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Autore: La Fleur    19/01/2010    5 recensioni
Allysia è una giovane strega a cui manca poco per diventare maggiorenne e liberarsi completamente dalle restrizioni che la famiglia e la scuola privata le impongono. Per frenare la sua esuberanza, eccessiva in una famiglia d'alto rango come la sua, i genitori la allontanano dalle "cattive compagnie" e dalla Scozia, e la mandano a vivere a casa del cugino Ephram(niente poco di meno che in America), che è destinato a succedere al padre come capofamiglia: peccato che la sua vita nel mondo come noi lo conosciamo risulterebbe tutt'altro che limpida agli occhi dei suoi parenti! Come capofamiglia è destinato infatti a sposare una persona di sangue magico, non con una semplice umana... Ma Ephram è innamorato di Charlotte, con cui intreccia una storia romantica, e che non sa nulla della sua "abilità" magica, né della famiglia da cui lui proviene e a cui è destinato a tornare un giorno. Boone è il fratello di Charlotte ed è un buon amico di Ephram nella vita normale, Andrew è l'ultimo dei coinquilini della grande casa che i personaggi della storia si dividono; ha un carattere allegro e piuttosto particolare, che gli frutta reazioni differenti da ognuno degli altri inquilini. Gli altri personaggi (e sono molti) verranno presentati man mano nella narrazione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Serie dei Maghi di scozia, ovvero, Allysia e dintorni!'
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Siediti e Medita


Una volta al piano di sotto, Ephram si voltò a fronteggiare il Fantasma:<< Allora, posso sapere chi è stato a ridurla così? Quella non sembra mia Cugina! Non sembra neanche una persona...>>
Il Fantasma sembrò a disagio: << E' colpa di un Guaritore. E' tutto ciò che posso dirvi. A parte questo, l'unica cosa che vostro Padre vuole che sappiate è che la signorina Allysia deve rimanere qui, lontano dal Mondo Magico e dalle... Cattive Compagnie...>>
Ephram rimase in silenzio finché Coone non gli portò un topolino di gomma che gli aveva comprato Charlotte.
Lo so, amico mio, manca anche a me. Ma se non ci sbarazziamo del Fantasma, è improbabile che questa storia proceda.
Lasciò il topolino ai suoi piedi, ed Ephram lo scagliò con un calcio all'altro capo della stanza. Coone corse a prenderlo e ripeterono il gioco varie volte, sotto lo sguardo vacuo di Lord Churchill. Infine il gatto uscì dalla finestra, che rimaneva sempre aperta per lui, nella neve.
<< Il nome del Guaritore, milord.>> ordinò Ephram con voce secca, dopo aver riflettuto a lungo.
Voglio sapere il nome di quel bastardo. Voglio il nome del mostro.
<< Salem Finnegan.>> rispose il Fantasma.
Ephram annuì.
Non ti toccherà più, Ally...
<< Bene.>>
Il Fantasma tornò al Cofanetto, che si richiuse con un tonfo, e lo lasciò solo.
Ephram sentì la vista annebbiarsi per le lacrime. Si lasciò cadere sul pavimento. Aveva studiato anche lui a scuola quella tortura, ma vedere Ally ridotta in quello stato lo fece sentire impotente, spezzato. Non aveva mai provato niente di simile, neanche con Charlotte. Allysia sembrava così provata da dargli un senso di pena più che di compassione, come se il dolore che aveva subito fosse rimasto dentro di lei, e non riuscisse più ad esternare altro. Sembrava un animale ferito a morte. Di certo era così che si sentiva.
Tornò con la mente a quando, in casa, Ally gli faceva uno scherzo dopo l'altro, forte del suo Famiglio. All'epoca l'aveva odiata, quasi. Come si poteva odiare una compagnia che si divertiva troppo mentre lui sgobbava dalla mattina alla sera per soddisfare le aspettative della Famiglia, la Cicala e la Formica in versione magica.
Ma adesso...
Si accorse di provare nostalgia per quella Cugina così allegra e potente. Per il suo sorriso vivace, per la luce degli occhi verdi.
Era come una luce sfolgorante... di cui non era rimasto nulla. Solo quell'involucro...
Ripensò alla pelle diafana e al piccolo neo sotto l'occhio destro di Ally. I capelli corti. Contrasse il viso in una smorfia di rabbia.
Ucciderò chiunque ti abbia fatto tanto male...

<< Va meglio, Ally?>>le chiese sollecito.
La ragazza aveva mangiato pochissimo, ma annuì.
Nonostante avesse ancora l'aria abbattuta, sembrava decisa a prendere parte alla cena. Ephram l'ammirò.
Il Fantasma li sorvegliava dall'alto, fluttuante. Famiglio lo seguiva con gli occhi e cercava di afferrarlo.
Il piccolo Catalizzatore sembrava piuttosto ostile, piuttosto strano vista la sua abituale indole pacifica...
Ephram l'attribuì al cambiamento di ambiente.
<< Ally, sai cosa dovresti fare?>> chiese con un'allegria che non sentiva. La ragazza gli lanciò uno sguardo vacuo.
<< Sederti e meditare. Lasciar riposare la mente, scrollarti di dosso le emozioni...>>
<< Cadere in trance, intendi?>> Ally già scuoteva il capo, come se le stesse chiedendo una prova troppo difficile per lei.
<< Oh, no.-la rassicurò- Non è trance. E' una pratica dei Normali... La mettono in atto quando sono stanchi, o depressi, o stressati, o apatici... Non voglio ferirti, cuginetta, ma tu mi sembri tutte queste cose insieme. Perchè non provi? Se ti fa sentire più protetta potrebbe tenerti compagnia Lord Churchill, le prime volte. O potresti tenerti vicino Famiglio... O Coone.>>
<< Una pratica dei Normali...- ripeté Ally, pensosa- Va bene. Ci proverò, cugino. Grazie.>>
<< Fantastico. Ti preparerò la stanza sul retro, quella che dal sul giardino... Con Ametiste ed essenza di fiori di Camomilla, per rilassarti. Voglio che tu stia bene.>>
Ally non rispose e non diede segno di averlo sentito. Rimase a fissare il vuoto, immemore.
Eccola che ricomincia..., pensò Ephram.
Ma si impose di portare pazienza: avrebbe risolto un problema per volta.

Ally si guardò intorno, poi si accovacciò incrociando le lunghe gambe.
<< Così?>> chiese a suo cugino, allargando le braccia.
Ephram annuì:<< Tieni la schiena bene eretta, e le spalle dritte. Solleva leggermente il capo al di sopra delle spalle, come se un filo sottile te lo tenesse alto... Sì, così. Rilassa i muscoli del collo, Ally. Appoggia i gomiti sulle ginocchia, ce la fai? Ecco, così...>>
Ephram sistemò con attenzione le pietre intorno a lei, formando un pentacolo di cui lei era il fulcro.
<< E adesso?>> chiese la ragazza.
Era così disorientata da intenerirlo, per cui non trattenne un sorriso gentile.
<< Adesso rilassati. Svuota la mente da ogni cosa. So che stai male. Che fatichi a mantenere il controllo. Ma tu dimenticatene. Anzi, fingi che non esista. Niente di ciò che può ferirti è reale. Siediti e svuota la testa. Meditare è questo. O forse è il contrario... Ma non importa. Ciò che importa è che tu ti senta meglio. Va bene?>>
Ally non rispose: rifletteva su quelle parole.
Ciò che conta è che tu stia meglio.
Il bagliore doloroso di un ricordo si fece largo in lei. Salem ai piedi del grande albero che reggeva la Casa delle Due Insegne, la sua mano nella sua, e i cuori in volo per lo spavento appena provato, la caduta evitata.
<< Scusami, Salem, ho perso l'equilibrio...>> gli sorrise mortificata.
<< Non preoccuparti, Allysia.>> Era così dolce da emozionarla ancora di più, facendole battere forte il cuore. Cercò di distrarsi da quella considerazione, sapendo che quegli occhi castani e il suo Potere coglievano ogni reazione, ogni sensazione.
<< Mi spieghi perchè quando mi Guarisci emani questo profumo così dolce e delicato?>>
<< Perchè mi piace farlo.- sorrise, il sorriso dolce e delicato, emozionandola ulteriormente- Ma non pensarci adesso. Ciò che conta è che tu stia meglio.>>

Le lacrime le corsero sulle guance senza che potesse fermarle. Salem. Chiuse gli occhi verdi, mentre suo Cugino si avvicinava e le prendeva le mani tra le sue, intensificando il ricordo di quando era stato Salem il Guaritore a stringerla in quel modo tanto affettuoso. Di quando la terra di Scozia era ancora la sua Casa, la casa del cuore, la casa dell'amicizia.
Famiglio le corse vicino e prese a strusciarsi in segno di affetto e partecipazione. Ally sciolse le mani dalla stretta del cugino e strinse il Catalizzatore. Cerco di non soffrire e lo faccio per te, Famiglio mio.

Si sforzò di sorridere a Ephram, mentre anche Coone e il Fantasma entravano nella graziosa stanza che suo cugino aveva preparato perchè lei si sentisse a suo agio. Come se fosse possibile.
Il grosso gatto di Ephram si avvicinò lentamente a Famiglio e socchiuse gli occhi in un'espressione di simpatia.
<< Non è molto affabile con chi non conosce, ma credo che vi abbia appena accettato in famiglia.>> sorrise Ephram, con una carezza dietro le grosse orecchie di Coone.
Ally lasciò andare il minuscolo Japanese Bobtail, e questi prese a salterellare dando segno di voler giocare.
<< Andate pure via, Coone e Famiglio. Provvederò da me, qui.>>
<< Vuoi che ti lasciamo sola?>> chiese Ephram sollecito.
Un piccolo brivido di panico le ricordò che non era ancora abbastanza forte.
<< Lascia che milord mi sorvegli. Tu vai pure.>>
Ephram annuì compostamente e allungò una mano per darle una carezza sul capo mutilato della giovane strega. Ma si fermò quando lei ritrasse il capo terrorizzata. Allora si alzò da terra e si avviò verso la porta.
<< Cugino?- Ephram si voltò a quel tono così esitante.- Ti ringrazio.>>

 

  
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