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Autore: _LaUra    21/01/2010    1 recensioni
Darleen, Medison e Alice le protagoniste di questa storia. Tutte e tre hanno avuto dei gravi incidenti dai quali si riprenderanno grazie all'aiuto di un bellissimo dottore. Ma il Dottor Nicols chi sceglierà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 CIAO A TUTTI! ECCO QUI IL SECONDO CAPITOLO DI " TUTTE PAZZE PER IL DOTTORE"..
PRIMA DI AUGURARVI BUONA LETTURA VOLEVO RINGRAZIARE Lady Gray E Nina95 PER LE RECENSIONI,
RINGRAZIO ANCHE  Kimi_92 , pirilla88  e Nina95 CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE.
GRAZIE DI CUORE!

P.s. Aspetto altre recensioni!
Buona lettura!





Alice

" Alice! Alice!" diceva qualcuno che mi stava squotendo delicatamente.
" Alice! Apri gli occhi! Fallo per me..." ripeteva quella voce.
Una voce molto familiare, maschile. Jack.
" Dimmi che non morirai..dimmi che non è colpa mia!" mormorò il mio amico.
Come avrei voluto rispondergli ma mi mancava persino la forza per aprire la bocca e dire quelle due semplici parole. " Sto bene..".
Alla seconda richiesta però non so come avrei risposto, in fondo, era lui il motivo per cui ora ero su un letto d'ospedale.
" Mmh.." mugugnai cercando di fargli sapere che lo sentivo.
" Alice.." sospirò lui abbattuto. Avevo capito quanto sperava in una mia risposta.
Si alzò dal letto vuoto accanto al mio, lo sentii esitare sulla porta prima di andarse, prima di scappare di nuovo.
Sapevo che non era un codardo, che non era il tipo che scappava davanti ai problemi. Questa volta però il problema era grosso, lui mi aveva quasi uccisa.
Sarebbe potuto finire o sarebbe finito in carcere, e per un ragazzo di diciasette anni non è una cosa facile da accettare.
" Jack..." riuscii a dire quando lui era troppo lontano per sentirmi.
Passai la notte sopportando il forte dolore alla gamba sinistra e cercando un modo per far ritornare il mio amico a trovarmi. Non potevo lasciarlo scappare.
" È sveglia?" chiese mia madre all'infermiera che era venuta a visitarmi a mattino inoltrato.
" Si.. si è appena svegliata.." disse sbrigativa la donna.
" Oooh! Tesoro!" disse mia madre correndo verso il mio letto a braccia aperte.
" M..mamma.." balbettai ancora addormentata.
" Come sono contenta che tu stia bene!" mi sussurrò all'orecchio e una sua lacrima cadde sul mio viso.
" È stato solo un incidente.." dissi appena mi sentii abbastanza lucida da poterne parlare.
" Dov'è quel pazzo?!" chiese lei cambiando il suo umore sollevato a un volto fremente di rabbia.
" Non è colpa sua.." mormorai cercando di non pronunciare il nome del mio amico.
" Dimmi chi è stato!" mi ordinò guardandomi seria.
" Sono stanca..." dissi e mi girai su un fianco dandole le spalle.
" Come vuoi.. ma continuerò a volervo sapere fino a che tu non mi dirai chi è stato a ridurti in questo stato!" mi disse convinta. Mia madre era famosa per la sua testardaggine.
" E io continuerò a stare zitta.." mormorai sottovoce, lei non mi sentì, o forse non mi diede ascolto.
Non avrei tradito la fiducia di Jack, lui non aveva colpa, era stato solo un incidente.


Darleen

Mi svegliai in tarda mattinata. I raggi del sole battevano forti contro la finestra e una luce accecante entrava nella mia stanza.
Volevo alzarmi dal letto, ma la schiena mi faceva male in ogni punto.
Ero costretta a stare ferma, sulla stessa posizione per ore, fino a quando mia madre o mio padre mi predendevano in braccio e mi facevano sedere lentamente sulla sedia a rotelle.
Il dottore che era venuto a visitarmi, ovviamente a casa, qualche giorno fa aveva detto che con l'inzio della riabilitazione in poco tempo sarei ritornata a camminare.
Non vedevo l'ora.
Mia madre mi aveva spiegato che non saremmo tornate in ospedale, ma saremmo andate in una clinica specializzata in riabilitazione da traumi dovuti ad incidenti di vario tipo.
Sarei stata visitata dal Dottor Nicols e poi mi avrebbero fatto fare degli esercizi in palestra mirati sul mio problema.
" Darleen! Sei pronta!?" urlò mia madre dal bagno.
" Solo un attimo!" risposi mentre, seduta sulla mia carrozzina, mi allacciavo le scarpe.
" Non farmi arrivare tardi! Non farti prendere dalla tua stupida fobia nei confronti dei dottori.. vogliono solo che tu stia meglio!" mi sgridò già prima che facessi una scenata.
Probabilmente sarebbe potuto succedere. Non avevo ancora imparato a tenere a bada le mie paure.
Salimmo in macchina e viaggiamo in silenzio per circa un ora.
" Dovremmo essere arrivate.." disse mia madre entrando in un ampio parcheggio.
" Sull'insegna c'è scritto " Fisio Center", è il posto giusto?" chiesi sperando di rimanere in auto ancora un pò.
" Che fortuna! Abbiamo trovato subito la clinica!" esclamò mia madre contenta.
Parcheggiò la macchina poco lontano dall'entrata, mi aiutò a sedermi sulla carrozzina e iniziò a spingermi verso l'ascensore.
Entrammo nella piccola saletta d'aspetto dall'aria moderna.
Un grande bancone nascondeva una piccola segretaria mingherlina che batteva velocemente le dita sui tasti del computer.
C'era poi un comodo divano in stoffa verde accanto ad un distributore di snack.
Dall'altra parte della stanza si trovavano altre sedie color nero accanto a due tavolini colmi di giornali.
Ai muri erano appesi gigantografie di New York. La più bella mostrava diversi taxi gialli fermi ai cigli della strada che risaltavano nella grigia metropoli.
Ci fermammo accanto al distributore di snack e mentre mia madre parlava con la giovane segretaria scoprii un'altra parte della clinica.
Da una porta che dava su un corridoio scorgevo tanti macchinari e attrezzature per la palestra e dopo un pò riuscii a vedere anche qualche cliente che faceva riabilitazione con l'aiuto di un medico specializzato.
" Stuart!" sentimmo chiamare ad un certo punto.
La voce era maschile e sembrava provenire da una delle porte d'accesso agli studi dei dottori.
" Arriviamo!" disse mia madre firmando velocemente alcune carte e poi iniziando a spingermi velocemente verso lo studio.
" Prego.." disse un anziano dottore facendoci entrare.
" Piacere io sono il Dottor Chase...il dottor Nicols ha avuto un imprevisto " disse allungando la mano per stringerla a mia madre.
" Piacere mio." rispose al saluto mia madre con un sorriso.
" E questa giovane fanciulla come si chiama?" domandò con un sorriso.
" Darleen." risposi secca. La mia paura aveva iniziato a circolare all'interno del mio corpo, ancora un pò in quella stanza e anche a costo di provare un forte dolore sarei corsa via.
Mia madre mi lanciò un'occhiataccia.
" Parlatemi dell'incidente..." disse il medico battendo alcuni miei dati al computer.
Mia madre parlò al posto mio ma io seguivo tutto con la mente.
Le immagini correvano veloci. Quando mia madre stava descrivendo il modo in cui ero caduta dalla ferrata che stavo percorrendo pochi minuti prima dell'incidente, un brivido mi percorse lentamente la schiena. Per la prima volta provavo paura rivivendo quello che mi era successo
" Quindi ora non riesci a camminare a causa del dolore alla schiena." concluse il dottore dopo la spiegazione di mia madre. Ovviamente annotando tutto sul suo portatile.
" Già.." risposi con la testa ancora tra i ricordi dell'incidente.
" Bene! Inizieremo domani pomeriggio la riabilitazione.." disse alzandosi e andando verso la porta per farci uscire.
" Buona giornata!" ci augurò.
" Anche a lei!" rispondemmo in coro io e mia madre. L'unica differenza era l'entusiasmo.


Alice

" Buongiorno! Lei è la signora Jonson?" chiese una voce maschile molto dolce dalla porta.
" Si, sono io.." rispose mia madre alzandosi dalla poltrona su cui era seduta.
Da quando le avevo dato le spalle non mi aveva più rivolto la parola. Nessun accenno all'incidente.
" Sono venuto qui per visitare sua figlia... Alice, giusto?" chiese sempre con la sua voce dolce.
Ero curiosa di vedere in faccia quell'uomo dalla voce così ammaliante.
" Prego.." disse mia madre accompagnandolo fino al mio letto.
Mi girai a pancia in su per vedere meglio quello che doveva sicuramente essere un dottore.
" Ciao!" mi disse con un sorriso.
" Ciao.." risposi arrossendo.
Non era quello che si dice un modello, ma era perfetto nella sua imperfezione.
Aveva i capelli neri e un pò ricci, li portava arruffati.
Due occhi azzurro cielo nei quali ci si poteva perdere.
E poi..che fisico!.
Un vero divo da copertina a parer mio.
" Vediamo la tua gamba.." disse posando una valigetta sopra il letto.
Mi tolsi le coperte di dosso e rimasi in shorts per mostrargli tutta la ferita.
" Umh.." mugugnò sfregandosi il mento. Portava la barba leggermente incolta, che gli dava un'aria trascurata. Un uomo troppo preso dal suo lavoro.
" Potresti metterti il tutore e già da domani ti aspettiamo in clinica..." mi disse facendomi l'occhiolino.
Poi mise tutto l'occorente nella sua valigia e uscì velocemente dalla stanza.
" Però! Che bell'uomo questo dottor Nicols!" commentò mia madre.
" Già.." risposi con un sospiro.
Non credevo di poter essere così felice di cominciare la riabilitazione.
Certo, se a seguirmi fosse stato sempre quel divo da copertina mi sarei sicuramente trasferita alla clinica.



Medison

Non erano ancora passate due settimane.
Il dolore diminuiva di giorno in giorno, ma il ginocchio era sempre più gonfio e rosso.
" Tutto bene tesoro?" mi chiese Josh apprensivo.
" Si..stavo solo guardando il mio ginocchio..." dissi provando a cambiare posizione, ma una fitta mi fece stare dov'ero. Immobile.
" Amore.." disse avvicinandosi per aiutarmi.
" Tranquillo Josh, non ho bisogno di aiuto..." dissi trovando finalmente una posizione comoda.
" Sono qui se c'è bisogno.." disse ritornando alla sua poltrona.
Era diventato insopportabile. Non mi staccava gli occhi di dosso un secondo.
Ogni mio movimento, ogni mio lamento per un minimo bruciore, qualsiasi cosa facessi lo metteva sull'attenti.
Mi sentivo una bambina. " Amore, vuoi un pò d'acqua?" mi chiedeva quando mi schiarivo la voce, " Hai freddo tesoro?" mi chiedeva quando mi coprivo con la coperta.
Non ne potevo più. La mia permanenza all'ospedale era difficile per colpa sua, non vedevo l'ora di uscire.
" Salve! Sono il dottor Nicols.. lei è Medison Woods?" mi chiese un uomo giovane e affascinante. Probabilmente era un dottore.
" Si è lei.." rispose pronto Josh.
" Non occorre che rispondi per me...ho le forze per parlare.." dissi cercando di rimproverarlo.
" Bene... sono il dottore della clinica " Fisio Center", dove lei farà riabilitazione.." disse presentandosi.
" Piacere di conoscerla." risposi cercando di dimostrarmi in forze.
Dovevo assolutamente lasciare quell'ospedale.
" L'incidente le ha causato un problema al ginocchio, dico bene?" disse chiedendo conferma.
" Si..le faccio vedere..." dissi scostando le coperte e alzando fino a poco sopra il ginocchio i pantaloni del pigiama.
" Le hanno messo un bel pò di punti, eh?" mi disse con un sorriso.
" Già..." mormorai.
" La ferita si sta riprendendo bene, cicatrizza velocemente, quindi entro pochi giorni potrà cominciare anche lei la riabilitazione.." disse soddisfatto.
" Anche io?" chiesi cercando di capire meglio che intendeva dire.
" Oh! Mi scusi, ho appena visitato una paziente in questo stesso ospedale, lei domani stesso comincerà la riabilitazione." mi spiegò.
" Capisco.. mi farà sapere quando potrò venire anch'io nella sua clinica?" chiesi non vedendo l'ora di staccarmi un pò da Josh.
" Certo! Verrò a trovarla tra qualche giorno!" mi disse agitando la mano in segno di saluto.
Poi prese la sua valigetta da lavoro e se ne andò con passo veloce.
" Quel dottore ti stava dando troppe attenzioni Med!" sbottò imbronciato Josh.
" Che stai dicendo adesso?! Faceva solo il suo lavoro!" ribattei irritata.
" Sarà..a me non piace quel tipo comunque.." borbottò di nuovo.
" Ma smettila!" gli risposi scocciata dal suo comportamento.
Quei giorni sarebbero duvuti passare velocemente, molto velocemente.







  
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