, è stato Draco a dare la soffiata, ma non ti preoccupare, non tornerà ad essere il solito viziato. Inoltre mi devi perdonare perché … ehm … penso di non aver proprio capito il significato della parola ‘shippi’. Che significa? XD Comunque, la coppia mi piace. Mentre leggevo il libro pensavo che Harry si sarebbe messo con Hermione, ma poi ho notato che si è messo con Ginny e da quel momento ho preferito Harry/Ginny a Harry/Hermione. Ma alla fine mi stanno bene entrambe. Spero che il capitolo ti piaccia, a presto ;P

Manda: non ti preoccupare, non mi offendo. Lo preferisco quando le persone sono sincere! Anche io il precedente l’ho trovato noiosetto. All’inizio avevo avuto intenzione di infilarci la liberazione di Sirius, ma poi ho deciso di scrivere un po’ di un normale Sabato tra Harry e i suoi amici, per rafforzare un po’ i rapporti. Spero che questo capitolo ti piaccia di più, fammi sapere che ne pensi, se ti va. Ciao! :P

Schuyler: grazie per i complimenti *me lusingata*. Mi fa piacere che ti piaccia la storia, anche se sono sicura di non meritare tutti i tuoi complimenti. Ho cercato di aggiornare presto, e ho fatto il capitolo un po’ più lunghetto per il ritardo. Si nota? Beh, comunque spero che ti piaccia XD

Kiry95: hello! Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Comunque, ci saranno altre scene con Raptor (ormai è leggermente –forse non poi così poco – interessato a Harry e, come Piton, vuole svelare il suo segreto). Ho aggiornato il prima possibile, spero che ti piaccia. Un bacio ;P

RAS MALFOY: concordo con te quando dici che Harry è molto sicuro di sé. Ha programmato un po’ tutto, ma non sa che io sto già programmando una paio di delusioni pesanti (muahahahah!! Risata maligna) poi magari dopo sarà più cauto. Lo scherzo di Harry verrà più avanti e a danni di molti. Ha una passione per le guerre col cibo, lo ammetto. Da piccola anche io volevo sempre fare come nei film e scatenare una lotta col cibo (un paio di volte è successo e gli insegnanti non ne sono stati poi tanto contenti O.O). spero che il capitolo sia di tuo gradimento, a presto J

SATANABAAN: grazie per la recensione e per i complimenti. Mi fa piacere che la storia sia ancora di tuo interesse, ma fammi sapere se ti annoia, perché io non voglio assolutamente essere noiosa! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, fammi sapere e dai un’occhiata alla votazione alla fine del capitolo! Un bacio J

Samirina: non ti preoccupare se non puoi sempre recensire, non è assolutamente un obbligo! Sono contenta che ti siano piaciuti i capitoli. Sono lusingata dal fatto che tu l’abbia fatta vedere anche ad una tua amica *me arrossita come peperone*.  Non farò esattamente così con tutti i libri. Harry ha un bel vantaggio in questa storia, quindi la guerra durerà molto meno e penso che arriverò fino al quarto libro, forse quinto. Grazie per i complimenti! Anche io adoro Draco, quindi non penso che farà una brutta fine. Spero che ti piaccia anche questo capitolo.

Pecky: ecco qua il capitolo con la visita di James Evans e l’entrata in scena di Lunastorta. Non farà molto, a parte andare in panico XD. anche a me spiace che Draco si stia allontanando, ma non sarà sempre così. Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Un bacio, koky.

Sssweety: hola! Sì, qualcosa nel futuro è già cambiata. E anche di molto. Diciamo che interi libri sono stati cancellati. Remus tenterà di tenere a bada i gemelli, ma aimè, non sa ancora quanto siano imprevedibili. Susan capirai più avanti a cosa sarà utile. Centra anche con sua zia, che è Amelia Bones. Spero ti piaccia anche questo capitolo, a presto. ;P

MaCcO: mi fa piacere che ti sia piaciuta la parte col Basilisco, anche se in questo capitolo non sono riuscita ad infilarcelo. Cavolo, questo capitolo è di circa trenta pagine! Per me è un record. Anche a me Neville faceva tanta pena nei libri L quindi in questa storia, visto che Harry lo vuole includere nel suo gruppo, sarà più sicuro di sé e felice in generale. Un bacio ;P

Kia07: sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo. Con Susan non devi pensare male: non rientrerà assolutamente tra le ragazze di Harry. La vede troppo come una sorellina per guardarla in quel modo. La Cooman ci sarà più avanti (infondo il futuro è cambiato ^^) cercherò di non deluderti. Grazie per la recensione, spero che ti piaccia.

Muryhana: grazie per i complimenti, anche se non scrivo poi così bene XD. Remus ne vedrà delle brutte in questo capitolo (poverino, quasi quasi lo compatisco!) comunque spero che il capitolo sia di tuo gradimento, fammi sapere che ne pensi. A presto J

Rowan Mayfeir: hey! Sì, Harry ci sta prendendo gusto a fare le lotte col cibo. Però dagli tregua; è la prima volta che può comportarsi da undicenne spensierato e divertirsi. Non credo che ci saranno altri disastri col cibo però. Susan non sarà mai la ragazza di Harry perché diventeranno come fratello e sorella. Con Daphne non sono ancora sicura. Più avanti incontrerà anche altre ragazze da altre Case. Tu vuoi che sia una Dramione? Non sono sicura, per questo alla fine del capitolo ho messo una proposta per una votazione. Se la maggioranza vuole che sia una Dramione, allora lo sarà. Sirius non c’è qui, solo la sua ‘liberazione’ se così posso chiamarla. Spero che ti piaccia, un bacio ;P

Myrtle Y: grazie per i complimenti! Sono contenta che anche se sei nuova hai trovato carina la mia storia. Presto ti abituerai meglio a EFP, e mi scuso perché gli aggiornamenti non saranno proprio dei più rapidi. Spero che questo capitolo ti piaccia come i precedenti e mi auguro che tu mi faccia sapere che ne pensi. Alla fine del capitolo c’è una votazione, mi piacerebbe che tu mi dicessi la tua opinione al riguardo :D

BlackFra92: wow! Quanti complimenti, sono lusingata, sul serio! Ho cercato di rendere Harry più simile a James senza però modificare troppo la sua personalità, togliendogli la timidezza e facendolo diventare più brillante durante le lezioni. Per il momento c’è ancora il rischio che Piton faccia la spia, ma vedrò di metterlo alle strette tra un paio di capitoli. Per quanto riguarda il fatto di Daphne e Harry … forse. Prima il giovane Potter deve trovare un po’ di tempo per se stesso; cosa che accadrà quando avrà finito con le prime fasi del suo piano. Scusa per il ritardo di quasi due settimane nell’aggiornamento, ma prima non ho potuto postare. Spero che ti piaccia e da un’occhiata alla votazione alla fine del capitolo J

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Capitolo  9

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Quella notte Harry non dormì.

Stranamente, non era stanco: da quando era tornato indietro nel tempo non aveva avuto bisogno di molto riposo. Un paio di ore di sonno erano abbastanza per rimetterlo in sesto e poteva trascorrere parecchie notti insonni.

Ma quella sera non riusciva proprio a dormire, nonostante ci stesse provando. Arrendendosi, Harry si portò a sedere sul suo letto e diede un’occhiata al suo orologio: erano le tre di notte.  Aveva un po’ di tempo per organizzarsi.

Un dubbio si insinuò in lui. C’era una falla nel suo piano. Doveva disfarsene, o tutto sarebbe andato in rovina e Sirius avrebbe fatto una brutta fine.

No, non lo avrebbe permesso. Un altro piano altamente diabolico gli venne il mente. Ghignò maligno e fu grato del fatto che nessuno lo potesse vedere lì, al buio della sua stanza, o si sarebbero chiesti se Harry Potter fosse davvero il ragazzino assatanato che ghignava come un maniaco perverso.

Con questi pensieri, e con il suo Piano Altamente Diabolico in mente, Harry scrisse velocemente una lettera e si diresse verso la Guferia, facendo bene attenzione a non farsi beccare da Gazza o dai professori. Il suo piano era semplice, a dir il vero.

Avrebbe soltanto dovuto minacciare, ricattare e corrompere un po’ di gente. Infondo, se il Ministro giocava sporco, chi era l’uomo per dirgli di non fare altrettanto?

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Il sole stava sorgendo e Severus Piton era nel suo laboratorio privato, intento a preparare una pozione che gli sarebbe stata molto utile. Sapeva che ciò che aveva in mente di fare era illegale, ma aveva lui il coltello dalla parte del manico.

Harry Potter nascondeva qualcosa. Non sapeva cosa, con precisione, ma presto lo avrebbe scoperto. Doveva sapere perché il figlio di Lily aveva stretto un’alleanza con i Goblin, come faceva a parlare il Goblinese, in che modo se la intendeva con Raptor, e perché era così sfuggente.

C’era un che di sospetto nel modo in cui si aggirava. Anche quando era rilassato, c’era qualcosa nella sua postura che suggeriva che in caso di pericolo sarebbe stato pronto ad entrare in azione; era in perenne stato di allerta, di vigilanza costante. La cosa curiosa era che il ragazzo sembrava non accorgersene: era come istintivo.

Cosa aveva visto e vissuto che lo aveva cambiato in quel modo? Chi era lo sconosciuto che aveva visto in quel corridoio al secondo piano? Gli era sembrato uno che aveva visto l’inferno, non un ragazzino di undici anni appena arrivato a Hogwarts.

E poi doveva ammettere che il ragazzo era potente: era un prodigio in tutte le classi. Minerva e Filius gli avevano detto di averlo visto fare incantesimi non-verbali.

Spense il fuoco sotto il suo calderone. La pozione era pronta. Presto il mistero di Harry Potter sarebbe stato svelato.

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Erano circa le nove quando Harry si diresse a colazione con i suoi amici. Ron e Hermione continuavano a parlare della notte precedente, contenti di aver imparato qualcosa di utile. Prima di andare a letto avevano svuotato le loro menti come il moro aveva consigliato. Non c’erano stati progressi visibili, ma con il tempo ce l’avrebbero fatta.

Harry mangiò con i Grifondoro per i primi venti minuti, chiacchierando con Ron e Hermione.

“Ragazzi, oggi forse non mi vedrete. Ho degli impegni. I gemelli però mi stanno coprendo,” spiegò il moro rassicurante.

“Ma oggi non veniva l’amico di tuo padre?” Hermione aggrottò la fronte perplessa.

“Sì,” ammise Harry, “Ma avevo già degli altri impegni prima di ricevere la sua lettera. Lui questo però non lo deve sapere, ok?” i suoi amici annuirono, anche se sembrava che Ron fosse troppo preso dal suo mangiare per averci capito qualcosa, “In caso di complicazioni, copritemi, vi prego.”

Poco dopo si diresse verso il tavolo dei Serpeverde. Si sedette accanto a Daphne, che arrossì e farfugliò un veloce ‘buongiorno’. Lui le sorrise e ricambiò il saluto. Anche Blaise lo salutò, mentre Draco rimase in silenzio, senza neanche risparmiargli un’occhiata.

“Ei Harry, non è che oggi vuoi unirti a noi? Vorrei farti vedere un libro che mi ha spedito mia madre. È stupendo: ci sono tantissimi incantesimi utili. Non sono in grado di farne quasi nessuno, ma tu sei bravo in Incantesimi, magari potrai farmi vedere come si fa,” propose Blaise dando un morso al suo toast e guardandolo pieno di aspettative.

“Sì, mi piacerebbe. Ma non questa mattina, ho … delle faccende da sbrigare,” mentì in tono vago. Non si accorso degli occhi penetranti di Draco che lo stavano studiando attenti.

“Magari questo pomeriggio,” offrì Daphne. Harry annuì. “Allora che ne dici di vederci alle cinque fuori? Puoi portare i tuoi … amici,” la biondina arricciò il naso. Probabilmente non le piaceva l’idea di vedersi con dei Grifondoro, ma Harry apprezzò il gesto.

“Ci saremo,” rispose, “Beh, io devo andare. Ci si vede,” Daphne e Blaise lo salutarono, Draco rimase silenzioso. Harry si diresse verso Jeremiah Lestrange e i suoi amici; gli dava ancora fastidio come si erano comportato con Susan e doveva fargli capire che era sbagliato.

“Ei,” lo chiamò Harry. Il suo tono non era freddo e privo di emozioni, ma al contempo deciso e determinato.

Lestrange si voltò verso di lui lentamente, guardandolo dall’alto in basso, come se si stesse chiedendo se fosse il caso di prendersi il disturbo di rispondere. Dovette aver deciso di no, perché tornò a chiacchierare con i suoi compagni come se non l’avesse visto, ignorandolo completamente. I suoi amici però lo guardavano curiosi.

“Parlo con te,” lo richiamò Harry, a voce più alta.

Questa volta il ragazzo lo guardò irritato, alzando un sopracciglio, “Che cosa vuoi?” chiese acidamente.

“Soltanto chiederti perché hai trattato Susan Bones in quel modo ieri,” indagò Harry, leggermente brusco.

Jeremiah scoppiò a ridere derisorio, imitato dai suoi amici, “Stai parlando della ragazzina? Mi ha scocciato, così le ho detto di lasciarmi in pace, tutto qui,” replicò come se la diretta interessata fosse un moscerino.

“Beh, a me non mi sta bene che tu la tratti così, quindi non riprovarci,” lo avvisò Harry, rimanendo composto. Fece per andarsene, quando Jeremiah si alzò in piedi. Era piuttosto alto e non ebbe problemi a torreggiare sul primino, da piccolo undicenne qual’era. Molti sarebbero stati intimiditi, ma non Harry. Questo sorprese Lestrange, ma non lo diede a vedere.

“Altrimenti?” domandò con un ghigno.

Harry ghignò a sua volta, “Altrimenti, sarei costretto a rivelare ai gemelli Weasley l’entrata alla vostra Sala Comune,” rispose. Il prefetto impallidì drasticamente. I suoi amici, dietro di lui, sbiancarono.

“Non oseresti,” mormorò Jeremiah con occhi sgranati.

Harry inarcò un sopracciglio in segno di sfida, voltandosi in direzione del tavolo di Grifondoro, “Ei Fred! George!” gridò attraverso la Sala, attirando l’attenzione di non poche persone. I due gemelli, che stavano parlottando eccitati dall’arrivo di Lunastorta, lo guardarono in attesa che continuasse.

Jeremiah afferrò Harry per un braccio e lo trascinò fuori dalla Sala Grande prima che il primino potesse aggiungere altro, seguito dagli sguardi perplessi di molti studenti. Una volta fuori e lontani da sguardi indiscreti, il prefetto lo studiò attentamente, “Che cosa vuoi Potter?” sbraitò irritato.

Harry scrollò le spalle, “Solo che la smetti di prendertela con i più deboli: è scorretto. Abuseresti della tua spilla da prefetto, e credimi quando ti dico che potrei facilmente togliertela.”

Questa volta Lestrange non replicò; probabilmente aveva capito che Harry non scherzava e che ne era capace.

“Senti, io e te abbiamo cominciato con il piede sbagliato. Tu mi odi a causa dei pregiudizi tra i Serpeverde e i Grifondoro. Che ne diresti di mettere le faide tra Case da parte?” offrì Harry esitante.

“Certo, e i sono il Signore Oscuro in persona,” commentò Lestrange acido, “Le altre Case detestano i Serpeverde, perché dovrei crederti?”

“Lo sai che è un ragionamento ipocrita?” disse Harry innocentemente, “Dici che le altre Case odiano i Serpeverde mentre tu stesso odi tutti i Grifondoro di principio.”

“Perché loro odiano i Serpeverde!” sbottò Jeremiah perdendo la pazienza.

“Ma io non odio le Serpi. Quindi tenendo fede al tuo ragionamento, tu non dovresti odiarmi,” ragionò Harry.

Lestrange lo guardò ancora una volta con i suoi occhi blu elettrico, così simili a quelli di Sirius ... Sirius. Harry spalancò gli occhi. Doveva andare a salvarlo!

“Senti, io devo andare. Pensaci almeno,” fu tutto quello che disse il primino prima di correre verso le scale, diretto verso la Torre dei Grifondoro. Erano quasi le dieci, doveva sbrigarsi!

Jeremiah continuò a fissare il vuoto per un paio di istanti, tentato di mettere le faide da parte. Si ricordò della sua ultima conversazione con Potter nei sotterranei, e le parole del moccioso gli tornarono in mente contro la sua volontà.

“ … non tutte le Serpi devono per forza essere devote al lato oscuro. C’è sempre un’alternativa; dobbiamo solo trovare il coraggio di sceglierla.”

E se avesse ragione? Possibile che Potter lo potesse capire? No, non poteva. Potter non poteva sapere come ci sentiva ad essere odiati solo per gli errori dei propri genitori. I suoi erano Auror, morti per ‘salvare’ il mondo magico. Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere al suo posto. Potter era cresciuto senza madre perché lei aveva dato la sua vita per salvarlo. Lui era cresciuto senza madre perché la sua era rinchiusa in una cella ad Azkaban. Forse Potter aveva ragione infondo. Forse poteva davvero scegliere.

Ma qual’era la sua alternativa?

-

Harry si precipitò nel suo dormitorio e afferrò la gabbia con dentro Crosta. Il ratto stava ancora dormendo, fortunatamente. La incantò in modo che non potesse romperla e fuggire al suo risveglio. Scese, o meglio corse, in Sala Comune, dove incrociò i gemelli, concentrati a fare quello che veniva loro meglio: complottare. Avevano in mano diverse pastiglie e pasticche colorate dall’aria sospetta.

“Tutto a posto? Il piano è ancora valido?” chiese, cercando di mascherare l’agitazione. Loro annuirono con due identici ghigni stampati in faccia.

“Non potrebbe-“

“Andare meglio-“

“Ramoso Junior,” conclusero in coro.

“Bene, io devo andare. Lunastorta sarà qui a momenti. Sapete cosa fare,” affermò Harry rincuorato.

“Ma cosa fai con Crosta?” domandò George, osservando la gabbia con curiosità.

“Emm … Ron me l’ha venduto ieri. Devo … mi serve, ecco,” rispose Harry a disagio. I gemelli accantonarono la faccenda da parte, e Harry ne fu grato. Li salutò e lasciò la stanza.

Corse fino al quarto piano, decidendo che il passaggio dietro lo specchio era decisamente più comodo di quello della Strega Gobba. Una volta che raggiunse l’immenso atrio, si diresse verso la porta che portava verso Hogsmeade, senza però accorgersi della familiare testa bionda di una serpe di sua conoscenza, che lo guardò mentre entrava nel passaggio che portava fuori dal castello.

-

Arrivato nella cittadina di Hogsmeade, Harry si infilò in un vicolo abbandonato, che portava probabilmente alla Testa di Porco. Crosta dormiva ancora, ignaro di ciò che stava per accadere. Tirò fuori la sua bacchetta e cominciò a modificare il suo aspetto. I suoi capelli si fecero più corti e biondi; i suoi occhi cambiarono colore e divennero azzurri; divenne più alto e il suo fisico si fece slanciato e muscoloso al punto giusto. Di Harry Potter non rimase nessuna traccia: ora al suo posto c’era James Evans.

Una volta pronto, Harry uscì fuori dal vicolo e cominciò a percorrere le strade del villaggio, diretto alla stazione della Metropolvere, guardandosi intorno circospetto. Nessuno lo notò. Aveva l’aspetto di un sedicenne; non poteva materializzarsi al Ministero o avrebbe destato sospetti. Entrò nell’ufficio e chiese ad un impiegato un camino per il Ministero della Magia. Gettò la polvere al suo interno pronunciando ‘Ufficio di Amelia Bones’ e poi scomparve. Nel momento esatto in cui se ne andò, delle fiamme verdi si accesero nel cammino affianco e Remus Lupin ne uscì fuori.

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Remus raggiunse Hogwarts alle dieci in punto. Non vedeva l’ora di rivedere Harry, dopo tutte quelle lettere. La sola visione del castello gli riportava alla mente i bei anni passati esplorandolo con i suoi più cari amici. Salì i gradini e spalancò il portone, entrando nella Sala d’Ingresso.

Ad attenderlo, invece del ragazzino moro undicenne che si era aspettato, c’era due gemelli dai capelli rossi con due identici e terrificanti ghigni stampati in faccia.

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Amelia Bones era nel suo ufficio ed attendeva trepidante l’arrivo di James Evans. Non era certa che si sarebbe presentato; forse era tutto uno scherzo. Sì, doveva solo essere uno scherzo. Ma nel caso non lo fosse, aveva preparato tutto il necessario per accoglierlo. Aveva messo le sue carte in ordine, pulito la stanza, e preparato del tè. Un elegante servizio di porcellana con un piattino di biscottini era su un tavolino posto tra due comode poltrone.

Il suo ufficio era piuttosto spazioso ed era arredato secondo il suo gusto personale. Sulla sua scrivania c’erano foto della sua famiglia: di suo fratello defunto, di lei, e di sua nipote Susan. L’orologio segnava le dieci meno due minuti quando nel camino si accesero delle fiamme verdi e un giovane di sedici anni, biondo e con dei sorprendenti occhi azzurri, ne uscì fuori, guardandosi intorno con una gabbia in mano.

“Posso fare qualcosa per te?” chiese cortese la donna. Probabilmente aveva sbagliato ad utilizzare la Metropolvere ed era capitato nel suo ufficio per caso.

Il ragazzo sorrise, “A dir il vero sì. Sono James Evans,” si presentò porgendole la mano, con una sicurezza sorprendente. Dentro di sé, però, Harry non era mai stato più insicuro e nervoso.

Amelia Bones cercò di restare calma mentre la stringeva. Lui? James Evans? Lo stesso che le aveva inviato la lettera? Ma era un ragazzino!

“Temo che ci sia un errore. Io stavo attendendo un ospite di grande importanza per discutere di una faccenda della massima urgenza,” spiegò lei gentile.

“Nessun errore,” la corresse il ragazzo mentre il suo sorriso si ampliava, “Sono io James Evans, colui che le ha spedito la lettera, Madama Bones.”

“Oh,” fece lei eloquentemente, sorpresa. Lo osservò meglio. Sembrava un ragazzo piuttosto normale, tranne per gli occhi, di un azzurro sorprendente con striature blu notte. Intorno a lui aleggiava un’aura di potenza, e il suo sguardo, che faceva intendere che non era un ragazzino qualunque, era quella di un uomo il cui passato lo tormentava, “Perdoni la mia inadeguatezza, se vuole accomodarsi,” disse poi indicando le poltrone.

“Trovo che sia un’ottima idea,” replicò il biondo affabile, sedendosi, “Come ha detto lei, è necessario discutere di una faccenda della massima urgenza. Si tratta di una lunga storia,” James Evans appoggiò la gabbia, con dentro un ratto addormentato, accanto al vassoio del tè.

“Certamente,” fu d’accordo lei con tono grave, “Nella sua lettera ha accennato qualcosa riguardo a un uomo innocente spedito ad Azkaban senza processo.”

“Sì,” ammise lui, “Prima di tutto vorrei che lei mi desse del tu. Come vede non sono ancora un adulto, anche se le posso assicurare che sentirà parlare di me, quindi mi chiami James,” cominciò abbozzando un sorriso, quasi imbarazzato.

“Allora credo che sia meglio se anche tu mi chiamassi Amelia, non credi?” ricambiò la donna rassicurante.

“D’accordo, Amelia,” acconsentì James, “La storia che sto per raccontarti ha inizio dieci anni fa,” la Bones gli fece cenno di continuare.

“Cosa sai di Sirius Black?”

-

“Dov’è Harry?” chiese Remus ai due rossi, facendo saettare lo sguardo alla sua ricerca.

“Harry è un attimo impegnato. Ha una detenzione con Piton. Ma non ti preoccupare, ti faremo fare noi un giro del castello,” rispose Fred cercando di non ridere. Lui che faceva vedere il castello a uno dei creatori della Mappa del Malandrino!

“Fred e George Weasley, al tuo servizio. Io sono Fred e lui è George,” li presentò George con un inchino, invertendo i loro nomi.

“Piacere,” disse Remus guardandoli sospettoso.

“Beh, cosa stiamo aspettando? Vieni con noi,” istruì Fred con un ghignò che non prometteva nulla di buono.

-

“Sei sicuro Draco?” chiese Piton guardando il suo alunno preferito da dietro la sua cattedra.

“Sicurissimo signore. Ho visto Potter lasciare la scuola questa mattina, poco prima delle dieci, attraverso un passaggio segreto,” ripeté Malfoy compiaciuto.

Severus sembrò pensarci, “Il preside e la McGranitt dovranno essere avvisati e Potter punito, in tal caso,” mormorò, “Ma prima voglio accertarmi che davvero non sia sui terreni o nel castello. Se non lo troverò, allora verrai ricompensato.”

“Certo signore,” acconsentì Draco sorridendo malignamente, seguendo il suo professore fuori dal suo ufficio, alla ricerca di Harry. Era certo che non avrebbero trovato Potter e che il moro si sarebbe beccato una brutta punizione.

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“Fammi vedere se ho capito bene,” iniziò Amelia Bones, alzandosi in piedi. Aveva il bisogno di muoversi perché troppo sconvolta da quello che aveva sentito. Iniziò a fare avanti e dietro per la stanza con le mani congiunte dietro la schiena.

“Peter Minus era un animagus illegale. Gli amici di tuo padre erano lui, Sirius Black e Remus Lupin. James Lily Potter scelsero Peter Minus come Custode Segreto al posto di Sirius Black, perché pensavano che nessuno avrebbe sospettato di lui, mentre Black faceva da esca. Corretto?” chiese. James annuì.

“Ma, secondo la tua storia, Peter Minus era un Mangiamorte, e quindi rivelò la posizione dei Potter a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. I Potter perirono e Sirius Black, in qualità di unica persona in vita a conoscenza della vera identità del Custode Segreto, cercò Minus e lo trovò in mezzo a una strada Babbana. Minus ha urlato che era stato lui a vendere i Potter a Tu-Sai-Chi, fece saltare in aria mezza strada tenendo la bacchetta dietro la schiena, uccidendo una dozzina di Babbani nel processo, e poi si è tagliato un dito, si è trasformato in un ratto, ed è fuggito nelle fognature?”

“Esattamente,” replicò il biondo annuendo con veemenza.

“Incastrando Black, rimasto sulla scena?”

“Uh-uh.”

“E, ciliegina sulla torta, nessuno gli ha concesso un processo?”

“Vedo che hai capito.”

“Devi ammettere che è una storia inverosimile,” Amelia Bones inarcò un sopraciglio, scettica. Quella storia era troppo fantasiosa per essere plausibile. Amelia era sempre stato un tipo concreto. E adesso un ragazzino piombato da Merlino sapeva dove gli stava dicendo che era vera.

“Ascoltami, Amelia,” le disse James gentile, “So che può sembrare … impossibile, ma ho le prove.”

Amelia lo guardò sorpresa, “Bene, mostramele.”

“Prima,” ribatté James alzandosi in piedi, “Richiedo la presenza del Capo del Dipartimento degli Auror e alcuni assistenti. Se possibile, vorrei che fossero presenti anche Alastor Moody e chiunque sia coinvolto nella registrazione di un animagus e degli archivi del Ministero,” pretese.

Amelia sembrò ponderare l’idea, “Sai che se tutto questo è falso potresti finire in guai seri, vero?”

James sorrise, “Allora significa che sto dicendo la verità, no?”

La Bones annuì e si diresse fuori dal suo ufficio per comunicare alla sua segretaria di contattare chi il biondo aveva richiesto.

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“Insomma, dov’è Harry!?” adesso Remus stava cominciando ad irritarsi. I due gemelli gli avevano dato una caramella per rilassarsi, e adesso aveva la lingua blu e delle pustole. E aveva anche inghiottito una pillola il cui effetto non conosceva, ma sapeva si sarebbe rivelato presto. Avrebbe dovuto capire sin dall’inizio che i due rossi erano dei burloni.

Era passata più di un’ora e di Harry non c’era nessuna traccia. Aveva seguito i due Weasley per tutta la scuola, mentre loro gli indicavano dove si trovavano i bagni e le aule. Era un Malandrino, per Morgana. Non ne aveva bisogno. Ma era stato paziente, li aveva seguiti in silenzio, accondiscente. Poi per sbaglio era scivolato su una saponetta, messa da Fred accidentalmente per terra, e aveva battuto la testa, procurandosi un bernoccolo immenso. A causa della botta, i gemelli avevano cominciato a trattarlo come un ritardato, portandolo all’esasperazione.

“Se-tu-avere-bisogno-di-bagno, tu-dovere-solo-chiedere, capito?” scandì George come se avesse cinque anni, o fosse un qualche straniero che non conosceva bene la lingua. Erano al quarto piano da ormai dieci minuti, nel bel mezzo del corridoio, guadagnandosi sguardi perplessi da parte dei passanti.

“Perché diamine dovrei voler andare al bagno?” glielo avevano chiesto tre volte di fila. I gemelli si scambiarono un’occhiata.

“Tu-ricordare-la-pillola-che-noi-ti-avere-dato-prima?” chiese Fred lentamente.

Remus annuì esasperato.

“Era-un-lassativo,” chiarirono in coro.

“Era un che COSA?!” sbraitò Remus indignato e, soprattutto, inorridito.

“Che cosa succede qui?” giunse la voce glaciale di Severus Piton. Il maestro di pozioni aveva appena raggiunto il corridoio con un Draco Malfoy alquanto compiaciuto alle calcagna.

“Ah! Severus, che piacere rivederti, e meno male che sei qui,” disse Remus voltandosi verso di lui, alquanto ridicolo con il suo bernoccolo, le pustole, e lingua blu, “Perché diamine hai dato una detenzione a Harry?”

I gemelli impallidirono. Piton alzò un sopracciglio, “Io non ho assegnato nessuna detenzione a Potter e … per l’amor di Circe che cosa ti è successo?!”

Lupin ignorò la seconda parte, “Ma come non hai dato una detenzione a Harry? Loro mi-“ Remus non completò la frase, perché il suo stomaco brontolò improvvisamente. Il rumore di una scoreggia risuonò nel silenzioso corridoio.

Draco fece una smorfia di disgusto, “Che cos’era quella?” fece arricciando il naso e tappandosi il naso.

Remus si voltò lentamente verso i gemelli, con gli occhi spalancati e accusatori. Ci fu il rumore di un’altra scorreggia.

“Lupin! Un po’ di contegno, ti prego!” esclamò Piton: l’odore era (non voglio descrivere i dettagli, quindi diciamo sgradevole *_*)

“Sì, certo,” fu d’accordo Remus. Un'altra scorreggia e poi una più lunga. I gemelli si tapparono i nasi e si allontanarono di un passo dal licantropo.

 “Penso di aver bisogno di un bagno.”

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Gli Auror Kingsley Shacklebolt, John Dawlish e Alastor Moody, i responsabili dei registri degli animagus, Charles Lopker e Frederic Elliot, e il Membro del Wizengamot, Hartemis Morrinson erano tutti riuniti nell’Ufficio di Amelia Bones.

“Perché ci hai fatto chiamare? Sono un uomo impegnato io,” sbottò Frederic irritato. Era un uomo sui quarant’anni, dai capelli già grigi e con gli occhi color fango. Era piuttosto scorbutico e amava lamentarsi anche delle piccole cose.

“Vorrei che incontraste una persona. Il suo nome è James Evans e penso che sia il caso che lo ascoltiate,” affermò la donna solenne. Gli sguardi dei nuovi arrivati si posarono sul ragazzo sedicenne, scettici. Il giovane era appoggiato casualmente sul braccio di una poltrona.

James si raddrizzò, schiarendosi la gola, “Salve, probabilmente non mi conoscete, ma io conosco voi. Sono venuto qui al Ministero per discutere di una faccenda piuttosto delicata. Sirius Black, accusato per l’assassinio di dodici Babbani e di tradimento dei Potter, in realtà è innocente.”

Lo squadrarono tutti come se fosse pazzo. Infondo, chi avrebbe mai creduto a un sedicenne che veniva a dire a un Auror che un assassino di massa?

“Hai delle prove, ragazzo?” chiese Malocchio, studiandolo con il suo occhio magico. Riusciva a percepire delle tracce di magia, e di conseguenza sapeva che quello non era il suo vero aspetto.

“Naturalmente. Ho delle prove che confermano che il vero responsabile è Peter Minus,” spiegò James calmo.

“Baggianate! È morto per mano di Black,” si oppose Charlus. Aveva circa trentacinque anni, ed era biondo con gli occhi azzurri. Aveva lavorato tutta la sua vita tra gli archivi del Ministero ed era un uomo onesto, ma che cercava di non finire sotto i riflettori. Accanto a lui, Hartemis però si fece pensoso.

Il sedicenne scosse la testa, “No, è vivo ed è un animagus. È stato lui a far saltare in aria la strada uccidendo i Babbani. Poi si è tagliato un dito ed è fuggito, incastrando Sirius Black.”

“Non è possibile che sia un animagus. Lo avremmo saputo,” decretò deciso Frederic.

James Evans sorrise, “Io non ho mai detto che fosse registrato.”

“Perché mai Peter Minus avrebbe dovuto diventare un animagus, e per lo più non registrato?” indagò John Dawlish. Kingsley restava in silenzio e si limitava a studiare il ragazzo assorto, come valutandone il potenziale.

“Questo non è di vostro interesse,” replicò il biondo, con tono leggermente distaccato. Non avrebbe rivelato il segreto dei Malandrini a degli impiegati del Ministero.

“Non ricordo di essere stato presente al processo di Sirius Black,” s’intromise Hartemis. Era uno dei membri onorari del Wizengamot e vi faceva parte da trentasei anni. Aveva i capelli grigio topo e gli occhi chiari, tra il grigio e l’azzurro. Le rughe che gli solcavano la fronte erano profonde, ma per il resto il suo volto era piuttosto giovanile. Era un osservatore, e amava lo studio della filosofia. Passava quasi tutto il suo tempo libero a pensare e riflettere.

“Infatti,” replicò James soddisfatto che qualcuno avesse nominato quel dettaglio, “A Sirius Black non è stato dato alcun processo.”

“Impossibile,” grugnì Frederic. Aveva molta fiducia nel Ministero.

“Io invece penso che sia molto più che possibile,” interruppe Moody brusco, “All’epoca sono stati arrestati talmente tanti Mangiamorte che nessuno si è preso la briga di processarli. Li hanno tutti spediti ad Azkaban,” disse burbero.

“Il Ministero ha delle leggi che non infrangerebbe mai,” ribatté Charlus, ma la sua voce parve esitante.

“Io non credo che-“

“Signori,” interruppe Amelia, “Siamo qui per discutere di un innocente ad Azkaban, non della competenza del Ministero.”

“Inammissibile,”affermò Hartemis annuendo, ignorando il commento di Amelia, “Tutti hanno notato che il governo si è fatto più corrotto da quando Caramell è al potere.”

“Sono d’accordo,” affermò Alastor annuendo, “Albus Silente. Lui si che sarebbe stato un gran Ministro.”

Prima che qualcuno potesse ribattere, Kingsley parlò per la prima volta, “Allora, quali sono le tue prove?” chiese tornando all’argomento principale, guardando il biondo in attesa.

“Ho con me Peter Minus,” spiegò James. Tutti quanti lo guardarono scioccati.

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Remus era stato al bagno per circa trenta minuti e aveva ancora i crampi allo stomaco. Oh, quanto l’avrebbe fatta pagare a quei due gemelli! Uscendo fuori, trovò ad aspettarlo nel corridoio i gemelli, Draco Malfoy e Severus Piton. Gli ultimi due parevano piuttosto spazientiti.

“Ahm, molto gentile da parte vostra aspettarmi, ma a cosa devo l’onore?” chiese il licantropo ansante, chiudendosi la porta del bagno alle spalle e appoggiandosi alla parete.

“Volevo sapere,” cominciò Piton, voltandosi verso di lui, parlando con la sua solita voce fredda, “Perché pensavi che Potter fosse in punizione con me.”

“Perché, non è così?” domandò Remus guardando i gemelli. Loro misero su facce innocenti e sbatterono le palpebre come angioletti.

“No. Infatti, il signor Malfoy mi ha detto che Potter potrebbe aver lasciato la scuola, e in tal caso, dovrà essere punito e la direttrice della sua Casa avvertita,” chiarì il maestro di Pozioni, “Ero giusto sul punto di andare ad avvisare Minerva –“

“Harry non ha lasciato la scuola!” lo difese un gemello.

“Già, noi sappiamo perfettamente dov’è!” continuò l’altro rigorosamente.

“Ah, davvero? Dove?” s’intromise Malfoy ghignando.

“Beh, è ovvio. Con Ron e Hermione,” rispose Fred sicuro.

“Allora sarebbe meglio cercare Weasley e la Granger, non credete?” Piton alzò un sopracciglio. I gemelli deglutirono nervosi.

“Se Harry è con loro, io sono d’accordo,” annuì Remus.

In quel momento, Ron, Hermione e Neville svoltarono l’angolo, diretti verso la Torre di Grifondoro. Lo strano gruppetto formato da un Malandrino, i due gemelli, l’odioso insegnante di pozioni e Malfoy, osservò i tre primini attraversare il corridoio insistentemente. A metà strada, gli undicenni si resero conto di essere fissati e cominciarono a sentirsi a disagio.

“Che abbiamo fatto?” chiese Ron sulla difensiva. Hermione entrò in modalità ‘non-ho-infranto-alcuna-regola-e-posso-provarlo’. Neville invece rimase in silenzio, intimorito dallo sguardo di Piton, indietreggiando leggermente.

Il Professore dai capelli unti si voltò verso i gemelli in uno scatto, facendo ondeggiare la sua untuosa chioma, “Con Weasley e Granger, eh?” era palese che avevano mentito.

Ma i gemelli annuirono sicuri, cercando una scappatoia, “Certo, magari è andato al bagno o è tornato alla Torre di Grifondoro. Non è vero Ron?”

“E io che centro? Di cosa diamine state parlando?” sbottò il rosso. Hermione gli diede una gomitata.

“Aww! Perché lo hai fatto!?” si lamentò Ron. Hermione indicò Remus col capo, come cercando di fargli capire cosa stava succedendo. “Colazione … Harry … coprire … faccende,” sibilò piano, cercando di fargli ricordare quello che il moro aveva detto a colazione.

“Ma stiamo parlando di Harry, Ron. Hai presente, Harry, il tuo amico, quello che tu hai visto fino a dieci minuti fa, capisci?” fece George guardandolo con sguardo eloquente.

“Ohhh,” fece Ron stupidamente, capendo e facendo ripetutamente sì con la testa, “Ma certo, Harry, il mio amico. Sì, era con noi fino a cinque minuti fa. Lo abbiamo lasciato nei sotterranei, diceva che aveva da fare con … con … Lestrange,” inventò gesticolando.

“Quindi Potter non ha lasciato la scuola?” indagò Piton alzando un sopracciglio, poco convinto.

“Harry ha lasciato la scuola?!” intervenne Remus sconvolto. Il quel momento gli venne in mente che forse Harry aveva utilizzato il passaggio che gli aveva rivelato. Santo Merlino. Il licantropo stava per andare in iperventilazione, quando una vocina interruppe i suoi pensieri.

“C-certo che no, signore,” balbettò Neville arrossendo. Lupin parve calmarsi, anche se di poco.

“Bugiardi!” sibilò Malfoy, facendo un passo minaccioso verso i tre primini.

“Su via Draco,” disse Piton con voce carezzevole, mettendogli una mano sulla spalla e trattenendolo. “Se Potter è a Hogwarts, meglio informare la McGranitt che è il caso cercarlo, non trovate?”

Tutti annuirono, alcuni più esitanti di altri.

“Informarmi di cosa, Severus?” intervenne la voce dell’interessata, che svoltò l’angolo, composta e solenne come sempre.

“Che Potter è nei sotterranei con Lestrange, Minerva. Perché non andiamo a cercarlo? Sono sicuro che Lestrange ci darà tutte le risposte che cerchiamo,” rispose Severus ghignando.

“Che storia è questa?” chiese la donna confusa, alternando lo sguardo tra i presenti. Sapeva che tra Potter e Lestrange non correva esattamente buon sangue. Il suo sguardo si posò sul licantropo, “Remus? Remus Lupin? Che cosa ci fai tu qui?” esaminò il suo viso, indugiando sul bernoccolo, le pustole e la lingua blu. Inarcò un sopracciglio e scoccò un’occhiata ai gemelli Weasley, che cominciarono a fischiettare con aria spensierata.

“È un piacere rivederti Minerva,” la salutò Lunastorta cordiale avanzando per salutarla.

“Altrettanto,” replicò la McGranitt, lanciando sguardi ammonitori a Fred e George, ‘ignari’ delle sue occhiate.

“Sì, certo, possiamo rinviare i saluti a dopo,” li interrupe Piton impaziente.

“No, perché non li facciamo adesso, eh?” disse Fred speranzoso, cercando un modo per prendere tempo.

“Infondo non si vedono da tanto tempo. Da quando Lunastorta non veniva a scuola,” continuò George, tappandosi poi la bocca. Ma ormai era troppo tardi, perché il licantropo l’aveva sentito.

“V-voi sapete …?” cominciò Remus sbalordito, e poi arrabbiato, “E mi avete fatto fare il giro del castello inutilmente! Sapendo che io ero un Malandrino. A proposito, come fate a saperlo? Ve l’ha detto Harry?” i gemelli annuirono con veemenza.

“I gemelli sono fatti così. Adorano fare scherzi,” sospirò Ron affranto. Era ancora confuso. Diede un’occhiata alla combriccola che si era formata: Piton, la McGranitt, i gemelli, Remus Lupin, Hermione, Neville, Malfoy, e se stesso. Tutti riuniti nella ricerca di … Harry?

“Che succede qui?” intervenne la voce del preside, calma e pacata come al solito.

Albus Silente, avendo sentito il gran casino proveniente dal quinto piano, aveva deviato dalla sua rotta verso la Sala Grande per il pranzo e si era personalmente avviato verso il luogo da cui proveniva di persona, trovando un gruppetto piuttosto insolito.

Malfoy scioccò la lingua, “Si unisca a noi. Ora le spighiamo tutto sulla strada verso i sotterranei.”

“Qui ci vuole un diversivo,” sussurrarono i gemelli, senza che nessuno li sentisse.

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“Peter Minus?” domandò Frederic scioccato. Tutti quanti non avevano parole. Che James stesse mentendo?

“Mostraci ragazzo,” fece Moody in tono urgente, interessato dalla faccenda.

Il biondo annuì e si avvicinò al tavolino sulla quale aveva appoggiato la gabbia con dentro Crosta, “Vedete questo ratto?” chiese mostrandolo ai presenti.

“È un normale ratto,” affermò Charlus guardandolo perplesso.

Kingsley trattenne il fiato, “Gli manca un dito,” mormorò capendo.

James Evans annuì, “Esattamente. Tutto ciò che trovarono di Peter Minus fu un dito.”

In quel momento il ratto si svegliò. Si guardò intorno leggermente confuso; poi notando in presenza di chi si trovava, iniziò a dimenarsi nella sua gabbia.

“Vedete? Si è reso conto di essere fra dei membri del personale del Ministero: ha paura,” spiegò il sedicenne sorridendo compiaciuto. Presto Sirius sarebbe stato libero …

“Poggia la gabbia per terra,” grugnì Moody osservando l’animale con attenzione, mentre il suo occhio magico ruotava di trecentosessanta gradi.

Harry/James fece come chiesto ed indietreggiò di un passo. Moody e Kinsgley tirarono fuori le loro bacchette. Crosta si dimenava talmente tanto che rovesciò la gabbia, ma grazie alle precauzioni di Harry, non riuscì a scappare.

I due Auror pronunciarono all’unisono l’Incantesimo Homosembiante, “Animaleus Nobodyx.”

L’effetto fu immediato. All’interno della gabbia, Crosta iniziò a cambiare: il suo muso si appiattì, prendendo sembianze umane; il corpo cominciò ad ingrandirsi; i peli cominciarono a scomparire; le zampe divennero mani e piedi.

Con un veloce incantesimo non-verbale, James fece scomparire la gabbia. Non che qualcuno se ne accorse. Stavano tutti fissando la trasformazione inorriditi. Pochi attimi dopo, dove prima c’era il ratto, ora c’era Peter Minus. L’omino si guardò intorno disperatamente, alla ricerca di un qualche buco nelle pareti; il suo sguardo si posò sullo spiraglio di porta aperta.

“Chiudete la porta!” gridò James. Moody, con uno scatto sorprendente, sbarrò la porta e vi mise alcuni incantesimi. John Dawlish si precipitò in azione e lanciò un Incarceramus su Minus prima che si potesse trasformare di nuovo, ma lo mancò. Peter corse verso la finestra, pronto a tornare nella sua forma di ratto.

Pietrificus Totalus!” gridò James, centrandolo proprio mentre Codaliscia stava per fuggire. Il corpo cadde a terra con un tonfo.

Il silenzio regnò sovrano per alcuni secondi mentre tutti digerivano ciò che era successo. Nessuno notò che il sedicenne avesse fatto una magia, cosa che di per sé avrebbe dovuto essere illegale, visto che era minorenne, o almeno lo sembrava.

“Per le sottane di Merlino,” esalò Amelia Bones lasciandosi cadere su una poltrona, fissando l’uomo pietrificato, letteralmente sotto shock.

“Incredibile,” sussurrò Hartemis con gli occhi spalancati, iniziando a camminare intorno al corpo, esaminandolo.

“Ma come facevi tu a saperlo? Dove hai trovato queste informazioni?” indagò Kingsley Shacklebolt, mentre Moody sondava il ragazzo sospettoso.

Il sedicenne sorrise, “Non è questo l’importante. Un giorno saprete, ve lo assicuro. Ma al momento, è necessario liberare Sirius Black, non trovate?”

“Certo,” John Dawlish annuì solenne, “Ma prima bisognerà indire un processo a nome di Peter Minus. Non possiamo solo prendere la tua parola alla lettera. Somministreremo del Veritasserum e convocheremo il Wizengamot. Poi attraverso delle procedure legali, una volta esaminati i diritti di Minus – “

“Non mi sembra che qualcuno abbia preso in considerazione i diritti di Black, o mi sbaglio? Eppure era innocente,” sbraitò James perdendo la pazienza ed alzandosi in piedi. Non avrebbe permesso che Sirius trascorresse un solo giorno di più in quell’inferno. Aveva provato la sua innocenza: allora perché nessuno correva a liberarlo?

“Calmati ragazzo!” lo rimbeccò Frederic; era ancora leggermente scosso.

“Ma ha ragione,” lo difese Amelia rialzandosi in piedi e stirandosi le pieghe della gonna, ridandosi un contegno, “Se Sirius Black è davvero innocente non c’è tempo da perdere!”

“Io non credo che sia così facile,” fece Kingsley ragionevole. Se fosse dipeso da lui si sarebbe già messo in azione.

“Sciocchezze!” interruppe Moddy, “Io lo avevo sempre detto che la faccenda di Black puzzava!”

“Andrò ad Azkaban io stesso se qualcuno non libera Sirius Black entrò oggi!” affermò James Evans deciso. Tutti quanti lo guardarono impressionati dalla veemenza e forza delle sue parole.

“Ragazzo,” disse Hartemis con voce pacata, “Ragiona. Sirius Black è innocente e con ogni probabilità sarà liberato. Ma se tu dovessi infrangere la legge per farlo più rapidamente, allora potresti solo metterlo nei guai. Se aspetti, allora sarà scagionato da tutte le accuse.”

“Quindi dovrei lasciarlo a marcire in una cella finché non avrete finito di esaminare il caso di Minus?” chiese il biondo con voce fredda.

Kingsley sospirò, “Temo di sì.”

“Bene,” acconsentì James, stringendosi nelle spalle,“Lascio questa faccenda a voi. Se volete scusarmi, avrei un appuntamento.”

“Con chi?” domandò Amelia perplessa. Erano tutti sorpresi da come si fosse arreso facilmente.

Il sorriso che fece il ragazzo era terrificante, subdolo, e leggermente maligno, “Con un inviato della Gazzetta del Profeta. Conosco Caramell e non vorrei che per sbaglio oggi fosse amministrato il bacio a Black per coprire la faccenda. Penso che sia nell’interesso di ogni mago libero che esca da quella prigione senza il minimo danno, non trovate?”

E con quello, James Evans lasciò l’ufficio di Amelia Bones. Tutti quanti rimasero per un attimo a fissare la porta, senza muovere un muscolo.

“Chi è quel ragazzo?” mormorò Moody ad Amelia, impressionato.

“Non lo so. So solo che non ho mai incontrato nessuno come lui,” rispose lei leggermente in soggezione.

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“Allora Lestrange, hai per caso visto Potter?”

Piton, la McGranitt, Silente, Remus, Fred, George, Malfoy, Ron, Hermione e Neville erano tutti andati alla ricerca di Harry nei sotterranei. Avevano cercato Lestrange per circa venti minuti, finché gli amici del ragazzo non avevano detto che il prefetto era nella Biblioteca.

I gemelli avevano già messo in atto un piano per distrarre tutti e dar tempo a Harry, ma prima avevano bisogno che Lestrange coprisse il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto; impresa quasi impossibile. Quasi, perché niente era impossibile per loro.

Così si erano tutti diretti verso il sacro regno di Madama Pince. La donna li aveva sgridati indignata quando aveva visto un così folto gruppo di persone arrivare, ma poi, notando il vecchio preside tra loro, era tornata a rilocare i libri.

Avevano trovato Lestrange seduto un tavolo, intento a finire un tema di Pozioni, e Piton non aveva perso tempo a chiedere a Jeremiah se sapesse dov’era Potter.

“Eh?” chiese confuso, alzando gli occhi dal suo tema.

“Il signor Weasley qui presente dice che Potter era con lei mezz’ora fa,” spiegò il maestro di Pozioni con voce strascicata, “Mentre il signor Malfoy afferma di averlo visto lasciare la scuola alle dieci.”

Lestrange scoccò un’occhiata a Draco, che sembrava piuttosto irritato dal casino che aveva creato Potter e che non vedeva l’ora di andare a pranzo, e poi a Ron, che gli diede uno sguardo implorante. Dietro di lui, i gemelli lo guardarono minacciosi. Jeremiah deglutì; a nessuno faceva piacere entrare nel mirino degli obbiettivi dei loro scherzi.

“Allora?” indagò Remus, cercando di restare paziente. Dove diamine si era cacciato quel ragazzino?!

Uno dei due gemelli, da dietro, si passò un indice sulla gola, come a dire ‘mentì o sei morto’.

“Ahmm … sì. Sì era con me. Abbiamo discusso per circa … ehm … quindici minuti … e poi ha detto che doveva andare da … da quella ragazzina … la Tassorosso … Bones, sì, Bones,” inventò Lestrange sotto lo sguardo soddisfatto dei Weasley.

“Bene,” decretò la McGranitt, “Allora non ti dispiacerà venire con noi a cercarla per vedere se la tua storia combacia?” la donna alzò un sopracciglio.

Prima che il prefetto di Serpeverde potesse aprir bocca, Hermione lo intercettò, “Lo fa con piacere, professoressa, vero?” i gemelli incrociarono le braccia al petto, assumendo una posa da gangster.

“Naturalmente,” concesse il ragazzo tra i denti. Raccolse il suo –incompleto – tema , se lo ficcò in borsa e seguì i suoi professori, i primini, i gemelli, il preside, e l’uomo dalla lingua blu che non conosceva fuori dalla Biblioteca.

“Goccia di limone?” offrì Silente gioviale. Lestrange grugnì.

“Questa me la paghi Potter,” sibilò Jeremiah, quasi come se il diretto interessato potesse sentirlo.

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Nel frattempo, al Paiolo Magico, James Evans fece il suo ingresso. Era ora di pranzo ed il locale era piuttosto affollato, quindi nessuno notò la sua presenza. In un angolo, infondo, intravide la testa bionda della reporter. Ghignò e si diresse verso di lei con passo sicuro e moderato.

“Salve,” la salutò sedendosi nella sedia di fronte. Lei lo guardò irritata.

“Smamma ragazzino, ho da fare,” lo cacciò lei, allungando il collo alla ricerca della persona che aspettava.

“Temo di non essermi presentato, Rita Skeeter. Il mio nome è James Evans,” si presentò causalmente. Con questo guadagnò l’attenzione della donna.

“James Evans? Sei stato tu ad inviarmi la lettera questa mattina alle tre e mezza?” domandò alzando un sopraciglio, scettica.

“Sì, sono stato io,” ammise il biondo, stringendosi nelle spalle.

“Ma sei un ragazzino!” sbottò, facendo per andarsene. Stava raccogliendo le sue cosa, quando James riparlò, per niente sorpreso dalla reazione della donna.

“Ho per le mani uno scandalo che ti farebbe diventare molto famosa e rispettata,” dichiarò lui calmo. Come si aspettava, lei si bloccò e si risedette, soppesando le sue parole. Lo osservò, come cercando di capire se ne valeva davvero la pena.

“Sì?” sospirò poi prendendo la sua piuma prendi-appunti e un block notes. Immediatamente, la sua penna cominciò a scrivere magicamente.

“Prima, voglio che giuri che non la censurerai e che scriverai solo, unicamente, ed esclusivamente la verità. Sei una scrittrice decente quando non pubblichi solo frottole. In cambio, io ti offro un’esclusiva sulle mie storie,” propose lui. Era una buona proposta, ragionò. E se riusciva ad avere la Skeeter dalla sua parte, allora avrebbe avuto una certa influenza, per non dire potere, sulla Gazzetta del Profeta e di conseguenza sul mondo magico.

“Come vuoi,” fece lei sbrigativa, facendogli cenno di continuare, senza però riporre la sua penna prendi-appunti, che continuò a scrivere.

“Se cerchi di ingannarmi, allora potrei accidentalmente lasciare una soffiata all’Ufficio Dell’Applicazione Della Legge Sulla Magia riguardo il fatto che sei un animagus non registrato,” minacciò lui, facendo capire che faceva sul serio.

Rita afferrò la penna prendi-appunto che stava scrivendo a mezz’aria e la appoggiò sul tavolo, “Non so di cosa tu stia parlando,” replicò sulla difensiva.

“Io invece penso di sì. So molte cose sul tuo conto, Skeeter, come il fatto che la tua forma  animagus è uno scarabeo. Ti ho fatto una proposta conveniente, dalla quale entrambi trarremo profitto. Io voglio rivelare le verità che il Ministero nasconde, e tu vuoi pubblicare degli scandali. Abbiamo lo stesso fine, ma se mi inganni, tu finisci ad Azkaban. Allora, ci stai?”

“Ho scelta?” chiese lei alzando un sopracciglio.

“Io ti racconto la storia; poi sta a te decidere se pubblicarla o meno. Se non vuoi, va bene. Se vuoi, la racconti a modo mio,” corresse James, ma era sicuro che lei avrebbe voluto pubblicarla.

“E va bene. Tentar non nuoce,” la Skeeter frugò nella sua borsa e tirò fuori un blocco per gli appunti ed una penna normale, “Di cosa tratta questa storia?”

“Di un uomo innocente finito ad Azkaban per dieci anni senza processo, incastrato da un animagus illegale che è stato consegnato in mano agli Auror circa venti minuti fa. E il tutto è strettamente collegato con la morte dei Potter e il nostro famoso Ragazzo-Che-È-Sopravvisuto,” sintetizzò il biondo.

Rita lo guardò scioccata. Si ricompose e il suo volto fu pervaso dall’eccitazione, “Okay, comincia dall’inizio. Voglio ogni singolo dettaglio!”

-

Susan Bones stava mangiando al tavolo di Tassorosso, chiacchierando con Hannah Abbott e Ernie McMillan. La Sala Grande era gremita di studenti, e molti erano preoccupati dall’assenza di Silente, Piton, e la McGranitt al tavolo degli insegnanti.

In quel momento, le porte della Sala si spalancarono.

Tutti ammutolirono e si voltarono per vedere di chi si trattava. A guidare la parata c’erano Piton, la McGranitt e Draco Malfoy, seguiti da Ron Weasley, Hermione Granger e Neville Paciock. Dietro di loro c’era un Jeremiah Lestrange piuttosto irritato, con alle spalle i due gemelli Weasley, che lo controllavano come avvoltoi. Infine c’erano Silente e un uomo che nessuno riconobbe, con un bernoccolo enorme, delle pustole, e la lingua blu. Chiacchieravano come vecchi amici.

Raptor, al tavolo degli insegnanti, era piuttosto confuso. Non che gli studenti e gli altri professori non lo fossero. Cosa stava succedendo? Osservò la combriccola dirigersi verso il tavolo dei Tassorosso a passo spedito.

Piton individuò Susan e si precipitò da lei, con Malfoy dietro.

“Signorina Bones, le vorrei porgere un paio di domande,” decretò freddo, esaminandola dall’alto in basso.

“Si professore?” chiese lei cortese, aggrottando la fronte davanti alle facce ansiose di risposte del gruppetto.

“Vorrei sapere cosa stava facendo fino a venti minuti fa,” pretese il maestro di pozioni.

Confusa dalla domanda, e senza sapere che doveva coprire Harry, Susan aprì la bocca per rispondere. Non fece in tempo a parlare e si sentì un esplosione e il tanfo degli escrementi di qualche animale riempì la sala. Il fumo verde puzzolente era così fitto che sembrava nebbia.

Le porte della Sala si spalancarono e Gazza corse dentro urlando, “Mocciosi! Sapevo che qualcuno aveva una scorta di caccabombe!” ma la sua voce fu smorzata dal fumo e l’uomo cominciò a tossire dopo aver inalato quella roba. Era insopportabile!

Gli studenti si portarono i fazzoletti al naso e scoppiò il caos; alcuni si gettarono sotto il tavolo, mentre il rumore di altre esplosioni risuonava come quello di una bomba atomica. La McGranitt e Silente si precipitarono verso il tavolo degli insegnanti, dove l’odore era meno forte, seguiti a ruota da Remus. Piton si perse nella ‘nebbia’, facendosi strada spalancando le braccia per non scontrarsi con nessuno, gesticolando come un pazzo e scontrandosi contro alcuni studenti. I gemelli si diedero il cinque, soddisfatti del proprio diversivo. Erano servite solo trentadue caccabombe, infondo. Hermione, Ron, e Neville rimasero fermi dov’erano, tappandosi il naso, mentre Fred spiegava a Susan la situazione con Harry. Draco era furioso. Sapeva che era tutta colpa loro; lo stavano facendo a posta! Lestrange invece corse verso il tavolo dei Serpeverde, inciampando un paio di volte, riunendosi alla propria casa e facendo finta di niente, come a dire ‘io quelli là non li conosco’.

Quando finalmente i professori riuscirono a disfarsi del fumo (all’incirca tre quarti d’ora dopo) Piton tornò alla carica, ovviamente. Non sapeva neanche lui perché, ma aveva bisogno di avere la certezza che Potter non fosse a scuola. Sentiva il bisogno di sapere se stava tramando qualcosa. E in più, francamente, cercava una scusa per dargli una punizione.

Piton, Silente, la McGranitt e Remus tornarono al tavolo dei Tassorosso, dove Hermione, Ron, Neville, Susan e Draco stavano aspettando. I gemelli erano al tavolo dei Serpeverde, cercando di riportare Lestrange tra loro. Il prefetto li mandò semplicemente a quel paese.

Il maestro di pozioni dovette intervenire, minacciando di dargli una detenzione per circa tre mesi. Quando non reagì, minacciò di dargli una detenzione per tutto il resto dell’anno. Quando ancora non reagì, minacciò di dargli una detenzione fino al giorno del suo diploma. Sbuffando più irritato di prima, se possibile, Jeremiah si unì al gruppo di undici persone, di nuovo.

“Allora signorina Bones?” chiese Piton, picchiettando il piede per terra impaziente.

Susan sorrise smagliante, “Fino a circa un’ora fa, prima dell’incidente, ero con Harry nella Torre di Astronomia. Abbiamo chiacchierato un po’ e poi io me ne sono andata. Forse è ancora là,” offrì la ragazzina, dicendo che Harry era nel punto più remoto del castello. Quello sì che gli avrebbe ridato il tempo di tornare.

Tutti quanti, tranne i gemelli, grugnirono. Si stavano stufando di quella maledetta caccia al tesoro.

“Sicura che Harry sia lì?” domandò Remus. Gli effetti della roba che gli avevano dato i gemelli stavano svanendo e la sua lingua ora era di una strana sfumatura di blu sbiadita. Le pustole erano più piccole e il bernoccolo stava svanendo.

“Non al cento per cento …” cominciò Susan, facendo una smorfia insicura.

“Signorina Bones,” interruppe la McGranitt. I suoi capelli erano insolitamente spettinati e gli occhi le brillavano di una strana luce maniacale, “Ci dica la verità. Potter è a Hogwarts?”

La primina non esitò a rispondere, “Sì, professoressa.” Avrebbe coperto Harry fino alla fine.

La donna annuì, con una determinazione quasi perversa. L’esasperazione e il fumo delle caccabombe avevano suscitato un effetto inquietante, “Bene, in tal caso lo troveremo! Albus, avverti i ritratti e mettile sulle tracce di Potter. Non so dove si è cacciato quel ragazzino, ma giuro su Morgana che lo ritroverò!”

-

James concluse il suo racconto e lasciò il Paiolo Magico, lasciandosi alle spalle una Rita Skeeter alquanto esaltata, che corse alla redazione della Gazzetta.

Ormai era giunto il momento di tornare a Hogwarts. Chissà se qualcuno si era accorto della sua assenza? Probabilmente no. E poi, chi si sarebbe preso il disturbo di cercarlo? Decidendo che di sicuro i gemelli erano stati in grado di tenere a bada Remus e gli insegnanti, il biondo si diresse con calma verso una gelateria poco lontana dall’uscita babbana del Paiolo. Se la prese con comodo, guardandosi intorno e fischiettando allegro.

Hmm … gusto cioccolato o vaniglia? Scelta ardua …

-

“Eleuterio, squadrone nell’ala est! Sir Cadogan, nei sotterranei! Atanazio, nell’ala ovest! Genevier, allerta tutti gli altri ritratti! Voglio che il castello venga setacciato da cima a fondo, in ogni singolo passaggio. Trovate Harry Potter!” stava urlando Silente a destra e a manca. I ritratti corsero a fare come richiesto. La Signora Grassa venne interrogata per informazioni. In poco tempo, i ritratti che abbellivano i muri intorno alle scale magiche si svuotarono.

La scuola era nel panico più totale.

Dopo l’esplosione delle caccabombe, Gazza aveva cominciato a requisire tutti quanti gli oggetti dall’aria ‘sospetta’. I personaggi dei ritratti comparivano e scomparivano in svariate cornici, spesso urlando nella loro corsa, portando il caos nei corridoi. Pix, sotto ‘consiglio/ordine’ dei gemelli, approfittò della situazione per demolire l’87% delle armature presenti nel castello, mettere a soqquadro le aule, appiccare il fuoco nei posti meno immaginabili, e portare generalmente scompiglio nei luoghi più inappropriati. A parte gli undici componenti del gruppo coalizzato per cercare Potter, nessuno studente, né insegnante a dir la verità, aveva idea di cosa stesse succedendo.

Gli studenti non sapevano cosa fare. Il fatto che Silente, la McGranitt, e Piton fossero coinvolti in qualunque cosa stesse accadendo faceva intendere che si trattava di qualcosa di grave. O almeno così pensavano. Le esplosioni nei corridoi divennero frequenti e presto non fu fuori luogo vedere studenti che correvano urlando con capelli viola o un braccio in più. I più paranoici pensavano che fosse l’inizio dell’Apocalisse.

Raptor, invece, era piuttosto compiaciuto. Leggendo nella mente del giovane Malfoy, aveva scoperto che tutto quel casino era stato causato da Potter. Quel ragazzo attirava la sua attenzione come pochi. E poi, era impossibile per il Suo Signore non trovare delle somiglianze tra loro.

Entrambi orfani, entrambi cresciuti da babbani che detestavano, entrambi mezzosangue, ed entrambi estremamente brillanti. Ma c’era anche un’altra cosa. A scuola, Tom Riddle era sempre stato bravo a nascondere le sue vere intenzioni, passando per innocente davanti agli occhi degli insegnanti e del preside. Quel ragazzino nascondeva qualcosa; c’era qualcosa di diverso in lui. Proprio come c’era stato qualcosa di diverso in Tom.

Avrebbe dovuto tenerlo d’occhio … ma nonostante tutto, il caos che aveva portato la sua ‘non presenza’ poteva essere usato a suo vantaggio. Era il momento più opportuno per darsi un giretto al terzo piano …

La Compagnia che cercava il giovane mago era diretta verso la Torre di Astronomia. I gemelli, Susan e i giovani Grifondoro cercavano di avanzare il più lentamente possibili, angosciati. Avevano cercato di coprire Harry il più a lungo possibile, ma ormai erano passate più di quattro ore e di lui nessuna traccia. Non potevano fare nient’altro: erano a corto di idee.

Silente e Remus erano seriamente preoccupati e stavano davvero cominciando a chiedersi dove fosse il primino. E se fosse stato nei guai? Finché era Hogwarts sarebbe stato al sicuro, per questo dovevano sapere se era ancora lì.

La McGranitt era fuori di sé, ma non dalla rabbia. Non le avrebbe fatto male una, anzi, meglio un paio, di pozioni calmanti, o magari un sedativo bello forte. Sembrava aver preso la scomparsa di Potter come una faccenda personale.

Draco Malfoy e Severus Piton invece erano compiaciuti e gongolavano euforici: sapevano praticamente per certo che Potter non era a scuola e che sarebbe stato in guai grossi quando lo avrebbero beccato in flagrante. La Torre di Astronomia era l’ultima meta; poi Potter sarebbe stato dichiarato assente.

Jeremiah Lestrange, beh, lui era incazzato nero. Non vedeva l’ora di trovare Potter, fargli una sfuriata e fargliela pagare. Era tutta colpa del moccioso se adesso si trovava in quella situazione. Tu guarda in che guaio si era andato a cacciare!

Era in un gruppo di matti – contro la sua volontà per giunta – , sotto la minaccia di una lunga detenzione con il professore più sadico della scuola, alla ricerca di un ragazzino odioso che nemmeno gli piaceva, e aveva mentito agli insegnanti.

Se Potter non era a Hogwarts, né sui suoi terreni – cosa della quale era certo, ormai – allora sarebbe stato punito per averlo coperto. Se invece confessava di aver mentito e scampava la punizione, i gemelli Weasley gliel’avrebbero fatta pagare cara. Poteva andare peggio di così?

A quanto pareva, sì.

-

James aveva impiegato circa dieci minuti per scegliere tra cioccolato e vaniglia; alla fine aveva optato per cioccolato e vaniglia. Che geniaccio, eh? Comunque in quel momento si rese conto che la sua pallina di cioccolato era finita. Possibile che i gelati li facessero così piccoli? Lui aveva chiesto la cialda grande!

Magari non gli avrebbe fatto male un giretto per Londra? Infondo era stata una mattinata stressante. Hmmm … tanto se nessuno si era accorto della sua assenza …

Sì, una bella passeggiata non avrebbe fatto male a nessuno.

-

La Compagnia raggiunse la Torre di Astronomia e prese a salire i gradini, guidati da Silente in persona. Impiegarono una vita per arrivare in cima, e ormai erano quasi le tre. Alla fine, arrivati a destinazione, impiegarono un paio di secondi per riprendere fiato.

Remus aprì la porta in uno scatto e tutti quanti entrarono nella Torre come fossero una sola persona. Si guardarono intorno, alla disperata ricerca di Potter.

Fred, George, Susan, Ron, Hermione, Neville, e persino Lestrange, sospirarono afflitti. Harry Potter non c’era. La Torre era completamente vuota.

“Bene, bene,” cominciò Piton con un ghigno stampato sul volto, alquanto soddisfatto, voltandosi verso i gemelli. I due rossi deglutirono, ma a parte quello, non mostrarono alcun segno di colpevolezza.

“Dov’è Harry?” esclamò Lupin sul punto di avere una crisi isterica. Silente si guardò intorno con i suoi occhi penetranti occhi blu, ma non vide il ragazzino.

Draco Malfoy rispose alla domanda del povero Remus, “Potter è-“

“Qui.”

Tutti quanti si voltarono verso la fonte della voce. Harry Potter era in piedi dietro di loro, intento ad osservare i terreni di Hogwarts con un’espressione perplessa ed innocente.

“C’è qualcosa che non va?” chiese candidamente, sbattendo le palpebre confuso. Naturalmente, già era a conoscenza del panico che si era scatenato al castello. Alla fine aveva deciso che non valeva la pena di farsi un giro per Londra ed era tornato a scuola.

Notando il caos nei corridoi, aveva chiesto informazioni al primo studente che aveva visto: Percy. Il prefetto non aveva saputo dirgli molto; solo che l’apocalisse era vicina. Ancora confuso, aveva visto di striscio la chioma rossa dei gemelli. Ci aveva messo un po’ per notare che era in dolce compagnia. Un’occhiata nella mente di Lestrange gli aveva fornito tutti i dettagli della quale aveva avuto bisogno e, tagliando per tutti i passaggi presenti per la Torre più alta del castello, era riuscito a precederli di circa quattordici secondi.

“Harry!” gridò Remus correndo ad abbracciarlo, sollevandolo da terra.

Lestrange lo guardò con sufficienza, ma nei suoi occhi era chiaro il messaggio ‘facciamo i conti dopo’. “Beh, se la mia presenza non è più richiesta, io tolgo il disturbo,” e con quello lasciò la stanza, sbattendosi la porta alle spalle.

“Signor Potter! Si può sapere dov’era?” la McGranitt alzò un sopracciglio, ancora non esattamente calma.

“Prima sono stato con i gemelli, poi con Ron, Hermione e Neville. In seguito, li ho lasciati per andare nei sotterranei e discutere con Lestrange. Dopo circa quindici minuti ho raggiunto Susan ed io e lei siamo rimasti qui per un po’. Poi lei è andata a pranzo ed io sono rimasto qui,” mentì facilmente, scrollando le spalle, ghignando internamente.

Minerva annuì rigidamente, “Bene. Ora, se volete scusarmi, devo chiedere a Poppy se ha qualcosa che possa calmare i miei nervi,” e così, anche la professoressa di Trasfigurazione lasciò i ragazzi, seguita da Silente, che li salutò con un cenno del capo e un sorriso cordiale.

“Non finisce qui, Potter!” sbraitò Malfoy irritato, “So che non eri più a Hogwarts e lo proverò!” quelle parole ferirono il moro. Perché Draco lo detestava così? Cos’era cambiato? Il biondo alzò il mento e lasciò la Torre.

Piton lo osservò per un lungo istante, quasi come se volesse dire qualcosa. Alla fine scosse la testa e se ne andò, lasciandosi dietro i Grifondoro, Susan e Remus, tornandosene nel suo laboratorio privato.

“Harry, sono così felice di rivederti. Sono cinque ore che aspetto! I due rossi qui presenti,” lanciò un’occhiataccia verso i gemelli, che lo guardarono innocentemente, “Mi hanno fatto esaurire, e siamo tutti venuti alla tua ricerca perché Malfoy ha detto che avevi lasciato la scuola. A proposito; non eri amico di Draco?”

Harry esitò e fece una smorfia, “Lo ero … ma … credo che abbiamo litigato.”

“Credi?” Remus inarcò un sopracciglio. Harry non rispose. I gemelli lo trovarono un buon momento per intervenire.

“Ei Lunastorta!” lo chiamarono. Il licantropo si voltò verso di loro timoroso, guardandosi intorno con ansia. Ron, Hermione, Susan e Neville scoppiarono a ridere.

“Ma che cosa gli avete fatto?” chiese Harry divertito. Fred scrollò le spalle casualmente.

“Gli abbiamo solo fatto vedere come ci piace divertirci. Adesso però vorremo parlare di cose serie,” affermò George con un tono che non ammetteva repliche, talmente solenne da essere comico.

“Voi? Parlare di cose serie?” li schernì Ron. Hermione, Susan e Neville non conoscevano bene i gemelli, ma avevano ‘intuito’ che non  erano tipi molto seri o ligi al dovere e alle regole.

Fred agitò una mano, come per scacciare la voce del fratello, neanche fosse una mosca fastidiosa.

“E di cosa, esattamente, vorreste parlare?” indagò Lupin guardingo.

“Mi sembra ovvio, no?” fece Fred, “Sei una leggenda quando si tratta di scherzi. Sei un Malandrino. Raccontaci la tua storia e ispiraci,” detto questo, i gemelli ricaddero in ginocchio.

“Guidaci! Oh grande malfattore!” esclamarono, mentre i presenti scoppiavano in una fragorosa risata.

-

Le seguenti ore passarono in un battito di ciglia. Harry presentò Ron, Hermione, Neville e Susan a Remus. Lupin era al settimo cielo. Era la prima volta in dieci anni che tornava a Hogwarts e che finalmente riacquistava contatti col mondo magico. Guardandolo, Harry non riuscì a fare a meno di essere felice per lui. Sapeva che in tutti quei anni doveva essere stata dura per il licantropo, ma era certo che presto le cose sarebbe migliorate e la sua solitudine scomparsa.

Perché Sirius sarebbe uscito da Azkaban. Il giovane Potter voleva essere presente durante la loro riconciliazione. Era sicuro che sarebbe stato uno dei momenti più felici delle loro vite. Gli ultimi due veri Malandrini, escludendo il traditore, sarebbero tornati insieme.

Ron e i gemelli gli fecero domande su dove si trovasse Crosta, alle quali si limitò a rispondere che l’aveva dato a un giovane ragazzo di nome James Evans, che aveva insistito molto per averlo. Sembrarono rimanerci male, ma Harry era certo che con la prossima edizione della Gazzetta la loro nostalgia sarebbe scomparsa.

Alla fine, decisero che Remus sarebbe rimasto per la cena. Tanto meglio, si disse Harry. Avrebbe potuto assistere alla sua reazione quando avrebbe scoperto dell’innocenza di Sirius.

Alle cinque, Harry si scusò dicendo che doveva vedersi con i Serpeverde. Avrebbe voluto far venire con sé i suoi amici, ma non gli sembrava giusto lasciare Lupin da solo. Alla fine, però, Remus gli disse che non gli sarebbe dispiaciuto restare per un’oretta da solo con i gemelli. Il giovane viaggiatore temporale aveva esitato, riluttante a lasciare i due gemelli e un Malandrino da soli. Merlino solo sapeva cosa ne sarebbe venuto fuori. Alla fine, cedendo allo sguardo da cucciolo bastonato dei due rossi, aveva acconsentito.

Così, alle cinque si ritrovò con Susan, Neville, Ron e Hermione fuori. Blaise, Daphne, e con sua grande sorpresa Theo (Nott) si presentarono. Nott era ancora un po’ freddo, ma interpretò il fatto che si fosse unito a loro come un buon segno. Si salutarono tutti cortesemente, anche se il sorriso di alcuni fu tirato.

Si radunarono vicino a un albero vicino il Lago Nero, sotto l’ombra delle sue fronde.

“Allora Harry,” iniziò Blaise, tirando fuori un libro dall’aria pesante dalla sua borsa. Hermione squittì eccitata, mentre Ron alzò gli occhi al cielo, “Questo è libro che mi ha dato mia madre. Volevo sapere se sapevi fare questi incantesimi e magari insegnarcene qualcuno,” esitò prima di aggiungere, “Naturalmente, puoi insegnarli anche ai tuoi amici,” indicò Ron, Hermione, Neville e Susan. Sembrarono lusingati e sorpresi dal fatto che un Serpeverde fosse stato gentile con loro.

“G-grazie,” fece Ron, ancora sbalordito. Harry sorrise: per Ron, cresciuto con pregiudizi nei confronti delle Serpi, doveva essere stato difficile. Il moro divenne pensoso per un attimo: che stesse aiutando i rapporti tra Case? Non ci aveva pensato. All’inizio si era avvicinato ai Serpeverde solo a causa del suo piano, ma adesso che si guardava intorno, notava che aveva riunito tre Case su quattro pacificamente.

“Fammi vedere il libro,” affermò Harry, estendendo una mano. Blaise glielo porse e Harry cominciò a sfogliarlo. Erano incantesimi piuttosto semplici, che variano dal livello di un primino a quello di uno studente del secondo anno. Per lui sarebbero stati facili, ma per gli altri, ancora alla prima settimana di scuola, magari ci sarebbe voluto un po’ di aiuto. Erano simpatici: il genere di incantesimi che si potrebbero studiare in Incantesimi, ma che essendo banali non avevano la necessità di rientrare nel programma. Era sicuro, però, che l’Hermione del suo tempo li conosceva.

“Allora, proviamo con questo qui,” iniziò in modo pratico.

Il resto del pomeriggio lo spesero facendo pratica, scherzando e ridendo. Dopo la prima mezz’ora, il ghiaccio si ruppe tra le Serpi e i Grifoni. Certo, non erano davvero amici, ma adesso non avrebbero più dovuto forzare sorrisi. Impararono un paio di incantesimi e poi, contenti, cominciarono a chiacchierare.

Albus Silente osservava da una finestra al secondo piano, sorridente. Harry Potter era un ragazzo speciale, decise. In una settimana era riuscito a fare quello che generazioni di presidi avevano tentato inutilmente di portare a termine. Sapeva che quello sarebbe stato l’inizio della pace tra le Case e di un’amicizia che sarebbe durata a lungo. Quel ragazzo, un giorno, avrebbe cambiato le sorti dell’intero mondo magico.

-

Quella sera in Sala Grande, durante la cena, Remus si sedette al tavolo dei Grifondoro. Sorprendentemente, per una volta, non fu Harry ad andare dai suoi amici di Serpeverde; furono loro a venire da lui. Consumarono tutti quanti il pasto allegramente, finché non arrivarono i gufi, portando con loro un edizione serale speciale della Gazzetta del Profeta.

 

 

Il Prigioniero di Azkaban

Di Rita Skeeter

Oggi è stata rivelata una realtà scandalosa. Sirius Black, ingiustamente accusato per i crimini di un altro, è stato spedito ad Azkaban senza processo per dieci anni.

Dieci anni fa, il signor Black è stato incarcerato per l’omicidio di una dozzina di Babbani nel bel mezzo di una strada di Londra e per l’assassinio di Peter Minus. Come alcuni sapranno, Sirius Black era il migliore amico dei coniugi Potter. Quando la coppia si nascose utilizzando un Incanto Fidelius, venne visto come il traditore, in qualità di Custode Segreto, che li vendette a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

Ebbene, tutto ciò è una menzogna.

Oggi stesso si è scoperto, grazie all’aiuto di un misterioso ragazzo di nome James Evans, che Peter Minus, creduto morto per tutti questi anni, era in realtà vivo e un animagus non registrato dalla forma di un ratto. La verità è che Minus era il Custode Segreto dei Potter, mentre Black era solo un’esca per ingannare Voi-Sapete-Chi. Sfortunatamente, Peter Minus era anche un Mangiamorte da circa un anno e tradì i coniugi Potter, rivelando la loro posizione al Suo Signore. Quando Black lo trovò, Peter, meglio noto come Codaliscia a causa della sua forma animagus, fece saltare in aria la strada, si tagliò un dito, e fuggì nelle fogni insieme agli altri ratti. Infatti, tutto ciò che venne rinvenuto di lui fu un dito. Sirius Black venne mandato ad Azkaban, senza alcun processo, e lasciato a marcire in una cella fino ad ora.

Minus ha vissuto negli ultimi dieci anni come animale domestico all’interno della famiglia Weasley, nota famiglia purosangue di maghi. Alle dieci di questa mattina, James Evans si è presentato all’Ufficio per l’Applicazione della Legge sulla Magia, con una gabbia contenente un ratto senza un dito, dichiarando che fosse Peter.

In presenza di diversi testimoni, quali Amelia Bones, Direttrice dell’Ufficio dell’Applicazione della Legge sulla Magia, Kingsley Shacklebolt, Capo del Dipartimento Auror, gli Auror John Dawlish e Alastor ‘Malocchio’ Moody, il noto membro del Wizengamot, Hartemis Morrinson, e i due responsabili degli Archivi del Ministero, Charlus Lopker e Frederic Elliot, il giovane (di circa sedici anni) ha dimostrato attraverso un semplice Incantesimo Homosembiante di aver ragione.

“All’inizio ero piuttosto scettico,” ammette Hartemis Morrinson, membro onorario del Wizengamot, “Ma alla fine aveva ragione. Siamo rimasti tutti scioccati dalla veridicità delle sue parole, e impressionati dalla sua determinazione e veemenza. È un prodigio.”

“Quando l’ho visto, ho capito subito che non era un ragazzo normale,” afferma Amelia Bones, ancora scossa dai recenti eventi, “Sono certa che sentiremo ancora parlare di lui e mi auguro di incontrarlo di nuovo.”

Inoltre, una fonte anonima ci ha comunicato che Black è il padrino di Harry Potter, il Ragazz-Che-È-Sopravvissuto.

Adesso Peter Minus dovrà essere sottoposto a un processo e Sirius Black dovrà essere liberato. Ma io non posso fare a meno di domandarmi come il nostro Ministro, Cornelius Caramell, possa aver commesso un errore del genere. Che ce ne siano stati altri? Che altri innocenti siano stati spediti nella più temuta prigione magica al mondo? Aimè, temo che questa sia un’ulteriore prova della corruzione presente nel nostro governo.

E poi chi è James Evans? Molti stanno cominciando a vederlo come un paladino della giustizia, pronto a svelare la verità ed aiutare gli innocenti. Qual è il suo passato? Ulteriori indagini saranno svolte presto per riuscire a rispondere a tutte le domande ancora non risposte dal giovane ragazzo.

Ma si sa. Certi misteri sono fatti per rimanere tali.

 

Per altre informazioni sulla storia dei coniugi Potter, andate a pagina 3

Per altre informazioni sulla storia di Sirius Black, andate a pagina 5

Per ulteriori informazioni sul misterioso James Evans, andare a pagina 7

Per altre informazioni su Peter Minus, andate a pagina 9

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 Ed ecco qui il capitolo che stavate tutti aspettando! Non ne sono al cento per cento soddisfatta, ma spero che vi sia piaciuto. È il capitolo più lungo fino ad ora, per questo ci ho messo così tanto ad aggiornare. Fatemi sapere che ne pensate e se avete consigli, dite pure. Il prossimo potrebbe metterci un po’ ad arrivare.

A causa di un paio di richieste, vorrei proporvi una votazione. Sono insicura riguardo una cosa e vi lascerò decidere.

Chi vuole che sia una Draco/Hermione?

Chi vuole che sia solo una coppia temporanea o permanente?

Se non una Dramione, allora proporreste Draco/? (chi?)

 

Ditemi che ne pensate e la maggioranza vincerà.

  
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