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Autore: Rota    18/01/2010    3 recensioni
A Near era sempre piaciuto cimentarsi nell’impresa di risolvere arguti rompicapi.
Con la pazienza di chi porta sulle spalle innumerevoli anni, aveva mosso fisico e corpo lentamente, arrivando sempre e comunque alla fine di ogni gioco impugnando con fermo orgoglio apatico una vittoria schiacciante.
Aveva vinto così tante volte, così tante volte era arrivato primo, che oramai gli era precluso il gusto prelibato persino della competizione.

[A steste
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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i'm gotta make Questa è una semplicissima piccola flash per una persona speciale che ha avuto una brutta giornata.
A steste, con affetto <3



(*)The fallen, testo e musica de “Franz Ferdinand”





I’m gotta make somebody love me






Some say ya troubled boy
Just because you like to destroy
All the things that bring the idiots joy
Well,
What's wrong with a little destruction?(*)



A Near era sempre piaciuto cimentarsi nell’impresa di risolvere arguti rompicapi.
Con la pazienza di chi porta sulle spalle innumerevoli anni, aveva mosso fisico e corpo lentamente, arrivando sempre e comunque alla fine di ogni gioco impugnando con fermo orgoglio apatico una vittoria schiacciante.
Aveva vinto così tante volte, così tante volte era arrivato primo, che oramai gli era precluso il gusto prelibato persino della competizione.
Bianca la veste, bianco l’umore stanco da vecchio. Nulla pareva interessante, in un mondo monocromatico dove ogni cosa era palesemente prevedibile.

Tranne… tranne quella piccola macchia nera.
Ecco, quella stonava in tutto quel mare sconfinato di bianco perfetto.
La macchiolina di colore che sembrava concentrare l’attenzione di Near più di ogni altra cosa.

Perché Mello, per quanto fosse prevedibile e fin troppo ripetitivo, non si stancava mai di urlare addosso alla gente con quanta forza aveva nei piccoli polmoni.
Perché, nonostante ogni sconfitta che gli piegava il capo, era sempre pronto a crederci ancora – a voler a tutti costi conquistare una qualche forma di rispetto che l’avrebbe elevato sopra tutti gli esseri viventi.
Distruggeva, distruggeva senza pietà ogni singolo puzzle che le mani calme di Near componevano, entrando a far parte rumorosamente di quella quiete così apparente.
Una macchia d’inchiostro scura sulla neve bianca – qualcosa che stona e che stride nella perfezione più placida.

Near non poteva, alla fin fine, fare altro che guardare proprio quella macchia.
Sebbene gli occhi vagassero, discreti – quasi timorosi di incotrare proprio Mello sul loro cammino – da una parte all’altra, alla fine il magnetismo che lo attraeva alla figuretta chiassosa era innegabile. Invincibile.
E non solo lo sguardo così si muoveva, ma ogni fibra del suo corpo.
Il pericolo era così spaventoso eppure così pieno d’attrattiva nel medesimo punto da risultare indomabile a qualsiasi pensiero logico.

-Fatti amare, questa notte soltanto…-

Irragionevolmente, inconsapevolmente, si tesse una rete di legami che mai può essere distrutta dalla volontà.
Mentre due braccia lo stringevano, piene di amore che assomigliava così tanto all’odio – di passione così simile alla reticenza e al disgusto – non credette altro che sarebbe stato davvero bello farsi baciare da quelle labbra pallide che tanto spesso si curvavano all’odio.
Dio, quanto erano belle.
E come la più passionale delle creature, Near, si lasciava amare dall’unica macchia nera che offendeva il suo sguardo con tremenda violenza.
   
 
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