Siediti e Medita
<<
Va meglio,
Ally?>>le chiese sollecito. Ally
si guardò intorno, poi si
accovacciò incrociando le lunghe gambe.
Una
volta al piano di sotto, Ephram si voltò a
fronteggiare il Fantasma:<< Allora, posso sapere chi
è stato a ridurla
così? Quella non sembra mia Cugina! Non sembra neanche una
persona...>>
Il Fantasma sembrò a disagio: << E' colpa di
un Guaritore. E' tutto ciò
che posso dirvi. A parte questo, l'unica cosa che vostro Padre vuole
che
sappiate è che la signorina Allysia deve rimanere qui,
lontano dal Mondo Magico
e dalle... Cattive Compagnie...>>
Ephram rimase in silenzio finché Coone non gli
portò un topolino di gomma che
gli aveva comprato Charlotte.
Lo so, amico mio, manca anche a me. Ma se non ci sbarazziamo
del Fantasma, è
improbabile che questa storia proceda.
Lasciò il topolino ai suoi piedi, ed Ephram lo
scagliò con un calcio all'altro
capo della stanza. Coone corse a prenderlo e ripeterono il gioco varie
volte,
sotto lo sguardo vacuo di Lord Churchill. Infine il gatto
uscì dalla finestra,
che rimaneva sempre aperta per lui, nella neve.
<< Il nome del Guaritore, milord.>>
ordinò Ephram con voce secca,
dopo aver riflettuto a lungo.
Voglio sapere il nome di quel bastardo. Voglio il nome del
mostro.
<< Salem Finnegan.>> rispose il Fantasma.
Ephram annuì.
Non ti toccherà più, Ally...
<< Bene.>>
Il Fantasma tornò al Cofanetto, che si richiuse con un
tonfo, e lo lasciò solo.
Ephram sentì la vista annebbiarsi per le lacrime. Si
lasciò cadere sul
pavimento. Aveva studiato anche lui a scuola quella tortura, ma vedere
Ally
ridotta in quello stato lo fece sentire impotente, spezzato. Non aveva
mai
provato niente di simile, neanche con Charlotte. Allysia sembrava
così provata
da dargli un senso di pena più che di compassione, come se
il dolore che aveva
subito fosse rimasto dentro di lei, e non riuscisse più ad
esternare altro.
Sembrava un animale ferito a morte. Di certo era così che si
sentiva.
Tornò con la mente a quando, in casa, Ally gli faceva uno
scherzo dopo l'altro,
forte del suo Famiglio. All'epoca l'aveva odiata, quasi. Come si poteva
odiare
una compagnia che si divertiva troppo mentre lui sgobbava dalla mattina
alla
sera per soddisfare le aspettative della Famiglia, la Cicala e la
Formica in
versione magica.
Ma adesso...
Si accorse di provare nostalgia per quella Cugina così
allegra e potente. Per
il suo sorriso vivace, per la luce degli occhi verdi.
Era come una luce sfolgorante... di cui non era rimasto nulla. Solo
quell'involucro...
Ripensò alla pelle diafana e al piccolo neo sotto l'occhio
destro di Ally. I
capelli corti. Contrasse il viso in una smorfia di rabbia.
Ucciderò chiunque ti abbia fatto tanto male...
La ragazza aveva mangiato pochissimo, ma annuì.
Nonostante avesse ancora l'aria abbattuta, sembrava decisa a prendere
parte
alla cena. Ephram l'ammirò.
Il Fantasma li sorvegliava dall'alto, fluttuante. Famiglio lo seguiva
con gli
occhi e cercava di afferrarlo.
Il piccolo Catalizzatore sembrava piuttosto ostile, piuttosto strano
vista la
sua abituale indole pacifica...
Ephram l'attribuì al cambiamento di ambiente.
<< Ally, sai cosa dovresti fare?>> chiese
con un'allegria che non
sentiva. La ragazza gli lanciò uno sguardo vacuo.
<< Sederti e meditare. Lasciar riposare la mente,
scrollarti di dosso le
emozioni...>>
<< Cadere in trance, intendi?>> Ally
già scuoteva il capo, come se
le stesse chiedendo una prova troppo difficile per lei.
<< Oh, no.-la rassicurò- Non è
trance. E' una pratica dei Normali... La
mettono in atto quando sono stanchi, o depressi, o stressati, o
apatici... Non
voglio ferirti, cuginetta, ma tu mi sembri tutte queste cose insieme.
Perchè
non provi? Se ti fa sentire più protetta potrebbe tenerti
compagnia Lord
Churchill, le prime volte. O potresti tenerti vicino Famiglio... O
Coone.>>
<< Una pratica dei Normali...- ripeté Ally,
pensosa- Va bene. Ci proverò,
cugino. Grazie.>>
<< Fantastico. Ti preparerò la stanza sul
retro, quella che dal sul
giardino... Con Ametiste ed essenza di fiori di Camomilla, per
rilassarti.
Voglio che tu stia bene.>>
Ally non rispose e non diede segno di averlo sentito. Rimase a fissare
il
vuoto, immemore.
Eccola che ricomincia..., pensò Ephram.
Ma si impose di portare pazienza: avrebbe risolto un problema per volta.
<< Così?>> chiese a suo cugino,
allargando le braccia.
Ephram annuì:<< Tieni la schiena bene eretta,
e le spalle dritte. Solleva
leggermente il capo al di sopra delle spalle, come se un filo sottile
te lo
tenesse alto... Sì, così. Rilassa i muscoli del
collo, Ally. Appoggia i gomiti
sulle ginocchia, ce la fai? Ecco, così...>>
Ephram sistemò con attenzione le pietre intorno a lei,
formando un pentacolo di
cui lei era il fulcro.
<< E adesso?>> chiese la ragazza.
Era così disorientata da intenerirlo, per cui non trattenne
un sorriso gentile.
<< Adesso rilassati. Svuota la mente da ogni cosa. So che
stai male. Che
fatichi a mantenere il controllo. Ma tu dimenticatene. Anzi, fingi che
non
esista. Niente di ciò che può ferirti
è reale. Siediti e svuota la testa.
Meditare è questo. O forse è il contrario... Ma
non importa. Ciò che importa è
che tu ti senta meglio. Va bene?>>
Ally non rispose: rifletteva su quelle parole.
Ciò che conta è che tu stia meglio.
Il bagliore doloroso di un ricordo si fece largo in lei. Salem ai piedi
del
grande albero che reggeva la Casa delle Due Insegne, la sua mano nella
sua, e i
cuori in volo per lo spavento appena provato, la caduta evitata.
<< Scusami, Salem, ho perso
l'equilibrio...>> gli sorrise
mortificata.
<< Non preoccuparti, Allysia.>> Era
così dolce da emozionarla
ancora di più, facendole battere forte il cuore.
Cercò di distrarsi da quella
considerazione, sapendo che quegli occhi castani e il suo Potere
coglievano
ogni reazione, ogni sensazione.
<< Mi spieghi perchè quando mi Guarisci emani
questo profumo così dolce e
delicato?>>
<< Perchè mi piace farlo.- sorrise, il sorriso
dolce e delicato,
emozionandola ulteriormente- Ma non pensarci adesso. Ciò che
conta è che tu
stia meglio.>>
Le
lacrime le corsero sulle guance senza che
potesse fermarle. Salem. Chiuse gli occhi verdi, mentre suo Cugino si
avvicinava e le prendeva le mani tra le sue, intensificando il ricordo
di
quando era stato Salem il Guaritore a stringerla in quel modo tanto
affettuoso.
Di quando la terra di Scozia era ancora la sua Casa, la casa del cuore,
la casa
dell'amicizia.
Famiglio le corse vicino e prese a strusciarsi in segno di affetto e
partecipazione. Ally sciolse le mani dalla stretta del cugino e strinse
il
Catalizzatore. Cerco di non soffrire e lo faccio per te,
Famiglio mio.
Si
sforzò di sorridere a Ephram, mentre anche Coone
e il Fantasma entravano nella graziosa stanza che suo cugino aveva
preparato
perchè lei si sentisse a suo agio. Come se fosse possibile.
Il grosso gatto di
Ephram si avvicinò lentamente a Famiglio
e socchiuse gli
occhi in un'espressione di simpatia.
<< Non
è molto affabile con chi non conosce,
ma credo che vi abbia appena
accettato in famiglia.>> sorrise Ephram, con una carezza
dietro le grosse
orecchie di Coone.
Ally lasciò
andare il minuscolo Japanese Bobtail, e questi
prese a salterellare
dando segno di voler giocare.
<<
Andate pure via, Coone e Famiglio.
Provvederò da me, qui.>>
<< Vuoi
che ti lasciamo sola?>> chiese
Ephram sollecito.
Un piccolo brivido di
panico le ricordò che non era ancora
abbastanza forte.
<<
Lascia che milord mi sorvegli. Tu vai
pure.>>
Ephram
annuì compostamente e allungò una mano per
darle una carezza sul capo
mutilato della giovane strega. Ma si fermò quando lei
ritrasse il capo
terrorizzata. Allora si alzò da terra e si avviò
verso la porta.
<<
Cugino?- Ephram si voltò a quel tono
così esitante.- Ti
ringrazio.>>