Incontri a New York..
Una
nota tecnica prima della lettura la scrittura così sono i pensieri di Matt, quella così i pensieri di Mimi..!!
Buona
lettura!! J
I
miei occhi incrociarono quelli di una ragazza dai capelli
castano chiaro. I suoi occhi color miele rimasero fissi sui miei per
qualche secondo, era come se la folla si fosse improvvisamente fermata intorno
a noi. Eravamo io e quegli occhi. finche io non
mormorai davanti a quella sconosciuta
-Mimi.. sei tu??-
Lei
mi sorrise e mi guardò
-si
sono io ma non urlarlo! Chissà poi che fanno i miei fan se scoprono che sono
io! Vuoi un autografo?-
La
sua voce squillante e da bambina mi fece battere il cuore come non mi succedeva
da tempo. Poi però il senso delle sue parole mi
schiacciò come un macigno. Non mi aveva riconosciuto. Cosa mi aspettavo? Che
stupido.. erano anni che non la vedevo e poi
sicuramente lei si era già dimenticata di me..
Le
sorrisi e gli risposi
-no,
non ti preoccupare.. non serve anche quello da mettere
nei ricordi da eliminare.-
Mi
alzai e me ne andai, lasciando il mio grande amore alle mie spalle.
Rimasi
li ancora con i suoi occhi impressi nella mente e una parola che rimbombava a
vuoto nel mio cuore.
Matt.
Matt
era a mezzo metro da me e se ne stava andando.
Matt
mi aveva parlato, riconosciuta e io ero riuscita solo
a chiedergli se volesse un autografo.
Matt
mi aveva parlato e io avevo fatto finta di non
conoscerlo, avevo fatto finta di non conoscere uno degli amici più cari che
avessi mai avuto.
Provai
ad urlare il suo nome ma la mia gola secca non emise
suono, se non un flebile “Matt” che si perse muto tra la folla.
In
un attimo sentì le emozioni sopite da anni, i ricordi a cui
non avevo voluto pensare, le gioie, i dolori, la tristezza, ma soprattutto
l’amore, quel infinito amore che provavo per lui.. ormai era sparito tra la
folla senza volto, ormai non avrei mai più visto Matt..
Senza
rendermene conto mi misi a correre all’impazzata dietro a
lui, spintonando la folla e chiedendo qualche scusa distratto, nella speranza
che nessuno mi riconoscesse.
Lo
vidi.
Era
a venti metri avanti a me e stava voltando un angolo in una stradina non
frequentata. Le gambe mi facevano male, non riuscivo a correre con gli stivali
e il fiatone emetteva piccole nuvolette. Il freddo bruciava sul mio viso accaldato.
Girai l’angolo e lo vidi che camminava.
Finalmente
dalla mia gola uscì un urlo, un misto di gioia,
dolore, stanchezza, speranza. “Matt” echeggiò nel vicolo fino a giungere a lui
che si voltò sorpreso. I suoi occhi color ghiaccio mi inchiodarono
sorpresi, ma non fermarono la mia corsa.
Sentì
urlare il mio nome da una voce a me familiare, troppo familiare,
allora mi girai e la vidi.
Vidi
i suoi capelli spettinati dalla corsa, vidi le sue guance arrossate per il
freddo, vidi in un secondo nei suoi occhi i particolari dei ricordi che avevo
dimenticato, ogni attimo della nostra storia. Il mio cuore stava per scoppiare,
si era messo a battere veloce e sicuro. Avevo voglia di correre anche io verso di lei, avevo voglia si stringere ancora una
volta quelle sue spalle esili tra le mie, avevo voglia di essere innondato dal profumo dei suoi capelli..
Non
smise di correre ed aprì le braccia verso di me, ma
inciampò su un sasso e cadde.
Lui
mi prese come se fossi una piuma, mi acchiappò prima che toccassi il suolo, mi
rialzò e mi appoggiò davanti a lui, sempre attento a non farmi male. Io alzai
gli occhi lacrimanti incontrando i suoi.
Le
sue braccia erano ancora più forti di come ricordavo, mi aveva presa come se fossi una bambina, come se fossi la sua bambina
che stava cadendo.
Quel
contatto mi fece sussultare e lui lasciò subito la presa come se il contatto
con me gli desse fastidio.
Perché
stava piangendo? Le avevo per caso fatto male nel prenderla? Eppure ero stato
attento. Avevo subito lasciato presa per paura che fosse troppo forte,
nonostante la mia voglia di abbracciala e tenerla stretta l’avevo lascita.. Prima che riuscissi a
dire una parola lei mi cinse le braccia attorno al collo e mi abbracciò forte.
Fu
l’unica cosa che volevo, abbracciarlo, stringerlo a me per assaporare
nuovamente il suo profumo, per rientrare il quel piccolo mondo perfetto che
trovavo nei suoi abbracci. Profumava di dopobarba , le
sue braccia forti mi stringevano e mi facevano sentire più al sicuro che mai.
Sentivo il suo calore, il suo respiro lento sul collo.
Era
Matt, era il MIO Matt..
La
strinsi a me come se fosse la cosa che più desideravo al mondo. Chinai la testa
sui suoi capelli e respirai il loro solito profumo di fragola. Il suo corpicino
esile sembrava di una bambina tra le mie braccia e avevo paura di farle male
stringendola troppo, nonostante questo la strinsi un
po’ più a me e lei mi strinse ancora più forte.
Alzai
gli occhi, avevo bisogno di incontrare i suoi, di capire che quello non era il
sogno che avevo fatto troppe volte in quegli anni. Timidamente, ancora con gli
occhi pieni di lacrime, alzai lo sguardo e gli incontrai subito, così duri,
così freddi, così severi ma allo stesso tempo così dolci. Lui mi allontanò un
po’ da se, ma io non volevo lasciarlo e lo strinsi ancora a me. Lui mi guardò e
con un dito mi asciugò una lacrima e mi sussurrò
-Mimi
non piangere.. ci sono qui io..-
I
miei occhi erano ipnotizzati dai suoi e lei mi si avvicinò piano, si alzò sulle
punte e mi sussurrò un semplice “Matt..”. Sentivo il
suo respiro affannoso sul collo, volevo vederla e allora le presi il mento con
due dita per guardarla negli occhi.
Io
alzai lo sguardo piano soffermandomi sui suoi lineamenti perfetti che
ricordavano una statua greca, poi sulle labbra, sui capelli biondi e
spettinati, fino a tornare a quegli occhi color ghiaccio. Avevo una voglia
irrefrenabile di baciarlo, ma sapevo di non poter osare tanto. Senza rendermene
conto però ero sempre più vicina a lui.
Mi
stavo avvicinando sempre di più alle sue labbra, il desiderio di darle quel
bacio che da tanto aspettavo era incontrollabile. Presi coraggio e le sfiorai
le labbra
Sentì
le sue labbra fredde a contatto con le mie accaldate dalla corsa e per
l’emozione. Avevo il respiro affannoso, il cuore che batteva all’impazzata. Lui
mi sfiorò piano e si ritrasse subito, ma io mi avvicinai per fargli capire
quanto lo desiderassi.
Non potevo baciarla, sarebbe stato come riaprire
volontariamente una cicatrice non ancora completamente chiusa. Ma
la voglia che avevo di lei era come un urlo che perforava la mia testa. Non
potevo pensare ad altro che non quanto la desiderassi..Lei
mi si avvicinò fino a sfiorarmi le labbra.
Sentì
una sua mano nei miei capelli che piano mi spingeva verso di lui. Sapevo che
cosa voleva dire questo suo gesto e mi lasciai trasportare inerme verso le sue labbra.
Il mio cuore batteva così forte che avevo paura che scoppiasse fuori dal petto.
I
suoi capelli soffici scivolavano tra le mie dita e ormai sentivo il suo respiro
affannoso. Lei cominciò ad arricciarmi i capelli com’era solita fare mentre mi
baciava e allora chiusi gli occhi appoggiando le mie labbra sulle sue.
Tutti
i gesti e le emozioni che non avevo compiuto per anni stavano tornando, come se
l’ultimo bacio che gli avessi dato fosse stato il giorno precedente. Chiusi gli
occhi lasciandomi andare in quel bacio.
Fu
un attimo interminabile in cui mi sentì finalmente vivo. Fu un bacio di quelli
con cui racconti storie, di quelli in cui il respiro si sincronizza con quello
dell’altro, un bacio di quelli che ti lascia senza fiato e senza parole, perché
non serviva altro oltre a quello che hai saputo esprimere in quell’istante.
Improvvisamente però mi resi conto del gesto sconsiderato che avevo appena
compiuto. Subito la allontanai da me e mi ricomposi. Non ci potevo ancora
credere avevo baciato la migliore amica della mia fidanzata, non che la mia ex
ragazza dopo 6 anni che non la vedevo..!!!
Lui
improvvisamente ruppe quell’attimo eterno ricomponendosi in quella sua solita
aria gelida e invalicabile. Perché così all’improvviso aveva fatto questo gesto??
-scusa,
non dovevo.. sono stato uno stupido..-
Disse
gelido. Un macigno crollò sul mio cuore, mi aveva baciata
solo perché ero stata io a cercare quel bacio, non perché a lui importasse
ancora qualcosa di me.. io mi ritrassi dall’abbraccio a abbassai lo sguardo per
non far vedere le lacrime che stavano nuovamente per cadere.
-che
ci fai tu qui?-
Chiese
gelida. Questa domanda me la sarei aspettata appena visti e non avevo idea di
cosa risponderle. Non potevo certo dirle che ero andato a Los Angeles nella
speranza di vederla..!!
-sono
venuto per lavoro-
Tagliai
corto, la scusa stava in piedi e lei sembrava convinta.
Ci
pensò un attimo prima di rispondermi e poi disse solo “ah ok..”
io come per giustificarmi o forse perché non volevo farla andare via e volevo
rivederla le chiesi
-qui
fa un freddo.. ti va di venire in albergo da me a
prendere qualcosa da bere e fare due chiacchere?-
Ero
stupita di tanta gentilezza da parte sua, ma forse lo faceva solo per una cosa
formale..
-adesso
non posso..- mi scusai –il mio fidanzato mi aspetta
per cena..-
Il
suo fidanzato.. a quelle parole fu come se mi cadesse
una tonnellata sul cuore.. beh era ovvio.. l’avevo anche letto sulla rivista di
Sora.. Sora.. mi tornò in mente anche lei, al torto che stavo facendo nei suoi
confronti, a quello che stavo facendo nei confronti di Tai che era stato
lasciato da lei per venire con me.. lui in quel momento aveva avuto la forza di
fare quello che io non sarei mai riuscito a fare. Aveva chiuso il capitolo
“Sora” e iniziato un nuovo capitolo, senza sofferenza
o ripensamenti sul passato. Io invece il capitolo “Mimi” l’avevo ancora davanti
e lo stavo arricchendo dopo 6 anni di pausa.
-ascolta.. se qualche volta ti va di venire da me io starò qua
ancora 2 giorni.. sto nel hotel
“Italia”..-
Era
tornato il ragazzo gelido di sempre, con quello sguardo di ghiaccio che io ero
riuscita a comprendere almeno un po’..
-ok!
Allora magari domani ti chiamo..-
Sapevo
che nonostante quello sguardo sprezzante d’odio nei miei confronti e nei confronti del mondo dentro stava male. Lo conoscevo troppo
bene. Era arrabbiato con me e con se stesso. Con se stesso perché aveva fatto
un torto sia a Tai che a Sora.. con me, anzi più
precisamente con le mie parole “il mio fidanzato”, perché non aveva ancora
digerito il fatto che non stessimo insieme..
Ma
io desideravo ancora quel Matt, quello del bacio, quello dolce e sincero che
avevo conosciuto in aereo porto, quello dai cui occhi si poteva vedere il bambino
che era e l’uomo che è adesso..
-ok
allora vado.. ciao..-
Con
queste misere parole si congedò e attraversò la strada, lasciandomi sola,
nuovamente sola.
Mi scuso per il ritardo ma ho aggiornato appena ho potuto!!! J
Spero che vi piaccia!!!
Un bacione e a prestoooo!!!!!!
Sarugaki! <3